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Preghiera in diretta per l’anniversario della morte di Mamma Margherita

Nell’anniversario della morte di Mamma Margherita, i centri locali dei salesiani cooperatori di Valdocco, trasmetteranno un momento di preghiera sul canale YouTube Valdocco Mamma Margherita Centro Locale ASSCC il 25 Novembre alle ore 21, per ringraziare Dio del dono della mamma di Don Bosco e dei giovani del primo oratorio.

“… L’avete fatto a me” è la pagina di Vangelo scelta come tema della serata, una pagina che Mamma Margherita, nella semplicità della sua vita, ha vissuto a Valdocco.  I Misteri della vita di Mamma Margherita saranno animati dai giovani che frequentano le scuole e gli oratori salesiani, per testimoniare come i valori di Mamma Margherita sono stati ereditati e mantenuti vivi oggi.

Le Postulanti FMA, i Novizi SDB e i Salesiani Cooperatori guideranno i momenti di preghiera. Non mancherà l’accompagnamento musicale del coro della Basilica. Le riprese a Valdocco e nella nuova Casa Don Bosco faranno assaporare la santità dei luoghi.

La celebrazione, grazie alla varietà dei gruppi coinvolti, sarà un momento di Famiglia Salesiana, per maturare nell’affidamento di tante intenzioni di preghiera all’intercessione della Venerabile Margherita Occhiena.

Di seguito i link per seguire la diretta dai canali facebook e youtube dedicati a Mamma Margherita:

 

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Si riporta la notizia pubblicata dall’Avvenire sull’iniziativa del museoCasa di don Bosco‘ che decide di aprire le sue porte virtuali per essere visitato Online.

Di seguito il testo completo della notizia pubblicata il 14 novembre su Avvenire, edizione cartacea e Online.

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Articolo di Marina Lomunno

«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo». Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco. «Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo». Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverla perché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione». «Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire».

Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

15 novembre è MGS Day: nel cuore del mondo!

Il tradizionale appuntamento dell’MGS Day, che raduna più di 500 giovani del Movimento Giovanile Salesiano, si terrà quest’anno in versione online nella giornata di Domenica 15 Novembre.

La partecipazione all’evento sarà possibile grazie alle dirette streaming accessibili su:

Il programma della Mattinata prevede:

  • ORE 9.15

    Accoglienza on line. Scaldiamo i motori.

  • ORE 9.30

    Ci siamo tutti? Si parte!

    L’Ispettrice, Sr Emma Bergandi introduce al senso della giornata.

  • ORE 09.40

    Breve presentazione del testimone che avremo nel pomeriggio: Andrea Franzoso.

  • ORE 09.45

    Una sfida da vivere insieme.

11:00 CELEBRAZIONE EUCARISTICA

PER CHI NON PUO’ PARTECIPARE IN PRESENZA.
Dalla Basilica Maria Ausiliatrice di Torino.

PAUSA PRANZO

IL CORTILE DIGITALE.
Don Alberto Goia, attraverso la piattaforma Zoom, guiderà il momento di animazione.

Il programma del Pomeriggio prevede:

  • ORE 14.30

    Si riprende tutti insieme.

  • ORE 14.45

    Il SOGNO DEI NOVE ANNI.

    Come non ve lo hanno mai raccontato.

  • ORE 15.00

    La parola al testimone del giorno: ANDREA FRANZOSO

  • ORE 16.00

    Si lavora e condivide per centri salesiani di appartenenza.

17.00: CONCLUSIONE DELLE ATTIVITÀ

Si riprende tutti insieme;
Saluti dell’Ispettore, don Leonardo Mancini;
Saluti finali.

Evento di apertura del progetto Labs To Learn

AGS per il Territorio, insieme con gli enti partner inaugura ufficialmente il progetto “Labs to Learn” con un evento che si terrà martedì 10 novembre alle ore 16.00 presso Valdocco (To).

