156° Mandato missionario nel 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana

Da infoANS.

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Nel pomeriggio di martedì 11 novembre 2025, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, cuore pulsante del carisma di Don Bosco, si è svolta la celebrazione del mandato missionario dei Salesiani di Don Bosco (SDB) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in occasione del 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana.

La celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore, Don Fabio Attard, e concelebrata da vari consiglieri generali, numerosi missionari, Ispettori e Delegati Ispettoriali per l’Animazione Missionaria (DIAM), ha visto anche la presenza della Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre  Chiara Cazzuola, accompagnata da alcune delle sue Consigliere e una rapppresentanza di suore FMA, segno di una comunione viva e missionaria tra le due famiglie religiose.

Un ricordo che diventa missione

Nella sua introduzione alla celebrazione, don Michele Viviano, Rettore della Basilica, ha rievocato con emozione la sera dell’11 novembre 1875, quando Don Bosco salutò i primi dieci missionari in partenza per l’Argentina: “Chi sa che questa partenza e questo poco non siano come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta?”, diceva Don Bosco tra le lacrime e la speranza.

Oggi, dopo 150 anni – ha proseguito don Viviano – vogliamo ringraziare, ripensare e rilanciare”:

  • Ringraziare per i 10.700 missionari che, in questo secolo e mezzo, hanno portato il carisma salesiano in 137 Paesi del mondo;
  • Ripensare la missione in contesti multireligiosi e secolarizzati;
  • Rilanciare uno zelo missionario rinnovato, vicino ai giovani poveri e a chi ha perso il senso della vita.

“E come allora — ha concluso — anche oggi risuona l’‘inde gloria mea’: da qui la mia gloria! — la gloria di Maria Ausiliatrice, la gloria di Dio, la gloria di Don Bosco e delle sue Congregazioni”.

“Siamo servi inutili”: l’invito del Vangelo a radicarsi in Cristo

Nell’omelia, ispirata al Vangelo di Luca 17, 7‑10 (“Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”), Don Attard ha collegato quel momento di 150 anni fa al mandato di oggi, offrendo tre chiavi di lettura spirituale:

  1. La centralità di Cristo – “Don Bosco non inviava funzionari o amministratori, ma apostoli. Tutto nasce e trova senso solo in Cristo: senza di Lui non possiamo fare nulla, ma con Lui possiamo tutto”
  2. La Fedeltà al carisma – “Conoscere Don Bosco e viverne lo spirito significa lasciarsi plasmare dall’amore educativo, dalla fraternità e dall’allegria evangelica che rendono credibile la missione”.
  3. Servizio ai poveri – “Servire i poveri significa scegliere la povertà evangelica come via di libertà e autenticità; solo una comunità povera e sobria diventa Vangelo vivo”

Ha poi concluso: “Il Signore ci doni la forza del suo Spirito perché, come Don Bosco, viviamo e trasmettiamo la bellezza del Vangelo, radicati in Cristo, fedeli al carisma e servi dei poveri”.

Consegne delle croci missionarie

Dopo l’omelia, il Consigliere Generale per le Missioni, don Jorge Crisafulli, si è avvicinato all’ambone per proclamare i nomi dei nuovi missionari SDB della 156ª spedizione SDB. Uno dopo l’altro, ciascun missionario si è alzato, ha pronunciato con emozione il suo “Eccomi!”, e si è avvicinato all’altare.

Subito dopo, la Consigliera Generale per le Missioni delle FMA, suor Ruth del Pilar Mora Velazco, ha letto i nomi delle nuove missionarie FMA della 148ª spedizione SDB, anch’esse salutate da un corale “Eccomi!” di fiducia e disponibilità.

Il momento più toccante è stato quello della consegna delle croci missionarie: il Rettor Maggiore ha posto al collo dei Salesiani partenti la croce missionaria, mentre la Madre Generale, Madre Chiara Cazzuola, ha posto al collo delle Figlie di Maria Ausiliatrice la croce missionaria, segno di unità nella stessa chiamata missionaria e nella consacrazione ad vitam.

