Saluzzo: raccolta fondi solidale degli Ex allievi salesiani per le iniziative all’oratorio Don Bosco – La Stampa

L’oratorio Don Bosco di Saluzzo ha avviato «Adotta un ragazzo per l’estate»: una raccolta fondi solidale degli Ex allievi salesiani per le famiglie bisognose per pagare la quota settimanale dell’Estate ragazzi, l’iniziativa dell’oratorio dedicata ai giovani e giovanissimi durante le vacanze estive. Di seguito la notizia riportata su La Stampa a cura di Devis Rosso.

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Niente Estate ragazzi? “Aiutate le famiglie a pagare quella retta”

SALUZZO – L’iniziativa è stata chiamata «Adotta un ragazzo per l’estate» e si propone di incentivare la partecipazione all’Estate ragazzi dell’oratorio Don Bosco. Quello dell’Odb è un appuntamento immancabile per centinaia di bambini e adolescenti. Terminata la scuola, gli spazi dell’oratorio di via Donaudi a Saluzzo diventano il fulcro delle vacanze per giovani e giovanissimi. Ma da un paio d’anni, con la crisi innescata dalla pandemia, anche l’iscrizione alle settimane estive è diventata un piccolo lusso per diverse famiglie saluzzesi.
«Non è un momento facile – racconta Mike Bianco, presidente dell’Unione Ex allievi salesiani e Amici di Don Bosco -, soprattutto per le famiglie monoreddito, con più figli. Ma non è giusto che a soffrirne siano i bambini e i ragazzi. Ecco perché vogliamo dare loro una mano».
L’idea è nata nel 2021 quando gli Ex allievi, associazione che ogni anno riunisce negli spazi dell’oratorio tutti coloro che in passato avevano frequentato le scuole salesiane, hanno avviato una raccolta fondi per aiutare alcune famiglie che non riuscivano a pagare la quota settimanale dell’Estate ragazzi.
«L’anno scorso – continua Bianco – l’Odb ha organizzato una versione ridotta dell’Estate ragazzi, ma quest’anno torneranno le giornate intere, le gite, i campi scuola, le uscite sul territorio. Insomma, una versione più strutturata e, di conseguenza, più costosa. Anche se, va detto, l’oratorio mantiene i prezzi sempre calmierati, con quote di appena 50 euro a settimana. Si tratta però di cifre che, se moltiplicate per quattro settimane, diventano davvero difficili da sostenere per famiglie con più figli».
Dopo l’iniziativa avviata in forma sperimentale l’altra estate, quando comunque erano state decine le famiglie aiutate, gli Ex allievi hanno così deciso di rilanciare l’idea e già nei primi giorni di appello, promosso attraverso i canali social e quelli di comunicazione dell’oratorio, sono stati molti i saluzzesi e le aziende del territorio che hanno deciso di sostenere l’iniziativa.
«C’è chi adotta una albero, un luogo, un progetto – dice Bianco -, noi abbiamo deciso di promuovere l’adozione di un ragazzo per l’estate. Nessuno dice di no e diverse parrocchie, della Diocesi e non solo, mi hanno già contattato per complimentarsi per questo progetto, dicendo che presto lo proporranno anche loro».
L’individuazione delle famiglie bisognose che beneficeranno dei contributi raccolti sarà effettuata dalle suore salesiane e dai referenti dell’oratorio Don Bosco.
Per informazioni sull’iniziativa è possibile contattare Mike Bianco telefonando al 348/2284667.
-Devis ROSSO

Torino: la ricerca di normalità dei bimbi ucraini tra laboratori e allenamenti sportivi – Terzo Settore Piemonte

La onlus CasaOz, che opera a Torino, ha aperto le porte ai minori ucraini accogliendo 4 famiglie provenienti dalla zona di Odessa, di cui la onlus si occupa della loro quotidianità: tra un laboratorio per imparare a creare un profumo e un altro di fumetti, i bimbi ucraini cercano di ritrovare uno sprazzo di normalità. Di seguito la notizia riportata dal sito di Terzo Settore Piemonte.

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Il reale significato del concetto di forza lo si scopre solo quando ci si trova di fronte all’estrema fragilità. Questo è vero nei confronti di se stessi, ma lo è ancora di più quando si ha a che fare con i minori con storie spesso strazianti che rendono evidente quanto importante sia la cura e l’accoglienza.

Offrire un luogo confortevole e sereno per i bambini malati e per le loro famiglie è da sempre la missione di CasaOz che opera a Torino. Negli ultimi mesi la onlus ha aperto le porte ai minori ucraini.

