Il Bollettino Salesiano: intervista a Monsignor Roberto Repole

Pubblichiamo l’intervista a Monsignor Roberto Repole, apparsa sul numero di dicembre de Il Bollettino Salesiano, a cura di Marina Lomunno.

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È giovane e preparato Il nuovo Arcivescovo di Torino

Monsignor Roberto Repole, conosciuto e stimato come teologo, nella sua formazione scolastica giovanile è stato anche allievo dei salesiani: ha frequentato il ginnasio a Valdocco e ha conseguito la maturità classica presso il Liceo Valsalice di Torino.

Già dal primo incontro Lei si è soffermato sulla necessità dell’attenzione ai più giovani e all’emergenza educativa. Come fare per far ritornare i giovani alla Chiesa?

 

C’è un’attenzione particolare al mondo giovanile che si disegna su due orizzonti, il primo è quello sociale e antropologico. Viviamo in una società anziana con una forte denatalità e questo fa sì che i giovani rischino di non essere visti e di non essere apprezzati per la carica e la novità che essi hanno: tutti i progetti sociali e i discorsi politici spesso sono tarati su altre generazioni. Secondo me occor- re invece ritornare ad avere un’attenzione alle nuove generazioni in una società occidentale che è tendenzialmente vecchia e che pensa da vecchia. Poi però – e questo evidentemente si interseca con il secondo orizzonte – da pastore ho la preoccupazione o, meglio, una forte attenzione dal punto di vista della Chiesa. La Chiesa esiste per vivere e annunciare il Vangelo ed è chiaro che i primi destinatari di questo Vangelo sono le nuove generazioni con le quali la trasmissione «normale» e assodata del Vangelo e della vita cristiana si sta velocemente interrompendo. Mi sembra allora che ci sia necessità di una Chiesa che ritorni a mettere al centro, appunto, l’annuncio evangelico e quindi, di conseguenza, i giovani come primi protagonisti. Ho l’impressione che i giovani abbiano sete di senso e di spiritualità ma anche che la Chiesa venga percepita tutto fuorché una risorsa spirituale. Su questo credo che ci sia bisogno di interrogarci e che la necessità di parlare di giovani debba andare proprio in questa direzione. Ed è anche l’occasione per chiederci:

«che ci stiamo a fare come Chiesa, perché esistiamo»?

Perché gli oratori e il catechismo sono un po’ in crisi?

Metterei due accenti. Il primo: possiamo ridiventare significativi e anche attraenti nella misura in cui diventa chiaro e viene testimoniato che c’è una bellezza, una gioia nel vivere la vita evangelica, nel seguire il Signore, nel consegnarsi a lui, nell’appartenergli. Quindi credo che la grande questione oggi sia veramente la fede dei cosiddetti credenti… Forse siamo troppo poco significativi perché ormai il cristianesimo è diventato tutto meno che l’appartenenza in forza della fede. Il secondo punto, e richiamo la canzone di Celentano,

«neanche un prete per chiacchierar»

ci siamo abituati o abbiamo pensato troppo e un po’ superficialmente che gli unici a dover annunciare il Vangelo, gli autorizzati a farlo anche in maniera competente e con l’ascolto che questo richiede, siano i preti. Ma non è così: questo richiede persone anche laiche che abbiano la passione per l’annuncio evangelico ma abbiano anche la competenza dell’annuncio evangelico. E qui dobbiamo farci un esame di coscienza e camminare: al di là delle etichette, il problema è che il cristianesimo spesso è sconosciuto agli stessi cristiani: come vogliamo testimoniarlo e annunciarlo ai più giovani? E soprattutto c’è urgenza di una passione che faccia sì che li si vada ad incontrare e a cercare: è un atteggiamento che nasce da persone che veramente si sentono responsabili del Vangelo e che non può valere soltanto per i preti perché, in un momento in cui siamo di meno, è chiaro che questo non verrà più fatto.

Come parlare di Gesù ai giovani di oggi, ai giovani torinesi di oggi? Lei come parlerà di Gesù ai giovani che incontrerà da Arcivescovo?

