Novena a Maria Ausiliatrice 2022: sotto il manto di Maria

In occasione della Festa di Maria Ausiliatrice 2022 saranno resi disponibili i video e i libretti di accompagnamento della Novena a Maria Ausiliatrice (15-23 maggio) promossa dalla Sede Centrale Salesiana per tutti i membri della Famiglia Salesiana che intendono prepararsi adeguatamente a questa ricorrenza. La proposta spirituale per la novena di quest’anno, affidata al gruppo della Famiglia Salesiana dei Salesiani Cooperatori e realizzata da “IME Comunicazione srl”, si concentrerà sulla maternità di Maria. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Roma) – In occasione della Festa di Maria Ausiliatrice 2022 saranno resi disponibili i video e i libretti di accompagnamento della Novena mondiale a Maria Ausiliatrice (15-23 maggio) promossa dalla Sede Centrale Salesiana per tutti i membri della Famiglia Salesiana che intendono prepararsi adeguatamente a questa ricorrenza.

La proposta spirituale per la novena di quest’anno, affidata dal Rettor Maggiore al gruppo della Famiglia Salesiana dei Salesiani Cooperatori e realizzata da “IME Comunicazione srl”, si concentrerà sulla maternità di Maria, che accoglie e protegge tutti sotto il suo manto. Maria Ausiliatrice ascolta il mondo, le sue richieste di aiuto, le sue lotte e poi lo avvolge nel suo manto e lo protegge, confortandolo nel suo abbraccio.

La novena, ispirata al tema della Strenna 2022, “Fate tutto per amore, nulla per forza”, riprenderà nove invocazioni delle Litanie Lauretane, ad ognuna delle quali corrisponderà una realtà della vita quotidiana.

Ogni video vedrà alternarsi diversi momenti: una storia contemporanea, scritta da Bruno Ferrero, il commento del Rettor Maggiore, un riferimento salesiano con la testimonianza di un Salesiano Cooperatore nel mondo e, a conclusione, la preghiera finale di invocazione a Maria.

I video, come da tradizione, saranno accessibili in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese nei diversi canali linguistici di ANSChannel su YouTube; ma non solo: perché, come novità di quest’anno, per andare incontro al gran numero di utenti che navigano la rete attraverso gli smartphone, saranno resi disponibili nelle medesime lingue anche attraverso il nuovo canale Telegram collegato al sito SDB.org.

Ogni video sarà reso visibile con un giorno d’anticipo – quindi i primi video saranno resi pubblici il 14 maggio; ad ogni modo, già oggi sono accessibili i trailer della novena.

I libretti, elaborati in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese saranno scaricabili liberamente sul sito istituzionale della Congregazione: www.sdb.org e pubblicati con le medesime modalità utilizzate per i video.

UPS: trent’anni di lavoro formativo psicoterapeutico nel segno di Don Bosco – la Scuola Superiore di Specializzazione in Psicoterapia dell’UPS

Venerdì 6 maggio alle ore 18:30 il Direttore Raffaele Mastromarino ha raccontato e celebrato i trent’anni di storia e gli oltre 500 professionisti formati dalla Scuola di Specializzazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), nata dall’intuizione e collaborazione di tre professori dell’università salesiana: Antonio Arto, Herbert Franta e Pio Scilligo. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Roma) – Trent’anni di storia e più di 500 professionisti formati in una fra le più antiche scuole di specializzazione in psicoterapia di Italia: ispirata dal lascito spirituale e operativo di San Giovanni Bosco, la Scuola di Specializzazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) nacque dall’intuizione e dalla collaborazione di tre professori dell’università salesiana – Antonio Arto, Herbert Franta e Pio Scilligo – che costruirono un percorso comune partendo da approcci scientifici differenti. Una realtà formativa che viene raccontata e celebrata, oggi, venerdì 6 maggio alle ore 18:30 nell’aula Paolo VI dell’UPS.

“La Scuola – afferma il prof. Raffaele Mastromarino, Direttore della scuola -, propone da sempre la costruzione di un intervento clinico centrato sulla persona vista come responsabile del proprio processo di cambiamento. È riuscita a mantenere nel tempo l’impronta data dal prof. Pio Scilligo, che per molti anni l’ha diretta con l’ampiezza di orizzonti e rigore scientifico. L’attività della Scuola – prosegue Mastromarino – si fonda sul continuo collegamento tra la teoria, la pratica e la ricerca sull’efficacia degli interventi proposti e sugli ‘ingredienti attivi’ del processo terapeutico (ricerca sull’esito e sul processo)”.

Secondo il modello terapeutico proposto dalla Scuola, il cambiamento è visto come il risultato del processo di recupero da parte del paziente che ha sufficiente potere personale e capacità per dare una nuova direzione alla propria vita, tenendo conto dell’ambiente in cui vive, in un binomio inscindibile di libertà e responsabilità.

Il modello umanistico-personalistico, con un approccio integrato, caratterizza la nuova proposta fondata da Pio Scilligo: l’Analisi Transazionale Socio Cognitiva (ATSC).

