“Le persone fanno possibili i sogni”: il Rettor Maggiore ha inaugurato al nuova sede del Centro nazionale salesiano

“Le persone fanno possibili i sogni”: il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, sabato 28 maggio ha inaugurato la nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane. Il Rettor Maggiore ha visitato la struttura dove trovano sede diverse associazioni salesiane e uffici. Guidato dal presidente del Centro Nazionale, don Roberto Dal Molin, e dai presidenti delle Associazioni, ha potuto incontrare i dipendenti e visitare gli uffici. Don Erino Leoni, poi, ha concluso la visita con la spiegazione del “filo rosso” che ricorda la stoffa tessuta da Don Bosco e l’architettura della Cappella, al primo piano del nuovo palazzo.

Presente all’inaugurazione anche la Madre Generale delle FMA, madre Chiara Cazzuola, con alcune Figlie di Maria Ausiliatrice delle comunità residenti a Roma. Presenti anche gli Ispettori delle Ispettorie Salesiane, i presidenti delle associazioni CGS e TGS, una rappresentanza dell’associazione dei Salesiani Cooperatori della Regione Italia Medioriente e Malta e degli Exallievi di Don Bosco, e uno dei membri della segreteria nazionale MGS.

La visita del Rettor Maggiore è partita dal piano terra dove, guidato da don Francesco Preite presidente di Salesiani per il Sociale, ha potuto visitare e conoscere le persone che lavorano per l’associazione che si occupa del disagio ed emarginazione giovanili in Italia. Al primo piano, poi, ha visitato gli uffici della redazione di Note di Pastorale Giovanile, quelli di rappresentanza del CNOS-Fap e del Cnos Scuola, di TGS e CGS, gli uffici del CNOS e del Don Bosco Formation.

Al termine della visita, ha salutato i presenti con un brave discorso. “Il sentimento che ho avuto nel cuore è molto bello – ha detto parlando ai presenti -: quanta vita, quante belle storie, quanti sogni, quanta progettazione. Crediamo che con quello che facciamo insieme, portiamo avanti una realtà e un sogno bellissimi. La mia parola oggi è un grazie, grazie a tutti noi, per tutta la missione che condividiamo anche con le sorelle delle FMA, con la presenza delle Madre. La cosa più preziosa che abbiamo sono le persone – ha proseguito – : una casa salesiana senza vita non serve a niente”. Ripercorrendo la storia del Centro Nazionale, il Rettor Maggiore ha sottolineato che i cambiamenti appartengono alla storia salesiana: “Mi hanno raccontato che a Valdocco solo per pochi anni Don Bosco non ha avuto cantieri aperti. Io credo tantissimo nel grande valore delle decisioni che prendiamo, a volte con dolore, a volte con difficoltà. Credo che Dio guida la storia e la accompagna con la nostra libertà e nella sua provvidenza siamo portati nelle sue mani”.

Io credo che questa realtà ci parla di un impegno molto profondo e serio – ha aggiunto il Rettor Maggiore – . Sono convinto che il Centro Nazionale con i salesiani in Italia e con tutti noi debba camminare per essere più significativi possibile, in comunione con il dicastero di Pastorale Giovanile, con le ispettorie. Dobbiamo fare in modo che con tutti quelli che lavorano qui, con i salesiani significativi che ci sono, il Centro nazionale abbia una parola qualificata da dire nella società e Chiesa italiane nell’orientare tante decisione pedagogiche, sociali e di formazione spirituali. Questo è un impegno che abbiamo, ispettori e anche io perché le persone fanno possibili i sogni”, ha concluso.

“Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”: lunedì 30 maggio la presentazione alla LUMSA di Roma

Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” (Nema Press) , l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco Co-portavoce della Congregazione Salesiana, verrà presentato oggi lunedì 30 maggio, alla sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, edito da Nema Press, è l’ultima fatica letteraria di don Giuseppe Costa, Salesiano di Don Bosco, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. Il testo, che raccoglie numerosi articoli scritti da don Costa nel corso di quarant’anni di attività professionale, verrà presentato lunedì 30 maggio, presso la sede della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), a Roma.

Alla presentazione del libro saranno presenti numerose personalità della comunicazione e del giornalismo religiosi, noti professionisti della televisione e della stampa nazionale.

Interverranno infatti, in qualità di relatori:

  • Massimo Milone, direttore di RAI Vaticano
  • Cinthia Wooden, Responsabile di Catholic News Service – Italia
  • Enzo Romeo, caporedattore TG2
  • Vania De Luca, vaticanista TG3
  • Gianni Cardinale, vaticanista Avvenire

Ad introdurre e coordinare la presentazione sarà Neria De Giovanni, direttrice editoriale di Nemapress; mentre all’autore del testo, don Costa, saranno affidate le conclusioni.

Come scrive, a mo’ di conclusione, lo stesso autore nella quarta di copertina del libro, il volume ha un fine dichiarato: “Ai tanti giovani che affollano i corsi di giornalismo, alla ricerca di un futuro posto di lavoro sempre più arduo e raro, va forse detto che il giornalista di ogni giorno non è l’uomo dello spettacolo e dell’immagine, ma quello di un professionista da costruire con buoni studi e con altrettanta pratica. Va anche raccontato della dura ferialità di un dovere quotidiano, da coniugare sì con la novità di un prodotto che si rinnova ad ogni dispaccio d’agenzia, ma soprattutto con parole che si chiamano coscienza, responsabilità sociale e obiettività”.

