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Capodanno al Cinema Teatro Monterosa!

Dal sito dei salesiani del Michele Rua.

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Festeggia il capodanno al Teatro Monterosa! Un evento speciale curato della compagnia teatrale Volti Anonimi, che il 31 dicembre 2023 alle ore 21.30 presenterà lo spettacolo “Ulisse Saturno Farmacista Notturno“.

Opera in due atti di Amendola & Corbucci, con regia di Daniela Stievano, è un grande successo di Macario che si svolge in una notte nella farmacia della titolare Emma, ved. Pochettino, e col sostituto notturno dr. Ulisse, scapolo maturo. Movimentano la nottata il fratello ciclista maldestro, l’amico guardia notturna, ammalati più o meno immaginari e clienti con pretese assurde. Tutti mettono a dura prova la pazienza di Ulisse, più impegnato alla cura del suo cuore malato d’amore che al suo lavoro di farmacista; ma la vicenda si complica in un susseguirsi di esilaranti colpi di scena.

Dopo lo spettacolo brindisi di mezzanotte… e la serata prosegue!

Programma

DALLE ORE 20.45 | ACCOGLIENZA IN TEATRO

  • Possibilità di parcheggio interno, non custodito, con ingresso da V. Virgilio 14/a fino ad esaurimento dei posti disponibili.

ORE 21.30 | INIZIO SPETTACOLO

  • Lo spettacolo inizia puntualissimo per concludersi in tempo per i festeggiamenti di mezzanotte

ORE 24.00 | BRINDISI DI MEZZANOTTE

  • Spumante, panettone, pandoro, pasticcini…
  • PROSEGUIMENTO DELLA SERATA!

Biglietteria

FINO A DOMENICA 17 DICEMBRE:

  • Ingresso unico: 45,00€
  • Ridotto ragazzi fino ai 15 anni; 15,00€

DA LUNEDÌ 18 DICEMBRE:

  • Ingresso unico: 50,00€
  • Ridotto ragazzi fino ai 15 anni; 15,00€

Come acquistare i biglietti

I biglietti, tutti numerati, si possono acquistare sempre online o presso la biglietteria, tutti i giorni in cui il Teatro è aperto per la programmazione cinematografica e teatrale.

Capodanno 2022 AM ad Oulx

“Oggi ho percepito che l’incontro col povero è un po’ come la preghiera: permette di fare uno zoom out dai propri problemi per mettere al centro Dio e gli altri.”

– Lorenzo

Con questo spirito circa 30 giovani del Movimento Giovanile Salesiano hanno deciso di concludere il 2022 in un modo diverso dal solito: mettendosi in ascolto e a servizio presso il Rifugio Fraternità Massi di Oulx. Il rifugio, operativo dal 2017 è gestito da don Luigi Chiampo insieme a 10 operatori e 200 volontari. È nato in risposta allo spostamento del flusso migratorio da Ventimiglia alla Valle di Susa e offre ospitalità a tutti coloro che cercano di passare in Francia.

Ecco il racconto di questa esperienza grazie alle parole di Giulia, volontaria missionaria ed animatrice dell’MGS.

Durante la mattinata abbiamo ascoltato la testimonianza di don Chiampo, che ha raccontato come il rifugio sia un luogo di passaggio, tanto che si contano circa 15000 persone solo quest’anno. Questo ci ha aperto gli occhi su una realtà, quella migratoria, che spesso vediamo distorta: si sente sempre parlare di ingressi in Italia, mai di uscite, eppure solo il 2% di chi arriva in Italia poi vi si ferma.

La peculiarità di questo rifugio è l’aver coinvolto il territorio: don Chiampo non è un prete impallinato che opera da solo, ma c’è un forte coinvolgimento delle autorità, della croce rossa, del soccorso alpino, di altre associazioni sanitarie che cuciono intorno al rifugio una rete avente l’obiettivo di vedere il migrante anzitutto come persona, come fratello. Il passaggio che queste persone compiono è molto impervio: passa oltre i 2000 metri, lontano dalle vie principali che non sono aperte per loro.

