Capriglio: Santa Messa in onore di Mamma Margherita

Il 25 novembre si è svolta la Santa Messa in memoria di Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, presso la Parrocchia di San Martino a Capriglio, luogo natale della madre di Don Bosco, nel 165° anniversario della sua morte.

Di seguito l’articolo dell’ANS AGENZIA INFO SALESIANA

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Capriglio, Italia – novembre 2021 – Il 25 novembre presso la Parrocchia di San Martino, è stata celebrata la Santa Messa in memoria della Venerabile Margherita Occhiena, madre di San Giovanni Bosco, nel 165° anniversario della sua morte. Nota come Mamma Margherita è morta a Torino all’Oratorio di Valdocco il 25 novembre del 1856, ed è stata dichiarata Venerabile il 23 ottobre 2006. L’Eucaristia è stata presieduta da don Enrico Ponte, Maestro dei novizi del Colle Don Bosco e concelebrata dal Direttore del Colle Don Bosco, don Gianni Rolandi, il professore emerito don Mario Maritano, l’Economo del noviziato don Tiziano Baracco, l’Economo del Colle Don Bosco don José Maria Sabé. A fare gli onori di casa il Vicario diocesano dell’Unità Pastorale Mamma Margherita, don Domenico Valsania. Il coro Mamma Margherita di Capriglio ha animato la Celebrazione. Nell’omelia don Ponte ha ricordato la figura e soprattutto il coraggio di mamma Margherita, capace di dire “si” a Dio in modo incondizionato in ogni istante della sua vita, specialmente nei momenti difficili. Il suo “si” ad un matrimonio non facile, il suo “si” nell’accettare con fede la morte del marito, il suo “si” a rinunciare a tutti i suoi beni materiali per aiutare i giovani poveri e bisognosi raccolti da Don Bosco all’Oratorio di Valdocco. Una donna forte e saggia, una madre eroica e una sapiente educatrice: da tutti rispettata e invocata sotto il titolo di Mamma. Il presidente dell’associazione Amici del Museo di Mamma Margherita, Diego Occhiena, ha poi illustrato brevemente alcuni aspetti della spiritualità della Venerabile, ponendo l’accento in particolare sul suo stile di vita improntato alla povertà evangelica.

RMG – Assemblea Generale della Confederazione Mondiale degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS) – Nel fine-settimana appena trascorso, dal 26 al 28 novembre, si è svolto, in modalità digitale, il più importante raduno della Confederazione Mondiale degli Exallievi ed Exallieve di Don Bosco, l’Assemblea Generale, che ha luogo ogni sei anni. Nell’occasione è stata rinnovata anche la Presidenza Mondiale, che da ieri è affidata alla guida di Bryan Magro, Exallievo maltese, finora Tesoriere della Confederazione.

L’Assemblea Generale è un momento deputato alla riflessione comune, la condivisione delle rispettive realtà, gli aggiornamenti e il lavoro per il futuro, e in questa circostanza si sono registrati oltre 150 delegati per prendere parte ai lavori.

Le attività si sono svolte in tre sessioni pomeridiane di oltre tre ore ciascuna. La prima giornata, quella di venerdì 26 novembre, è stata aperta dalla preghiera, animata dai giovani di Filippine, Isole Salomone, Hong Kong, Giappone e Indonesia. Successivamente sono stati trasmessi due messaggi preregistrati, da parte di don Joan Lluis Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato della Famiglia Salesiana; e del sig. Dominic Nam, SDB, Delegato mondiale per gli Exallievi; infine, è giunto molto gradito il breve e vivace messaggio del X Successore di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, direttamente da Valdocco, il quale, a margine dei lavori con gli Ispettori salesiani d’Europa, ha offerto alcuni spunti ai partecipanti all’assemblea.

Dopo aver ringraziato il Presidente uscente della Confederazione, Michal Hort, e i suoi collaboratori, ha salutato gli Exallievi con il messaggio che Don Bosco consegnava a tutti i ragazzi che partivano dal suo Oratorio verso il loro futuro: “Ricorda che qui a Valdocco avrai sempre un amico e un padre”. Quindi, ha manifestato la sua consapevolezza del potere, della forza, dell’energia degli ExDB nel mondo. E per questo li ha esortati: “Dovete essere forza viva nella società!”.

Ha anche ricordato che mantiene tutta la sua attualità il messaggio di Don Bosco che sosteneva che ogni Exallievo è chiamato ad essere un onesto cittadino e un buon credente. E, da ultimo, ha animato i Delegati a stare sempre con le mani tese per accogliere ed aiutare i più poveri e bisognosi.

La seconda parte della prima giornata è stata dedicata alla presentazione delle relazioni dalle 4 regioni in cui è strutturata la Confederazione: America – Africa – Asia e Oceania – Europa, con alcune relazioni delle Federazioni nazionali (Malta, Italia, Haiti). Grazie a queste relazioni è stato possibile ammirare anche la ricchezza della formazione e della comunione nel continente americano; così come la solidarietà dinamica verso i poveri, specialmente durante la pandemia, delle federazioni asiatiche; i molti progetti realizzati con il sostegno dell’Unione Europea; le iniziative per i giovani a Malta…

E mentre la più antica federazione, quella italiana, ha riferito sui suoi oltre 6.000 gruppi membri in 135 centri locali e 13 federazioni provinciali, Haiti una delle federazioni più giovani, ha riferito dell’avvio della Federazione con più di 10 centri locali.