L’evento verrà trasmesso in diretta social sulla Pagina Facebook @labstolearn sul canale Youtube LabsToLearn ed in diretta TV dal Gruppo RETE 7 su Piemonte + (canale 110 del digitale terrestre).

Di seguito il comunicato stampa dell’appuntamento.

10 NOVEMBRE 2020

Labs to Learn

Un progetto per ridurre la dispersione scolastica e
contrastare la povertà educativa

EVENTO DI APERTURA DEL PROGETTO

In diretta social e Tv

Gentile collega,
rendiamo noto alla tua attenzione l’evento di apertura ufficiale del progetto “Labs to Learn” che si terrà martedì 10 novembre alle ore 16.00 presso Valdocco (To). L’evento verrà trasmesso in diretta social sulla Pagina Facebook @labstolearn e in diretta TV dal Gruppo RETE 7 su Piemonte + (canale 110 del Digitale Terrestre).

“Labs to learn”, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è stato avviato il 12 ottobre. Riteniamo importante coinvolgere le diverse comunità interessate per raccontare le azioni progettuali ed evidenziare il tratto distintivo dei dispositivi che abbiamo immaginato per favorire l’apprendimento e l’inclusione sociale.
Nel contempo, desideriamo offrire una breve occasione di confronto e di riflessione sulla situazione giovanile, tra scuola, povertà educativa ed opportunità di crescita.
(Alessandro Brescia – Responsabile progetto)


Per gli operatori della comunicazione l’appuntamento non richiede l’accreditamento in quanto accessibile pubblicamente tramite la diretta streaming. Per coloro che desiderano ricevere materiali aggiuntivi o richiedere interviste ai Responsabili del progetto, scrivere a comunicazione@labstolearn.it.

Di seguito le informazioni principali dell’evento.



PROGRAMMA

La conferenza prevede relatori in presenza e in collegamento online.
Ore 16.00 – Let’s go!
– Saluti e presentazione del progetto
– Labs to learn e le differenti azioni
– Le dinamiche educative
Ore 17.00 – Conclusione

Interventi:

  • Marco Rossi-Doria: Vicepresidente impresa sociale “Con i Bambini”;
  • Francesco Profumo: Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo;
  • Fabrizio Manca: Responsabile Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte;
  • Don Leonardo Mancini: Ispettore Salesiani Piemonte e Valle d’Aosta;
  • Don Stefano Mondin: Presidente AGS per il Territorio;
  • Alessandro Brescia: Responsabile di progetto;
  • Valentina Bellis: Responsabile Azioni e Territori;
  • Johnny Dotti: Imprenditore sociale;
  • Rosita Deluigi: Docente universitaria presso UNIMC – Università di Macerata.


“Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org”.

Adorazione permanente nella Cappella Pinardi di Valdocco

Il 24 ottobre scorso, commemorazione di Maria Ausiliatrice, è iniziata ufficialmente l’adorazione permanente del Santissimo Sacramento presso la Cappella Pinardi di Valdocco.

Dalle 8:30 alle 20:30 la Cappella Pinardi resterà aperta per coloro che cercano a Valdocco un luogo di preghiera silenzioso alla presenza del Signore.

(Fonte: Info ANS)

Ritiro trimestrale ispettoriale per i confratelli

Per sabato 21 novembre 2020 è previsto il ritiro trimestrale ispettoriale presso Valdocco. Di seguito tutte le informazioni utili.

Sig. Paolo Vaschetto SDB: “Don Paolo Albera e il contributo dei Salesiani della sua generazione per lo sviluppo e il consolidamento del Carisma salesiano”.

PROGRAMMA

  • ore 9.15 sala Sangalli, intervento del Sig. Paolo Vaschetto SDB
  • 11.30 Eucaristia in Basilica
  • 12.30 Pranzo
  • 14.00 in San Francesco di Sales don Cristian Besso presenta le chiavi di lettura del Museo “Casa don Bosco”.
    Divisione in gruppi e visita con gli accompagnatori al museo
  • 16.00 termine della visita e rientro nelle case.

