Arte di Giò: meraviglia e successo di pubblico

Tre spettacoli e 2700 spettatori nell’arco di due giorni: sono questi i numeri che definiscono il grande successo dello spettacolo teatrale “L’arte di Giò”, che è stato presentato venerdì 19 e sabato 20 al Teatro Grande di Valdocco, in occasione della visita del Rettor Maggiore in Piemonte e dell’MGS Day.

Ma oltre ai numeri c’è molto di più: la meraviglia vera di questo spettacolo è il lavoro svolto per realizzarlo dai giovani di Anima MGS. Per diversi mesi, infatti, guidati da quattro professionisti, i ragazzi hanno sperimentato le proprie abilità nel ballo, nella recitazione, nella costruzione di scenografie e nella grafica. I laboratori, realizzati grazie al contributo della Fondazione Agnelli, avevano come obiettivo quello di far sperimentare ad ogni giovane le proprie abilità e capacità artistiche.

Lo spettacolo “L’arte di Giò”, ideato dalla compagnia teatrale “I Retroscena”, è una sfida alla società odierna, che divide in compartimenti stagni la vita dei giovani e che vuole farli entrare in un sistema di regole, spesso senza tenere conto del valore della singola persona. La speranza portata da don Bosco ai giovani nell’800 è ancora attuale e rivive nelle parole e nei gesti di Giò: mettersi in gioco, con il sostegno degli adulti, può ricreare quell’alleanza educativa che oggi sembra invece frantumata, per valorizzare le capacità e i talenti di ognuno. Non è un cammino facile: è lo stesso Giò a ripeterlo durante lo spettacolo, ma la certezza è che vale pena spendere la propria vita per qualcosa di bello e di grande.

Al termine dello spettacolo, il Rettor Maggiore ha voluto lasciare il pensiero della buonanotte, dicendo ai giovani:

siate protagonisti della vostra vita, grazie a voi tutto il mondo può avere un futuro: i sogni sono possibili, bisogna soltanto crederci”.

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Famiglia Salesiana: “porte aperte e cuore aperto devono essere la nostra distinzione”

Nella sua terza giornata di visita in Piemonte, domenica 21 maggio, il Rettor Maggiore ha incontrato i membri dei vari gruppi della Famiglia Salesiana: nel teatro grande di Valdocco si sono radunate più di 400 persone, tra Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, membri dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, Ex-allievi ed Ex-allieve di Don Bosco ed FMA, Volontarie di Don Bosco, Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, membri della Congregazione di San Michele Arcangelo, Suore di Maria Auxiliatrix e membri della Fraternità Contemplativa Maria di Nazaret.

Don Àngel ha invitato ciascuno dei presenti a “vivere nella Chiesa la bellezza della propria vocazione, con il carisma proprio di ogni gruppo della Famiglia Salesiana“; ha ricordato anche che per fare ciò è necessario un cammino profondo di conoscenza reciproca: non si può infatti amare ciò che non si conosce. In occasione della Festa di Pentecoste, ha sottolineato inoltre che “la cosa più preziosa che possiamo e dobbiamo offrire agli altri nella Chiesa, nella Città dove ci troviamo, non è il cosa possiamo fare, ma è la nostra testimonianza di comunione: mostrare la nostra Famiglia Salesiana unita è un dono prezioso di Dio e dello Spirito Santo”.

Le parole di Don Àngel hanno coinvolto e commosso la platea del teatro, che è intervenuta con numerose domande; il suo stile semplice e diretto ha diffuso un messaggio positivo e di speranza per tutta la Famiglia Salesiana, alla quale è stato infine ricordato che “porte aperte e cuore aperto devono sempre essere la nostra distinzione”.

Don Angel abbraccia i giovani del MGS

Un sabato speciale quello vissuto da don Angel il 19 maggio a Valdocco.

Nel pomeriggio l’appuntamento è stato quello dedicato all’incontro con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano. Un momento che ha fatto vibrare i cuori dei più di 500 partecipanti. In quel clima di gioia ed allegria che contraddistingue lo stile educativo di don Bosco i giovani si sono stretti intorno al Rettor Maggiore per dimostrargli il loro affetto e la loro riconoscenza, per raccontargli le esperienze importanti del loro cammino e per confrontarsi sui temi che reputano più carichi di significato per la vita: l’annuncio missionario del Vangelo verso i più poveri, lo stile di animazione e di educazione ereditato dal Santo Fondatore, la vita di fede e le scelte “vocazionali” della propria vita.

