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Formazione professionale: crescono le iscrizioni al sistema duale – AVVENIRE

Secondo il XIX rapporto di monitoraggio del sistema di istruzione e formazione professionale e dei percorsi in duale nella Iefp a.f. 2019-2020 (INAPP) risultano cresciute le iscrizioni al sistema duale.

Di seguito l’articolo riportato su Avvenire a cura di Maurizio Carucci (6/07/2022).

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In tre anni si è passati da 18mila a 37mila. La nuova sussidiarietà raggiunge le 18mila unità. Un Osservatorio interattivo per il monitoraggio delle politiche attive

Nel 2020 la partecipazione alla filiera Iefp-Istruzione e formazione professionale portata avanti dai centri accreditati registra una lenta e costante progressione (+1,1%), crolla quella degli Istituti professionali (-29,8%). Vola il sistema duale che in tre anni raddoppia le iscrizioni, passando da oltre 18mila a oltre 37mila e superando poi le 42 mila unità per l’anno 2020-2021. La sussidiarietà complementare va progressivamente scomparendo, sostituita dalla nuova sussidiarietà, che raggiunge le 18mila unità. È quanto emerge dal XIX Rapporto di monitoraggio del sistema di istruzione e formazione professionale e dei percorsi in duale nella Iefp a.f. 2019-2020 realizzato dall’Inapp-Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche per conto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «In tale contesto – spiega Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp – il gap tra domanda e offerta di competenze delle professioni riconducibili alle qualifiche e diplomi Iefp rappresenta un elemento di criticità nello sviluppo del sistema. Pur con le dovute cautele legate al raffronto di dati di natura differente, secondo le ultime stime persiste uno scarto molto pronunciato tra fabbisogno ed offerta. Tale dato, allarmante per molti versi, evidenzia da un lato le grandi potenzialità, ma d’altro lato la necessità di profondi aggiustamenti nel sistema Iefp e nella filiera lunga della formazione tecnico-professionale. Per consentire un miglioramento degli esiti occupazionali a conclusione di tali percorsi formativi occorrerebbe maggior ossigeno al sistema, in termini di risorse finanziarie; una forte assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni nell’adeguare l’offerta formativa rispetto alle figure più richieste dal mercato e un efficiente sistema di orientamento coerente con l’evoluzione dei fabbisogni di competenze emergenti da uno scenario economico e sociale in rapida trasformazione». Il totale di iscritti ai percorsi di Iefp, nel triennio e quarto anno, è pari a 250.194 unità, con una flessione della partecipazione del 13,1% rispetto all’anno formativo precedente. Tendenza che si conferma anche rispetto al solo triennio, le cui iscrizioni ammontano a 230.811 (-14,3%). In continuità con i dati dell’anno precedente, la riduzione della partecipazione al sistema di Iefp è esclusivamente a carico dei percorsi attivati all’interno degli Istituti professionali, dove si registra una flessione del 30,3%. Particolarmente colpite risultano le due tipologie tradizionali di sussidiarietà, quella integrativa che diminuisce del 41,7% e la complementare (-48,4%). Quest’ultima, com’era nelle intenzioni del legislatore, si estingue progressivamente, sostituita dalla nuova sussidiarietà (ex decreto n. 61/2017), che supera le 18mila unità. Si conferma il divario territoriale che caratterizza il sistema Iefp, con le regioni del Nord dove prevalgono le iscrizioni presso i centri accreditati, e quelle del Centro, Sud e Isole dove prevalgono i percorsi attivati negli Istituti professionali. La scelta degli iscritti ai percorsi di Iefp realizzati in modalità “ordinaria” premia ancora la qualifica di operatore alla ristorazione (52.802 iscritti) seguita dall’operatore del benessere (41.117 iscritti), di seguito con ampio distacco si collocano quella di operatore meccanico (16.704 iscritti), operatore elettrico (15.497 iscritti) e operatore per la riparazione dei veicoli a motore (14.595 iscritti). Il numero complessivo dei qualificati è stato pari a 66.105 unità (dato fornito successivamente alla pubblicazione del rapporto, grazie ad una seconda rilevazione che ha acquisito le informazioni sugli esami svoltisi in grande ritardo a causa dell’emergenza pandemica). Il dato comprende 34.677 giovani qualificati nei centri di formazione professionale, 27.374 negli Istituti Professionali in modalità integrativa e 4.054 in modalità complementare. La distribuzione dei qualificati per figura professionale conferma l’ordine rilevato nelle precedenti rilevazioni: operatore della ristorazione (25,4% del totale dei qualificati), operatore del benessere (16,4%) e operatore meccanico (8,6%). I diplomati sono invece 15.250, di cui quasi 14 mila (13.695) nelle Istituzioni formative e 1.555 in sussidiarietà complementare. La ripartizione per figura professionale si mostra in linea con gli anni precedenti: al primo posto, il tecnico dell’acconciatura, al secondo posto il tecnico dei trattamenti estetici, al terzo posto il tecnico della cucina.

