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Cinema Agnelli: il film “La Testimone – Shahed” in prima visione per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

Dal Cinema Agnelli di Torino.

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Il Cinema Agnelli, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne celebrata il 25 novembre, propone in prima visione cittadina il film “La Testimone – Shahed” di Nader Saeivar.

Trama

La testimone – Shahed” racconta la condizione strutturale di ingiustizia e violenza istituzionale in cui vivono, ancora oggi, le donne iraniane. Ci porta all’interno delle miserie maschili, delle loro incapacità di accettare la libertà delle donne. Dal marito innamorato di una ballerina, alla quale chiede di smettere di danzare per la vergogna del giudizio degli altri uomini “d’affari” di cui ora fa parte; al figlio fannullone e bugiardo, incapace di comprendere l’onestà della madre. Dal proprietario di casa che, pur di avere una badante per la sua vecchiaia, è disposto a rinunciare all’affitto, ma non a risolvere il problema dei topi che infestano il palazzo; all’ex alunno che non ha il coraggio di rivelarsi alla sua anziana insegnante. In questo quadro desolante, le donne parlano, fanno politica e si sostengono di fronte alla brutalità del potere. Molte muoiono, come vediamo nella dolorosa carrellata finale, ma altre continuano a ballare, per se stesse e per tutte noi.

-Una Nessuna Centomila Fondazione

Il film, in lingua originale con sottotitoli in italiano, è in programmazione al Cinema Agnelli domenica 24 novembre alle ore 18.00 e 21.00 e il 25-26-27 novembre alle ore 21.00.

 

Sotto18 Film Festival & Campus: proiezioni nei cinema salesiani Agnelli e Monterosa

Sotto18 Film Festival & Campus giunge alla sua XXV edizione e torna a Torino dal 18 novembre al 16 dicembre con un ricco palinsesto di attività gratuite rivolte alle scuole del territorio: proiezioni, eventi e attività didattiche dedicate a bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle Scuole dell’Infanzia, Primarie, Secondarie di I e II grado.

Sin dalla sua nascita, Sotto18 ha reso l’universo giovanile protagonista di questa manifestazione, che è da sempre occasione per esplorare, sperimentare il cinema attraverso percorsi didattici che permettono di ripercorrere le fasi di realizzazione di un film, ma anche di riflettere a partire dal testo filmico, per formare le nuove generazioni e al contempo sensibilizzare sui temi della contemporaneità.

Nell’elenco di cinema aderenti spiccano due sale salesiane:
  • Il Cinema Monterosa di Barriera di Milano ospiterà nella giornata del 21 novembre alle ore 10.00 il film “Mary e lo spirito di Mezzanotte
  • Il Cinema Agnelli ospiterà nella giornata del 27 novembre alle ore 9.30, il film “Manodopera

Tutte le proiezioni, gli appuntamenti e le attività didattiche per le scuole sono a ingresso gratuito previa prenotazione. È possibile prenotare le attività contattando l’Ufficio Scuole del Festival ai seguenti recapiti:

Cinema Agnelli: “Dopo mezzanotte”, incontro con Davide Ferrario e Giulio Base

Dal Cinema Agnelli di Torino.

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L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), in sinergia con il Torino Film Festival, cura un ciclo di sette appuntamenti diffusi a ingresso libero dall’11 al 21 novembre: un percorso per riflettere sulla storia e sul presente cinematografico della nostra città in attesa della 42a edizione del festival. La prima proiezione è fissata per lunedì 11 novembre ore 21,00 al Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino) per rendere omaggio a Franco Cristaldi, nel centenario della nascita attraverso la proiezione de La pattuglia sperduta di Piero Nelli, il primo lungometraggio prodotto dalla Vides con la colonna sonora composta da Goffredo Petrassi e la partecipazione alla sceneggiatura e al cast di Oscar Navarro. Nel corso della serata sarà proiettato Due o tre cose di Armando Ceste, presentato al festival di Locarno e al Cinema Giovani del 1994.

