29/11: Riflessioni sulla cura del Creato

Dio disse:
«Vi do tutte le piante con il proprio seme,
tutti gli alberi da frutta con il proprio seme.
Così avrete il vostro cibo. Tutti gli animali selvatici,
tutti gli uccelli del cielo e tutti gli altri viventi che
si muovono sulla terra mangeranno l’erba tenera».
E così avvenne. E Dio vide che tutto quel che aveva
fatto era davvero molto bello.
(Genesi 1, 29-31)

Chi avrebbe pensato che la soluzione per la salvaguardia del nostro pianeta fosse contenuta nell’Antico Testamento? Dio ci ha donato una casa speciale: tutte le indicazioni per viverci al meglio sono nella sua Parola.

Fermata Marche, la rassegna di autori e di libri, promossa da Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte, con il patrocinio dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro del Piemonte, propone giovedì 29 novembre 2018, la presentazione del libro di Roberto CavalloLa Bibbia dell’Ecologia” (Editrice Elledici) a partire dalle ore 10,30 presso la sede delle Confcooperative di Corso Francia, 329 a Torino.

Questo nuovo saggio, intitolato “La Bibbia dell’ecologia. Riflessioni sulla cura del Creato”, di Roberto Cavallo, contiene consigli utili e pratici da applicare, per prendersi cura ogni giorno del nostro pianeta. Quando visitiamo una casa che non è la nostra, chiediamo il permesso di entrare, ci puliamo le scarpe, guardiamo solo nelle stanze in cui siamo invitati, consumiamo solo quanto ci viene offerto, domandiamo dove possiamo buttare un rifiuto quando ce ne troviamo uno in mano.
È con questo spirito che dovremmo imparare a stare sulla Terra: il pianeta su cui viviamo, ma che non ci appartiene.

Il Programma della mattinata del 29/10 prevede:

Ore 10,30 – Saluti di Domenico Paschetta, presidente Confcooperative Piemonte e Roberto Forelli, presidente Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte

Ore 10,45 – Introduzione a cura dell’Ufficio regionale della Pastorale Sociale e del Lavoro

Ore 11,00 – Don Valter Rossi, Direttore riviste Editrice Elledici
Franco Borgogno, Giornalista, fotografo e guida naturalistica
Roberto Cavallo, Autore de “La Bibbia dell’Ecologia”

Ore 12 – Dibattito

Ore 13 – Conclusioni a cura di Mario Sacco, vice presidente vicario di Confcooperative Piemonte con delega all’intersettorialità

Interverrà ai lavori il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Piemonte Pietro Di Ciancia. Letture a cura di Stefania Giuliani, attrice (cooperativa O.D.S.).
Conduce Lidia Cassetta, responsabile Comunicazione Confcooperative Piemonte.

 

ROBERTO CAVALLO

L’autore, Roberto Cavallo, è consulente di molti progetti statali e privati, e promuove la sostenibilità con numerose iniziative che hanno un forte seguito classe 1970, vive, lavora e scrive ad Alba (CN). È scrittore, divulgatore scientifico e imprenditore. Co-fondatore, nel 1996, della Cooperativa E.R.I.C.A., di cui attualmente è amministratore delegato. Ha un’ampia esperienza in progetti ambientali a livello locale, nazionale e internazionale. Autore e divulgatore in numerose trasmissioni radio-televisive nazionali (Scala Mercalli, Geo&Geo, Che Tempo Che Fa, Petrolio, Nemo, Unomattina). Autore del progetto narrativo Meno 100 Chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera dedicato alla prevenzione dei rifiuti (con libro, spettacolo teatrale e docufilm), premio Kafka Italia 2011, di Dieci azioni per zero rifiuti (Edizioni Ambiente), dei volumi dedicati a Keep Clean and Run (Fusta Editore) e di oltre 80 tra pubblicazioni scientifico-ambientali, romanzi, poesie, racconti. Protagonista, infine, del docufilm di Mimmo Calopresti Immondezza- La bellezza salverà il mondo. www.robertocavallo.it

Don Artime: “finito il tempo dell’indottrinamento” – #synod2018

Si pubblica l’articolo a cura del SIR – Servizio Informazione Religiosa riguardo le considerazioni del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, a margine del Sinodo dei Giovani.