Il Rettor Maggiore ha stimolato i giovani sui diversi temi invitandoli a sognare in grande:

Animazione Missionaria

“Il Papa ci invita costantemente a vivere una Chiesa in uscita. Le nostre case salesiane, i gruppi giovanili che frequentano i nostri ambienti, devono avere come prima condizione un impegno concreto ad essere aperti a tutti. Con una testa “aperta” ed un cuore “aperto”. La diversità è un dono e l’accoglienza è una parola cristiana. Avere la sensibilità di comprendere questo è già avere la predisposizione per una Chiesa in uscita. Non c’è bisogno di attraversare il mondo per vivere tutto questo. Un cuore aperto all’accoglienza è il dono che dobbiamo custodire e far crescere. Io credo di più nel vostro cuore cari giovani che nel cuore dei politici e delle persone importanti.”

“I Siria, ad Aleppo, ho trovato una città distrutta al 70%, ma al tempo stesso una comunità che non si è arresa alla morte, che mi ha testimoniato una fede che ha costantemente alimentato la speranza: un giorno quella città tornerà ad essere bella. La casa salesiana è stata la casa della accoglienza e delle porte aperte per tutti, la casa dove centinaia di giovani dormivano e trovavano rifugio. Questo è l’esempio da seguire.”

Animazione dei Giovani

“Quello che è prezioso ai miei occhi è ciò che rimane della esperienza dell’animazione: la mia vita è bella e lo è ancora di più se colgo fino in fondo l’opportunità di condividere, di donare il mio tempo e la mia persona. Continuate a farlo e a prepararvi per viverlo fino in fondo.”

Vocazione e fede

Trovo bellissimo vedere un gruppo così numeroso di giovani che non hanno paura di ascoltare questa parola: Vocazione. Lo vedrete nella vostra vita che non potete aspettare che le cose più importanti vi siano servite su un piatto d’argento così come ci propongono i mass media. Le cose importanti hanno una strada diversa. Non dipendono dalla fortuna. Nessuno verrà a regalarvi il posto della felicità. Questo è una conquista ed un cammino personale. Non dovete vivere senza avere un progetto di vita, un sogno da realizzare, un ideale. Cosa desidero fare della mia vita e cosa ha sognato Dio per me? Quando il sogno di Dio viene ad abitare nel mio allora è sicuro che la mia vita sarà piena. Non vi dico che sia facile. Non vi dico che sarà senza sacrificio. Ma vi dico che sarete felici.

Stefano Mondin Carmela Busia Enrico Stasi Agenzia Info Salesiana – Ans Paola Casalis MGS Day … hugging don Angel, hugging don Bosco …

Publiée par MGS Piemonte, Valle d'Aosta e Lituania sur samedi 19 mai 2018

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Don Ángel al San Paolo: “mai chiudere le porte!”

L’edizione online de “La Voce E Il Tempo” del 21 maggio 2018 ha dedicato un’approfondimento speciale, a cura di Stefano Di Lullo, alla visita ispettoriale del Rettor Maggiore presso l’opera salesiana del San Paolo, in occasione dei 100 anni della presenza dei Salesiani nel quartiere.

Il Rettor salesiano in Borgo San Paolo:
mai chiudere le porte!

Don Ángel Artime – Il successore di don Bosco domenica 20 maggio ha visitato la comunità salesiana di Borgo San Paolo in occasione dei 100 anni della presenza dei Salesiani nel quartiere: «non è possibile dirsi cristiani e allo stesso tempo chiudere le porte. Non sono i politici a doverci dire cosa dobbiamo pensare sulle persone», è l’appello che ha rivolto nell’omelia spronando ad «aprirsi all’accoglienza».

«Non è possibile dirsi cristiani e allo stesso tempo chiudere le porte. Non sono i politici a doverci dire cosa dobbiamo pensare sulle persone. Essere comunità cristiana e salesiana significa, in primo luogo, vivere con porte, mente e cuore aperti all’accoglienza delle diversità».