Il programma prosegue giovedì 14 novembre, dalle 15,00 alle 18,00 presso il Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino) con un workshop di produzione condotto da Francesca Frigo e Andrea Parena di BabyDoc Film. Sabato 16 novembre alle 17,00 al Circolo dei Lettori (Via Gianbattista Bogino 9, Torino) sarà presentato il libro Controcampo italiano. Cinque registi per immaginare un paese (minimum fax) alla presenza della curatrice Daniela Persico e di Edoardo Peretti; a seguire, alle ore 20,30, è in programma la proiezione di Calcinacci di Isabella Sandri e Giuseppe M. Gaudino, alla presenza degli autori in sala. Il film è stato presentato al Cinema Giovani del 1990. 

Martedì 19 novembre alle 21,00 il Cinema Agnelli (Via Paolo Sarpi 111, Torino) accoglierà un confronto tra Giulio Base e Davide Ferrario con a seguire la proiezione della copia restaurata di Dopo mezzanotte:

Prima che parta il nuovo TFF, – dichiara Davide Ferrario, Presidente onorario dell’AMNC – sono felice di partecipare a un progetto legato al territorio che si interroghi su cosa significa fare cinema nella nostra città. Torino storicamente è stata capace di anticipare molti fenomeni. È necessario aprire forme di dialogo tra le diverse generazioni che si occupano di cinema per scambiare idee, pratiche e conoscenze. Dopo mezzanotte è un film che parla anche di questo; sia da un punto tecnologico che produttivo, fu un’esperienza particolarmente innovativa che vent’anni fa conquistò il pubblico della Berlinale.

Per ricordare Giovanna Marini, mercoledì 20 novembre alle 21,00 il CineTeatro Baretti (Via Baretti 4, Torino) ospiterà la proiezione de I dischi del sole di Luca Pastore alla presenza in sala dell’autore, del musicologo Emilio Jona e del Presidente del CREO – Centro Ricerca Etnomusica Oralità, Franco Castelli. Il documentario, presentato in concorso al Torino Film Festival del 2004, sarà preceduto dal cortometraggio Oro e contanti di Luca Buzzi Reschini realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE nell’ambito del programma Per Chi Crea, alla presenza in sala del regista e delle produttrici Valentina Noya e Luciana Dedola. Chiude il programma la presentazione del libro Marcello Mastroianni. Il divo gentile di Barbara Rossi (Gremese), giovedì 21 novembre alle 18,00 presso la libreria Bodoni Spazio B (Via Carlo Alberto 41, Torino).

Cinema Agnelli: “Green Border” per il Festival dell’Accoglienza

Notizia a cura del Cinema Teatro Agnelli di Torino.

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Il Cinema Agnelli in collaborazione con l’Associazione culturale Vera Nocentini e di Distretto Cinema, propone per giovedì 26 settembre alle ore 21.00, il film GREEN BORDER di Agnieszka Holland.

Il Festival dell’Accoglienza è nato nel 2020 da un’iniziativa della Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Torino per rafforzare il suo lavoro di riflessione e sensibilizzazione. Un’occasione per fermarsi a riflettere sui significati profondi del verbo “accogliere”, sull’accoglienza, sugli ostacoli e sulle sfide per costruire territori inclusivi e coesi.

Il tema della quarta edizione del Festival dell’Accoglienza è Un cammino da fare insieme. L’ispirazione, come per le precedenti edizioni, arriva dal messaggio scritto da Papa Francesco in occasione della 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 29 settembre 2024.

Sinossi

Nelle gelide foreste al confine tra Bielorussia e Polonia si intrecciano le vicende di una famiglia siriana che tenta di raggiungere l’Unione Europea, di una giovane guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Premio speciale della Giuria al Festival di Venezia e candidato due volte agli European Film Awards, “Green Border” di Agnieszka Holland (Polonia 2023, 147’) è allo stesso tempo un racconto senza veli del dramma dei migranti e un coraggioso atto di denuncia.

