Salesiani Cuneo: corso animatori…in corso

Prosegue il Corso Animatori dei Salesiani di Cuneo, iniziato lo scorso 28 aprile (a distanza) e che continuerà fino a fine maggio per arrivare poi alla preparazione più pratica di quelle che saranno le attività dell’estate 2020. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato ieri sul sito dell’opera.

Corso animatori…in corso

Lo abbiamo rincorso, adesso è in corso.

Stiamo parlando del Corso con la C maiuscola, e cioè il Corso Animatori, che tradizionalmente ha luogo tra marzo e aprile ed è la prima boccata di aria estiva ad entrare in circolo nei polmoni delle ragazze e dei ragazzi delle scuole superiori.

Saltata, per evidenti motivi, la sua versione diocesana, che avrebbe coinvolto tutte le parrocchie, il Corso Animatori pensato qui ai Sale ha preso il via lo scorso 28 aprile e continuerà fino a fine maggio, sfociando poi nella preparazione più pratica di quelle che saranno le attività dell’estate 2020 (e tutti gli animatori hanno in cuore la speranza che una qualunque forma di attività si possa svolgere!).

Ovviamente, ciascun ragazzo è in collegamento da casa sua con il gruppo dei suoi coetanei e con i formatori (diversi per ogni serata). Accanto ad essi, la figura del tutor di “annata” (cinque, dal 2001 al 2005) segue il gruppo e i suoi componenti durante tutto il percorso. I temi trattati vanno dalle motivazioni di un animatore all’assistenza salesiana, dalla comunicazione al sistema preventivo di don Bosco. Bellissimo il momento finale in cui ci si ritrova tutti e 80 su un’unica piattaforma on line per la preghiera e gli immancabili avvisi di don Alberto.

Si diceva che non si sa cosa sarà dell’estate che verrà. Per questo è ancora più significativo vedere così tanti iscritti Corso Animatori dei Sale; ragazzi che, comunque, in questi mesi di “lockdown”, non se ne sono stati con le mani in mano. Molti hanno contribuito al servizio di commissioni a domicilio “La spesa che non pesa” o alla distribuzione delle cosiddette borse viveri su tutto il territorio parrocchiale. I più grandi non si sono tirati indietro dal volontariato con i senza fissa dimora accolti in oratorio tutti i pomeriggi. Senza dimenticare gli impegni di studio e le nuove dinamiche familiari nate in questi mesi.

Il voler intraprendere adesso, “al buio”, il Corso Animatori non risponde dunque soltanto all’esigenza di socialità tipica dei giovani: c’è un desiderio profondo di “essere” animatori, e non semplicemente “fare” gli animatori. E per noi significa esserlo come avrebbe voluto don Bosco, non avendo paura di continuare a sognare in grande, per il futuro più o meno immediato; pensando in continuazione, anche adesso, ai bambini e ai ragazzi che fisicamente (e chissà per quanto) non riusciremo ad incontrare; affidandoli e affidandoci al Signore e, in questo mese di maggio, in particolare a Maria, la nostra mamma del cielo.

L’animazione ha segnato e continuerà a segnare ciascuno di noi, per vivere sin da ora, nel mondo, da buoni cristiani e onesti cittadini. Per noi essere animatori è una scuola di vita: ci insegna anzitutto l’attenzione ai più piccoli, in particolare i più poveri ed emarginati, e poi che il bene va fatto bene. Per questo ogni anno si ripete, con o senza Coronavirus, la bellissima tradizione del Corso Animatori.

Joy

Valdocco Shop: dal 18 maggio riapre il negozio di ricordi religiosi e libri

Da lunedì 18 maggio riapre la libreria, con i consueti orari.

ORARI

  • lunedì – sabato: 9.00 – 17.30
  • domenica: 8.45 – 17.30

Continua il servizio di spedizioni per chi è impossibilitato a venire personalmente.

