L’abbraccio di Repole ai minori detenuti – Avvenire

Si pubblica di seguito l’articolo, a cura di Marina Lomunno, dedicato alla visita dell’arcivescovo Roberto Repole all’Istituto penale minorile maschile “Ferrante Aporti” di Torino, apparso su Avvenire.

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L’abbraccio di Repole ai minori detenuti

L’arcivescovo di Torino tra i ragazzi del Ferrante Aporti: «Specchio di una società nichilista che non offre prospettive» 

 

«Mi può benedire questa mano? Mi sono fatto male, sto passando un brutto periodo».

Omar (nome di  fantasia), 17 anni, è uno dei 46 giovani detenuti all’Istituto penale minorile maschile “Ferrante Aporti” di Torino. Per la maggior parte stranieri, alcuni sono figli di immigrati di seconda generazione, altri sono giunti con i barconi sulle coste italiane, soli e facile preda dell’illegalità.

La richiesta, in un italiano stentato, è rivolta all’arcivescovo Roberto Repole che chiede al ragazzo come si chiama e da dove viene. Lo abbraccia e lo incoraggia a non mollare, ad utilizzare bene il tempo della pena con lo studio e le opportunità di formazione offerte dall’Istituto.

Lo benedice tra la commozione dei compagni: una benedizione estesa anche agli operatori che ogni giorno si dedicano con la scuola, i laboratori e lo sport al riscatto di questi giovani

«nati nelle culle sbagliate».

È  uno dei tanti momenti toccanti della prima e attesa visita di Repole – che in questi giorni festeggia un anno dal suo ingresso in diocesi – nel carcere minorile.

Accolto ieri dalla direttrice Simona Vernaglione e dal cappellano, il salesiano don Silvano Oni, l’arcivescovo è subito stato accompagnato alla targa che ricorda come tra quelle mura, nel 1855, san Giovanni Bosco ebbe una grande intuizione.

Durante le sue visite alla “Cascina Generala” (luogo dove aveva sede l’allora riformatorio per minorenni) elaborò il “sistema preventivo”, pilastro dell’impianto educativo del santo dei giovani.

Don Bosco intuì che se ci fosse stata una  famiglia solida, una comunità accogliente e una scuola con adulti significativi, non ci sarebbero state le carceri. E durante le giornate trascorse al riformatorio con i “giovanetti discoli e pericolanti” escogitò soluzioni per prevenire lo sbando in cui versavano migliaia di adolescenti delle periferie, esattamente come accade oggi.

Per questo è tradizione che i cappellani del “Ferrante” siano salesiani. Lo ha spiegato don Oni, successore del confratello don Domenico Ricca, in pensione dallo scorso anno dopo averne trascorsi oltre 40 di servizio, esteso anche ad alcuni novizi salesiani che ogni settimana

si fanno le ossa in  questo oratorio dietro le sbarre».

Prima dell’incontro con i minori nelle aule studio dove abitualmente seguono lezioni di lingua, informatica, corsi professionali di cucina, ceramica e grafica, la direttrice con i suoi collaboratori ha spiegato all’arcivescovo che attualmente l’Istituto è a capienza massima.

Ci sono giovani

«che stanno scontando pene per reati contro il patrimonio aggravati da episodi di violenza. Un dato preoccupante è l’aumento dei reati contro la persona, con episodi di rabbia ingiustificata anche di gruppo, cui segue un  distacco empatico da ciò che si è commesso: uno squarcio desolante sul futuro delle nuove generazioni».

I ragazzi detenuti al “Ferrante” non sono che la punta dell’iceberg dei ragazzi «fuori» che come ha evidenziato Repole,

«sono lo specchio di una società nichilista che non offre prospettive e valori ai giovani».

Ringraziando tutto il personale – insegnanti, agenti, psicologi, educatori ed obiettori – per la passione educativa con cui si impegnano per costruire un futuro migliore affinché i ragazzi non tornino a delinquere, il presule ha richiamato l’urgenza di una alleanza educativa di tutte le forze in campo. Tra queste, la comunità cristiana,

«per riempire di senso la vita dei nostri giovani, in modi diversi tutti fragili».