Sulla statale, poco prima di arrivare a Oulx, c’è una scritta: “la frontiera uccide”. Il rifugio Massi si impegna a dare un pasto caldo, la possibilità di ricevere cure mediche se necessarie, di fare la doccia e di dormire una notte al chiuso. Si crea quindi un luogo di ristoro, ma anche di incontro di culture e storie diverse: chi arriva dalla rotta africana e chi dalla rotta balcanica, uomini soli, famiglie, giovani di tante nazionalità diverse. Chiediamo se ci sono stati problemi, ci rispondono con una semplicità disarmante che sì, a volte è faticoso, ma che i problemi si perdono in tutto il bene che c’è e che si fa tra quelle mura.

Insieme a don Luigi c’è uno degli operatori, albanese arrivato in Italia all’inizio degli anni 90, che ci racconta la sua storia, una storia di accoglienza ricevuta e ridonata, in piena gratuità.

“Non è tanto la questione dell’emergenza, quella rimane, quello che cambia e se tu sei pronto o no a dare una risposta all’emergenza.”

– don Chiampo

Dopo pranzo abbiamo avuto la possibilità di metterci al lavoro pulendo le camere che quella notte avrebbero ospitato chiunque fosse arrivato. Al rifugio infatti non ci sono orari, la porta si apre in qualsiasi momento, tanto che anche nella nostra breve permanenza sentiamo qualche volta il campanello suonare. Non sono mancati poi i momenti di scambio e condivisione nella sala comune del rifugio, sia tra noi che con alcuni ragazzi che erano lì in quel momento e che poi sono partiti a fine giornata diretti a Claviere, da dove avrebbero cercato di passare in Francia la notte di Capodanno. Sulle pareti è pieno di fogli: alcuni sono disegni dei bambini, altri di chi voleva lasciare un’impronta del suo passaggio e della storia del suo viaggio, altri ancora contengono in moltissime lingue informazioni su dove andare una volta passato il confine.

“Aiutare gli altri non è altro che vivere il comandamento dell’amore. Questo è quello che più di tutto mi porto a casa in questa giornata”

– Eleonora

A fine giornata la condivisione ha aiutato a dare un nome a ciò che ci aveva colpito di una giornata così piena, ma anche a interrogarci e rilanciarci nello spirito di servizio per l’anno nuovo che inizia.

“A noi ha colpito così tanto stare qui qualche ora, ma c’è qualcuno che lo fa ogni giorno. Accogliere non è assistere, e accogliere ed essere accolti cambiano la vita.”

– Elena

Accogliere tutti con dignità. Su questo ha insistito don Chiampo. Mi ha fatto pensare molto alle motivazioni con cui io vivo il mio servizio”

– Giulia

Missioni Don Bosco: Concerto per la Pace

Di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco  del 22 dicembre 2022 relativo al Concerto per la pace trasmesso a Capodanno da Canale 5 in prima serata.

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Cantanti e attori a sostegno dei progetti salesiani in Ucraina. Uno spazio per informare e raccogliere aiuti per gli oratori di Kyiv e Lviv: protezione e amicizia nella guerra per alimentare la speranza di ragazzi e giovani.

Il Concerto di Natale in Vaticano quest’anno è stato declinato come “Concerto per la Pace” ed andrà in onda il 1° gennaio in prima serata (con replica all’Epifania) per sottolineare l’importanza di cercare soluzioni diplomatiche al conflitto che sta stremando l’Ucraina, che coinvolge pesantemente l’intera Europa e ha ricadute pesanti anche nel resto del mondo.

Lo promuove Missioni Don Bosco che ha affidato all’evento canoro l’incarico di portare nelle case l’appello a sostenere due progetti di sostegno alle opere salesiane nelle città di Kyiv (Kiev) e di Lviv (Leopoli). Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione cantanti e attori recheranno l’invito a donare 2 euro inviando un sms al numero 45594, oppure5 o 10 euro € da rete fissa.

Per festeggiare la XXX edizione del “Concerto di Natale in Vaticano”, il cast si presenta piuttosto ricco per avvicinare un pubblico eterogeneo: Fiorella Mannoia, Orietta Berti, Neri Marcorè, Gigi D’Alessio, Cristina D’Avena, Amy Lee (Evanescence), Hevia, Josè Carreras, Jimmy Sax, Kayma, Aka 7even, il Piccolo Coro “Le dolci note”, il Vincent Bohanan & Sound of Victory Gospel Choir.

Elena Sofia Ricci, Leo Gullotta e Bianca Guaccero leggono testi di Martin Luther King, di Malala Yousafzai, di Albert Einstein, tra le figure internazionali di pace più importanti della storia recente.