Per tutti gli interessati l’appuntamento è per lunedì 30 maggio 2022, alle ore 17:00 (UTC+2), presso gli spazi della LUMSA a Roma (Via di Porta Castello, 44 – Sala Giubileo).

Messaggio del Santo Padre Francesco per la 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: ascoltare con l’orecchio del cuore

Pubblichiamo il messaggio del Santo Padre per la 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

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Cari fratelli e sorelle!

Lo scorso anno abbiamo riflettuto sulla necessità di “andare e vedere” per scoprire la realtà e poterla raccontare a partire dall’esperienza degli eventi e dall’incontro con le persone. Proseguendo in questa linea, desidero ora porre l’attenzione su un altro verbo, “ascoltare”, decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione di un autentico dialogo.

In effetti, stiamo perdendo la capacità di ascoltare chi abbiamo di fronte, sia nella trama normale dei rapporti quotidiani, sia nei dibattiti sui più importanti argomenti del vivere civile. Allo stesso tempo, l’ascolto sta conoscendo un nuovo importante sviluppo in campo comunicativo e informativo, attraverso le diverse offerte di podcast e chat audio, a conferma che l’ascoltare rimane essenziale per la comunicazione umana.

A un illustre medico, abituato a curare le ferite dell’anima, è stato chiesto quale sia il bisogno più grande degli esseri umani. Ha risposto: “Il desiderio sconfinato di essere ascoltati”. Un desiderio che spesso rimane nascosto, ma che interpella chiunque sia chiamato ad essere educatore o formatore, o svolga comunque un ruolo di comunicatore: i genitori e gli insegnanti, i pastori e gli operatori pastorali, i lavoratori dell’informazione e quanti prestano un servizio sociale o politico.

Ascoltare con l’orecchio del cuore

Dalle pagine bibliche impariamo che l’ascolto non ha solo il significato di una percezione acustica, ma è essenzialmente legato al rapporto dialogico tra Dio e l’umanità. «Shema’ Israel – Ascolta, Israele» (Dt 6,4), l’incipit del primo comandamento della Torah, è continuamente riproposto nella Bibbia, al punto che San Paolo affermerà che «la fede viene dall’ascolto» (Rm 10,17). L’iniziativa, infatti, è di Dio che ci parla, al quale noi rispondiamo ascoltandolo; e anche questo ascoltare, in fondo, viene dalla sua grazia, come accade al neonato che risponde allo sguardo e alla voce della mamma e del papà. Tra i cinque sensi, quello privilegiato da Dio sembra essere proprio l’udito, forse perché è meno invasivo, più discreto della vista, e dunque lascia l’essere umano più libero.

L’ascolto corrisponde allo stile umile di Dio. È quell’azione che permette a Dio di rivelarsi come Colui che, parlando, crea l’uomo a sua immagine, e ascoltando lo riconosce come proprio interlocutore. Dio ama l’uomo: per questo gli rivolge la Parola, per questo “tende l’orecchio” per ascoltarlo.

L’uomo, al contrario, tende a fuggire la relazione, a voltare le spalle e “chiudere le orecchie” per non dover ascoltare. Il rifiuto di ascoltare finisce spesso per diventare aggressività verso l’altro, come avvenne agli ascoltatori del diacono Stefano i quali, turandosi gli orecchi, si scagliarono tutti insieme contro di lui (cfr At 7,57).

Da una parte, quindi, c’è Dio che sempre si rivela comunicandosi gratuitamente, dall’altra l’uomo al quale è richiesto di sintonizzarsi, di mettersi in ascolto. Il Signore chiama esplicitamente l’uomo a un’alleanza d’amore, affinché egli possa diventare pienamente ciò che è: immagine e somiglianza di Dio nella sua capacità di ascoltare, di accogliere, di dare spazio all’altro. L’ascolto, in fondo, è una dimensione dell’amore.

Per questo Gesù chiama i suoi discepoli a verificare la qualità del loro ascolto. «Fate attenzione dunque a come ascoltate» (Lc 8,18): così li esorta dopo aver raccontato la parabola del seminatore, lasciando intendere che non basta ascoltare, bisogna farlo bene. Solo chi accoglie la Parola con il cuore “bello e buono” e la custodisce fedelmente porta frutti di vita e di salvezza (cfr Lc 8,15). Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la «capacità del cuore che rende possibile la prossimità» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 171).

