Michele Rua: Comunità educanti, inizia la “fase due” – Vita

La rivista “Vita” ha dedicato un articolo, a cura di Sara De Carli, alla realtà educativa della Casa Salesiana Michele Rua di Barriera di Milano, a Torino, che con il progettoBarriera oggi” mette al centro il prendersi cura di chi cura. Di seguito un estratto dell’articolo.

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Comunità educanti, inizia la “fase due”

Dal lavoro di rete al lavoro di comunità: è questo il passaggio da fare oggi nelle comunità educanti secondo don Stefano Mondin, salesiano che opera nel quartiere più multietnico di Torino. “Barriera oggi” è uno dei 152 progetti selezionati da Con i Bambini con un bando da 14,5 milioni di euro che mette al centro il prendersi cura di chi cura, perché l’impatto lo fanno i progetti ma anche i soggetti. Marco Rossi-Doria, il presidente: «Ma l’infrastrutturazione sociale non nasce per autopoiesi»

Barriera di Milano, a Torino, è un quartiere in cui bambini e adolescenti trovano gli stessi input sia per una vita sana sia per una vita borderline. Il bivio è lì, davanti a tutti e tutti devono scegliere che strada imboccare. Don Stefano Mondin è presidente del Comitato Salesiani per il Sociale del Piemonte nonché direttore della Casa Salesiana Michele Rua che a Barriera opera da cento anni. Da qui passano 2mila ragazzi ogni anno, dalle scuole all’oratorio, dai maker lab di falegnameria, sartoria e robotica aperti al territorio fino ai percorsi di formazione professionale “non convenzionale” che stanno immaginando per chi dentro la scuola – quale che sia – non riesce a stare.

L’innovazione sta nel passare dal lavoro in rete al lavoro in comunità. C’è un’enorme differenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell’iperspecializzazione degli ambiti, del “passarsi” le persone che si seguono senza far percepire alle persone che c’è una progettualità unica. Vuol dire superare l’idea che una persona ci interessa finché c’è un progetto, ma quando termina il progetto basta. Noi non offriamo servizi, costruiamo progetti con le persone. Va in questa direzione per esempio l’idea di mettere a disposizione uno spazio per i giovani facendo insieme a loro la fatica di capire cosa fare di questo luogo.

don Stefano Mondin

CFP Serravalle: “Il bus dei Salesiani passa tutto l’anno” – NoviOnline

NoviOnline ha pubblicato un articolo riguardo il progetto del CFP di Serravalle: “Il bus dei Salesiani passa tutto l’anno”.

 

Dall’articolo su NoviOnline:

Anche se il portale del MIUR ha chiuso le preiscrizioni per la scelta della scuola dopo la terza media, al CNOS-FAP di Serravalle il “Bus dei salesiani passa tutto l’anno”. Il nostro CFP continua con gli appuntamenti per poterlo visitare e accoglie sempre le preiscrizioni.

“Il nostro è un centro di formazione piccolo, una sola sezione, ma nel tempo questa è stata la qualità che ha premiato la formazione degli studenti. Da noi i ragazzi sono persone che vengono valorizzati per le loro caratteristiche e potenzialità” – dice Roberto Mandirola, direttore del centro:

Grazie al “metodo preventivo” di Don Bosco riusciamo a costruire un percorso che prende per mano ogni allievo facendolo crescere e permettendogli di sviluppare le sue competenze professionali”.

Michela del primo anno aggiunge: “Mi sono iscritta a questo CFP al percorso di studi di OPERATORE AI SERVIZI DI VENDITA dopo un anno trascorso in una scuola statale, qui ho ritrovato la motivazione. Le materie professionalizzanti finalizzano e concretizzano la professione futura, i laboratori ci aiutano ad acquisire consapevolezza di ciò che facciamo. Si studia e ci si mette alla prova!”

“Studiare non è uno spasso è fatica, però quando sei aiutato e compreso per raggiungere gli obiettivi tutto è più semplice”.

