Novità Elledici per la Scuola

Notizia a cura della casa editrice Elledici.

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Caro Lettore, abbiamo il piacere di informarti delle nuove pubblicazioni di Elledici per la Scuola:

  • I bambini ci parlano. Genitori e insegnanti in ascolto dei piccoli” di don Aldo Basso, un libro sui messaggi dei bambini che interpellano gli adulti.
  • In principio era la scuola. Appunti, riflessioni e divagazioni di un insegnante di Religione” di Antonio Molino, un diario scolastico per la Scuola Secondaria nato per rispondere alla domanda: «Che cosa insegnano i docenti di Religione?».

“I bambini ci parlano.
Genitori e insegnanti in ascolto dei piccoli”

di don Aldo Basso, un libro sui messaggi dei bambini che interpellano gli adulti.

Il libro

Raccoglie una nutrita serie di episodi, dove sono protagonisti i bambini, i quali, nelle normali e più diverse situazioni quotidiane, offrono messaggi che interpellano gli educatori ed esprimono, in modo ingenuo e semplice, quei problemi che sollecitano il pensiero umano e lo tengono continuamente sveglio.

Gli episodi, raccolti direttamente da genitori e insegnanti (in particolare della scuola dell’infanzia, ma non solo), sono commentati in alcune brevi considerazioni. Sono riflessioni brevi: spunti per pensare, punti interrogativi, sollecitazioni ad ascoltare e comprendere.

Si rivolge a genitori e insegnanti di bambini della scuola dell’infanzia e primaria come strumento per momenti di aggiornamento e confronto, per la ricerca di un linguaggio comune. Un invito a ristabilire quel dialogo scuola-famiglia che superi diffidenze e resistenze.

“In principio era la scuola.
Appunti, riflessioni e divagazioni di un insegnante di Religione“

di Antonio Molino, un diario scolastico per la Scuola Secondaria nato per rispondere alla domanda: «Che cosa insegnano i docenti di Religione?».

Il libro

Il testo riporta le lezioni di Religione più significative e interessanti svolte nelle classi di un istituto secondario di secondo grado. Nasce da una esperienza didattica quotidiana tra gli studenti e con gli studenti, ed evidenzia argomenti che contengono l’essenziale religioso, storico e sociale.

L’intento didattico è illuminare il mondo interiore di ognuno e stimolare lo slancio verso la vita, che deve avere sempre un’intuizione di bellezza.

Il testo ripercorre il ciclo dell’anno scolastico e delle solennità religiose in modo da favorirne la conoscenza e un approfondimento sia teologico sia antropologico.

Da ogni pagina emerge la grande questione religiosa, l’interrogativo più profondo dell’animo umano.

“Don Bosco Network”: celebrare i 20 anni di cooperazione allo sviluppo nello stile salesiano

Dal sito infoANS.

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Dal 10 al 13 giugno, i membri del “Don Bosco Network” (DBN) – la federazione mondiale delle ONG salesiane per lo sviluppo e delle Procure Missionarie salesiane – si sono riuniti a Roma per partecipare all’Assemblea Generale dell’organizzazione. L’evento, realizzato nell’istituto salesiano “Pio XI” e nelle strutture del Centro Nazionale salesiano di Pastorale Giovanile, ha visto la rielezione di Peter Annegarn come Presidente della rete per un terzo mandato; e le istituzioni salesiane “Don Bosco Mission Austria” e “Fondation Don Bosco France” sono diventate membri a pieno titolo della rete.

Il momento più speciale è stato quello del ringraziamento per i primi 20 anni di servizio della rete, che è stato celebrato nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma nella serata di martedì 11 giugno 2024, con diversi ospiti provenienti da altri settori salesiani e da altre organizzazioni salesiane.

Nell’occasione don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, ha presieduto l’Eucaristia, e ha sottolineato il contributo delle DBN alle missioni salesiane, in particolare ai bambini e ai giovani in difficoltà. Quindi, ha chiesto di essere coraggiosi non solo nel preparare i progetti, ma anche nell’affrontare le cause profonde dell’ingiustizia e nel rafforzare le azioni salesiane di advocacy, mettendo i diritti umani e la dignità umana al centro del lavoro della rete.

L’11 giugno, i membri del DBN hanno celebrato la loro Assemblea Generale, con un’approfondita relazione sulle attività, presentata dal Coordinatore della Rete, Angel Gudiña, che ha sottolineato le numerose opportunità di cooperazione con altri dipartimenti salesiani che sono state colte a tempo debito. Inoltre, Peter Annegarn ha presentato la valutazione del secondo anno del piano strategico della rete, mostrando la soddisfazione del Consiglio d’Amministrazione per i suoi progressi; e Stefano di Maria, Tesoriere del DBN, ha presentato le informazioni finanziarie e l’enorme lavoro svolto per migliorare il bilancio.