Nell’aula di italiano c’è un ragazzo che mostra all’arcivescovo una foto che ha appeso al muro del Papa.

«Lei lo conosce? Lo saluti, gli voglio bene».

L’insegnante consegna a Repole una lettera che Francesco ha inviato nei giorni scorsi ai ragazzi in risposta ad un loro scritto accompagnato dalle foto del presepe “multiculturale” che hanno allestito a Natale.

Accanto alla grotta con Gesù bambino, il barcone con i migranti soccorsi dalla Croce Rossa, fa parte del presepe multiculturale allestito al Ferrante Aporti di Torino. Il Papa:

«Grazie per aver  voluto condividere con me la vostra esperienza, che mi ha commosso. Quello che avete realizzato è un grande segno di speranza… Siate sempre ‘fratelli tutti’ e non perdete mai il sorriso!».  

-Marina Lomunno

CFP Vercelli: Gara-sfida per gli allievi del Cnos-Fap – La Sesia, La Stampa

I giornali La Sesia e La Stampa hanno pubblicato due articoli in cui raccontano l’Esposizione nazionale dei capolavori dei settori professionali a cui parteciperanno gli allievi del CFP di Vercelli.

 

Michele Costa – La Sesia:

Da quindici anni il Cnos-Fap indice una competizione a forte valenza didattica: l’Esposizione nazionale dei capolavori dei settori professionali con l’obiettivo – secondo quanto spiegano gli organizzatori – di “valutare le abilità dei suoi giovani allievi e sfidarli a misurarsi in prove dal vivo di fronte a un pubblico esterno e tecnico di professionisti e imprenditori: una gara in cui occorre dimostrare di essere in grado di risolvere i problemi che possono insorgere nel lavoro quotidiano“.

L’Esposizione dei capolavori si terrà dal vivo dall’8 al 12 maggio.

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Raffaella Lanza – La Stampa.it (ed. Vercelli)

Tutto pronto per l’Esposizione nazionale dei capolavori 2023 nel settore della meccanica industriale, che si terrà da lunedì 8 a venerdì 12 maggio al Centro di formazione professionale CnosFap Don Bosco di Vercelli.

«È la prima volta che si tiene a Vercelli. I ragazzi – spiega il direttore del CnosFap don Gabriele Migliettasi cimenteranno in un progetto reale di meccanica industriale, il cuore pulsante di questo centro. Il nostro ruolo di formatori di adolescenti e adulti in cerca di riqualificazione si basa sulla collaborazione con le aziende locali. Da sempre ci occupiamo dell’intelligenza delle mani».

La manifestazione è organizzata dalla federazione nazionale CnosFap: 23 ragazzi iscritti al percorso di meccanica industriale provenienti da tutta Italia si cimenteranno in operazioni di tornitura e fresatura su un miscelatore orientabile presentato dalla ditta vercellese Gallazzini. Tra i partecipanti anche il vercellese Haimi Eddine El Mehdi: «I ragazzi dovranno produrre ‘il capolavoro’, che consiste nel montare alcuni componenti di un miscelatore con canna abbattibile per i casi in cui serve in cucina recuperare spazio – spiega Lorenzo Gallazzini, main partner -. Un lavoro di precisione. I pezzi verranno collaudati nella nostra azienda».

Mercoledì 10 ci sarà il montaggio e il collaudo, il giorno dopo a Varallo, all’azienda Gallazzini, lo studio del capolavoro e la valutazione da parte della giuria composta dai tecnici delle aziende partner.

Il concorso nazionale dei capolavori è una competizione a forte valenza didattica: «Obiettivo è valutare l’abilità degli studenti nell’esecuzione di prove pratiche e teoriche – dice Valentina Rinaldin, referente dei servizi al lavoro CnosFap -. Un battesimo in linea coi metodi adottati nella formazione. I partecipanti hanno la possibilità di mettersi in luce di fronte alle aziende. I vincitori diventano esempio d’eccellenza per i futuri studenti».

