Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e pastorale giovanile, un resoconto e una rilettura

Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani a Trieste hanno visto anche la presenza del Centro Nazionale Opere Salesiane con il presidente d. Elio Cesari, il presidente di Salesiani per il Sociale d. Francesco Preite e il direttore Generale CNOS-FAP d. Giuliano Giacomazzi. D. Elio Cesari ha scritto un breve resoconto con agganci pastorali e riferimenti al mondo salesiano.

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La 50ª edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani si è svolta a Trieste e il luogo non è stato certamente scelto “a caso”, perché si tratta di una città che ha vissuto e continua a vivere il tema dell’intreccio di confini da più punti di vista: culturali, geografici, linguistici… Dal 3 al 7 luglio 2024 si sono incontrati circa 1500 delegati oltre a tanti altri partecipanti che hanno animato gli stand in tutta la città di Trieste, per presentare le buone prassi e le diverse realtà che in questo momento sono interessate e coinvolte con un ruolo importante nella dinamica politica e sociale italiana. Hanno partecipato alcune personalità illustri: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Cardinale e Presidente della CEI Matteo Zuppi e infine e non ultimo il Santo Padre: tutto
questo ha segnalato l’importanza di questi giorni, che hanno sono stati caratterizzati da incontri e riflessione approfondita nella condivisione delle diverse esperienze. Se potessi riassumere in  pochi punti quanto mi sembra più importante di questi giorni, sottolineerei i seguenti:

  • Il cuore della democrazia (tema di questa edizione) non è un metodo, ma sta nella partecipazione libera delle persone di buona volontà e della loro passione a volere cercare con tutto il cuore e con tutte le forze il Bene comune, cioè un bene che sia tale per tutti, nessuno escluso.  Approfittando delle parole di Mons. Renna (Presidente del Comitato Organizzatore e Scientifico), l’obiettivo è “portare a casa questa esperienza nella convinzione che i Cattolici, nei vari ambiti, sentono l’importanza di ripensare la dimensione comunitaria, partecipando alla vita sociale e democratica, in Italia come in Europa”. Una conclusione che non chiude, ma che al contrario nutre la promessa di nuove opportunità da esplorare per costruire un futuro democratico, partecipato e per tutti. Insieme.
  • Si è percepito il grande lavoro di preparazione del Comitato Scientifico e Organizzatore, che ha fatto tesoro della storia di questi eventi e ha corretto la rotta proponendo delle
    intelligenti correzioni. Nulla accade a caso! Degna di nota la presenza di Sr Angela Elicio FMA tra i membri del Comitato stesso e la valorizzazione della presenza della Famiglia Salesiana, anche con gli Exallievi e i Salesiani Cooperatori.
  • C’è stato un grande spazio per la condivisione attraverso il metodo sinodale, che ha fatto emergere la parola di ciascuno, solo così si costruisce insieme un percorso che ha avuto come linea comune il fatto che non ci si può disinteressare del fatto sociale e politico, ma bisogna fare in modo di interessarsi e intervenire in tutti quegli spazi in cui la voce della Chiesa può ancora esprimersi in modo efficace. Nulla che sia importante per l’uomo può non essere importante per la Chiesa.
  • Ci sono state tante occasioni in cui si è coinvolta la città di Trieste in una forma inedita nelle edizioni passate: ci sono stati stand e incontri in tutta la città. Non si è trattato di una scelta organizzativa, ma di una vera e propria linea e indicazione progettuale: l’intersezione tra gli spazi dell’uomo e quelli ecclesiali devono avere sempre più intrecci e intersezioni.
  • Hanno partecipato tanti giovani e tutto questo mi ha dato molta speranza per il futuro. In particolare, mi ha colpito la loro voglia di essere protagonisti, di partecipare, di dire la propria e di essere attivi e propositivi per costruire un Bene che torni a vantaggio di tutta la nostra società. Questa realtà interroga la nostra Pastorale Giovanile, che spesso ha evitato di trattare alcune tematiche ritenendole poco apprezzabili (o, forse, scomode?) per la sua missione con e tra i Giovani.
  • Dai dibattiti e contributi di questi giorni, mi è sembrato che per quanto riguarda il pensiero e l’azione sociale e politica il proprium della Chiesa sarà quello di portare un contributo che vada al di là degli schieramenti di destra e di sinistra, recuperando il valore e il senso del “lievito”, principio attivo e sostegno alla base dell’impegno e del successivo ed eventuale schieramento politico.