“È un modello – spiega Mastromarino – che al suo interno applica diversi principi e metodi: quello esperienziale-gestaltico, analitico-transazionale (in special modo il modello ridecisionale), cognitivo, interpersonale, psicodinamico”.

All’interno della Scuola e della sua cornice teorica, gli allievi possono formarsi anche nell’utilizzo dell’EMDR e della Coherence Therapy.

“Un approccio – conclude Mastromarino – che fa tesoro della tradizione spirituale e scientifica salesiana, proponendo una attenzione fondamentale alla persona e alle sue relazioni col mondo esterno”.

Fra i servizi offerti dalla Scuola, ci sono:

  • il Centro Clinico di Prevenzione e Intervento (CePI) con cicli di terapia breve sostanzialmente gratuiti per i pazienti, e condotti dagli allievi del terzo e del quarto anno.
  • il Laboratorio di Ricerca sul Sè e sull’Identità (La.R.S.I) fondato nel 2006 dal prof. Pio Scilligo, che porta avanti stabilmente percorsi di ricerca continua;
  • infine, il Servizio Accoglienza e Invio (SAcI) che ha lo scopo di promuovere l’avvio alla professione dei diplomati.

MGSound: il progetto musicale del Movimento Giovanile Salesiano

MGSound è un progetto musicale radicato nella realtà del Movimento Giovanile Salesiano del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Lituania, che comprende i Salesiani di don Bosco, le Figlie di Maria Ausiliatrice e i giovani.

Nel maggio 2020, durante il primo lockdown, un gruppo di giovani dell’MGS del Piemonte si è unito nella musica e ha dato vita ad un canto dal titolo “Fino all’ultimo respiro“.

Dalle camerette dei ragazzi allo studio di registrazione, nel gennaio 2022, “Fino all’ultimo respiro” viene registrata in una versione pronta per essere diffusa. Insieme ad essa viene lanciato questo progetto, nel nome di don Bosco e per tutti i giovani.

 

San Francesco di Sales: “L’amabile patrono dei giornalisti” – La Voce e il Tempo

Proseguono i contributi da parte della rivista “La Voce e il Tempo” sulla figura di san Francesco di Sales, di cui quest’anno ricorre il IV centenario dalla morte. Dopo gli interventi di don Giovanni Ghiglione sdb e quello di suor Mariagrazia Franceschini, interviene Vania De Luca, vaticanista, caporedattore del Tg3, già presidente nazionale dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa Italiana). San Francesco di Sales è anche patrono dei giornalisti per la sua attività di evangelizzazione con i “media” del suo tempo. Di seguito l’articolo pubblicato su La Voce e il Tempo a cura di Vania De Luca.

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Proseguono i nostri contributi sulla figura di san Francesco di Sales, di cui quest’anno ricorre il IV centenario dalla morte. Dopo gli interventi di don Giovanni Ghiglione sdb, che ha illustrato la spiritualità del Vescovo di Ginevra, patrono dei salesiani, e quello di suor Mariagrazia Franceschini, dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria (le suore Visitandine fondate da san Francesco di Sales con santa Giovanna de Chantal), su questo numero interviene Vania De Luca, vaticanista, caporedattore del Tg3, già presidente nazionale dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa Italiana). San Francesco di Sales è anche patrono dei giornalisti per la sua attività di evangelizzazione con i “media” del suo tempo. Sull’eclettica figura di san Francesco di Sales è in programma domenica 15 maggio, alle 20.30 presso il monastero della Visitazione a Moncalieri (strada Santa Vittoria 15) un incontro sul tema «Sono uomo come di più non è possibile»: intervengono don Michele Molinar sdb, vicario dei Salesiani del Piemonte, e suor Mariagrazia Franceschini, monaca della Visitazione. Introduce e modera Marina Lomunno, giornalista de «La Voce e il Tempo».

San Francesco di Sales è dottore dell’amore, protettore dei sordomuti, e non ultimo patrono dei giornalisti. Sotto il suo patrocinio è posta l’Ucsi, Unione cattolica della stampa italiana, di cui fanno parte giornalisti e comunicatori che lavorano in testate e contesti laici, oltre che cattolici. Il riferimento al santo è citato nel suo statuto all’articolo 1, per rendere evidente un’appartenenza e un riferimento spirituale che non sono un accessorio ma una radice profonda.

Da più di 60 anni, da quando è nata, l’Ucsi anima in tutta Italia per la festa di san Francesco di Sales, il 24 gennaio, una celebrazione eucaristica e una serie di incontri sui temi della comunicazione e dell’etica, riconosciuti dall’ordine dei giornalisti per il rilascio dei crediti formativi. Analogamente avviene a maggio, per la giornata delle comunicazioni sociali, quando il tema di dibattito è spesso legato al messaggio del Papa, che diventa oggetto di dialogo, con tanti giornalisti anche non cattolici. Attualissimi i temi degli ultimi anni: famiglia, misericordia, fake news e giornalismo di pace, comunità e cultura dell’incontro, l’ascolto… L’attuale presidente nazionale Ucsi, Vincenzo Varagona, ci conferma con convinzione quanto la figura di san Francesco di Sales resti un importante riferimento per l’unione, «per la sua testimonianza profetica, con la ricerca innovativa di una linea di frequenza con il popolo e la comunità di cui era Vescovo: sapeva quanto fosse difficile evangelizzare, e per essere ascoltato inventò una nuova forma di comunicazione con cui rendere più efficace l’annuncio».

