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Cagliero 11 – “Per il ruolo delle donne” – Aprile 2024

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°184 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2024.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché vengano riconosciute in ogni cultura la dignità delle donne e la loro ricchezza, e cessino le discriminazioni di cui esse sono vittime in varie parti del mondo.

Per il maggiore coinvolgimento delle donne nelle opere salesiane in Senegal.

Cari amici,

anche una piccola persona può cambiare il mondo, e se non il mondo intero, almeno una parte di esso. Esistono molti modi di farlo, ma ciascuno richiede sincerità, tenacia e coraggio. Qualità che sono inerenti a tutti i missionari, indipendentemente dalla forma in cui vivono il loro servizio (ad gentes, ad exteros, ad vitam). Sono molto felice che, grazie al mio lavoro, posso graficamente avvicinare, attrarre e forse anche ispirare le persone alle idee di don Bosco e alle missioni. Si dice che un’immagine valga più di mille parole, quindi ha un potere enorme: cattura l’attenzione senza lunghe spiegazioni, può dire con un solo sguardo ciò che è difficile esprimere a parole. Oggi potrebbe non trattarsi nemmeno di un quadro nel vero senso della parola, ma di una qualsiasi forma di rappresentazione visiva. Convertire le parole in “immagini”, donare loro gioia, creatività, profondità, bellezza… comunicare l’incomunicabile – è il mio lavoro, la mia gioia, la mia passione e la mia realizzazione.

Auguro a tutti voi di provare una gioia simile attraverso qualunque attività svolgiate o qualsiasi compito vi venga assegnato e di amare tutto ciò che fate.

Martina Monċekovà, Graphic Designer

Collaboratrice del Settore Missioni per i lavori grafici

Cagliero 11 – “Per una cultura della nonviolenza” – Aprile 2023

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°172 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2023.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo per una maggiore diffusione di una cultura della nonviolenza, che passa per un sempre minore ricorso alle armi, sia da parte degli Stati che dei cittadini.

Perchè i salesiani in Turchia aiutino a promuovere l’amore e mai la violenza.

Cari amici,

Le Missioni Salesiane sono in realtà un sogno e una sfida che Don Bosco mise in primo piano. Anche per me sono state un grande sogno che ho sempre avuto e che ho realizzato per un breve periodo ad Haiti.

Le Ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice hanno negli Statuti e nel Documento di Identità la partecipazione alla missione educativa dell’Istituto che si inserisce negli ambienti in cui opera con lo stile laicale salesiano che lo caratterizza. Abbiamo avuto la gioia di acquisire un’educazione una formazione basare sulla carità per gli altri. Pertanto, incoraggiamo la partecipazione alla missione salesiana in tutto il mondo. Per questo abbiamo una ONG, che si dedica soprattutto alle Missioni – Associazione Mornese ONLUS.

Dobbiamo camminare con la chiesa missionaria e annunciare, dobbiamo condividere ed essere il lievito di cui la chiesa ha bisogno oggi.
Maria Carmen Castillon, Presidentessa Confederazione Mondiale Mornese Ex-alunne/i FMA

 

Cagliero 11 – “Per i nostri fratelli e sorelle in Ucraina” – Aprile 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°160 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2022.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Per coloro che muoiono e soffrono nella guerra in Ucraina. Affinché i cuori dei responsabili di questo conflitto siano toccati dall’amore di Cristo.

“Chiediamo con insistenza al Signore che quella terra possa veder fiorire la fraternità e superare le divisioni.”

Cari amici,

Dal cuore dell’Africa da dove vi saluto, mi preparo a cantare con voi queste parole che esprimono la gioia della Risurrezione: Egli è vivo! È davvero tornato in vita! Attraverso questo grido di vittoria, è l’evento pasquale che illumina la nostra fede e ravviva la nostra speranza in mezzo a contesti segnati dalla malattia e dalla
sofferenza.

In tutto il mondo, donne e uomini pieni di umanità sono, ciascuno a proprio modo, segni di questa speranza. Si prendono cura l’uno dell’altro senza discriminazioni. Questo è un messaggio forte per il nostro tempo. A questa apertura di solidarietà, il Risorto ci invita: «Andate, dunque, a tutte le genti» (Cf. Mt 28, 19).