«Abbiamo accolto quattro famiglie, tutte provenienti dalla zona di Odessa – dice il vice presidente e direttore della struttura Marco Canta -. Mamme con bambini che stanno subendo terapie oncologiche e sono tutti ricoverati nel reparto di oncoematologia pediatrica del Regina Margherita. L’ospedale torinese accoglie ventun nuclei familiari provenienti dall’Ucraina, quattro dei quali li ospitiamo noi, alcuni sono ricoverati, mentre altri sono al Sermig e Casa Ugi, realtà con le quali abbiamo fatto rete per riuscire a dare il maggior aiuto possibile. Anche perché sono famiglie che stanno subendo una doppia “tempesta”, quella di dover affrontare la malattia del proprio bambino e quella di trovarsi in guerra. Ci occupiamo della loro quotidianità, perché secondo noi è fondamentale la “quotidianità che cura”, idea che sta al centro del nostro operare».

Una consuetudine fatta di cose semplici, poter giocare in un luogo confortevole e sereno, dove magari incontrare nuovi amici e fare esperienze. Così tra un laboratorio per imparare a creare un profumo e un altro di fumetti, i bimbi ucraini cercano di ritrovare uno sprazzo di normalità.

«Attualmente a Valdocco, a Torino, stiamo ospitando sedici ragazzi ucraini che fanno parte di una squadra di canottaggio – racconta don Alberto Goia, delegato della Pastorale Giovanile per i Salesiani del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania -. Vanno dai 12 ai 17 anni e, insieme con la loro allenatrice, sono arrivati subito dopo Pasqua. Quando li abbiamo accolti erano spaesati, tuttavia hanno immediatamente mostrato voglia di normalità. Loro stessi non potevano capacitarsi del fatto di essere riusciti a rivedere i loro amici, di stare insieme e potersi nuovamente allenare. Infatti, grazie all’associazione Gli amici del fiume, hanno ripreso l’attività sportiva che per questi ragazzi significa moltissimo».

Il più grande ostacolo dei minori che arrivano dall’Ucraina non è solo quello di portarsi dietro le inevitabili ferite profonde dovute al conflitto, ma pure quello della lingua.

«Abbiamo a disposizione una mediatrice culturale – spiega ancora Marco Canta -. Anche perché le mamme che ospitiamo non conoscono l’inglese. Nonostante ciò la barriera linguistica non ci ferma, quando ci sono delle difficoltà di comunicazione ci si ingegna e poi, grazie ai supporti tecnologici, riusciamo in qualche modo a cavarcela».

A venire in soccorso è il cibo.

«Fortunatamente abbiamo un confratello che è ucraino e ci aiuta a comunicare, poi abbiamo una forte rete di volontari – aggiunge don Alberto Goia -. Alcune donne ucraine che vivono a Torino si sono rese disponibili a cucinare i loro piatti tipici, cosa che per i ragazzi è importante perché non è facile adattarsi immediatamente a sapori diversi. Ritrovare un cibo familiare è un modo per sentirsi accolti, mantenendo comunque un legame con la propria terra. Occorre tenere conto che questi minori hanno lasciato non solo la casa, ma pure i genitori con i papà che sono stati chiamati a combattere».

Anche i salesiani riflettono sulla cultura del vino – La Stampa

Sabato 7 maggio alle 21, in occasione della manifestazione «Nizza è barbera» organizzata dall’enoteca cittadina, a Nizza Monferrato si riflette sulla cultura del vino. Don Egidio Deiana ci proporrà una serata dedicata al tema «Vita e viti per un vino buono» a cui seguirà l’inaugurazione della mostra con materiale originale e originario dall’America Latina alle suore del Monferrato, dalla terra di don Bosco. Di seguito la notizia pubblicata su La Stampa, a cura di suor Paola Cuccioli.

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In occasione della manifestazione «Nizza è barbera» organizzata dall’enoteca cittadina, anche alla «Madonna» si riflette sulla cultura del vino. Don Egidio Deiana ci proporrà una serata, sabato 7 maggio alle 21, dedicata al tema «Vita e viti per un vino buono»; seguirà l’inaugurazione della mostra con materiale originale e originario dall’America Latina alle suore del Monferrato, dalla terra di don Bosco a Nizza Monferrato.

