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Primi appuntamenti per il 150° della Basilica di Maria Ausiliatrice

Hanno avuto inizio i primi appuntamenti del calendario preparato per il 150° anniversario della consacrazione della Basilica Maria Ausiliatrice a Torino-Valdocco, che avrà il suo culmine nella data precisa in cui questo evento ricorre, il 9 giugno del 2018.

I festeggiamenti sono iniziati la sera di mercoledì 6 dicembre 2017, con protagonisti i giovani del Conservatorio di Torino e molte altre sono le iniziative musicali, spirituali e formative in programma per l’eccezionale anniversario.

Durante la serata, sono stati eseguiti brani per organo a canne (maestri don Maurizio Palazzo, Roberto Fadda e Stefano Marino), per due violini soli (Paolo Calcagno e Ying Wang, sotto la direzione della professoressa Antonella Di Michele) e per coro di voci bianche (“Giovaninvivavoce”, diretto dal maestro Giuseppe Ratti).
Al termine, il direttore della Comunità salesiana don Guido Errico, durante il tradizionale momento salesiano della “buonanotte”, ha donato una targa-ricordo per suggellare ancora una volta la preziosa amicizia tra la Basilica Maria Ausiliatrice ed i giovani del Conservatorio di Torino.

Il prossimo appuntamento è previsto per il 20 gennaio, in concomitanza con le Giornate della Spiritualità Salesiana. È in programma un concerto con la Corale della Basilica, durante il quale alcuni storici ricorderanno che cosa accadde quel “famoso” 9 giugno 1868. Nell’occasione sarà presentato l’impegnativo restauro del grande organo della Basilica. Basti ricordare che l’organo è composto da oltre cinquemila canne: è quindi uno tra i più grandi e maestosi del Nord Italia ed è ben noto nel panorama organistico europeo.

Prime Professioni: la Photogallery

Nel pomeriggio dell’ 8 di settembre, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice, nella giornata della Natività della Beata Vergine Maria, i novizi salesiani del Noviziato di Pinerolo hanno concluso questo momento di formazione, iniziale alla vita religiosa, con la loro Prima Professione. Don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore, ha celebrato la solenne Eucaristia.

Rivivi i momenti con la photogallery dell’evento:

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Volontarie di Don Bosco, 100 anni di vita

Domenica 21 maggio il rettor Maggiore dei salesiani, don Angel Fernandez Artime, nella cornice della Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino, celebrerà la S. Messa di ringraziamento per i 100 anni di vita della Volontarie di Don Bosco. Fondate nel 1917 dal beato Filippo Rinaldi, terzo successore di don Bosco, nel 1978 l’Istituto delle Volontarie di don Bosco (VDB) fu riconosciuto come Istituto Secolare di Diritto Pontificio. Le VDB, attraverso la loro appartenenza all’Istituto, fanno parte della Famiglia Salesiana e vivono il carisma salesiano attraverso il loro apostolato con i giovani, in particolare i più bisognosi, compiendo la loro missione sospinte dall’amore per Gesù e dalla fiducia in Maria.

Dal 19 al 21 maggio a Torino-Valdocco, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice, sono previsti momenti di celebrazione alla presenza dei rappresentanti dei 31 gruppi che fanno parte della grande Famiglia Salesiana. La celebrazione del centenario delle VDB si presenta come un’occasione speciale per l’Istituto per rendere grazie a Dio per il dono di questa vocazione suscitata dallo Spirito Santo.

Lo spettacolo teatrale “Un segreto da condividere” sarà messo in scena al Teatro Piccolo Valdocco domenica 21 maggio, prodotto da Cristina Viotti con la compagnia Adonai in collaborazione con le compagnie Artmedia e Danzandeor di Carla Manera, gli atleti della Reale Società Ginnastica di Torino e con la partecipazione dell’attore Roberto Accornero, per far rivivere la storia di questi entusiasmanti 100 anni di vita passati con uno sguardo al futuro.