Presenta il film Niccolò Zancan, giornalista de La Stampa. Ingresso libero.

Estate a Sud 2024: torna l’arena estiva del Cinema Agnelli

Dal sito dell’Agnelli di Torino.

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Per l’estate 2024 il cinema Agnelli organizza nuovamente l’arena estiva in collaborazione con la Casa nel Parco di via Panetti.

Il cartellone è ricco di titoli italiani ed europei, tra i migliori della stagione: si comincia il 13 giugno con Una bugia per due, commedia sofisticata e sociale in puro stile francese, per proseguire il 27 giugno con Un anno difficilecommedia politica molto riuscita sul disastro ambientale provocato da un’ irrefrenabile corsa al consumo nella società capitalista ma che è aggrappata a una speranza d’amore.

Luglio sarà inaugurato, il 4 del mese, da Un altro ferragosto, sequel spirituale di Ferie d’agosto con cui Paolo Virzì torna a fustigare la destra come la sinistra, aggiornando al presente post-berlusconiano la satira sociopolitica del capostipite, cui faranno seguito Io Capitano (11 luglio), la favola realista di Matteo Garrone sull’immigrazione, premiata a Venezia e candidata all’Oscar, e Race for Glory (18 luglio)co-produzione tra l’Italia ed il Regno Unito. La storia è quella del duello leggendario tra i reparti rally dell’Audi e della Lancia, che giunse all’apice nel campionato del 1983, quando in pista all’Audi Sport GmBh si contrappose la Lancia 037, che quella lotta, tappa dopo tappa, alla fine la vinse.

La penultima proiezione è affidata a Cattiverie a domicilio ambientato a Littlehampton, un paesino inglese nel West Sussex nel 1922 e vede protagoniste Olivia Colman e Jessie Buckley, in calendario il 25 luglio, mentre chiuderà la stagione, l’1 agosto, Zamora, raffinato esordio alla regia dell’attore Neri Marcoré.

L’arena del Cinema fa parte del progetto “Estate a Sud” che si inserisce nell’ambito del programma culturale “TORINO, CHE SPETTACOLO! CHE BELLA ESTATE!”, un progetto della Città di Torino in collaborazione con Fondazione per la Cultura.

Enzo D’Alò: la nuova opera del regista in tre sale parrocchiali del Torinese – La Stampa

Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Stampa a cura di Fabrizio Accatino.

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Enzo D’Alò: “Per realizzare il mio film ho lavorato con Roddy Doyle”

Doyle è venuto sul set a Dublino dove ho fatto il film, gli ho proposto un cameo e ha subito accettato

“È vero, viviamo in un mondo reale piuttosto cupo. Ma forse questo ci permette di sognare meglio, di staccarci di più dalla realtà, di viaggiare nei nostri mondi. Se vivessimo in un contesto ideale di certo avremmo molto meno da raccontare».

Abituato a guardare il lato solare della vita, Enzo D’Alò ha imparato a non perdersi d’animo. L’ultima sua fatica, “Mary e lo spirito di mezzanotte”, è stato selezionato a Berlino e candidato come miglior titolo d’animazione agli European Film Awards, eppure da noi quasi non è uscito.

Lui non si è perso d’animo e ha stipulato un accordo con più di una quarantina di sale del circuito Acec, che il 27 aprile alle 15.30 lo hanno recuperato tutte insieme, in una proiezione che ha il sapore dell’anteprima.

Tra gli altri, aderiscono l’Agnelli di Torino, il Jolly di Villastellone, l’Auditorium di Vinovo.

«La considero una bellissima operazione, oggi in Italia le sale cattoliche sono tra le più all’avanguardia»

sorride il bambino di 70 anni compiuti.