Don Privat-Ignace Fouda Bieme, SDB, Coordinatore Regionale per l’Animazione Missionaria Africa-Madagascar

Dicastero Comunicazione Sociale: Newsletter speciale di aprile – Don Gildasio Dos Santos Mendes

Si riporta di seguito la Newsletter del Dicastero della Comunicazione con il messaggio per i Delegati da parte di Don Gildasio Dos Santos Mendes sdb, Consigliere per la Comunicazione Sociale.

I due comunicatori di Emmaus

UN’INTERPRETAZIONE BIBLICA DEI DUE DISCEPOLI DI EMMAUS, DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMUNICAZIONE

Cari amici!

Nella proposta programmatica del Rettor Maggiore per la Congregazione Salesiana, dopo il Capitolo Generale 28°, la priorità numero tre si riferisce direttamente alla comunicazione: “vivere il sacramento salesiano della presenza”. E, nello specifico, inculturare la missione salesiana nell’ambiente digitale.

È una grande sfida ma anche una grande opportunità per tutti noi comunicatori!

Questa richiesta della Congregazione Salesiana ci presenta un cammino oneroso e importante, per un impegno più profondo e concreto di tutti noi, nel campo della comunicazione. Un punto di partenza per realizzare questa raccomandazione è l’approfondimento della nostra identità salesiana di comunicatori, in una prospettiva biblica. Abbiamo bisogno di un testo biblico e di un’icona per la Comunicazione Sociale! Necessitiamo di un “itinerario” biblico che ci aiuti a riflettere, pregare, vivere e comunicare dall’interno della nostra esperienza spirituale salesiana con la Parola di Dio. Molti testi biblici fanno riferimento alla comunicazione! Dopo averne discusso con alcuni dei nostri Delegati di Comunicazione, il primo testo che abbiamo scelto è il racconto dell’incontro di Gesù con i due discepoli sulla strada per Emmaus (Lc 24,13-35).

Partendo da questo testo biblico, vorremmo offrire un’interpretazione e un’applicazione alla comunicazione di oggi attraverso il tema:
IMMERSIONE, MEDIAZIONE UMANA E INTERCULTURALITÀ.

Questo testo biblico offre una base profonda e ricca di elementi umani, culturali, spirituali e pastorali, che danno un contributo attuale e molto salesiano al dialogo con la comunicazione digitale e le reti sociali nel nostro presente.

Il testo di Emmaus offre una base profonda su come comunicare attraverso il dialogo, la narrazione, i simboli e i riti; sull’importanza dell’incontro, dell’accoglienza, dell’ascolto, della condivisione, dell’interattività, del mistero, dell’affettività, dell’ambiente immersivo della comunicazione, dell’ambiente sociale, politico e religioso che ci circonda, della storia, e di tante altre cose che possono essere applicate alla comunicazione.

Questo testo è stato una fonte illuminante per la nostra spiritualità salesiana e un riferimento ispiratore per la Pastorale Giovanile della Chiesa. Il Sinodo sui giovani, svoltosi nel 2018, con il tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, ha scelto proprio il testo di Emmaus come base biblica per tutto il documento sinodale. In questo nuovo approccio al testo di Emmaus, abbiamo definito alcuni temi da sviluppare e approfondire.

• LO SCENARIO COINVOLGENTE DEL DIALOGO DI GESÙ CON I DUE DISCEPOLI
In questa parte presentiamo l’importanza di comprendere la comunicazione digitale e le reti sociali come un ambiente immersivo, fatto di rituali umani e culturali, da cui emerge il bisogno di comunicazione interpersonale degli esseri umani attraverso il racconto della loro storia; il loro bisogno di esprimersi liberamente, di essere ascoltati e di dialogare con apertura, fiducia e verità. Il dialogo sul cammino di Emmaus è un archetipo della comunicazione umana: gli esseri umani, la loro creatività e libertà di raccontare la propria storia a partire dalle loro esperienza e realtà. Analizziamo in questa parte come la parola, espressa in questa narrazione aperta e fiduciosa, rivela i sentimenti profondi della persona e diventa un codice affettivo per la comunicazione. Attraverso la parola narrata, la persona rivela il suo habitat interiore, i sentimenti, i desideri, le paure, le speranze e i sogni.