Non penso che esista una risposta-ricetta ma che ci possano essere alcune attenzioni decisive. La prima: la coltivazione di una conoscenza della fede che la renda anche plausibile rispetto alle grandi sfide della secolarizzazione. Non possiamo pensare di parlare di Gesù ai giovani se le domande che probabilmente loro si pongono non sono anche le nostre e, soprattutto, se noi non ci siamo dati delle risposte. Ma per far questo bisogna essere molto seri nel cammino della fede e della conoscenza della fede. Io sono un teologo e penso, purtroppo, che nella Chiesa molto spesso si ritenga che la teologia sia un optional: se la pensiamo così quella che noi chiamiamo «la pastorale» che cos’è? In passato ai miei studenti dicevo che la pastorale

«sembra lo starnazzare delle galline che fanno tanta aria però non si sollevano di mezzo metro»

Che cosa vogliamo annunciare, quando noi stessi non siamo all’altezza delle domande che ci vengono poste, perché non le abbiamo interiorizzate e non proviamo costantemente a dare risposte con tutta la passione e l’intelligenza che questo richiede? I giovani ci chiedono che cosa è la preghiera, come interviene Dio nella mia vita, ci dicono

«io prego ma tanto non vengo ascoltato»

sono questioni serissime e noi che cosa rispondiamo? Se noi adulti rispondiamo con stereotipi e non siamo all’altezza di quelle domande che cosa vogliamo annunciare in questo nostro mondo?

Le omelie, talvolta, non sono un po’ difficili?

Secondo me i giovani (e non soltanto loro) si accorgono se ciò che gli comunichi è ciò per cui tu veramente vivi. Lo vedo esistenzialmente nell’omelia, uno dei momenti di comunicazione della fede… Alla fine passa quello che veramente dici perché è passato nella tua vita, perché è passato nel tuo cuore e credo che questo sia uno dei deficit nell’annuncio oggi: a volte continuiamo a dire cose che non corri- spondono davvero alla vita, chi le annuncia non le vive e i giovani se ne accorgono…

Lei è stato allievo a Valdocco e poi a Valsalice. Che cosa le è rimasto del carisma salesiano nella sua vita di sacerdote, di insegnante, di teologo ed ora di Arcivescovo di una delle città che oggi ha molte analogie con la Torino dei santi sociali (povertà, disoccupazione, emigrazione, giovani «pericolanti»)?

Mi è rimasta l’attenzione alle persone più giovani – anche perché ho passato molti anni ad insegnare – e come eredità «salesiana» ho in mente alcuni insegnanti, anche anziani, che avevano ancora il gusto di intrattenersi, di spendere del tempo con noi allievi. E mi è rimasta viva questa testimonianza che poi ho cercato a mia volta di trasfondere con i miei studenti nella mia esperienza di insegnante. Inoltre – anche se è stato faticoso – mi è rimasto anche il rigore del lavoro nello studio: la serietà e la profondità del lavoro sono cose importanti anche per il lavoro intellettuale.

-Marina Lomunno

Amici di Don Bosco: qualche appuntamento

Qualche appuntamento per Amici di Don Bosco da segnarsi in agenda!

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Le agende che ognuno si ritrova a gestire sul finire dell’anno sono piuttosto fitte e si è pensato di non appesantirle troppo, ma ci sono un paio di appuntamenti da ricordare.

Il primo è aperto a tutti perché è un incontro online: si tratta della presentazione del libro di Rossana Gravina “Nè sotto il cavolo, né con la cicogna. Adozione? Nì, grazie” a cura del gruppo degli adottati adulti AAAGiovedì 15 dicembre alle 21 sulla piattaforma Zoom, dialogheranno esperienze di adozione internazionale e nazionale, seguendo il filo rosso che accomuna vissuti differenti: la capacità di trasformare il dolore e rigenerarsi, la resilienza, la tenacia , la ricerca di un punto di origine e di riferimento a cui ancorare la propria storia, la voglia di sentirsi legittimati come figli, la necessità di imparare a lasciarsi amare, le condotte autodistruttive, il sentirsi sempre diversi, talvolta sbagliati, comunque responsabili.

Per iscriversi e ricevere le credenziali per il collegamento occorre inviare una mail a info@amicididonbosco.org

Un altro appuntamento è in presenza ed è il Brunch di Natale nella sede di Amici di Don Bosco a Torino sabato 17 dicembre dalle 11.30: un’occasione per scambiarci gli auguri davanti a sfiziosi paninetti colorati, pancackes salati, pizzette, canapé, torte salate e brindare a quanto di buono questo anno ci ha regalato. Ovviamente non mancherà una fetta di panettone e, come in ogni Natale in famiglia, la tombola a premi! E sarà una tombola speciale… una Fashion Tombola!