La giornata centrale, quella di sabato 27 novembre, è stata dedicata all’ascolto delle relazioni del Presidente, del Tesoriere e del Segretario Generale insieme alla presentazione delle proposte di modifiche degli Statuti e alla preparazione per le votazioni del giorno successivo.

Domenica 28, infine, dopo l’Eucaristia, si è proceduto alle elezioni, al termine delle quali il Rettor Maggiore ha annunciato che il nuovo Presidente, e XI Successore di Carlo Gastini, è risultato Bryan Magro.

I nuovi organi direttivi della Confederazione, pertanto, ora sono così composti:

Presidente: Bryan Magro, 53 anni, da Malta

Segretario Generale: Peter Kováč, 33 anni, dalla Slovacchia

Tesoriere: Celso Noguieira, 45 anni, dal Portogallo

Consiglieri Regionali –

Europa (Adulti): Valerio Martorana, 46, dall’Italia

Europa (Giovani Exallievi – GEx): Alessandro Pensabene, 28, dall’Italia

Asia-Oceania (Adulti): Ketan Gala, 53 anni, dall’India

Asia-Oceania (GEx): Niel Evangelista, 28 anni, dalle Filippine

America (Adulti): Eduardo Pessoa, 44 anni, dal Brasile

America (GEx): Carlos Marquina, 28 anni, dall’Ecuador

Africa (Adulti): Balthazar Maniratunga, 45 anni, dal Burundi. 

Cambio ai vertici del VIS: Michela Vallarino eletta presidente, affiancata dal nuovo Comitato Esecutivo. La direttrice generale è Chiara Lombardi.

Nel corso dell’assemblea dei Soci e dei Partecipanti che si è tenuta sabato 27 e domenica 28 novembre sono state rinnovate le cariche istituzionali che guideranno la Ong salesiana VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo per i prossimi quattro anni.

L’assemblea dei Soci, composta da tre enti salesiani, ha eletto alla carica di presidente Michela Vallarino, 49 anni, avvocato, già vice presidente. Sarà affiancata dai consiglieri del Comitato EsecutivoMarco Faggioli e Francesco Mele (entrambi vice presidenti, quest’ultimo nominato dall’Assemblea dei Partecipanti), don Giordano Piccinotti SDB (tesoriere), Giampietro Pettenon SDBJennifer Avakian e Stefano Di Maria.

Vallarino raccoglie il testimone da Nico Lotta, di professione ingegnere, che ha ricoperto la carica di presidente per due mandati: “In questi anni abbiamo consolidato la presenza del VIS in alcuni Paesi – afferma Lotta – ampliato i partenariati strategici e rafforzato la struttura operativa. Resta ancora molto da fare perché la pandemia ci ha posto di fronte a nuove sfide e a una maggiore consapevolezza che nessuno si salva da solo, che è l’essenza del fare cooperazione. Sono profondamente grato verso tutte le persone con cui ho condiviso questo lungo tratto di strada, che ho vissuto come un servizio, ma che è stato soprattutto un dono. Auguro alla nuova squadra di lavorare e secondo lo spirito di attenzione ai giovani più vulnerabili che Don Bosco ci ha trasmesso”.

“Sono profondamente grata a Nico Lotta e a tutto il Comitato esecutivo uscente per il lavoro svolto insieme in questi anni e per la fiducia che mi accordano – afferma Michela Vallarino – Ora inizia una nuova fase, che sarà caratterizzata dal rinnovamento e anche dalla continuità con quello che è stato fatto finora. Alcuni degli obbiettivi sono ancora validi perché non ancora compiutamente realizzati, come il rafforzamento della rete dei soggetti che compongono il sistema salesiano di solidarietà, la presenza sul territorio italiano, il miglioramento del sistema di organizzazione, gestione e controllo interno”.

Il VIS è in una fase di pianificazione strategica per i prossimi sei anni, un processo partecipativo che ha coinvolto negli ultimi mesi il personale della sede e dei Paesi in cui è presente.

“Interpreto questo ruolo – prosegue Vallarino – come un fare sintesi e mettere in circolo le diverse anime e sensibilità che costituiscono il VIS: spirito di servizio e professionalità, carisma e competenza, sogni e quadri di progetto, centro e territori, emergenza e sviluppo. Credo che la strada giusta sia quella di vivere la cooperazione non solo come “attività di interesse generale” secondo il linguaggio della Riforma del Terzo Settore, ma anche come approccio: la cooperazione come incontro tra le persone, in un mondo dove tutto è connesso e tutto è in relazione e in cui siamo chiamati a impegnarci per la giustizia e la pace anziché alimentare le ingiustizie e le disuguaglianze, come ci ricorda papa Francesco”.