Inoltre, i membri del DBN hanno presentato le loro tappe più importanti dell’anno precedente e i cambiamenti avvenuti. La maggior parte dei membri ha visto crescere il numero di progetti e di fondi sostenuti e ha espresso la propria soddisfazione per l’aumento della cooperazione nell’ultimo anno. È stato dedicato un buon tempo alla riflessione sull’appartenenza alla DBN, che ha portato alla revisione, alla modifica e all’approvazione dello Statuto e del Regolamento interno della DBN.

Il 12 giugno, il Gruppo di lavoro sulla Cooperazione allo Sviluppo si è concentrato sulla revisione del meccanismo di risposta alle emergenze e sulla valutazione del ruolo di coordinamento che la rete possiede, in stretta collaborazione con don Eric Mairura, SDB, membro del Settore per le Missioni e Responsabile della Solidarietà e della Risposta alle Emergenze (ERM, in inglese). I membri si sono detti preoccupati per l’aumento delle emergenze nel mondo, così come molto interessati a sensibilizzare le Ispettorie sulla preparazione alle emergenze; hanno inoltre apprezzato i risultati della “Task Force ERM” e il successo del primo webinar sulla risposta alle emergenze in America.

Inoltre, la seconda parte dell’incontro si è concentrata sul rafforzamento delle capacità degli Uffici di Pianificazione e Sviluppo (PDO, in inglese), una priorità per il DBN, in quanto garantisce la qualità delle proposte di progetto provenienti da paesi in Africa, Asia e America. In Africa, il VIS è alla guida di un programma completo, sostenuto dall’Ufficio dell’Economo Generale, in 8 Circoscrizioni del continente, mentre in America il DBN ha creato un gruppo misto formato da PDO, ONG e “Rete America Sociale Salesiana” (RASS) per fornire formazione online a tutte le Ispettorie della zona.

L’ultima parte dell’incontro è stata incentrata sul networking, per conoscere gli ultimi aggiornamenti del “Don Bosco Tech Africa” – l’organismo che coordina la Formazione Professionale salesiana nel continente – e cercare sinergie future, grazie alla presentazione del Direttore dell’ente, don Maximus Okoro, SDB. Inoltre, i membri hanno condiviso molti progetti per i quali si aspettano il sostegno degli altri membri.

“In conclusione, è stato un anniversario vissuto con semplicità, ma con grande ispirazione, in cui abbiamo ringraziato Dio per i risultati ottenuti e al tempo stesso abbiamo guardato al futuro con coraggio, cogliendo l’opportunità di sognare insieme una maggiore cooperazione tra di noi”

ha concluso il dott. Gudiña.

Sulle orme di Don Bosco: un’esperienza che fa sognare

Da InfoANS.

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Il 5 giugno 2024 i partecipanti al IV livello del Corso di Salesianità hanno concluso un viaggio di 28 giorni attraverso l’Italia, sulle orme di San Giovanni Bosco.

L’esperienza è stata organizzata dal Centro Salesiano di Formazione Permanente per l’America (CSFPA), con sede a Quito, in Ecuador, ed è consistita in un pellegrinaggio attraverso i luoghi che conservano la memoria della vita e dell’opera del Santo dei Giovani, a chiusura del ciclo quadriennale di studi del corso di “Iniziazione alla Salesianità”.

L’inizio del viaggio è stato pieno di aspettative per i partecipanti.

“Poter stare nei luoghi dove siamo stati ‘fondati’, riempie il cuore di gioia, perché significa conoscere i luoghi dove è nato e si è diffuso il carisma salesiano”

ha detto don Jesús Medrano, dell’Ispettoria di Messico-Guadalajara.

Il corso ha avuto inizio a Torino ed è proseguito poi ad Annecy. Qui i pellegrini hanno visitato i luoghi significativi della vita di San Francesco di Sales, da cui i salesiani hanno ereditato la spiritualità e il nome, fermandosi in particolare nella Basilica della Visitazione, dove sono custodite le spoglie del santo vescovo ginevrino e di Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal.

A Genova, i partecipanti hanno potuto visitare la casa salesiana amata da Don Bosco come una seconda Valdocco e il porto da cui partì la prima spedizione missionaria in America, di cui l’anno prossimo ricorreranno i 150 anni.

“Qui abbiamo potuto riflettere su ciò che Gesù ci dice nella sua parola: andate in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, e abbiamo compreso lo scopo del nostro carisma”

ha commentato Brigildo de Deus, salesiano missionario in Argentina Sud.