“Il Sinodo ha insegnato a guardare al mondo giovanile in modo radicalmente diverso da quello usato spesso nella Chiesa; è finito il tempo dell’indottrinamento, dell’imporre agli altri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato’”. Lo ha detto don Angel Fernandez Artime, rettore maggiore dei Salesiani, ieri, durante l’assemblea Usg ad Ariccia. “Il Sinodo ha insegnato che i giovani non sono solo i destinatari – ha aggiunto -, ma anche i protagonisti della missione all’interno della Chiesa; ha invitato tutti, cioè, ad essere ‘giovani per i giovani e con i giovani’”. Don Artime ha evidenziato, inoltre, come “il Sinodo ha ricordato che la vita consacrata ha un valore unico, profetico, per il mondo, per la Chiesa e anche per i giovani”. “Ha invitato tutti i religiosi e religiose a fare scelte forti, chiare e decise nella difesa soprattutto dei bambini, degli adolescenti e dei giovani. Non è più tollerabile la violenza esercitate nelle forme più diverse: nell’ambito della coscienza personale, in campo economico, nella criminalità organizzata, nella tratta di esseri umani, nella schiavitù e nello sfruttamento sessuale, nell’emarginazione e nell’esclusione sociale sofferta da molti giovani a causa di aborti forzati, in tutte le varie forme di dipendenza”. Parola anche a padre Michael Brehl, superiore generale dei Redentoristi, che già prima del sinodo aveva avuto modo di incontrare poco meno di un migliaio di giovani, in varie parti del mondo. “Non sono tanto il ‘futuro’ della Chiesa, ma sono soprattutto il suo ‘presente’ e proprio per questo vogliono spazi dove prendere insieme le decisioni più importanti”.

30/11: “Cittadini di domani. Scuola e competenze per il 21° secolo”

Nell’ambito della manifestazione denominata “Festival dell’Educazione, si terrà – presso l’aula magna dell’Istituto Avogadro di via Rossini 18 a Torino – una tavola rotonda organizzata dalla Fondazione per la Scuola dal titolo “Cittadini di domani. Scuola e competenze per il 21° secolo”. 

L’incontro, che avrà luogo Venerdì 30 novembre dalle ore 16.00 alle 17.30, si inserisce nel vivace dibattito in corso a livello internazionale sulle competenze che gli studenti devono possedere al termine del loro ciclo di studi e sul ruolo che la scuola ha nel favorirne lo sviluppo: si parla di competenze per la vita, e tra queste figurano – oltre a competenze strettamente cognitive – anche abilità personali e relazionali. Intende proporre una riflessione su come promuovere e sostenere le competenze socio-emotive nell’esperienza scolastica quotidiana degli studenti, con particolare attenzione allo sviluppo di competenze di cittadinanza attenta alla complessità e alla multiculturalità, alla prevenzione della dispersione scolastica e all’innovazione didattica attraverso l’impiego delle tecnologie. Si prefigge inoltre di porre attenzione su quali condizioni possono favorire maggiormente il loro progresso e quali modalità possono essere adottate per valutarle.

Programma

Introduce i lavori: Federica Patti, Assessora Istruzione ed Edilizia Scolastica – Città di Torino

Intervengono:

Ludovico Albert, Presidente Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo; Andrea Maccarini, Professore ordinario Sociologia dei processi culturali – Università degli Studi di Padova; Anna Maria Ajello, Presidente INVALSI; Giorgio Chiosso, Professore emerito Pedagogia generale – Università degli Studi di Torino; Damiano Previtali, Dirigente Valutazione del sistema nazionale di istruzione e formazione – MIUR; Juan Carlo De Martin, Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione – Politecnico di Torino.

Elledici racconta il Vangelo con due nuove pubblicazioni

La casa Editrice Elledici pubblica due novità editoriali. La prima a cura di un affermato giornalista, Francesco Antonio Grana,  in un libro che analizza le grandi riforme attuate da Papa Francesco nella Curia romana. L’altra, scritta da un presbitero della diocesi di Acerra, Alfonso Lettieri, in un libro per riscoprire e meditare brani del Vangelo sotto una nuova luce.