Il Presidente e i componenti del Comitato Esecutivo del VIS non sono dipendenti dell’organismo, percepiscono solo una indennità di carica, e svolgono altre professioni, mettendo a disposizione della Ong la propria competenza ed esperienza con spirito di servizio.

Al vertice della struttura operativa ci sarà Chiara Lombardi, 38 anni, nominata direttrice generale: “Sono cresciuta professionalmente al VIS, in cui sono entrata la prima volta nel 2009 e a cui sono tornata dopo diverse esperienze con altre organizzazioni. Sono grata per il percorso fatto, consapevole dell’onere che mi spetta ma anche della professionalità delle colleghe e dei colleghi che mi affiancheranno. Credo che fare cooperazione richieda molta flessibilità per rispondere alle necessità di un mondo in continua evoluzione, con nuovi bisogni, nuovi squilibri, nuove povertà e nuove sfide. Il VIS è una organizzazione capace di rigenerarsi mantenendo le proprie radici. Per questo lavoreremo nel segno della continuità ma anche innovando alcuni processi e modalità di lavoro con l’obiettivo di accorciare le distanze tra i colleghi della sede, quelli nei Paesi e i volontari in Italia e creare una squadra dalle dimensioni globali sempre più unita e motivata a servizio dei più vulnerabili”.

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Michela Vallarino, sposata e con un figlio, vive e lavora a Genova dove esercita la professione di avvocato a favore di privati, imprese ed enti non profit. Svolge anche attività di consulenza ed assistenza in materia di responsabilità amministrativa degli enti, facendo anche parte di alcuni organismi di vigilanza. Da molti anni è attiva nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, tra gli altri negli ambiti della cooperazione internazionale, della tutela legale delle persone non abbienti e della protezione dei diritti dei minori stranieri non accompagnati.

Chiara Lombardi, sposata e con due figli, originaria di Brescia e proveniente da una famiglia molto attiva nel mondo della cooperazione internazionale. Dopo la laurea in Relazioni Internazionali all’Università Cattolica inizia a lavorare nella cooperazione in Libano, poi in Repubblica Democratica del Congo e in Etiopia, dove condivide l’esperienza insieme al marito e ai figli. Dal 2018 è rientrata in Italia e lavora nella sede centrale del VIS occupandosi di progetti nel Corno d’Africa.

Associazione Di Famiglia Onlus: il 5 dicembre l’inaugurazione di “CASA DIFAMIGLIA”

Il prossimo 5 dicembre, l’Associazione Di Famiglia Onlus, fondata nel 2009 dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e da laici insieme, inaugurerà un nuovo spazio dedicato alle famiglie: “CASA DIFAMIGLIA”. L’appuntamento è previsto alle ore 15.00 in via Castelgomberto 11/d a Torino.

Di seguito l’invito con il programma e il Comunicato Stampa.

C’è bisogno di casa!

Aria Difamiglia: relazioni.

Nel 2022 ricorrerà il 150° anniversario di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Lo Spirito che per natura è creativo e coinvolgente continua ad agire …

L’Istituto nasce il 5 agosto 1872 a Mornese, un comune della Provincia di Alessandria, sulle colline dell’alto Monferrato. Maria Domenica Mazzarello con un gruppo di giovani pronunciarono il loro “sì” come Maria per essere “aiuto” soprattutto tra le giovani.

In questo contesto carismatico l’Associazione Di famiglia viene fondata nel 2009 dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e da laici insieme, ha come riferimento i documenti del Magistero della Chiesa e la Strenna del Rettor Maggiore di allora Don. Pascual Chávez Villanueva “Assicurare una speciale attenzione alla famiglia. Che è culla della vita e dell’amore e luogo primario di umanizzazione” (Strenna 2006).
Madre Yvonne Reungoat mette inevidenza l’importanza dell’accoglienza in famiglia in gesti quotidiani nel “tessere relazioni di reciprocità”.

L’Associazione compie 12 anni e si assume una nuova responsabilità: “cercare casa” in un tempo di pandemia dove le relazioni sono “preziose come l’oro”. Ritrovarsi in “Casa di famiglia” è un modo per tenere in allenamento l’umanità e la riconoscenza tra le generazioni.
Dopo molto peregrinare, dialogando con l’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale) emerge l’interesse reciproco verso un progetto in grado di rafforzare i legami sul territorio. La richiesta di uno spazio viene accolta e oggi, siamo in Torino a Mirafiori Nord, in via Castelgomberto 11/D.
Operativamente l’Associazione offre l’organizzazione di “laboratori di legami” privilegiando un approccio spirituale, artistico, ludico, creativo, conviviale e valorizzando il “bello” che ciascuno porta dentro di sé. Il sottofondo di tutti i percorsi sono la Parola di Gesù e l’esperienza di don Bosco e Madre Mazzarello che dialogano con la ricerca delle famiglie di oggi. Inoltre si ispira alla lettura della famiglia che negli anni hanno messo a punto il modello relazionale-simbolico con la riflessione della prof.ssa Eugenia Scabini e del prof. Vittorio Cigoli che continua con formatori e docenti appassionati per la relazione come scuola di vita le proff.sse Iafrate Raffaella e Anna Bertoni.