Il brunch prevede un contributo di 12€ a persona (35€ se siete una famiglia di 3 membri); ogni nucleo familiare riceverà la prima cartella della tombola IN OMAGGIO. Il ricavato della tombola sarà devoluto alle iniziative di promozione e tutela dei diritti dei bambini.

Adesioni via mail a info@amicididonbosco.org entro il giorno 11 dicembre.

In quell’occasione si avrà anche la possibilità di ritirare la proposta per il Natale Solidale 2022, la Box Dolci Soprese, in versione Standard o De Luxe, evitando le spese di spedizione.

Natale Solidale 2022: i dolci segreti di Amici di Don Bosco

Amici di Don Bosco, in occasione del Natale 2022, ha deciso di preparare delle scatole “Dolci segreti”, il cui ricavato andrà al Progetto Salute – Vita autonoma, che in questi anni ha permesso di aiutare tanti bambini e ragazzi colombiani a migliorare le loro condizioni di vita.

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Dicembre è iniziato, così come la corsa ai regali, che coglie tutti ogni anno impreparati. Perché non sia solo una consuetudine o una faticosa incombenza, la versione Amici di Don Bosco degli elfi di Babbo Natale ha un suggerimento per voi: si chiama “Dolci segreti” ed è molto più di un presente. È l’occasione per riunirsi davanti a gustosi ingredienti, mettere le mani in pasta e preparare dei golosi dolcetti insieme alle persone care.

Ogni scatola contiene:

  • 3 formine coppapasta per biscotti di Natale
  • 3 ingredienti magici (cannella, zenzero, e chunks di squisito cioccolato fondente belga)
  • 3 ricette speciali per realizzare delle frolle uniche
  • i segreti della Pastry Chef Evi Polliotto di Gerla 1927

Questi biscotti saranno buoni per mille ragioni: perché gli ingredienti sono di prima qualità e le ricette di alta pasticceria; per riscoprire la meraviglia dello stare insieme non solo a tavola, ma nella preparazione del cibo, che è un momento di allegria, di intimità, dove si impara anche facendo pasticci, dove si scambiano ricordi e confidenze; infine – ma è la ragione principale – perché il ricavato sarà destinato al Progetto Salute – Vita autonoma, che in questi anni ha permesso di aiutare tanti bambini e ragazzi colombiani a migliorare le loro condizioni di salute e di vita.

Si può condividere la Box Dolci Segreti con la famiglia o regalarla ad amici e conoscenti: sarà come regalare del tempo di qualità alle persone che si amano, oltre a un dolce pensiero!
La box esiste anche nella versione De Luxe, e contiene le “Palle di Natale” di Amici di Don Bosco: 12 frasi e 12 riflessioni sugli stereotipi con cui genitori adottivi e persone con background adottivo si sono dovuti confrontare.

Per la Box “Dolci Segreti” è richiesta un’offerta a partire da 10€, per la versione De Luxe l’offerta parte da 15€; la spedizione costa 5€, ma è possibile ritirarle gratis nella sede di Torino anche in occasione del Brunch natalizio del 17 dicembre.

Le offerte sono fiscalmente deducibili se fatte con un mezzo di pagamento tracciabile e la causale “Natale solidale 2022” .
Richiedete le Box a info@amicididonbosco.org: ne abbiamo solo 100 (e 9 sono già prenotate!)

Il conto alla rovescia è cominciato!

Sant’Artemide Zatti al Colle Don Bosco, il 18 marzo 1934

Dagli archivi dei pellegrini del Colle Don Bosco risulta che Artemide Zatti passò al Colle il 18 marzo 1934. Nel registro si firma in questo modo: Artemide Zatti missionario salesiano a Viedma, Patagonia, Argentina.

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Grazie alle ricerche svolte del Sig. Sante Simioni, salesiano coadiutore, dagli archivi dei pellegrini del Colle Don Bosco risulta che Artemide Zatti, canonizzato lo scorso 9 ottobre, passò al Colle il 18 marzo 1934. Nel registro si firma in questo modo: Artemide Zatti missionario salesiano a Viedma, Patagonia, Argentina.