Per ordini e prenotazioni di libri e articoli religiosi potete contattarci qui:

FB: Linea Valdocco
IG: Linea_Valdocco
WA: 3891091517
TEL: 0115224244
MAIL: libreria@31gennaio.net

Don Bosco Borgomanero: in via di conclusione l’iniziativa “#DIAMOCIDAFARE”

Come riportato qualche settimana fa, i Salesiani di Borgomanero, assieme all’Associazione Mamre, hanno messo in atto alcune iniziative di solidarietà per aiutare chi si trova in stato di bisogno e in difficoltà in questo periodo di emergenza sanitaria. Il progetto “Diamoci da fare” (slogan promosso dal Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, durante Settimana Santa) si tratta di una raccolta fondi al fine di acquistare mascherine a camici per gli infermieri e medici dell’ospedale di Borgomanero. Ottenendo ottimi risultati e buona partecipazione, l’iniziativa si concluderà nei prossimi giorni. Con il contributo ricavato sono infatti state consegnate 300 mascherine e 1.000 camici.

Alla consegna avvenuta nei giorni scorsi presso l’ospedale di Borgomanero, presenti don Giuliano Palizzi e Mario Metti insieme alla dott.ssa Arabella Fontana, direttore generale dell’ASL, il dottor Stefano Cusinato, primario del reparto di nefrologia e direttore del dipartimento di emergenza ed accettazione, la dott.ssa Elisabetta Alliata, direttore dell’ospedale di Borgomanero, il dottor Davide Colombo, responsabile del reparto di anestesia e rianimazione, la dott.ssa Cristina Rossi del servizio farmaceutico dell’ospedale e il dottor Andrea Bertaccini, responsabile del servizio di prevenzione.

Si ringrazia tutto il personale ospedaliero e a quanti, con le loro donazioni, hanno contribuito all’acquisto del materiale consegnato.

Oratorio Michele Rua: la testimonianza di Amal – Gruppo Triennio

Nella serata di ieri, giovedì 14 maggio, i giovani del Gruppo Triennio dell’Oratorio Michele Rua hanno avuto la possibilità di intervistare e seguire la testimonianza (su Google Meet) della giovane Amal, cooperatrice dell’oratorio di Damasco recatasi in Italia in occasione del Capitolo Generale. Di seguito l’intervista.

Gruppo Triennio – Michele Rua – 14 maggio 2020

#spazistrettiperallargareilcuore

Testimonianza di Amal – giovane cooperatrice dell’oratorio di Damasco

  • Quali sono i motivi che hanno spinto te e la tu famiglia a decidere di rimanere in una realtà difficile e dolorosa come la guerra?

All’inizio non sapevo cosa rispondere. Poi ci siamo chiesti: ma se tutti noi giovani partiamo, chi si occuperà dei bambini o di chi resta perché non può partire? Siamo rimasti per poter fare qualcosa di buono e di bello per gli altri, anche in questo tempo di guerra. E questa non è solo una decisione mia, ma di tutta la mia famiglia. 

  • Durante i momenti di dolore, di fragilità, quello che aiuta a non chiudersi è sentirsi amati. Quali sono stati i segni concreti con cui Dio si è preso cura di te?

All’inizio mi chiedevo: “Perché Dio non fa un miracolo e ferma questa guerra?”. Ho passato un anno, forse due, a chiedermi questo. Negli anni, in questo tempo, sono rimasta con Lui, ma continuavo a non capire. Poi ho capito che quando io pregavo o parlavo con Lui chiedevo una cosa sbagliata; la mia preghiera così è cambiata ed è diventata: “Dio aiutami a sapere come posso agire nelle condizioni di questa guerra”. Lì ho capito che Dio non cancella il problema ma mi aiuta a viverlo, a superarlo. Durante la guerra ho imparato a pregare e questo ha cambiato la mia relazione con Dio. Ho imparato in questo periodo a cercare la vera pace del cuore, soprattutto quando ero più nell’angoscia. E sapevo che solo Lui poteva darmi quella pace del cuore. Ho capito che non potevo più smettere di cercare quella pace. 

  • A causa della guerra, come a causa di questa pandemia, non si può vivere “normalmente” l’oratorio. Cos’ha voluto dire essere animatrice salesiana in una situazione del genere? Quali sono le cose che veramente contano dell’animazione?