Un momento speciale è stato il soggiorno al Colle Don Bosco, la casa d’infanzia del piccolo Giovannino Bosco. Lì hanno rivissuto il “Sogno dei Nove Anni” che segnò l’inizio e tutto lo sviluppo della sua missione. Questa visita ha avuto un grande impatto su tutti i partecipanti, a motivo anche del 200° anniversario di quel sogno.

“Essere qui è davvero una grazia di Dio. Don Bosco ci ha portati qui, per farci fare questa esperienza, per conoscere la sua vita semplice e vedere come da un ambiente familiare sia riuscito a costruire quello di cui ora godiamo”

ha condiviso don Melvin Severino, della Repubblica Dominicana, nell’Ispettoria delle Antille.

A Torino, nell’Oratorio di Valdocco, centro nevralgico della Congregazione, tutti si sono sentiti a casa, hanno camminato nei luoghi in cui Don Bosco visse fino alla sua morte, cogliendo in ogni angolo un ricordo, un aneddoto, un’esperienza pedagogica o spirituale. La basilica della “Maestra del sogno”, Maria Ausiliatrice, è stata come una calamita da cui molti non riuscivano a staccarsi.

L’esperienza si è infine conclusa a Roma, con un incontro con il Rettor Maggiore, Cardinale Ángel Fernández Artime. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di parlare da vicino con lui, oltre che di condividere la conclusione della loro formazione e di ricevere dalle sue mani i diplomi di completamento del IV livello della salesianità. Il sig. César Arrivillaga, dell’Ispettoria dell’Argentina Nord, ha detto che gli è sembrato

“di stare con Don Bosco in persona, in quanto è una presenza significativa per noi salesiani, poiché ci ispira identità e ci incoraggia a continuare nella missione salesiana”.

Durante i 28 giorni di viaggio nei luoghi che hanno segnato la vita di Don Bosco e di approfondimento del suo carisma, i partecipanti hanno vissuto un’esperienza di profonda comunione tra loro e di intensa identificazione con il dono spirituale e la missione che lo Spirito ha piantato nei loro cuori. Ora portano l’anima piena di gratitudine e di desiderio di trasmettere questa stessa vita, in mezzo ai giovani che la Provvidenza ha affidato loro.

Per rivivere questo pellegrinaggio formativo, è possibile anche visitare il canale YouTube del Centro Salesiano di Formazione Permanente America.


Salesiani per il Sociale diventa Rete associativa con 306 enti aderenti e 70 associati

Salesiani per il Sociale, l’organizzazione non profit dei Salesiani d’Italia che gestisce il settore della povertà educativa e del disagio giovanile, è diventata una Rete associativa: con l’approvazione del nuovo statuto da parte dell’assemblea nazionale degli associati radunata a Roma il 7 e l’8 giugno, l’associazione assume una nuova veste con i suoi 306 enti aderenti e 70 associati.

“Il nuovo Statuto recupera il senso e l’azione dei padri fondatori e dell’ente promotore. Non è una questione formale ma sostanziale perché riguarda l’identità della nostra associazione, una unica identità nazionale e territoriale diversificata per la missione sociale”, dice don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale che aggiunge: “La nostra forza è essere uniti nel rispetto delle specificità territoriali”.

Per aiutare la comprensione della nuova veste dell’associazione e il passaggio alla configurazione di rete associativa, è intervenuto il prof. Antonio Fici, docente di diritto privato a Roma Tor Vergata e direttore scientifico di Terzjus che ha spiegato anche la nuova personalità giuridica.

“Di fatto – ha detto il prof. Fici – Salesiani per il Sociale è già una rete associativa, per capillarità e azione territoriale e oggi ne assume la veste ufficiale”.

Il nuovo Statuto della rete associativa riconosce e promuove luoghi di incontro e di partecipazione, di pensiero e di cultura, di proposte e di azione:

“Bisogna che prendiamo seriamente le possibilità che lo Statuto ci offre per ben organizzare questi spazi di partecipazione. Anche l’educazione dei giovani alla politica, intesa come servizio per il bene comune, passa attraverso questi spazi che vanno curati ed accompagnati”

prosegue don Francesco Preite.

Proprio per questo, il secondo giorno dell’assemblea ha avuto il suo centro nel dibattito tra i giovani del Forum Giovani di Salesiani per il Sociale e tre ospiti: don Rafael Bejarano, responsabile mondiale delle opere e servizi sociali, Giovanna Bruno, sindaca di Andria e Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all’università di Roma Tor Vergata. Ai tre ospiti i ragazzi, raccontando la loro esperienza di vita, lavoro e servizio hanno chiesto di condividere il proprio sogno.

“Gli esseri umani per vivere non possono che essere generativi”

ha detto il prof. Becchetti rispondendo alle domande dei ragazzi. Per don Bejarano, il

“vero sogno è lavorare in rete e affiancare sempre di più i laici”.

