Una settimana in spiaggia per i piccoli che non hanno mai visto il mare.

Si pubblica l’articolo realizzato dalla redazione torinese de “La Stampa”, a cura di Lucia Caretti, circa l’iniziativa «Bambini mai in vacanza», un progetto interamente sostenuto dalla fondazione «Specchio dei tempi» e realizzato insieme ai salesiani, che accoglieranno 50 ragazzi dagli 8 ai 13 anni nella loro casa di Vallecrosia, in provincia di Imperia.

Sul bus dei bambini che vedono il mare per la prima volta

La Fondazione Specchio dei Tempi ha organizzato con i Salesiani una vacanza per cinquanta bimbi: “Al rientro a scuola anche loro avranno qualcosa da raccontare”

Milena ha cominciato a preparare la valigia giovedì scorso. Non vedeva l’ora di partire e ieri ha salutato mamma Anita sapendo che le mancherà: «Ciao, ti lascio per sette giorni». Primo viaggio senza genitori, un po’ di nostalgia, divertirsi e diventare grandi. «Bellissimo – si commuove Anita – i bambini imparano a essere responsabili e a stare insieme». Milena arriva dal Perù, Mohamed e Youssef dall’Egitto, Noemi è figlia di una signora italiana che dice solo quattro parole e il resto con gli occhi: «Siamo in difficoltà. Grazie».

Piazza Maria Ausiliatrice. Comincia davanti alla basilica di Don Bosco l’avventura di «Bambini mai in vacanza», un progetto interamente sostenuto dalla fondazione «Specchio dei tempi» e realizzato insieme ai salesiani, che accoglieranno 50 ragazzi dagli 8 ai 13 anni nella loro casa di Vallecrosia, in provincia di Imperia. Giochi, nuotate, pulizie a turno, tappe a Ventimiglia e al parco acquatico delle Caravelle. Una settimana in spiaggia per i piccoli che non hanno mai visto il mare. O non se lo ricordano più.

Le storie

«Mio figlio Eugin ci è andato nelle Filippine – spiega Margie – ma ormai non ci torniamo da otto anni e lui ne aveva soltanto due. In Italia siamo stati una volta a Varigotti in giornata. Io lavoro come due persone, sono sola qui con due figli. Questa sarà la sua prima vacanza e sono contentissima. A settembre la maestra chiede sempre ai bambini dove sono andati d’estate». Eugin stavolta avrà qualcosa da raccontare. Ieri è salito sul primo bus di «Specchio» (il secondo gruppo sarà a Vallecrosia dal 2 luglio) e c’era pure Dabi, stessa età e stessa storia. Una mamma sola scappata dall’Etiopia, una maestra che scopre l’iniziativa e dalla scuola Pertini segnala il bimbo alla fondazione.

Anche Octavian e Daniel vanno nella stessa scuola, le madri sono amiche. La signora scherza: «A chi urlerò questa settimana?». L’altra madre, origini africane, si concentrerà sui fratellini. In rappresentanza dei papà parla Ahmed, che porta suo figli a giocare nel centro di «Specchio» al Moi e spera che questa settimana in mezzo ad amici da tutto il mondo «gli apra la testa». «Per i bambini le origini non cambiano nulla – dice Paola – e neanche la crisi guarda in faccia nessuno. Siamo la classica famiglia italiana travolta: la nostra vita è cambiata da un giorno all’altro. Io sono rimasta a casa perché al mercato del lavoro non piacciono le mamme. Mio marito è un metalmeccanico e nel 2014 gli hanno detto che non serviva più. Ha appena trovato un contratto a tempo determinato. Speriamo che sia un’estate per ripartire».