I missionari SDB della 156ª spedizione

Tra le nuove destinazioni figurano Bangladesh, Mozambico, Brasile, Mongolia, Grecia, Turchia, Romania, Thailandia e altri Paesi. Accanto a loro, hanno rinnovato il mandato alcuni missionari di precedenti spedizioni, già operanti in diverse regioni del mondo.

Le missionarie FMA della 148ª spedizione

Provenienti da Vietnam, India, Corea del Sud e Italia, le nuove missionarie FMA partono per le comunità che le attendono in vari continenti, per essere segno di consolazione, fiducia e speranza evangelica tra i giovani.

Un mandato nel segno della gratitudine

La celebrazione si è conclusa con un sentito ringraziamento pronunciato da uno dei missionari a nome di tutti i partenti, che ha espresso gratitudine al Signore, alla Famiglia Salesiana e a coloro che accompagnano e sostengono la missione con la preghiera.

Al termine della Messa, i nuovi missionari SDB e FMA, insieme ai superiori, si sono recati in silenzio e preghiera adavanti alla tomba di Don Bosco, per affidargli la loro missione e chiedere la sua paterna benedizione. Lì, tra raccoglimento e canti, hanno elevato una breve preghiera per i giovani che li attendono in ogni parte del mondo e per tutti i missionari salesiani che li hanno preceduti. Il gesto si è concluso con una foto di gruppo, segno di comunione e continuità nella storia missionaria iniziata 150 anni fa proprio da quella stessa casa.

Davanti all’altare  di Maria Ausiliatrice e alla tomba di Don Bosco, Valdocco ha rinnovato ancora una volta il suo “sì” alla missione: un mandato che, da 150 anni, continua a far fiorire nel mondo la speranza evangelica e il sogno salesiano di essere “segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani”.

Tornarono pieni di gioia: il cammino inizia dal Battesimo

La sera del 13 novembre, la Chiesa di Gesù Adolescente di Torino si è riempita di volti giovani e di attese. È iniziato così il nuovo itinerario spirituale Tornarono pieni di gioia, un percorso di collaborazione tra gli Uffici di Pastorale Giovanile della Diocesi di Torino, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice che vuole accompagnare i ragazzi lungo le tappe della vita di Gesù narrate da Luca.

Il primo incontro, guidato da don Giorgio Garrone, ha avuto come tema il Battesimo – Pregare da figli. Non una lezione, ma un invito: riscoprire la bellezza di sentirsi figli amati, chiamati a un dialogo semplice e confidente con il Padre.

Un cammino che continua

Questo è stato solo il primo passo di un percorso che ci accompagnerà fino alla primavera, prossima tappa il 18 dicembre con Gesù nella sinagoga di Nazareth – La Parola che si compie con suor Sara Perini.

beAMission 2025: vivere la missione

Torino – Valdocco, 8-9 novembre 2025.

Nel cuore delle celebrazioni per i 150 anni della Prima Spedizione Missionaria Salesiana, Valdocco ha accolto giovani, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice da tutta Italia per il beAMission, una convocazione nazionale nata dal desiderio di ritrovarsi, raccontarsi e rilanciare insieme il cammino missionario.

L’evento ha rappresentato la vigilia della 156ª Spedizione Missionaria, celebrata sempre a Valdocco l’11 novembre e presieduta dal Rettor Maggiore don Fabio Attard.

Il beAMission è stata un’esperienza viva: due giorni in cui i giovani hanno riscoperto la bellezza di essere missione prima ancora di fare missione. È proprio questo vissuto condiviso, fatto di ascolto, testimonianze e preghiera, che ha generato fraternità tra tutti i partecipanti.