Tutti abbiamo le orecchie, ma tante volte anche chi ha un udito perfetto non riesce ad ascoltare l’altro. C’è infatti una sordità interiore, peggiore di quella fisica. L’ascolto, infatti, non riguarda solo il senso dell’udito, ma tutta la persona. La vera sede dell’ascolto è il cuore. Il re Salomone, pur giovanissimo, si dimostrò saggio perché domandò al Signore di concedergli «un cuore che ascolta» ( 1 Re 3,9). E Sant’Agostino invitava ad ascoltare con il cuore ( corde audire), ad accogliere le parole non esteriormente nelle orecchie, ma spiritualmente nei cuori: «Non abbiate il cuore nelle orecchie, ma le orecchie nel cuore». [1] E San Francesco d’Assisi esortava i propri fratelli a «inclinare l’orecchio del cuore». [2]

Perciò, il primo ascolto da riscoprire quando si cerca una comunicazione vera è l’ascolto di sé, delle proprie esigenze più vere, quelle inscritte nell’intimo di ogni persona. E non si può che ripartire ascoltando ciò che ci rende unici nel creato: il desiderio di essere in relazione con gli altri e con l’Altro. Non siamo fatti per vivere come atomi, ma insieme.

L’ascolto come condizione della buona comunicazione

C’è un uso dell’udito che non è un vero ascolto, ma il suo opposto: l’origliare. Infatti, una tentazione sempre presente e che oggi, nel tempo del social web, sembra essersi acuita è quella di origliare e spiare, strumentalizzando gli altri per un nostro interesse. Al contrario, ciò che rende la comunicazione buona e pienamente umana è proprio l’ascolto di chi abbiamo di fronte, faccia a faccia, l’ascolto dell’altro a cui ci accostiamo con apertura leale, fiduciosa e onesta.

La mancanza di ascolto, che sperimentiamo tante volte nella vita quotidiana, appare purtroppo evidente anche nella vita pubblica, dove, invece di ascoltarsi, spesso “ci si parla addosso”. Questo è sintomo del fatto che, più che la verità e il bene, si cerca il consenso; più che all’ascolto, si è attenti all’audience. La buona comunicazione, invece, non cerca di fare colpo sul pubblico con la battuta ad effetto, con lo scopo di ridicolizzare l’interlocutore, ma presta attenzione alle ragioni dell’altro e cerca di far cogliere la complessità della realtà. È triste quando, anche nella Chiesa, si formano schieramenti ideologici, l’ascolto scompare e lascia il posto a sterili contrapposizioni.

In realtà, in molti dialoghi noi non comunichiamo affatto. Stiamo semplicemente aspettando che l’altro finisca di parlare per imporre il nostro punto di vista. In queste situazioni, come nota il filosofo Abraham Kaplan, [3] il dialogo è un duologo, un monologo a due voci. Nella vera comunicazione, invece, l’io e il tu sono entrambi “in uscita”, protesi l’uno verso l’altro.

L’ascoltare è dunque il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza.

Solo se si esce dal monologo, infatti, si può giungere a quella concordanza di voci che è garanzia di una vera comunicazione. Ascoltare più fonti, “non fermarsi alla prima osteria” – come insegnano gli esperti del mestiere – assicura affidabilità e serietà alle informazioni che trasmettiamo. Ascoltare più voci, ascoltarsi, anche nella Chiesa, tra fratelli e sorelle, ci permette di esercitare l’arte del discernimento, che appare sempre come la capacità di orientarsi in una sinfonia di voci.

Ma perché affrontare la fatica dell’ascolto? Un grande diplomatico della Santa Sede, il Cardinale Agostino Casaroli, parlava di “martirio della pazienza”, necessario per ascoltare e farsi ascoltare nelle trattative con gli interlocutori più difficili, al fine di ottenere il maggior bene possibile in condizioni di limitazione della libertà. Ma anche in situazioni meno difficili, l’ascolto richiede sempre la virtù della pazienza, insieme alla capacità di lasciarsi sorprendere dalla verità, fosse pure solo un frammento di verità, nella persona che stiamo ascoltando. Solo lo stupore permette la conoscenza. Penso alla curiosità infinita del bambino che guarda al mondo circostante con gli occhi sgranati. Ascoltare con questa disposizione d’animo – lo stupore del bambino nella consapevolezza di un adulto – è sempre un arricchimento, perché ci sarà sempre una cosa, pur minima, che potrò apprendere dall’altro e mettere a frutto nella mia vita.

La capacità di ascoltare la società è quanto mai preziosa in questo tempo ferito dalla lunga pandemia. Tanta sfiducia accumulata in precedenza verso l’“informazione ufficiale” ha causato anche una “infodemia”, dentro la quale si fatica sempre più a rendere credibile e trasparente il mondo dell’informazione. Bisogna porgere l’orecchio e ascoltare in profondità, soprattutto il disagio sociale accresciuto dal rallentamento o dalla cessazione di molte attività economiche.

Anche la realtà delle migrazioni forzate è una problematica complessa e nessuno ha la ricetta pronta per risolverla. Ripeto che, per vincere i pregiudizi sui migranti e sciogliere la durezza dei nostri cuori, bisognerebbe provare ad ascoltare le loro storie. Dare un nome e una storia a ciascuno di loro. Molti bravi giornalisti lo fanno già. E molti altri vorrebbero farlo, se solo potessero. Incoraggiamoli! Ascoltiamo queste storie! Ognuno poi sarà libero di sostenere le politiche migratorie che riterrà più adeguate al proprio Paese. Ma avremo davanti agli occhi, in ogni caso, non dei numeri, non dei pericolosi invasori, ma volti e storie di persone concrete, sguardi, attese, sofferenze di uomini e donne da ascoltare.