C’è inoltre la partecipazione di Fiona May, testimonial di Missioni Don Bosco, e di Marcell Jacobs e Chiara Vingione, già coinvolti quest’anno dalla Onlus di Valdocco per la Corsa dei Santi a Roma il primo novembre.

“La nostra emergenza è la pace”

è il messaggio del Concerto che accompagna l’appello dei salesiani dell’Ucraina per realizzare:

  • un rifugio antiaereo per l’opera Maria Ausiliatrice di Kyiv che accoglie oltre 100 giovani per le attività dell’oratorio, fatto nascere da padre Maksim Ryabucka, missionario salesiano, che oggi viene consacrato vescovo ausiliario della diocesi greco-cattolica di Donetsk. Si tratta di una struttura finalizzata allo stato di guerra attuale ma anche a un futuro in cui potrà diventare un piccolo teatro collocato sotto un campo polisportivo e un parco giochi;
  • un percorso aggregativo e formativo dei giovani della regione di Lviv che hanno dato vita al Movimento giovanile salesiano. Sono una risposta concreta al bisogno di tenere aperta una finestra sulla vita e di coltivare la speranza per un “dopo” le distruzioni e il terrore. L’ispettoria locale intende acquistare attrezzature musicali e sportive per il programma annuale che si esprimerà anche nei vari campi estivi e che raduneranno oltre 1000 persone.

L’impegno in Ucraina non è dissimile da quello che i salesiani sostengono in tanti di altri Paesi del mondo, dove le guerre (oltre 50 quelle in corso quelle censite), le carestie (incombe di nuovo quella nel Corno d’Africa estesa anche al Kenya), la distruzione ambientale (Amazzonia, Congo, Madagascar), le crisi politico-economiche (Venezuela) richiedono interventi di sostegno materiale e morale alle popolazioni coinvolte.

I salesiani restano immersi nelle realtà in cui sono, decidono sempre di stare con la gente, di ascoltare le necessità per mettersi concretamente a servizio del bene e della pace

sottolinea don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco.

Animazione Missionaria – Un capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx

Per concludere il vecchio anno ed iniziare al meglio il 2022, un gruppo di giovani facenti parte del percorso dell’Animazione MissionariaNel cuore del mondo” ha vissuto la festa di fine/inizio anno in maniera alternativa, facendo tesoro delle attività portate avanti dal Rifugio Massi di Oulx in merito all’accoglienza dei migranti. Di seguito l’esperienza vissuta dal gruppo di giovani che ha aderito, a cura di Sara Scrivo.

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Capodanno ad Oulx

Quest’anno, con il percorso di animazione missionaria “Nel cuore del mondo” abbiamo trascorso un Capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx che si occupa dell’accoglienza dei migranti appartenenti alla rotta balcanica e a quella africana. Si tratta di singoli e famiglie che tentano di attraversare il confine con la Francia e che spesso vengono respinti dalla gendarmerie francese. Ad Oulx, d’inverno, la temperatura scende anche di diversi gradi sotto lo zero e questo rende gli attraversamenti notturni sulle piste da sci o in alta montagna estremamente pericolosi. Di conseguenza, per i migranti, il rifugio Massi è, di fatto, l’unica possibilità per ottenere un pasto caldo ed evitare di dormire all’addiaccio.

Don Chiampo, parroco di Bussoleno e responsabile del rifugio, ci ha accolti presentandoci la struttura e le modalità di accoglienza dei migranti e ci ha ricordato l’importanza di restituire loro la dignità e di riconoscerli come persone evitando qualsiasi forma di pietismo. Inoltre, egli ha evidenziato come il concetto di “migrante” sia un concetto in continua evoluzione. Anche a livello etimologico è possibile individuare tale trasformazione: un tempo, infatti, si utilizzavano i termini “immigrato” ed “emigrato”, mentre attualmente si utilizza in maniera più generica il termine “migrante”. Anche questo cambiamento semantico è significativo perché va a sottolineare quanto l’azione del “migrare” sia diventata ormai una condizione costante, tanto da mettere da parte gli aspetti del “da dove” o del “verso dove” espressi dai due prefissi. In passato, inoltre, i migranti erano, quasi esclusivamente, migranti economici in cerca di nuove opportunità; al giorno d’oggi, invece, la maggior parte sono rifugiati politici o migranti forzati che fuggono da zone di guerra o da situazioni in cui i diritti umani non vengono rispettati. In futuro e, purtroppo, in un futuro non troppo lontano, conosceremo meglio anche la figura del migrante ambientale.