La premiazione delle eccellenze si svolgerà venerdì 12 maggio nella sede di Confindustria a Vercelli. «È importante la sinergia tra scuola e aziende. Si cercano sempre più figure specializzate – dice Filippo Sarasso, Confindustria -. A breve in Piemonte partiranno le Academy, che rivoluzioneranno la formazione».

L’evento è patrocinato da Comune e Provincia di Vercelli e Confindustria Novara Vercelli Valsesia. «L’azienda Gallazzini è main sponsor: ha curato la realizzazione tecnica e fornito i materiali – conclude Miglietta -. Tra gli sponsor anche Vieffe Meccanicat, WD-40, Omler 2000, Dmg Mori e marchi nazionali come Heidenhain, Iil-istituto italiano di saldatura, Meusburger, Randstad e Sandvik».

Rinasce “Palazzo Saluzzo di Monterosso”: l’antica dimora ospiterà la scuola salesiana – La Stampa

Da La Stampa, di Devis Rosso.

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Negli ultimi due fine settimana la rassegna Start Mostra dell’Artigianato ha permesso a tanti saluzzesi di rimettere piede nei saloni e negli spazi di Palazzo Saluzzo di Monterosso, una delle dimore nobiliari più importanti della città, risalente alla fine del 1500. Di proprietà comunale, dal 1972 al 2012 è stato utilizzato come sede dell’istituto d’arte, per poi essere abbandonato. Ora tornerà a nuova vita, pronto ad essere ristrutturato e adeguato per diventare la sede della scuola salesiana Cnos-Fap, oggi ospitata a poche centinaia di metri, sempre nella città alta, a Palazzo Solaro di Monasterolo. Venerdì il Consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, la convenzione per il nuovo utilizzo, che concederà l’immobile ai Salesiani per 25 anni e lunedì ci sarà l’incontro con i vertici regionali del Cnos-Fap. Il palazzo, 1.250 metri quadrati di superficie disposti su tre piani e 1.000 metri di giardino interno, si affaccia su via Santa Chiara.

L’ingresso è da cartolina. Dopo l’atrio si viene accolti da quella che, fino al 1991, era una corte interna, poi chiusa da una struttura in acciaio e vetro a formare un grande salone. Tutto intorno le stanze del pianterreno, mentre ai piani superiori gli spazi sono già suddivisi in aule. Ciò che resta oggi, accanto a grandi camere vuote, sono schegge di testimonianze del passato: muri decorati di epoca rinascimentale e qualche vecchio banco di scuola del recente passato. Nel seminterrato ci sono i vecchi laboratori dell’istituto d’arte, che potranno essere rimodulati per un uso laboratoriale della scuola professionale che, a Saluzzo, già ha attivi corsi di acconciatore, arte bianca, informatica e falegnameria. Il ramo nobiliare dei Saluzzo di Monterosso aveva un peso specifico importante nella storia della città, pur non godendo del titolo marchionale. Presente a Saluzzo fin dal tardo Medioevo, stabilì in questa zona della città alta che si affaccia verso la valle Po la sua dimora. Il primo documento catastale che identifica il palazzo risale al 1650, ma l’edificio subì diverse modifiche almeno fino al ‘700. Tra ‘800 e ‘900 i Saluzzo di Monterosso annoverano almeno un sindaco e il senatore del Regno d’Italia Cesare Saluzzo di Monterosso. La famiglia andò in decadenza nei primi decenni del secolo scorso e, negli anni ‘30, il palazzo fu venduto e trasformato in convitto. Nel 1972 l’uso a fini didattici diventando sede dell’istituto d’arte «Amleto Bertoni».

«Da alcuni anni – ha ricordato il sindaco Mauro Calderoni nel Consiglio comunale – si ragiona con i dirigenti di Cnos di possibili nuove sedi per un ampliamento delle strutture. Abbiamo già fatto un sopralluogo con loro e il fabbricato è stato ritenuto interessante. Abbiamo candidato il progetto ai bandi Pnrr e ottenuto un finanziamento. La bontà dell’intervento è riconosciuta anche dal Cnos, che ha deciso di sostenere i lavori con un co-finanziamento di 450 mila euro. Il recupero del palazzo, oltre a salvare dal depauperamento un edificio storico tutelato dalla Soprintendenza, rafforza il ruolo di Saluzzo come sede scolastica ed è un altro passo contro la desertificazione del centro storico». I lavori avranno un costo di 2,5 milioni e saranno terminati entro la fine del 2024.