Ascoltarsi nella Chiesa

Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. Noi cristiani dimentichiamo che il servizio dell’ascolto ci è stato affidato da Colui che è l’uditore per eccellenza, alla cui opera siamo chiamati a partecipare. «Noi dobbiamo ascoltare attraverso l’orecchio di Dio, se vogliamo poter parlare attraverso la sua Parola». [4] Così il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer ci ricorda che il primo servizio che si deve agli altri nella comunione consiste nel prestare loro ascolto. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno Dio. [5]

Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”. Ascoltare, prima di parlare, come esorta l’apostolo Giacomo: «Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare» (1,19). Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare le persone è il primo gesto di carità.

È stato da poco avviato un processo sinodale. Preghiamo perché sia una grande occasione di ascolto reciproco. La comunione, infatti, non è il risultato di strategie e programmi, ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle. Come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal compositore, ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte e singole le voci.

Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone.

Due salesiani nella lista dei nuovi cardinali annunciati

Papa Francesco ha annunciato, dopo la preghiera mariana del 29 maggio, la convocazione del concistoro del 27 agosto per la creazione dei 21 nuovi cardinali. Nella lista sono presenti anche due salesiani: Mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. – Arcivescovo di Dili (Timor Est) e Mons. Lucas Van Looy sdb – Arcivescovo emerito di Gent (Belgio).

Di seguito è riportato l’articolo pubblicato su ANS

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(ANS – Roma) – Oggi 29 maggio, domenica dell’Ascensione e 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco dopo la preghiera mariana del Regina Coeli e la riflessione sul Vangelo, ha annunciato la convocazione del concistoro del 27 agosto per la creazione dei 21 nuovi cardinali. È una gioia notare che due salesiani sono nella lista dei nuovi annunciati: mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. – Arcivescovo di Dili (Timor Est) e mons. Lucas Van Looy sdb – Arcivescovo emerito di Gent (Belgio).

Lucas Van Looy è nato il 28 settembre 1941 a Tielen, Belgio. Ha studiato presso i Gesuiti a Turnhout e presso il Collegio Don Bosco a Hechtel. Entrato nei Salesiani di Don Bosco, ha emesso la prima professione il 25 agosto 1962 e successivamente la professione perpetua il 6 marzo 1968. È stato ordinato sacerdote il 12 settembre 1970.  Ha lavorato in Corea del Sud dal 1972 al 1984. In seguito, ha ricoperto diverse responsabilità di leadership nella Congregazione: Consigliere generale per le Missioni salesiane dal 1984 al 1990, Consigliere generale per la Pastorale giovanile dal 1990 al 1996 e Vicario del Rettor Maggiore dal 1996 al 2003.  È stato nominato vescovo della dioesi di Gent da Papa Giovanni Paolo II il 19 dicembre 2003 e consacrato vescovo dal cardinale Godfried Danneels il 1° febbraio 2004. Papa Francesco ha accettato il suo ritiro nel dicembre 2018, ma gli ha chiesto di rimanere come vescovo fino alla nomina del suo successore. Il 27 novembre 2019, Papa Francesco ha accettato le sue dimissioni e ha nominato Lode Van Hecke come suo successore.

Virgílio do Carmo da Silva è nato il 27 novembre 1967 a Venilale, Timor Est. Dopo aver frequentato le scuole primarie e secondarie salesiane a Fatumaca, è entrato nei Salesiani di Don Bosco e ha emesso la prima professione il 31 maggio 1990. Ha emesso la professione perpetua il 19 marzo 1997 ed è stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1998.Dal 1999 al 2004 e di nuovo dal 2007 al 2014 da Silva è stato maestro dei novizi per i Salesiani. Dal 2005 al 2007 ha conseguito la licenza in Spiritualità presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Dal 2009 al 2014 è stato direttore della Scuola Tecnica di Nossa Senhora de Fátima a Fatumaca. Nel 2015 è diventato Ispettore di Timor Est e visitatoria d’Indonesia. Il 30 gennaio 2016 è stato nominato da Papa Francesco Vescovo di Dili. Nel settembre 2019, Papa Francesco ha nominato Mons. Virgílio do Carmo da Silva come primo arcivescovo di Timor Est.

Colle don Bosco: festa delle scuole salesiane in onore di San Domenico Savio – Bra Oggi

Venerdì 20 maggio a Colle don Bosco si è celebrata la festa in onore di San Domenico Savio, con la partecipazione di 2680 allievi delle scuole medie salesiane di Piemonte e Valle d’Aosta. Di seguito la notizia riportata dal settimanale Bra Oggi.

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Venerdì 20 maggio una splendida giornata ha accolto al Colle don Bosco ben 2680 allievi/e delle scuole medie salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta qui convenuti per la grande festa in onore di San Domenico Savio che si tiene ogni due anni, Covid permettendo.

L’ottima organizzazione ha consentito a tutti di partecipare, divisi per classi, ai 53 stand allestiti con i giochi più vari. In ogni postazione erano presenti due animatori delle scuole superiori. Ogni classe sceglieva liberamente lo stand e gareggiava con un’altra classe per aggiudicarsi il punteggio migliore. Al termine la premiazione nei pressi del palco allestito per l’occasione.