La campagna il BUS DEI SALESIANI PASSA TUTTO L’ANNO continuerà nei mesi avvenire perché sappiamo che non è facile scegliere ed avere le idee chiare, quindi se siete curiosi di venire a conoscere la realtà, le porte sono aperte. Sarà possibile visitare i laboratori e parlare con i formatori che illustreranno i programmi, i metodi didattici legati alla pedagogia salesiana utilizzati e anche le possibilità post-percorso sia di studio che di impiego. Ricordate: BUS DEI SALESIANI PASSA TUTTO L’ANNO.

Don Bosco torna nel carcere dei ragazzi – La Voce e il Tempo

Il giornale “La Voce e il Tempo” ha dedicato una notizia, a cura di Marina Lomunno, sulla storica visita del Rettor Maggiore ai ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile (Ipm) di corso Unione Sovietica a Torino, lo scorso mercoledì 1 febbraio. Di seguito l’articolo.

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«Quando torni?». Ha gli occhi lucidi uno dei 34 ragazzi detenuti al «Ferrante Aporti» mentre saluta il Rettor Maggiore dei salesiani don Ángel Fernàndez Ártime, decimo successore di don Bosco, che nella mattinata di mercoledì 1 febbraio ha voluto concludere le celebrazioni del Santo dei giovani all’Istituto penitenziario minorile (Ipm) di corso Unione Sovietica. E non c’è luogo più significativo del «Ferrante» per capire il carisma di don Bosco che diceva: «mi basta che siate giovani perché io vi ami assai», come ha ricordato don Ángel salutando uno per uno i ragazzi e informandosi sulla loro storia e provenienza: «io sono rumeno», «io egiziano» «io di Tangeri»…

«Sono stato nei vostri bellissimi paesi a visitare le nostre comunità e i nostri giovani. Conosco qualche parola delle vostre lingue: io sono spagnolo, sono nato in Galizia, figlio di un pescatore… ho studiato teologia e filosofia ma so molto di più della pesca che mi ha insegnato mio papà».

Così si è presentato il Rettor Maggiore ai ragazzi radunati nel salone della ricreazione, dopo un «bans» e una scenetta su don Bosco guidato dai novizi salesiani di Colle don Bosco che ogni venerdì, accompagnati dal loro maestro, don Enrico Ponte, animano «il cortile dietro le sbarre», l’oratorio del Ferrante.

«È per questo che ho scelto di diventare salesiano, 43 anni fa» ha continuato don Ángel «volevo fare il medico, ma poi ho capito che don Bosco mi chiamava a curare le anime dei più giovani, perché non ci sono buoni e cattivi ragazzi e ragazze, ma giovani che hanno avuto di meno e, come diceva il nostro santo ‘in ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è di cercare questo punto, questa corda sensibile del cuore e di trarne profitto’. Ecco perché noi salesiani amiamo i giovani. Tutti possiamo sbagliare, ma se credete in voi stessi, vi fidate dei vostri educatori uscirete di qui migliori. Il mio sogno è di incontrarvi tutti a Valdocco con i giovani che ho salutato ieri nella festa del nostro Santo».

La visita di don Ángel è storica perché mai dopo don Bosco è entrato al «Ferrante» un suo successore: l’incontro con i ragazzi detenuti prima alle Carceri Senatorie di Torino nel 1841, poi alla «Generala» nel 1855 (così si chiamava l’Ipm, allora riformatorio per minorenni) fu la scintilla che spinse il santo torinese ad escogitare soluzioni «preventive» allo sbando in cui versavano migliaia di adolescenti delle periferie torinesi.

Fu durante le ripetute visite alla «Generala», invitato dal suo padre spirituale don Giuseppe Cafasso, che nacque appunto il «sistema preventivo», pilastro dell’impianto educativo che farà di don Bosco il «santo degli oratori».

Don Bosco intuì che se ci fosse una famiglia solida, una comunità accogliente e una scuola con adulti significativi non ci sarebbero le carceri. Ed è da quei pomeriggi trascorsi con i «giovanetti discoli e pericolanti» che il santo inventa l’oratorio. Addirittura, come ha ricordato il Rettor Maggiore, don Bosco chiese il permesso di portare con sé i ragazzi per una gita fuori porta: «il direttore della Generala acconsentì, ma se solo un giovane non fosse rientrato, in carcere ci sarebbe finito don Bosco. Ma tutti tornarono in cella».