Torino, Valdocco, Museo don Bosco – Ritratto di San Francesco di Sales, olio su tela. Esposto al pubblico per la prima volta, dipinto nel 1618, quattro anni prima della sua morte, è l’unico ritratto conosciuto dipinto durante la vita di Francesco

Nella vita dei Santi c’è sempre uno specchio del loro tempo e insieme qualcosa di universale, che può parlare a ogni uomo e a ogni donna di ogni epoca e di ogni luogo geografico. Francesco di Sales è stato un «uomo ponte» che ha testimoniato la sua fede in un contesto ostile, vivendo un tempo di passaggio. Davanti ai problemi nuovi che sfidavano la Chiesa e il mondo non ha dato risposte vecchie, ma ne ha cercate di nuove, come tante volte papa Francesco invita a fare oggi, chiedendo creatività. San Francesco radicò la controriforma cattolica nel «sentire interiormente» la via indicata da Dio verso la libertà: Scrisse lettere (più di 30 mila), predicò in un contesto calvinista, parlò di Dio nei colloqui personali, fondò insieme ad Antonio Favre l’Accademia Florimontana (1606-7), per incoraggiare l’approfondimento teologico, filosofico, scientifico e letterario. Scelse come simbolo l’arancio, un sempreverde, che porta fiori e frutti quasi in tutte le stagioni. Anche oggi viviamo un profondo cambiamento d’epoca che pone sfide nuove e richiede nuove risposte anche per quanto riguarda i modi della comunicazione. San Francesco comunicò la fede attraverso i «nuovi media» del suo tempo, per ‘sanare’ le fratture religiose e politiche in un’Europa alla ricerca della pace nella cultura e nella società.

Come prete visse delle sconfitte: dal pulpito non era ascoltato, così cominciò a pubblicare i cosiddetti «manifesti», fogli volanti che si possono paragonare a grandi tweet del tempo, che affiggeva ai muri o faceva scivolare sotto gli usci delle case. Proprio per questo suo modo di cercare forme nuove di comunicazione la Chiesa ha messo sotto la sua protezione la vita di giornalisti e scrittori.

Pio XI, il 26 gennaio 1923, lo proclamò, nella Rerum omnium, patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina». All’indomani del Concilio Vaticano II Paolo VI lo confermò come modello per i giornalisti cattolici. Illuminanti le parole di Giovanni XXIII agli iscritti dell’Ucsi ricevuti in udienza il 27 gennaio 1963, che riprendevano un suo scritto del 1911. San Francesco di Sales è citato come «l’amabile patrono dei veri amici e servitori della penna».

Non è di quelle figure

«che si possono contenere entro limitati orizzonti»

affermava papa Giovanni,

«essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena: più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy… In verità san Francesco di Sales fu il più amabile tra i santi, e Iddio lo mandava al mondo in un’ora di tristezza… Ed egli apparve ed è rimasto come l’incarnazione della pietà sorridente e forte, in cui si fondono la poesia ingenua di san Francesco d’Assisi e l’amore chiaroveggente di sant’Agostino».

Francesco di Sales era convinto che nel trattare con gli uomini, inclusi gli eretici, bisognava sempre evitare «l’aceto», e usare invece la dolcezza, la comprensione, la stima, il dialogo serio e sincero: «Se sbaglio, diceva, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore», oppure «ogni volta che sono ricorso a repliche pungenti, ho dovuto pentirmene. Gli uomini fanno di più per amore e carità che per severità e rigore».

Uscì da una profonda crisi di fede, nel 1587, affidandosi a Dio: «Io vi amerò, Signore». L’amore e la carità furono per lui la via. «Come la regina delle api – scrive nella Filotea – non esce mai senza essere circondata da tutto il suo piccolo popolo, così la carità non entra mai in un cuore senza condurre al suo seguito tutte le altre virtù (…) Il giusto è come un albero piantato lungo un corso d’acqua che porta i frutti nella sua stagione. Quando la carità entra in un’anima, produce in essa frutti di virtù, ciascuno a suo tempo». Filotea è un viatico che introduce alla vita spirituale, personificazione di un’anima, un ‘tu’ femminile che san Francesco dirige tappa dopo tappa, con consigli anche molto pratici, come il «mazzetto spirituale di riflessioni e preghiere» che propone di formare al termine delle meditazioni, da usare e «odorare» nella giornata. Risale al 1608, e dopo meno di 50 anni era già tradotta in 17 lingue. Un classico della mistica è il «Trattato dell’amore di Dio», redatto, così come le altre opere, con linguaggio elegante e insieme semplice, ricco d’immagini, in maniera da coinvolgere il lettore.