Penso che questa 50ma edizione delle Settimane Sociali possa segnare un vero e proprio passaggio perché il mondo cattolico possa non solo non sentirsi estraneo, ma addirittura “soggetto attivo” nel dibattito e nell’azione sociale e politica, portando un contributo inedito in un momento in cui ne sentiamo tutti un gran bisogno.

Corso Formatori 2024 sull’interiorità. “Cosa significa? Come accompagnare?”

Dall’agenzia ANS.

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Il corso per formatori della Conferenza delle Ispettoria Salesiane d’Italia (CISI) quest’anno si è svolto a Roma, presso la casa salesiana “Don Bosco” di Roma-Cinecittà, dal 29 giugno al 2 luglio 2024. L’appuntamento costituisce un evento annuale per i Salesiani d’Italia impegnati nelle diverse fasi della formazione, provenienti dalle varie case di formazione. La proposta formativa di quest’anno è stata incentrata sul tema dell’interiorità, all’insegna del motto: “Interiorizzare. Cosa significa? Come accompagnare?”.

La tematica è stata declinata alla luce del carisma salesiano, avvelandosi al contempo di punti di vista e approcci non esclusivamente salesiani.

In primo luogo, i formatori presenti hanno sottolineato, nelle varie condivisioni, che gli argomenti affrontati sono da vivere in prima persona dai singoli membri dell’equipe formative.

Come relatori al corso hanno partecipato:

  • P. Christof Betschart, OCD, Preside della Pontificia Facoltà Teologica e dell’Istituto di spiritualità “Teresianum”, il quale ha ricordato ai presenti che non bisogna fermarsi a puntare sulla quantità delle attività, ma di puntare alla qualità, in modo da assimilare e rispondere alle domande che sorgono nel proprio cuore;
  • Don Mcdonnell Eunan, SDB, che si è soffermato sulla figura di San Francesco di Sales, mettendo in risalto il ritorno al cuore, con la domanda di fondo: “A chi appartiene al tuo cuore?”;
  • La dott.ssa Anna Campiotti Marazza, psicologa clinica, che ha indicato ai presenti: “L’umano è sempre chiamato”;
  • Infine, don Giuseppe Roggia, SDB, che ha sottolineato che l’interiorità va scoperta, costruita e abitata sapendo che è sempre messa alla prova dall’isolamento, e che va interiorizzata nella comunione.

Ogni relazione è stata vissuta e accompagnata da spazi di dibattito, confronto, riflessione e condivisione per migliorare il servizio formativo dei giovani confratelli.

Le giornate si sono svolte in un clima sereno e genuinamente fraterno, anche attraverso una visita guidata presso le chiese di San Saba e Santa Sabina nel rione Aventino a Roma. Nell’ultima giornata si è cercato di riflettere, analizzare e sognare un futuro bello per la formazione della Congregazione Salesiana presente in Italia.

Vaticano – Sarà santo Giuseppe Allamano, exallievo dell’oratorio di Valdocco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – In occasione del Concistoro ordinario per la canonizzazione di numerosi beati, che si è tenuto il 1° luglio 2024 in Vaticano, è stata annunciata anche la canonizzazione, domenica 20 ottobre 2024, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, del Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.

Biografia. Giuseppe Allamano nacque nel 1851 a Castelnuovo d’Asti, lo stesso paese di San Giovanni Bosco, che lui stesso ebbe come direttore spirituale da bambino e adolescente all’Oratorio Salesiano di Valdocco.

Ordinato sacerdote nel 1873, accettò in seguito, per obbedienza, l’incarico di Rettore del Santuario della Consolata, che nessuno voleva per l’antica costruzione ormai in rovina e la difficile situazione del convitto per la preparazione dei giovani sacerdoti. Si adoperò quindi con ogni mezzo perché la Consolata tornasse ad essere un centro spirituale per la città di Torino. Si interessò anche ai problemi degli operai e divenne un pioniere della stampa cattolica.

Attratto fin da ragazzo dall’ideale missionario, concepì con estrema chiarezza la missione ad gentes quale massima realizzazione della vocazione sacerdotale e per questo diede vita, nel 1901, all’Istituto Missionari della Consolata. Avvertita poi l’urgenza di donne consacrate a tempo pieno alla causa dell’evangelizzazione, fondò, nove anni più tardi, l’Istituto Missionarie della Consolata. Morì il 16 febbraio 1926. Fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.