Un’esperienza di Chiesa in cammino

L’incontro è stato pensato e costruito valorizzando il protagonismo giovanile, a partire dai rappresentanti delle Équipe missionarie regionali. L’obiettivo: trasformare la memoria dei 150 anni in uno slancio verso il futuro, restituendo alla missione salesiana la sua dimensione originaria di slancio apostolico, gioia e servizio.

Dopo l’accoglienza a Valdocco, la visita al Museo Casa Don Bosco ha introdotto i partecipanti nel clima delle origini, permettendo di “toccare” le radici della passione missionaria di Don Bosco e dei primi partenti per l’Argentina. Subito dopo si è svolto il momento formativo con l’intervento di don Jorge Crisafulli, Consigliere generale per le Missioni, che ha offerto una riflessione incisiva su cosa significhi essere missionari oggi: non partire per un altrove, ma abitare la missione dove si vive.

Le sue parole hanno aiutato tutti a comprendere che la missione non è un’azione ma un’identità, un modo di essere che trasforma ogni relazione e ogni luogo.

Mostra, festa e preghiera: la missione si fa racconto

Nel tardo pomeriggio i partecipanti hanno potuto vivere l’inaugurazione della mostra “Splendete come astri nel mondo”, allestita negli spazi del Museo.

L’esposizione — curata con la collaborazione dei vari territori salesiani italiani — racconta storie, volti e progetti missionari dei cinque continenti. Durante l’apertura ufficiale è intervenuto anche don Fabio Attard, che ha richiamato il valore profetico dell’educazione e della presenza giovanile nella missione salesiana: «Ogni giovane che incontra Don Bosco diventa, a suo modo, un missionario».

La serata è poi proseguita in clima di festa, con la Festa Missionaria nel cortile e negli stand preparati dalle diverse realtà regionali. Canti, testimonianze, giochi, piatti tipici: la missione si è fatta racconto e fraternità vissuta. La “buonanotte” in Basilica donata dalla Madre Generale delle FMA, Chiara Cazzuola, ha chiuso la giornata con semplicità e profondità salesiana.

La domenica: dal racconto alla chiamata

Il mattino successivo, i giovani si sono ritrovati per un’esperienza di Living Library, in cui i ragazzi che hanno vissuto un’esperienza di missione  hanno raccontato, come “libri viventi”, le loro storie di servizio e di fede.

A seguire, anche i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice  che si preparano a ricevere il mandato missionario in questi giorni  hanno condiviso con i giovani la loro chiamata al dono totale di sè in terra di missione.

Nel primo pomeriggio, la celebrazione della Messa, presieduta da don Attard, ha rappresentato un nuovo invio missionario per i giovani e ha espresso il senso più profondo dell’incontro: non solo ricordare una partenza avvenuta 150 anni fa, ma rinnovare oggi la stessa passione missionaria nel quotidiano.

Le parole del Rettor Maggiore hanno invitato tutti a guardare avanti con speranza: “Essere missione significa non trattenere nulla per sé: è condividere la vita, il tempo e il Vangelo, con lo stile della gioia salesiana.”  

Una fraternità nata dall’essere missione

beAMission non è stato solo un evento celebrativo, ma un’esperienza di comunione che ha mostrato come l’essere missione generi fraternità.

In questi giorni, i giovani hanno toccato con mano che la missione è un modo di vivere insieme, di mettersi in ascolto, di costruire ponti.

Da Valdocco ripartono ora verso le proprie comunità, più consapevoli che la missione salesiana continua, ogni volta che qualcuno sceglie di donare il proprio tempo, la propria passione e la propria fede per far crescere la vita degli altri.

 

Esercizi Spirituali MGS Giovani e MGS Plus

Il weekend del 29 e 30 novembre tornano gli Esercizi Spirituali dedicati ai giovani universitari e lavoratori: appuntamento doppio quest’anno, con i giovani nati dal 2004 al 2006 al Colle Don Bosco presso la casa Zatti, e i nati dal 1997 al 2003 (compreso) a Pianezza, presso Villa Lascaris (Via Lascaris 4, 10044 Pianezza).