Predicate il Vangelo.
La riforma della Curia romana di Papa Francesco

PREDICATE IL VANGELO
La riforma della Curia romana
di Papa Francesco
di Francesco Antonio Grana

Il Vangelo raccontato da chi non ti aspetti

Un libro per tutti che fa bene al cuore
Riscoprire i brani del Vangelo
di Don Alfonso Lettieri
con la Prefazione di Mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra

Don Rossano Sala – Quali sono i frutti del Sinodo?

Si riporta una notizia pubblicata su DonBoscoLand riguardo ai punti salienti che il Sinodo ha prodotto, spiegati da Don Rossano Sala,  Segretario Speciale per il Sinodo sui giovani:

Nel suo insieme il documento ha una visione speranzosa e positiva dei giovani. Li ritiene soggetti capaci di scelte, in grado di sognare cose grandi, abitati della presenza di Dio…

Dopo l’importante servizio reso come Segretario Speciale del Sinodo dei Vescovi sui giovani, don Rossano Sala, SDB, ci aiuta ora a comprendere meglio il Documento finale prodotto dal Sinodo.
Quale visione dei giovani esprime il Documento finale?

Il Documento finale è ampio e articolato. È un documento complesso e intenso, che non va solo letto, ma studiato con molta attenzione, perché è una mappa aggiornata con una certa precisione e meticolosità, nonostante il tempo di lavoro per realizzarla non sia stato molto. Nel suo insieme il documento ha una visione speranzosa e positiva dei giovani. Li ritiene soggetti capaci di scelte, in grado di sognare cose grandi, abitati della presenza di Dio, che a volte va risvegliata con una pastorale capace di proposte significative e graffianti. Una visione che non mi dispiace chiamare “salesiana”, nel senso che affonda le sue radici nell’ottimismo antropologico che viene da san Francesco di Sales. Questo grande santo sta alla base della nostra spiritualità e ci ha trasmesso quella capacità di vedere Dio presente in ogni giovani, anche il più difficile. Don Bosco ha fatto sua questa visione. Mi pare che il Documento finale abbia fin dall’inizio uno sguardo di questo tipo: non nasconde le debolezze dei giovani, ma va in profondità scorgendo la presenza e l’azione di Dio in loro. Non si nascondono quindi le ombre che abitano il nostro tempo, che ci sono ma non prevalgono: vince invece la luce della fede, che sempre cerca la strada buona per arrivare al cuore di ogni uomo, che sempre cerca quel punto accessibile al bene, che mai dispera ma sempre tenta ogni via per portare Dio ai giovani e i giovani a Dio.

Quale ritiene sia il frutto più importante lasciato da questo sinodo?

Il primo capitolo della terza parte fa la differenza. Lì, per così dire, il Documento finale mette il turbo, perché la prospettiva diventa “sistemica”, cioè si passa alla sinodalità, che è il nome giusto per dire a tutti: “Camminiamo insieme con i giovani”. Non si tratta di fare “un’opzione preferenziale per i giovani”, sarebbe ancora troppo poco! È piuttosto una scelta di sinodalità, dove i giovani, in un insieme ecclesiale che raccoglie ogni battezzato, sono i protagonisti. Nessuno nella Chiesa è un semplice “destinatario”, ma tutti abbiamo qualcosa da dare e qualcosa da ricevere, a partire dai giovani.

I giovani sono stati la chiave che ha spalancato le porte della sinodalità nella Chiesa! Questo è un grande risultato, una novità dello Spirito che non era presente nella preparazione del Sinodo, ma che poi ha fatto irruzione, spiazzando qualcuno. È giusto così, lo Spirito del Signore non è mai scontato, ma fa nuove tutte le cose, entra quando meno te lo aspetti e ti fa cambiare direzione, ti apre strade nuove, inimmaginabili e meravigliose.