Il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano è avvenuto nella foresta amazzonica brasiliana, nello Stato di Roraima, dove Sorino, uomo dell’etnia Yanomami, fu attaccato da un giaguaro che lo ferì gravemente alla testa, aprendogli la scatola cranica; era il 7 febbraio 1996, primo giorno della novena del Beato Giuseppe Allamano. Trasportato all’ospedale di Boa Vista, accudito dalle Missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del Padre Fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tutt’ora nella sua comunità indigena.

Giuseppe Allamano e Don Bosco. Durante il processo per la canonizzazione di Don Bosco, don Allamano affermò di aver incontrato e parlato con Don Bosco già a Castelnuovo, quando era ragazzo. Il vero incontro, però, avvenne a Valdocco, nel 1862, quando l’Allamano entrò all’Oratorio, assieme al fratello Natale, accompagnato dallo zio don Giovanni Allamano. Non conosciamo nulla del primo incontro tra Don Bosco e l’Allamano, ma si sa con sicurezza che tra i due, da allora, iniziò ad instaurarsi una buona intesa: “Il Venerabile Don Bosco era da tutti amato per la sua bontà, e da tutti riceveva segni di riverenza e di affetto. Il suo sistema era di attirarsi i cuori, e non conobbi alcuno che si lamentasse di lui”.

Da Don Bosco, come è ovvio tenuto conto della sua squisita arte pedagogica, l’Allamano è pure stato aiutato e incoraggiato nel cammino di formazione: “Che io abbia avuto ed abbia speciale affetto e devozione per il Venerabile, per il bene che mi ha fatto nella mia prima educazione, e per essere stato in quel tempo mio confessore regolare, è verità”. Il giovane Allamano fu anche rimproverato da Don Bosco quando il 19 agosto 1866 lasciò Valdocco senza salutarlo: “Me l’hai fatta grossa…Sei andato via senza salutarmi!”. L’Allamano conservò sempre un ricordo positivo di Don Bosco educatore e fondatore, assieme all’ammirazione di quanto operavano i salesiani. Ecco una sua spontanea confidenza fatta verso la fine della propria vita: “Mi sono domandato molte volte quale sia il motivo per cui il Signore abbia benedetto e benedica i Salesiani in modo così straordinario; e penso che uno dei motivi, se non il principale, è che essi hanno rispettato Don Bosco. L’hanno rispettato da vivo e l’hanno rispettato da morto. Io ne sono testimonio, e ricordo come ai miei tempi nell’Oratorio si eseguivano le volontà e i desideri di Don Bosco. Per questo il Signore li ha benedetti e li benedice”.

Il Settore per la Pastorale Giovanile pubblica la nuova edizione del settore “Centro di Formazione Professionale”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Settore per la Pastorale Giovanile salesiana ha appena pubblicato un’edizione aggiornata e notevolmente ampliata del settore Centro di Formazione Professionale del “Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile” (2014), che ripercorre il percorso di riflessione e di prassi degli ultimi anni nella Congregazione salesiana intorno all’attualità, all’identità e al lavoro educativo-pastorale di queste presenze salesiane. Lo sforzo del Settore, attraverso i diversi coordinatori continentali del “Don Bosco Tech” e le loro equipe, è consistito nel raccogliere quanto è stato condiviso in tanti incontri di riflessione e condivisone durante questi ultimi due anni.

Il gruppo di lavoro incaricato di redigere il documento e stato composto da: don Claudio Cartes, della “Red de Centros de Formacion Profesional” en America; don T. J. George e don Maximus Okoro, del “Don Bosco Tech Africa”; don George Mathew, per il “Don Bosco Tech India”; don Dindo Vitug, per “Don Bosco Tech Asean”; Miguel Esquíroz, Ivan Toscano e Piero Fabris, per “Don Bosco Tech Europe”; don Patrick Anthonyraj e don Joebeth Vivo, del Settore per la Pastorale Giovanile. La stesura finale è stata curata da don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile.

Il volume costituisce un supporto pratico per l’approfondimento personale della Formazione Professionale Salesiana. Il testo è destinato principalmente a coloro che operano in questo campo, quale efficace strumento di riflessione e formazione, pur essendo rivolto anche ai salesiani in formazione e coloro che a, vario titolo, si interessano a questo settore educativo-pastorale.

Grazie ad una solida tradizione nel mondo della Formazione Tecnica e Professionale e al continuo dialogo con l’imprenditoria di tutti i contesti, il Centro di Formazione Professionale salesiano nel mondo può vantare una significativa capacità di avviare i giovani verso il mondo del lavoro. Le visite tecniche, i periodi prolungati di stage, i tirocini in azienda, i frequenti interventi dei docenti e del personale specializzato e una proposta educativa-pastorale integrale sono solo alcuni dei fattori che alimentano questa stretta simbiosi tra scuola-formazione-mondo del lavoro.

Il lavoro per i salesiani non è da intendersi come mera occupazione, ma come vocazione e professionalità. Occorre guardare al “lavoro buono”, quello che procura un beneficio reale ai giovani e alla comunità. Nella formazione professionale l’educatore salesiano ha una vocazione: rendere i giovani idonei ad occupare con dignità il posto nella società e aiutarli a prendere coscienza del loro ruolo in vista della trasformazione della vita sociale, secondo l’umanesimo cristiano.

Esiste a disposizione una versione PDF per la stampa, disponibile a fondo pagina in cinque lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese.

Il Rettor Maggiore inaugura il sentiero “Sant’Artemide Zatti” a San Salvatore Monferrato, paese natale di don Carlo Evasio Cavalli

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – San Salvatore Monferrato) – Il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, nella giornata di domenica 30 giugno 2024 è stato a San Salvatore Monferrato, nella diocesi di Casale Monferrato, in Piemonte, per ricordare il sacerdote salesiano don Carlo Evasio Cavalli, nativo del paese monferrino, che fu padre spirituale del salesiano coadiutore Artemide Zatti, proclamato santo il 9 ottobre 2022. Nella circostanza il X Successore di Don Bosco, dallo scorso 20 aprile anche Arcivescovo Titolare di Ursona, ha animato un ricco programma di attività, culminato nell’intitolazione a Sant’Artemide Zatti del sentiero della Via Crucis sito presso il santuario della Madonna del Pozzo.

Il programma degli appuntamenti ha avuto inizio alle 14:30 locali, con un incontro amichevole e paterno tra il cardinale e alcuni ragazzi e ragazze della comunità locale.

Successivamente hanno avuto luogo gli atti istituzionali, con l’accoglienza ufficiale della Delegazione del Comune di Boretto, paese natale di Artemide Zatti, guidata dal neosindaco, Andrea Codelupi; e il conferimento della “Benemerenza Civica Speciale” conferita dal Consiglio Comunale di San Salvatore Monferrato al Cardinale Á.F. Artime, e consegnatagli dalle mani del Sindaco, Corrado Tagliabue.

L’atto centrale della giornata, cioè l’intitolazione del sentiero della Via Crucis a Sant’Artemide Zatti, è stato organizzato dalla comunità parrocchiale locale, guidata da don Gabriele Paganini, ed è avvenuto tra una folla di fedeli e alla presenza di diverse autorità religiose: in tal senso si segnala, in particolare, la presenza del Vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, Mons. Gianni Sacchi; e del Rettore del Santuario, don Carlo Grattarola; oltre a diversi salesiani, numerose Figlie di Maria Ausiliatrice e altri membri della Famiglia Salesiana.

Successivamente, attorniato dai ragazzi e dagli animatori dell’oratorio, il cardinale ha anche tagliato il nastro della nuova altalena inclusiva per l’area giochi del santuario; e tutti i presenti hanno poi assistito ad un momento commemorativo nel quale sono state ricordate le due figure salesiane: Artemide Zatti, salesiano coadiutore divenuto santo nel servizio ai malati e ai poveri che affollavano l’ospedale di Viedma, in Argentina; e don Carlo Evasio Cavalli, il sacerdote salesiano originario di San Salvatore Monferrato, che, da missionario in Argentina e parroco a Bahía Blanca, ne ispirò il percorso di santità.

Nel prosieguo del pomeriggio, sempre presso il santuario della Madonna del Pozzo, il Rettor Maggiore ha anche presieduto la celebrazione eucaristica domenicale, accompagnato da Mons. Sacchi e da altri concelebranti.

“La popolazione di San Salvatore, lieta per aver avuto come concittadino don Carlo Evasio Cavalli, ha voluto rendere onore alla felice coincidenza di questi due figli di Don Bosco e affidarsi alla loro intercessione”, ha commentato Mons. Grattarola, Rettore del santuario. “Per questo motivo – ha aggiunto – la Via Crucis che alcuni anni or sono, su ispirazione dell’arciprete Annibale Spalla, fu eretta nel parco del santuario, è stata intitolata a sant’Artemide perché con la sua intercessione, lui, ‘parente di tutti i poveri’ e ‘buon samaritano’ ci porti a riconoscere e servire in ogni fratello che soffre, Cristo Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli”.

Missioni Don Bosco: la condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Ufficio Stampa Missioni Don Bosco,
27 Giugno 2024

Testimonianza di padre Antúnez di Missioni Don Bosco

La condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio
Due visite di solidarietà per raccogliere le speranze profonde degli orfani, delle vedove,
dei mutilati di guerra, degli sfollati

Uno sguardo partecipe sulla situazione delle famiglie ucraine è il contenuto dell’intervento di padre Daniél Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, nel programma “I viaggi nel cuore” in onda domenica 7 luglio alle ore 8,50 su Canale 5.

Dopo aver visitato Lviv (Leopoli) nella settimana successiva all’inizio della seconda invasione russa del 2022, è tornato la scorsa primavera con una piccola delegazione dei salesiani italiani nella stessa città, e si è spinto fino alla capitale Kiyv sotto i bombardamenti. In entrambi i viaggi, l’obiettivo è stato quello di mostrare la vicinanza morale e fattiva alla popolazione colpita dalla guerra, mediante il sostegno ai confratelli residenti in quel Paese. Per il loro tramite, e in base alle loro rilevazioni dei bisogni, sono stati inviati aiuti umanitari, mirati soprattutto ai minori.

Il ponte fra le due visite è stata l’accoglienza in Italia di un ampio gruppo di donne e di bambini, famiglie prive di casa e con gli uomini al fronte, nella Casa Madre dei salesiani a Valdocco (Torino), nel periodo più pericoloso. Fra gli ospiti anche Victoria, che a maggio del ’22 ha partorito il suo secondo figlio a Torino. È stata una delle permanenze più lunghe, insieme con i suoi genitori (il padre troppo anziano per essere chiamato alla leva militare) e con il primogenito Miror, fino al rientro nel suo Paese nei primi mesi del 2023. Al bambino è stato dato il nome Damir, che significa “dono di pace“.

Ad aprile di quest’anno p. Antúnez ha raggiunto la casa di Victoria a Kiev:

“Questo incontro mi ha aperto il cuore. Una bellissima usanza ucraina è quella di accogliere gli ospiti con del pane, per farli sentire parte della famiglia. E io mi sono sentito così: ci siamo seduti a tavola – in questo gli Ucraini sono molto simili agli Italiani e agli Argentini come me – ed è stato come essere a casa. Malgrado la guerra, malgrado l’ansia per il futuro, abbiamo respirato un’atmosfera di grande serenità e di condivisione”.

Oggi Damir ha due anni, è un bellissimo bambino, vivace e allegro, pieno di vita; suo fratello Miron frequenta la prima elementare. Il padre è tornato al fronte, dopo un breve permesso per conoscere il secondogenito.

Cagliero 11 – “Per la pastorale degli infermi” – Luglio 2024

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°187 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Luglio 2024.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché il sacramento dell’unzione degli infermi doni alle persone che lo ricevono e ai loro cari la forza del Signore, e diventi sempre più per tutti un segno visibile di compassione e di speranza.

Per un approccio misericordioso ai malati nella parrocchia salesiana nelle Isole di Fiji.

Cari amici,

un sacerdote-medico mi ha detto che il primo compito di un medico non è quello di curare, ma di prendersi cura. Un medico può curare solo nella misura in cui una persona è curabile. Eppure, prendersi cura è qualcosa che possiamo fare tutti. E la maggior parte di noi, sani o malati, ha bisogno di cure. Ricordo di essere stato inviato a lavorare con dei giovani a rischio, l’amore e la cura che ho investito nella relazione hanno portato alla loro trasformazione, più delle strutture e dei servizi che abbiamo fornito loro. Pertanto, vi invito, cari amici, a essere più attenti, una persona alla volta, una persona al giorno. Allo stesso tempo, questo è anche un invito alla cura di sé. Possiamo prenderci cura degli altri solo se sappiamo come prenderci cura di noi stessi. Un sano amore per se stessi è importante e necessario. Anche Gesù è stato affermato da Dio come suo amato. Che ci venga sempre ricordato che siamo gli amati di Dio.

Fraternamente,

Sig. Raymond Callo, SDB
Membro del Settore Formazione

Festa del Ringraziamento al Rettor Maggiore 2024: 10 anni di gratitudine verso il X Successore di Don Bosco, Card. Ángel Fernández Artime

Dall’agenzia ANS.

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Nella giornata di lunedì 24 giugno 2024 si rinnova per la 154a volta la tradizionale Festa del Ringraziamento verso Don Bosco e i suoi Successori alla guida della Congregazione Salesiana. La celebrazione nacque originariamente in forma spontanea il 24 giugno del 1870, festa della Natività di San Giovanni Battista – ritenuta pertanto festa onomastica di San Giovanni Bosco – con i moti di gratitudine dei primi exallievi dell’Oratorio di Valdocco che vollero tributare al loro Padre, Maestro e Amico tutto il loro affetto, con omaggi e gesti simbolici.

La Festa del Ringraziamento salesiano ha poi assunto negli anni delle sue caratteristiche proprie ed è diventata l’occasione annuale per rendere omaggio in forma solenne a chi spende tutto il proprio tempo e le proprie risorse per guidare e animare la Congregazione e la Famiglia Salesiana, e così incarna nella sua stessa persona la missione di Don Bosco di amare, educare ed evangelizzare i giovani.

La Festa del Ringraziamento 2024 ha poi delle sue peculiarità evidenti che la rendono ancora più speciale del solito: innanzitutto, torna ad essere celebrata a Roma, dopo i due anni di celebrazioni torinesi, a motivo dei lavori che hanno interessato – e in parte ancora interessano – la realtà della Sede Centrale Salesiana.

In secondo luogo, e più ancora, perché rappresenta l’ultima Festa del Ringraziamento ad Ángel Fernández Artime, X Successore di Don Bosco, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana dal marzo del 2014 e creato Cardinale a settembre del 2023, che dal prossimo mese di agosto riceverà un nuovo incarico da parte del Santo Padre Francesco.

Ed anche lo stesso Card. Fernández Artime ha voluto sottolineare alcuni motivi che rendono speciale questa Festa del Ringraziamento.

“In primo luogo, in questi intensi 10 anni di Rettorato ho sempre pensato che questa festa non sarà solo per dire grazie a me. Sono anche io che voglio dire GRAZIE a VOI: alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, per tutta la collaborazione, l’impegno, la fiducia, la dedizione che avete dimostrato verso di me e verso la missione di Don Bosco, e per i tanti miracoli compiuti nella vita quotidiana di tanti giovani”

ha commentato il Rettor Maggiore. Che poi ha aggiunto anche:

“Un altro pensiero che mi sorge spontaneo pensando a questa festa, è come essa stessa sia un esempio della gioia salesianauna tradizione tipica nostra, che non esiste per tutte le Congregazioni, ma che fa traspirare quel clima di genuina collaborazione proprio del movimento originato da Don Bosco. Questa festa ci parla della vicinanza e della corresponsabilità di tante persone verso la Congregazione e più ancora verso il carisma salesiano”.

Infine, il Card. Fernández Artime, Arcivescovo Titolare di Ursona, rivolge un pensiero speciale e specifico agli Exallievi di Don Bosco, che in questa stessa data festeggiano il loro anniversario di fondazione.

“Con il loro regalo di un servizio da caffè a Don Bosco, Carlo Gastini e gli altri exallievi di Valdocco non omaggiarono solo lui, ma diedero vita ad una tradizione che è diventata un’eredità. Per questo, come erede di Don Bosco, esprimo il mio grande affetto verso tutti gli Exallievi e Amici di Don Bosco nel mondo: in tante realtà e Paesi essi sono il braccio destro di noi Salesiani e cooperano costantemente nella missione. È certamente grazie a molti di loro se tanti piani e progetti di Don Bosco e dei suoi Successori sono diventati realtà!”.

Con questo clima di mutuo affetto, la celebrazione della Festa del Ringraziamento 2024 prende il via nel pomeriggio del 24 giugno, con la comunità della Sede Centrale Salesiana che si radunerà presso le Catacombe di San Tarcisio per celebrare insieme l’Eucaristia – presieduta dal Rettor Maggiore – e per condividere il successivo momento di festa, durante il quale verranno omaggiati, oltre al Card. Fernández Artime, anche diversi Figli di Don Bosco della comunità che festeggiano in questo anno i loro anniversari giubilari rispettivamente di 50, 70 e 80 anni di professione religiosa; e di 25, 50 e 75 anni della loro ordinazione sacerdotale.

Presentato il “Datario Agiografico Salesiano”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – In occasione dell’inaugurazione e benedizione dei nuovi ambienti della Postulazione Generale Salesiana a Roma, presso la Comunità “Zeffirino Namuncurá” in via della Bufalotta 550, è stato presentato e omaggiato il “Datario Agiografico Salesiano”.

Si tratta di un opuscolo che vuole essere uno strumento per tener viva la memoria storica e spirituale della santità fiorita alla scuola di San Giovanni Bosco, presentando il calendario liturgico proprio della Famiglia Salesiana e le date relative al percorso per il riconoscimento ecclesiale della santità di numerosi fratelli e sorelle che in tempi diversi hanno arricchito la storia di questa Famiglia carismatica.

Inoltre, è anche un riferimento per conoscere le varie tappe che segnano i processi di Beatificazione e Canonizzazione: dalle Inchieste sulle virtù, sul martirio e sui miracoli, ai diversi riconoscimenti ecclesiali, quali la Venerabilità, il Martirio, la Beatificazione e la Canonizzazione.

Infine, vuole essere un segno di riconoscimento e di gratitudine per quanti nel tempo hanno dedicato energie e risorse nell’accompagnare le numerose Cause di Beatificazione e Canonizzazione della Famiglia Salesiana. Dietro ad ogni Causa, infatti, ci sono persone che in modo nascosto e talvolta poco riconosciuto hanno permesso e sostenuto l’itinerario di Beatificazione e Canonizzazione.

Anche questo semplice strumento può essere utile a ricordare come la santità appartenga al DNA della Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. I santi sono le bussole spirituali che orientano l’umanità verso Dio. Essi sono anche i veri benefattori dell’umanità, perché la migliorano, fecondandola con la loro carità e bontà. La conoscenza e l’attuazione puntuale delle procedure canoniche hanno il compito di rintracciare ed evidenziare il lavorio dello Spirito Santo nel cuore e nelle menti di uomini e donne inondate dalla grazia.

“È fondamentale fare memoria – ha ricordato in tal senso il Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni – sia per custodire un patrimonio che nel tempo va crescendo, sia per condividere esperienze, riflessioni, contributi che arricchiscono il cammino di ciascuno e dei numerosi gruppi della Famiglia Salesiana”.

A fondo pagina è possibile visionare e scaricare il datario agiografico salesiano, in italiano.

Il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana nominato presidente della Conferenza dei Rettori delle Università e delle Istituzioni Pontificie Romane

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Durante l’Assemblea Generale della Conferenza dei Rettori delle Università e Istituzioni Pontificie Romane (CRUIPRO), tenutasi nel pomeriggio del 17 giugno 2024, è avvenuto l’avvicendamento alla presidenza dell’Associazione: il prof. padre Luis Navarro, Rettore della Santa Croce, ha terminato il suo mandato e l’Assemblea ha eletto Presidente per il prossimo triennio il Rettore dell’Università Pontificia Salesiana, prof. don Andrea Bozzolo, SDB.

La CRUIPRO, che rappresenta le università e le istituzioni pontificie romane, ha il compito di promuovere la cooperazione culturale e scientifica tra le diverse istituzioni che ne sono membri, favorendo iniziative comuni caratterizzate da interdisciplinarità e trans-disciplinarità; collaborando stabilmente col Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione e l’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della qualità delle università e facoltà ecclesiastiche (AVEPRO) per favorire l’eccellenza e la qualità delle sue istituzioni; e svolgendo funzioni di rappresentanza dei suoi membri presso lo Stato Italiano e altri organismi internazionali.

Il prof. Bozzolo ha espresso a nome di tutta l’assemblea la gratitudine al prof. Navarro per il servizio svolto con competenza, generosità e saggezza, e ha accolto il nuovo incarico con spirito di servizio in questa delicata fase di transizione delle istituzioni accademiche della Santa Sede.

“La comunità accademica della nostra università guarda con fiducia al futuro della CRUIPRO sotto la guida di don Bozzolo, certa che saprà portare avanti con dedizione e competenza l’importante lavoro della Conferenza a servizio del bene comune delle università e istituzioni pontificie romane” hanno commentato dall’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’UPS.