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Don Bosco e gli altri Santi impegnati nel sociale – Airone

Si riporta di seguito l’articolo apparso sulla rivista mensile Airone.

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Don Bosco e gli altri Santi impegnati nel sociale

Nell’Ottocento Torino è una città in espansione, ma molti dei suoi abitanti vivono di stenti. In questo ambiente povero e degradato c’è però chi si prodiga per aiutarli. Il più famoso è don Giovanni Bosco, ma non è il solo: ci sono anche Cafasso, Murialdo, Frassati, Faà di Bruno e altri. Canonizzati durante il Novecento e i primi anni 2000, sono chiamati “santi sociali”.

Una città in fermento, attiva e operosa, che cresce a vista d’occhio. La Torino che si affaccia al 1800 è un agglomerato in continua espansione: in soli tre decenni, dall’inizio del secolo al 1830, passa da 80mila a 127mila abitanti.

La crescita prosegue lungo tutto il XIX secolo, ma purtroppo ha anche un rovescio della medaglia: molti, infatti, ci vanno alla ricerca di un lavoro e di una condizione di vita migliore, ma non tutti riescono a realizzare i loro sogni.

Le file dei poveri si ingrossano giorno dopo giorno: ammassati in misere abitazioni, molti sopravvivono a stento e solo grazie alla pubblica assistenza, che spesso, però, non è sufficiente.

È in questo contesto che assumono un ruolo fondamentale i “santi socialidi Torino: religiosi e laici che con le loro opere assicurano un indispensabile aiuto agli indigenti o, come nel caso di san Giuseppe Allamano, contribuiscono alla nascita e diffusione delle missioni nel mondo.

Venerabile Tancredi Falletti di Barolo crea scuole gratuite

Unico figlio del marchese Ottavio Alessandro Falletti di Barolo e di Paolina Teresa d’Oncieux, Tancredi nasce a Torino il 26 ottobre 1782. Il padre lo porta con sé nei numerosi viaggi. È proprio durante uno di questi soggiorni, in Francia, che conosce Juliette (Giulia) Colbert che sposa nel 1806 a Parigi per trasferirsi con lei a Torino nel 1814.

L’impossibilità di avere figli viene letta dai coniugi come un segnale divino: decidono che la loro disponibilità economica sarebbe stata messa a disposizione dei bisognosi.

Negli incarichi ricoperti nell’amministrazione comunale (fu sindaco per due anni) Tancredi dà vita a iniziative di beneficenza come la creazione di scuole gratuite peri figli dei poveri, un asilo e una scuola di arte per indigenti.

Durante l’epidemia di colera del 1835 organizza ospedali temporanei per accogliere i malati. Nel 2018 è stato dichiarato venerabile da Papa Francesco.

Giulia Falletti di Barolo apre un istituto per ragazze madri

Moglie di Tancredi Falletti di Barolo, Juliette (Giulia) nasce il 27 giugno 1785 nel castello di Maulévrier, in Vandea (Francia), figlia del conte Éduard Colbert e della contessa AnneMarie-Louise Quengo de Crénolle.

Damigella d’onore di Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone Bonaparte, dopo il matrimonio e il trasferimento a Torino si dedica con il marito alla beneficenza.

Realizza progetti per la riabilitazione e il reinserimento delle detenute nella società, un istituto per ragazze madri, una scuola professionale per le figlie delle famiglie povere e una casa per ragazze a rischio oltre alla costruzione della chiesa di Santa Giulia a Torino.

Muore il 19 gennaio 1864 lasciando le indicazioni per fondare l’Opera Pia Barolo, ente benefico al quale dona il patrimonio di famiglia.

Nel 2015 viene celebrata da Papa Francesco con il titolo di venerabile.

Don Giovanni Bosco fonda la congregazione dei Salesiani

Il futuro fondatore dei Salesiani (oggi presenti in oltre 130 Paesi del mondo) nasce in una piccola cascina nella frazione Becchi, nel comune di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco) il 16 agosto 1815 da Francesco Bosco e Margherita Occhiena, entrambi contadini.