CNOS-FAP Alessandria: la formazione professionale salesiana – Il Piccolo

Il giornale “Il Piccolo” ha dedicato un articolo, che trovate di seguito, dedicato alle attività del CNOS-FAP di Alessandria.

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In queste settimane si susseguono con maggiore intensità le attività di formazione in azienda dei giovani e adulti che frequentano il centro di formazione professionale CNOS FAP di Alessandria. Più di 90 gli allievi che sono impegnati in attività di stage o alternanza nelle aziende del territorio, per un totale complessivo di quasi 4000 ore di attività di formazione in azienda. Un’esperienza fondamentale che si integra con più di 4000 ore di formazione in laboratorio.

I percorsi di formazione professionale prevedono per ogni fascia di età più del 50% della formazione in un contesto di apprendimento laboratoriale o direttamente in azienda, anche attraverso le esperienze di apprendistato duale che uniscono a un contratto di lavoro il conseguimento di una qualifica o di un diploma professionale.

Questo approccio permette di creare ponti tra mondo della formazione e mondo del lavoro, con elevato inserimento lavorativo (40%) a 6 mesi dalla conclusione dei corsi e del conseguimento della qualifica o del diploma.

Corsi 2023/24 per giovani 14-24 anni  (iscrizioni aperte)

I corsi sono finanziati dall’Unione Europea, completamente gratuiti e permettono l’attivazione dell’apprendistato duale. Dopo la conclusione del percorso di qualifica è sempre possibile proseguire verso il diploma quadriennale o quinquennale.

●       Operatore meccanico industriale – corso triennale di qualifica

●       Operatore alla riparazione dell’autoveicolo – corso triennale di qualifica

●       Operatore dei Servizi e dei Sistemi Logistici – corso biennale di qualifica (con crediti in ingresso maturati in precedenti esperienze di istruzione o formazione professionale)

●       Accompagnamento alla scelta professionale – annuale (con possibilità di inserimento in più settori professionali quali meccanica, saldocarpenteria, servizi)

Corsi annuali per adulti – programma GOL –  (iscrizioni aperte)

Nell’ambito del programma sviluppato in sinergia con i Centri per l’Impiego sono sempre in fase di attivazione corsi riferiti ai seguenti profili, per l’inserimento e il reinserimento lavorativo di giovani e adulti disoccupati:

●       Addetto magazzino e logistica

●       Addetto conduzione macchine utensili a Controllo Numerico

●       Conduttore  programmatore macchine utensili a Controllo Numerico

●       Operatore specializzato servizi e-commerce

CONTATTI

Corso Acqui 400 – Alessandria
Telefono: 0131 – 341364
Mail orientamento.alessandria@cnosfap.net
servizilavoro.alessandria@cnosfap.net
Web: alessandria.cnosfap.net

Avvenire – “Essere in ascolto e in rete”: la sfida di exallievi e allieve delle FMA

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sul convegno europeo della Confederazione mondiale Mornese exallieve/i delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

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«Siamo famiglia che ascolta e interagisce in rete»: è il tema del convegno europeo della Confederazione mondiale Mornese exallieve/i delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) a cui partecipano oltre 100 delegati e delegate giunti a Valdocco da Italia, Francia, Belgio, Spagna e Portogallo.

Apertosi giovedì scorso, l’incontro si è concluso domenica, con la celebrazione della Domenica delle Palme nella Basilica di Maria Ausiliatrice, nella Casa Madre dei salesiani – dove si venerano le spoglie mortali di don Giovanni Bosco e di madre Margherita Mazzarello, fondatrice delle FMA.

Il raduno, come spiega Olivia Furlan, vicepresidente della Confederazione, è anche

«un’occasione di gioia per ritrovarci e riabbracciarci come famiglia come abbiamo vissuto con commozione in apertura dei lavori».