Nel 1934 Artemide Zatti visse infatti un’esperienza che restò memorabile nella sua vita. Il giorno di Pasqua, 1° aprile, si doveva celebrare a Roma la solenne canonizzazione di Don Bosco. Da tutte le parti del mondo furono mandati confratelli a Roma come rappresentanti delle varie Ispettorie e comunità per assistere alla glorificazione del Fondatore. L’Ispettore della Patagonia, don Gaudenzio Manachino, scelse Artemide Zatti per rappresentare i salesiani coadiutori, dandone l’annuncio agli Esercizi Spirituali. Generale fu il consenso per tale scelta, tanto era il prestigio e la stima che il Sig. Zatti godeva già presso tutti. Anche egli ne dovette essere felice, potendo rivedere l’Italia da cui mancava da oltre 30 anni.

Un vestito gli venne prestato dal dottor Harosteguy, mentre la signora Maria Vásquez Linares, moglie del sarto Linares, per quella occasione gli fece un vestito nuovo. Una vecchia valigia gli fu prestata da un sacerdote degente all’ospedale e don Luigi Cencio a Buenos Aires gli prese il biglietto di terza classe sul “Neptunia”, mentre l’Ispettore gli fece una lettera di presentazione per le case d’Italia

Il viaggio durò 16 giorni. Zatti fu a Torino, dove visitò i luoghi santificati dalla presenza di Don Bosco, tra cui il Colle, dove era nato il Santo dei Giovani. È rimasta nell’epistolario una sola cartolina inviata da Torino:

Dai piedi dell’altare della nostra cara Madre Maria Ausiliatrice alla quale ho chiesto una benedizione speciale (e continuerò a chiedere) per tutta il personale dell’Ospedale San José, rivolgo i più affettuosi saluti a ciascuno in particolare, pregando che Dio, per intercessione di San Giovanni Bosco, riversi su tutti la sua copiosa benedizione

Artemide Zatti

Dopo aver partecipato a Roma alla canonizzazione di Don Bosco, fece una rapida visita a Boretto, il suo paese natale. Il 28 aprile 1934 si imbarcò a Napoli sulla nave “Oceania”, con un buon peso di ricordini per gli amici di Viedma, tra cui giunse con grande gioia a metà maggio. Si può immaginare l’accoglienza e quel che seguì. I ricordi della visita al Cottolengo si intrecciavano con quelli dell’incontro col Papa e con Don Bosco santo. Furono queste le uniche vere vacanze di Zatti: il suo spirito, più che il suo fisico, ne uscì rinnovato.

Portogallo – “WYD DON BOSCO 23” apre le iscrizioni alla Giornata Mondiale della Gioventù

WYD DON BOSCO 23 ha annunciato l’apertura delle iscrizioni a livello mondiale per i giovani provenienti dagli ambienti salesiani.

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WYD DON BOSCO 23, l’organizzazione responsabile della convocazione e della partecipazione dei giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona 2023, ha annunciato l’apertura delle iscrizioni a livello mondiale per i giovani provenienti dagli ambienti salesiani. I giovani dell’MGS sono chiamati a partecipare alla GMG e i pellegrini iscritti alla WYD DON BOSCO 23 saranno ospitati in case salesiane o in famiglie legate alle comunità pastorali salesiane della regione di Lisbona.

Il processo di iscrizione verrà suddiviso in tre fasi. In primo luogo, l’iscrizione avviene tramite un modulo, che sarà messo a disposizione dal Centro MGS o dalla casa salesiana frequentata dai giovani. Successivamente, il coordinatore locale della pastorale invierà le iscrizioni al responsabile Ispettoriale designato, che provvederà a registrare il gruppo presso la WYD DON BOSCO 23. Al termine di questo percorso, l’équipe del segretariato della WYD DON BOSCO 23 convaliderà i dati ricevuti e continuerà il processo di registrazione direttamente con l’organizzazione della GMG Lisbona 2023.

Le quote di partecipazione per i pellegrini variano da 255 euro a 130 euro, a seconda del tipo di pacchetto scelto (con o senza alloggio, con o senza vitto, con o senza trasporto). Esistono anche pacchetti extra che aumentano l’offerta iniziale e che, oltre a dare la possibilità di partecipare al “SYM DAY”, la giornata dell’MGS, e ai principali eventi della GMG, coprono giorni ulteriori di vitto e alloggio.

Il grande obiettivo è che l’invito fatto da Papa Francesco a questo grande incontro giovanile possa davvero raggiungere tutti.