Il primo frutto di questo sinodo, ben visibile dal Documento finale, è che non si possono problematizzare i giovani perché si sono allontanati dalla Chiesa; va invece verificata e rilanciata la qualità evangelica della Chiesa nel suo insieme. In questo senso si parla di “sinodalità missionaria”: è un termine nuovo, che forse sembrerà un po’ strano, ma in realtà è tanto profondo quanto semplice. Esso afferma che la missione della Chiesa, se non vuole essere proselitismo, deve partire dalla qualità relazionale dei suoi membri, giovani compresi: la comunione ecclesiale non è solo un presupposto, ma è la prima e più importante forma di testimonianza e base per ogni opera missionaria. Formidabile è il n. 118, al cui centro ci sono queste due frasi, che non hanno bisogno di alcun commento, tanto sono chiare: «La messa in atto di una Chiesa sinodale è il presupposto indispensabile per un nuovo slancio missionario che coinvolga l’intero popolo di Dio»; «Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del III millennio».

Qual è il significato profondo di aver scelto il brano evangelico di Emmaus come filo conduttore del documento finale?

Emmaus è stato indicato dalla maggior parte dei Padri Sinodali come referente privilegiato per essere Chiesa significativa oggi per i giovani. Le tre parti del Documento finale si rifanno ai tre momenti fondamentali dell’episodio. Gesù che cammina con loro, ascoltandoli con dolcezza e lasciando che si esprimano dal loro cuore confuso; Gesù annuncia e spezza il pane, riorientando la loro vita; i discepoli ripartono e testimoniano il loro incontro con Gesù. È la storia della Chiesa; è la storia di ogni comunità; è la nostra storia con Dio; è anche la storia di ogni giovane.

La narrazione evangelica è attuale: Gesù spezza il pane per noi come lo ha fatto per quei discepoli la sera di Pasqua, Il significato profondo di tutto ciò sta in un cammino che dobbiamo fare insieme con i giovani e con Dio. Non si può pensare alla Chiesa e ai giovani come a due entità separate; non si può pensare a Dio e ai giovani come entità separate; non si può pensare a Dio e alla Chiesa come a due realtà separate! Emmaus è quindi, ancora una volta, un’immagine di sinodalità, dove lo Spirito del Signore unisce e crea sinfonia tra tutti: unisce garantendo la bontà delle nostre differenze, crea comunione in una nuova armonia.

 

Istituto Tecnico Agrario Salesiano di Lombrasco – Secondo classificato

Si rende noto che:

In data 14 Novembre 2018, per il secondo anno consecutivo l’istituto tecnico agrario salesiano di Lombriasco ottiene un piazzamento decisamente elevato nella graduatoria per la provincia di Torino collocandosi infatti al secondo posto fra gli istituti tecnici tecnologici portando ai vertici della “classifica” un istituto agrario.

 

Strenna 2019: da oggi è disponibile il poster

“La santità è una cosa vicina, reale, concreta, possibile… Non è un ‘di più’ facoltativo, un traguardo solo per alcuni. È la vita piena, secondo il progetto e il dono di Dio” scrive il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nella presentazione della Strenna per il 2019. In attesa di ricevere il video e il commento completo, che verranno consegnati, come di consueto, in prossimità del Capodanno, è da oggi disponibile in rete il poster della Strenna, che richiama e rilancia graficamente l’appello alla santità per tutti.

Dopo quattro anni in cui i poster della Strenna si erano avvalsi del talento di abili disegnatori, la soluzione grafica adottata quest’anno rimette al centro un’immagine il più possibile realistica: uno scatto fotografico. Ma non di quelli dei professionisti; piuttosto, qualcosa di comunissimo e prossimo alla realtà quotidiana dei ragazzi e dei giovani, i quali in tutto il mondo, anche appartenendo a culture e tradizioni diversissime, tutti con i propri smartphone immortalano e condividono le situazioni di ogni giorno. Anche questo è espressione di concretezza e fattibilità “per tutti”.

Nell’immagine, un vero e proprio selfie, compaiono il Rettor Maggiore, una Figlia di Maria Ausiliatrice, e altri giovani e giovani adulti, di quelli che è facile incontrare in oratorio. Sovraimpresso sulla foto si trova il tema della Strenna di quest’anno, ma con delle particolarità: il motto vero e proprio, posto sotto al richiamo evangelico “Perché la mia gioia sia in voi” (Gv 15,11) è rappresentato come un hashtag, nella forma tipica delle storie di Instagram, ed è corredato da un’aureola.