La sindaca Bruno, invece, ricordando il perno della sua attività politica che sta nell’attenzione alle persone, ha invitato i giovani a non avere timore di occuparsi della cosa pubblica.

L’assemblea si è conclusa con la presentazione del bilancio economico finanziario, preventivo, il bilancio sociale, presentato nella forma cartacea e attraverso il video e le attività previste il prossimo anno.

Assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale: “Un sogno da realizzare”

Valorizzare i sogni dei ragazzi in un contesto italiano ed europeo che cambia e guardando all’economia sociale, alla politica e al carisma salesiano. L’assemblea di Salesiani per il Sociale, “Un Sogno da realizzare“, che si svolgerà a Roma il 7 e l’8 giugno 2024, quest’anno mette al centro i giovani e i loro sogni, facendoli dialogare con il prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la sindaca di Andria, Giovanna Bruno e don Rafael Bejarano, responsabile mondiale Opere e servizi sociali, migranti e volontariato salesiano.

In un contesto sociale ed economico che vede la disoccupazione giovanile al 20% e il tasso di NEET che resta tra i più alti d’Europa (1 milione e 400mila giovani) [1], l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale offre la possibilità di ragionare con i giovani sui temi legati al loro futuro.

“I dati su lavoro giovanile, neet e povertà minorile sono preoccupanti – dice don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale -. Caritas e Save the Children ci dicono che in Italia 1 milione e 300 mila minori sono in povertà assoluta e il 67,4% degli adolescenti ha paura di non uscire mai dalla condizione di povertà [2]. I numeri spaventano e ci indicano una strada: lavorare con la nostra rete associativa sui territori per mettere in campo progetti, attività e quanto necessario per permettere a bambini e giovani di uscire dalla condizione di povertà”.

L’assemblea nazionale è l’occasione, per Salesiani per il Sociale, anche di presentare il Bilancio sociale.

“Sul bilancio sociale – prosegue don Francesco Preite – si può vedere come nel 2023, per l’inserimento sociale e lavorativo dei giovani abbiamo investito oltre 40mila euro per sostenere alcune iniziative di formazione a avvio al lavoro a Bari, Palermo, Vallecrosia e Torino”. Per i minori, grazie alla raccolta fondi e all’area progettazione, “abbiamo messo in campo quasi 600mila euro per interventi di contrasto alla povertà educativa, all’abbandono scolastico e per offrire ai bambini e ai ragazzi spazi adeguati dove trascorrere il tempo libero, trovare un sostegno allo studio e sportelli di aiuto psicologico, anche per le famiglie”.

Nei due giorni di assemblea ci sarà lo spazio per ricordare don Domenico Ricca, fondatore di Salesiani per il Sociale scomparso a marzo e don Michele De Paolis, tra i fondatori dell’associazione nel decennale della sua morte.

A portare i saluti istituzionali ci sarà don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere Generale per la Regione Mediterranea, don Stefano Aspettati, Ispettore delegato Conferenza Ispettori Salesiani d’Italia e don Elio Cesari, Direttore Centro Nazionale Opere Salesiane. A portare il suo saluto, anche don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana.

Don Francesco Preite relazionerà sull’anno appena chiuso mentre il prof. Antonio Fici, associato di Diritto privato Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore scientifico di Terzjus presenterà il nuovo Statuto della “Rete Associativa Salesiani per il sociale APS”.

[1] Dati Istat su occupazione e lavoro

[2] “ImPossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora” – II biennale sull’infanzia di Save the Children

In cammino verso il Sinodo Salesiano dei Giovani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A motivo del Bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco (1824-2024), il Settore per la Pastorale Giovanile salesiana ha convocato i giovani di tutto il mondo salesiano per un incontro, che si terrà dall’11 al 16 agosto, a Torino-Valdocco e al Colle Don Bosco.

Non si tratta di un semplice incontro di giovani: è piuttosto un processo già avviato da tempo nelle Ispettorie, nel quale i giovani sono stati invitati a camminare insieme, ascoltando, parlando e pregando con l’obiettivo di discernere insieme il futuro loro e quello della Chiesa. Si tratta di ascoltarsi, imparare gli uni dagli altri e proiettare il Vangelo sulle situazioni che vanno scoprendo nella loro vita.

La metodologia del Sinodo Salesiano dei Giovani è tutta pensata per dare valore al protagonismo dei giovani, non degli educatori adulti. “Vogliamo che siano protagonisti attivi della trasformazione sociale e testimoni della misericordia di Gesù e del Padre”, ha spiegato don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana.

Come dice Papa Francesco, “anche se non è sempre facile accostare i giovani, stiamo crescendo su due aspetti: la consapevolezza che è l’intera comunità che li evangelizza e l’urgenza che i giovani siano più protagonisti nelle proposte pastorali” (Christus Vivit, 202).