Imparare, lavorando? In Italia si può fare, ecco i primi passi avanti con il sistema duale

Il primo numero 2018 del magazine specializzato “Parts” ha pubblicato uno speciale sul sistema duale e il recente report su “Monitoraggio sulla Sperimentazione del Sistema Duale degli enti Forma e Confap” mappando i percorsi di circa 4mila allievi  con annesso coinvolgimento di 3.250 imprese.

 

Don Enrico Peretti, direttore generale dei Salesiani Italiani per la Formazione Professionale e il Lavoro (CNOS-FAP), coordinatore del Progetto “La nostra via Duale”

Il sistema duale italiano

Il sistema duale, cioè la possibilità di imparare lavorando, fa un passo in avanti per uscire dalla sperimentazione con il rifinanziamento di 50 milioni di euro per il 2018. Un monitoraggio sui percorsi di 4mila ragazzi e 3.250 imprese, promuove il primo anno

“L’apprendistato in Italia si può fare: le aziende sono interessate e disponibili e i risultati formativi sono più che incoraggianti”, afferma Paola Vacchina, presidente di Forma, l’associazione nazionale che riunisce i principali Enti di formazione professionale. Combattere la disoccupazione giovanile, ridurre la dispersione scolastica, ampliare l’offerta formativa e rafforzare il collegamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro passano anche dal rilancio del sistema di formazione e istruzione professionale in Italia e dall’offerta di percorsi che consentano ai ragazzi di misurarsi presto con il mondo del lavoro. Hanno dai 15 ai 17 anni e studiano e lavorano. Guadagnano inizialmente 500 euro al mese, che però salgono presto, appena
l’azienda impara a conoscerli e ad apprezzarli. All’impresa questi dipendenti costano meno di un tirocinante, perché c’è un contributo di 3mila euro per le spese relative al tutor aziendale più una decontribuzione che arriva fino al 40% per chi assume l’apprendista al termine del percorso formativo. Ad aprile 2017 erano quasi 11mila in Italia i ragazzi con un contratto di apprendistato di primo livello: sono iscritti a percorsi della formazione e istruzione professionale (IeFP), diventeranno meccanici, elettricisti, operatori del legno, parrucchieri, estetiste, ristoratori e camerieri, svolgendo una buona metà delle ore di
formazione direttamente in azienda, retribuiti per le ore di lavoro svolte. Tra i settori produttivi collegati ai CCNL dei contratti utilizzati per gli apprendisti, si ritrovano il Turismo, l’Alberghiero, l’Acconciatura ed estetica e il Commercio, ma in prima posizione compare il settore metalmeccanico, con un’incidenza del 20%, e il manifatturiero in generale. Quest’ultimo dato è contenuto nel monitoraggio realizzato al termine del primo anno di sperimentazione dei percorsi formativi del sistema duale su 148 Centri dalla rete Forma e Confap, distribuiti in 14 regioni italiane. Il report ha mappato i percorsi di circa 4mila allievi, con 3.250 imprese coinvolte, di cui il 66% ha collaborato attivamente alla programmazione e realizzazione dei percorsi di apprendistato per il conseguimento della qualifica e del diploma professionale. Il report si intitola “Monitoraggio sulla Sperimentazione del Sistema Duale degli enti Forma e Confap” ed è stato presentato in una conferenza stampa al Senato l’8 luglio scorso. Più di mille dei giovani coinvolti vivono nella sola Lombardia e una netta concentrazione di allievi si registra in generale nelle regioni settentrionali, in particolare appunto in Lombardia (26%), Veneto (19%) e Piemonte (16%). Il 18% dei ragazzi ha sottoscritto contratti di apprendistato per la qualifica e il diploma, a fronte del 7% del dato complessivo della sperimentazione nazionale (dato INAPP). Per le imprese, è di assoluto rilievo il peso consistente delle piccole: si tratta di oltre il 90% del totale, seguite da una percentuale residuale di medie (7%) e grandi (1%). Secondo il report, il coinvolgimento di tante piccole imprese denota la capacità degli Enti di formazione di aver ideato approcci e soluzioni organizzative adatte a realtà poco strutturate come, appunto, le aziende piccole. Nel motivare le ragioni del loro coinvolgimento, il 54% delle imprese ha risposto di averlo fatto per l’opportunità di formare una risorsa giovane, un altro 26% per la sostenibilità del costo azienda derivante dagli incentivi economici. Il livello di soddisfazione registrato dagli attori coinvolti (operatori, imprese, allievi, famiglie) è elevato: su scala da 1 a 4 si attesta in media sopra il 3. Il sistema duale rappresenta quindi l’occasione per attuare un modello formativo integrato tra sistema educativo e lavoro che, da un lato, favorisca la creazione di un rapporto continuativo e coerente tra formazione e lavoro e, dall’altro, migliori la transizione aula-azienda, riducendo il gap tra competenze acquisite in contesti formativi e competenze richieste dal tessuto produttivo. Le difficoltà registrate nel primo anno di sperimentazione sono legate soprattutto alla poca conoscenza dello strumento contrattuale dell’apprendistato da parte delle imprese e dei consulenti del lavoro: il 21% delle imprese ha riportato l’opposizione dei consulenti del lavoro per questo tipo di contratto. Le aziende non si sentono invece ostacolate dal carico formativo dell’apprendistato né dai vincoli derivanti dalla normativa sul lavoro minorile. Il monitoraggio tuttavia ha registrato la proattività dei Centri di formazione di fronte a tali difficoltà: spesso infatti i Centri di formazione si sono fatti carico anche
delle problematiche di tipo giuslavoristico. “Questi numeri danno ragione dell’importanza di investire in modo strutturato e non più sperimentale per creare un collegamento diretto fra il mondo della formazione e la spendibilità professionale in azienda dei nostri ragazzi”, afferma don Enrico Peretti, direttore generale dei Salesiani Italiani per la Formazione Professionale e il Lavoro (CNOS-FAP), coordinatore del Progetto “La nostra via Duale”. “Il modello di riferimento è evidentemente quello tedesco, che da anni ha stabilizzato il rapporto ormai inscindibile fra il mondo della formazione e quello del lavoro. Stiamo facendo pressione all’interno del mondo istituzionale affinché si intuisca il doppio valore del sistema duale, che da una parte genera giovani professionisti che soddisfano le proprie capacità di autonomia attraverso il lavoro, dall’altra rappresenta una modalità di riattivazione della macchina produttiva italiana per le aziende, le quali potranno contare su allievi formati. Con la sperimentazione del sistema duale, infatti, è potenziato il rapporto con le imprese, che diventano non più solo luoghi di accoglienza degli allievi per esperienze di tirocinio, ma veri e propri partner per la progettazione e la realizzazione congiunta dei percorsi formativi”. Permane ancora il paradosso di avere 5,6 milioni di giovani europei disoccupati e il 36% delle imprese che riporta difficoltà a reclutare personale qualificato, con i più alti tassi di disoccupazione giovanile nei Paesi in cui vi è una maggiore diffusione di un’istruzione secondaria superiore di tipo generale, come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, mentre i giovani inseriti in percorsi di apprendistato conseguono risultati occupazionali migliori rispetto ai coetanei che, allo stesso livello di qualifica, hanno frequentato percorsi formativi all’interno della scuola (Wallenborn & European Training Foundation, 2011). In Italia, una ricerca Cedefop (2012) dimostra che lo status di lavoratori dei giovani europei di età compresa tra i 18 e i 24 anni era del 34,2% tra coloro che avevano frequentato un percorso di studi di tipo generale (licei), del 53,4% tra coloro che avevano frequentato un percorso di IeFP ordinario all’interno di un istituto formativo e del 78,3% tra i giovani che avevano frequentato un percorso di IeFP in modalità duale sia in apprendistato sia in alternanza scuola-lavoro.