Non sono mancati i cori e i canti diretti da un bravo animatore professionista, che sapeva coinvolgere egregiamente quella massa enorme di ragazzi entusiasti. Non è mancato un breve momento di riflessione e di preghiera nella chiesa superiore. Al termine il saluto e il messaggio finale del superiore regionale. Alle 16 discesa in massa per raggiungere i numerosi pullman posteggiati alla base della collina.

Sulla via del ritorno si notava sui volti sudati la stanchezza, ma anche la gioia per questa esperienza indimenticabile.

Riapre a Capriglio il museo di Mamma Margherita – La Stampa

Inaugurato il 1 aprile 2022, giorno del compleanno di Mamma Margherita (Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco), presto il museo a lei dedicato, sito in località Capriglio, riaprirà al pubblico alla fine dei lavori di ristrutturazione. Di seguito l’articolo pubblicato lo scorso 25 maggio su La Stampa a cura di Irene Conte.

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Riapre a Capriglio il museo di Mamma Margherita, lassù dove ci si promette amore eterno

Pronti gli spazi dedicati alla madre di San Giovanni Bosco. Molte coppie di futuri sposi fanno visita alla chiesetta dove si sposò la Occhiena

Tutte le mamme sono speciali, ma alcune hanno avuto il merito di poter scrivere una pagina della storia dell’umanità. Tra queste c’è Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, da tutti conosciuta come Mamma Margherita.

«Margherita era una donna semplice, di buon cuore e coraggiosa – spiega don Egidio Deiana, che per anni al Colle don Bosco ne ha approfondito la storia – Si è sempre distinta per l’attenzione alle diverse sensibilità dei tre figli (il primo, Antonio, figlio del precedente matrimonio di suo marito e i suoi due Giuseppe e Giovanni) e per averli saputi sostenere nelle proprie vocazioni senza mai essere invadente, assecondandoli con la sua presenza discreta».

Mamma Margherita non è stata, però, importante solo per il mondo salesiano, ma anche per gli abitanti del piccolo paese in cui è nata nel 1788: Capriglio. Proprio lì, nel 2006, è stato allestito un museo in suo onore, da un’idea dell’allora sindaco Gian Barberis e da Elisabetta Serra, dell’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano, presieduto in quegli anni da Mario Sacco: essi hanno progettato il tutto avvalendosi dell’aiuto degli architetti Massimo Siracusa e Giancarlo Transatto, nonché del disegnatore Massimo Braco, che ha illustrato i momenti topici della vita della donna tramite una raccolta di ex voto peculiarissimi.

«A quel punto – spiega Barberis – abbiamo coinvolto la popolazione, che ci ha portato oggetti che raccontassero la vita contadina di quegli anni, il contesto storico e sociale in cui Margherita aveva vissuto, ma anche foto di famiglia e molto altro».

Inaugurato il 1 aprile, giorno del compleanno di Margherita, il museo, che presto, dopo la ristrutturazione, riaprirà al pubblico, sorge nei locali dove il piccolo Giovanni Bosco frequentò i primi anni di scuola.

«Vennero pellegrini da tutto il mondo per visitarlo – aggiunge Barberis – tanto che solo il primo anno raggiungemmo le 28 mila presenze. Fu un modo anche di far conoscere il paese; per esempio arrivammo a Carlin Petrini che ci assegnò il presidio Slow Food per il nostro peperone».

Ad accogliere i visitatori, oltre a Barberis, anche Diego Occhiena, presidente dell’Associazione Amici del Museo di Mamma Margherita, che ricorda:

«Tra i vari gruppi che mi porto nel cuore, ci sono dei polacchi che la notte del 15 agosto 2015 sono partiti a piedi dal Colle e, incuranti del nubifragio in atto, sono arrivati a Capriglio entro la mezzanotte per poter cantare ‘tanti auguri’ a don Bosco nel giorno del suo duecentesimo compleanno».

E questo non è un caso isolato: molte le coppie che confermano la promessa di matrimonio nella Chiesa dove si sposò la Occhiena, molti i ragazzi che creano spettacoli teatrali sulla vita di mamma Margherita…

«Al momento Margherita è riconosciuta dalla Santa Sede come Venerabile – aggiunge Occhiena – ma siamo in contatto con il postulatore per la beatificazione e, successivamente, la santificazione, per le quali è però necessario che vengano riconosciuti dei miracoli a lei attribuiti».

Una possibile miracolata è la caprigliese Irma Margherita Occhiena vedova Massaia, che nel 2016 ha donato a Capriglio una statua bronzea raffigurante la sua compaesana illustre, realizzata da Riccardo Cordero.

«Questi due anni di pandemia ci hanno penalizzati – spiega la sindaca Tiziana Gaeta – ma non per questo ci siamo fermati. A giugno il museo riaprirà e sarà ancora più bello. Abbiamo rinnovato i locali, rendendone almeno una parte accessibile a tutti eliminando le barriere architettoniche presenti al piano terra. Inoltre abbiamo voluto dare un’impostazione più moderna all’esposizione e stiamo già pensando di organizzare mostre temporanee per far sì che vi sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Questo rinnovamento non deve intendersi come una critica a chi ci ha preceduto, a cui anzi siamo grati, bensì un lavoro atto a ampliare un patrimonio cui siamo legatissimi, sia spiritualmente sia storicamente che socialmente».