WYD DON BOSCO 23 è il nome dell’organizzazione del Movimento Giovanile Salesiano responsabile della convocazione e della partecipazione dei giovani dei vari ambienti salesiani del mondo alla GMG di Lisbona 2023, perché possano viverla secondo il carisma di Don Bosco. Per questo, WYD DON BOSCO 23 vuole motivare i giovani a intraprendere questo viaggio come un pellegrinaggio che rafforzi la loro fede, e vuole anche lanciare una salutare sfida ai giovani più lontani dalla fede a conoscere Gesù Cristo vivo.

Il nome WYD DON BOSCO 23 deriva dalla combinazione dell’acronimo in inglese che si riferisce alla Giornata Mondiale della Gioventù (World Youth Day) e della parola “with”, che in inglese significa “con”; ad esso si aggiungono poi il riferimento a Don Bosco, come forza unificante della Famiglia Salesiana, e la data dell’appuntamento.

Il Movimento Giovanile Salesiano è un movimento di comunione di vari gruppi e associazioni giovanili integrati nella pastorale giovanile dei Salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, uniti dalla proposta educativa ed evangelizzatrice ispirata allo spirito e allo stile di Don Bosco e di Maria Domenica Mazzarello.

Salesiani Sicilia: XXIV Corso Nazionale per gli Insegnanti di Religione Cattolica

Si è aperto il 30 novembre, il XXIV Corso nazionale per gli Insegnanti di Religione Cattolica (IRC). Un centinaio circa i partecipanti che provengono da varie parti d’Italia.

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Si è aperto ieri, 30 novembre, presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina il XXIV Corso Nazionale per gli Insegnanti di Religione Cattolica (IRC), approvato dal “Servizio Nazionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica” della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione della Repubblica Italiana, coordinato dal prof. don Antonino Romano e dall’Equipe del Centro di Pedagogia Religiosa “Giovanni Cravotta”. I partecipanti sono circa un centinaio e provengono da varie parte d’Italia e della Diocesi di Messina.

Il XXIV Corso, in conformità con le direttive emanate dal Ministero dell’Istruzione, è finalizzato all’aggiornamento professionale degli Insegnanti di Religione cattolica.

L’ambito di aggiornamento del presente XXIV Corso concerne il rapporto tra “Flipped Classroom” e IRC. L’esigenza dell’aggiornamento professionale, in questo caso, ha stimolato anche il ripensamento dei modelli didattici e, in generale, della formazione religiosa nella scuola italiana. Il programma del Corso coniuga queste due esigenze teorico-pratiche attraverso le quattro sessioni di conferenze e di laboratori metodologici. Però, come ricorda nella sua Lettera ai Corsisti, il nuovo Responsabile dell’Ufficio della CEI, il prof. Ernesto Diaco, è centrale nel compito formativo il posto della persona in formazione, perché cristianesimo e umanesimo, come afferma Papa Francesco, sono inscindibili.

In particolare, i corsisti si stanno esercitando nelle seguenti dimensioni:

  • comprensione del metodo “flipped classroom”;
  • ripensamento globale della didattica IRC in prospettiva di “flipped classroom” per l’IRC;
  • gestione della didattica in queste competenze;
  • valutazione didattica e autovalutazione delle proprie abilità in questa nuova didattica disciplinare.

Capriglio: Memoria in onore di Mamma Margherita nel 166° anniversario della sua morte

Venerdì 25 novembre è stata celebrata una Messa presso la parrocchia “San Martino” a Capriglio in onore del 166° anniversario dalla morte di Mamma Margherita.

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Venerdì scorso, 25 novembre, alle ore 21 locali (UTC+1), in memoria della Venerabile Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, è stata celebrata una Messa presso la parrocchia “San Martino” a Capriglio, ricordando in questo modo il 166° anniversario del suo dies natalis nel suo paese natale. Margherita Occhiena, nota come Mamma Margherita, è morta a Torino, all’Oratorio di Valdocco, il 25 novembre del 1856, ed è stata dichiarata Venerabile il 23 ottobre 2006.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Michele Molinar, Vicario Ispettoriale dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), e concelebrata dal Direttore dell’opera salesiana del Colle Don Bosco, don Thathireddy Vijaya Bhaskar Reddy, don Mario Maritano, SDB, professore emerito dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), e don Domenico Valsania, il Vicario diocesano dell’Unità Pastorale “Mamma Margherita”, formata dalle comunità di Capriglio, Montafia, Viale e Cortazzone. Ha animato il coro “Mamma Margherita” di Capriglio.