Un’esperienza che per entrambi i gruppi andrà dalle 9.30 di sabato alle 17.00 di domenica e vedrà la predica di don Giorgio Degiorgi SDB al Colle Don Bosco e don Cristian Besso SDB a Pianezza.

Da portare

  • Lenzuola e asciugamani
  • Bibbia o Nuovo Testamento (sarà possibile acquistarne una copia agli esercizi)

Di seguito i dettagli dei due appuntamenti:

EESS MGS – Giovani

nati nel 2006, 2005, 2004

EESS MGS plus – Giovani

nati dal 1997 al 2003 (compreso)

Spedizione Missionaria Salesiana 2025: il sogno di Don Bosco continua da Valdocco

L’11 novembre 2025, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, si terrà la 156ª Spedizione Missionaria Salesiana, uno degli appuntamenti più significativi per tutta la Famiglia Salesiana nel mondo. A centocinquant’anni dalla prima spedizione, avvenuta l’11 novembre 1875 e guidata da Don Bosco verso la Patagonia, la Chiesa di Valdocco tornerà ad essere il cuore pulsante della missione, là dove tutto ebbe inizio.

L’evento avrà come filo conduttore il tema Ringraziare, Ripensare, Rilanciare, espressione di una triplice chiamata che invita a fare memoria grata del passato, a discernere le sfide del presente e a rinnovare l’impegno missionario con lo sguardo rivolto al futuro. Nella Basilica, durante la celebrazione eucaristica, i nuovi missionari provenienti da diversi continenti riceveranno la Croce missionaria, segno del loro invio nel mondo per annunciare il Vangelo secondo lo spirito di Don Bosco.

La data scelta non è casuale: l’11 novembre rappresenta per i Salesiani un giorno di memoria e di rinascita, un’occasione per ravvivare la passione apostolica che ha condotto generazioni di educatori e religiosi a dedicarsi ai giovani, ai poveri e alle periferie del mondo. La Basilica di Maria Ausiliatrice, centro spirituale e simbolico del carisma salesiano, diventa così il punto di partenza per nuove presenze missionarie e, al tempo stesso, il luogo in cui ogni credente è invitato a riscoprire la propria missione quotidiana.

L’appuntamento, previsto per le ore 17:00, vedrà la partecipazione del Rettor Maggiore, dei membri della Famiglia Salesiana, di comunità educative e di giovani provenienti da varie regioni italiane e straniere. Sarà un momento di comunione universale, in cui la gratitudine per la storia si unirà alla responsabilità verso il futuro.

La Spedizione Missionaria non è soltanto un evento religioso, ma anche un messaggio educativo e culturale: ricorda che la missione non è solo partire per terre lontane, ma vivere con spirito missionario ogni incontro, ogni relazione, ogni gesto di servizio. È un invito rivolto anche ai giovani, chiamati a “essere missionari” nei propri ambienti di vita, con coraggio, generosità e passione per il bene.

In un tempo in cui il mondo sembra frammentato e chiuso, la giornata dell’11 novembre sarà un segno di speranza e apertura universale: Don Bosco continua a inviare i suoi figli e le sue figlie là dove i giovani hanno bisogno di essere amati, accompagnati e sostenuti. La Basilica di Maria Ausiliatrice si farà ancora una volta punto di partenza di un sogno che, da Torino, abbraccia il mondo intero.

Sarà possibile seguire l’evento in diretta sul canale YouTube di ANS – Agenzia Info Salesiana:

Savio Club al Colle Don Bosco: 15 o 16 novembre 2025

Tornano i Savio Club al Colle Don Bosco: l’appuntamento dedicato al segreto della santità di Domenico Savio è pronto ad accogliere i ragazzi dalla prima alla terza media il 15 o il 16 novembre 2025.