“I Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice sono chiamati a camminare con i giovani, per crescere insieme nella fedeltà alla proposta di vita che pone il Vangelo – prosegue don García Morcuende –. Più che teorie o conoscenze, i giovani cercano esperienze di vita, hanno bisogno di agire. È necessario dare loro l’opportunità al Sinodo di impegnarsi nella fede in iniziative concrete di servizio agli altri, soprattutto ai più deboli. Nessuno come loro potrà offrire una testimonianza viva del significato che il Vangelo ha per la sensibilità, le preoccupazioni e i problemi dei giovani di oggi”.

Per organizzare al meglio la struttura e le attività del Sinodo, nonché le procedure delle varie assemblee, è stato istituito il Core Group – la Segreteria del Sinodo – composto da 14 giovani.

Al Sinodo Salesiano dei Giovani partecipano 373 persone; 293 sono giovani (tra cui i membri del Core Group e 22 pre-novizi), che hanno diritto di voto in Assemblea.

Altri partecipanti al Sinodo, senza diritto di voto, sono: il Rettor Maggiore, Cardinale Ángel Fernández Artime; altri 41 Salesiani (rappresentanti delle Regioni, responsabili dei contenuti e degli spettacoli, della logistica, della comunicazione sociale, dei traduttori e dello staff organizzativo); 18 Figlie di Maria Ausiliatrice; 15 musicisti e 5 laici dello staff tecnico.

Nello sviluppo del dibattito sinodale, si stanno costituendo i Circoli Minori, su base linguistica. Ogni giovane parteciperà al Circolo in base alla lingua che conosce meglio (spagnolo, portoghese, francese, inglese, italiano) e ogni singolo Circolo si occuperà dell’intero Instrumentum Laboris (Strumento di Lavoro), diviso in tre parti.

Lo scopo di questi Circoli Minori è quello di dare ai giovani l’opportunità di esprimere le proprie opinioni e di confrontarle, in modo che alla fine appaia e venga dichiarato sinteticamente su quali opinioni c’è consenso e su quali c’è dissenso. In ogni gruppo, il Moderatore guiderà la discussione e il Relatore farà una sintesi delle opinioni espresse.

L’Instrumentum laboris, che servirà come base e punto di riferimento durante la discussione sinodale, è già stato redatto. Questo “documento di lavoro” è il frutto dei suggerimenti e delle osservazioni dei giovani delle diverse Ispettorie.

Al Sinodo partecipano persone provenienti da 83 Paesi – 187 donne e 185 uomini. Le lingue più parlate sono l’inglese, lo spagnolo, l’italiano, il portoghese e il francese. Poi, nell’ordine, polacco, hindi, tedesco e arabo. Infine, ci sono partecipanti che parlano cantonese, croato, mandarino, coreano, tamil, amarico, bielorusso, olandese, swahili, konkani, marathi, sloveno, telugu, thailandese, filippino, croato, ungherese, albanese, lingala, nepalese, bengalese, sinhala, urdu e creolo.

“La preparazione personale attraverso la preghiera è molto importante – conclude il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile –. Vogliamo farlo accompagnati da quattro atteggiamenti spirituali: un forte senso di appartenenza alla Chiesa e alla Famiglia Salesiana; con la gratitudine per il dono del carisma salesiano; lasciandoci interpellare dalla situazione concreta delle case salesiane, dei giovani e del mondo di oggi; e pensando al futuro, aperti e fiduciosi nell’azione del Signore, consapevoli che è Lui che ci guida e ci sostiene”.

Consulta nazionale del MGS a Valdocco: il tema della “speranza” al centro dell’incontro

Dal 24 al 26 maggio, a Valdocco, si è svolta la Consulta Nazionale del Movimento Giovanile Salesiano, alla quale hanno partecipato i giovani provenienti dai territori, i delegati e le consigliere di Pastorale Giovanile.

Il tema al centro dell’incontro è stata la proposta pastorale sviluppata per il prossimo triennio, fondato sulle Virtù teologali, e per la Proposta Pastorale 2024/2025 intitolata “Attesi dal Suo Amore”.

Nei tre giorni di incontro, c’è stato infatti un momento di formazione proprio sul tema della speranza, curato da don Paolo Paulucci, argomento del prossimo anno in cui la Chiesa attende il Giubileo.

Il lavoro si è svolto in sessioni plenarie e divise per territori, per permettere una riflessione su quanto appunto avviene nei territori e per poterla condividere con gli altri.

C’è stato lo spazio per partecipare alle celebrazioni per Maria Ausiliatrice e visitare il Museo Casa Don Bosco.

Concluso il Corso Sorgente per i missionari ultrasettantenni: testimonianze di vita dai salesiani anziani

A cura di ANS.