Incontro mondiale delle famiglie al Colle Don Bosco

Per  tutte le famiglie della Diocesi di Torino, domenica 26 giugno si terrà al Colle don Bosco il decimo incontro mondiale per le famiglie promosso dalla diocesi, Famiglia Salesiana e Forum delle associazioni familiari. Di seguito le informazioni sull’evento.

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X INCONTRO MONDIALE PER LE FAMIGLIE
domenica 26 giugno al Colle don Bosco
con la Diocesi di Torino, Famiglia Salesiana e Forum delle associazioni familiari

Dal 22 al 26 giugno 2022 si svolgerà il X Incontro Mondiale per le Famiglie. Nel presentare questa edizione, Papa Francesco aveva annunciato che sarebbe stata un’occasione di incontro con modalità “multicentrica e diffusa”: non più masse oceaniche a Roma, ma eventi in tutte le diocesi del mondo.

E a Torino si è andati oltre: si sono unite nell’organizzazione la Diocesi di Torino, le realtà della Famiglia Salesiana e le Associazioni partecipanti al Forum Piemonte delle Associazioni Familiari. Tre grandi organizzazioni che hanno avuto la volontà di lavorare insieme e costruire un evento comune di preghiera, ritrovo, festa e crescita dello spirito di famiglia.

Domenica 26 giugno al Colle Don Bosco si ritroveranno le famiglie per stare insieme, essere testimonianza e vivere il X Incontro Mondiale per le Famiglie. Denso il programma che è stato pensato per la giornata: ritrovo ore 9, breve pellegrinaggio verso la Basilica, Santa Messa ore 10.30 presieduta dal neoArcivescovo, S.E.R. Mons. Roberto Repole e dal Vicario Ispettoriale salesiano Don Michele Molinar. Alle 12 è previsto un collegamento con l’Angelus di Papa Francesco. Dopo il pranzo libero, ci sarà uno spazio di gioco dedicato ai bambini e all’intera famiglia e a seguire un momento di testimonianze e canti. La giornata si concluderà con la preghiera finale alle16.30. Nel pomeriggio verrà dato spazio all’ approfondimento delle catechesi proposte dalla Cei, appositamente scritte per l’evento.

Un evento straordinario in sé che in questa edizione porta in dote il lavoro intorno allo stesso tavolo di molte realtà laicali che di e con le famiglie si occupano quotidianamente. Un evento nell’evento che dà valore, senso sinodale ed ecumenico.

Parlare oggi di famiglia pare essere anacronistico, ma il periodo storico che stiamo vivendo ci insegna che oggi più di altre volte, è necessario esserci come famiglia, pensare alle famiglie e sognare per il futuro della famiglia. E il poterlo fare insieme è già parte del sogno che si realizza.
Tutte le famiglie della Diocesi di Torino sono quindi attese per sognare il 26 giugno al Colle Don Bosco per il X Incontro Mondiale per le Famiglie.

È prevista un’iscrizione obbligatoria entro il 20 giugno al link indicato nella locandina:

www.diocesi.torino.it/famiglia/incontro-mondiale-delle-famiglie

Per informazioni: info.incontromondialefamiglie@gmail.com

Forum Terzo Settore: “Bambini, investire sul presente per un futuro migliore” – 10 giugno 2022

Per venerdì 10 giugno, alle ore 10.00 presso la Sala Duomo OGR (Torino – Corso Castelfidardo 22), il Forum del Terzo Settore in Piemonte organizza un incontro dal titolo “Bambini, investire sul presente per un futuro migliore. Riflessioni sulle politiche di contrasto alla povertà educativa in Piemonte” destinato agli ETS e a tutti i portatori d’interesse pubblici e privati.

Di seguito l’articolo dedicato all’evento con il rimando al form per iscriversi all’iniziativa.

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L’evento
Un evento promosso dal Forum del Terzo Settore in Piemonte con il sostegno della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria.

E’ destinato agli ETS e a tutti i portatori d’interesse pubblici e privati con l’obiettivo di dare continuità al dibattito sulla povertà educativa in Italia, intendendo condividere alcune riflessioni intorno alle politiche nella nostra Regione, a favore di bambini, ragazzi e adolescenti.

Si prefigge di mettere in evidenza lo stato dei processi educativi territoriali nella collaborazione Istituzioni-Scuole-Terzo Settore, tra povertà educativa, dispersione scolastica ed inclusione sociale.

Il tema infanzia-adolescenza è presente nel dibattito attuale, sia dal punto di vista degli orientamenti del Governo e del Ministero dell’Istruzione, sia per l’aumento delle disuguaglianze e delle vulnerabilità sociali dovuto alla pandemia e al contesto attuale. Le stesse politiche pubbliche, quali i Piani per l’Infanzia e l’Adolescenza e lo stesso PNRR hanno evidenziato la necessità di investire su questi temi e raccogliere la sfida sociale di occuparsi delle generazioni future.