Nell’omelia don Molinar ha ricordato quanto Mamma Margherita sia amata:

Io stesso sono un fan di Mamma Margherita: è una presenza che è tanto cara a voi e tanto cara a noi Salesiani, perché la mamma e il papà, ma la mamma, soprattutto, è quella che per nove mesi ha fatto uno con noi. Non la si dimentica più e lascia un segno che è profondissimo. La Prima Lettura ci dice che questo segno a nome di Dio si chiama appartenenza. L’appartenenza si gioca tra affetti e legami e anche con Dio, soprattutto con Dio, è così.

Successivamente il Presidente dell’associazione “Amici del Museo di Mamma Margherita”, Diego Occhiena, ha fatto riferimento alla recente visita del Santo Padre Francesco ad Asti e nell’astigiano del 19-20 novembre scorsi – un incontro familiare per salutare i suoi parenti rimasti in quella terra: come la diocesi di Asti ha definito “incontro tanto atteso” tale appuntamento, così Occhiena ha ricordato l’episodio dell’“incontro tanto atteso” che la giovane Margherita, attorno ai diciassette anni di età, ebbe quando andò a Torino nell’aprile del 1805, con la sua famiglia, per ricevere la benedizione di Papa Pio VII, che tornava da Parigi dove aveva incoronato Napoleone.

Cagliero 11 – “Per le organizzazioni di volontariato” – Dicembre 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°168 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Dicembre 2022.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché le organizzazioni di volontariato e proozione umana trovino persone desiderose di imoegnarsi per il bene comune e cerchino strade sempre nuove di collaborazione a livello internazionale.

Per i volontari missionari salesiani attuali e gli ex-volontari in Messico.

Vi mando un saluto fraterno con il desiderio e l’impegno di vedere rafforzata la nostra identità carismatica all’interno della Chiesa con un’azione efficace tra i più bisognosi.

Per quest’anno abbiamo sviluppato la proposta Settore per le Missioni “Comunicare Cristo Oggi” attraverso le reti sociali: la riattivazione di una missione che deve iniziare da ciascuno, nella sua famiglia e nella società. In unione con il messaggio che papa Francesco ci ha dato “affinché siate miei testimoni” nell’annuncio del Vangelo.

All’inizio di dicembre, mese in cui celebriamo la nascita del Salvatore, vorrei invitare tutti noi che condividiamo la missione come Famiglia Salesiana a continuare a impegnarci per la trasformazione di una società più giusta, più fraterna, più evangelizzata.

Don Hernán Darío Carmona López, SDB, Coordinatore Regionale per l’Animazione Missionaria, Regione lnteramerica

La Famiglia di Don Bosco nel poster della Strenna 2023

Per il tema della Strenna 2023: “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA DI OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”, l’artista spagnolo Agustín de la Torre ha raffigurato cento personaggi nel poster della Strenna 2023, che riflettono l’Opera di Don Bosco nel mondo.

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Il secondo disegno elaborato per il poster della Strenna 2023 mostra cento personaggi ricchi di dettagli ed espressioni, ed è opera dell’artista spagnolo Agustín de la Torre, Salesiano Cooperatore e insegnante. L’autore dimostra il forte desiderio di riflettere nel suo lavoro artistico tutta la fecondità e l’estensione dell’Opera di Don Bosco nel mondo, in armonia con la proposta del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, per il tema della Strenna per il 2023: “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA DI OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”.

L’autore ha spiegato che la composizione, presenta cento personaggi diversi. Al centro c’è Don Bosco, circondato da alcune figure essenziali per la spiritualità salesiana facilmente riconoscibili: Madre Mazzarello, Mamma Margherita, Domenico Savio, Don Michele Rua, Laura Vicuña… Oltre all’attuale Rettor Maggiore e alla Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fino al più recente Santo salesiano, Artemide Zatti.

Come diceva Don Bosco:

Tutti quanti guardano gioiosamente avanti e guardano lo spettatore che è anche parte di questo bel progetto, della pasta che è cresciuta, attraverso il lievito della spiritualità salesiana e del Sistema Preventivo. Nei colori degli abiti o della pelle di ciascuno, c’è anche l’universalità del carisma salesiano, ricco di diversità, positività, creatività e, naturalmente, del Vangelo.