• I TEMI DELLA COMUNICAZIONE NEL VIAGGIO DI EMMAUS
In questa seconda parte ci addentriamo nella mediazione umana come parte della comunicazione. Qui notiamo come il dialogo aperto stimoli gli individui a vedere, ascoltare, capire e interagire autenticamente, in modotale da sentirsi completi nel dialogo, diventare il soggetto della comunicazione, esprimere il proprio essere interiore e aprirsi al nuovo. La comunicazione è significativa quando favorisce l’espressione della condizione interiore del comunicatore. La consapevolezza di essere il soggetto della comunicazione si sviluppa a partire dalla capacità di riconoscere l’altro come persona, come interlocutore fondamentale della relazione. La mediazione umana esprime l’identità sociale di ogni individuo. La relazione dell’individuo con la tecnologia e l’informazione avviene in un clima di rispetto della dignità e del ruolo dell’altro, nell’ambiente comunicativo interconnesso con tutte le persone e la loro comunità.

• IL RITUALE COME MODO DI COMUNICARE
In questa terza parte descriviamo come la narrazione – il racconto – incoraggia l’espressione della natura soggettiva di un individuo e apre una seconda porta alla comunicazione: la condivisione di esperienze profonde attraverso i sentimenti, i dolori e le speranze profonde dell’individuo, ritualizzati attraverso gesti e atteggiamenti celebrativi. Gesù realizza questo momento di comunicazione con il rito della condivisione del pane, dello stare insieme, della condivisione dei gesti, dei sentimenti e degli affetti. Il luogo dove avviene questo rito della condivisione del pane rappresenta la casa che accoglie con calore umano e fiducia, l’habitat della comunione, la nostra casa comune. La comunicazione genera relazioni di fiducia così come i rituali. L’amicizia è un esempio di rituale umano, che viene costruito, vissuto e celebrato. La cura per gli esseri umani, per la loro salute e qualità di vita e per l’ecologia integrale sono tutte espressioni della comunicazione etica.

• L’ESPERIENZA DEL MISTERO E DELLA BELLEZZA NELLE RELAZIONI UMANE
In questa quarta parte si descrivono gli aspetti della comunicazione verbale e non verbale, il corpo che esprime il suo linguaggio di dolore e di speranza. I due discepoli sperimentano la parola che tocca il cuore, l’apertura di loro stessi attraverso la parola e il gesto del rito della condivisione del pane. Mentre i loro cuori bruciano nel rito celebrato con Gesù, i due comunicatori di Emmaus sperimentano il mistero di Dio, il Divino che si esprime nel rito, la bellezza del divino amore umano, provato con Gesù. La comunicazione umana tocca la libertà della persona e la chiamata a condividere la responsabilità davanti a Dio, all’altro, a tutto il Creato. Comunicare è essere co-autore con Dio nel progetto continuo della creazione del mondo. Il comunicatore è colui il quale collabora con il progetto di vita e con la speranza che è stata rivelata da Dio nel Verbo fatto carne, che viene ad abitare in mezzo a noi.( Gv 1,14).

• L’ESPERIENZA CHE DIVENTA RESPONSABILITÀ COMUNICATIVA
Nella quinta parte descriviamo il ritorno dei due discepoli, comunicatori, a Gerusalemme(Emmaus rappresenta la comunicazione locale, Gerusalemme la comunicazione globale). In questo movimento, dal locale al globale, evidenziamo il valore dell’interculturalità e dei gruppi nella comunicazione. Internet è una rete interculturale. Le reti sociali sono luoghi di espressione dei rituali umani e culturali di gruppi ed etnie; rappresentazioni di persone, con le rispettive culture e organizzazioni. La comunicazione digitale nelle reti sociali ci apre a nuove geografie, per la comprensione delle realtà interculturali, permettendo così un dialogo tra popoli e culture, basato sull’identità e la collaborazione tra comunità.