Parole che colpiscono i ragazzi che ascoltano don Ángel senza fiatare, cosa non usuale qui, commentano alla fine dell’incontro gli educatori e gli agenti.

La presenza del carisma di don Bosco al «Ferrante» non è mai venuta meno: una targa nell’ala più antica dell’Istituto ricorda le sue visite alla «Generala» ed è tradizione che i cappellani siano salesiani. Tra i cappellani «storici» l’amato don Domenico Ricca, andato in pensione lo scorso anno dopo oltre 40 anni di servizio, che qui ha riaperto la cappella a cui alcuni dove alcuni benefattori hanno donato le statue di don Bosco e di Maria Ausiliatrice. Ha preso il suo testimone il confratello don Silvano Oni, che ha organizzato la visita del Rettor Maggiore con la collaborazione della vicedirettrice Gabriella Picco, dei formatori, degli insegnanti e degli educatori.

«In questi giorni spediremo una lettera a Papa Francesco» annuncia don Silvano «con le foto del presepe che a Natale abbiamo allestito con i ragazzi, la maggior parte non cristiani: per questo è una natività in cui i personaggi non hanno volto. Verso la capanna si avvicina in mare un barcone con tanti giovani migranti come alcuni dei nostri ragazzi che hanno lasciato la loro terra e qui sono soli e preda dell’illegalità. Il loro salvagente per ora siamo noi. E la richiesta al Rettor maggiore di tornare tra loro è il segno che don Bosco parla ancora al cuore dei  ragazzi più fragili di oggi».

-Marina Lomunno

San Giovanni Bosco, l’allegria della santità – Documentario TELE DEHON

TELE DEHON, “la tivù del cuore”, ha dedicato un documentario alla figura di don Bosco dal titolo “San Giovanni Bosco, l’allegria della santità“, girato fra le mura di Valdocco e del Museo Casa Don Bosco.

Emittente della Provincia Italiana Meridionale dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, meglio conosciuti con il nome di Padri Dehoniani, TELE DEHON è visibile in Puglia e Basilicata (canale 19 del d.t.), Calabria (canale 86 del d.t.) e Campania (canale 186 del d.t.) oppure in streaming al sito www.teledehon.it.

Un viaggio alla scoperta dei luoghi “benedetti da Dio“, perchè vissuti da un uomo divenuto parroco e poi Santo che ha dedicato la sua vita ai giovani: guarda il documentario sul sito di TELE DEHON.

Crocetta: cento anni nel nome di Don Bosco – TGR Piemonte

Il TGR Piemonte ha dedicato un servizio al centenario della Casa di Crocetta. Di seguito la notizia a cura del sito Salesiani Crocetta.
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In occasione del centenario dell’Istituto, il TGR Piemonte ha dedicato un servizio al Don Bosco con interviste al Direttore don Marek Chrzan, al Docente Emerito don Paolo Ripa di Meana, e ai salesiani Anthony Pamei (India) e Volodymyr Basarab (Ucraina).
Leggi la notizia e guarda il servizio e gli estratti delle interviste sul sito di Rai News:

Agnelli: importante riconoscimento per il Liceo – Torino Oggi

Segnaliamo l’articolo del sito Torino Oggi che riporta la notizia dell’importante riconoscimento vinto dal Liceo Scientifico E. Agnelli di Torino nell’ambito del progetto di PCTOHortus Sanitatis”: gli ex allievi della 5LA dell’anno scorso, sono stati premiati presso la Camera di Commercio di Torino per il miglior progetto a livello regionale realizzato all’interno del percorso PCTO (ex alternanza scuola-lavoro). Il progetto era in collaborazione con il Museo Leone di Vercelli.

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Il percorso PCTO (Competenze Trasversali e per l’Orientamento, nome con il quale dal 2018 sono stati denominati i percorsi di alternanza scuola–lavoro) dal titolo “Hortus Sanitatis”, nato dalla collaborazione tra il Museo Leone e il Liceo Scientifico Edoardo Agnelli di Torino, è stato premiato presso la Camera di Commercio di Torino come miglior progetto a livello regionale.

La sua originalità e la sua interdisciplinarità lo hanno portato alla vittoria della quinta edizione del concorso “Storie di alternanza”.