Orfano di padre a due anni, inizia a lavorare a 11 mentre in lui si fa sempre più forte la vocazione. Svolge diversi mestieri per potersi pagare gli studi e nel 1835 entra in seminario.

Sei anni più tardi è nominato sacerdote e si trasferisce al Convitto Ecclesiastico di Torino. Qui inizia la sua opera di avvicinamento ai giovani più poveri che incontra in strada e nei cantieri della città

È proprio per loro che dà vita al primo oratorio a Valdocco (Torino) nel 1846, un luogo dedicato ai giovani emarginati dove vengono loro garantiti un aiuto concreto, un’educazione e una formazione lavorativa.

Presto gli oratori si moltiplicano aiutando un numero sempre maggiore di ragazzi bisognosi. Nel 1859 fonda la congregazione dei Salesiani (da san Francesco di Sales) con la quale porta avanti la sua missione in favore dei giovani.

Muore il 31 gennaio 1888 e viene canonizzato il 1° aprile 1934 da Papa Pio XI.

San Giuseppe Benedetto Cottolengo apre un’infermeria per infermi abbandonati

Nato a Bra (Cuneo) il 3 maggio 1786, è il primo di dodici figli (sei dei quali muoiono in tenera età) di Giuseppe Antonio Cottolengo e Benedetta Chiarotti.

Ordinato sacerdote nel 1811, si laurea a Torino in Teologia con plauso e lode il 14 maggio 1816.

Sempre più interessato alla ricerca spirituale, il 2 settembre 1827 don Giuseppe Cottolengo viene chiamato al capezzale di una madre di tre figli, e il quarto in arrivo, rifiutata da diversi ospedali di Torino.

La morte della donna lo sconvolge e decide di creare una piccola infermeria per evitare il ripetersi di casi simili. Nasce così, nel 1828, “Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini” dedicato ai malati che non vengono accolti negli ospedali.

Quattro anni più tardi don Giuseppe fonda, sempre a Torino, la “Piccola Casa della Divina Provvidenza” (nota come “Cottolengo“): al suo interno persone povere e disabili, epilettici, sordi, invalidi e orfani possono trovare cura sanitaria, assistenza, educazione.

Muore il 30 aprile 1842. Nel 1934 Papa Pio XI lo nomina santo.

San Leonardo Murialdo aiuta i ragazzi di strada

Leonardo Murialdo nasce a Torino il 26 ottobre 1828 da una famiglia benestante. Rimasto orfano di padre a cinque anni, entra nel collegio dei Padri Scolopi di Savona, ma durante l’adolescenza vive una crisi esistenziale e spirituale che lo riporta in famiglia, a Torino.

Qui matura la decisione di diventare sacerdote e viene ordinato nel 1851.

Apprezzato da san Giovanni Bosco, che gli affida l’oratorio di San Luigi (vicino alla stazione ferroviaria di Porta Nuova), dedica tutto sé stesso ai giovani bisognosi: tramite l’oratorio, la catechesi, la scuola, la formazione professionale e le attività ricreative, avvicina e aiuta i ragazzi di strada, i più poveri.

È grazie a lui che vengono create una casa-famiglia e una colonia agricola di Rivoli (Torino). Nel 1873 fonda la Congregazione di San Giuseppe, che prosegue la sua opera di assistenza peri giovani anche dopo la sua morte avvenuta il 30 marzo 1900.

Sarà Papa Paolo VI a canonizzarlo il 3 maggio 1970.

San Giuseppe Cafasso assiste i condannati fino alla forca

Nasce a Castelnuovo d’Asti, lo stesso paese natale di san Giovanni Bosco, il 15 gennaio 1811.

La sua è una famiglia contadina e la profonda fede dei genitori si trasmette al figlio che a 22 anni è ordinato sacerdote. Quattro mesi più tardi entra nel Convitto ecclesiastico di San Francesco, a Torino.