Santità e reti sociali, santità e mondo giovanile non sono in contrasto, anzi: la santità va condivisa come un hashtag appunto: #lasantitàancheperte.

Realizzato dalla “IME Comunicazione”, l’ufficio di comunicazione dell’Ispettoria Italia-Meridionale, su mandato del Dicastero per le Comunicazioni Sociali, il poster è disponibile sin da ora in sei lingue – italianoinglesespagnolofranceseportoghese polacco.

Per chi intende realizzare ulteriori versioni linguistiche, sul sito www.sdb.org è disponibile il file modificabile “con i livelli aperti”.

I poster saranno spediti nelle prossime settimane in tutte le case che già ricevono ANSFoto. Digitalmente, sono disponibili su ANSFlickr e sempre sul sito www.sdb.org

In linea con lo spirito stesso della Strenna, da oggi parte anche la condivisione dell’hashtag e dei poster sulle reti sociali. Ad aprire la strada saranno i profili FacebookTwitter ed Instagram di ANS.

Giornata Mondiale dei Poveri – 18 Novembre 2018

Si rende noto che la prossima domenica, 18 Novembre 2018, si celebrerà, in tutte le diocesi, la seconda Giornata Mondiale dei poveri. Qui a seguire proponiamo una serie di materiali utili per vivere al meglio la giornata:

Sarebbe bello che, come dice il Papa e richiamano i vescovi piemontesi, ogni parrocchia prevedesse un segno di vicinanza ai poveri da vivere in quella domenica, concreto e di tipo relazionale: non una colletta ma un tempo da vivere insieme ai poveri. Caritas Diocesana è disponibile ad aiutare per la progettazione di un tale evento.

La vera differenza tra povero e ricco: Lazzaro e il ricco epulone

 

La domanda è: in Italia c’è un’invasione di migranti? No, è la risposta che si evince dalla 28esima edizione del Dossier statistico immigrazione 2018 Idos, presentato questa mattina a Roma. Non è così.

 

Ci viene detto, anzitutto, che il Signore ascolta i poveri che gridano a Lui ed è buono con quelli che cercano rifugio in Lui con il cuore spezzato dalla tristezza, dalla solitudine e dall’esclusione.
Ascolta quanti vengono calpestati nella loro dignità e, nonostante questo, hanno la forza di innalzare lo sguardo verso l’alto per ricevere luce e conforto. Ascolta coloro che vengono perseguitati in nome di una falsa giustizia, oppressi da politiche indegne di questo nome e intimoriti dalla violenza; eppure sanno di avere in Dio il loro Salvatore.

 

Ufficio Missionario Torino – Incontro con P. Georgeon Postulatore della Causa dei Martiri di Algeria

L’ufficio Missionario Torino (maggiori informazioni qui) organizza un incontro il 15 novembre 2018 alle ore 20.45 presso la sede O.A.S.I. OPERAZIONE MATO GROSSO – Via Gorizia 116 (parcheggio interno da Via Filadelfia) tenuto da P. Thomas Georgeon, monaco trappista e postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria.

L’evento è organizzato da: Ufficio Missionario Diocesano, Operazione Mato Grosso, Rivista Missioni Consolata e Editrice Missionaria Italiana.

È un’occasione importante per conoscere questi testimoni di speranza e una straordinaria esperienza di Chiesa.

 

 

Il cortile dell’oratorio e il contrasto alla povertà educativa

Si riporta qui di seguito l’articolo pubblicato su Vita (mensile dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e, in generale, al mondo non profit) da Vita S.p.a. (la società editrice del magazine Vita) a cura di don Giovanni D’Andrea (Presidente di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS).

Tema dell’articolo: l’oratorio! Buona lettura.

Pubblicata la prima indagine nazionale sugli 8mila oratori d’Italia. L’83% degli oratori ha un doposcuola, l’88% attività espressive, l’83% un gruppo sportivo. L’oratorio che agisce sempre meno da solo e sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete

La casa editrice EDB di Bologna ha pubblicato da poco la prima indagine nazionale sui centri giovanili, commissionata dal Forum degli Oratori Italiani e dal Servizio per la Pastorale giovanile della Chiesa italiana all’IPSOS di Nando Pagnoncelli, che ha curato la redazione del libro “Un pomeriggio all’Oratorio”.

 

 

Nel nostro immaginario l’oratorio è il luogo della socializzazione, del gioco e dello svago. Diversi di noi ci sono passati in giovani età. Lo stesso Pagnoncelli deve all’oratorio di una parrocchia di Bergamo parte della sua formazione quando nella presentazione del testo dice: «intorno ai 13-14 anni il curato ci faceva lezioni di buona politica, ci insegnava ad osservare il quartiere, a farci carico dei problemi degli altri e ci educava alla partecipazione». È quello che don Bosco definisce la formazione «dell’onesto cittadino e del buon cristiano». È indubbio il valore socio-educativo dell’oratorio centro giovanile che insieme alle altre agenzie educative del territorio contribuisce a creare la rete educativa a favore delle giovani generazioni lì presenti. Non è dunque l’oratorio che agisce da solo ma sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete.

Sono poco più di 8.000 gli oratori censiti in Italia, una tradizione che agisce in Italia da 450 anni, dai tempi di San Filippo Neri nella Roma del ‘500. In questi secoli l’oratorio ha saputo adattarsi alle esigenze dei tempi restando sempre nell’alveo dell’educazione oltre che della formazione cristiana dei giovani.

In ambito di contrasto alla povertà educativa una delle attività principe messa in atto dagli oratori è quella del “doposcuola”, l’83% è la media nazionale degli oratori che mettono in atto questo servizio (89% al nord, 83% al centro, 74% al sud). Un servizio che si fonda molto sui volontari. Le attività di doposcuola assumono diverse modalità, da quello semplice dell’aiuto nel fare i compiti alla forma integrata che oltre al classico aiuto nei compiti si aggiungono attività di socializzazione, sportive, di arti espressive (teatro, danza, canto, musica), focus group tematici. Queste ultime attività espressive sono svolte dall’88% degli oratori. Un’altra attività con un forte trend è quella sportiva con l’83%.

L’oratorio offre anche per gli adolescenti e giovani l’occasione di mettersi al servizio in attività di animazione ludica e formativa per i più piccoli il cui momenti clou è in estate con i famosi GREST o Estate Ragazzi e gli immancabili campeggi. Vanno anche considerate le gite elemento in cui si mettono assieme l’aspetto ricreativo, culturale ed ecologico – ambientale, un mix che aiuta il giovane a crescere culturalmente in queste dimensioni. Il coinvolgimento dei giovani si concretizza anche nelle attività caritative e di volontariato.

Va anche considerato un altro aspetto socio-educativo svolto dall’oratorio, quello di essere luogo di inclusione per le diverse etnie che sempre più vivono in Italia. È in oratorio oltre che a scuola che i giovani di “seconda generazione” vivono processi di inclusione e se ben guidati dagli adulti ed educatori possono mettere a frutto la ricchezza che ogni cultura ha in sè. Questo apre anche ad un interessante confronto interreligioso.

Forse parlando di oratorio la nostra mente va a configurare l’immagine di cortili, campi da gioco, sale, biliardini ma questi sono da considerare come strutture. L’essenza dell’oratorio sono le persone, le diverse generazioni che si incontrano, i ragazzi ed i loro animatori più grandi, gli educatori, i genitori da coinvolgere sempre più e sempre meglio nel dialogo educativo: c’è il rischio infatti che l’oratorio sia visto come luogo accuditivo, un “parcheggio ad ore” per cui i genitori possono respirare un po’ e svolgere attività in maniera più libera, ma l’oratorio è invece un luogo educativo aperto alla collaborazione di tutti. Don Michele Falabretti, Responsabile nazionale della Pastorale Giovanile della Chiesa Italiana lo definisce insieme alla scuola “la più grande palestra di umanità e di relazioni umane che si possa immaginare”.

Relazioni umane che rappresentano una valida risposta alla povertà educativa minorile, è nella relazione che le persone si incontrano, si ascoltano ed avviano un dialogo che fa crescere ognuna delle parti, l’adulto chiamato sempre più a vivere da persona significativa ed il minore ad assumersi la sua responsabilità di continuatore ed erede del patrimonio culturale che una comunità educante gli affida e così di generazione in generazione.