L’Associazione Di Famiglia ha sinora realizzato esperienze diverse a partire dall’ascolto delle esigenze delle famiglie che sono state via via conosciute e coinvolte.
Il fulcro di tutto, come specificato è l’integrazione tra due dimensioni: quella artistico-spirituale e quella conviviale. Ci ha sorretto in questi anni l’idea che l’arte poteva essere, ed è stata, una forma importante di potenziamento dei legami familiari. Tutto ciò per l’Associazione è promuovere il benessere dentro la famiglia e tra le famiglie, grazie alla possibilità di vivere relazione calde, di prossimità, senza giudizi o pregiudizi. È nelle relazioni che c’è la possibilità di condividere valori umani e cristiani e percorrere insieme, per un pezzo di storia, una strada per affrontare con realismo la realtà personale ed educativa.
L’intenzione dell’Associazione è quella di predisporre uno spazio per prendersi cura del familiare, nell’incontro e nella relazione con l’altro senza sostituirsi operando per far crescere il senso di libertà e responsabilità nelle persone, nelle coppie e nelle famiglie e, in questo senso, in modo diretto e indiretto, rafforzare legami tra famiglie e tra famiglie e comunità.

Il 5 dicembre nella preparazione alla festa dell’Immacolata, per noi salesiane/i data significativa dell’inizio dell’oratorio (8 dicembre 1841) ci sarà l’apertura ufficiale della “Casa di famiglia” insieme con il Consiglio dell’Associazione, alcune famiglie, le Figlie di Maria Ausiliatrice, alcuni componenti della Famiglia Salesiana con il Sindaco di Torino Lo Russo Stefano, Referenti della Compagnia San Paolo, l’ATC e le autorità civile ed ecclesiali del territorio. L’esperienza di rete e condivisione con USMI (unioni delle superiori maggiori) e il FORUM delle famiglia Regionale e Provinciale, ci ha permesso di osservare e accompagnare la famiglia da tanti punti di vista: educativo, spirituale, economico e progettuale.

Vera stima e riconoscenza per tutti coloro che hanno dato coraggio e aiuto effettivo perché altre famiglie possano respirare “aria di casa” e portarla nel loro quotidiano.

Il Presidente sr Carmela Santoro
Per area formazione Roberto Maurizio

L’UPS diventa “Università Laudato Si’”. Presentato il progetto di efficientamento energetico dell’intero campus universitario

Dal sito dell’università Pontificia Salesiana.

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Il 22 novembre l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma ha presentato ai membri della comunità accademica il piano di efficientamento energetico dell’intero campus universitario. Durante la serata, l’università ha aderito ufficialmente alla “Piattaforma di Iniziative Laudato Si’”, voluta da Papa Francesco per promuovere i valori dell’ecologia integrale.

“La questione ambientale costituisce oggi un’emergenza sociale e una grande sfida educativa – ha commentato il Rettore Magnifico dell’UPS, don Andrea Bozzolo – e l’Università Pontificia Salesiana, che fa già parte della Rete delle Università Sostenibili, intende dare il proprio contributo alla cura del Creato con progetti strutturali e con proposte formative. Per questo abbiamo avviato un progetto che riduca i consumi e valorizzi le fonti rinnovabili. Diventando una ‘Università Laudato Si’’ vogliamo prestare ascolto al grido della Terra e dei poveri, ispirare nuovi stili di vita e favorire una visione del creato come dono di Dio”.

Oltre al Rettor Magnifico sono intervenuti don Joshtrom Isaac Kureethadam, Federica Gasbarro, don Renzo Barduca ed Enrico Zoccatelli.

Della “Piattaforma di Iniziative Laudato Si’” e degli obiettivi per i prossimi sette anni, ha parlato don Kureethadam, Coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nonché docente della Facoltà di Filosofia, appena tornato da Glasgow, dove ha partecipato all’evento COP26. Il salesiano ha anche sottolineato che “la crisi cl

imatica è strettamente legata alla povertà, alle carestie e alle malattie che sono la causa principale delle migrazioni”; ma, nonostante le preoccupazioni, ha ricordato di “non dimenticarci che il cambiamento è possibile, e ce lo dimostrano le mobilitazioni dal basso dei giovani, delle minoranze e delle comunità che in tutto il mondo si stanno impegnando con coraggio nella difesa del nostro Pianeta”.

Quel Pianeta che secondo Federica Gasbarro abbiamo la presunzione di chiamare “casa”. Nel suo intervento la dott.ssa Gasbarro, giovane attivista per il Clima e Delegata italiana della “Youth for Climate” alla COP26, ha sottolineato: “Spesso noi giovani veniamo definiti catastrofisti, ma la crisi climatica è strettamente legata ai diritti umani, alla pace e all’economia, in altre parole alla sopravvivenza dell’umanità, perché forse non riusciremo a sopravvivere alle nuove condizioni ambientali. Ma abbiamo ancora tempo, ognuno di noi può alleggerire lo zainetto di carbonio che porta sulle proprie spalle studiando e informandosi”. E ha concluso: “L’ambiente non appartiene a nessuno, se non a ciascuno di noi”.