Per i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, infatti, la coltura e la cultura del vino hanno radici antiche, a partire dal loro fondatore, don Giovanni Bosco. Il 15 marzo alcuni sindaci del Monferrato e i vignaioli piemontesi hanno proposto nell’ambito di Golosaria, la rassegna di cultura e gusto del Club Papillon, di elevare il santo a protettore dei viticoltori. Sembra, infatti, che don Bosco abbia scritto un libro, «L’enologo italiano», verso la fine del 1844, in cui spiegava in modo semplice e divulgativo la coltura della vite, le condizioni di una buona cantina, la preparazione di botti e tini e come produrre vino. Nel «Galantuomo», editato nella collana mensile «Le letture cattoliche», sempre don Bosco scrive nel 1857:

«Il vino fa bene, se buono e bevuto con discrezione; l’eccesso nel bere abbrevia la vita ed è causa infausta di guai e di miseria per tante famiglie».

Giovanni Bosco, imparò da giovane a lavorare la vite e non a caso dunque, nelle vigne del Monferrato, Don Bosco portò spesso i suoi ragazzi a vendemmiare e a festeggiare la Madonna del Rosario, e legato al vino è anche l’episodio della sua guarigione del 1840: dopo un anno di dolori e un mese di costrizione a letto guarì mangiando del pane al miglio e bevendo un bottiglione di vino che gli donò mamma Margherita.

Anche alla Madonna c’è ancora oggi una collina chiamata «la vigna» per ricordare come in passato le suore coltivassero la vite e producessero il vino. A partire dal 2018 su quella stessa collina il Centro Formazione Professionale di Nizza ha realizzato un nuovo impianto di vigneto strutturato come «vigna didattica» per tutti i ragazzi che frequentano corsi nell’ambito agricolo: passione, formazione e innovazione sono alla base della formazione delle salesiane di don Bosco oggi. Pensando all’agricoltura in questo territorio non si poteva non tornare alle origini con la formazione dedicata al settore principe del Monferrato «la vitivinicoltura».

Proprio dalla maggior parte delle colline del Monferrato furono trasportate in terra di missione le barbatelle per poter produrre vino e insegnare ai ragazzi un mestiere che ricoprisse tutti gli ambiti della filiera: dalla coltivazione alla produzione di etichette. Come non ricordare i salesiani di Betlemme con il vino della pace; la cantina di Mendosa modello e facoltà universitaria, i vari centri professionali in Italia e all’estero.

-suor Paola Cuccioli

ToVision, in gara voci delle scuole superiori – Avvenire

In occasione della 66ª edizione di «Eurovision song contest», due allievi dell’ultimo anno al liceo salesiano Valsalice hanno pensato di lanciare ToVision 2022: il primo festival canoro degli istituti superiori. Lo spettacolo, live e in diretta streaming su www.tovision.it, andrà in scena al Teatro Grande di Valdocco, nella Casa Madre dei salesiani, il 7 maggio alle 21. Di seguito l’articolo pubblicato su Avvenire a cura di Marina Lomunno.

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Non c’è oratorio o scuola salesiana, nei 132 Paesi dei 5 continenti in cui i figli del santo dei giovani sono presenti, dove musica e canto non siano parte integrante del progetto educativo.

«Un oratorio senza musica è come un corpo senz’anima»

diceva don Bosco. E così, in occasione della 66ª edizione di «Eurovision song contest», tra le competizioni musicali più seguite al mondo in programma a Torino dal 10 al 14 maggio, Beatrice Periolo e Giulio Rigazio, allievi dell’ultimo anno al liceo salesiano Valsalice, hanno pensato di lanciare una gara canora nelle scuole torinesi in concomitanza della kermesse internazionale per far sentire anche la voce dei giovani talenti torinesi. Ed ecco ToVision 2022, primo festival canoro degli istituti superiori: lo spettacolo, live e in diretta streaming su www.tovision.it, andrà in scena al Teatro Grande di Valdocco, nella Casa Madre dei salesiani, il 7 maggio alle 21.

«L’idea è nata a Tù sì que Valsales 2022 – Un talento per don Bosco, talent show andato in onda sul canale Youtube della scuola il 26 febbraio quando si sono esibiti sul palco del Teatro di Valsalice i 20 allievi del liceo e delle medie, finalisti della selezione di 40 ragazzi e ragazze iscritti alla gara. ToVision22 è una bella iniziativa partita dal nostro istituto»,  spiega Marco Montersino, professore-musicista di lettere al liceo.

«Ci siamo detti che sarebbe stato bello offrire a tutte le altre scuole torinesi la possibilità di partecipare a un talent come quello che organizziamo ogni anno a Valsalice. E così Giulio, regista e direttore artistico, e Beatrice, direttrice di produzione di ToVision hanno messo in piedi un team di studenti, l’associazione GEN Z NOWe insieme a ValsOnAir, la Web radio del nostro liceo, siamo partiti in questa avventura che ha avuto adesioni al di là di ogni nostra aspettativa: 28 scuole coinvolte, 400 concorrenti ai provini e migliaia di contatti social».