Secondo de la Torre tutti insieme i personaggi esprimono pienamente il motto del “lievito nella famiglia umana”, che è cresciuto e continua ad essere nutrimento per la Famiglia Salesiana di oggi, soprattutto quando ci si sofferma a guardare la diversità di ogni persona rappresentata. Come punto di forza, uno sguardo affettuoso ai bambini, agli adolescenti, ai giovani, agli adulti, agli uomini e alle donne, ai missionari e ai religiosi di tutto il mondo che, grazie allo zelo artistico dell’autore, vi sono ritratti, accompagnati da diversi elementi espressione della salesianità.

Ha concluso Agustín de la Torre:

Ribadisco la mia gioia per essere ancora una volta uno degli autori del manifesto della Strenna, esprimendo attraverso la mia arte la mia felicità e la mia gratitudine a Don Bosco.

24 novembre, giornata di preghiera per la pace in Ucraina

Pubblichiamo l’invito alla preghiera per la pace in Ucraina promosso dall’ufficio nazionale di Animazione Missionaria dei Salesiani in Italia e dalle FMA Italia.

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In questi mesi stiamo continuando a seguire la situazione del Conflitto in corso nell’Est  Europa. Durante i mesi estivi si sono susseguite iniziative frutto dell’impegno di ciascuna  ispettoria e di ciascun territorio, che non hanno mai smesso di rendere sostegno e vicinanza  alle Case salesiane presenti in Ucraina e a quelle della Polonia che si sono trovate da subito  in prima linea a dare il loro sostegno alle popolazioni compite dal conflitto. 

Insieme all’impegno di sensibilizzazione e di solidarietà, siamo vicini a questi nostri  fratelli e sorelle ucraini attraverso un impegno di preghiera congiunta per chiedere insieme  il dono della Pace, preghiera che si sussegue in tutti i nostri ambienti educativi come una  staffetta continua. Insieme alla guerra in Ucraina sappiamo che attualmente sono presenti altri conflitti nel mondo. 

È l’esortazione rivolta ai fedeli da Papa Francesco al termine dell’udienze generali e degli Angelus in Piazza San Pietro nelle ultime settimane. E proprio nell’Angelus di domenica  23, Giornata Missionaria Mondiale il Papa ha annunciato: “Dopodomani, martedì 25 ottobre,  mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo, insieme ai  rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali, riuniti a Roma  per l’incontro “Il grido della pace”. Vi invito ad unirvi spiritualmente a questa grande  invocazione a Dio: la preghiera è la forza della pace, preghiamo, continuiamo a pregare per  l’Ucraina così martoriata”. 

Come Ufficio Nazionale di Animazione Missionaria e come FMA Italia sentiamo quindi  l’urgenza di proporre uno Spazio di Preghiera comunitaria per tutte le realtà salesiane in  Italia. Per questo motivo, giovedì 24 novembre, giorno dedicato al ricordo e alla preghiera  a Maria Ausiliatrice, tutte le Comunità Educative Pastorali e le Comunità Educanti sono  chiamate a trovare un tempo per proporre in ogni ambiente educativo questa invocazione  per la Pace (es. Buongiorno, Buonanotte, Celebrazione Eucaristica, Adorazione Eucaristica,  Rosario, ecc…). Nel momento di preghiera individuato, invitiamo a inserire il testo della  preghiera per la Pace che Papa Francesco ha già utilizzato in altre occasioni. 

All’Ausiliatrice, Madonna dei tempi difficili, affidiamo la nostra Europa e il nostro  Mondo. 

 

PREGHIERA PER LA PACE 

Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!  

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni 

a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi;  

tanti momenti di ostilità e di oscurità;  

tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… 

Ma i nostri sforzi sono stati vani.  

Ora, Signore, aiutaci Tu! 

Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, 

guidaci Tu verso la pace. 

Apri i nostri occhi e i nostri cuori 

e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; 

“con la guerra tutto è distrutto!”. 

Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti 

per costruire la pace. 

Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, 

Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, 

donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; 

donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli 

che incontriamo sul nostro cammino. 

Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini 

che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le  nostre tensioni in perdono. 

Tieni accesa in noi la fiamma della speranza 

per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo 

e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. 

E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare  sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen. 

(Papa Francesco)