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Dopo tre settimane intense di condivisione e confronto è terminato, sabato 25 maggio 2024, il “Corso Sorgente” per i missionari ad gentes “over 70”, un’esperienza proposta dal Settore per le Missioni Salesiane ai Figli di Don Bosco di età avanzata e lunga esperienza missionaria, affinché potessero tornare alla sorgente della propria vocazione missionaria salesiana.

Il corso è cominciato a Roma nella comunità “Zeffirino Namuncurà”, dove i missionari hanno avuto momenti formativi con diverse tematiche seguendo i tre nuclei: Antropologico/Culturale, Teologico/Missiologico e Carismatico Salesiano.

L’esperienza formativa, dopo la sosta a Roma, è proseguita con i pellegrinaggi a Mornese, la terra di Santa Maria Domenica Mazzarello, e ad Annecy, quella di San Francesco di Sales, per poi concludersi sulle orme di Don Bosco al Colle Don Bosco e a Torino-Valdocco, con la partecipazione ai momenti mariani in occasione della Festa di Maria Ausiliatrice.

Durante il corso, i partecipanti hanno avuto anche un tempo specifico chiamato: “condivisone della mia vita vissuta in missione”. In questi momenti hanno potuto raccontare la propria vocazione missionaria, le sfide vissute e come hanno superato le difficoltà nei primi anni di missione, concludendo con qualche consiglio offerto ai compagni e con alcune raccomandazioni per i nuovi missionari, basate sull’esperienza di vita di 30, 40 o 50 anni in missione.

Tutti i momenti del corso hanno tenuto presente questi obiettivi: confrontarsi con le proprie esperienze di vita maturate in missione per comprendere l’anzianità e vivere meglio l’incontro con sé, con gli altri e con il Dio; approfondire la propria identità carismatica come missionario salesiano per fare il bilancio della vita in missione con le sofferenze, il superamento delle difficoltà e le gioie; condividere la vita vissuta e l’esperienza di missione nell’anzianità.

Al termine dell’esperienza tutti i partecipanti hanno manifestato la loro soddisfazione per quanto vissuto insieme.

La testimonianza di don Alfredo Boldori

Al “Corso Sorgente” organizzato dal Settore per le Missioni Salesiane per i Figli di Don Bosco di età avanzata e lunga esperienza missionaria, un momento centrale è stato quello denominato “condivisone della mia vita vissuta in missione”, nel quale tutti i partecipanti hanno potuto di volta in volta raccontare la propria vocazione missionaria, le sfide vissute e gli insegnamenti appresi nei loro 30, 40 o 50 anni in missione. Per condividere con tutta la Famiglia Salesiana queste preziose testimonianze, ANS presenta le testimonianze di questi salesiani “maggiori”, quali spunti e modelli anche per l’oggi della Congregazione. Si comincia, dunque, con don Alfredo Boldori, 75enne italiano, originario della provincia di Cremona, ma attivo da tanti anni nell’Ispettoria di Brasile-Recife (BRE).

“In un primo momento sono andato a lavorare nelle favelas, e dopo lo studio della Teologia ho fatto esperienza in oratorio”

ha esordito don Boldori nel raccontare la sua esperienza di vita salesiana missionaria.

Dopo una prima tappa aIl’oratorio di Jaboatão dos Guararapes, venne inviato alle scuole professionali, prestando servizio anche in quella di Bongi, “che era un punto di riferimento” per la città, anche se oggi non è più attiva.

“All’epoca c’erano più di 800 allievi che frequentavano i corsi di Meccanica, Grafica, Falegnameria, Panificazione…”

ha ricordato don Boldori.

“Dopo questo periodo – ha proseguito – ho vissuto 17 anni a Natal-Gramoré. Non c’era niente. Noi abbiamo cominciato i corsi, iniziando con quelli di panetteria”. Questi 17 anni sono stati interrotti per fare, tra il 1995 e il 1998, da Economo Ispettoriale. Un periodo non privo di sfide, perché l’Ispettore dell’epoca, don Valerio Breda, venne nominato vescovo e don Boldori sperimentò le difficoltà della solitudine e quasi “un senso di abbandono”.

Al tempo stesso, don Boldori non ha mai tralasciato il suo impegno tradizionale come sacerdote: “Ho una vasta esperienza di lavori pastorali” può dire oggi, senza peccare di superbia. E proprio grazie a questo servizio il missionario ha anche recuperato energie e sicurezze.

“Attualmente l’Ispettore mi ha mandato a Juazeiro do Norte, come confessore. Sono otto ore al giorno di Confessioni, all’80% da parte di giovani. Non immaginavo che sarebbe stato tanto bella l’esperienza in Juazeiro do Norte”.