Due giorni, uno a scelta in base all’esigenza del gruppo, rivolti ai ragazzi e le ragazze che desiderano mettersi in gioco e crescere nella scelta di Dio come compagno della propria vita, seguendo i preziosi consigli di Domenico Savio verso la santità.

Domenico Savio viveva così, e noi?

Programma

  • 9.30 – arrivi
  • 10.00 – inizio
  • 16.00 – S. Messa
  • 17.00 – termine

Il costo per la giornata è di 8 euro, comprensivo di utilizzo ambienti e merenda. Da portare il pranzo al sacco, una penna per scrivere e abbigliamento adatto al gioco.

Per info:

Lettera dell’Ispettore – Ottobre 2025, Conclusione del Mese Missionario

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di ottobre 2025.

Valdocco, 31 ottobre 2025
Conclusione del Mese Missionario

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili, 

un saluto cordiale a tutti/e voi, in questa fine di ottobre 2025. 

Ottobre è il mese dedicato al Rosario e alle Missioni. Avremo certamente invocato con particolare amore e assiduità la Vergine Maria, e continueremo a invocarla per meditare, accompagnati da Lei, i misteri della vita di Cristo. 

Vorrei però in questo momento concentrare la mia attenzione sulla sottolineatura delle Missioni. E non solo perché ottobre è il mese che la Chiesa dedica alla preghiera e alla sensibilizzazione verso la dimensione missionaria, ma perché, come ben sapete, siamo vicini al 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana. Tale appuntamento è stato in un certo senso preparato anche dall’evento gioioso e incoraggiante della canonizzazione di Sr Maria Troncatti, missionaria FMA; e sarà a breve celebrato con una serie di iniziative di cui vi offro in allegato il programma. Programma che per sua massima parte si svolgerà a Valdocco e culminerà l’11 novembre con il Mandato conferito ai componenti della 156° Spedizione Missionaria Salesiana SDB e 148° FMA. 

La dimensione missionaria è fondamentale nel nostro carisma. La Congregazione salesiana è presente nel mondo più di qualsiasi altra congregazione o istituto. Don Bosco ha sentito – anche attraverso i sogni missionari – che doveva rivolgere la sua attenzione non solo ai ragazzi dei sobborghi di Torino, ma a tutti i popoli del mondo. Questo ci viene ricordato attraverso l’articolo 30 delle Costituzioni salesiane, dal titolo: I popoli non ancora evangelizzati. 

I popoli non ancora evangelizzati sono stati oggetto speciale della premura e dello slancio apostolico di Don Bosco. Essi continuano a sollecitare e a mantenere vivo il nostro zelo: ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della nostra Congregazione. 

Con l’azione missionaria compiamo un’opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano. Questa opera mobilita tutti gli impegni educativi e pastorali propri del nostro carisma. 

Sull’esempio del Figlio di Dio che si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli, il missionario salesiano assume i valori di questi popoli e condivide le loro angosce e speranze. 

Tale impegno rimane vivo anche in ispettoria, una ispettoria e un territorio che negli anni hanno offerto tantissimi missionari e hanno dato origine attraverso di essi a tante nuove esperienze di Chiesa. All’interno di questo impegno si inscrive non solo l’attuale fronte missionario “carismatico” in Lituania, ma anche l’appello – lanciato il 6 settembre scorso da don Marco Cazzato, nostro animatore missionario – che chiedeva ad ogni casa di poter inviare almeno un partecipante al cammino “Percorso nel Cuore del mondo 25-26”, iniziato proprio domenica 26 ottobre a Valdocco.

Lo slancio missionario però sappiamo bene che è anche proprio di ogni nostra opera: oltre a coltivare la passione per la missio ad gentes, non possiamo negare cheDon Bosco ha vissuto tutta la sua opera educativa e pastorale con spirito missionario, sentendosi chiamato a cercare i ragazzi oltre le mura rassicuranti delle istituzioni ecclesiali, per edificare la “parrocchia dei ragazzi senza parrocchia”. 