Il 9 aprile a Valsalice si è tenuta la selezione dei giovani talenti che saranno sul palco di Valdocco, teatro che conta 820 posti già sold out. La giuria di qualità (tra cui Massimo Guidi, affermato vocal coach lanciato da Enrico Ruggieri) e il voto social ha scelto 14 finalisti che si esibiranno il 7 maggio, a 3 giorni da Eurovision, nello show presentato da Pietro Morello influencer e tiktoker. Ospite d’onore, Lorenzo Baglioni, cantautore e comico che ha debuttato a Sanremo nel 2018. ToVision è sponsorizzato, tra gli altri, da Xiaomi, secondo produttore al mondo di telefonia mobile, NovaCoop, dall’etichetta discografica M&M-D&G Music che premierà il primo classificato con la produzione e distribuzione di due singoli e dal produttore musicale Daniele Affubine che offrirà al secondo più votato la produzione di un brano. La classifica finale, come in ogni festival canoro che si rispetti, verrà compilata da una giuria tecnica di cantanti e musicisti e dal voto del pubblico attraverso i social.

-Marina Lomunno

CNOS-FAP Serravalle: un’esperienza da veri protagonisti allo stage formativo

Al CNOS-FAP di Serravalle la classe terza del percorso per Operatore ai servizi di vendita ha terminato, venerdì 8 aprile, lo stage formativo presso alcune aziende del territorio. Denys e Naiely, reduci dall’esperienza di stage che loro stessi definiscono a dir poco coinvolgente, raccontano la loro esperienza presso la palestra Talama e il punto vendita New Balance. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito NoviOnline.

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La classe terza del percorso per Operatore ai servizi di vendita del CNOS-FAP di Serravalle ha terminato, venerdì 8 aprile, lo stage formativo presso alcune aziende del territorio.

Abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di due allievi, Denys e Naiely, reduci dall’esperienza di stage che loro stessi definiscono a dir poco coinvolgente, al punto da farli sentire realmente parte di un progetto lavorativo, quello della realtà aziendale che li ha ospitati. Raccogliamo di seguito le loro impressioni a riguardo.

Naiely ha fatto lo stage presso la palestra Talama ad Arquata Scrivia dove svolgeva attività di front office, mansioni di segreteria e accoglienza dei clienti. Denys invece era impiegato presso il punto vendita New Balance all’interno dell’Outlet di Serravalle Scrivia, dove si occupava di attenzione e servizio al cliente e svolgeva operazioni di magazzino, riordino e gestione della merce.

Naiely racconta:

“Mi recavo quotidianamente al lavoro con crescente entusiasmo alimentato dall’attenzione ricevuta dalla mia tutor, dalla disponibilità e professionalità del personale in generale. Questa esperienza mi ha arricchito sia professionalmente che personalmente: oltre ad acquisire nozioni tecniche utili per il mio futuro, ho imparato, essendo io dedita al calcio a livello agonistico, ad apprezzare e riconoscere il vero valore dei sacrifici che affronto con gli allenamenti previsti dalla disciplina sportiva”.

Denys racconta:

“Questa esperienza mi ha permesso di sperimentare il mondo del lavoro e di mettermi alla prova come venditore attraverso tutte quelle competenze che occorre aver per interagire efficacemente con i clienti: la pazienza, l’ascolto, la passione e l’interesse per quello che si fa. Ho imparato ad analizzare la clientela, individuarne le esigenze e a soddisfarne le aspettative. La gratificazione più grande è stata ricevere i complimenti da parte del mio tutor per aver superato le attese che solitamente si hanno da uno stagista”.

Sia Naiely che Denys concordano nell’affermare che oggi sono più responsabili, consapevoli del miglioramento avvenuto a livello di crescita personale e professionale, pronti per affrontare l’ultimo periodo in classe prima dell’esame di qualifica che li porterà a potersi iscrivere al quarto anno Tecnico commerciale delle vendite per conseguire il diploma professionale con un’esperienza formativa continua che perdurerà per tutto l’anno.

 

Al Reba è nato il «gruppo dirette» – La Voce e il Tempo

Presso l’Oratorio salesiano Rebaudengo di Torino è nata una nuova equipe dedicata alle dirette streaming coordinata dal direttore don Gigi Cerutti e diretta da Piero Bello. Di seguito l’articolo dedicato, pubblicato da La Voce e il Tempo.

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All’oratorio salesiano Rebaudengo di Torino (corso Vercelli 206) è nato il «gruppo dirette»: un’équipe di ragazzi che si occupa delle dirette streaming di iniziative organizzate dall’oratorio o anche a livello diocesano. Il gruppo, coordinato dal direttore del Rebaudengo don Gigi Cerutti e diretto da Piero Bello, è composto da Karol Garda, Mattia Donadeo, Elisa Nuzzo e Chiara Gonella.