Un importante riconoscimento, quindi, sia per il Liceo torinese che per il museo vercellese anche al di fuori dei confini delle rispettive province.

I ragazzi della 5LA del Liceo Scientifico tradizionale diplomatisi lo scorso anno, tra ottobre 2020 e maggio 2021, in un percorso che aveva coinvolto gli insegnanti di latino e scienze Alessandro Antonioli e Matteo Negro, affiancati da Federica Bertoni e Riccardo Rossi del Museo Leone, avevano analizzato e studiato l’Hortus Sanitatis un bestiario medievale del 1538 ospitato nella ricca biblioteca antica del Museo Leone.

Erano state individuate, all’interno del prezioso volume, undici creature fantastiche, assegnate poi agli studenti che lavorando a coppie avevano trascritto il testo latino e lo avevano tradotto in italiano. A quel punto era stata eseguita un’analisi criptozoologica per capire quali animali della realtà avessero ispirato quelli della fantasia.

Tutto il lavoro era poi confluito nella realizzazione di pannelli esposti in una mostra dal titolo “Hortus Sanitatis. Draghi, basilischi e chimere: dai mostri della fantasia agli animali della realtà”, tenutasi al Museo Leone nel novembre 2021.

Innegabile la grande soddisfazione del Museo Leone per un successo che ha coinvolto tutto il suo staff, dalla biblioteca alla didattica. Anche il Presidente Gianni Mentigazzi e il Conservatore Luca Brusotto hanno sottolineato come il premio sia un ulteriore riconoscimento per un impegno, a fianco del mondo della scuola, che prosegue ormai da anni e fa del Museo Leone un punto di riferimento non solo per il territorio vercellese, come dimostrato dal risultato di questa importante collaborazione con il Liceo scientifico torinese.

Intervista a don Daniel Antunez, Presidente di Missioni Don Bosco – L’Osservatore Romano

Il quotidiano L’Osservatore Romano, ha intervistato don Daniel Antunez, Presidente di Missioni Don Bosco, sulla missione dei salesiani nella Repubblica Democratica del Congo.

 

Dall’articolo di Igor Traboni:

Condividere la vita con i poveri, giorno per giorno, nei villaggi dove spesso non c’è acqua né luce, lontano dalle grandi città: è questa la scelta precisa — all’interno della quale si innesta ovviamente l’educazione dei bambini e dei ragazzi — fatta dai circa 100 salesiani che vivono in una dozzina di comunità nella Repubblica Democratica del Congo.

«E ci aspettiamo di essere rinforzati nella mostra missione e nella nostra vocazione dalla visita di Papa Francesco. Rinforzati da un Papa che ha i piedi per terra e il cuore in cielo. Rinforzati dalla testimonianza di un uomo che porta il bene, che ha una sensibilità per i poveri che è evangelica, è il Vangelo!. Andare in Congo e incontrare quella povertà nuda, guardare ai tanti bisognosi, farà bene anche a noi. E inoltre farà conoscere al mondo quella situazione, che neppure io conoscevo prima del mio viaggio in Africa dell’estate scorsa che per me ha significato anche dire un grazie alla vita che mi ha donato tanto»

afferma subito, simpaticamente perentorio, don Daniel Antunez, 63 anni e presidente di Missioni Don Bosco dal settembre 2021, che il termine “rinforzati” lo usa ancora diverse volte, con quel tipico accento che è poi lo stesso di Papa Francesco: «Sì, anche io sono dell’Argentina, a dicembre sono stato anche in Vaticano per incontrare il Papa, sa che cosa portiamo avanti nel Congo».

Una presenza, quella dei salesiani nella Repubblica Democratica del Congo, che risale al 1911, quando i figli di don Bosco fondarono la prima missione, dedicandosi subito all’istruzione dei bambini, mentre oggi, racconta don Antunez «abbiamo una varietà di impegni missionari, dagli oratori alle parrocchie, dai gruppi sociali alla coltivazione degli orti. E sempre, ci tengo a sottolinearlo, nei villaggi dove vive la gente più povera. Per noi sono questi i destinatari delle missioni, sempre nello spirito di don Bosco. I miei confratelli potevano anche fare un’altra scelta, andare altrove, ma hanno scelto i più bisognosi, la povertà estrema. E io quando sono andato in Congo ho avuto modo di toccarla con mano quella povertà che non si riesce neppure a descrivere».