È innegabile che oggi tanti ragazzi delle nostre città ci chiedono indirettamente di compiere un’opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano (Cost. 30). Non sanno che cosa è il Vangelo e non hanno incontrato la Chiesa; o, se la hanno incontrata, non hanno ricevuto un’accoglienza familiare, di casa, tale da conquistarne la fiducia. Sappiamo che con loro, da una parte siamo chiamati a ripartire dal primo annuncio della fede; e dall’altra siamo chiamati a metterli in condizione di comprendere il dono preziosissimo della vocazione; dobbiamo far loro capire che il Padre li chiama – chiama ciascuno personalmente – ; che in Cristo li ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (Ef 1,4); e che li ha scelti per un compito unico, irripetibile, originale. 

Il Signore, per intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, benedica tutti i missionari ad gentes, salesiani e non. Ma benedica anche noi, missionari nei nostri ambienti, quartieri e città , chiamati ad annunciare la Buona Notizia della fede a tanti ragazzi non ancora raggiunti dal Vangelo. 

Con affetto in Don Bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Primo incontro GxG: riscoprire la Chiesa come corpo ecclesiale composto di tante membra

Nel weekend del 25 e del 26 ottobre oltre 100 ragazzi si sono ritrovati presso la sede FMA di Valdocco per il primo incontro dei Gruppi Ricerca GxG, un cammino di crescita aperto a chi vuole approfondire il proprio percorso di discernimento in stile salesiano.

Per rompere il ghiaccio, il tema del primo appuntamento “Che cosa è la Chiesa? Corpo ecclesiale composto di tante membra” è stato affrontato a partire da un grande gioco di gruppo in Piazza Maria Ausiliatrice. Subito dopo, i ragazzi si sono divisi in gruppi per un momento di conoscenza: ognuno ha condiviso il proprio nome e le aspettative per il cammino dei Gruppi Ricerca, tracciando insieme le prime linee di un percorso che sarà sia personale che comunitario.

Il cuore della giornata è stato l’incontro con i testimoni: sei volti per una sola Chiesa, ciascuno esempio di una vocazione diversa:

  • una coppia di sposi
  • una catechista
  • un giovane SDB
  • una giovane FMA
  • un educatore
  • una volontaria Caritas

Attraverso le loro parole, i ragazzi hanno potuto scoprire come la Chiesa si incarni nella vita quotidiana, nelle relazioni, nel servizio e nella fede vissuta con autenticità.

A concludere la giornata un momento di gioco e l’Adorazione.

La domenica mattina ha offerto spazio alla Lectio Divina e ad un momento di tempo personale in cui riflettere per interiorizzare quanto vissuto.

A concludere il weekend, la celebrazione della S. Messa, per salutarci con la certezza che il cammino non finisce qui: prossima tappa il 22-23 novembre!

 

Corsa dei Santi il 1° novembre 2025, atleti per la Pace: attivo il numero per gli SMS solidali

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Giubileo a Roma: atleti per la Pace

Il progetto di Missioni Don Bosco “Educazione per tutti” a Calcutta

Nel cuore del Giubileo 2025, la Corsa dei Santi torna a Roma come segno di speranza e impegno. Non è soltanto una manifestazione sportiva, ma un gesto corale di festa e solidarietà, un’occasione per ribadire pubblicamente il desiderio di Pace in un tempo segnato da troppe guerre e divisioni.

La Corsa dei Santi parte da piazza San Pietro e termina lì dopo 10 km di tracciato. Ogni anno sostiene un progetto di Missioni Don Bosco. Nel 2025 i riflettori si accendono sui bambini di Howrah e Calcutta, nel Bengala Occidentale, dove i salesiani realizzano il programma “Educazione per tutti”. Ventuno scuole di strada accolgono oltre 760 bambini che vivono nelle baraccopoli, mentre altri 2.500 ricevono orientamento, supporto psicologico e assistenza sanitaria di base. L’obiettivo è restituire loro dignità, istruzione e futuro.