Recentemente la squadra, nel Duomo di Torino, si è occupata delle riprese e dello streaming di un concerto in onore delle vittime del Ponte Morandi di Genova.

«Un concerto stupendo», racconta Piero Bello, «che è stato ammirato da molte più persone rispetto a quelle convenute in Cattedrale, soprattutto grazie al lavoro del gruppo dirette!».

Ma ora vediamo cosa pensano di questa iniziativa i diretti interessati:

«Mi occupo di girare le dirette insieme a Karol», spiega Mattia, «il ‘gruppo dirette’ per me rappresenta un’opportunità particolare e stimolante che mi ha permesso di coronare il mio sogno di realizzare le dirette streaming in modo più professionale».

Gli fa eco l’amico Karol:

«per me il ‘gruppo dirette’ rappresenta un’ottima occasione per imparare a svolgere bene questo servizio: un modo per rendere concreta una mia passione. Un servizio che in futuro potrebbe diventare anche un lavoro che certamente mi ripagherebbe anche in senso emotivo. Si tratta anche di un ottimo servizio che come ragazzi possiamo offrire all’oratorio, rendendo partecipi tutte quelle persone che per vari motivi non possono essere presenti agli appuntamenti offerti dalla parrocchia. Sono quindi molto grato di farne parte».

Elisa e Chiara invece si occupano della regia.

«Per me il gruppo», evidenzia Elisa, «rappresenta un modo di imparare e soprattutto per fare esperienza in questo campo. Un’iniziativa interessante perché si apprendono tutti i retroscena di una semplice live non attraverso ‘lezioni frontali’, ma direttamente sul campo».

Per Chiara l’esperienza diventa occasione «per imparare e perfezionare tutto ciò che riguarda l’ambito delle telecamere e delle dirette, oltre che un modo per offrire un contributo attivo alla nostra comunità sia dell’oratorio che diocesana».

«Questi ragazzi», conclude Piero Bello, «sono straordinariamente attratti da questo progetto. Certamente il servizio nella comunicazione con i nuovi mezzi tecnologici li aiuta a capire meglio ciò che accade intorno a loro suscitando la voglia di apprendere»

Il Valsalice lancia «ToVision», gara canora tra 38 scuole

ToVision 2022: il primo festival canoro degli istituti superiori torinesi che nasce da un’idea di due allievi del liceo salesiano Valsalice, Beatrice e Giulio, partiti dalla convinzione di don Bosco: “Un oratorio senza musica è come un corpo senz’anima”.

Ecco la notizia a cura di Marina Lomunno, proveniente da “La Voce e il Tempo”, con il racconto dell’iniziativa:

Tutto inizia dalla convinzione di don Bosco, il santo sociale torinese più conosciuto al mondo, che «Un oratorio senza musica è come un corpo senz’anima». Infatti non c’è casa salesiana, nei 132 Paesi dei 5 continenti dove sono presenti i figli del santo dei giovani, in cui la musica ed il canto non siano parte integrante del progetto educativo.

E così, nell’anno in cui la 66ª edizione di «Eurovision Song Contest» (tra le competizioni musicali più seguite al mondo) si celebra al PalaOlimpico di Torino dal 10 al 14 maggio, a Beatrice Periolo e Giulio Rigazio, allievi dell’ultimo anno al liceo salesiano Valsalice è venuta un’idea:

«perché non promuovere una gara canora nelle scuole torinesi alla vigilia della kermesse internazionale per far sentire la voce di giovani talenti della nostra città?».

Ed ecco «ToVision 2022», primo festival canoro degli istituti superiori torinesi: lo spettacolo, live, andrà in scena al Teatro grande di Valdocco il 7 maggio alle 21. Si ispira a «Tù sì que Valsales 2022 – Un talento per don Bosco», talent show andato in onda in diretta YouTube sul canale di Valsalice il 26 febbraio scorso quando si sono esibiti sul palco del Teatro di Valsalice 20 allievi del liceo e delle medie, alcuni in presenza altri in video, finalisti dopo una selezione di 40 ragazzi e ragazze iscritti alla gara.