È il forte appello che il Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime ha rivolto alla comunità di Borgo San Paolo a Torino nella Messa che ha presieduto domenica 20 maggio, solennità di Pentecoste, nella parrocchia dedicata a Gesù Adolescente in occasione dei 100 anni della presenza dei Salesiani nel quartiere.

Il X successore di don Bosco ha incontrato la comunità nell’ambito della visita all’Ispettoria di Piemonte e Valle d’Aosta che sta compiendo in questi giorni in occasione della festa di Maria Ausiliatrice del prossimo 24 maggio.

Accanto a don Artime hanno concelebrato, in una chiesa gremita in ogni posto e colorata dai numerosi gruppi pastorali della parrocchia e dell’oratorio, l’Ispettore dei Salesiani del Piemonte don Enrico Stasi, il parroco don Onorino Pistellato, il direttore dell’oratorio San Paolo, don Alberto Lagostina, insieme ad altri sacerdoti salesiani.

«Qui, in questo quartiere umile che porta evidenti i segni della crisi economica», ha detto don Artime, «il ‘Cortile’ è veramente la ‘casa’ di Borgo San Paolo dove tutti si sentono accolti».

Imponente, infatti, l’investimento dell’oratorio San Paolo sui progetti educativi, di orientamento al lavoro e di accoglienza che mirano a proteggere in particolare chi è più fragile secondo il celebre metodo preventivo di don Bosco. È proprio sui minori che vivono nella fragilità che puntano le attività dell’oratorio. Non a caso al San Paolo la comunità è dedicata a Gesù Adolescente, a rimarcare l’impegno del santo dei giovani verso questa fascia d’età particolarmente delicata. «Casa che accoglie» è la comunità che dall’ottobre 2016 ospita alcuni minori stranieri non accompagnati di età compresa tra i 14 e i 17 anni, giunti in Italia sui barconi.

I Salesiani arrivarono nel Borgo, il primo quartiere operaio di Torino, allora all’estrema periferia della città, nel 1918: si insediarono presso la «Cascina Saccarello» all’incrocio fra l’attuale corso Racconigi e via Luserna di Rorà; il cortile salesiano divenne da subito punto di riferimento per le famiglie impiegate nelle fabbriche della zona.

«Pentecoste», ha evidenziato il Rettor Maggiore, «significa che lo spirito di Dio è per tutti, non solo per alcuni. Non dobbiamo dunque avere paura di Dio, di ascoltare il progetto che ha per ciascuno di noi».

Don Artime ricordando poi il suo recente viaggio nella Siria martoriata dall’orrore infinito della guerra ha richiamato il dono della pace: «ho visto una città distrutta», ha detto, «ho incontrato, nelle comunità salesiane, animatori, giovani e famiglie che hanno perso tutto, casa e familiari, ma proprio loro hanno testimoniato il forte messaggio che ‘la nostra vita e la nostra fede non si possono distruggere’. È questo il dono della pace che nasce nel profondo del cuore».

La festa è poi proseguita nel cortile salesiano con un Flash mob danzante, tenuto dagli animatori, e canti e balli animati dai bambini e dai ragazzi dell’oratorio e del catechismo.

(Clicca qui per accedere all’articolo de La Voce E Il Tempo)

Il Rettor Maggiore dei Salesiani in Borgo San Paolo

Nell’ambito della visita all’Ispettoria di Piemonte e Valle d’Aosta il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, domenica 20 maggio ha visitato la comunità salesiana di Borgo San Paolo a Torino in occasione dei 100 anni della presenza dei Salesiani nel quartiere: ha presieduto la Messa nella parrocchia Gesù Adolescente e incontrato i ragazzi e i giovani dell’oratorio

 

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Fossano: “Non pensate mai di essere i migliori, vi aiuterà molto a capire la diversità”

A vent’anni dall’ultima visita di un Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Àngel Fernández Artime, X successore di don Bosco, ha intrattenuto i ragazzi del più grande Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP della provincia di Cuneo, quello di Fossano, di cui ha benedetto il nuovo laboratorio di impianti termo idraulici ed energetici.