Un tema profondo «che ci rilancia nel cammino carismatico dell’essere e dell’appartenere alla grande famiglia, generata dal cuore di don Bosco» ha sottolineato suor Chiara Cazzuola, madre generale dell’Istituto FMA nel suo messaggio.

«Abbiamo terminato da alcuni mesi la celebrazione del 150° del nostro Istituto e dopo un lungo periodo di lontananza fisica a causa della pandemia vi ritrovate per rinvigorire il senso di appartenenza nella terra santa di Valdocco, dove tutto ha avuto inizio. La vostra presenza porti, in Europa, nell’intera famiglia umana e nella Chiesa, luce, speranza e fraternità». E al confronto su «Siamo famiglia» è stata dedicata la giornata di venerdì riflettendo su come nelle varie realtà dell’associazione in Europa – scuole, oratori, centro giovanili, parrocchie – si vive oggi la bellezza di essere famiglia come «chiamata a prendersi cura dell’altro».

Dopo la visita al «Museo Casa don Bosco e nei luoghi della Torino del santo dei giovani, il focus del convegno: «Una famiglia in rete», una «trama di relazioni dove il sostegno vicendevole e lo scambio di doni contraddistinguono la vita dell’Associazione sia al suo interno sia nelle sue relazioni all’esterno» spiega suor Gabriela Patiño, colombiana, delegata mondiale della Confederazione.

«Siamo una rete, un tessuto prezioso ricamato da ognuna ed ognuno, realizzato insieme con tanto amore se siamo capaci aprire nostre le braccia. La nostra è una associazione interreligiosa, che nel mondo accoglie tutti coloro che condividono il carisma salesiano».

Federica Storace, insegnante, scrittrice e cooperatrice salesiana ha introdotto il tema con intervento sull’«Intreccio di armonia nelle relazioni» evidenziando come oggi, in controtendenza alla cultura dell’indifferenza, dello scarto e della libertà che sconfina nel narcisismo, le relazioni diventano «luogo» privilegiato di incontro:

«Per questo la nostra associazione, riflettendo sui valori fondamentali ereditati dai nostri santi fondatori, guarda al futuro per cogliere le sfide di questo tempo di grandi cambiamenti ed instabilità, di disagio giovanile dilagante. Una stagione non troppo diversa in fondo dalla realtà colta nell’Ottocento da don Bosco e madre Mazzarello “maestra del rammendo umano” e trasformata in capolavori educativi di relazione e interazione con la società loro contemporanea».

L’oratorio Sacro Cuore di Gesù esce in strada su via Nizza – LA VOCE E IL TEMPO

L’oratorio del Sacro Cuore di Gesù esce in in strada in via Nizza in occasione della Festa di Primavera e dei 150 anni dalla nascita.

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Da un articolo di Chiara Baccaglion su LA VOCE E IL TEMPO:

 

In via Nizza l’oratorio del Sacro Cuore di Gesù esce in strada per la Festa della Primavera con tanti volontari, stand e animazione: la parrocchia, sede di uno dei poli caritativi più grandi e longevi di Torino, ha aperto le sue porte alla città lo scorso 19 marzo, in occasione della kermesse organizzata dall’associazione «E’vviva» dei commercianti di via Nizza.

Davanti al santuario del Sacro Cuore, che quest’anno festeggia 150 anni dalla posa della prima pietra, i volontari hanno coinvolto gli abitanti del quartiere nelle attività dell’oratorio e della parrocchia. Così la comunità locale si è affacciata sul mondo brulicante di iniziative degli oltre cento volontari del Sacro Cuore: passeggiando tra la strada e la chiesa, molti hanno colto l’occasione per ascoltare, raccogliere informazioni e farsi coinvolgere dalla testimonianza di chi ha scelto non solo di abitare il quartiere, ma di costruirlo ogni giorno mettendosi al servizio di chi ci vive o di chi ci passa.