E se proviamo a chiedere un episodio particolare che lo ha colpito, don Daniel sceglie quello che per tanti congolesi è la vita-non vita di ogni giorno. E di ogni notte:

«Noi aspettiamo il giorno per le tante cose che abbiamo da fare, per organizzarci, per pensare a questo o a quell’altro. Loro invece non hanno sogni, non possono sognare. È come se non avessero una vita e non riescono neppure ad immaginare come potrà essere. Non riescono a pensare al domani, ad un domani, a sognare».

Ecco perché, rimarca il presidente di Missioni Don Bosco, è urgente dare una risposta a tante necessità, a cominciare da quelle dei bambini:

«Adesso per esempio stiamo costruendo un’altra scuola perché in tanti non hanno un’istruzione. Certo, dovranno fare molti chilometri a piedi per raggiungerla, ma almeno avranno una possibilità. Perché noi possiamo dar loro cibo, vestiti e medicine come in effetti facciamo, però noi siamo educatori, con la scelta precisa, come dicevo prima, di vivere in mezzo a loro».

Nel suo viaggio in Africa, accompagnato dalla fotoreporter Ester Negro, una delle realtà di estrema povertà toccata con mano da don Antunez è stata quella di Mbuji Mayi:

«Lì ci sono 4 milioni di persone povere e solo il 20 percento ha l’acqua e la luce. Ho visto gente camminare sempre al buio. E allora lì non serve stare a pensare a chissà che cosa: bisogna dar da mangiare a quei bambini, portare loro l’acqua».

In quella missione don Daniel ha incontrato don Mario Perez, venezuelano, nella Repubblica Democratica del Congo da oltre 40 anni per occuparsi di violazione dei diritti dei bambini, in particolare del fenomeno dei bambini stregoni. «Bambini di età compresa tra gli 8 ed i 14 anni — ha poi scritto don Antunez nel suo diario di viaggio in Congo messo online sul sito di Missioni Don Bosco — spesso orfani, disabili, albini che vengono accusati di stregoneria, spesso dai loro genitori, che individuano in loro la causa di ogni male, vengono additati come demoni, capaci di portare malattie, maledizioni, povertà. Bambini costretti a lasciare le proprie case e a vivere per strada. I missionari salesiani frequentano quotidianamente le strade per poter entrare in contatto con loro e cercare di convincerli ad accompagnarli nel centro di protezione e accoglienza dove possono garantire loro cure mediche e cibo in totale sicurezza. In un secondo momento, cercano di integrarli in un percorso di istruzione, che si aggiunge a giornate dedicate alla condivisione e al gioco con gli altri bambini accolti. Padre Mario Perez è il “papà” di tantissimi bambini e bambine accusati di stregoneria, un missionario che ogni giorno si spende per garantire vita e speranza ai più piccoli».

E poi ci sono le donne, le mamme:

«La loro situazione è disastrosa — riprende il racconto il religioso argentino — e le aiutiamo dando loro la possibilità di coltivare degli orti, così danno da mangiare ai figli e possono vendere qualcosa al mercato».

Per ragazze e madri in difficoltà i salesiani portano avanti anche dei programmi di formazione professionale e nei mesi scorsi ben 166 giovani si sono diplomate in taglio e cucito, parrucchiere, cucina. Ma la situazione generale resta a dir poco disastrosa, anche e soprattutto dal punto di vista sanitario: il covid, l’ebola che periodicamente torna a riaffacciarsi e quella malaria che in Congo fa ancora più morti delle altre malattie.

Un quadro rispetto al quale i salesiani non arretrano di un millimetro, anzi, intensificando ad esempio lo sforzo missionario nei territori dove esiste ancora lo sfruttamento dei minori nelle miniere, secondo quello spirito che sta contrassegnando anche l’anno pastorale in corso, assieme alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice e che ha come modello la vita e l’operato di sant’Artemide Zatti e quel suo prendere la bicicletta e andare verso i poveri e i bisognosi, come ha ricordato di recente don Guillermo Basañes, superiore dell’ispettoria africana

«I nostri missionari — riprende il concetto a lui caro don Daniel Antunez — sono convinti di quello che fanno e di come lo fanno. Certo, c’è anche una sensazione di impotenza e una grande preoccupazione per la sopravvivenza di tanti bambini, di tanti poveri. Però guardiamo al futuro. E il nostro futuro è rinforzato da tanti benefattori in tutto il mondo. Ma adesso lo sarà soprattutto dalla vista di Papa Francesco, un grane pontefice missionario, che cammina lungo lo stesso nostro binario».