«ToVision22 è una bella iniziativa partita dal nostro Istituto», spiega Marco Montersino, professore-musicista di lettere al liceo di viale Thovez, «ci siamo detti che sarebbe stato bello offrire a tutte le altre scuole la possibilità di partecipare a un talent come quello che organizziamo ogni anno a Valsalice. E così Giulio, regista e direttore artistico, e Beatrice, direttrice di produzione di ‘ToVision’ hanno messo in piedi un team di studenti, l’associazione ‘GEN Z NOW’ e insieme a ValsOnAir, la web radio del nostro liceo, siamo partiti in questa avventura che ha avuto un’adesione al di là di ogni nostra aspettativa: 38 scuole coinvolte, 400 concorrenti che hanno svolto i provini all’interno delle singole scuole e migliaia di contatti social».

Nella serata di sabato 9 aprile si è tenuta a Valsalice la selezione dei giovani talenti che parteciperanno al «ToVision» sul palco di Valdocco, secondo teatro torinese per capienza con 820 posti. La giuria di qualità che ha pesato per il 40% e il voto social (60%) ha scelto 14 finalisti che si esibiranno il 7 maggio, a 3 giorni da «Eurovision», nello show presentato da Pietro Morello «influencer e tiktoker» torinese. Ospite d’onore, Lorenzo Baglioni, cantautore e comico che ha debuttato a Sanremo nel 2018.

ToVision è sponsorizzato, tra gli altri, da Xiaomi, secondo produttore al mondo di telefonia mobile, NovaCoop, dall’etichetta discografica M&MD& G Music che premierà il primo classificato con la produzione e distribuzione di due singoli e dal produttore musicale Daniele Affubine che donerà al secondo più votato la produzione di un brano. La classifica finale, come in ogni festival canoro che si rispetta, verrà stilata da una giuria tecnica di cantanti e musicisti e dal voto del pubblico attraverso i social.

Informazioni e biglietti su www.tovision.it.

Marina LOMUNNO

TO Agnelli: raccolta per «C’entro Anch’io»

Si riporta la notizia proveniente da “La Voce e il Tempo”settimanale, n.15, domenica 17 aprile – relativa alla campagna di raccolta fondi organizzata dall’Istituto internazionale Edoardo Agnelli di Torino dal titolo: “C’entro Anch’io” che mira alla ristrutturazione del Salone delle Feste “creando così uno spazio dove coltivare i talenti musicali (e non solo) dei nostri studenti”.

L’Istituto internazionale Edoardo Agnelli di Torino (corso Unione Sovietica 312) ha lanciato la campagna di raccolta fondi «C’entro Anch’io» per la ristrutturazione del Salone delle Feste che diventerà uno spazio dove gli studenti potranno coltivare i propri talenti musicali (e non solo).

«Il Salone», spiegano i responsabili del progetto, «è essenziale per lo svolgimento di attività aggregative, laboratori formativi con le aziende partner dell’Istituto ed eventi culturali che coinvolgono le famiglie e il territorio». Il Salone ad oggi non è utilizzabile tutto l’anno in quanto l’impianto di riscaldamento è inadeguato alla dimensione e rumoroso; mancano arredi essenziali (tavoli e sedie); c’è una pessima acustica; mancano impianti luci e audio adatti a concerti, spettacoli, convegni; c’è necessità di una ritinteggiata e di un tocco di colore.

La campagna «C’entro Anch’io» mira a trovare le risorse necessarie per installare un nuovo impianto di riscaldamento efficiente e silenzioso, che consentirà agli studenti di utilizzare la sala per le prove e i concerti, allestire il locale con tavoli, sedie e nuovi arredi che permetteranno di accogliere il pubblico, realizzare laboratori e corsi di formazione. Un progetto dunque per «far rivivere» il Salone delle Feste, luogo simbolico sia per i ragazzi che per l’intera comunità dell’Agnelli.

S.D.L.

È possibile effettuare una donazione tramite bonifico, Iban IT69O0306909606100000116216 con causale: «C’entro Anch’io» oppure tramite Satispay o Rete del dono al seguente link:

CNOS-FAP Agnelli – Autostrade per l’Italia e Openjobmetis: erogati corsi di formazione professionale per richiedenti asilo e rifugiati politici

Amplia Infrastructures e Openjobmetis hanno lavorato congiuntamente all’inserimento di oltre 40 richiedenti asilo politico e rifugiati, con la collaborazione del Servizio Stranieri del Comune di Torino, della Croce Rossa Italiana, della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino e del Centro di Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP Torino Agnelli, a cui si è aggiunta, agli inizi del 2022, la Fondazione Don Mario Operti di Torino.

Di seguito il Comunicato Stampa.

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Autostrade per l’Italia e Openjobmetis insieme per l’inclusione sociale e
lavorativa: erogati corsi di formazione professionale per richiedenti asilo e rifugiati politici. Inserite alla professione oltre 40 persone

Il progetto, insieme a diverse altre iniziative firmate da Openjobmetis e volte alla valorizzazione professionale e all’inserimento lavorativo di moltissimi altri richiedenti asilo politico e rifugiati, è stato candidato al bando UNHCR per ottenere l’aggiudicazione del logo Welcome – Working for Refugee integration.