Al Sacro Cuore c’è chi dedica il proprio tempo libero ad animare il sabato pomeriggio dei più piccoli, tra giochi e merende, all’ombra del murale «The Wall of Inclusion», chi mette la propria professionalità al servizio degli studenti che frequentano il doposcuola in oratorio (aperto dal lunedì al giovedì dalle 16 alle 18), chi si dedica con solidarietà a chi è in difficoltà nel polo caritativo e nella nuova mensa di via Brugnone.

Tra i colori e i profumi del quartiere, la Festa della Primavera ha fatto spazio anche alle torte dei nonni e dei ragazzi dell’oratorio, sfornate per raccogliere i fondi necessari a finanziare il viaggio verso Lisbona dei venti giovani che dall’1 al 6 agosto parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù.

Nel frattempo, in oratorio, proseguono gli incontri settimanali dei gruppi che coinvolgono i ragazzi dagli undici anni in su, on line si sono aperte le preadesioni per l’Estate Ragazzi e i Campi Estivi e anche le iscrizioni al corso per diventare animatori, così da entrare a far parte di una famiglia che conta più di quaranta giovani, impegnati ad accompagnare bambini e ragazzi in un percorso di crescita.

Per informazioni sulle attività è possibile visitare il sito scgtorino.it.

Parrocchia San Pietro in Vincoli Cavoretto: è nato l’Oratorio! – LA VOCE E IL TEMPO

Alla Parrocchia San Pietro in Vincoli a Cavoretto nasce l’Oratorio, rivolto ai bambini, ragazzi e famiglie del quartiere collinare.

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Da un articolo di Marta Gentile su LA VOCE E IL TEMPO:

 

A Cavoretto, sulla collina torinese, ora c’è l’oratorio! La parrocchia San Pietro in Vincoli (via San Rocco 30/32 – Torino), punto di riferimento importante per il borgo, negli ultimi mesi ha costruito una vera e propria proposta oratoriana rivolta ai bambini, ai ragazzi e alle famiglie del quartiere collinare.

Sottolinea il parroco don Maurizio De Angeli:

«Non bastano le mura per creare un oratorio, c’è soprattutto bisogno di persone che lo animino e se ne prendano cura».

L’apertura dell’oratorio è nata dalla volontà di creare uno spazio di ritrovo e di comunità; sono state proprio le famiglie del borgo, già coinvolte in diverse attività della parrocchia, a decidere di riunirsi e di organizzare una serie di laboratori, come quello di cucina e quello di argilla per i ragazzi delle medie.

Oltre alle famiglie e agli adulti anche alcuni ragazzi più grandi si sono resi fin da subito disponibili per prestare servizio come animatori dei più piccoli. Così tutte le fasce d’età sono state coinvolte nelle iniziative promosse dal neonato oratorio.

L’avvio delle attività oratoriane rappresenta non solo la volontà di creare una presenza educativa e di aggregazione per i giovani, i bambini e gli adulti, ma anche di costruire un luogo di ritrovo che possa, piano piano, contribuire ad animare la vita del borgo e che diventi, di conseguenza, un punto di riferimento per la comunità intera.

Uno dei prossimi appuntamenti comunitari si terrà venerdì 31 marzo con la Via Crucis che coinvolgerà le parrocchie di Pilonetto, Fioccardo e di Cavoretto. Per questa occasione tutte le stazioni saranno preparate, infatti, dai ragazzi e da oltre 200 famiglie delle tre parrocchie che si occuperanno di creare disegni e proporre le meditazioni per le varie stazioni. La Via Crucis passerà da tutte le tre comunità parrocchiali per concludersi nella chiesa parrocchiale di Cavoretto.

Per informazioni sulle attività dell’oratorio di Cavoretto: tel. 011.0266499, mail parr.cavoretto@diocesi.to.it, pagina Facebook «Parrocchia San Pietro in Vincoli Cavoretto», dove vengono pubblicate le foto dei laboratori e delle iniziative proposte dall’oratorio.

CFP Valle d’Aosta: corsi gratuiti per la conduzione di trattori agricoli o forestali e piattaforme di lavoro mobili elevabili

Il CFP della Valle d’Aosta ha aperto le iscrizioni a vari corsi di abilitazione, con rilascio di patentino, per adulti dai 25 ai 67 anni. Di seguito i dettagli nella notizia a cura del sito del CFP e il sito AostaSera.