Casale Monferrato: Valentino, tanti appuntamenti per la ricorrenza di Don Bosco – Il Monferrato

Il 27 gennaio 2023, il giornale Il Monferrato ha pubblicato un articolo riguardo i vari appuntamenti i vista della festa di San Giovanni Bosco a Casale Monferrato.

 

Scrive così:

Il mese di gennaio, alla parrocchia del Valentino, è dedicato a Don Bosco, il “santo dei giovani” e fondatore dei salesiani.

«Dedicò l’intera sua vita alla salvezza della gioventù nella Torino dell’800 – spiegano dalla parrocchia – Da allora il “sogno” del santo e della congregazione da lui fondata si è concretizzato in opere educative presenti in più di 100 Paesi nel mondo. La comunit à del Valentino vive e custodisce la missione che gli è stata affidata, attraverso la parrocchia, l’oratorio, le comunità educative residenziali, il centro diurno e tanti progetti che hann o come Domenica 29 gennaio Oltre alle celebrazioni liturgiche, giochi per bambini e ragazzi e pranzo dei collaboratori destinatari privilegiati bambini, ragazzi e giovani».

Tra le iniziative organizzate nei giorni scorsi anche un incontro di formazione, domenica, sul tema “Comunità che annuncia speranza” con don Luca Barone, attuale direttore dell’Opera torinese di Rebaudengo ed ex diacono proprio al Valentino.

Martedì, poi, la festa di san Francesco di Sales con la messa e i vespri comunitari. Oggi, venerdì, alle 21, un incontro di preghiera in chiesa con la testimonianza vocazionale di un giovane salesiano. Domani, sabato, alle 19,30, evento per i ragazzi in oratorio con “DonBosco Pub”. I festeggiamenti proseguiranno domenica con le messe delle 8, 10,30 (celebrazione che unifica le funzioni delle 10 e delle 11,15) e 18: la messa delle 10,30 sarà presieduta dal vescovo Sacchi e ospiterà il rinnovo della promessa dei salesiani cooperatori. Al termine giochi per bambini e ragazzi e pranzo riservato ai collaboratori e volontari. Dopo le celebrazioni sarà distribuito il pane di don Bosco.

Martedì 31 gennaio, messe alle 7,30 e alle 18. Messa per gli edili. Martedì 31 gennaio, nella chiesa dell’Addolorata, si celebrerà la festa di san Giulio d’Orta, patrono degli edili e degli artigiani, con una messa alle ore 10 presieduta da don Silvano Lo Presti.

Come da tradizione – spiegano dalla parrocchia – sono invitati i muratori, gli artigiani e tutti coloro che contribuiscono alla costruzione delle case per invocare l’intercessione del santo per il lavoro e la sicurezza nell’attività quotidiana.

Sospesa le messa delle 18. Nel ricordo di Garrone nel dodicesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Garrone, il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita di Casale invitano a partecipare alle messe di suffragio: venerdì 3 febbraio, nella chiesa dell’Addolorata, alle ore 18; domenica 5 febbraio nella chiesa di Frassineto Po, alle ore 11. M.R.

Quando gli studenti salgono in cattedra. Il progetto Find My Tutor dell’Istituto Agnelli – TGR Piemonte

Il TGR Piemonte di Rai 3 ha dedicato un servizio e una notizia al progetto Find My Tutor dell’Istituto Agnelli di Torino. Di seguito la notizia e il link al servizio.

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Nella scuola Edoardo Agnelli di Torino è stata realizzata una piattaforma online che permette agli studenti di dare e ricevere ripetizioni dagli stessi compagni di istituto. E il sito è stato ideato e gestito dagli stessi studenti.