È per questo che UPS ha deciso di avviare un progetto di efficientamento del campus universitario, come segno che ognuno, nel proprio piccolo, può fare la differenza.

L’Università, infatti, installerà – grazie alla “Global Power Service”, alla quale è stato affidato il progetto – un sistema di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita e sostituirà le attuali 6 centrali termiche con apparecchiature di nuova generazione, meno inquinanti e più efficienti dal punto di vista energetico.

“Con il nuovo progetto – ha affermato don Renzo Barduca, Amministratore del campus – l’UPS risparmierà all’ambiente 230 tonnellate di emissioni di Co2 all’anno, che corrispondono all’impiantazione di 580 nuovi alberi ogni anno. Accanto a questo progetto, la comunità accademica si impegna nella riduzione dell’uso della plastica, dematerializzazione della documentazione cartacea, installazione di postazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Tutti questi progetti hanno bisogno di un passaggio fondamentale: la conversione dei comportamenti. Ognuno di noi è chiamato a realizzare l’ecologia della vita quotidiana e a ‘contagiare’ con una nuova mentalità l’ambiente in cui viviamo”.

Infine, ha parlato l’arch. Enrico Zoccatelli, Presidente del gruppo “Global Power Service”, che ha anche sottolineato un aspetto rilevante: “Gli impianti fotovoltaici che verranno installati sono già pensati in termini di comunità energetica e permetteranno quindi di condividere l’energia prodotta, evitando sprechi o costose accumulazioni di energia. Il progetto prevede, da parte dell’Università, anche l’adozione di una politica energetica finalizzata alla Certificazione 50001 che permetterà di creare un equilibrio virtuoso tra uomo e natura attraverso l’innovazione e la tecnologia”.

Il futuro della bambina rifiutata – La voce e il tempo

Don Domenico RICCA, presidente Associazione Amici di Don Bosco Onlus, dà la sua opinione in merito la vicenda della bambina nata in Ucraina e recentemente arrivata nel nostro Paese.

Di seguito l’articolo de “La voce e il tempo

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Gentile Direttore, si affievolisce poco a poco l’attenzione sulla vicenda della bambina nata in Ucraina per volontà di una coppia italiana e recentemente arrivata nel nostro Paese.

Se n’è parlato tanto, spesso usando parole poco adatte. Mi è capitato di leggere articoli in cui i coniugi italiani venivano indicati come «genitori adottivi » della piccola.

Indipendentemente dall’opinione che ciascuno ha maturato a proposito della «gravidanza per altri», parlare di adozione per indicare il passaggio dalla donna che ha partorito la bambina a chi ne ha commissionato la nascita è scorretto. Adottare non è dare il proprio cognome. L’adozione è qualcosa di ben diverso, nella forma ma soprattutto nella sostanza. L’adozione è quel ponte che consente a un bambino di realizzare il suo diritto ad avere una famiglia adeguata ai suoi bisogni, dopo che si è accertato che la famiglia di nascita non può o non riesce a prendersi cura di lui.

L’adozione non ha nulla a che fare con il presunto diritto di uno o due adulti ad avere nella propria vita un bambino da chiamare figlio. La condivisione del corredo cromosomico non è base sicura per la costruzione della genitorialità e del legame di filiazione; sembra che su questo punto non ci si dia il tempo di riflettere, presi dalla fretta di realizzare un obiettivo che alla fine si scopre di non voler raggiungere.

Ma ogni vita che nasce al mondo ci rende tutti responsabili, e allora – fortunatamente – per questa bambina le istituzioni competenti stanno già esplorando la strada dell’adozione, quella vera, quella che non tiene conto delle candidature presentate sui social media o basate sull’emotività del momento, quella che si fonda su un percorso di conoscenza profonda, nella ricerca della miglior coppia di genitori possibili per i bisogni presenti e futuri di questa bambina, per renderla figlia nel senso più completo e autentico della parola.

Non cadiamo però nella trappola della semplifi cazione e del presente come unica prospettiva possibile. L’adozione di un bambino in tenera età non è necessariamente la più «facile», quella del bambino «che non avrà ricordi», che «sembra proprio tuo figlio», che conosci «da sempre». Questa bambina non avrà 18 mesi per sempre. Sarà prima una ragazza e poi una giovane donna alla ricerca della sua storia e della sua identità. Non le sarà impossibile risalire a ciò che in questi giorni è stato detto e scritto, su di lei e sulle persone che fanno parte della sua storia, anche se hanno scelto di non fare più parte della sua vita.