La spiritualità salesiana mi ha aiutato nella mia relazione con Dio. Tanti sono stati i momenti in cui l’oratorio veniva chiuso (perché era troppo pericoloso o per situazioni economiche difficili). Nonostante questo cercavamo di riaprire l’oratorio. La cosa più importante non era solo aprire l’oratorio, ma avere buoni e bravi animatori che stessero con i ragazzi. E visto che siamo salesiani, vuol dire che servono animatori felici: quindi per prima cosa abbiamo cercato di incoraggiare, noi per primi e poi gli animatori, a cercare questa felicità, perché i ragazzi sanno distinguere bene se fai finta di essere allegro o se lo sei davvero nel tuo cuore. Abbiamo poi scoperto che tanti aspetti venivano trascurati: es. l’aspetto e la cura psicologica dei ragazzi. I due aspetti allora su cui abbiamo investito sono stati questi: ricerca della gioia e cura dell’aspetto psicologico. Teniamo sempre presente che siamo solo discepoli del vero Maestro, che è Gesù: abbiamo un buon maestro per imparare la Gioia. 

  • Abbiamo ricevuto il video commovente in cui i giovani della Siria pregavano per l’Italia in questo momento di pandemia, spesso noi crediamo che il dolore ci chiuda in noi stessi e invece quel video è stata la testimonianza che invece la sofferenza può renderci più attenti a chi è in difficoltà. Come la sofferenza ti ha portato ad essere una fonte di speranza per altri che soffrono e a non chiuderti?

Durante la guerra molte persone hanno armi, non solo i soldati, e le usano in modo orribile; e molti di questi erano siriani. Hanno ucciso siriani come loro, amici, fratelli, sorelle…e a causa loro abbiamo persone molte persone care. Per questo motivo, questi gruppi venivano attaccati perdendo così le loro case. Si sono così spostati dalle loro città alle nostre, facendo occupare le nostre scuole alle loro donne e ai bambini perché potessero vivere lì. Noi allora abbiamo organizzato delle missioni all’interno della città: andavamo a gruppetti di animatori e facevamo animazione per i bambini in quelle scuole, per i figli dei nostri nemici. All’inizio era difficile farli sentire felici dopo tutto quello che i loro padri avevano fatto a noi. Ma da questo abbiamo imparato due cose: se non riusciamo ad amare i nostri nemici, come ha insegnato Gesù, almeno possiamo amare i loro figli che non hanno colpa di ciò che hanno fatto i loro padri; e abbiamo imparato che questo è ciò che avrebbe voluto Don Bosco che ci insegna ad amare i ragazzi al di là delle loro situazioni e delle loro famiglie. Tutto questo ci ha aperto la mente e il cuore, per cercare di creare un legame più autentico e semplice nei modi. E anche perché sapevamo che l’Italia stava con noi: voi italiani ci avete insegnato come possiamo rimanere legati e vicini anche nelle difficoltà. Voi ci avete insegnato che cosa vuol dire stare vicini nelle difficoltà, perché lo siete stati. Non dimenticate mai quanto valete, quante benedizioni avete ricevuto. E quando vi accorgete di quante grazie avete ricevuto allora inizierete a donarle agli altri. 

  • Il Papa dice che questa Pandemia è come una guerra, tu che una guerra l’hai vissuta veramente potresti darci 3 consigli per vivere a pieno il presente e ripartire migliori domani?
  • Intanto dovremmo essere sempre consapevoli che siamo solo discepoli di un maestro che è Gesù e che Lui saprà guidarci. 
  • Imparate ad essere misericordiosi con voi stessi: potete anche non capire tutto adesso (don Bosco ha compreso il sogno dei 9 anni solo prima di morire): siate misericordiosi con voi stessi.
  • Cercate i lati positivi di questa situazione: non possono non esserci! Se saprete trovarli, questo vi aiuteranno a vivere quelle altre difficoltà che incontrerete anche oltre al Covid. 

Domande dei ragazzi

  • Come si è pensata la missione nelle scuole? chi ha avuto l’iniziativa e come siete stati coinvolti?

Di sicuro abbiamo dovuto essere preparati, non potevamo andare così. A Damasco, all’inizio abbiamo fatto un po’ di esercizio con i nostri ragazzi. Una delle metodologie pensate era quella di far disegnare ai bambini come vedono la loro realtà oggi: e i loro disegni erano molto molto tristi. Se i nostri bambini sentono questo, chissà quei ragazzi delle scuole. I cristiani da noi venivano sempre visti come quelli che stavano fermi: invece volevamo dimostrare che noi potevamo essere forti, ma in modo pacifico. L’incaricato dell’oratorio di Damasco, don Alejandro, l’attuale ispettore, ci ha preparati facendoci fare un passo alla volta, ampliando il nostro sguardo in quello di don Bosco. All’inizio eravamo solo 15 a partecipare, poi andavamo lì con dei pullman. Non è stato facile, ma si fa…un passo alla volta. 