7 aprile 2022 – Le autostrade rappresentano uno dei più importanti cantieri infrastrutturali nazionali che richiedono manodopera per la costruzione e l’ammodernamento. Non è semplice, tuttavia, procedere nella realizzazione delle opere a fronte di un’ormai cronica mancanza di personale qualificato.

La soluzione arriva grazie a un nuovo progetto di ricerca, selezione, formazione tecnica e inserimento al lavoro di richiedenti asilo, migranti e rifugiati, nato nell’ambito del Progetto MOI Migranti, un’Opportunità di Inclusione, messo a punto da Amplia Infrastructures (già Pavimental), del gruppo Autostrade per l’Italia, che opera da oltre 40 anni nel settore della costruzione, manutenzione, ripristino e ammodernamento di strade, autostrade, ponti, viadotti, gallerie, aree di servizio e Openjobmetis SpA, prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata in Borsa italiana.

Nasce dunque dalla consapevolezza di quanto, all’interno di attività industriali di forte attualità, come, per l’appunto, il settore delle costruzioni e delle manutenzioni autostradali, esistano opportunità lavorative che possano rappresentare un’opportunità di inclusione sociale per persone che sono, loro malgrado, spinte dalla necessità di sottrarsi a situazioni di disagio economico e sociale del proprio Paese di origine.

Le due realtà – Amplia Infrastructures e Openjobmetis – hanno lavorato congiuntamente all’inserimento di oltre 40 richiedenti asilo politico e rifugiati, con la collaborazione del Servizio Stranieri del Comune di Torino, della Croce Rossa Italiana, della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino e del Centro di Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP Torino Agnelli, a cui si è aggiunta, agli inizi del 2022, la Fondazione Don Mario Operti di Torino.

Il processo di ricerca e selezione messo a punto da Amplia Infrastructures e Openjobmetis ha portato alla selezione di 25 allievi, distribuiti sui primi due corsi (finanziati dal Comune di Torino) e già avviati al lavoro dal mese di novembre 2021, e di ulteriori 13 allievi per il terzo corso (finanziato dal Fondo Forma.Temp), che giungerà a conclusione il prossimo 9 aprile.

Sia i due corsi tenuti in autunno, sia il terzo corso – ancora in essere – sono stati organizzati con il CNOS Fap per le figure in uscita di manovali e di aiuto carpentieri.

Il progetto, insieme a diverse altre iniziative firmate da Openjobmetis e volte alla valorizzazione professionale e all’inserimento lavorativo di moltissimi altri richiedenti asilo politico e rifugiati, è stato 2
candidato al bando UNHCR per ottenere l’aggiudicazione del logo Welcome – Working for Refugee integration.

Siamo molto contenti di aver preso parte a questo progetto – ha spiegato Rosario Rasizza, Amministratore  Delegato di Openjobmetis SpA: ancora una volta, grazie anche alla fiducia che hanno riposto in noi Amplia  Infrastructures e le molte altre realtà che coralmente vi hanno contribuito, abbiamo dimostrato quanto un’Agenzia per il  Lavoro, con la sua esperienza e con la sua capacità di progettare e avviare in tempi rapidissimi corsi di formazione  professionalizzanti, possa essere un valido partner del sistema impresa italiano. Siamo inoltre orgogliosi di aver  dato un’opportunità e un inquadramento lavorativo a persone in evidente difficoltà economica che stanno vivendo un forte  disagio sociale. È tempo che la pubblica opinione cambi il suo modo di guardare alle Agenzie per il Lavoro che oggi  contribuiscono fattivamente alla costruzione di un mercato del lavoro inclusivo e regolare.” 

“La direzione e il senso che Amplia Infrastructures ha conferito alle iniziative lanciate e promosse dal Gruppo Aspi sono  finalizzati alla valorizzazione della diversità sul posto di lavoro, all’equità nelle assunzioni e alla promozione delle iniziative  per il benessere dei dipendenti” ha dichiarato Sergio Spinelli, Head of Human Capital & Organization,  HSE, General Services and ICT di Amplia Infrastructures. “È proprio in questo solco che si colloca la  partnership con Openjobmetis, volta a inserire nel mercato del lavoro persone che si trovano in condizioni di precarietà sociale,  sostenendole in un percorso di qualificazione professionale che possa rappresentare un patrimonio per tutto il sistema, prima  ancora che per le imprese. Inoltre, l’attenzione al contesto sociale costituisce un ulteriore tassello nell’ambito del “manifesto”  di Amplia per il proprio piano di assunzioni”. 