Iscrizione entro il 10 novembre a segretario@salesianipiemonte.it

NB

I sacerdoti sono pregati di portare camice e stola bianca.
Tutti i confratelli sono pregati di portare la mascherina e di compilare la scheda di autocertificazione.

Importante segnalare:

  • quanti confratelli della comunità partecipano?
  • quanti si fermano a pranzo?
  • quanti partecipano alla visita?

Il primo incontro di “E se la fede avesse ragione” 2020/2021: LA SUPERBIA

Nella serata di ieri, giovedì 15 ottobre, è ripreso il cammino “E se la fede avesse ragione?” per l’anno 2020-2021, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice: sei incontri rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana. In particolare, in questa nuova edizione, gli incontri sono incentrati sul tema “I Vizi Capitali: la bellezza della virtù e la bruttezza del peccato”. Per il primo incontro, la parola è andata a don Andrea Bozzolo, docente salesiano di Teologia Dogmatica.

Anche per i prossimi incontri, l’appuntamento sarà sempre presso la Basilica dalle ore 21.00 alle 22.30.

Prossimo appuntamento: giovedì 12 novembre 2020 sul tema dell’Accidia, condotto da don Luca Ramello.

Museo Casa Don Bosco: le giornate d’inaugurazione

Dal 2 al 4 ottobre scorso, presso il cuore salesiano di Valdocco, si è tenuta l’inaugurazione del Museo Casa Don Bosco.

Qui è nata l’opera salesiana. Qui è nato il carisma salesiano.
Qui don Bosco e sua mamma Margherita
hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani.
Qui siamo nati noi, salesiani di Don Bosco.
Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono
che è Don Bosco per i giovani
e per la Famiglia Salesiana di tutto il mondo.

(Don Ángel Fernández Artime – Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco)

Tre giorni di appuntamenti che si sono sviluppati dapprima con la conferenza stampa di venerdì 2 ottobre per gli operatori della comunicazione e gli addetti ai lavori; sabato 3 ottobre con la presentazione del Museo e il taglio del nastro per le autorità civili e religiose della città; domenica 4 ottobre, infine, con l’apertura ufficiale al pubblico del Museo.

Tra gli ospiti d’onore che hanno preso parte all’inaugurazione, oltre al Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, 15 ambasciatori e ambasciatrici presso la Santa Sede, dove lavorano i Salesiani nel mondo, Vittorio Sgarbi (critico d’arte, saggista, politico, personaggio televisivo e opinionista italiano), Anna Laura Orrico (Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) e Chiara Appendino (Sindaco di Torino).

Tra gli interventi che hanno caratterizzato l’evento, Sergio Sabbadini, Responsabile progetto architettonico Museo Casa don Bosco, Massimo Chiappetta, Responsabile progetto museografico Museo Casa don Bosco, Don Cristian Besso, Responsabile progetto museologico Museo Casa don Bosco e Stefania De Vita, Direttrice del Museo.

Il Museo Casa Don Bosco racconta la vita di un uomo che è intervenuto socialmente e urbanisticamente nel tessuto cittadino di Torino, e ne ha cambiato il volto e la storia. Attraverso i laboratori, il lavoro e il primo contratto di apprendistato, ha trasformato lo sfruttamento minorile in un impiego con diritti e regolamenti.

(Stefania De Vita – Direttrice Museo Casa Don Bosco)

Valdocco, il nuovo Museo Casa don Bosco

INAUGURAZIONE – NEI LUOGHI DELLE ORIGINI DEL SANTO, UN RINNOVATO ALLESTIMENTO MUSEALE

Non poteva non diventare un Museo la casa di don Bosco. Lo era già nella sua dimensione di santità e bontà che ancora oggi e per il futuro anima la famiglia salesiana presente in tutto il mondo. Ma ora, dopo alcuni anni di progettazione e restauro nel cuore della prima missione salesiana…

Aperto il Museo Casa Don Bosco: “Una perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco”

