1918 – 21 marzo – 2018: centenario della nascita del beato Alberto Marvelli, Exallievo dell’oratorio
Il 21 marzo 1918 nasceva a Ferrara Alberto Marvelli. Sono passati 100 anni da quel lontano giorno e tanti nel mondo conoscono la sua vita, il suo impegno educativo, caritativo, sociale e politico.
di don Pierluigi Cameroni, SDB,
Postulatore Generale delle Cause
dei Santi della Famiglia Salesiana
Alunno dell’oratorio salesiano di Rimini, sull’esempio di Domenico Savio, matura la propria fede con una scelta decisiva: “Il mio programma si compendia in una parola: santo”. In soli 28 anni ha realizzato una vita a “misura piena”: spesa tutta nell’amore a Dio e al prossimo.
Quando il 5 ottobre 1946 la sua vita fu tragicamente interrotta, tanti credettero di averlo perso per sempre e che il suo impegno, il suo sostegno e il suo esempio sarebbero andati perduti. Non fu così: i santi hanno una vita “postuma”. Oggi Alberto è vivo ed operante più che mai: il bene che ha operato sulla terra si è dilatato nel tempo e nello spazio. La sua santità esemplare è divenuta modello per i laici impegnati nel mondo, alla ricerca di identità cristiana e di coerenza con la fede. Ha aperto una strada nuova, percorribile per tutti. La diffusione della sua testimonianza nel mondo, i molti giovani che l’hanno preso come modello, sono il segno sicuro della sua persona viva ed operante in mezzo a noi.
Celebrare il suo centenario, in questo anno speciale che la Chiesa dedica ai giovani con il Sinodo, significa non commemorare, ma riconoscere questa presenza, come indicò san Giovanni Paolo II il giorno della sua beatificazione il 5 settembre 2004: “A voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell’intraprendere opere utili all’evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare – in stretta comunione con i Pastori – che il Vangelo è attuale, e che la fede non sottrae il credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa”.