Il mondo è bello, bellissimo. Le nazioni sono l’una diversa dall’altra. Le culture sono diverse. La gente ovunque è molto accogliente. Non pensate mai di essere i migliori, vi aiuterà molto a capire la diversità. Non lasciate che i politici di turno influenzino il vostro pensiero, voi avete un cuore, siate voi a scegliere a cosa credere ed a cosa pensare. E non dimenticate mai che il vostro popolo, quello italiano, è un popolo di migranti”. È un messaggio di apertura e di confronto tra popolazioni, tra religioni e tra culture diverse quello lanciato oggi (lunedì 21 maggio, ndr) dal Rettor Maggiore dei Salesiani don Àngel Fernández Artime ai ragazzi del Centro di Formazione Professionale Salesiano CNOS-FAP di Fossano.

L’ultima visita di un Rettor Maggiore dei Salesiani a Fossano risale a vent’anni fa. Un dato, da solo, in grado di evidenziare l’importanza storica della visita odierna del X successore di Don Bosco, per la quale esprime tutta la sua soddisfazione Don Bartolomeo Pirra, direttore dell’istituto fossanese: “Il Rettor Maggiore ha deciso di venire a visitare questo istituto, questa casa, perché ben esprime il sogno di Don Bosco. Ragazzi bravi ed impegnati, formatori appassionati che li seguono e laboratori all’avanguardia fanno del centro che dirigo un punto di riferimento di tutto il Piemonte. Da parte mia ringrazio la Provvidenza che continua a fornirci gli strumenti per poter continuare ad andare avanti”.

Grazie alle sue spiccate doti comunicative, don Àngel ha infiammato la platea infondendo un messaggio di speranza e di pace ed ha spiegato come Don Bosco sarebbe stato felice in mezzo quei ragazzi: “Oggi avrebbe il vostro taglio di capelli, anche lui avrebbe un cellulare e un account su un social network. Ai suoi tempi il mezzo di comunicazione più evoluto era la tipografia così volle avere la tipografia più all’avanguardia per quei tempi”.

In conclusione, prima della benedizione di rito, un invito speciale rivolto con il cuore ai ragazzi affinché ambiscano e credano sempre in ciò che fanno: “Non rinunciate mai ai vostri sogni, perché il giorno in cui smetterete di sognare, significherà che state diventando vecchi”.

Il Rettor Maggiore a Valdocco incontra i confratelli

La seconda giornata di visita del Rettor Maggiore in Piemonte è iniziato con l’incontro e l’abbraccio dei Confratelli dell’Ispettoria.
Radunati nel Teatro grande di Valdocco hanno potuto ascoltare le parole di don Ángel e rivolgergli le proprie personali domande e riflessioni.

Desidero parlarvi con sincerità. Posso avere tanti difetti ma una delle mie qualità e quella di parlare chiaro.

La prima cosa che voglio dirvi è che abbiamo una congregazione bellissima. Papa Francesco posso assicurarvi che ha grande rispetto e amore per noi.
Giro il mondo e vedo i nostri confratelli nei cinque continenti. Quello che vi posso garantire è che la Congregazione sta vivendo un momento di profonda maturità. Una esperienza eccezionale che conferma quanto vi sto dicendo è stata quella delle visite di insieme: un momento eccezionale di condivisione delle nostre ricchezze e dei legami che ci uniscono.
La realtà che percepisco quotidianamente è quella di una grande speranza, di un desiderio continuo che ci spinge a correre sulla strada che Don Bosco ci ha indicato.

Cari confratelli credetemi: abbiamo una congregazione molto bella e anche molto serena in tutti i sensi. Al di là delle difficoltà delle singole persone.

Quale è quindi il nostro futuro? Cosa ci attende? Quale è lo stato delle nostre vocazioni? Dentro la Chiesa i salesiani di Don Bosco sono quelli che meno hanno risentito della crisi vocazionale. Se prendiamo realmente sul serio l’importanza del discernimento, dell’accompagnamento spirituale dei giovani e dei confratelli raggiungeremo presto un punto di equilibrio. Il Signore ci parla chiaramente. E ci invita a non far mai prevalere il pessimismo ma a contribuire con passione e speranza.