 

 

Ordinazione Presbiterale don Fabio MAMINO – Galleria Fotografica

(foto: Andrea Cherchi, Massimo Masone, Antonio Saglia)

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04/05 – Incontro E SE LA FEDE

04 maggio 2017 – I frutti dello spirito – Dai sassi non cresce nulla:
“Dio non può riempire ciò che è pieno” diceva Madre Teresa, ma dove Lo si lascia entrare porta novità e doni superiori alle nostre attese! Questa è l’opera dello Spirito Santo, il “vivificante”, capace di far fiorire una vita che, lasciata sola nelle nostre mani, potrebbe altrimenti ripiegarsi su di sè e inaridirsi…

Sarà possibile incontrarsi alle ore 19.45 nel cortile della Basilica di Maria Ausiliatrice per vivere la cena al sacco in spirito di fraternità. Alle 20.45 l’accoglienza e alle 21 l’inizio della catechesi.

 

Orario delle Messe a Colle don Bosco e Maria Ausiliatrice

Per vivere la liturgia “insieme con Don Bosco” si riporta il calendario degli orari proposti dalla Basilica del Colle don Bosco e dalla Basilica di Maria Ausiliatrice.

 

BASILICA COLLE DON BOSCO

Orario Messe

Feriale – (Chiesa inferiore):
7.30 – 11.00 – 17.00

Prefestivi (Chiesa superiore):
17.00 

Domenica e Festivi compreso Pasquetta e Santo Stefano ( Chiesa superiore):
8.00 – 9.30 – 11.00 – 17.00 – 18.15 

Confessioni e Colloqui

Feriale da lunedì al mattino di sabato e vigilia delle feste di precetto (Chiesa inferiore):
7.30 > 8.00 | 9.30 > 11.30 | 15.30 > 17.30

Pomeriggi di sabato e delle vigilie delle feste di precetto (Chiesa inferiore):
15.30 > 18.00

Domeniche e Feste di precetto, Pasquetta e Santo Stefano (Chiesa superiore):
7.45 > 12.00 | 15.00 > 19.00 

Ufficio Accoglienza, Informazioni, Ss. Messe, Oggetti smarriti:
Feriali: 9.00 > 12.00 e 14.30 > 18.00
Domeniche e festivi: 8.30 > 12.00 e 14.30 > 18.30

Benedizioni

Per le benedizioni di automobili o altri mezzi di trasporto, corone del Rosario e agli oggetti di devozione, rivolgersi all’Ufficio colloqui (ed eventualmente all’Ufficio Accoglienza) negli orari sopra indicati.

BASILICA DI MARIA AUSILIATRICE

Orario Messe

Giorni feriali
Al mattino: le messe sono alle ore: 6.30 – 7.00 – 7.30 – 8.00 – 9.00 – 10.00
Alla sera: ore 17.00 (dopo il Rosario) e 18.30
In agosto: viene sospesa la Messa delle ore 17.00

Giorni festivi, sabati e vigilie
Sabato Sera (prefestiva): ore 18.00
Domenica-Feste: ore 7.00 – 8.00 – 9.30 – 11.00 – 12.15
Domenica Sera: ore 17.30 – 18.30 – 21.00
Vespri alla Domenica: ore 16.30

Orario altre funzioni di preghiera

Giorni feriali
Ore 16.30 – S. Rosario, Adorazione Eucaristica e Benedizione
Giovedì: in Basilica: Adorazione ore 16.00 – 17.45
Giovedì: Chiesa S. Francesco di Sales: S. Messa ore 17.00
Giorni festivi
Ore 16.30 – canto dei Vespri, Adorazione e Benedizione Eucaristica

Da ottobre a giugno:
Sabato e Vigilia delle Feste
ore 18.55 Primi Vespri della Domenica.
24 di ogni mese: Adorazione ore 9.00 – 14.30 in Cappella Pinardi

Feste di particolare rilievo
31 gennaio: Festa di San Giovanni Bosco
24 maggio: Festa di Santa Maria Ausiliatrice

Entrambe le Feste sono precedute da Novene come preparazione.