Sofia e Stéphanie sono due studentesse-tutor dell’istituto salesiano Edoardo Agnelli di Torino. Sofia ha dato disponibilità a fornire ripetizioni di italiano, latino, fisica e matematica. Stéphanie per matematica, filosofia e inglese: e nell’ultima settimana ha ricevuto due richieste sulle disequazioni lineari arrivate da una classe del secondo anno. Sono due dei 16 tutor dell’Agnelli: offrono, gratuitamente, ripetizioni a studenti dei primi anni della loro stessa scuola, di pomeriggio.

L’incontro fra domanda e offerta è organizzato attraverso il sito Find My Tutor, progettato un anno e mezzo fa da due diverse classi e che coinvolge il liceo scientifico e l’istituto tecnico dell’Agnelli, istituto salesiano che ha al suo interno anche una scuola media e un centro di formazione professionale.

Il progetto è sostenuto dalla scuola, ma tutto è gestito dagli studenti, compresa la piattaforma informatica: l’idea, spiegano i promotori, è fare in modo che gli studenti si aiutino tra loro senza coinvolgere i professori. Le lezioni durano da un’ora a un’ora e mezzo. E possono essere individuale o di gruppo. L’impegno dei tutor è riconosciuto come credito per i percorsi di alternanza scuola-lavoro.

All’Agnelli resiste la Sala della Comunità – La Voce e il Tempo

Si riporta l’articolo dedicato al Cinema-Teatro Agnelli di Torino, a cura di Marta Gentile, e un resoconto degli appuntamenti in programma per la Festa di Don Bosco, apparsi su La Voce e il Tempo.

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Ritorniamo a parlare dei cinema di quartiere con il racconto della realtà del Cinema-Teatro Agnelli, a Mirafiori Sud (via Sarpi 111). Si tratta di una Sala della Comunità in cui si uniscono la proiezione di film di seconda visione e l’organizzazione di spettacoli ed iniziative culturali.

Il teatro nasce negli anni Quaranta insieme all’opera salesiana e da sempre costituisce un punto di riferimento per il territorio ed i suoi abitanti. Abbiamo chiesto al responsabile della gestione del cinema, Michele Dettoni, quali sono le principali sfide che l’opera si trova a dover affrontare in un periodo ancora così delicato per le sale cinematografiche.

«Nell’ambito della crisi generale che stiamo vivendo, la ripresa delle seconde visioni è stata faticosa e l’attenzione posta alle spese e ai costi è molto alta», spiega Dettoni, «capita a volte di dover tenere chiuso per mancanza di titoli».

Nonostante le criticità, la sala rimane un presidio culturale in un quartiere urbano in cui sono sempre più̀ carenti i servizi.

«Il nostro pubblico abituale è costituito perlopiù da persone anziane, mentre i giovani sono maggiormente coinvolti nell’attività̀ del gruppo ‘Teatro dell’Ora Junior’».

Si tratta di una realtà, come nel caso del Cinema-Teatro Monterosa in Barriera di Milano, fortemente radicata nel quartiere.

Se è vero che le sfide rimangono molte, è altrettanto vero che si cerca di non restare immobili attraverso la promozione di varie iniziative: vale la pena ricordare l’«arena estiva» come ripartenza del 2021, dopo la chiusura durante la pandemia, l’iniziativa «Circoscrizioni al centro» promossa dal Comune di Torino, e le collaborazioni con la compagnia Assemblea Teatro.

«Lo scorso ottobre il cinema Agnelli è stato l’unico a proiettare in prima visione il film di Paolo RuffiniRagazzaccio’ (2022), in cui l’attore protagonista era proprio un ex animatore dell’oratorio Agnelli», conclude il responsabile del cinema, «in questa occasione molti ex animatori sono tornati a popolare la sala e si è creato un vero e proprio momento di ritrovo nello spirito delle sale della comunità̀».

Per informazioni sul Cinema-Teatro Agnelli: www.cineteatroagnelli.it.

-Marta GENTILE

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Segnaliamo infine, la pagina dedicata agli appuntamenti in programma per la Festa di Don Bosco presso la Basilica Maria Ausiliatrice, al Colle Don Bosco e nelle case di Chieri, Crocetta (che festeggia anche il proprio centenario), Bra e Rivoli.