Don Ángel Fernández Artime

Cuori abitati dal desiderio di felicità: così Novara accoglie don Ángel

Inizia la visita ispettoriale del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, all’Ispettoria salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta. Il primo appuntamento della mattinata di Venerdì 18 Maggio 2018 è stato l’incontro con il Consiglio Ispettoriale. Nel pomeriggio l’avvio del tour nella terra di don Bosco: prima tappa presso l’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara, accolto in occasione anche del 125º Anniversario dell’opera salesiana novarese.

Il programma della Visita Ufficiale lo ha visto impegnato dapprima con i giovani studenti dell’Istituto, che lo hanno atteso nel cortile dell’Opera, lo hanno applaudito, hanno cantato per lui e hanno ascoltato le sue parole.

Chi sono e che cosa fa il Rettor Maggiore?” questa è la domanda da cui è partito Don Ángel nel salutare i ragazzi della casa di Novara, “Io sono un Salesiano come tutti gli altri, semplicemente più fortunato perché sono chiamato a portare nel mondo, innanzitutto, il saluto di don Bosco” – ha sottolineato il X successore di Don Bosco – “Incontro tanti giovani in tante nazioni del mondo e spesso mi chiedo che cosa hanno di diverso questi giovani e alla fine la risposta è sempre la stessa: possono avere il colore della pelle diverso, una lingua diversa, ma che alla fine nel loro cuore abita lo stesso desiderio di felicità uguale per tutti, quel desiderio di felicità a cui Don Bosco ha provato a dare una risposta”. Il rettor maggiore ha proseguito, rispondendo alle domande dei ragazzi con una testimonianza relativa alla sua vocazione salesiana: come ha conosciuto Don Bosco e si è appassionato alla congregazione, maturando così una scelta vocazionale.

Il primo momento in cortile è stato caratterizzato da uno scenografico ingresso dall’alto di un quadro commemorativo pensato e preparato appositamente per il 125º anniversario dell’opera di Novara: una tela che è stata digitalmente firmata dal Rettor Maggiore, Don Ángel.

Successivamente, tutti in teatro: qui Federico PeruginiAssessore alle Politiche Sportive, per la Famiglia e per il Personale della città di Novara, ha dato il suo benvenuto al superiore della Congregazione Salesiana, ricordando che “la comunità salesiana di Novara che ha cresciuto i nostri giovani, diventando un punto di riferimento fatto di valori“, l’assessore ha proseguito con un ringraziamento pubblico a tutti i genitori dei ragazzi che hanno scelto di mandare i propri figli a studiare in una scuola di Don Bosco e poi ha evidenziato come l’incontro con la massima autorità dei salesiani “è stato l’occasione di dialogo più importante dal punto di vista educativo“.

Poi spazio all’allegria, con una esibizione musicale e teatrale da parte dei gruppi scolastici che si sono cimentati nella trasposizione di una novella del Decameron di Boccaccio: Federigo degli Alberighi, dove la sua futura consorte Giovanna afferma: preferisco un uomo che abbia bisogno di ricchezze, piuttosto che le ricchezze abbiano bisogno di un uomo, in altre parole che è preferibile un uomo senza averi ma che si dimostri capace di grandi virtù, di una grande nobiltà d’animo, invece che un uomo ricco ma privo di qualsiasi dote morale. Questa la morale lanciata dai ragazzi durante la loro messinscena.

Al termine, i giovani del San Lorenzo hanno rivolto al Rettor Maggiore alcune domande riguardanti il tema principale del Sinodo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che li vede protagonisti per una chiesa nuova e rinnovata.

Alle ore 18.oo, Don Ángel, incontra i giovani salesiani dell’Ispettoria, e alle 19.00 si ferma in Santuario per la celebrazione del Vespro Comunitario.

Come si fa a superare i momenti bui e le scelte importanti della vita? Alla domanda rivolta al Rettor Maggiore da Alicia, studentessa dell’ultimo anno del liceo, Don Ángel risponde così: “Non abbiate paura, trovate qualcuno che crede in voi. Noi Salesiani crediamo in voi giovani, nei vostri valori, nella vostra forza, nel vostro coraggio. Le opportunità non stanno alla porta ad aspettarvi, ma voi avete la forza e le capacità di raggiungerle e di prenderle. Abbiate dei sogni, dei sogni forti e dei sogni belli, quelli nessuno potrà mai rubarveli!“.