(Torino, 6 ottobre 2020) – Il Capitolo Generale 27° chiese al Superiore Generale della Congregazione Salesiana, il Rettor Maggiore, e al suo Consiglio, di prendere in mano i Luoghi Salesiani e farne qualcosa di speciale per il mondo salesiano. Quella consegna ha dato origine ad una realtà nuova: il Museo Casa Don Bosco, inaugurato solennemente a Torino-Valdocco, con tre giorni di eventi, nello scorso fine-settimana…

> Corriere della Sera Torino  > La Stampa  > Torino oggi  >Acistampa

La Direttrice del Museo Casa Don Bosco: “Sarà una casa dove trovare fede, spiritualità, arte, cultura”

Dal 2 al 4 ottobre, a Valdocco, ci sarà l’inaugurazione del Museo “Casa Don Bosco”: pubblichiamo l’intervista di ANS alla direttrice del museo, Stefania De Vita.

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(ANS – Torino) – Stefania De Vita è la direttrice del Museo “Casa Don Bosco” di Valdocco, a Torino, che sarà inaugurato il 4 ottobre prossimo. La incontriamo a pochi giorni dal ciclo di eventi che segneranno questa importante apertura. Tra le chiamate telefoniche che le arrivano da ogni angolo d’Italia e gli annunci di presenze istituzionali che le porta il responsabile dell’accoglienza di Valdocco, si configura un appuntamento di assoluto riguardo, che segna una tappa di rilievo storico per la Congregazione Salesiana.

Lei stessa si è resa conto, strada facendo, della grande ricaduta sui salesiani di tutto il mondo e sul territorio torinese di questa nuova “opera” costituita da cimeli preziosi ed emozionanti. Ora spetta a tutta la Famiglia Salesiana vivere il momento del taglio del nastro che il Rettor Maggiore verrà a compiere non solo come massimo responsabile dei Figli di Don Bosco ma come co-protagonista dell’invenzione e della realizzazione del Museo.

La direttrice ci racconta infatti come sia maturata l’idea e quali siano stati i passi avvenuti negli ultimi tre anni. “Per me la vicenda è nata dalla richiesta di collaborazione volontaria alla risistemazione del Museo mariano, progressivamente arricchitosi di elementi, negli spazi sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice”. La richiesta proveniva dall’allora Rettore, don Cristian Besso, in accordo con il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime: la necessità di elencare e di catalogare le migliaia di oggetti presenti. “Migliaia e migliaia di pezzi, dalle icone a un affresco del ‘300, dai testi scritti perfino alle caramelle avvolte in una immaginetta, collocati con affetto, ma senza un criterio museale” ci spiega. Raccolto e restaurato ciò che emergeva anche da angoli meno frequentati, il lavoro diretto da De Vita e in gran parte realizzato da lei stessa è consistito nell’identificare, fotografare, imballare ogni oggetto secondo i canoni specifici, collocandolo poi in un magazzino-archivio in attesa di definirne la destinazione.

Il passaggio dal Museo mariano alle Camerette di Don Bosco, distanti poche decine di metri, è stato breve dal punto di vista fisico, ma il salto qualitativo è stato elevato. “Ho provato un coinvolgimento emotivo fortissimo – confida De Vita – quando mi è toccato rimanere da sola a tu per tu con gli oggetti, aprire le vetrine e di prendere con le mie mani ciò è era passato per le mani di Don Bosco”. Cita ad esempio il portamonete, testimone di un movimento continuo di entrata e di uscita del denaro proveniente dai benefattori e destinato ad assicurare vitto e alloggio ai ragazzi dell’oratorio e a mettere mattone su mattone le strutture di Valdocco, la basilica su tutto. “Un coinvolgimento forte” sottolinea con le parole e con l’espressione del volto.

Assidue le riunioni per mettere insieme i punti fermi con Don Á.F. Artime e la speciale commissione da lui istituita. Intanto Stefania De Vita ha mantenuto il suo impegno di insegnante fuori Torino (nelle cittadine di Cuorgné e di Chieri) e più ancora di neo-sposa e di madre: ad agosto del 2019 è nato Alberto, che fino a un mese prima aveva a suo modo condiviso gli sforzi anche fisici di organizzare i materiali e gli spazi.