Insegnante di teologia morale prima, direttore spirituale dopo e infine rettore, trasmette ai futuri sacerdoti la sua fede, ma non solo.

Da sempre attento agli ultimi, si dedica ai carcerati, che visita nei fatiscenti istituti penitenziari.

Viene soprannominato il “prete della forca” perché accompagna spesso i condannati fino al patibolo confortandoli sino alla fine.

Muore il 23 giugno 1860: il 22 giugno 1947 Papa Pio XII lo nomina santo.

Beato Francesco Faà di Bruno istituisce “i fornelli economici”

Prima di indossare la tonaca, Francesco Faà di Bruno vive una vita molto intensa.

Nato ad Alessandria il 29 marzo 1825 in un’importante famiglia nobile, nel 1840 entra nell’Accademia militare di Torino dando il via a una brillante carriera come ufficiale fino a essere nominato Capitano di Stato Maggiore.

Lasciato l’esercito, la passione per la scienza lo porta a laurearsi in matematica presso la prestigiosa università Sorbona di Parigi e nel 1857 diventa professore di matematica e astronomia all’Università di Torino.

Uomo di fede, si dedica ai più poveri e, in particolar modo, alle donne, dando vita a una casa per ragazze madri e fondando la congregazione delle suore Minime di Nostra Signora del Suffragio.

Sue le iniziative dei fornelli economici (per distribuire a modico prezzo pasti caldi ai lavoratori), della biblioteca mutua circolante (prestito dei libri esteso a tutta l’Italia) e dei lavatoi pubblici.

Decide di abbracciare la vita ecclesiale nel 1876. Muore il 27 marzo 1888 e Papa Giovanni Paolo II lo nomina beato nel 1988.

San Giuseppe Marello regala una casa di riposo agli anziani bisognosi

Nato a Torino il 26 dicembre 1944, Giuseppe Marello perde la madre a 3 anni e con il padre e il fratello si trasferisce a San Martino Alfieri (Asti). A 12 anni entra in seminario ad Asti: dopo una breve pausa di ripensamento durante la quale torna a Torino per intraprendere studi tecnico-
commerciali, ritorna in seminario e viene ordinato sacerdote nel 1868, assumendo la carica di segretario del vescovo di Asti Carlo Savio.

Nel 1878 fonda la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe. Nominato vescovo di Acqui (Alessandria) nel 1889, si spende per aiutare i giovani accolti in parrocchia.

Doveva essere una scuola di formazione accogliente affinché i ragazzi potessero diventare “dei buoni cristianie degli onesti cittadini“.

Non da meno è il suo intervento in favore degli anziani bisognosi, peri quali si fa carico di una casa di riposo.

Muore il 30 maggio 1895 a soli 50 anni e viene canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2001.

Beato Giuseppe Allamano inaugura un centro missionario

Giuseppe Allamano nasce a Castelnuovo d’Asti il 21 gennaio 1851: è parente e allievo di un santo, suo zio, che è infatti san Giuseppe Cafasso.

Studia presso l’oratorio di san Giovanni Bosco a Valdocco (Torino). Ordinato sacerdote nel 1873 e laureatosi in teologia presso la Pontificia facoltà teologica di Torino quattro anni dopo, nel 1880 diventa rettore del Santuario della Consolata di Torino.

Desideroso di portare la Parola di Dio e aiuti concreti alle popolazioni più povere nel mondo, nel 1901 fonda l’Istituto missioni Consolata che l’anno successivo invia 4 missionari in Kenya.

Nel 1910 dà vita alle Suore missionarie della Consolata.

Fedele alla sua massima “il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore“, si adopera per sensibilizzare la Chiesa e la società sulle attività dei missionari, chiedendo che venga istituita ufficialmente una giornata dedicata a essi (verrà esaudito nel 1926 da Papa Pio XI).