Fake news e giornalismo di pace: la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

In occasione della 52ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, i Delegati Ispettoriali di comunicazione sociale di tutta l’Europa si sono riuniti a Mestre-Venezia per formarsi e confrontarsi, ispirati dal messaggio di Papa Fracesco “La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace“.

Riportando alcuni stralci del testo, Papa Francesco sostiene:

«nel progetto di Dio, la comunicazione umana è una modalità essenziale per vivere la comunione. L’essere umano, immagine e somiglianza del Creatore, è capace di esprimere e condividere il vero, il buono, il bello. E’ capace di raccontare la propria esperienza e il mondo, e di costruire così la memoria e la comprensione degli eventi. Ma l’uomo, se segue il proprio orgoglioso egoismo, può fare un uso distorto anche della facoltà di comunicare, come mostrano fin dall’inizio gli episodi biblici di Caino e Abele e della Torre di Babele (cfr Gen 4,1-16; 11,1-9). L’alterazione della verità è il sintomo tipico di tale distorsione, sia sul piano individuale che su quello collettivo. Al contrario, nella fedeltà alla logica di Dio la comunicazione diventa luogo per esprimere la propria responsabilità nella ricerca della verità e nella costruzione del bene. Oggi, in un contesto di comunicazione sempre più veloce e all’interno di un sistema digitale, assistiamo al fenomeno delle “notizie false”, le cosiddette fake news […]

Con questa espressione ci si riferisce dunque a informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore. La loro diffusione può rispondere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici. L’efficacia delle fake news è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. In secondo luogo, queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione. La loro diffusione può contare su un uso manipolatorio dei social network e delle logiche che ne garantiscono il funzionamento: in questo modo i contenuti, pur privi di fondamento, guadagnano una tale visibilità che persino le smentite autorevoli difficilmente riescono ad arginarne i danni. […]

Il miglior antidoto contro le falsità non sono le strategie, ma le persone: persone che, libere dalla bramosia, sono pronte all’ascolto e attraverso la fatica di un dialogo sincero lasciano emergere la verità; persone che, attratte dal bene, si responsabilizzano nell’uso del linguaggio. Se la via d’uscita dal dilagare della disinformazione è la responsabilità, particolarmente coinvolto è chi per ufficio è tenuto ad essere responsabile nell’informare, ovvero il giornalista, custode delle notizie. Egli, nel mondo contemporaneo, non svolge solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Ha il compito, nella frenesia delle notizie e nel vortice degli scoop, di ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l’impatto sull’audience, ma le persone. Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone. Per questo l’accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione sono veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e aprono vie di comunione e di pace.»

Fonte (https://w2.vatican.va)

Ambasciatori dell’eccellenza italiana: ITS – Agroalimentare a lezione con Oscar Farinetti a FICO World

Fico World a Bologna ha ospitato una lezione di Oscar Farinetti agli studenti del primo anno degli Its -Agroalimentare per il Piemonte, corsi biennali di alta specializzazione dopo il diploma.

Gli studenti sono stati accompagnati dal presidente Fabrizio Berta, dal direttore Franco Burdese e da Michele Perinotti, AD de Gli Aironi Riso&co. di Vercelli.

I corsi Mastro Birraio e Gastronomo di Torino, Ortofrutta Cuneo ed Ifts Virginia Agnelli di Torino hanno assistito alla lezione magistrale di un Oscar Farinetti particolarmente ispirato. Un’escursus che ha tracciato la storia degli alimenti dall’Homo Sapiens, passando per la scoperta del fuoco, e sino ai giorni nostri.