“Al primo incontro con il Rettor Maggiore mi sono resa conto della portata dell’incarico” ricorda ancora adesso con emozione. Con lei all’inizio c’è stata Maria Teresa Cascione, dell’Archivio Centrale Salesiano, poi si è trovata unica donna a ragionare e a decidere con questo gruppo scelto della Congregazione: “Sempre alla pari, in una relazione che posso definire orizzontale”. Mai percepita una qualsiasi forma di subalternità, né come donna né come laica. Con tutto ciò, dove ha trovato il coraggio necessario per assumere quella responsabilità? “Ho pensato alla figura di Mamma Margherita, anche lei in mezzo a tanti uomini, e fra questi molti sacerdoti, eppure attiva e autorevole senza sensi di inferiorità, al di là di essere la madre di Giovanni Bosco”.

Lavorare immersa in un progetto destinato ad attrarre l’attenzione da tutto il mondo, l’ha fatta sentire responsabilizzata al massimo. “Valdocco è una casa gigante, ma nulla passa inosservato. Sono stata fermata molte volte dai confratelli che domandavano come procedevano i lavori, molti volevano conoscermi. Ispirandomi appunto alla mamma di Don Bosco sono andata avanti senza farmi spaventare dall’impresa, sentendomi autorizzata da lei a proseguire, nel suo spirito, ad accompagnare l’attività dei salesiani”.

A un certo punto ha avuto la sensazione di essere stata chiamata a questo compito “da Qualcuno più in alto”, e così interpreta il suo ruolo. Lei che non ha fatto il percorso “dentro” al mondo salesiano, ma l’ha incontrato a 30 anni a Roma grazie all’attività svolte presso l’opera del “Sacro Cuore” a via Marsala. “Un’ora di lezione alla settimana a ragazze e ragazzi immigrati, per entrare in relazione empatica con la Bellezza” racconta, “nozioni di storia dell’arte per educarsi al senso del bello, motore di umanità”. A fianco dello studio della lingua italiana, dell’informatica e del codice della strada per prendere la patente di guida. “La bellezza è un diritto di tutti”, afferma. Laureata alla Sapienza di Roma in Storia dell’arte e poi alla Benincasa di Napoli in Museologia, le hanno indicato don Giovanni D’Andrea, SDB, per mettere alla prova le sue conoscenze e la capacità di divulgarle in un tirocinio che possiamo considerare certamente inconsueto. Ma è stato questo ad aprirle le porte sulla vasta realtà salesiana: con due catechiste ha animato un gruppo di adolescenti coinvolto in un percorso di educazione alla relazione, e da qui l’attenzione educativa è emersa fino a portarla ad accettare un servizio volontario in una casa-famiglia, programma di quattro mesi in Sicilia per un laboratorio sui suoi temi. Era il 2015, l’anno del Bicentenario di Don Bosco.

Con il suo titolo di guida turistica venne chiamata ad accompagnare i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano in visita ai luoghi d’arte della regione dopo il pellegrinaggio ai luoghi di Don Bosco… Uno di quei gruppi era dei Torinesi, fra i quali un giovanotto che sarebbe diventato suo marito. A distanza di un anno, la venuta a Torino. L’incrocio di Stefania De Vita con Valdocco ha una regia tessuta fra il progetto coniugale e la disponibilità al servizio con i salesiani.

“Ho avuto l’incontro con la figura del santo dei giovani da adulta e l’ho percepita come esempio per trasmettere amore ai più piccoli. E mi son detta: ‘Guarda Don Bosco come si prende cura dei ragazzi. Fallo anche tu!’ Ed eccomi qui. Il Museo sarà una casa nella quale accoglieremo i giovani a partire dalle attività, dai laboratori: troveranno insieme qui fede, spiritualità, arte, cultura”.

Antonio R. Labanca