In questi anni, a partire dal 2016, le importanti e continuative risorse che le Fondazioni piemontesi hanno erogato sia per il Piemonte che per il resto del Paese, hanno consentito una svolta importante sui temi educativi. Il modello avanzato di gestione innovativa di risorse pubbliche, delle fondazioni, dei soggetti di Terzo Settore, attraverso l’impresa sociale “Con i Bambini” ha consentito di migliorare la capacità di progettazione, di spesa e di valutazione di impatto sociale. Il Terzo Settore, si sta interrogando su come dare continuità alle esperienze realizzate e come non perdere il patrimonio relazionale e valoriale acquisito.

Il programma

Venerdì 10 giugno alle ore 10.00 presso la Sala Duomo OGR (Torino – Corso Castelfidardo 22)

  • 10.00 – 10.15
    Giovanni Quaglia – Presidente della Consulta delle Fondazioni del Piemonte e della Liguria
    Saluti istituzionali e introduzione ai lavori
  • 10.15 – 10.35
    Vincenzo Smaldore – Openpolis
    I dati sulla povertà educativa giovanile in Piemonte e Liguria
  • 10.35 – 10.55
    Anna Di Mascio – Portavoce del Forum del Terzo Settore in Piemonte
    Il Terzo Settore e la comunità a misura di bambini
  • 11.00 – 10.20
    Marco Rossi Doria – Presidente Impresa sociale Con i bambini
    Ridurre le diseguaglianze, accogliere le diversità
  • 11.20 – 11.40
    Susanna Piacenza – Direzione Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte
    Il sistema educativo: le Istituzioni scolastiche e la collaborazione del Terzo Settore
  • 11.40 – 11.50
    Andrea Quaregna – Fondazione Cassa di Risparmio Biella
    Il focus sui progetti biellesi
  • 11.50 – 12.00
    Irene Miletto – Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo
    Il focus sui progetti cuneesi
  • 12.00 – 12.20
    Chiara Caucino – Assessore regionale Infanzia genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino
    Infanzia e inclusione sociale in Regione Piemonte
  • 12.20 – 12.40
    Stefano Lo Russo – Sindaco Città metropolitana di Torino
    Le nuove sfide educative a Torino e nell’area metropolitana
  • 12.45 – 13.00
    Francesco Profumo – Presidente ACRI
    Conclusioni

Modera l’evento Maria Teresa Martinengo già cronista de La Stampa.

Per partecipare è necessario iscriversi compilando il form (iscrizione richiesta entro il 31 Maggio)

Lanciato il nuovo sito web mondiale dedicato a Maria Ausiliatrice

Da ieri, 24 maggio, è accessibile in rete il nuovo sito web dedicato a Maria Ausiliatrice: ausiliatrice.org

Di seguito la notizia pubblicata dall’ANS.

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Raccomandate caldamente la devozione a Maria Ausiliatrice”: questa era una delle principali consegne di Don Bosco ed è una realtà in ogni casa salesiana del mondo. E dire maggio nella Famiglia Salesiana significa parlare di un mese centrale nel calendario annuale. È il momento migliore per ricordare Maria Ausiliatrice, la cui festa si celebra oggi, 24 del mese, e per organizzare ogni tipo di attività in suo onore. In questo giorno speciale, tra le varie celebrazioni, si segnala in particolare il lancio di un nuovo sito web interamente dedicato all’Ausiliatrice.

Don Bosco, fondatore della Famiglia Salesiana, promosse la devozione alla Vergine Maria come Aiuto dei Cristiani.

“La Vergine vuole che la onoriamo con il titolo di Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana”, scrisse Don Bosco a Giovanni Cagliero nel 1862.

Per questo motivo, e come omaggio a Maria nel segno di Don Bosco, da oggi è accessibile in rete l’indirizzo web: https://ausiliatrice.org, che presenta una nuova vetrina dove migliaia di fedeli possono incontrarsi per coltivare la loro devozione a Maria Ausiliatrice attraverso la condivisione di risorse, preghiere, riflessioni, messaggi e altre iniziative.

Dietro questo progetto c’è un nutrito gruppo della Famiglia Salesiana di tutto il mondo, l’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA), e l’impegno diretto del salesiano don Alejandro Guevara, Animatore Spirituale mondiale dell’ADMA: “Questo nuovo spazio vuole essere un modo semplice per ringraziare Dio per il grande dono che ci ha fatto nella Beata Vergine Maria, rendendoci tutti figli di Maria; è un’opportunità per rinnovare la nostra devozione mariana, ricevuta e trasmessa nello stile di Don Bosco, e anche un invito a ritrovarsi attorno a Colei che ci raduna e ci fa incontrare”, condivide il salesiano a proposito di questo progetto, che ha preso vita dopo più di una decina di mesi di riflessione e realizzazione, e che celebra uno dei punti di contatto di tutti e 32 i gruppi ispirati al carisma e all’apostolato di Don Bosco. “L’Ausiliatrice funge da collegamento per tutti coloro che si sentono salesiani, così come è concepita questa vetrina”, aggiunge.