• LO STATO DIGITALE E LA NUOVA GIOVENTÙ CRISTIANA
Nella sesta parte, e alla luce dell’esperienza dei due comunicatori di Emmaus, presentiamo lo stato digitale dei giovani di oggi, la loro visione del mondo, i loro linguaggi e codici che si esprimono attraverso la musica, la danza, i gesti, i giochi, le interazioni e le creazioni simboliche. All’interno di questo scenario di nuovi linguaggi, il rito della Parola e del Pane vissuto da Gesù e dai due comunicatori di Emmaus può diventare un punto di riferimento per come comunicare dall’interno della nostra condizione umana e della relativa cultura. In questo modo, il testo biblico diventa una vera pedagogia su come comunicare a livello interpersonale- gruppale, nel nostro ecosistema umano-culturale e in rete. Il testo biblico offre anche un’immensa e ricca grammatica della comunicazione per la creazione, produzione e diffusione dell’informazione nei suoi formati: scritto, visivo, audio e interattivo. A livello di spiritualità educativa, il testo biblico offre una ricchezza di materiale spirituale ed estetico per sperimentare il mistero di Dio nella realtà umana. A livello dell’esperienza di fede della comunità e del gruppo, il testo biblico alimenta un messaggio di comunicazione che favorisce la risposta alla chiamata di Dio e la vocazione del servizio in favore della vita e dell’altro, e che promuove l’impegno missionario e la solidarietà.

• ALCUNE DOMANDE SULLA COMUNICAZIONE OGGI
A partire da questa riflessione sul luogo della Parola e del Rituale nell’evento comunicativo di Emmaus, presentiamo alcune domande per ulteriori studi.Come possiamo sperimentare la Parola di Dio e comunicare in modo creativo, a partire dall’ispirazione e dalla potenza della Parola? Come possiamo mostrare la narrazione come un modo di ascoltare e di entrare nel cuore dei giovani? Come creare il rito del dialogo e della preghiera, a partire dall’esperienza di vita dei nostri giovani? Come sperimentare la spiritualità della comunione, del silenzio, dell’unione con Gesù nel virtuale, nell’istantaneità e nella velocità delle relazioni nel mondo digitale? Come rimanere con Lui nell’assenza-presenza della comunicazione virtuale? Come può la Parola, condivisa con i giovani, diventare un’esperienza di rito, preghiera e sacramento? Come l’Eucaristia ci unisce spiritualmente ed educativamente ai nostri giovani nel mondo digitale? Come promuovere la qualità della comunicazione, in modo tale che gli educatori-comunicatori possano sorprendere e dilettare i giovani affinché abbraccino la causa del Vangelo, della Chiesa e della Comunità Salesiana? Come comunicare a partire dall’interculturalità nel mondo di oggi? A partire dalla condivisione e dalla riflessione su questo testo e sulle successive domande, proponiamo tre impegni: il primo è quello di promuovere lo studio, la riflessione, la condivisione e la preghiera personale e comunitaria da parte dei comunicatori, partendo dalla Parola di Dio. Il secondo è quello di discutere e approfondire queste domande e tutte le altre che possono sorgere riguardo al testo di Emmaus applicato alla comunicazione. Il terzo, a partire dal testo di Emmaus, è quello di essere innovativi e creativi nello sviluppare e produrre materiale educativo e formativo di qualità, in diversi formati: video, musica, poster, foto, giochi… per la diffusione su siti web e attraverso i social network. Un poster dell’incontro tra Gesù e i due comunicatori di Emmaus sta per essere realizzato da un artista italiano. Questo poster sarà inviato, insieme al testo che stiamo preparando, a tutti i Delegati e alle equipe di Comunicazione, per essere utilizzato negli incontri di formazione, nelle preghiere e per la creazione di qualsiasi materiale di comunicazione. Chiedo ai Delegati di Comunicazione, se possono, di inviarmi idee e suggerimenti per arricchire questo testo che stiamo preparando. Con la collaborazione e l’impegno di tutti i nostri Delegati ed equipe di Comunicazione speriamo, insieme, di approfondire l’invito della Congregazione a “vivere il sacramento salesiano della presenza”, alla luce della spiritualità salesiana e della nostra missione al servizio dei giovani di oggi.