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Sono aperte le iscrizioni ai corsi di abilitazione, con rilascio di patentino, organizzati dal CNOS-FAP RVDA – Don Bosco e cofinanziati dalla RAVDA attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE), rivolti ad adulti ai 25 ai 67 anni non compiuti.

I singoli percorsi prevedono un massimo di dieci partecipanti, domiciliati o residenti in Valle d’Aosta, ai quali è richiesto il possesso di patente B e la conoscenza della lingua italiana a livello B1.

Ciascun percorso prevede moduli sulla sicurezza generale e specifica con rilascio di attestazioni ai sensi del D.lgs. 81/2008. In esito ai percorsi è previsto il rilascio della specifica abilitazione (patentino), ai sensi dell’accordo Stato- Regioni del 22/02/2012.

Le lezioni teoriche si svolgeranno a Châtillon e Aosta; le lezioni pratiche invece a Saint Pierre. E’ prevista la corresponsione di una indennità di frequenza al termine dei corsi, che sarà erogata secondo le Direttive vigenti del FSE.

Articolazione dei percorsi

Addetti alla conduzione di trattori agricoli o forestali su gomme

La scadenza delle iscrizioni è fissata al 13/03/2023.

Il corso si svolgerà dal 20/03/2023 al 14/04/2023, in orario diurno, su giornate da 4 o 8 ore, per un totale di 76 ore di formazione.

La selezione dei partecipanti sarà svolta a partire dal 15/03/2023.

Indennità di frequenza pari a 285,00 euro.

Addetti alla conduzione di piattaforme mobili elevabili (PLE) con e senza stabilizzatori

La scadenza delle iscrizioni è fissata al 20/03/2023.

Il corso si svolgerà dal 28/03/2023 al 04/05/2023, in orario diurno, su giornate da 4 o 8 ore, per un totale di 136 ore di formazione.

La selezione dei partecipanti sarà svolta a partire dal 22/03/2023.

Indennità di frequenza pari a 510,00 euro.

Modalità di iscrizione

Gli interessati possono iscriversi presso la Segreteria del CNOS/FAP RVDA – Don Bosco, previo appuntamento, o tramite email segreteria@cnosfapvda.it

Documenti necessari per formalizzare la propria candidatura:

  • Domanda d’iscrizione FSE scaricabile dal sito www.cnosfapvda.it
  • Fotocopia di un documento d’identità in corso di validità
  • Modulo di iscrizione al Centro per l’Impiego
  • Curriculum vitae, possibilmente in formato Europeo

Per informazioni e iscrizioni

CNOS/FAP RVDA – Don Bosco

I corsi saranno erogati in stretta collaborazione con i partner del progetto: Confartigianato VdA, Cna VdA, Confindustria VdA, Ente Paritetico Edile della RAVDA.

Un futuro per le donne vittime di tratta la felicità negata verso nuove prospettive – Torinosette

Si pubblica l’articolo che Torinosette (La Stampa) ha dedicato al progetto Fast del CNOS-FAP Piemonte in aiuto delle donne vittima di tratta.

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Speciale PROGETTO FAST A.MANZONI & C. SERVIZI PROMOZIONALI IL PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE CNOS-FAP REGIONE PIEMONTE

Un futuro per le donne vittime di tratta la felicità negata verso nuove prospettive

 

Si chiama Fast, ed è un progetto di inclusione socio-lavorativa rivolto alle donne vittime di tratta che riescono così a sperare in un futuro e rifarsi una vita, quella che la violenza fino a ieri aveva loro negata. La luce in fondo al tunnel.

Lo promuove l’associazione Cnos-Fap Regione Piemonte assieme ad altre 5 organizzazioni: Croce Rossa Italiana (Capofila di progetto), International Rescue Committee, Croce Rossa Britannica Regno Unito, Croce Rossa Olandese Paesi Bassi, Consiglio Greco per i rifugiati Grecia.