Confessioni in Basilica

Quella delle Confessioni sono una delle attività spirituali principali e più ricercate nel Santuario-Basilica di Maria Ausiliatrice. Le confessioni, su richiesta, possono anche essere ascoltate in:

italiano – francese – inglese – spagnolo

Giorni feriali: dalle ore 6.30 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00
Giorni festivi: dalle 6.30 alle 12.45 e dalle 15.00 alle 19.30. Inoltre dalle ore 21.00 alle 22.00 durante la celebrazione della Santa Messa della sera.
Colloqui Spirituali in Basilica: Ci si può riferire a qualche sacerdote in sacrestia. Oppure nei giorni feriali dalle 16.00 alle 19.00 il sacerdote riceve in una saletta all’interno del Santuario-Basilica.

*** Per chiedere preghiere in Basilica scrivere a: m.ausiliatrice@tiscali.it

Via Crucis vivente a Valdocco

In preparazione alla Santa Pasqua, anche quest’anno l’Oratorio organizza la Via Crucis vivente insieme a tutta la Comunità S.Francesco di Sales, mettendo insieme le forze di scuola media Don Bosco, scuola Maria Ausiliatrice, CFP Valdocco e gruppi parrocchiali.

L’appuntamento è per venerdì 7 aprile ore 20,30, partendo da piazza Maria Ausiliatrice e concludendo nei cortili dell’oratorio.
Per prepararci all’evento possiamo trovare qui i link per il video via crucis 2016 e per le foto della Via Crucis vivente dello scorso anno (FOTO A, FOTO B, FOTO C).
 

 

 

30/03 e 04/05 – Incontri E SE LA FEDE

Segnaliamo i prossimi appuntamenti di E SE LA FEDE presso la Basilica di Maria Ausiliatrice.

30 marzo 2017 – La Preghiera (II parte):
Dio non è una slot-machine, nè un mago, nè il pozzo dei desideri. Al Signore della Vita ci si rivolge in tanti modi e in tutte le occasioni, perchè ogni relazione d’Amore ti tiene in vita se è curata, conosciuta, approfondita, se prende tempo, cuore e mani…

04 maggio 2017 – I frutti dello spirito – Dai sassi non cresce nulla:
“Dio non può riempire ciò che è pieno” diceva Madre Teresa, ma dove Lo si lascia entrare porta novità e doni superiori alle nostre attese! Questa è l’opera dello Spirito Santo, il “vivificante”, capace di far fiorire una vita che, lasciata sola nelle nostre mani, potrebbe altrimenti ripiegarsi su di sè e inaridirsi…

Sarà possibile incontrarsi alle ore 19.45 nel cortile della Basilica di Maria Ausiliatrice per vivere la cena al sacco in spirito di fraternità. Alle 20.45 l’accoglienza e alle 21 l’inizio della catechesi.

 

Festa di Don Bosco – Omelia di Mons. Cesare Nosiglia

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA,
ALLA S. MESSA NELLA FESTA DI DON BOSCO
(Torino, basilica di Maria Ausiliatrice, 31 gennaio 2017)

«TALITÀ – KUM»: TE LO DICO IO, ALZATI

«L’episodio del Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr. Mc 5,21-43) ha come protagonista una famiglia che ha una ragazzina malata. Il padre si rivolge a Gesù per ottenere la guarigione. Tra i tanti insegnamenti che possiamo attingere da questo brano evangelico, c’è anche quello che riguarda il rapporto di ogni educatore verso i giovani e ragazzi, soprattutto quelli “difficili” – come vengono chiamati. Essi portano con sé carenze dovute anche a fattori psicologici o ambientali, più che fisiche, le quali creano a volte grosse difficoltà per i genitori, i docenti, i catechisti e gli educatori adulti in genere. Eppure, proprio a questi “ragazzacci” – come venivano chiamati al tempo di san Giovanni Bosco – egli ha riservato il suo tempo e il suo cuore, trovando risposte sorprendenti e positive.