Per la raccolta delle donazioni è attivo il numero per gli SMS solidali 45589.

La Corsa dei Santi è organizzata dalla Società sportiva Acsi Italiatletica nella persona del presidente Roberto Debenedittis su licenza della Prime Time Promotions. Alla conferenza stampa saranno presenti gli atleti Andy Diaz (bronzo olimpico nel salto triplo) e Stefano Oppo (8 medaglie europee nel canottaggio) testimonial della Corsa insieme con Sofia Goggia (campionessa olimpica nella discesa libera, vincitrice di quattro Coppe del Mondo e di due medaglie mondiali) e con Gregorio Paltrinieri (campione europeo in carica nella 5 km stile libero).

Racconti di Missione: Tunisia

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza. Di seguito il resoconto della coppia partita per Manouba, in Tunisia (Africa).

La nostra esperienza in Tunisia

Missione in Tunisia: tre settimane di vita e di futuro

Un gruppo di sette persone – cinque giovani e due accompagnatori – ha vissuto questa estate tre settimane di missione nella comunità salesiana di Manouba, alle porte di Tunisi. L’esperienza è stata il frutto del “Percorso nel cuore del mondo”, cammino annuale di animazione missionaria che prepara i giovani a vivere un’estate di servizio. Ogni gruppo del percorso viene inviato in una diversa realtà: a loro è stata affidata la Tunisia, un Paese dove la Chiesa è piccola ma ricca di vita.

La comunità salesiana di Manouba è insieme scuola e oratorio. In una terra a maggioranza musulmana, la testimonianza cristiana non passa attraverso grandi manifestazioni, ma ci è stata trasmessa attraverso la vicinanza quotidiana: pasti condivisi, momenti di preghiera, attività educative e semplici gesti di fraternità che ci hanno fatto sentire davvero parte di una famiglia.

Il cuore dell’esperienza è stato l’Estate Ragazzi, che a Manouba dura sette settimane e che noi abbiamo vissuto negli ultimi venti giorni, affiancando gli animatori locali. Giochi, laboratori, gite, momenti di riflessione e di preghiera: tutto contribuiva a creare un’oasi in cui bambini e adolescenti si sentivano accolti, liberi e guardati con fiducia. In una realtà dove spesso mancano spazi sicuri, l’oratorio diventa davvero un luogo che apre al futuro.

Accanto al servizio, c’è stato l’incontro con le persone e le comunità. Abbiamo toccato con mano le difficoltà delle famiglie – la povertà, i lavori faticosi, le disuguaglianze – ma anche la forza di una Chiesa piccola e viva, che sa testimoniare con coraggio e gioia. La visita alle comunità cristiane del territorio – dalla cattedrale di Tunisi alle Suore di Ayn Darahim, fino alle Figlie di Maria Ausiliatrice di Menzel Bourghiba – ci ha fatto respirare l’universalità della Chiesa. Momenti come la processione dell’Assunta a La Goulette, che unisce cristiani e musulmani in un’unica festa di popolo, ci hanno ricordato che il Vangelo sa costruire ponti di fraternità.

In tutto questo, ciò che ci ha colpito è stata la semplicità con cui la fede si manifesta: una cena condivisa, una testimonianza dopo la Messa, una serata passata in fraternità. La missione si regge su questa prossimità quotidiana, capace di unire persone di culture e religioni diverse. Anche le uscite al mare con i ragazzi, o la visita a Cap Angela – il punto più a nord dell’Africa – sono diventate occasioni per rafforzare legami, vivere la bellezza e aprire i cuori.