Il sito web, che viene lanciato con un design adattato alle nuove tendenze digitali, presenta contenuti e sezioni per blocchi tematici per rendere la navigazione più facile e intuitiva. Il progetto si avvale anche di diversi gruppi di lavoro impegnati nelle varie aree del sito, costituiti da un gruppo impegnato di collaboratori che si occupano di arricchire il portale con documentazione, dettagli storici e fotografici e approfondimenti, insieme alle notizie di attualità dei principali portali mariani e salesiani. Da oggi momento in poi, saranno presenti anche i giovani che, col tempo, prenderanno il controllo di questo angolo e delle reti sociali, uno spazio favorevole alla condivisione di iniziative nel linguaggio e nello stile propri del cortile digitale.

Il sito è una piattaforma completa e progettata per essere navigata da dispositivi mobili, è disponibile in italiano ed offre al contempo altri materiali in diverse lingue originali.

Sviluppato con un concetto di base moderno e visuale, il sito mette subito a prima vista dell’utente tutte le sezioni del sito, accessibili sia dai menu che dalla vetrina “slider” iniziale. Le tre sezioni con cui si apre sono:

– Maria Ausiliatrice e la Pastorale

– Maria Ausiliatrice e il Popolo di Dio

– Maria Ausiliatrice e la Famiglia Salesiana

Nella prima sezione saranno disponibili diversi tipi di materiali che possono aiutare a conoscere, amare e vivere di più Maria attraverso il culto (celebrazioni e preghiere), la catechesi, la riflessione e l’arte (musica, letteratura, pittura e cinema)… da utilizzare a livello personale e/o comunitario.

Maria Ausiliatrice e il Popolo di Dio” sarà una sezione dedicata all’esperienza della Chiesa a diversi livelli – universale, regionale e locale – in relazione a Maria, nell’economia della salvezza, dal 1900 in poi.

L’ultima sezione dedicherà i suoi contenuti al “Magistero Mariano Salesiano”, con scritti di Don Bosco e dei suoi Successori sulla devozione mariana e studi sugli elementi caratteristici della spiritualità mariana della Famiglia Salesiana, dal punto di vista storico, carismatico e teologico.

Ogni trimestre, in ciascuna sezione verranno caricati contenuti aggiornati, sotto forma di rivista, per rinfrescare le diverse sezioni, e ne verranno lanciate anche di nuove, come quella già in programma: “Maria Ausiliatrice e la Parola di Dio”.

L’attività di lancio viene completata oggi, festa di Maria Ausiliatrice, con le attività in loco dal cuore di Torino, nella culla salesiana di Valdocco. E per dare il via al portale in grande stile, la diretta dei principali eventi della giornata dalla Basilica di Maria Ausiliatrice – a partire dalle ore 17:00 (UTC+2) sulla pagina Facebook di ANS – verrà replicata anche su questo nuovo sito dedicato a Maria Ausiliatrice.

Non resta altro da fare ora che visitare il sito: https://ausiliatrice.org/

Centro Nazionale Opere Salesiane, il 28 maggio il Rettor Maggiore inaugura la nuova sede a Roma

Il 28 maggio 2022, alle ore 11, si svolgerà l’inaugurazione della nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane in via Giacomo Costamagna, 6 a Roma, all’interno dell’Opera Salesiana del Pio XI.  A inaugurare la nuova sede ci sarà il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.

Questo il programma:

ore 11.00 – Accoglienza del Rettor Maggiore e degli ospiti

ore 11.30 – Presentazione dei locali della nuova sede del Centro Nazionale

ore 12.30 – Saluto del Rettor Maggiore

A seguire, buffet preparato dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi Don Bosco

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Il Centro Nazionale Opere Salesiane – CNOS – è l’Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto che rappresenta i Salesiani in Italia, promuove e anima gli Uffici, gli Ambienti, le Associazioni nazionali per il coordinamento delle Opere Salesiane. Opera seguendo le indicazioni della CISI – Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia – e in sinergia con le realtà salesiane presenti sul territorio italiano. I suoi compiti sono:

  • Coordinare e promuovere la condivisone delle prassi e dei cammini educativo-pastorali tra le Ispettorie salesiane e gli Uffici Nazionali;
  • Favorire percorsi e occasioni di studio e confronto sui temi dell’educazione dei giovani e della pastorale giovanile;
  • Rappresentare presso le istituzioni civili ed ecclesiali i Salesiani in Italia e collaborare con le diverse realtà che hanno a cuore l’educazione dei giovani.

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L’Opera Salesiana PIO XI  sorge nel quartiere Tuscolano a Roma. Iniziata nel 1928, venne ultimata nelle sue strutture principali nel 1936 e fu intitolata al Pontefice della beatificazione e canonizzazione di Don Bosco. Quei salesiani che nel 1928 arrivarono sui terreni periferici della città non pensavano a uno sviluppo così fulgido e fecondo di bene. Negli anni ’30, attorno all’Istituto e alla parrocchia si è strutturato uno dei quartieri più densamente abitati della città con vie intitolate a nomi che dicono la storia salesiana. Il Cardinal Cagliero, don Filippo Rinaldi, madre Maria Domenica Mazzarello, San Domenico Savio e Santa Maria Ausiliatrice. Il Centro Nazionale Opere Salesiane sorge in via Giacomo Costamagna che fu il primo salesiano a giungere tra gli indigeni dell’Ecuador.