Gesù, in questo episodio della figlia di Giairo, si avvicina alla ragazza, data per spacciata e irricuperabile, con atteggiamento di amico: la prende per mano, le dice di alzarsi e l’aiuta a sollevarsi; poi, dice ai genitori di darle da mangiare. Gesù non considera dunque questa giovane perduta per sempre, ma l’aiuta a ricominciare a vivere e a credere in se stessa. Nessun ragazzo e ragazza è dunque
considerato “morto” per sempre, da parte di Gesù. Nessuno è considerato così difficile da non tentare un ricupero, da non concedergli fiducia, da non dirgli con forza: “Alzati dalla tua situazione e prendi in mano la tua vita con gioia e coraggio!”.

È questo uno dei tratti più caratteristici dell’azione educativa di Don Bosco, che lo rende imitatore di Gesù e suo discepolo. Dal suo Maestro divino, egli impara a trattare con i ragazzi e giovani scapestrati e rifiutati, quelli meno considerati, scorgendo in essi un fondo di bontà e di forza capace di farli risorgere dalla loro situazione. Si tratta di “ragazzi difficili”, come vengono anche oggi chiamati, e di cui sentiamo sempre più parlare nei mass media, ma pur sempre ragazzi che attendono da noi segnali concreti di prossimità, di amore nella verità e di dialogo sincero e attento alle loro esigenze più profonde, che manifestano a volte anche con modi, linguaggi, scelte e comportamenti giudicati paradossali e trasgressivi da noi educatori.

Don Bosco ascolta questi ragazzi che parlano, anche quando sembrano assenti e indifferenti. Essi lo fanno con linguaggi inusuali, forse, ma molto chiari per chi sa interpretarli e se ne fa carico. Solo accogliendo ed intercettando questi linguaggi si può sperare di entrare nel loro mondo interiore e stabilire un contatto non solo esteriore, ma profondo ed amicale. Il problema è non lasciarsi fermare o scandalizzare dalle loro volute e cercate provocazioni verso il mondo degli adulti e da tutto ciò che contestano. Nel profondo restano ragazzi in ricerca del senso della vita, di affetti sinceri, di gioia e speranza per il futuro. Mettono alla prova i loro educatori, per vedere se dalle belle parole sanno passare ai fatti, se oltre a parlare di amore, di rispetto e di tolleranza, sanno per primi
esercitare queste virtù verso di loro, accettandone i comportamenti non come “difficili o da giudicare” secondo i nostri schemi adulti, ma da comprendere nelle loro cause più profonde e da gestire con serenità, pazienza e fiducia.

La conoscenza di chi sono i ragazzi e di come interpretare le loro ansie, problemi e situazioni di vita è importante, ma non è tutto. Occorre scendere poi nel concreto della proposta da fare. L’educatore deve rapportarsi con loro sapendo bene che cosa dire e come dirlo, perché passino contenuti ed esempi di vita.

È certamente importante, poi, fare esperienze con i ragazzi, ma anche saper riflettere con loro sulle esperienze fatte e cogliere in esse i valori positivi o critici. Ciò su cui siamo oggi più carenti, sono proprio le convinzioni ed i contenuti che dobbiamo comunicare ai ragazzi. Essi se ne accorgono subito, quando siamo incerti nella proposta e timidi nell’offerta di valori e messaggi convincenti, che incrocino le loro attese e speranze in una prospettiva anche del loro domani. Per questo non si possono dimenticare, entrando nel loro vissuto concreto, alcuni ambiti delicati e fondamentali per la loro crescita armonica, libera e responsabile.

Mi riferisco ai temi dell’affettività, con il massiccio bombardamento mediatico che veicola idee, pseudo-valori e immagini di ogni tipo, senza alcuna valenza etica e religiosa. Così come il tema delle devianze, di cui sono sempre più schiavi i ragazzi delle scuole medie e superiori. E, infine, il tema dell’utilizzo critico dei social network e della via digitale, che affascina e cattura la curiosità
delle nuove generazioni (e non solo, perché anche tanti adulti non danno esempio di farne a meno). Occorre, partendo dalla Parola di Dio o giungendo ad essa, porre in risalto non tanto e solo i pericoli, ma le possibilità che vengono offerte dal saper gestire bene questi ambiti di vita, illuminati dal Vangelo e con il dialogo e confronto costante con gli educatori.