  • Quali i segni più forti di speranza in questo tempo difficile di guerra?

È stato molto difficile per noi più grandi vederli; ma la cosa più importante è che non abbiamo mai smesso di animare i nostri ragazzi. Quando abbiamo visto la gioia nei loro occhi, abbiamo iniziato a scoprirla anche dentro di noi e a vedere la speranza che le cose sarebbero davvero potute andare bene. Ogni anno ci dicevamo: “questo è l’ultimo”, sono passati 10 anni e ancora non è finita. Ma la cosa più importante in questo periodo è stato l’aver imparato, un giorno per volta, come vivere non in attesa della fine di tutto questo, ma dentro tutto questo. La speranza per continuare giorno per giorno è il sorriso dei ragazzi. Nel 2011 abbiamo pensato di dover chiudere l’oratorio perché avevamo pochi ragazzi e tante spese. Siccome però don Bosco si occupava soprattutto dei ragazzi più poveri, i ragazzi più poveri della zona hanno iniziato a venire da don Bosco, nel nostro oratorio. Prima della guerra eravamo in tutto 300 ragazzi e giovani. Ora, tolti gli universitari, siamo più di 1000; gli universitari sono 250. Adesso, in mezzo a questa guerra, abbiamo tante persone nel nostro oratorio: DB era per i poveri e noi anche. E ogni volta che vediamo anche solo un ragazzo in oratorio, sappiamo che dobbiamo continuare. 

  • Le persone del posto, come prendono la presenza salesiana? 

Con un po’ di invidia perché i cristiani sono pochi e noi soli coinvolgiamo tante famiglie: gli altri cristiani pensano che li “rubiamo”. Ma noi non facciamo pubblicità: loro vengono da noi! A volte, ma già prima della guerra, ci facevano dei dispetti (fermavano i pullman…), ora questa situazione è un po’ cresciuta perché il numero è aumentato. L’oratorio è in un quartiere abitato da musulmani; e di tutti i ragazzi che abbiamo solo 4 vengono dalla nostra zona, tutti gli altri vengono da lontano. I nostri vicini così fanno problemi un po’ perché siamo cristiani e un po’ perché siamo rumorosi!!!

Scuole Salesiane Lombriasco: l’iniziativa “realizza la tua classe ideale”

La seconda media delle Scuole Salesiane di Lombriasco è stata coinvolta nell’iniziativa “Realizza la tua classe ideale”, un progetto promosso da GAM – Gonzagarredi e CampuStore e rivolto alle istituzioni scolastiche, chiedendo agli studenti di immaginare come vorrebbero ritrovare la propria aula al rientro a scuola.

Le foto e le immagini realizzate dai ragazzi saranno poi pubblicate sulla pagina Facebook “Realizza la tua classe ideale” creando una gallery dedicata a ciascuna idea: la gallery che otterrà più punti entro l’8 giugno 2020 consentirà alla scuola della studentessa o dello studente che ha avuto l’idea di ricevere gratuitamente soluzioni d’arredo e tecnologiche innovative per rinnovare un’aula dell’istituto e creare così uno spazio d’apprendimento innovativo.

Di seguito le parole di Giulia B., insegnante di arte e immagine della scuola.

Questo periodo di quarantena ci ha costretti a cambiare le nostre abitudini quotidiane, a compiere in modo diverso le azioni che ormai effettuavamo anche senza pensarci, ci ha obbligati ad imparare ad utilizzare nuove tecnologie e nuovi strumenti, facendoci anche faticare molto. Sicuramente, però, ci ha permesso di pensare in modo costruttivo al nostro futuro, ci ha dato lo spazio ed il tempo per immaginare il domani, partendo proprio dalla quotidianità. 

Per noi la quotidianità è la scuola. 

La scuola, la classe, i compagni, gli insegnanti, i salesiani, il cortile, le lezioni, gli intervalli. Una quotidianità che nell’ultimo periodo è stata stravolta. La cameretta è diventata l’aula di scuola, Google Meet la finestra dalla quale vedere insegnati e compagni. Tante volte in questo periodo abbiamo sognato il ritorno a scuola, sapendo però che sicuramente qualcosa cambierà. Vogliamo, quindi, pensare al nostro futuro e alla scuola del domani. Vogliamo lasciare libero sfogo alla fantasia e alla creatività per immaginarci la nostra classe ideale, provando a rappresentare attraverso un disegno l’aula che vorremmo ritrovare al nostro ritorno a scuola. Che mobili vorremmo avere? Che colori? Sarà una classe aperta o chiusa, quadrata o rotonda? Ragioneremo sugli spazi scolastici e sui componenti che li caratterizzano, cercando di proiettarci verso la ripartenza con coraggio e fiducia. Porteremo avanti questi sogni guidati da un concorso di idee promosso da GAM-Gonzagarredi e CampuStore rivolto alle Istituzioni scolastiche italiane.

Chissà che sorprese ci aspetteranno al ritorno… 

(Giulia B. insegnante di arte e immagine)

Salesiani Vercelli: #Ma(r)ychallenge

Per questo mese di maggio, l’Opera Salesiana Don Bosco di Vercelli sta accompagnando i ragazzi del catechismo con l’iniziativa #Ma(r)ychallenge, un programma di “sfide” settimanali per riflettere sulla figura di Maria. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera con i disegni dei partecipanti e dei vincitori della prima sfida lanciata.

#Ma(r)ychallenge è l’iniziativa che accompagnerà il cammino dei ragazzi del catechismo in questo insolito mese mariano. Attraverso semplici “sfide” settimanali, con l’aiuto del prezioso materiale proposto dalla Pastorale Giovanile Ispettoriale, i nostri ragazzi (e perché no anche i genitori!) proveranno a riflettere sulla figura di Maria e a rinnovare la devozione a Maria che fra poco festeggeremo con il titolo di Ausiliatrice.

CFP Fossano: riparte il servizio di Orientamento

Con la fase 2 relativa a questo periodo di emergenza sanitaria, lo Sportello Orientativo del Centro di Formazione di Fossano riprende la sua attività di orientamento per ragazzi, famiglie e scuole che ne fanno richiesta. La modalità sarà “a distanza”, simile a quanto utilizzato attualmente dagli allievi per le attività scolastiche in videoconferenza con gli insegnanti e fa riferimento alle indicazioni che la Regione Piemonte ha emanato nella D.D. 127 del 03.04.2020.

Se siete interessati a ricevere maggiori informazioni sul servizio di orientamento on line, inviare email a orientamento.fossano@cnosfap.net e indicate nome e cognome, scuola e classe frequentata, numero di telefono. Sarà premura del Centro ricontattarvi per fornirvi risposte e sostegno anche all’utilizzo degli strumenti di collegamento a distanza.

CFP Vercelli: i lavori continuano e “calcia il virus”

Al Centro di Formazione Professionale di Vercelli sono ripresi i lavori per il nuovo laboratorio di saldatura e, per sdrammatizzare un poco, ecco un’immagine che rende l’idea del cambiamento che questa emergenza sanitaria ha portato anche in quelle situazioni di quotidianità che si sarebbero vissute “in tempi normali”.

Il Centro ha poi proposto agli allievi e al formatori di mandare uno scatto fotografico sul tema “calcia il virus“: una galleria di immagini umoristiche che riprendono vari modi per “scacciare” il virus attuale.

Il Salice: un libro per tutte le stagioni

La Redazione Il Salice del Liceo Salesiano di Valsalice propone alcune letture per questo periodo di quarantena. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

I giorni di quarantena non si contano più sulle dita di una mano, la bella stagione avanza, la voglia di uscire è direttamente proporzionale alla severità delle misure adottate. Sembra uno scenario catastrofico. Poi il nostro occhio cade su quel volume, forse dimenticato sul comodino, bastano pochi minuti per entrare nella vita di un altro. E iniziare a viaggiare, al ritmo di sillabe e immagini che si rincorrono.

Un romanzo, un saggio, un fumetto. Un caleidoscopio di storie e di modalità narrative in cui perdersi e riscoprire, come allo specchio, l’immagine di noi stessi, degli altri, del mondo che ci circonda. E’ questo il potere dei libri.

Noi del Salice abbiamo provato a riunire i titoli che ci stanno accompagnando in queste settimane. Un altro modo per rimanere soli, ma in compagnia. Buona lettura!

Il Grande Gatzby – Francis Scott Fitzgerald

Jay Gatsby è un uomo invidiato da molti, quasi da tutti gli abitanti di New York ed altri, ma dietro la sua ricchezza e potenza si cela la sua condanna a vivere nella propria infelicità. Si direbbe un uomo felice e spensierato ma tutto ciò che fa, tutte le famose feste che organizza sono niente meno che il frutto del mondo che ha costruito attorno alla propria immagine. Questo romanzo ha la particolare peculiarità di riflettere la vita di ogni lettore all’interno della narrazione ed è sicuramente da scoprire e capire ogni volta che lo si legge.

Arianna

Il Conte di Montecristo – Alexandre Dumas

Edmond Dantès è un marinaio che sembra avere tutto dalla vita: una posizione di prestigio, degli affetti cari, una fidanzata che sta per diventare sua moglie. Tutto questo viene però ben presto sconvolto da qualcuno che ambisce alla sua fortuna e per invidia lo conduce in prigione. Dopo quattordici anni di reclusione riuscirà ad evadere, a comprendere com’è cambiato il mondo durante la sua assenza e a vendicarsi contro i suoi nemici. Un romanzo complesso, di cui la vendetta, la giustizia e il perdono sono i capisaldi, e i ricchi colpi di scena impediscono al lettore di staccarsi dalle pagine del libro.

Elena

Heart Talk. Il cuore parla. – Cleo Wade

Durante questa quarantena mi sono per lo più dedicata alla lettura di libri di poesia, e questo è uno dei miei preferiti, di dato che non si tratta solo di poesie ma anche di riflessioni riguardo alla vita e al nostro comportamento. Credo che possa riuscire a farci aprire gli occhi su determinate questioni o aiutarci anche in momenti difficili quando, magari, non si ha voglia di parlare. Trovo che sia un libro molto originale, che sembra più un diario, in cui anche la stessa autrice ha lasciato degli spazi bianchi in modo tale da permettere anche a noi lettori di dare la nostra opinione riguardo ai pensieri esposti.

Giorgia

Don Bosco Borgomanero: corsa contro la fame

La scuola media del Collegio Don Bosco di Borgomanero aderisce al Progetto promosso da “Azione contro la Fame”, organizzazione umanitaria internazionale riconosciuta leader nella lotta contro la malnutrizione. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato nella giornata di oggi sul sito dell’opera, a cura di Francesco Iorio.

“CORSA CONTRO LA FAME”
La Media Don Bosco aderisce al Progetto.
Un aiuto alle popolazioni bisognose ai tempi del Covid-19

Il difficoltoso accesso al cibo e all’acqua pulita e potabile da parte di 200 milioni di bambini malnutriti rischia di amplificare il problema già drammatico del contagio da coronavirus nelle zone più fragili del mondo.

Le Seconde Medie del Collegio Don Bosco di Borgomanero, sensibilizzate alla tematica e coadiuvate da Lorenzo Maffeo e Elena Mozetic, Docenti di Scienze e Matematica, hanno aderito al Progetto promosso da “Azione contro la Fame”, organizzazione umanitaria internazionale impegnata dal 1979 a eliminare la fame nel mondo.

Forniti di un “Passaporto solidale” con il quale identificheranno gli sponsor, spiegheranno loro il Progetto e indicheranno una “Promessa di donazione”, gli studenti saranno poi impegnati in un’attività fisica (corsa, bici, ballo, yoga) che in origine doveva tenersi all’aperto; le restrizioni imposte dalla pandemia non hanno fermato la “Corsa contro la fame” (questo il titolo del Progetto), con la sola differenza che le attività si svolgeranno tra le mura domestiche. A una durata maggiore di attività fisica dei ragazzi corrisponderà una donazione più sostanziosa da parte degli sponsor, e il ricavato servirà per comprare confezioni di “Cibo terapeutico”, alimento per l’infanzia in condizioni di emergenza ideato dal nutrizionista francese André Briend nel 1999. “Azione contro la Fame” rilascerà alla scuola un attestato, indicando la donazione e quali azioni concrete si riusciranno a fare con quella cifra. La “Corsa contro la Fame 2020” è dedicata alla Repubblica Democratica del Congo.

Un’iniziativa decisamente interessante e formativa, che unisce la cura della nostra salute attraverso l’attività fisica e l’aiuto concreto ai bambini bisognosi.