Muore il 16 febbraio 1926 e beatificato il 7 ottobre 1990 da Papa Giovanni Paolo II.

Beato Pier Giorgio Frassati: è ricco e dona tutto ai poveri

Figlio di Alfredo Frassati, direttore del quotidiano La Stampa e senatore, e della pittrice Adelaide Ametis, Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901.

Dopo il diploma al liceo classico nel 1818, si iscrive al Politecnico di Torino, scegliendo ingegneria meccanica con specializzazione in mineraria. A chi gli chiede il motivo di tale scelta, Pier Giorgio risponde che vuole studiare per aiutare a migliorare le condizioni di lavoro dei minatori.

La sua profonda fede lo porta a iscriversi alla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e a collaborare assiduamente con l’organizzazione caritativa cattolica Conferenza di San Vincenzo.

La sua disponibilità economica è messa completamente al servizio dei bisognosi e spesso rimane senza soldi perché dona tutto ai poveri.

Nel 1922 la sua devozione lo porta ad entrare come laico (terziario) nell’ordine dei domenicani incrementando maggiormente il suo impegno nell’assistenza dei poveri.

Colpito da poliomielite fulminante, muore il4 luglio 1925. Viene beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.

Tancredi Falletti di Barolo – Decreto di Venerabilità

(ANS – Città del Vaticano) – Il 21 dicembre 2018 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto di Venerabilità del Marchese Tancredi Falletti di Barolo (1782-1838). Anche la Postulazione salesiana ha dato il suo contributo alla redazione alla Positio super virtutibus.

Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert sono stati una coppia felice del primo ottocento. Lui nacque a Torino il 26 ottobre 1782 e fin da giovane si distinse per intelligenza, disposizione alla giustizia, attenzione alle esigenze dei tempi e forte tendenza a promuovere e operare ogni bene. Lei nacque nel castello di Maulévrier, in Vandea, il 26 giugno 1786, donna dotata di squisita femminilità e di genuina spiritualità. Ambedue ereditarono dalle loro famiglie non solo il nome, il censo e le ricchezze, ma soprattutto una religiosità profonda.

Si conobbero alla corte di Napoleone e pur diversi per temperamento e carattere, si trovarono subito in sintonia sui valori profondi e gli ideali di vita. Si sposarono a Parigi il 18 agosto 1806. L’affetto tra loro divenne col tempo sempre più puro e più forte, perché fondato sulla fede e sulla carità.

Non avendo avuto il dono dei figli, i due coniugi lessero questo evento doloroso dentro il disegno provvidenziale della sapienza di Dio. E in mirabile accordo gareggiarono nel farsi apostoli di carità cristiana, “adottando” i poveri di Torino e realizzarono innumerevoli opere socio-caritative: ospedali, scuole, laboratori artigiani, centri di accoglienza, asili infantili, strumenti tutti per un’autentica promozione umana e una crescita cristiana.

Carlo Tancredi si dedicò particolarmente all’educazione preventiva, all’istruzione e formazione dei bambini e dei giovani. Ricoprì per 22 anni cariche politiche rivelando, come decurione e sindaco di Torino, una grande capacità di governo ed un equilibrio straordinario nell’affrontare le situazioni più difficili e più angosciose.

Per i figli poveri degli operai, nel 1834 Carlo Tancredi e Giulia fondarono l’Istituto delle “Suore di Sant’Anna”, affinché continuassero nella Chiesa tale missione a servizio delle nuove generazioni. Durante il colera, che colpì la città di Torino nel 1835, i marchesi di Barolo si dedicarono in prima persona a soccorrerne le vittime, avendone poi ripercussioni sulla propria salute.

Carlo Tancredi morì il 4 settembre 1838 a Chiari, tra le braccia della sua sposa. Ora si auspica, pertanto, che Carlo Tancredi e Giulia “insieme” siano proclamati beati e rifulgano “in coppia” come modello di santità per gli sposi cristiani.