L’amore, per il Sales, non è mai astratto, ma concreto. Ne è un esempio, nella sua esperienza di vita, l’incontro con il sordomuto Martino, che prese per mano e accolse in casa come un figlio. Per comunicare con lui imparò il linguaggio dei gesti, e proprio per questo motivo è stato proclamato «protettore dei sordomuti». Dai suoi scritti esce un tratto umano dolce, sereno, dall’animo grande, esempio di accoglienza, degli altri come di se stessi:

«È necessario sopportare gli altri, diceva, «ma in primo luogo è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi ad essere imperfetti».

Chiedeva oggettività e non egocentrismo:

«Quel che facciamo per gli altri ci sembra sempre molto, quel che per noi fanno gli altri ci pare nulla».

Invitava alla pazienza:

«Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo».

Indicava nel Crocifisso

«la scala attraverso la quale passiamo da questi anni temporali agli anni eterni» (Lettere spirituali 31. 12 1610).

Figura modernissima e profetica anche ai nostri giorni, in un tempo, oggi come allora, di «cuori spezzati», assettai di pace e di riconciliazione.

-Vania De Luca

Convegno Nazionale di PG a Lignano: il programma e i relatori

Dopo due anni, torna l’appuntamento nazionale di PG. Il Convegno si terrà dal 30 maggio al 2 giugno a Lignano Sabbiadoro e avrà come tema La fede nell’imprevedibile.

È disponibile il programma con i relatori (si può scaricare dal pulsante): “Apriremo con un dialogo a tre voci su cosa significhi oggi uscire dal buio nel quale, peraltro, siamo ancora immersi: come se non fosse bastata la pandemia, si sono aperti scenari di guerra tutt’altro che rassicuranti. Continueremo approfondendo il discorso sugli adolescenti, cantiere aperto dalla Chiesa italiana la scorsa estate. Faremo un ulteriore passo intorno al discorso della sinodalità, parola sulla bocca di tutti ma che ha bisogno di essere chiarita. Non tanto a livello teorico e infatti ci affideremo per questo passaggio a dei laboratori pratici. Nella chiusura, come sempre, proveremo a rileggere i nostri passi e a indicare (a partire dalle riflessioni fatte) le strade possibili per un impegno comune”, spiega don Michele Falabretti, responsabile nazionale di Pastorale Giovanile della CEI.

 

UPS: Giovani Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice si formano per essere testimoni credibili di vita cristiana in un mondo che cambia

Nell’ambito delle Giornate Salesiane di Comunicazione 2022, realizzate presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) venerdì 29 e sabato 30 aprile, oltre 130 giovani in formazione tra Salesiani di Don Bosco (SDB) e Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) hanno vissuto un fine-settimana di crescita nella comprensione della comunicazione al servizio della missione e nella fraternità. Le attività delle Giornate Salesiane di Comunicazione (GSC) hanno approfondito il tema guida “Essere cristiani in un mondo che cambia”. Di seguito la notizia pubblicata dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Oltre 130 giovani in formazione tra Salesiani di Don Bosco (SDB) e Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) hanno vissuto un fine-settimana di autentica crescita nella comprensione della comunicazione al servizio della missione e nella fraternità, nell’ambito delle Giornate Salesiane di Comunicazione 2022, realizzate presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) nei giorni di venerdì 29 e sabato 30 aprile. Ai lavori hanno preso parte anche don Gildasio Mendes e suor Ausilia De Siena, Consiglieri Generali SDB ed FMA per la Comunicazione Sociale.

Le attività delle Giornate Salesiane di Comunicazione (GSC) si sono svolte come da programma e hanno approfondito il tema guida “Essere cristiani in un mondo che cambia”. Nel primo pomeriggio di venerdì Padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, ha introdotto per tutti i presenti il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2022, sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”.

“Bisogna conoscere e comprendere la complessità del mondo inteso come villaggio globale, confrontarsi sempre con la realtà. Avere il coraggio di vivere la sofferenza, continuare a cercare per credere, sperare e amare, non rinunciando a lottare. In tempo di post-Covid-19 e di guerra, e oltre, occorre scommettere di nuovo su formazione, cultura, ascolto-dialogo. Alla comunità cristiana, come d’altronde a tutte le agenzie educative in campo, spetta il compito di promuovere l’esercizio del pensiero, influenzato e illuminato, nella fede, dallo Spirito Santo”

ha affermato il missionario-giornalista. Successivamente, i partecipanti hanno rivolto alcune domande di approfondimento e sono stati quindi suddivisi in gruppi per riflettere insieme su alcuni temi generali, precedentemente individuati, relativi alla vita cristiana come giovani religiosi, alla luce del motto che ha guidato le GSC di quest’anno.

Il pomeriggio è proseguito poi con la condivisione in assemblea delle esperienze avute nei gruppi di lavori, così come degli impegni presi. In serata, dopo un momento di preghiera curato dai novizi SDB e il tempo per l’agape fraterna, sono state proiettate e discusse alcune video-interviste realizzate dagli stessi giovani in formazione ad altri giovani loro coetanei, sul valore della fede e della vita cristiana nel mondo di oggi.