Uniti nella speranza del Cristo Risorto!

Mirandela, Portogallo, 27 aprile 2021

Don Gildasio Mendes
Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale

Cagliero 11 – “I diritti fondamentali” Aprile 2021

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°148 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2021.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Cari confratelli e amici,

Ci troviamo già in vena di Pasqua: Pasqua del Salvatore e  Pasqua di chi da tempo era in attesa, in un Venerdì Santo che non sembrava finire più.

Nel Sud Sudan i in varie parti del mondo, milioni di bambini, donne e uomini portano la loro croce con coraggio e speranza, al fianco di Gesù. Perciò la missione fa brillare la nostra vocazione “pasquale” quella di essere la Veronica ed il Cireneo odierni, oppure  apostoli della Vittoria di Cristo, ed imitatori del Compagno di Emmaus, pellegrini capaci di raggiungere i fratelli e le sorelle scoraggiati o smarriti, e di riaccendere al fuoco della Parola e del Pane la fiamma della testimonianza.

Buona festa di Pasqua a tutti voi!

Don Alphonse Owoudou, SDB
Consigliere Regionale
per Africa-Madagascar

Cagliero 11 – “Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice” Aprile 2020

Si riporta Cagliero 11 e l’intenzione missionaria salesiana del mese di Aprile 2020.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

CAGLIERO 11 – N°136, APRILE 2020

Carissimi amici, Buona Pasqua a tutti!

Mentre scrivo queste prime righe, come Consigliere per le Missioni, non posso non ricordare le parole di un teologo del XII secolo, Giovanni di Salisbury:
“Siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere … più lontano di loro, tuttavia non per l’acutezza della vista o la possanza del corpo, ma perché sediamo più in alto e siamo più elevati proprio grazie alla grandezza dei giganti”.
Perciò, ricordo con viva gratitudine tutti i miei predecessori in questo Setto- re, soprattutto D. Guillermo Basañes per il suo servizio in questo ultimo sessennio (2014-2020). Grazie anche a D. Václav Klement, Consigliere per le missioni (2009-2014), che 11 anni fa ha avuto l’intuizione di avviare questo Cagliero 11 come un semplice ma efficace strumento di animazione missionaria. Ringrazio anche tutti i membri dell’équipe del Settore Missioni alla cui competenza, dedicazione e collaborazione mi affiderò anche per essere aiutato nel compito affidatomi di “promuovere in tutta la Società lo spirito e l’azione missionaria” (Cost 138). Come ho già espresso altrove, non mi aspettavo questa elezione. Difatti, quando ho cominciato a rendermi conto che qualcosa stava per accadere, ho cercato di evitare esplicitamente questa nomina perché, tra le altre ragioni, la nostra Visitatoria ha un serio bisogno di personale. Ma devo riconoscere umilmente che davvero “lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole … Sappiamo solo che il nostro impegno è necessario.” (EG, 279).
Mentre scrivo queste righe, stiamo vivendo una pandemia che non abbiamo mai vissuto. Questa tragedia umana è un’invito ad avere il coraggio di riflettere e discernere su ciò che lo Spirito ci sta dicendo.

Questo sessennio sarà, senz’altro, segnato dal 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana (1875-2025). Il mio augurio è che ognuno di noi ognuno abbia il coraggio e l’apertura di lasciare lo Spirito Santo operare nel proprio cuore come vuole, quando vuole e dove vuole, affinché, abbiamo il coraggio e la docilità per uscire dalle nostre zone di comfort e di andare con impegno dove Lui ci manda.

D. Alfred Maravilla SDB, Consigliere per le missioni

Intervista a don Alfred Maravilla

Don Alfred Maravilla è tornato al Dicastero delle Missioni, ma stavolta non più come collaboratore, bensì come Consigliere. Filippino, con una lunga esperienza missionaria compiuta in prima persona, fino a poco tempo fa Superiore di una fiorente Visitatoria, don Maravilla in quest’intervista racconta i suoi sentimenti contrastanti e la prospettiva verso il suo nuovo incarico.