«Bravi – ha esordito Oscar Farinetti – perché avete scelto di studiare il mondo del cibo. L’Italia è un paese magnifico che geograficamente per microclima è unico nel modo. Il terreno, le montagne che lo circondano, un mare amico che coi suoi venti rende il nostro paese unico nel suo genere. È inutile negarlo noi Italiani, siamo i più  fortunati ma siamo anche i più bravi. Il mondo sta aspettando i nostri prodotti e voi sarete gli ambasciatori di questa nostra eccellenza». Una cronistoria sul mondo degli alimenti avvincente, che viene raccontata  molto bene da Farinetti e successivamente viene vissuta nelle sei giostre visitabili ad Eataly World. Dati snocciolati con maestria sull’economia del cibo in Italia che guarda il mondo e sulle peculiarità della nostra nazione a trecentosessanta gradi. «Non facciamo soltanto le guardie dei nostri prodotti – continua Farinetti –  ma spieghiamo al mondo la sensazione di grande piacere che si prova mangiando lentamente le nostre eccellenze. Mangiamo meglio perché i prodotti di qualità sono una nostra prerogativa. Insegniamo al mondo a non guardare solo al costo perché spendere meglio non vuol dire spendere di più. Consumando le giuste quantità siamo noi i veri padroni di questo stupendo mondo del cibo».

L’incontro con Farinetti è poi proseguito con un’intervista presso il birrificio Baladin presente a Eataly World e la visita degli studenti presso Olio Roi e le molteplici attività racchiuse in questo scrigno, di dimensioni certamente ampliate, che racconta e propone la storia degli alimenti in tutte le sue sfaccettature e nell’eccellenza della qualità dei prodotti proposti.

Al termine dell’incontro con Oscar Farinetti, gli  studenti dell’ITS Agroalimentare per il Piemonte hanno ricevuto un affettuoso saluto da May-Britt Moser, Premio Nobel per la medicina nel 2014. La neuroscienziata norvegese, premiata col Nobel per i suoi studi sul sistema di navigazione dei mammiferi, ha salutato gli studenti dell’Its – Agroalimentare incoraggiandoli nel loro studio sulla conoscenza degli alimenti.

(Articolo a cura di Franco Burdese,
direttore di ITS – Agroalimentare)

Torino: “La Città di Don Bosco” – 23 Maggio 2018, Valdocco

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, in occasione della celebrazione del 150° anniversario della consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice, e in vista della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Panama, ha desiderato realizzare una pubblicazione che proponga uno sguardo sulla città amata da Don Bosco.

“La città di Don Bosco” è un libro diviso in tre parti. La prima offre una panoramica sui principali luoghi incontrati da Don Bosco quando giunse a Torino nei suoi anni da chierico studente.

La seconda parte del libro presenta Don Bosco nel mezzo della sua missione, i luoghi significativi della città e la ricerca e il consolidamento dell’oratoria che sognava. Alcune prime immagini mostrano il suo viso bonario, ma affaticato dal lavoro, altre foto presentano Don Bosco in primo piano nel corso degli anni e la serenità del suo volto che trasmette pace, saggezza, “un uomo profondamente uomo, profondamente santo”.

Una parte importante del libro è dedicata alla Basilica di Maria Ausiliatrice, un luogo che quest’anno celebra il suo 150° anniversario. Per Don Bosco fu il cuore della sua opera e un simbolo di amore per Colei che fu la sua Maestra e Guida.

La parte più importante del libro è quella che il Rettor Maggiore stesso ha voluto porre come titolo: “La città di Don Bosco”. Torino non fu solo una città, era il luogo in cui Don Bosco si donava ai giovani. La città dove vive Don Bosco oggi: il cuore dei giovani di tutto il mondo.

Questa è “La città di Don Bosco”, una città piena di vita e di sogni, dove ci sono i giovani; e dove ci sono i giovani, lì vive Don Bosco.

“La città di Don Bosco” non sono i luoghi; sono le storie, i volti, i nomi, le vite di tanti giovani del mondo che aspettano i Salesiani.

Questo libro è l’invito a una passeggiata per le vie di Torino con Don Bosco, sui suoi passi, fino alla sua ‘vera’ città: i giovani di oggi… Con la misura del suo cuore: il mondo intero!” scrive Don Ángel Fernández Artime.

Il libro “La città di Don Bosco”, a cura di don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano italiano, promosso dal Dicastero per la Comunicazione Sociale, su desiderio di Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco, sarà presentato mercoledì 23 maggio alle 18:00 nella sala Sangalli di Valdocco, in Via Maria Ausiliatrice 32, a Torino, con la presenza di autorità civili e religiose e dello stesso Rettor Maggiore.