Ma dobbiamo anche chiederci sinceramente: la nostra società ama i ragazzi e i giovani? A giudicare da quanto investe in risorse e concrete possibilità offerte loro sul piano educativo e lavorativo,
direi proprio di no. La sempre più scarsa considerazione sia sul piano economico, sia su quello del loro valore sociale, da parte anche delle istituzioni pubbliche, nei confronti delle scuole paritarie e degli oratori – due realtà su cui Don Bosco ha scommesso e che anche oggi rappresentano una frontiera avanzata di formazione e incontro del mondo dei ragazzi e giovani –, conduce inevitabilmente a una loro marginalità e insignificanza. La povertà crescente, poi, che attanaglia molti ragazzi e giovani, privati di una giusta autonomia per il loro presente e futuro, rappresenta un ulteriore segno del degrado sociale, che colpisce anche il nostro territorio.

Tali criticità sono collegate – e spesso anche conseguenti – a una situazione ancora più grave, che è la preclusione dei giovani dal mondo del lavoro, o il prevalere per essi di impieghi saltuari e
precari. Don Bosco ci insegna ad accompagnare ogni ragazzo e giovane nella sua crescita, formando quelle competenze necessarie a impostare bene il suo futuro, mediante uno sbocco professionale. Nell’Agorà del sociale, che abbiamo vissuto nel mese di novembre scorso, i giovani hanno chiesto a tutte le componenti della nostra società di essere accompagnati sia nella scelta degli studi da fare, sia nella successiva ricerca di un lavoro, oggi spesso assente o precario, che impedisce a tanti di avere un progetto di vita meno insicuro.

La voce di Don Bosco si è levata forte anche su questo piano e per questo egli si è preoccupato di dare vita a scuole professionali e a nuovi lavori, che permettessero ai giovani di formarsi e operare
attivamente nella società. Oggi, con tutti i mezzi e le risorse industriali e commerciali, agricole e del terzo settore che abbiamo a disposizione, ci stiamo perdendo in chiacchere nei confronti dei
giovani, senza affrontare seriamente questo tema del lavoro, lasciato alla mercé di un mercato selvaggio, che cerca solo i propri interessi economici e finanziari. Ci sarebbe bisogno di un moderno “Piano Marshall” nel nostro Paese, ma anche a livello di Comunità europea, per affrontare finalmente alla radici questo problema e trovare una soluzione adeguata alla gravità della situazione.

In conclusione, vorrei notare come al capezzale di tanti ragazzi e giovani si affollano esperti di ogni genere, che scrivono libri su libri e sentenziano in modo assoluto su questo o quel metodo per risuscitarli alla vita. Don Bosco sapeva bene – perché stava con loro ogni giorno – che la fonte prima del loro risveglio è in loro stessi. E per questo faceva leva sulle loro risorse interiori, per ridare la voglia di vivere, di amare, di gioire. Questo è il grande e attuale insegnamento del Santo dei giovani; questa deve essere anche la nostra convinzione profonda che ci anima: non ci sono solo ragazzi difficili; ci sono – e siamo noi – adulti difficili e complicati, incerti nella nostra testimonianza, indecisi e tiepidi nella fede e paternalistici nell’amore. Solo l’educatore che sa mettersi in crisi, a partire da se stesso, può trovare nell’umiltà la via che apre all’incontro con i ragazzi e i giovani e sa comunicare con il loro mondo interiore.

Mi auguro che la figura di Don Bosco e la sua testimonianza e insegnamento suscitino in tutti noi, sacerdoti, genitori ed educatori, l’umiltà di farci discepoli dell’unico maestro di vita che è Cristo. Discepoli insieme agli stessi ragazzi, per camminare con loro sulla via che conduce al Signore e trovare in Lui le risposte più vere ed attese dal cuore di ciascuno

+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino».

Torino, 31 gennaio 2017

Programma festa di don Bosco 2017

Appuntamenti per il “gennaio salesiano” e la festa di don Bosco nelle Basiliche dei luoghi storici.