I migranti che passano per Oulx sono stati costretti a lasciar ogni cosa e a vendere tutto quello che possedevano nella speranza di trovare un posto migliore, un luogo sicuro dove poter crescere i propri figli. Tutti noi siamo rimasti molto colpiti dal coraggio e dalla determinazione di queste persone nel non avere un piano B e nel dover puntare tutto sul piano A. Noi, al contrario, siamo spesso così tanto insicuri nel formulare i nostri progetti da evitare di fare anche solo un passo senza prima avere garanzie di successo. Per loro invece il mettersi in viaggio non è un’opzione, una scelta tra le tante alternative; il più delle volte è una necessità dalla quale risulta impossibile tirarsi indietro.

Dopo aver ascoltato Don Chiampo, abbiamo dato una mano a pulire e riordinare i container e le stanze. Spostando i materassi abbiamo trovato alcuni oggetti che ci hanno fatto riflettere sul numero di persone passate in questo piccolo punto nevralgico e sulle loro storie: spazzolini, calzini, guanti, mascherine, omogeneizzati e appunti con percorsi, nomi di città, orari di treni e pullman diventano simboli concreti della sofferenza, delle paure e delle speranze di tutti i migranti che hanno trascorso anche solo una notte in questo luogo.

La sera abbiamo condiviso la cena chiacchierando con alcuni di loro e cercando di entrare un po’ nelle loro storie con quanta più delicatezza possibile. Qualcuno era contento di poter passare la serata con noi e di vivere qualche attimo di spensieratezza, altri ci chiedevano, più semplicemente, di condividere il loro silenzio. Come ha detto Don Chiampo, il “povero” è spesso una figura scomoda, una figura che ci infastidisce e ci richiede uno sforzo per uscire dal nostro egoismo, ma quando entriamo in contatto con la sua povertà contemporaneamente scopriamo anche quelle che sono le nostre povertà, ciò che nascondiamo alle altre persone e, spesso, anche a noi stessi. Solo mettendoci a servizio degli ultimi riusciamo davvero a riconoscerci come fortunati, a riordinare le priorità della nostra vita e ad incontrare in modo autentico Dio. Lo stesso Dio che continua a prendersi cura e ad accogliere le grida di questa umanità bella e fragile.

[Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò sé stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini. (Filippesi 2,6-7)]

Lo sguardo del “povero” allora, è uno sguardo profondo che ci smuove, ci interroga, che pretende un nostro intervento e che, un po’ come gli occhi dei protagonisti delle opere di Ungarelli (esposte a Valdocco), va a rimuovere quel velo di ipocrisia che ci accomuna un po’ tutti e che ci intrappola nell’inazione e nell’indifferenza e non ci permette di agire per la carità. Abbiamo dunque trascorso l’ultimo dell’anno mettendoci a servizio degli ultimi e cercando anche di riflettere sul modo in cui siamo abituati ad amare. Infatti, come ci ha ricordato Don Chiampo, ci sono motivazioni molto diverse che ci spingono ad amare:

“Ti amo perché mi ami,
ti amo perché ho bisogno di te
e ti amo perché voglio il tuo bene.
E tu che tipo di amore scegli?” (Don Chiampo).

È stato inoltre molto bello vedere che, nonostante fosse il 31 dicembre, i volontari erano tanti. La sera abbiamo festeggiato l’arrivo del nuovo anno insieme a due ragazzi volontari con i quali ci siamo sentiti immediatamente in sintonia. Condividere insieme quest’esperienza di servizio e riconoscerci come figli di Dio ci ha fatto sentire immediatamente fratelli, pronti a collaborare per il bene del prossimo.

Sara Scrivo

Parrocchia di Maria Ausiliatrice: La Festa di Capodanno

Un momento di festa e di fraternità quello vissuto l’ultimo dell’anno dalla Parrocchia di Maria Ausiliatrice di Torino: musica, balli, e un gran cenone insieme per salutare il 2019 trascorso e fare spazio al nuovo anno 2020.

Rivivi il momento: