Venti poster per ricordare Don Bosco e i suoi detti più famosi

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Don Bosco, uomo di preghiera e d’azione, non solo ha gettato le basi di un immenso movimento di persone che si dedica alla salvezza dei giovani, ma ha anche lasciato a tutti i suoi figli spirituali un grande bagaglio di indicazioni utili per non perdere mai la rotta. Tra quello che era solito ripetere, e che è stato poi raccolto e testimoniato dai suoi contemporanei, e ciò che scrisse in prima persona, ci sono pagine e pagine di aforismi che in maniera netta e con uno stile icastico offrono tuttora indicazioni valide per una vita bella, piena di significato e santa.

In vista della festa di Don Bosco, il Settore per la Comunicazione Sociale ha pensato di selezionare alcuni di questi suoi celebri detti e ne ha realizzato dei semplici, ma accattivanti poster, che insieme all’immagine del santo diffondono ancora oggi i suoi illuminanti pensieri.

Dal pulsante, si possono scaricare le 20 perle che Don Bosco regala a tutti i lettori di ANS e a chiunque ancora oggi voglia mettersi a seguirne le orme.

 

“Tutti nel tuo Sogno”: l’inno per il bicentenario del Sogno dei 9 anni del MGS Italia Meridionale

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Nella solennità di San Giovanni Bosco, il Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia meridionale pubblica la canzone inedita “TUTTI NEL TUO SOGNO”: un inno per festeggiare il bicentenario del sogno dei 9 anni del santo torinese.

Il brano è stato elaborato dai giovani delegati degli oratori SDB e FMA del Sud, in un percorso compositivo cominciato a Novembre del 2023 con un laboratorio di scrittura creativa, tenuto dall’ufficio di Comunicazioni Sociali, durante l’Assemblea territoriale MGS. In questa occasione, ispirazioni, riferimenti musicali, pensieri in rima, sono stati preziosi spunti che hanno avviato il componimento vero e proprio e il progetto di arrangiamento musicale.
Agli inizi di Gennaio, il lancio sui social di un contest per gli interpreti ha visto la candidatura di 40 voci maschili e femminili, dai 12 ai 26 anni, e la selezione finale di 4 giovani che hanno vissuto l’esperienza emozionante dell’incisione negli studi discografici della “Zeus Record” di Napoli.

“Tutti nel tuo sogno” è un manifesto energico e moderno della capacità creativa-educativa, tutta salesiana, di saper trasformare i lupi “che il mondo non riesce a capire” in agnelli, attraverso “un incontro Vero che faccia (…) rivoluzione”. Il testo intende mettere in risalto quel senso di appartenenza dei giovani al sogno profetico di don Bosco e la loro dichiarata volontà di perpetuare la sua proposta, non solo come memoria da celebrare ma bensì come impegno positivo e propositivo al cambiamento. In un mondo in continua trasformazione è chiaro il messaggio finale del brano: “hai scommesso su di me prima che ci credessi io, oggi il tuo sogno non è perso, è diventato anche il mio”.

La canzone è online su YouTube, i canali social con un video lyric e disponibile a breve anche sulle piattaforme digitali di fruizione musicale. Sarà la colonna sonora delle feste MGS di quest’anno e farà da traino per l’avvio a un nuovo grande coro del Movimento dei giovani del sud. Inoltre, accordi, spartiti, basi musicali saranno messi a disposizione di tutti, perché la canzone possa giungere tra le corde di ogni strumento e il suo messaggio risuonare nei cortili delle case salesiane del mondo.

Equipe di esperti a raduno per una revisione del nuovo documento salesiano sulla comunicazione

Dall’agenzia ANS.

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Fare una revisione accurata del nuovo documento sulla comunicazione, che accompagnerà il cammino della Congregazione Salesiana nei prossimi anni: è stato questo l’impegno di una équipe di esperti in mass media e comunicazione, che si è riunita dal 22 al 25 gennaio 2024 a Torino, nella casa salesiana di Valdocco.

Hanno partecipato ai lavori, sotto la guida di don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale: Luca Caruso, giornalista; don Fabio Díaz, Delegato per la Pastorale Giovanile e la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria “San Luigi Bertrando” di Colombia-Medellín (COM); Margherita Ferro, scrittrice; Flavia Trupia; docente di retorica, scrittura e comunicazione, amministratore di “Per La Retorica”.

Durante la permanenza a Valdocco, l’équipe ha avuto l’opportunità di incontrare il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, e i membri del Consiglio Generale della Congregazione, vivendo in un clima di fraternità e di condivisione del carisma salesiano, che ha favorito la riflessione e il lavoro del gruppo.

L’incontro degli specialisti si è svolto, inoltre, anche nel giorno della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e grande comunicatore, scelto da Don Bosco quale modello e da cui deriva il nome della Congregazione.

La sua festa è stata celebrata con una Messa solenne presieduta dal Rettor Maggiore nella Basilica di Maria Ausiliatrice, la sera del 24 gennaio.

A conclusione dei lavori, don Gildasio Mendes ha ringraziato i partecipanti per il loro grande impegno e la loro dedizione nella revisione del testo. Adesso, sulla base delle proposte e dei suggerimenti raccolti, sarà preparata una seconda bozza del documento, sulla quale si continuerà a lavorare.

Nel prossimo mese di giugno, poi, il testo sarà presentato al Consiglio Generale, per lo studio e la revisione finale.

Cagliero 11 – “Per i malati terminali” – Febbraio 2024

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°182 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Febbraio 2024.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché i malati nella fase terminale della propria vita, e le loro famiglie, ricevano sempre la cura e l’accompagnamento necessaria, sia dal punto di vista sanitario che da quello umano.

Per i Salesiani anziani e gravemente malati della Spagna.

Cari amici,

mi chiamo Mateo Del Blanco e sono stato nominato Responsabile della Delegazione Nazionale di Animazione Missionaria in Spagna. La mia vita salesiana è stata incentrata sulla scuola, su compiti educativo-didattici, per cui il tema delle Missioni è stato poco presente nelle mie occupazioni. Facendo parte della Procura Missionaria di Madrid e assumendo quest’anno la responsabilità della Delegazione Nazionale, sono pienamente immerso in questo impegno e, mentre cercherò di fare del mio meglio, incoraggio coloro che sono già coinvolti, a continuare a promuovere le Missioni, ognuno nel proprio ambiente, come mezzo per vivere meglio la vita cristiana nella monotonia della vita quotidiana.

Un abbraccio fraterno,

Don Mateo Del Blanco, SDB

Delegato Nazionale dell’Animazione Missionaria per la Spagna

Nella festa di San Francesco di Sales è nato “Cube live”, il magazine digitale dello IUSVE

Dall’agenzia ANS.

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È nato in occasione della festa liturgica di san Francesco di Sales “Cube live” il magazine dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE), estensione della testata “Cube radio”, che dal 2019 offre un servizio di informazione e digital reporting alla famiglia accademica.

“Cube live” utilizzerà anche applicazioni governate dall’Intelligenza Artificiale per completare i contenuti messi in forma dalla redazione e proporrà contributi formativi nell’ambito dell’educazione all’uso critico degli schermi digitali.

“Prendendo spunto dall’operato di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – ha spiegato don Nicola Giacopini, Direttore dello IUSVE – desideriamo mantenere anche attraverso questa nuova opportunità di comunicazione un costante contatto con il territorio e, nel contempo, rinsaldare la rete di comunicazione interna. Il magazine dell’istituto universitario ci permetterà di perseguire uno dei nostri principi fondanti, ovvero l’impego nella ricerca della verità e nella missione formativa, in sintonia con i valori evangelici e la tradizione educativa salesiana”.

Sono in preparazione in questi giorni i formatBites”, che metterà in evidenza le eccellenze nate in seno all’Istituto universitario e “Iusve international”, su stage e periodi di studio all’estero sperimentati dagli studenti.

“Si tratta di un servizio digitale – ha spiegato Marco Sanavio, Direttore della comunicazione istituzionale dello IUSVE – che farà sintesi dell’intensa attività della famiglia accademica, mettendone in evidenza i valori e facendo emergere le istanze che provengono dalla comunità degli studenti: dal paradigma dell’Ecologia integrale che coinvolge tutte le componenti dell’Istituto, agli orizzonti di alto profilo tracciati dalla ricerca e dalla terza missione”.

Tra gli studenti che contribuiranno alla redazione del magazine ci sono Valerio Bertoncin (sede di Venezia) e Fabrizio Rospo (sede di Verona) insieme agli “IUSVE ambassador”, un gruppo composto da Giulia Compagnin, Elisa Filippini, Stefano Girotti e Ginevra Visioli che si occuperà dell’animazione dei social media dell’Istituto universitario.

Il magazine “Cube live” verrà pubblicato nella sua versione integrale e sarà pienamente operativo all’interno del nuovo sito dello IUSVE dal 23 febbraio, data di inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024.

Pubblicati il Dossier Postulazione 2023 e il Poster della santità della Famiglia Salesiana 2023

Dall’agenzia ANS.

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Nella festa di San Francesco di Sales è significativo presentare il Dossier della Postulazione Generale salesiana come forte invito a rinnovare la chiamata universale alla santità così cara al vescovo di Ginevra e ripresa in forma solenne dai testi conciliari: “Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e di una tale grandezza, tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste” (Lumen gentium, 11).

“Ognuno per la sua via” recita la Lumen gentium. “Dunque, non è il caso di scoraggiarsi quando si contemplano modelli di santità che appaiono irraggiungibili” (Gaudete et exsultate n.11). La madre Chiesa ce li propone non perché cerchiamo di copiarli, ma perché ci spronino a camminare sulla via unica e specifica che il Signore ha pensato per noi. “Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui (cfr 1 Cor 12,7)” (Ibidem).

Occorre esprimere profonda gratitudine e lode a Dio per la santità già riconosciuta nella Famiglia Salesiana di Don Bosco e per quella in via di riconoscimento. L’esito di una Causa di Beatificazione e di Canonizzazione è un evento di straordinaria rilevanza e valenza ecclesiale. Si tratta infatti di operare un discernimento sulla fama di santità di un battezzato, che ha vissuto le beatitudini evangeliche in grado eroico o che ha dato la vita per Cristo.

Da Don Bosco fino ai nostri giorni è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.

La Postulazione salesiana interessa 173 tra Santi (10), Beati (117), Venerabili (20), Servi di Dio (26). Le Cause seguite direttamente dalla Postulazione sono 58 (più 5 extra).

Il Dossier, ricorda il Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, dopo aver riportato l’elenco e lo stato di ogni Causa, presenta gli eventi del 2023, tra i quali si distingue il III Seminario di promozione delle Cause nella Famiglia salesiana, celebratosi a Torino dal 6 al 10 settembre con oltre 80 partecipanti.

Inoltre, meritano di essere ricordati:

11 gennaio 2023: validità giuridica dell’inchiesta diocesana per la Causa del Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata, (Agrigento 14 ottobre 1885 – Pellaro 22 luglio 1972) della Pia Società di san Francesco di Sales, Vescovo Titolare di Farsalo, già Vescovo di Bova, Fondatore dell’Istituto delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

23 marzo 2023: il Santo Padre Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo Crespi Croci, Sacerdote professo della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco; nato il 29 maggio 1891 a Legnano (Italia) e morto il 30 aprile 1982 a Cuenca (Ecuador).

28 marzo 2023: i Consultori storici del Dicastero hanno espresso voti affermativi in merito alla Positio super martyrio dei Servi di Dio Giovanni Świerc e VIII Compagni, Sacerdoti Professi della Società di San Francesco di Sales.

30 marzo 2023: la Consulta medica del Dicastero ha dato parere positivo al presunto miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Camille Costa de Beauregard Sacerdote diocesano (1841-1910), occorso al bambino René Jacquemond, per guarigione da «cheratocongiuntivite intensa con smerigliatura della cornea, forte iniezione pericheratica, arrossamento e iniezione delle congiuntiva, fotofobia e lacrimazione dell’occhio destro per trauma violento da agente vegetale-bardana» (1910).