Come si sente ora? Tutti mi chiedono come mi sento da neoeletto Consigliere Generale. La mia risposta è: “ho fatto del mio meglio per evitare questa elezione!” Dopo il mio servizio nel Dicastero, immaginavo di restare in via definitiva nella Visitatoria di Papua Nuova Guinea-Isole Salomone (PGS).

A proposito, parliamo della Visitatoria PGS… Il primo Superiore della Visitatoria, il mio predecessore, è stato in carica solo per 6 mesi, dato che poi è stato nominato vescovo. Quindi abbiamo davvero appena iniziato a porre le basi, le strutture e i sistemi per la nostra nuova Visitatoria. Alla fine sono stato candidato a Consigliere per le Missioni anche dalle Commissioni di altre 4 regioni. Così al primo scrutinio ho ricevuto 178 voti su 222 voti. Con questa elezione, in un istante, tutti i sogni e i progetti per PGS sono svaniti all’orizzonte, insieme al mio desiderio di rimanere missionario ad vitam in questa parte del mondo.

Quando la mia elezione è stata resa pubblica, don Dominic Kachira, Vicario di PGS, mi ha scritto per farmi le congratulazioni e ha aggiunto: “È il Superiore che viene chiamato altrove. Credo nello Spirito Santo, Egli saprà scrivere diritto anche sulle righe storte”. Ancora faccio fatica a capire come… Quello che uno studente dell’università mi ha scritto in questi giorni racchiude in sé i miei sentimenti: “Non riesco a capire perché il Signore debba portarti via da noi!”

Come vede il nuovo incarico di Consigliere per le Missioni? Questo sessennio (2020- 2026) sarà segnato dal 150° anniversario della I Spedizione Missionaria Salesiana (1875). Il mio augurio è che ognuno abbia il coraggio di lasciare che lo Spirito Santo operi nei nostri cuori come vuole, quando vuole e dove vuole, affinché, animati dallo spirito missionario di Don Bosco, abbiamo il coraggio di uscire dalle nostre zone di comfort e procedano avanti. Grazie a questo spirito missionario, il carisma di Don Bosco è ormai profondamente radicato nella regione. È tempo che ogni Ispettoria, ricca e povera di personale, partecipi attivamente all’attività missionaria della nostra Congregazione. Ironia della sorte, solo una tale generosità missionaria manterrà vive le nostre Ispettorie, al servizio dei giovani poveri ed emarginati.

“Sei felice nel tuo cuore?” (Ma sa’ lach’ool)?

Dal giorno in cui ho partecipato alla 141a spedizione missionaria salesiana, ho conservato in un cassetto della mia scrivania un piccolo foglio di carta con un semplice progetto di vita missionaria. Uno dei punti dice: “Il cuore missionario di Don Bosco sia la calamita della tua vita”. Questo sarebbe semplicemente il consiglio che condividerei con qualcuno che sta riflettendo sulla propria vocazione missionaria. Da poco più di 9 anni lavoro in Guatemala tra gli indigeni Maya Q’eqchi, in una parrocchia missionaria con 250.000 abitanti, distribuita in più di 400 villaggi. In sintesi, ciò che ho imparato nella mia vita missionaria tra i Q’eqchi sono state 3 cose: osservare, ascoltare e aspettare. Il missionario viene come ospite per stare con loro e condividere la loro vita. Questa bella espressione è attribuita a Francesco d’Assisi: “Predicate il Vangelo in ogni momento e, se necessario, usate le vostre parole. I Q’eqchi sono un popolo meraviglioso e purtroppo hanno scarsissima risonanza nel mondo. Hanno un’espressione per salutarsi che è un gioiello, quando si incontrano per strada si chiedono: “Sei felice nel tuo cuore” (Ma sa’ lach’ool)? Dopo alcuni anni di vita missionaria sento che questa felicità mi riempie il cuore e che essere missionario è un dono che Dio mi ha dato.

Vittorio Castagna sdb, Missionario italiano in Guatemala, San Pedro Carchá