Punti di forza

Tre settimane a Manouba ci hanno fatto scoprire alcune ricchezze decisive. La prima è l’attualità del Vangelo: in un contesto dove la fede cristiana è minoranza, la Parola di Dio risuona con forza e suscita domande anche in chi non conosce Cristo. Lo ha ricordato il vescovo Nikolà celebrando a Manouba: il Vangelo opera anche attraverso chi appartiene ad altre religioni, aprendo cammini di ricerca e di vocazione.

La seconda è l’universalità della Chiesa: religiosi e religiose provenienti da ogni parte del mondo – Italia, Congo, Vietnam, Kenya, Giordania – che vivono insieme e testimoniano la fraternità dei figli di un unico Padre. L’accoglienza che abbiamo sperimentato ci ha fatto sentire parte di questa comunione.

La terza è la scelta consapevole della fede dei cristiani tunisini: qui andare a Messa non è un’abitudine, ma una decisione coraggiosa e quotidiana. Pregare, accostarsi ai sacramenti, testimoniare il Vangelo diventa un atto libero e gioioso. La celebrazione del 15 agosto, come dicevamo, ne è stata un segno luminoso: comunità diverse, autorità civili e musulmani uniti sotto lo sguardo di Maria.

Le sfide

Naturalmente, non sono mancate difficoltà che ci hanno interrogato. La povertà è reale: molti ragazzi arrivano all’oratorio con vestiti consunti, segno di famiglie che faticano a sostenere il costo della vita. Le strade raccontano disordine, sporcizia e disagio; la microcriminalità, pur non vissuta direttamente, ci è stata descritta come diffusa nei quartieri più poveri.

Eppure, dietro tutto questo, ci sono i volti sorridenti dei ragazzi, la loro voglia di vivere e di costruire un futuro diverso. Lì abbiamo riconosciuto che la missione non è solo osservare problemi, ma lasciarsi contagiare dall’energia vitale di chi spera ancora.

Alcuni aspetti educativi ci hanno fatto riflettere. Ad esempio, la rigidità con cui talvolta vengono applicate le punizioni, senza spiegazioni. Questo ci ha interrogati, ma non in chiave critica: in Italia rischiamo spesso l’estremo opposto, con ragazzi senza punti di riferimento. Forse – come ricorda San Benedetto con la sua “discretio”, madre di tutte le virtù – la via sta nell’equilibrio: unire fermezza e dialogo, autorevolezza e accompagnamento.

Un’altra sfida riguarda il sistema preventivo salesiano: c’è l’opportunità di incarnarne in modo più consapevole e coraggioso i pilastri educativi, trasformandoli ancora di più in prassi quotidiana e condivisa da tutti. Questo richiede tempo e accompagnamento attento, ma può portare grandi frutti con il sostegno dei missionari e attraverso ulteriori occasioni di confronto e collaborazione.

Uno sguardo al futuro

La speranza più grande restano i ragazzi. Sono loro che rendono viva la comunità, che trasformano l’oratorio in un cuore pulsante di vita. Gli animatori locali, pur con i loro limiti, hanno dato una testimonianza forte: la missione non si costruisce con eventi straordinari, ma con una presenza fedele e quotidiana.

Guardando indietro, comprendiamo che la missione in Tunisia non è stata solo un’esperienza estiva, ma una vera scuola di vita. Abbiamo imparato che la fede è una scelta quotidiana; che l’oratorio può essere un’oasi anche nei contesti più difficili; che la Chiesa è davvero universale, capace di parlare tutte le lingue e di abitare tutte le culture.

Ci portiamo a casa i sorrisi dei bambini, le parole semplici dei confratelli e la testimonianza di una Chiesa piccola ma viva nella fede. A Manouba abbiamo sperimentato quanto sia vero che la cura e l’attenzione verso i giovani, come insegnava Don Bosco, è già di per sé una forma d’amore concreta e quotidiana. Questa esperienza continuerà a guidarci nel nostro cammino, ricordandoci che ogni gesto di presenza e attenzione può fare la differenza nella vita di un ragazzo.