22 giugno 2023: il Sommo Pontefice ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Antônio de Almeida Lustosa, della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, Arcivescovo di Fortaleza; nato l’11 febbraio 1886 a São João del Rei (Brasile) e morto il 14 agosto 1974 a Carpina (Brasile);

19 settembre 2023: è stato consegnata presso il Dicastero la Positio super Vita, Virtutibus et Fama Sanctitatis del Servo di Dio Costantino Vendrame, Sacerdote Professo della Società di San Giovanni Bosco.

19 ottobre 2023: il Congresso peculiare dei Teologi del Dicastero ha dato voto positivo al presunto miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Camille Costa de Beauregard (1841-1910), Sacerdote diocesano.

Infine, viene richiamato l’impegno a diffondere la conoscenza, l’imitazione e l’intercessione dei membri della Famiglia Salesiana candidati alla santità, valorizzando e curando diversi aspetti: liturgico-celebrativo, spirituale, pastorale, ecclesiale, educativo, culturale, storico, sociale, missionario…

A fondo pagina è possibile scaricare il Dossier della Postulazione – in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese – aggiornato al 31 dicembre 2023. È altresì possibile scaricare il Poster della santità della Famiglia Salesiana 2023 progettato e realizzato dal grafico Andrea Cugini.

Musei in Missione: primo incontro dei musei salesiani di tutto il mondo

Dal sito del Museo Casa Don Bosco di Valdocco.

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Dal 18 al 22 gennaio si è svolto presso il Colle Don Bosco il primo incontro dei musei salesiani a livello globale.

È la prima volta nella Congregazione che viene realizzata una simile iniziativa.

Sono stati undici i musei salesiani che hanno partecipato al raduno con un totale di ventiquattro salesiani e laici: per lo più di musei situati in America Latina (Ecuador, Brasile, Argentina e Cile), cui si aggiungono uno dell’India, uno della Spagna e Italiani, tra cui il Museo Casa Don Bosco.

“Tutte le istituzioni salesiane devono essere una chiesa, una scuola, una casa e un cortile. E ogni museo è un’istituzione culturale ed educativa. I salesiani evangelizzano educando. Così ogni museo, anche se la sua collezione è costituita solo da oggetti della natura o legati alla vita di una persona, può diventare un’istituzione educativa e quindi evangelizzatrice, attraverso il modo in cui trattiamo gli oggetti della nostra collezione e la nostra interazione con i visitatori”

ha spiegato don George Menamparampil, che ha coordinato l’incontro da parte del Settore per le Missioni salesiane.

Al termine di questo incontro, il Settore Missioni della Congregazione Salesiana mira anche a formare una rete di musei salesiani nel mondo, così da favorire l’apprendimento reciproco, il sostegno e la crescita negli anni a venire e stabilire meccanismi e processi per animare questa rete e promuovere una collaborazione continua.

Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana

Di seguito il messaggio di Papa Francesco per la 58ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 12 maggio 2024 sul tema: Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana. Il messaggio viene pubblicato oggi in occasione della Festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

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Cari fratelli e sorelle!

L’evoluzione dei sistemi della cosiddetta “intelligenza artificiale”, sulla quale ho già riflettuto nel recente Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, sta modificando in modo radicale anche l’informazione e la comunicazione e, attraverso di esse, alcune basi della convivenza civile. Si tratta di un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti. L’accelerata diffusione di meravigliose invenzioni, il cui funzionamento e le cui potenzialità sono indecifrabili per la maggior parte di noi, suscita uno stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo: cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?

A partire dal cuore

Innanzitutto conviene sgombrare il terreno dalle letture catastrofiche e dai loro effetti paralizzanti. Già un secolo fa, riflettendo sulla tecnica e sull’uomo, Romano Guardini invitava a non irrigidirsi contro il “nuovo” nel tentativo di «conservare un bel mondo condannato a sparire». Al tempo stesso, però, in modo accorato ammoniva profeticamente: «Il nostro posto è nel divenire. Noi dobbiamo inserirvici, ciascuno al proprio posto (…), aderendovi onestamente ma rimanendo tuttavia sensibili, con un cuore incorruttibile, a tutto ciò che di distruttivo e di non umano è in esso». E concludeva: «Si tratta, è vero, di problemi di natura tecnica, scientifica, politica; ma essi non possono esser risolti se non procedendo dall’uomo. Deve formarsi un nuovo tipo umano, dotato di una più profonda spiritualità, di una libertà e di una interiorità nuove»[1].

In quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità, la nostra riflessione non può che partire dal cuore umano[2]. Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via per una comunicazione pienamente umana. Il cuore, inteso biblicamente come sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita, è simbolo di integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, i sogni, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio. La sapienza del cuore è perciò quella virtù che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi.

Questa sapienza del cuore si lascia trovare da chi la cerca e si lascia vedere da chi la ama; previene chi la desidera e va in cerca di chi ne è degno (cfr Sap 6,12-16). Sta con chi accetta consigli (cfr Pr 13,10), con chi ha il cuore docile, un cuore che ascolta (cfr 1 Re 3,9). Essa è un dono dello Spirito Santo, che permette di vedere le cose con gli occhi di Dio, di comprendere i nessi, le situazioni, gli avvenimenti e di scoprirne il senso. Senza questa sapienza l’esistenza diventa insipida, perché è proprio la sapienza – la cui radice latina sapere la accomuna al sapore – a donare gusto alla vita.

Opportunità e pericolo

Non possiamo pretendere questa sapienza dalle macchine. Benché il termine intelligenza artificiale abbia ormai soppiantato quello più corretto, utilizzato nella letteratura scientifica, machine learning, l’utilizzo stesso della parola “intelligenza” è fuorviante. Le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso. Non si tratta quindi di esigere dalle macchine che sembrino umane. Si tratta piuttosto di svegliare l’uomo dall’ipnosi in cui cade per il suo delirio di onnipotenza, credendosi soggetto totalmente autonomo e autoreferenziale, separato da ogni legame sociale e dimentico della sua creaturalità.

In realtà, l’uomo da sempre sperimenta di non bastare a sé stesso e cerca di superare la propria vulnerabilità servendosi di ogni mezzo. A partire dai primi manufatti preistorici, utilizzati come prolungamenti delle braccia, attraverso i media impiegati come estensione della parola, siamo oggi giunti alle più sofisticate macchine che agiscono come ausilio del pensiero. Ognuna di queste realtà può però essere contaminata dalla tentazione originaria di diventare come Dio senza Dio (cfr Gen 3), cioè di voler conquistare con le proprie forze ciò che andrebbe invece accolto come dono da Dio e vissuto nella relazione con gli altri.

A seconda dell’orientamento del cuore, ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità o pericolo. Il suo stesso corpo, creato per essere luogo di comunicazione e comunione, può diventare mezzo di aggressività. Allo stesso modo ogni prolungamento tecnico dell’uomo può essere strumento di servizio amorevole o di dominio ostile. I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse. Possono ad esempio rendere raggiungibile e comprensibile un enorme patrimonio di conoscenze scritto in epoche passate o far comunicare le persone in lingue per loro sconosciute. Ma possono al tempo stesso essere strumenti di “inquinamento cognitivo”, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni nella fattispecie delle fake news[3] e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false (è capitato anche a me di esserne oggetto), o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto. La simulazione, che è alla base di questi programmi, può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà.

Della prima ondata di intelligenza artificiale, quella dei social media, abbiamo già compreso l’ambivalenza toccandone con mano, accanto alle opportunità, anche i rischi e le patologie. Il secondo livello di intelligenze artificiali generative segna un indiscutibile salto qualitativo. È importante quindi avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi. Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell’uomo, anche gli algoritmi non sono neutri. Perciò è necessario agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico. Rinnovo dunque il mio appello esortando «la Comunità delle nazioni a lavorare unita al fine di adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme»[4].Tuttavia, come in ogni ambito umano, la regolamentazione non basta.