La giornata è terminata con il pensiero della “buonanotte salesiana” offerto da don Maria Arokiam Kanaga, Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’UPS. Nell’occasione don Kanaga ha sottolineato l’importanza per ogni membro della Famiglia Salesiana di essere “comunicatore della gioia che viene da Dio”, e ha anche esortato ciascuno dei presenti a vivere in modo tale che ciascuna persona che lo/la incontri sia portato a riconoscere in lui o in lei, come nell’apostolo Giovanni, “il discepolo amato”.

Sabato mattina la giornata è iniziata con l’Eucaristia, animata dalle giovani FMA e presieduta da don Gildasio Mendes.

Le attività sono poi proseguite con una sessione di laboratori paralleli, nove, su una gran varietà di temi, curati e animati da esperti dei rispettivi settori e di grande attualità, tutti comunque legati alla vita e alle difficoltà che può incontrare un giovane cristiano oggi: la testimonianza cristiana della pace, l’ecologia integrale, le sfide dell’identità di genere, gli scandali nella Chiesa, la creatività nella liturgia, l’immaginario religioso presentato nelle piattaforme audiovisive, il rapporto tra consacrati e la rete, la realtà odierna dell’universo giovanile e la credibilità dell’individuo.

Come giornate dedicate alla comunicazione, non poteva mancare un tempo congruo dedicato all’ascolto e alla valutazione delle attività da parte dei partecipanti: un feedback necessario per rendere autentica la comunicazione e per affinare sempre più, col passare delle edizioni, quest’iniziativa delle Giornate Salesiane di Comunicazione, partita ormai 10 anni fa.

L’esperienza si è conclusa con un ultimo momento di agape fraterna, e i riscontri ottenuti hanno testimoniato una generale soddisfazione per un’offerta di formazione alla comunicazione quanto mai necessari oggi e la richiesta di approfondire e strutturare ulteriormente percorsi e cammini sul tema.

Colle Don Bosco: 24° edizione della Festa “Una Magia Per La Vita”, organizzata dalla Fondazione Mago Sales Onlus

Domenica 8 maggio 2022 al Colle Don Bosco (At), a due anni di distanza dall’ultimo raduno a causa della pandemia, ritorna con la 24° edizione la festa “UNA MAGIA PER LA VITA”, organizzata dalla Fondazione Mago Sales Onlus.

Ognuno di noi, dopo due anni di “sipari chiusi”, desidera “riaprire le finestre ai sogni” e riprendersi la gioia dei giochi. L’occasione, proposta dal mago Sales, è quella di trovarci al Colle don Bosco dove, all’inizio dell’800, un ragazzino di 12 anni era solito intrattenere i suoi coetanei con giochi di alta magia: Giovanni Bosco, conosciuto in tutto il mondo come l’apostolo della gioventù, a cui piaceva molto la musica, il teatro e i giochi prestigio, come mezzo per una sana ricreazione e per annunciare l’amore di Dio al mondo.

Infatti, dopo ogni sua esibizione, proprio nel prato in cui si svolgerà la festa di domenica 8 maggio, Giovannino era solito ripetere l’omelia domenicale e invitare i presenti a recitare una preghiera di intercessione per le necessità del mondo intero. Il raduno dei prestigiatori, clowns e giocolieri, al di là di ricreare un momento di sana allegria e indescrivibile meraviglia è anche quello di onorare quel luogo santo, con un momento di gioiosa liturgia.

Alle ore 12.00, dopo l’esibizione sul piazzale del tempio di tanti artisti di strada (prestigiatori, giocolieri e clown) don Silvio Mantelli celebrerà la Santa Messa nel santuario. Come sempre la liturgia domenicale sarà allietata dall’esecuzione di alcuni brevi e significativi giochi di magia, nel momento dell’offertorio. Al termine della celebrazione ci sarà la benedizione solenne a tutti i bambini presenti e la loro elezione a Patrimonio Mondiale Dell’Umanità (nuovo progetto educativo del mago Sales). Verrà anche fatta una speciale benedizione a san Giovanni Bosco, proprio nel luogo del sogno dei 9 anni, in cui, con la pratica della dolcezza e della comprensione e non con le percosse e con le bombe, le bestie feroci venivano trasformati in agnelli. Si terrà infine la presentazione della richiesta in Vaticano di eleggere don Bosco patrono dei prestigiatori e giocolieri e verrà fatta una raccolta fondi a favore dei bambini dell’Ucraina. La Fondazione mago Sales fino ad ora ha raccolto e versato per questo progetto 72.000 €.

Ecco il programma della manifestazione:

DOMENICA 8 MAGGIO

  • Ore 9.30 Accoglienza
  • 10.00 Inizio giochi e spettacoli sul sagrato del santuario (Esibizione di più di artisti dei vari
    circoli magici)
  • 12.00 Santa Messa, presieduta da don Silvio Mantelli
  • 15.00 Ci ritroviamo tutti quanti nel prato dei giochi di Giovanni Bosco, a fianco della casetta
    del sogno, per assistere a uno spettacolo di magia, presentato da Walter Rolfo, organizzatore del
    Masters of Magic, uno dei più grandi raduni internazionali di magia.

Ingresso libero – raccolta fondi a vantaggio dei bambini dell’Ucraina.