«Stiamo riscontrando un grande entusiasmo anche per il successivo workshop, in diretta alle 17, in cui darò ai bambini in sala qualche rudimento sulle tecniche d’animazione».

Il film è rivolto a loro?

«È rivolto a tutti. È la storia di una ragazzina irlandese che insegue il sogno di diventare chef, e di sua nonna, che della sua pianta giovane rappresenta le radici. Per uno scherzo della vita, la voce della bambina è di Charlotte, figlia della grande doppiatrice Domitilla D’Amico, la Fortunata di “La gabbianella e il gatto”. E le canzoni sono cantate da Matilda De Angelis».

Mary” è tratto dal romanzo di Roddy Doyle “La gita di mezzanotte”. Com’è stato lavorare con l’autore irlandese?

«Con lui è successo come con Sepúlveda in “La gabbianella e il gatto”. Si è interessato, è venuto sul set nei mesi di lavoro a Dublino, mostrando grande intelligenza e arguzia, gli ho proposto un cameo e ha subito accettato. Il risultato finale gli è piaciuto molto. Come Sepúlveda, che disse che se mai avesse riscritto il libro, l’avrebbe fatto seguendo il film».

In “La freccia azzurra” le musiche erano di Paolo Conte, le voci di Dario Fo e Lella Costa. È stato difficile per un esordiente gestire quel concentrato di talenti?

«Per nulla. Ricordo che per una scena chiesi a Conte pochi secondi di musica, lui ne compose un minuto e mezzo, talmente splendido che sarebbe stato un peccato sprecarlo. Ci costruimmo su una delle sequenze più belle, quella del sogno di Francesco, che in sceneggiatura non c’era. In quanto a Fo, era un anarchico molto rispettoso. Talmente affezionato che si presentò alla conferenza stampa del Nobel indossando la maglietta del film. Un regalo inaspettato».

Quanti anni aveva quando lasciò Napoli per Torino?

«Tre. Seguii mio padre chimico Montedison e mia madre insegnante di scuola media. Abitavamo a Settimo Torinese. Sono rimasto in città fino alla fine degli anni Novanta, poi me ne sono andato».

Com’è nata la sua passione per l’animazione?

«A otto anni, quando a Settimo vidi “Biancaneve e i sette nani”. Era un cinema parrocchiale. Come vede il cerchio si chiude».

Poi cosa successe?

«Che mi dedicai alle note, prima in un gruppo rock, poi nel Collettivo di Musica Popolare. Facevamo base a Torino, ma ci esibivamo in giro per l’Italia. Quindi venne il jazz, con un quartetto di cui ero flauto e sax. E i concerti con la big band degli allievi di Giorgio Gaslini. Quando infine arrivò la bellissima esperienza dei laboratori d’animazione per i bambini, ebbi la conferma che quello volevo fare da grande».

Perché il prossimo film non torna a girarlo a Torino?

«Ci stiamo ragionando concretamente. Da tempo Torino è un ottimo posto per fare cinema, la Regione sostiene i film, c’è una Film Commission molto forte. Vediamo se ce la facciamo, mi piacerebbe molto».

 

Cinema Agnelli: mini rassegna “Parole & Cinema” per il Salone OFF

Notizia a cura del Cinema Agnelli di Torino.

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Il Cinema Teatro Agnelli propone durante il Salone Internazionale del Libro, all’interno del Salone OFF, una mini rassegna dal titolo Parole & Cinema.

Con la collaborazione dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema e insieme a Altreconomia e l’Associazione Generazione Ponte, l’iniziativa propone una mini rassegna per riflettere su tematiche contemporanee narrate nei libri e sul grande schermo.

Venerdì 3 maggio, ore 21.00

Proiezione del docufilmMUR”, a seguire incontro con il giornalista di Altreconomia Luca Rondi, co-autore di “Chiusi dentro. I campi di confinamento nell’Europa del XXI secolo” e di “Respinti. Le sporche frontiere d’Europa dai Balcani al Mediterraneo“.

Per una settimana, nel marzo del 2022, l’attrice polacca naturalizzata italiana Kasia Smutniak è tornata nel suo Paese nativo per vedere, e far vedere, il muro lungo 186 chilometri e alto cinque metri e mezzo che le autorità stavano costruendo lungo il confine con la Bielorussia per impedire il passaggio ai migranti. Al momento il muro, poi completato nel luglio dello stesso anno, aveva ancora alcuni varchi aperti, e i migranti si rintanavano nel bosco con il terrore di essere intercettati dalle guardie di frontiera che con auto, quad, moto, elicotteri e droni cercava di stanarli per ributtarli in Bielorussia. Smutniak ha preso contatto con alcuni attivisti che si occupano di raggiungere quei profughi e portare loro aiuti di prima necessità: Mariusz “l’uomo della foresta”, Zosia che coordina i soccorsi dal Galles, Silvia, italiana, che vuole gestire progetti di emergenza, Jakub che non ha dimenticato l’empatia, ed Ewa, che fa la cosa giusta perché “qualcuno la deve fare”. Li vediamo tutti in volto tranne Ewa, e vediamo Kasia, filmata da Marella Bombini che cofirma il documentario, addentrarsi sempre più a fondo nel cuore di tenebra che la Polonia sta attraversando.

Mur ha vinto recentemente il Nastro d’Argento Miglior Documentario 2024 per il “Cinema del Reale”

Sabato 11 maggio, ore 21.00

Proiezione del docufilmLa voce di Ventotene”, a seguire incontro con il regista Stefano Di Polito e l’Ass. Generazione Ponte.

Nella minuscola isola di Ventotene dal 15 luglio del 1939 furono confinati tutti i principali oppositori del fascismo. Alessandro Pertini, Giuseppe Di Vittorio, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Camilla Ravera, Umberto Terracini, Giovanni Pesce si ritrovarono con altri 800 confinati sull’isola pontina a condividere i cameroni, le mense e i pochi spazi liberi, fino all’estate del 1943, quando iniziò la Liberazione dell’Italia. Le uniche attività concesse erano lo studio e, in parte, la scrittura, per il resto, i confinati erano sottoposti a rigide restrizioni e a severi controlli. ciononostante i confinati riuscirono a organizzare una biblioteca clandestina e un programma segreto di lezioni di formazione politica. Da questa durissima esperienza si formò la futura classe politica italiana e l’idea d’Europa con il Manifesto di Ventotene, scritto clandestinamente da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, che diffuse l’idea che solo l’unione dei paesi europei e il superamento dei nazionalismi avrebbe portato alla pace duratura. Altri confinati illustri piemontesi, come Camilla Ravera, Giovanni Pesce, Alberto Jacometti, raccontarono nelle loro autobiografie l’esperienza del confino di Ventotene, ripercorrendo quegli anni trascorsi sull’isola a contatto con i principali esponenti dell’antifascismo.

Nell’ambito dell’incontro “I Valori di Ventotene nell’Europa di oggi: dal confino politico al Parlamento Europeo” nella sede del Parlamento Europeo, il giorno 9 aprile scorso il film è stato proiettato in anteprima.

“La mia speranza è che, attraverso la visione del film, possa rinascere la consapevolezza delle nostre origini come cittadini italiani ed europei, per difendere quanto immaginato e conquistato dai confinati politici antifascisti che, dopo l’arresto del Duce, lasciata Ventotene, combatterono per liberare l’Italia, fondare la Repubblica e costruire l’Europa”.

-Stefano Di Polito

Domenica 12 maggio, ore 16.00

Proiezione del docufilm “I bambini di Gaza” a seguire incontro con la scrittrice Nicoletta Bortolotti, autrice dell’omonimo libro.