E confida: “Ero distrutto, però adesso mi sono ricuperato grazie alle Confessioni”.

Juazeiro è un’opera ricca di attività. Ci sono l’istitutoSão João Bosco”, l’“Horto do Padre Cícero”, la parrocchia “Sagrado Coração de Jesus”, la radio “FM Padre Cícero”, la Casa Museo di Padre Cícero, la casa di formazione, ben 12 oratori, il Movimento Giovanile Salesiano e i gruppi dell’Associazione di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani Cooperatori.

Proprio la figura di Padre Cícero Romão Batista (1844-1934), cui è stata recentemente assegnata la qualifica postuma di Salesiano Cooperatore, è un elemento centrale per le attività dell’opera. Infatti, ogni anno essa accoglie oltre un milione di pellegrini che raggiungono il santuario a lui dedicato, ricordando e omaggiando questo sacerdote che in vita fu quasi scomunicato, ma per cui ora è stata avviata la causa di beatificazione e canonizzazione.

“Anche lui, come Don Bosco, ebbe dei sogni/visioni e si dedicò ad evangelizzare il popolo attraverso l’adorazione eucaristica, la Confessione e l’intronizzazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria – racconta con fervore don Boldori –.

Inoltre, era attento al sociale: chiedeva alla gente di piantare alberi, di fare cisterne per raccogliere le acque piovane, di accogliere tutti i pellegrini… E quando giunse la guerra lì, aiutò a liberare la città. Poi, dato che voleva vedere crescere la città con l’educazione, chiese che i salesiani venissero a Juazeiro per educare i giovani”.

In conclusione, il salesiano ha anche consegnato un insegnamento molto significativo, specialmente per il Settore per le Missioni:

“Tante volte non è facile: quando si arriva in un contesto straniero ci si può sentire spaesati, avere la tentazione di lasciare e si può anche perdere la vocazione. Per questo bisogna fare una preparazione speciale”.

Cagliero 11 – “Per quanti fuggono dal proprio Paese” – Giugno 2024

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°186 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Giugno 2024.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché i migranti in fuga dalle guerre o dalla fame, costretti a viaggi pieni di pericoli e violenze, trovino accoglienza e nuove opportunità di vita nei Paesi che li ospitano.

Per i rifugiati nelle opere salesiane dell’Uganda e per coloro che si prendono cura di loro.

Carissimi e carissime,

con queste poche righe di saluto, vorrei focalizzare l’attenzione sulla missione salesiana, un concetto che ha conosciuto questi ultimi anni molti cambiamenti sia nella prassi che nella riflessione teologica. Come lo stesso cristianesimo mondiale, la missione salesiana è diventata multidirezionale e abbraccia un campo sempre più variegato, impiegando molti missionari provenienti da vari contesti. Oggi più che mai, dopo 149 anni dalla prima spedizione missionaria salesiana, siamo sfidati a uscire verso i nuovi orizzonti dell’umanità nelle sue varie dimensioni per la salvezza integrale dell’uomo e della casa comune. Tutto ciò richiede, non solo dai missionari ma anche da tutti, la disposizione a prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare. In un mondo di migrazioni e di spostamenti, pur conservando le sue dimensioni fondamentali di mandato e di movimento non solo da un paese all’altro ma anche da una situazione all’altra o da un contesto all’altro, la missione salesiana assume come parole chiave l’annuncio, l’educazione, la testimonianza e l’ospitalità profetica. Quest’ultima ci sprona a fare chiarezza sulla nostra identità e a decostruire l’immagine dello straniero, in vista di una missione che favorisce un dialogo interculturale aperto.

Don Samuel Amaglo, SDB

Docente di missiologia – Roma UPS

Vaticano – Prima Giornata Mondiale dei Bambini: Papa Francesco affida ai più piccoli il mondo e la pace

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Una celebrazione semplice e piena di gioia, così come sono i bambini di tutto il mondo: questa è stata la I Giornata Mondiale dei Bambini (GMB), istituita da Papa Francesco su suggerimento proprio di un bambino, e realizzata nel fine-settimana del 25-26 maggio 2024 a Roma. Nelle due tappe della manifestazione – sabato pomeriggio allo Stadio Olimpico e domenica mattina in Piazza San Pietro – il Santo Padre ha dialogato con i più piccoli in maniera affettuosa e sincera, affidando loro il compito di coltivare l’amicizia e la pace e di avere cura dei poveri, degli anziani, dei malati e del mondo intero.

L’evento dello Stadio Olimpico si è aperto con una sfilata di 101 delegazioni – dall’Afghanistan allo Zambia – che ha dato il senso della reale universalità di questa GMB, evento promosso dal Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione. Il pomeriggio è poi proseguito con momenti d’intrattenimento musicale, testimonianze e sport e, tra le esibizioni di cantanti affermati o amati dai bambini e i momenti di gioco con grandi campioni del recente passato, un bambino di ogni continente ha raccontato la sua vita e ciò che lo preoccupa.