Info: don Silvio 335 473784 – info@sales.it

San Francesco di Sales in prospettiva pastorale: Dolcezza Salesiana e Formazione Integrale

Il Settore per la Formazione della Congregazione Salesiana propone il secondo della serie di cinque video su San Francesco di Sales, presentato in prospettiva pastorale e focalizzato sulla “dolcezza salesiana”. Don Michele Molinar, che ha curato la serie con gli uffici di Pastorale Giovanile e Comunicazione Sociale della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), inizia chiarendo che cosa la dolcezza non è in San Francesco di Sales, per poi far percepire la ricchezza di questo dono vissuto e consegnato dal santo vescovo. Di seguito la notizia publicata dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Al termine di questo mese di aprile vissuto nella luce della Pasqua, il Settore per la Formazione della Congregazione Salesiana propone il secondo della serie di cinque video su San Francesco di Sales, presentato in prospettiva pastorale. Mentre il primo aveva come tema l’umano spiegato da Dio (qui accessibile in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese) questo secondo si focalizza sulla “dolcezza salesiana”.

Don Michele Molinar, che ha curato la serie con gli uffici di Pastorale Giovanile e Comunicazione Sociale della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), inizia chiarendo che cosa la dolcezza non è in San Francesco di Sales, per poi far percepire la ricchezza di questo dono vissuto e consegnato dal santo vescovo, con riferimenti diretti alla sua esperienza di vita.

“La dolcezza salesiana non è essere indulgenti arrendevoli e non si sposa certamente con la debolezza di carattere. La dolcezza di San Francesco di Sales, quella che lui vive che sente e che proporrà, e su cui si convertirà quasi ogni giorno della tua vita, ha una matrice profondamente cristiana. Parte da Gesù che ha detto di sé: ‘Io sono mite e umile di cuore’.

A dire il vero la dolcezza non è una realtà sola: entra e in un binomio, dove i due termini non si equivalgono neanche: dolcezza e umiltà. San Francesco di Sales dirà che queste due realtà credenti sono la base della santità, e dice anche che sono delle virtù molto rare, la dolcezza e l’umiltà.

Dirà che bisogna essere, bisogna avere, un cuore dolce con il prossimo e un cuore umile verso Dio. La combinazione di queste due, dà la Dolcezza Salesiana”.

Il video originale in italiano è stato realizzato anche in voice over per le altre principali lingue: video ITvideo ENvideo ESvideo FRvideo PT (visibili e scaricabili dai rispettivi link).

Chi è interessato al testo può scaricarlo dai seguenti link:

testo ITtesto ENtesto EStesto FRtesto PT.

Si segnala, inoltre, che recentemente è stato pubblicato in versione digitale in lingua inglese un testo di don Morand Wirth, prezioso contributo in chiave educativa al centenario di San Francesco di Sales: “St Francis de Sales a program of integral formation” – pubblicato da Salesian Online Resources – Centro Studi Don Bosco.

La versione originale in italiano è edita dalla LAS: “San Francesco di Sales un progetto di formazione integrale”.

Bra: successo della Mostra d’arte collettiva per la pace promossa dal Caffè Letterario

Grande successo dal 10 al 30 aprile per la Mostra d’arte collettiva per la pace, promossa dal Caffè Letterario di Bra. L’ottimo risultato raggiunto è certamente da condividere con l’Istituto Salesiano San Domenico Savio, che ha ospitato l’evento patrocinato dalla Città di Bra. La curatrice della mostra, Silvia Gullino, ha espresso grande soddisfazione a conclusione di un’esperienza che ha portato sotto la Zizzola grandi ospiti. Di seguito la notizia pubblicata dal sito TargatoCN.

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Un grande successo per la Mostra d’arte collettiva per la pace, promossa dal Caffè Letterario di Bra, durante tutto il suo periodo di apertura, dal 10 al 30 aprile.

L’ottimo risultato raggiunto, oltre alla grande emozione suscitata dalla rassegna fin dal vernissage, parte da lontano ed è certamente da condividere con l’Istituto Salesiano San Domenico Savio, che ha ospitato l’evento patrocinato dalla Città di Bra.

L’organizzatrice della mostra, Silvia Gullino, ha espresso grande soddisfazione a conclusione di un’esperienza, che ha portato sotto la Zizzola grandi ospiti come il noto critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso e ha ringraziato il pubblico, che ha dimostrato apprezzamento per le opere e applaudito gli autori.

C’è il genio creativo di Giovanni Botta espresso con un’immensa colomba di pace, un triste addio disegnato da Manuela Fissore, una speranza per l’umanità di Franco Gotta. Bernardo Negro scrive “Pace” in una poesia, nero su bianco. C’è poi Riccardo Testa con un’immagine, che non lascia spazio all’interpretazione: il viso smarrito di una bambina sulle spalle di un soldato. C’è anche Francesca Semeraro, artista torinese trapiantata a Bra, che nella sua opera rappresenta un cane e sopra lo sventolare di una bandiera con i colori dell’Ucraina. E poi un’opera realizzata a sette mani, che ha reso concreta l’amicizia, la vicinanza e la solidarietà verso il popolo ucraino.