Striscia di Gaza, 2003. In prossimità di Gaza sono ancora presenti insediamenti israeliani, la seconda intifada è in corso. Il 43% della popolazione ha meno di 14 anni. Questo dicono le didascalie iniziali, precedute da titoli di testa, sui cui su nero rimbombano colpi di proiettile ed esplosioni. Il teatro di guerra è ben noto. Mahmud è un undicenne palestinese che vive solo a Gaza con la giovane madre Farah, vedova di un “martire” della resistenza, e la aiuta a vendere mazzi di timo, muovendosi tra allarmi, bombardamenti, coprifuoco, in una città devastata da un conflitto infinito che colpisce alla cieca i civili. Sulla spiaggia che frequenta per imparare a surfare, Mahmud vede un ragazzino muoversi furtivamente e rientrare nell’insediamento vicino ai posti di blocco sulla strada: è Alon, figlio unico di una coppia di ebrei, e ha in comune con lui la passione per la tavola da surf. Al mare è legato anche Dan, giovane surfista straniero che si è fermato nel Paese dopo un infortunio che lo ha reso dipendente dagli antidolorifici. Grazie a lui i due ragazzi impareranno le basi di quello sport, in momenti in acqua che sono l’unico sollievo dalla quotidianità fatta di macerie, di lotta per reperire beni di prima necessità, di pericolo costante di morire sotto l’attacco del nemico, perdere un familiare o un amico, di ritrovare la propria casa sbriciolata. I compagni di Mahmud, che giocano alla guerra avendola sotto gli occhi, diffidano della sua vicinanza ad Alon, e alcuni di loro sono già cooptati nelle fila del movimento di liberazione della Palestina. Ma sia Mahmud che Alon ragionano in autonomia dai loro ambienti di provenienza. Sono ragazzi intrappolati in un contesto che non hanno scelto, costretti a respirare l’odio e le paure dei genitori, a crescere in una guerra di cui subiscono le conseguenze senza capirne fino in fondo le ragioni.

Cinema Agnelli: proiezione film “Mary e lo spirito di mezzanotte” e workshop col regista Enzo D’Alò

Notizia a cura del Cinema Agnelli di Torino.

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In occasione della Giornata Mondiale del Disegno, sabato 27 aprile, il Cinema Agnelli, ACEC e in collaborazione con Aliante Film propone una proiezione speciale di “Mary e lo spirito di mezzanotte. Il film si svolgerà in contemporanea in tutte le Sale della Comunità aderenti.

Il film non finirà con i titoli di coda.

Dopo la visione gli spettatori potranno rimanere per un collegamento in diretta con l’animatore e regista del film Enzo D’Alò. In circa trenta minuti la sala si trasformerà in un laboratorio creativo.

Impara l’animazione con Enzo D’Alò è un evento pensato per tutte le famiglie e soprattutto per i più piccoli che saranno stimolati a mettersi in gioco in maniera interattiva e, sotto la guida del regista, sperimentare e capire cosa c’è dietro la creazione di un film.

Programma evento

  • Ore 15:30: proiezione del film “Mary e lo Spirito di Mezzanotte” (Durata: 85′)
  • Ore 17:00: diretta Workshop a cura di Enzo D’Alò (Durata: 30’)

Ingresso unico di € 5.

Il cinema Agnelli entra nel network Europa Cinemas

Dal sito dell’Istituto Agnelli.

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Il Cinema Agnelli è ufficialmente entrato nel network di Europe Cinemas: la candidatura è stata operata come “rete di cinema” insieme ad altre due sale, il Cinema Delle Valli di Villar Perosa e il Cineteatro Baretti di Torino.

Sostenuto sin dalla sua creazione dalla Commissione europea (Creative Europe / MEDIA Programme) e dal CNC (Francia), Europa Cinemas è la prima rete di cinema incentrati sui film europei.

Creata nel 1992 su iniziativa di un gruppo di trenta espositori cinematografici, è diventata in 30 anni una rete di quasi 1.221 cinema e 3.060 schermi in 38 paesi.

Scopo principale del network è fornire sostegno operativo e finanziario ai cinema che si impegnano a dedicare una parte significativa delle loro proiezioni a film europei non nazionali e a mettere in atto attività per il pubblico giovane.

Cinema Agnelli: prima visione del film “Lala” di Ludovica Fales

Di seguito il comunicato stampa a cura del Cinema Teatro Agnelli.

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IN PRIMA VISIONE

LALA

un film di Ludovica Fales

13 luglio | ore 21.30 | Casa Nel Parco di via Panetti 1, Torino

ospite la regista Ludovica Fales e l’attrice Ivana Nikolic

 

Lala ha soltanto diciassette anni, frequenta ancora la scuola ma ha già un figlio. Nata e cresciuta in Italia, deve comunque fare i conti con i pregiudizi che quotidianamente colpiscono le ragazze come lei.

Lala è infatti una giovane rom, non ha i documenti e per questo non riesce a trovare lavoro. Non potendo avere un impiego, non ha modo di mantenere sé stessa e il figlio. Per questo motivo, il neonato viene allontanato dai servizi sociali, che lo prendono in carico per darlo in affidamento e offrirgli la prospettiva di un futuro migliore. Ma Lala non si arrende: ama suo figlio, vuole crescerlo ed è pronta a lottare per riaverlo. La prima cosa che deve fare, quindi, è procurarsi i documenti, ma non sarà un’impresa facile.

Lala è un gioco di specchi in cui si riflettono le esperienze di moltissime ragazze e ragazzi rom e sinti: una storia semplice diventa così un coro di voci in cui si compone un variopinto mosaico di umanità.

Quella di Lala è la storia di Zaga, una ragazza rom nata e cresciuta in un campo a Roma. La regista Ludovica Fales ha conosciuto Zaga quando aveva diciassette anni e viveva insieme al suo bambino in un appartamento nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Fales aveva intenzione di filmare Zaga mentre cercava di ottenere il permesso di soggiorno. Tuttavia, dopo più di un anno ditentativi andati a vuoto, la ragazza si rese conto di non avere alcuna possibilità di successo e per questo decise di partire, senza lasciare traccia. Fales, però, non ha dimenticato Zaga e per dar voce alla sua storia, e a quella di tante giovani ragazze rom costrette a vivere le sue stesse difficoltà, ha scritto un film per raccontarla.

Nei panni della protagonista c’è Samantha, una giovane attrice rom non professionista. Samantha non si limita a interpretare Lala – alter ego di Zaga – ma contribuisce attivamente alla costruzione della narrazione: dice cosa pensa di ciò che accade al personaggio, cosa potrebbe provare e in che modo quel che succede a Lala le ricorda alcune vicende della sua stessa vita. Al coro di voci che compongono il film si aggiungono anche quelle di altri ragazzi rom e sinti che commentano a propria volta il racconto con le loro considerazioni personali e le loro esperienze.

Come si legge alla fine del lungometraggio, poco prima dei titoli di coda, ogni elemento della storia è il frutto degli incontri che i giovani attori presenti nel film hanno svolto nel corso di un laboratorio di improvvisazione teatrale durato cinque anni, in cui hanno condiviso la propria interiorità e i propri sogni.

Lala è quindi nato grazie a tutti loro e grazie a Zaga, alla cui vicenda la sceneggiatura in primo luogo si ispira. Il risultato è un gioco di specchi in cui il film riflette continuamente su sé stesso, su quel che vuole comunicare, sui sentimenti che intende veicolare.

E, in effetti, ascoltare le opinioni degli attori sulla rappresentazione della storia è la cosa più interessante di Lala: la loro spontaneità e la loro genuina commozione arricchiscono realmente le vicende mostrate e le fanno sentire più vere, più concrete.