L’adozione non è il colpo di spugna che cancella il passato, lo colloca in una dimensione intangibile e inoffensiva, gli fa perdere di significato, come fosse una nuova nascita. Il grande compito dei futuri genitori adottivi sarà proprio quello di accompagnarla e sostenerla nel suo percorso di crescita, senza giudicare, ma anche senza mistificare e senza mentire, esercitando con responsabilità il proprio ruolo di custodi della storia.

Perché questa storia, oggi oggetto di curiosità e di articoli di cronaca, questa storia oggetto di attenzione e di commenti sui social media, è la storia di una persona, oggi minore da tutelare, domani giovane adulta. Tutto questo ci dovrebbe far riflettere sul modo in cui vengono narrate le storie dei bambini, e sulle parole che vengono usate per farlo.

Ci serve più rispetto per la vita e per le vite: per quella che ci è stata data, per quelle che abbiamo contribuito a creare, per quelle che ci vengono affidate, per qualche momento o per sempre.

don Domenico RICCA sdb

presidente Associazione Amici di Don Bosco Onlus

(ente autorizzato per adozioni internazionali)

RMG – Don Bosco gioca ancora: il poster della Strenna 2022 del Rettor Maggiore

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Una delle due opzioni che Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, ha scelto per rappresentare graficamente il suo messaggio per la Strenna del 2022 – «Fate tutto per amore, nulla per forza» (S. Francesco di Sales) – è quella di Mauro Pallotta, in arte MAUPAL, lo street artist divenuto noto per i suoi murales dedicati a Papa Francesco. L’interpretazione offerta da questo autore rappresenta in maniera innovativa una scena propria dell’Oratorio salesiano: Don Bosco in gioco con i suoi ragazzi.

Romano, classe 1972, cresciuto anche artisticamente letteralmente all’ombra del Cupolone, Maupal offre una visione giovanile di Don Bosco che emana un magnetico carisma. Nella pallavolo Don Bosco schiaccia con l’eccezionale energia dell’amore un insolito pallone-cuore. La squadra di Don Bosco e del Beato Michele Rua è multietnica: la compongono ragazzi e ragazze da tutto il mondo. Il gioco di difesa della squadra sfidata, di cui fanno parte ancora giovani da ogni continente, si trasfigura di rimando in un atto d’accoglienza.

Sullo sfondo, testimoni della condivisione d’amore ispirata da Don Bosco tra le due squadre avverse, sorridono San Francesco di Sales, alcuni giovani, un salesiano e una Figlia di Maria Ausiliatrice, sostenuti dalla lussureggiante verde chioma di un albero nutrito della stessa speranza che informa tutta la Famiglia Salesiana.

Anche l’ambiente, come in ogni opera salesiana, ha un suo grande significato: il campo rappresentato è il cortile, luogo privilegiato per l’incontro dei giovani di Don Bosco; il cielo è l’infinito riverbero di un amore che ha necessità d’essere oltre le regole del gioco.

Inoltre, il campo di pallavolo suggerisce la realtà dinamica della vita. Ogni gioco presuppone qualcuno che consegue una vittoria e qualcun altro che subisce una sconfitta: ma in questo caso il messaggio potente delle immagini proclama che la partecipazione attiva è più importante del risultato.

E il gioco avviene infatti in un clima di grande distensione: ognuno accoglie ogni altro e Dio. Don Bosco è giocatore principale, impegnato in un’azione che indica la strada da percorrere; salta oltre la rete a mostrare pienezza di energia e di entusiasmo. Il cuore che lui sapientemente maneggia è il centro della persona, da cui deriva ogni scelta e ogni attività. Ma neanche Don Bosco gioca da solo: perché nel gioco non si rimane individui, si fa squadra.

La potente e portentosa schiacciata di Don Bosco sprona dunque tutta la Famiglia Salesiana a compiere il massimo sforzo per donare amore senza individualismi, in un gioco di squadra, al quale ognuno partecipa attivamente.

RMG – Don Bosco gioca ancora: il poster della Strenna 2022 del Rettor Maggiore

Famiglia Cristiana – Il restauro del film su Don Bosco di Alessandrini

Da Famiglia Cristiana.

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Nell’ambito del 39° Torino Film Festival il CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa e la Sede Centrale Salesiana presentano il lavoro di restauro digitale del lungometraggio Don Bosco diretto nel 1935 da Goffredo Alessandrini, prodotto da Riccardo Gualino per la nascente Lux Film.
Il film religioso racconta la vita del santo piemontese, dall’infanzia nelle campagne del Monferrato, alla giovinezza in seminario, dall’attività educativa e sociale compiuta a Torino con i ragazzi degli strati sociali più umili, fino alla fondazione dell’Opera Salesiana e alla canonizzazione.
Il film fu girato tra Torino, Chieri, il Monferrato e gli Studi della Fert-Microtecnica. Per realizzarlo furono impressionati 40.000 metri di pellicola, 2.500 dei quali furono montati. Il costo del film fu di oltre 2.000.000 di lire.
Nella prima versione del Don Bosco uscita nell’aprile del 1935, il regista, Goffredo Alessandrini, inserisce nel film un episodio inventato della vita del santo. Questa libertà creativa suscitò proteste e malumori che sfociarono in una lunga trattativa tra la direzione generale dei Salesiani e la produzione. Le parti trovarono un accordo e la scena, detta della “Generala”, venne rifatta rendendo l’azione più realistica e aggiungendo una didascalia che sottolinea il ruolo decisivo di Don Bosco nella risoluzione del problema. Il guasto fu riparato e la scena sostituita in tutte le copie. A questa seconda versione, uscita in sala a settembre, ne fa seguito una terza che definirà la vulgata del film e darà il via ad una proliferazione di varianti in Italia e all’estero.

Dopo una lunga ricerca si è deciso di ricostruire la seconda versione.
Per il restauro si è partiti dal negativo conservato nel Fondo Salesiani depositato da Direzione Generale Opere Don Bosco nel 2016 a Ivrea. Questa copia si è rivelata completa per quanto riguarda la seconda parte, ma lacunosa per la prima che è stata ricostruita grazie a una copia positiva della Cineteca di Bologna, una copia positiva del Museo Nazionale del Cinema e due copie in 16mm conservate a Ivrea. Per il secondo tempo, invece, è stato usato quasi interamente il negativo originale del fondo Salesiano conservato a Ivrea, eccetto che per la scena della “Generala”, ricostruita con le copie positive e sul cui lavoro è stato fondamentale utilizzare come riferimento sonoro una copia conservata alla George Eastman Museum di Rochester.

Durante la 39° edizione del Torino Film Festival verrà presentato il work in progress del restauro, che saprà appassionare lo spettatore nella visione del film mostrato finalmente nella sua interezza e, al tempo stesso, sarà in grado di coinvolgerlo nello scrupoloso e minuzioso lavoro di ricostruzione realizzato dal laboratorio dell’Archivio Nazionale Cinema Impresa.
La pellicola fa parte del fondo filmico della Congregazione Salesiana depositato nel 2016 presso il CSC-Archivio nazionale cinema impresa, costituito da circa 500 film che offrono una preziosa documentazione della presenza dei Salesiani in molti paesi del mondo. Questa collaborazione ha già portato all’identificazione e al recupero di titoli poco o per nulla conosciuti come I 26 martiri del Giappone, film diretto nel 1931 da Tomiyasu Ikeda, sulla persecuzione e il martirio dei cristiani in epoca Tokugawa e I conquistatori d’anime diretto da Renzo Chiosso, Felice Minotti.

Queste le proiezioni:

Domenica 28 novembre alle 12.15 – Cinema Massimo 3

Giovedì 2 dicembre alle 17.00 – Cinema Massimo 3 (proiezione ufficiale)

Venerdì 3 dicembre alle 11.45 – Cinema Massimo 3

Domenica 5 dicembre alle 20.30 – Cinema Monterosa

Gli esercizi spirituali dei Consigli Ispettoriali – Regione Mediterranea

Con la giornata di oggi, martedì 23 novembre, si sono conclusi a Valdocco (TO) gli esercizi spirituali per i Consigli Ispettoriali della Regione Mediterranea accompagnati e guidati dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Di seguito un resoconto delle giornate degli esercizi a cura dell’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

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Torino, Italia – novembre 2021 – Dal 18 al 23 novembre, i Consigli Ispettoriali della Regione Mediterranea partecipano agli esercizi spirituali a Valdocco. L’esperienza degli esercizi, quest’anno, vede i Superiori di ogni Ispettoria ritagliarsi alcuni giorni per pregare, riflettere e condividere rispetto a determinate tematiche e meditazioni diverse giorno per giorno, il tutto completamente immersi nei luoghi di Don Bosco e accompagnati e guidati dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime.

Ogni giornata è scandita da una specifica meditazione mattutina legata a tematiche che riguardano gli aspetti carismatici degli Ispettori e dei Consigli, che mettono in luce elementi della relazione con Don Bosco, soffermandosi sull’aspetto motivazionale dell’essere consacrati e salesiani, alla luce della parola di Dio. Momento centrale di ogni giornata è poi il dialogo e il confronto diretto con la guida spirituale, Don Á. F. Artime.

Infine, ogni sera termina con la “buonanotte salesiana”, animata da ciascun Ispettore della Regione Mediterranea. Molto intensi sono i tempi dedicati alla preghiera e alla fraternità vissuti congiuntamente sui luoghi salesiani. Toccanti e suggestivi, invece, i momenti di comunità e di visita al Museo Casa Don Bosco e la partecipazione al “Don Bosco Global Youth Film Festival”.

Questi esercizi rappresentano un’occasione importante e d’intensità spirituale, per essere tutti uniti in Don Bosco e pronti a vivere l’unità carismatica salesiana intorno al X Successore di Don Bosco.

Lo spettacolo su don José Domingo Molas di Marco Gobetti – Venerdì 10 dicembre 2021 il debutto ad Asti

Di seguito il Comunicato Stampa sullo spettacolo dedicato alla figura del salesiano don José Domingo Molas a cura dell’attore teatrale Marco Gobetti, che debutterà venerdì 10 dicembre 2021 alle ore 21.00 presso Spazio KOR ad Asti: “José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte”.

 

COMUNICATO STAMPA

Spazio KOR, Piazza S. Giuseppe, Asti
Venerdì 10 dicembre 2021, h 21.00, ingresso gratuito
(consigliata prenotazione tramite il modulo https://forms.gle/44kianePaWL2UdjS9)

José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco
alla Resistenza in Piemonte
di e con Marco Gobetti

monologo liberamente ispirato al saggio “José Molas, salesiano” di Dario Rei e al diario “Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo” di José Domingo Molas; e sulla base di studi e ricerche a cura di ISRAT, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti.
Con il contributo delle testimonianze orali di: Graciela Jourdan Alvariza, Romano Candelo, Maria Capello, Don Egidio Deiana, Giuseppe Febbraro, Nicola Francesco, Fiorenzo Occhiena, Giovanni Ortolano, Aldo A. Settia, Angelo Stante, Silvana Visconti.

Venerdì 10 dicembre 2021 debutta in prima nazionale alle h 21.00, allo Spazio KOR, in Piazza S. Giuseppe ad Asti, con ingresso gratuito (consigliata prenotazione tramite il modulo https://forms.gle/44kianePaWL2UdjS9) il monologo José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte di e con Marco Gobetti, liberamente ispirato al saggio “José Molas, salesiano” di Dario Rei e al diario “Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo” di J. D. Molas stesso. Lo spettacolo, prodotto da ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti), è promosso da Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione e Fondazione Enrico Eandi, gode del Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica del Paraguay in Italia e ha il sostegno di Fondazione CRT; la realizzazione artistica è della Ass. cult. Compagnia Marco Gobetti.

Lo spettacolo sarà preceduto nello stesso giorno da una matinée dedicata a studenti delle scuole secondarie di II grado del territorio e, alle h 17.00, da un Dibattito storiografico pubblico (pure a ingresso gratuito, prenotazione possibile tramite lo stesso modulo https://forms.gle/44kianePaWL2UdjS9) con gli interventi di Mario Renosio (ISRAT), Leonardo Casalino (Université Grenoble Alpes), Diego Guzzi (Unione culturale Franco Antonicelli); il dibattito offrirà una sintesi sulle azioni dei gruppi partigiani di GL in Piemonte e, in particolare, nel Monferrato e affronterà la questione di metodo, con un intervento dal titolo Storia, teatro, cittadinanza: per una didattica inclusiva sul Novecento.

Lo spettacolo “José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte” evoca la figura di José Domingo Molas, di cui ricorre quest’anno il 120° anniversario della nascita. Originario di San Estanislao in Paraguay, José Domingo Molas studia al collegio salesiano di Montevideo e poi all’Istituto teologico internazionale della Crocetta di Torino, città dove si laurea e viene ordinato sacerdote; tornato in patria, è cappellano militare durante la sanguinosa Guerra del Chaco, combattuta fra Paraguay e Bolivia dal 1932 al 1935. Nel 1936 va missionario in Thailandia. Dal 1938, è ancora in Italia, come rettore del Santuario dedicato a San Giovanni Bosco, in frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco). Conoscitore di ben cinque lingue, da prova di intelligenza, coraggio, generosità e umanità proverbiali: sfida gli attacchi aerei al volante di un’auto presto inconfondibile, nasconde soldati alleati e porta a termine scambi di prigionieri fra le bande partigiane del Monferrato e le truppe nazi-fasciste. Abile diplomatico, si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche. Tornerà in Sud America nel 1951, dove sarà accolto con ogni onore quale “eroe del Chaco”.
L’evocazione della figura di Molas intende anche essere mezzo per leggere le vicende del passato secondo un approfondimento oggettivo, che privilegi il punto di vista di ciascuno degli attori in campo; oltre che strumento di confronto con il presente, capace di suscitare pensieri autonomi e responsabili su tematiche quali la pace, la guerra, la solidarietà, la resistenza.

In concomitanza con il debutto astigiano, Rivista Savej pubblicherà sulla propria edizione cartacea un articolo dedicato a J.D. Molas, a firma di Dario Rei.
Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto “RIPRENDO LA STORIA – José Domingo Molas, le guerre e la Resistenza nell’Astigiano”, a cui collaborano anche Unione Culturale Franco Antonicelli, Comune di Castelnuovo Don Bosco, Istituto Salesiano Bernardi Semeria – Colle Don Bosco, Associazione la Cabalesta, Associazione InCollina, Comune di Albugnano.

Il progetto, con la medesima formula (matinée per le scuole e serale per la cittadinanza, intervallate dal dibattito storiografico pubblico, con ingresso gratuito a tutti gli eventi) farà tappa il 28 gennaio 2022 a Castelnuovo Don Bosco e, nell’aprile 2022, a Canelli, Nizza Monferrato e San Damiano d’Asti.

Maggiori informazioni: www.israt.it | www.riprendolastoria/2021 | www.fondazioneenricoeandi.it

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