Così ha preso forma la ‘Chiamata alle arti’ del Caffè Letterario, con la curatrice Silvia Gullino, che ha raccolto il messaggio di sei artisti braidesi, convinti che la luce e la bellezza della cultura possano contrastare il buio e l’orrore della guerra insensata, che sta ferendo il cuore dell’Europa. Partiamo da qui.

Silvia, com’è nata questa chiamata alle arti?

“Subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il movimento culturale del Caffè Letterario non ha avuto dubbi su da che parte stare: dalla parte della pace. Sono fermamente convinta che ognuno debba fare la sua parte e il mondo della cultura non poteva essere estraneo all’impegno per la pace. Così, ho chiamato a raccolta pittori, poeti e disegnatori, che si sono uniti per rispondere alla barbarie con il linguaggio universale dell’arte. Tutti hanno deciso di manifestare una giusta solidarietà contro la guerra. Lo hanno fatto mettendo a disposizione la loro creatività e il loro tempo per creare opere d’arte piene di luce e di speranza, come a voler dare forza ad un popolo che sta soffrendo”.

Com’è andata con artisti diversi per stile e generazione?

“Quello del Caffè Letterario è stato un progetto collettivo e ambizioso, realizzato nell’arco di poco tempo. L’entusiasmo e la generosità degli artisti sono stati totali. La necessità di esprimersi in merito ad una questione così urgente e drammatica ha prevalso su qualsiasi altra contingenza. Ho sempre detto che un buon caffè è fatto di tanti chicchi di qualità. E l’insieme di questi artisti ha formato una miscela di eccellenza. Siamo stati veramente un caffè letterario vivente, fatto di nomi che insieme hanno dato un aroma straordinario, che da soli non sarebbe stato uguale”.

Che compito è stato il tuo?

“Il Caffè Letterario di Bra è un faro. Propone e condivide bellezza. In questi giorni terribili, in cui risuonano i rumori che arrivano dall’Ucraina, di missili, esplosioni, spari, urla, pianti e tutto quello che la guerra porta a corredo, abbiamo voluto parlare della bellezza della pace, attraverso dei raffinati interpreti. Ogni artista di questo gruppo può essere paragonato ad una stoffa pregiata e il mio compito è stato quello di cucirle insieme, formando un tessuto unico e pregevole. L’esperienza ci ha arricchito, perché le diversità fanno questo effetto. Intorno a me si è creata una squadra ben assortita. Siamo orgogliosi di questa sinergia”. 

Qual era il senso dell’iniziativa?

“Insieme volevamo piantare un seme di pace e dimostrare come essa nasca dall’unione d’intenti e di cuori, esattamente come nasce una pittura, in cui si fondono colori diversi. Tutta l’arte è unione: dalla poesia che nasce da un insieme di parole alla musica, che si costruisce con tante note diverse. In questo caso lo abbiamo fatto attraverso disegni, dipinti, poesie, opere di street art e una pittura congiunta a sette mani. Così l’arte è diventata parafrasi della pace”.

Che messaggio volevate trasmettere ai visitatori con queste opere?

“Il messaggio che la pittura, la poesia e il disegno possono fare la loro parte. L’arte è di per sé concretezza. Nasce da un pensiero, che poi diventa azione. E va in direzione uguale, ma contraria all’uso delle armi. La guerra distrugge, mentre l’arte è creazione. L’arte che interpreta il tempo e deve essere voce di esso, l’arte che unisce e aiuta a superare i contrasti, l’arte che ha la responsabilità di difendere i valori. Vedere insieme artisti con declinazioni e cifre stilistiche diverse è stata la migliore testimonianza in un momento in cui l’unione è la vera forza contro la barbarie”.

Perché avete scelto come atelier i Salesiani?

“Le opere non sono state esposte in una pinacoteca, ma in un luogo simbolo del martirio della cultura e dell’umanità: una scuola. L’arte è uscita così dai soliti ambienti patinati per farsi vicina alla gente e abitare i luoghi della quotidianità, che oggi vengono distrutti senza pietà. Perché insieme a teatri ed ospedali, in Ucraina le scuole sono diventate mucchi di macerie. Le bombe possono far crollare i muri, ma non i valori della civiltà civile che, anzi, risorgono dalle ceneri. Questo rappresentano i quadri in rassegna: dei semi di bene piantati per ottenere frutti di amore e celebrare la fraternità e l’unione. Proprio come l’ultima opera del progetto, una tela che ha riunito non solo i colori, ma le mani di tutti gli artisti. È questa la sua bellezza. È questa la grande bellezza della pace: un’opera che si costruisce giorno per giorno tutti insieme, tutti diversi come i colori e per questo meravigliosa”.

La più grande soddisfazione?

“Il momento di maggior orgoglio e soddisfazione è stato vedere la risposta dei braidesi e dei rappresentanti di associazioni locali, che hanno sposato l’appuntamento con una larga partecipazione. E poi c’è l’onore di aver ricevuto in visita ospiti importanti come, ad esempio, il sindaco Gianni Fogliato, il vicepresidente del Consiglio Regionale, Franco Graglia e il noto critico d’arte, Giorgio Gregorio Grasso. Tutti sono rimasti colpiti sia dai messaggi intrinsechi delle opere esposte, sia dalla loro bellezza estetica”.