Il progetto ha delineato un programma volto a promuovere e sviluppare le competenze personali e professionali di gruppi di donne e ragazze, anche attraverso metodologie di gestione dello stress e di condivisione delle dinamiche interculturali nel Paese ospitante, contestualizzate in un processo di empowerment personale basato su interventi ad hoc, sostenuti anche a livello psico-sociale.

Anche il Piemonte dunque è attivo su questo fronte. Sul territorio di Torino e provincia è stato sviluppato un percorso di individuazione delle persone vulnerabili e la costruzione di percorsi ad hoc che hanno facilitato l’inserimento lavorativo di donne sopravvissute. Spiega Carlo Vallero, direttore pianificazione e sviluppo – Servizi al lavoro di Cnos-Fap Regione Piemonte:

“Ci siamo inseriti come partner sul territorio piemontese e abbiamo portato avanti un progetto per donne vittime di tratta, in prevalenza di origini sub-sahariane”.

“Ne abbiamo individuate una settantina, quasi tutte sul territorio della Città Metropolitana, e dopo una selezione abbiamo iniziato con una ventina di loro un cammino sviluppato su più step. Le abbiamo inserite in un percorso formativo tenutosi alla casa Salesiana Michele Rua, in Barriera di Milano. Qui, hanno iniziato un percorso di autonomia e di allontanamento fisico ed emotivo dalle situazioni di violenza, imparando un mestiere”.

Quale?

“A gestire una casa, a cucire, rammendare e fare le pulizie. In altre parole sono diventate collaboratrici domestiche, ma con una particolare attenzione all’accudimento delle persone anziane”.

Anche il quartiere ha vissuto con entusiasmo l’evolversi di questo progetto.

“Si è avviata un’attività di stage operativo (training the job) così che queste donne potessero diventare consapevoli di ciò che hanno appreso. Inoltre si sono messe in campo misure di sostegno come il rimborso delle spese di viaggio, in modo da facilitare la frequenza delle attività formative”

aggiunge Carlo Vallero. Il risultato?

“Queste donne sono state prese in carico dai nostri Servizi al lavoro che progressivamente le hanno inserite là dove c’era richiesta”.

Non solo: a cinque di loro, particolarmente meritevoli, il progetto Fast ha finanziato il conseguimento della patente di guida.

Ora, la “mission” si sta felicemente concludendo, ma presto si apriranno altre opportunità.

Valsalice, torna il talent degli studenti – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marina Lomunno, apparso su La Voce e il Tempo, dedicato al talent “Tu si que Valsales, un talento per don Bosco” dell’Istituto Valsalice.

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Torna «Tu si que Valsales, un talento per don Bosco», il talent dell’Istituto Valsalice edizione 2023.

Dopo le selezioni avvenute lo scorso 28 gennaio, sabato 25 febbraio alle 21 nel teatro dell’Istituto salesiano di viale Thovez 37 va in scena la finale in diretta YouTube sul canale di Valsalice.

Sul palco gareggeranno i 13 allievi e allieve della scuola media e del liceo selezionati per le migliori canzoni da una giuria di qualità.

Premi anche per la miglior performance musicale e il miglior video: nella scelta del vincitore, come nelle altre edizioni, «peserà» anche il voto social di chi è connesso da casa.

Coordinano il festival con Marco Montersino, professore-musicista di Lettere al liceo, lo staff della web radio della scuola «ValsOnAir» e «Gen Z now», associazione di studenti torinesi ideatori del «ToVision», il festival canoro giunto alla seconda edizione a cui parteciperanno gli istituti superiori torinesi in programma il prossimo maggio nel Teatro Valdocco.

Il vincitore della finale di sabato rappresenterà l’Istituto Valsalice al «ToVision»: lo scorso anno furono ben 12 le scuole cittadine che presero parte alla gara, lanciata da due liceali di Valsalice.

E non finisce qui: venerdì 10 marzo, in occasione dei 10 anni dalla messa in onda di «ValsOnAir», si terrà una maratona radiofonica no stop dalle 7.30 alle 24.

Gli istituti superiori che desiderano partecipare al «ToVision» devono inviare una mail a: eventi@liceovalsalice.it.

Per informazioni: www.liceovalsalice.it.