Suffragio don Giambattista COLOMBO

Sabato scorso, quando l’ho visitato, aveva gli occhi un po’ spenti e stanchi.

Quegli occhi che non stavano mai fermi e dominavano la scena.

Quegli occhi che ti fulminavano, che ti radiografavano, che ti  parlavano, che ti sorridevano, che esprimevano simpatia e gioia di essere salesiano.

Quegli occhi che erano la luce ed il riflesso di quanto aveva nel cuore.

Una bocca grande, disegnata dal Creatore soprattutto per sorridere. Un sorriso che riempiva tutto il suo volto e che ti contagiava, ti avvicinava e ti faceva sentire amico.

Quella voce che diceva sempre cose buone, sensate, simpatiche, gioiose. Una voce che taceva se c’era mormorazione, che non si è mai piegata al commento ingiusto ed irrispettoso. Una voce che non aveva bisogno di microfoni per raggiungerti, per farti sentire l’amicizia e l’allegria.

Un cuore che ha saputo amare senza distinzione, che riversava su tutti la sua amicizia, la sua stima, il suo incoraggiamento, la sua gioia di vivere, la sua forza nel portare sulle sue spalle il peso dell’età e della salute malferma. Un cuore tutto salesiano, che lo ha fatto vivere come un altro don Bosco, gioioso e fedele al nostro carisma, alla nostra vita comunitaria e fraterna.

Adesso i suoi occhi scrutano con curiosità il Paradiso Salesiano (e anche più in là), una meraviglia che lo lascerà a bocca aperta. Il suo cuore, adesso per sempre, potrà esprimere tutto il suo amore per l’Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio, suo fedele … parrocchiano.

Abbiamo pregato per lui e lo faremo ancora.

Lui adesso è occupato a pregare per noi.

Don Giorgio