“È molto importante che, grazie all’unione di competenze e risorse pubbliche e private, sia stata offerta una concreta  prospettiva professionale a circa 40 persone richiedenti asilo e rifugiate”, hanno commentato Gianna Pentenero e  Jacopo Rosatelli, Assessori al Lavoro e al Welfare della Città di Torino. “Il Comune continuerà ad  impegnarsi affinché coloro che sono accolti nella nostra città, attraverso il rafforzamento delle competenze professionali e  l’accompagnamento al lavoro, possano condurre un’esistenza libera e dignitosa”. 

CFP Alessandria: “Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo” – Il Piccolo

Di seguito l’articolo pubblicato sul giornale della provincia di Alessandria “Il Piccolo” a cura di Massimo Brusasco, in merito alle attività di stage degli allievi del CFP di Alessandria.

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Scuola – Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo

Incontro allo Cnos, storico centro di formazione professionale. Lo dirige un prete. «Le aziende hanno fretta di assumere, noi possiamo aiutarle»

Qui ci provano a capire cosa serve alle aziende e cosa ai ragazzi. Di solito, le cose collimano: quelle cercano persone con voglia di lavorare, questi di lavorare hanno necessità. In mezzo, ovvero “qui”, c’è lo Cnos, centro di formazione da anni sulla breccia.

Sede alla Don Bosco in corso Acqui, un prete che fa il direttore, 230 allievi e una trentina di realtà produttive alessandrine come partner: sono quelle che si mettono a disposizione per gli stage e che, da ultimo, siglano i contratti con chi si è specializzato nei laboratori salesiani.

«Però ci vuole pazienza: capisco bene che le aziende, talvolta, hanno urgenza di nuovo personale, ma è fondamentale seguire un percorso formativo corretto, così da mandare al lavoro gente qualificata».

La convinzione è di don Pietro Mellano, il direttore dello Cnos. Da come parla, capisci che ama quello che fa. E che si impegna affinché chi cerca e chi offre trovino qui un punto di incontro.

Voglia di crescere

Le ambizioni sono molte, la voglia di ingrandirsi anche. S’è cominciato con l’ampliare gli spazi, inglobando la vecchia scuola materna; si proseguirà col portare da due a tre anni il corso per riparatore veicoli, «in modo tale che, già dopo la terza media, gli interessati possano essere iscritti, senza attendere il compimento del 16esimo anno d’età».

E così verrà equiparato agli altri due corsi, molto gettonati: meccanica industriale e operatore servizi alle imprese.

Non solo:

«Avremo presto anche un corso annuale di saldo-carpenteria, in modo tale da accontentare chi vuole ottenere una qualifica dopo un solo anno di studio. Che è suddiviso in due parti: metà si svolge nel nostro centro, metà in azienda. È un settore interessante, perché c’è molta richiesta».

Il comparto della meccanica tira parecchio:

«Secondo me è importante che noi e le aziende si definisca insieme il percorso formativo. Le opportunità per chi vuole lavorare ci sono, certo è che a volte la politica non aiuta. Ad esempio, in alcuni casi è impensabile che chi gode del reddito di cittadinanza voglia rinunciare al beneficio per entrare in una fabbrica…».

Ultimamente, la richiesta delle aziende è di personale che abbia competenze trasversali, ovvero meccaniche ed elettriche. Lo Cnos, che è prettamente meccanico, sta valutando collaborazioni con altri istituti:

«Una ricetta vincente potrebbe essere unire gli interessi delle aziende con quelli della formazione professionale e di altre scuole del settore. Il territorio, a oggi, ha bisogno di far funzionare la logistica, e ne siamo ben consci. Anche per questo motivo abbiamo avviato contatti con Confindustria: insieme potremo operare ancor meglio».

Anche gli adulti

Intanto, sono 130 gli allievi che seguono i corsi di qualifica professionale; un centinaio, invece, gli adulti impegnati in lezioni diurne per un futuro da magazziniere o da impiegato nel commercio digitale. Il numero degli stranieri si aggira attorno al 30%:

«Nessun problema di integrazione, ma, in certi casi, bisogna superare le difficoltà linguistiche».

Altra percentuale importante riguarda quelli che trovano un lavoro coerente al titolo acquisito:

«Siamo tra il 67 e il 72%, che non è affatto poco. Mica ovunque si diplomano ragazzi che poi lavorano, in effetti, nel settore per il quale hanno studiato…».

MASSIMO BRUSASCO

m.brusasco@ilpiccolo.net