A chi devi dire grazie?

“I ringraziamenti sono tanti. Dal direttore dei Salesiani don Alessandro Borsello, campione di sensibilità e di accoglienza, al direttore del Cnos-Fap Valter Manzone ed ai suoi ragazzi. Ringrazio Matteo Gotta per il grande lavoro in cabina di regia, Enrico Sunda, partner del Caffè Letterario, tutti i media ed i gruppi social di Bra. Ringrazio anche i braidesi che si sono resi testimonial della nostra iniziativa e chi è venuto a visitarci. Ma il ringraziamento più grande è per gli artisti, che hanno risposto alla chiamata alle arti con le loro armi migliori: la pittura, il disegno, la poesia e la creatività”.

Che cosa ti lascia questa esperienza?

“Ho trovato un grande coinvolgimento da parte di tutti gli artisti e questa cosa mi ha toccato, perché sono nomi che non hanno bisogno di pubblicità. Tutti hanno messo in pausa quello che stavano facendo e hanno dedicato tempo al progetto e imbastito un dialogo che si è sviluppato in chat, per telefono e poi dal vivo. È un fatto straordinario: se è vero che l’arte può servire a costruire un nuovo mondo di pace e libertà, penso che questo sia l’esempio”.

Facciamo un bilancio della mostra appena conclusa.

“È un bilancio positivo, superiore alle attese. Anche un piccolo gesto, come il nostro è potente, perché la vicinanza, il legame che si crea in questi momenti, come l’arte ci insegna, è capace di unire cuori, menti e anime in uno spirito unico che travalica ogni confine. Abbiamo iniziato questa avventura in sette, piantando un seme per la pace. Al vernissage eravamo molti di più, senza contare i passaggi nei giorni di apertura. Quindi possiamo dire che quel seme è cresciuto e ha dato frutti abbondantissimi. Aveva ragione Pablo Picasso: ‘La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico’. L’intento è stato lo stesso: la ricerca collettiva di libertà e di giustizia. Eccola la potenza dell’arte”.

E adesso che succede?

“L’arte non si mette mai da parte, nemmeno adesso che è calato il sipario sulla mostra. Le opere che hanno parlato di pace ai Salesiani, potranno continuare a farlo attraverso i loro autori, i social e, perché no, nelle scuole in cui hanno molto da dire ai più giovani. Quei dipinti e poesie sono dei piccoli semi, che nelle mani e nei cuori dei bambini e delle bambine possono germogliare e fiorire in un mondo migliore. La mostra stanziale può diventare così itinerante e si chiuderà quando la guerra sarà finita, considerando solo a quel punto il progetto concluso. E tutto il movimento del Caffè Letterario non vede l’ora che questo accada”.

Qual è il messaggio finale?

“Lunghi secoli di storia ci hanno insegnato abbastanza da capire che ogni atto di violenza di un popolo su un altro è un’aggressione all’umanità intera. Non c’è vita, senza la pace. E lo slogan arriva dritto dritto da John Kennedy nel messaggio all’ONU del 25 settembre 1961: ‘L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità’”.

TGS, nuovo consiglio direttivo dopo la XXXVII Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva

Nei giorni 23, 24 e 25 Aprile 2022 si è svolta a Roma la XXXVII Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva della associazione Turismo Giovanile e Sociale APS. Erano presenti le rappresentanze di gruppi locali TGS provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. L’occasione dell’Assemblea Nazionale quest’anno è stata particolarmente significativa in quanto sono stati eletti i consiglieri nazionali che guideranno l’associazione per il quadriennio 2022- 2026 e i componenti del collegio dei probiviri.
Nella giornata di sabato 23, dopo aver espletato le attività ordinarie statutarie, sono stati presentati i candidati al nuovo consiglio direttivo e al nuovo collegio dei probiviri con votazioni nella giornata di domenica 24 aprile. Il nuovo Consiglio Direttivo TGS Nazionale 2022-2026 è così composto:

• Lorenzo Napoli, Presidente
• Cosima Convertini, Vicepresidente
• Silvia Lorenza Zizzi, Segretario
• Felice Distefano, Tesoriere
• Salvatore Borgesi, Consigliere
• Gabriele Giovagnoli, Consigliere
• Giacomo Berardi, Consigliere

Fanno inoltre parte del Consiglio Direttivo TGS Nazionale i delegati salesiani, membri designati dagli enti promotori: don Francesco Preite (CNOS) e suor Cristina Camia (CIOFS).Con l’occasione si ringraziano i consiglieri uscenti: Cosimina D’Errico, Giancarlo Gargano, Matteo Raschi e Igino Zanandrea per il servizio di volontariato reso durante i loro mandati.

Il nuovo Collegio dei Probiviri 2022-2026 è così composto:
• Giovanni D’Andrea
• Cosimina D’Errico
• Massimiliano Spezzano
Con l’occasione si ringraziano i componenti uscenti: Cristiano Tanas, Ciro Bisogno, Anna Maria Bolpato