Crescere in umanità

Siamo chiamati a crescere insieme, in umanità e come umanità. La sfida che ci è posta dinanzi è di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale. Sta a noi interrogarci sullo sviluppo teorico e sull’uso pratico di questi nuovi strumenti di comunicazione e di conoscenza. Grandi possibilità di bene accompagnano il rischio che tutto si trasformi in un calcolo astratto, che riduce le persone a dati, il pensiero a uno schema, l’esperienza a un caso, il bene al profitto, e soprattutto che si finisca col negare l’unicità di ogni persona e della sua storia, col dissolvere la concretezza della realtà in una serie di dati statistici.

La rivoluzione digitale può renderci più liberi, ma non certo se ci imprigiona nei modelli oggi noti come echo chamber. In questi casi, anziché accrescere il pluralismo dell’informazione, si rischia di trovarsi sperduti in una palude anonima, assecondando gli interessi del mercato o del potere. Non è accettabile che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva. La rappresentazione della realtà in big data, per quanto funzionale alla gestione delle macchine, implica infatti una perdita sostanziale della verità delle cose, che ostacola la comunicazione interpersonale e rischia di danneggiare la nostra stessa umanità. L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione.

Penso al racconto delle guerre e a quella “guerra parallela” che si fa tramite campagne di disinformazione. E penso a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto. Perché solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre.

L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa.

Interrogativi per l’oggi e il domani

Alcune domande sorgono dunque spontanee: come tutelare la professionalità e la dignità dei lavoratori nel campo della comunicazione e della informazione, insieme a quella degli utenti in tutto il mondo? Come garantire l’interoperabilità delle piattaforme? Come far sì che le aziende che sviluppano piattaforme digitali si assumano le proprie responsabilità rispetto a ciò che diffondono e da cui traggono profitto, analogamente a quanto avviene per gli editori dei media tradizionali? Come rendere più trasparenti i criteri alla base degli algoritmi di indicizzazione e de-indicizzazione e dei motori di ricerca, capaci di esaltare o cancellare persone e opinioni, storie e culture? Come garantire la trasparenza dei processi informativi? Come rendere evidente la paternità degli scritti e tracciabili le fonti, impedendo il paravento dell’anonimato? Come rendere manifesto se un’immagine o un video ritraggono un evento o lo simulano? Come evitare che le fonti si riducano a una sola, a un pensiero unico elaborato algoritmicamente? E come invece promuovere un ambiente adatto a preservare il pluralismo e a rappresentare la complessità della realtà? Come possiamo rendere sostenibile questo strumento potente, costoso ed estremamente energivoro? Come possiamo renderlo accessibile anche ai paesi in via di sviluppo?

Dalle risposte a questi e ad altri interrogativi capiremo se l’intelligenza artificiale finirà per costruire nuove caste basate sul dominio informativo, generando nuove forme di sfruttamento e di diseguaglianza; oppure se, al contrario, porterà più eguaglianza, promuovendo una corretta informazione e una maggiore consapevolezza del passaggio di epoca che stiamo attraversando, favorendo l’ascolto dei molteplici bisogni delle persone e dei popoli, in un sistema di informazione articolato e pluralista. Da una parte si profila lo spettro di una nuova schiavitù, dall’altra una conquista di libertà; da una parte la possibilità che pochi condizionino il pensiero di tutti, dall’altra quella che tutti partecipino all’elaborazione del pensiero.

La risposta non è scritta, dipende da noi. Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza. Questa sapienza matura facendo tesoro del tempo e abbracciando le vulnerabilità. Cresce nell’alleanza fra le generazioni, fra chi ha memoria del passato e chi ha visione di futuro. Solo insieme cresce la capacità di discernere, di vigilare, di vedere le cose a partire dal loro compimento. Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa (cfr Sir 1,4), che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti (cfr Sap 7,27): ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana.

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2024

FRANCESCO