Victor, 13 anni, da Betlemme, vede da otto mesi il cielo occupato dai missili e si chiede: “Che colpa abbiamo noi bambini se siamo nati a Betlemme, a Gerusalemme o Gaza?”. Eugenia, da Kharkiv, in Ucraina, vuole la pace e non vuole che i bambini sentano le bombe cadere e vedere la morte. Mila, dalla Nuova Zelanda, teme per il futuro del pianeta a causa dell’aumento delle inondazioni, così come Mateo da Buenos Aires si è detto angosciato per i bambini che sono malati e non hanno da mangiare.

Al suo arrivo il Papa, accolto da grandi ovazioni da parte di tutti i presenti, ha esortato a ripetere “Ecco io faccio nuove tutte le cose”, il motto della GMB, e ha fatto da vero animatore con i più piccoli. “In voi, bambini, tutto parla di vita, di futuro. E la Chiesa, che è madre, vi accoglie, vi accompagna con tenerezza e con speranza (…) Dio vuole questo, tutto ciò che non è nuovo passa. Dio è novità. Sempre il Signore ci dà la novità” ha affermato, prima di ricordare a tutti che “Gesù vi vuole bene!” e di invitare i 50mila presenti a recitare un’Ave Maria “alla Mamma del Cielo”.

Nel successivo dialogo con alcuni rappresentati dei bambini, Papa Francesco ha regalato sorrisi e risposte genuine, alla portata di tutti. “Come si fa ad amare tutti?”, ha chiesto Riccardo, bimbo rom di Scampia. Cominciamo con amare coloro che sono più vicini a noi, ha risposto il Papa, e poi andiamo avanti.

“Sono felice di stare con voi perché siete gioiosi e avete la gioia della speranza del futuro”, ha ribadito poco dopo Papa Francesco, che se potesse fare un miracolo chiederebbe che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, mangiare e andare a scuola e che “tutti siano felici”, ha dichiarato rispondendo a una bambina indonesiana. Un bambino del Nicaragua gli ha chiesto perché tante persone non hanno una casa o un lavoro. “È il frutto della malizia, dell’egoismo e della guerra”, ha sottolineato il Pontefice.

“Come si apre il cuore dei grandi?”, ha chiesto ancora Ido, dalla Corea del Sud, protagonista del corto “la Casa dei tutti”, rappresentazione dello spirito della GMB, in cui la bambina incontra un senzatetto e lo conduce nella Basilica di San Pietro. C’è tanta gente chiusa “col cuore duro, col cuore che sembra un muro”, ha osservato il Papa. Non è facile, ripete, ma voi bambini, ha avvertito il Papa, dovete avere questa speranza di fare delle cose che facciano pensare gli adulti. “Dovete bussare alle porte dei grandi (…) e, anzi, dovete fare queste domande anche a Dio. Voi bambini potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con queste inquietudini”.

Il pensiero di Papa Francesco è andato ancora agli anziani, sollecitato dalla domanda di Iolanda. “Viva i nonni”, ha chiesto di urlare ai bambini dell’Olimpico, dopo aver ricordato l’importanza di vistarli e di andare a trovarli.

Completata la prima sessione, i 50mila dell’Olimpico si sono ritrovati in Piazza San Pietro per la Messa nella Solennità della Santissima Trinità, una celebrazione composta e curata, ma al tempo stesso accessibile ai più piccoli. Il Pontefice in primis ha offerto una catechesi limpida e vivace, con la quale ha riassunto il grande mistero della Trinità in poche e semplici parole: il Padre ci ha creato, Gesù ci ha salvato, lo Spirito Santo “ci accompagna nella vita”, come ha fatto ripetere più e più volte all’assemblea, consapevole che delle tre persone della Trinità proprio lo Spirito Santo sia il più difficile da conoscere e comprendere.

Non sono mancati anche degli accenni speciali a Gesù, “che perdona sempre… anche il più brutto dei peccatori”, e a Maria, la mamma di tutti. Il Papa, infine, ha esortato ancora i piccoli a pregare, per la pace, i genitori, per i nonni e per i bambini ammalati. E al termine della celebrazione ha annunciato che la GMB avrà una seconda edizione nel settembre del 2026.

Terminata la Messa, la festa si è conclusa con la recita dell’Angelus nella versione breve e l’intervento del regista e attore premio oscar Roberto Benigni, che tra varie citazioni ha ben sintetizzato il significato dell’evento affermando: “Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro… Costruite un mondo migliore, fatelo diventare più bello, che noi non ci siamo riusciti”.