26/01 L’Eco di Biella sulla formazione professionale salesiana

Riportiamo un artico, a cura di Giovanna Boglietti, apparso sul numero di giovedì 26 gennaio 2017 dell’Eco di Biella. Tema del pezzo l’alternanza scuola – lavoro nei percorsi proposti dal centro di Vigliano Biellese con il racconto dell’esperienza di di 6 giovani del corso per Tecnico conduzione e manutenzione di impianti automatizzati.

San Benigno – Il Sistema duale FIxO (Lunedì 28 Novembre 2016)

Lunedì 28 Novembre 2016, dalle ore 16,00  alle ore 18,00, presso il Salone dell’Istituto Salesiano di San Benigno C.se (TO) in P.zza Guglielmo da Volpiano n° 2, si terrà un incontro, rivolto a rappresentanti delle istituzioni del territorio, ad aziende del settore ristorazione, alberghiero e del benessere, ad enti di formazione professionale del territorio, oltre che ad allievi e genitori, dal titolo “Il Sistema duale FIxO – Formazione e innovazione per l’occupazione: il ruolo delle aziende – IMPARARE LAVORANDO IN ITALIA SI PUÒ“.

All’incontro saranno presenti i principali attori di questa Sperimentazione: l’On. Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del Lavoro, ispiratore e promotore della sperimentazione; l’Assessore alla FP della Regione Piemonte Giovanna Pentenero, che per prima ha voluto metterla in campo; le associazioni e le imprese; gli allievi iscritti e le loro famiglie.

Abbiamo accettato anche la sfida del Sistema Duale FIxO avviando alcuni percorsi di apprendistato con giovani in obbligo di istruzione e vogliamo spiegare alle famiglie e alle aziende del nostro territorio quali sono le risorse che stiamo mettendo in campo e quali sono gli aspetti salienti di questa prima sperimentazione” Carlo Vallero (direttore del CFP di San Benigno)

L’evento è realizzato dal CNOS FAP Piemonte di San Benigno C.se in collaborazione con CNA/Unione Benessere Sanità, Genitori e Allievi dei percorsi formativi in oggetto, Istituzioni scolastiche del territorio.

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