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RMG – “Con Don Bosco nella realtà digitale e virtuale”: intervista a don Gildasio Mendes

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – A poche settimane dalle celebrazioni per il 206° compleanno di Don Bosco, don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, propone una serie di articoli per approfondire il tema di Don Bosco come comunicatore dei giovani. Nello specifico, don Mendes presenta in modo originale una serie di articoli che ruotano attorno alla tematica: “Con Don Bosco nella realtà digitale e virtuale”.

Da anni, infatti, don Mendes studia e approfondisce questa tematica, in linea con la Pastorale Salesiana nel mondo giovanile e in risposta all’appello del Rettor Maggiore contenuto nella priorità n. 3 della Proposta Programmatica: “Vivere il Sacramento salesiano della presenza e abitare nell’ambiente digitale”. La tematica qui proposta mette in correlazione la comunicazione di Don Bosco con quella attuale, offrendo una lettura dei concetti di fraternità e amicizia sociale, presenti nell’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”. Alla luce di questo, don Mendes offre delle interpretazioni su Don Bosco e sul suo modo di comunicare, attualizzandolo per comprendere meglio la realtà digitale.

Come è nata l’idea di scrivere degli articoli su Don Bosco come comunicatore dei giovani?

Don Bosco è uno dei grandi comunicatori della Chiesa. Se vivesse al giorno d’oggi, forse sarebbe il patrono dei social media. Ma precisiamo subito che nei tempi in cui è vissuto Don Bosco non esisteva affatto una realtà digitale e che pertanto non poteva conoscere le dinamiche di Internet o delle reti sociali. Non è corretto quindi forzare certi collegamenti. Quello che si vuole fare in questa sede, dunque, è recuperare piuttosto le intuizioni che Don Bosco ebbe in merito alla comunicazione del suo tempo, come ad esempio l’interattività comunicativa. Faccio un esempio: Don Bosco seppe coniugare gioco, teatro e musica, proprio come fanno oggi alcune popolari piattaforme.

Quali altre tematiche saranno affrontate?

Saranno trattate 12 diverse tematiche, tra le quali: lo studio della comunicazione e del dialogo tra cultura e linguaggio giovanile; l’approfondimento di come Don Bosco studiò la geografia e di come applicò la dimensione spaziale nella comunicazione; il linguaggio dei sogni come metafora e narrativa; l’autobiografia come arte di scrivere di sé stessi; la dimensione della liturgia e della preghiera; la comunicazione e la santità.

Dove si fondamentano questi studi?

La base sono studi di antropologia, etnografia digitale, neuroscienza, psicologia del rapporto umano, intelligenza multipla, intelligenza artificiale. Ci si basa, naturalmente, anche sui valori del sistema educativo di Don Bosco.

Da dove Don Bosco ha appreso questa sua dimensione artistica?

Don Bosco la apprende fin da bambino. La dimensione artistica è presente in lui fin dall’infanzia e nelle Memorie dell’Oratorio vediamo infatti un Don Bosco che narra la sua esperienza nei giochi, nella musica, nell’interattività ecc.

Al cuore di ogni forma di comunicazione c’è il rapporto interpersonale. Cosa ci insegna oggi Don Bosco in questo senso?

Don Bosco intuì che l’esperienza educativa cresce dove ci sono i rapporti umani, l’empatia e le relazioni. Possiamo dire che tutto questo è il cuore della comunicazione. Don Bosco crea un sistema, quasi un eco-sistema, fondato sul rapporto umano, sociale e interpersonale.

Oggi parliamo di internet come di un habitat. Invece, come fece Don Bosco a costruire un ambiente educativo?

Don Bosco sapeva valorizzare i talenti di ogni persona; capiva cosa una persona sapeva fare e cosa poteva imparare. Per questo investì nell’apprendistato, nelle arti, nelle scuole e nei centri di formazione professionale. Si dava vita ad un percorso formativo fatto di impegno, disciplina e valutazione. Questo creava un ambiente fatto di fiducia, di entusiasmo e amore educativo. Don Bosco offriva a ciascuno il suo spazio, per collaborare insieme con creatività e gioia.

Come Don Bosco lavora alla fede in Dio e nella Madonna in questo ambiente?

Don Bosco ha vissuto un’esperienza nella quale Dio è Dono e nella quale la fede offre un’interpretazione della vita come gratuità. La fede è comunicare, esprimere la libertà e la creatività che nascono dall’amore di Dio e dalla maternità di Maria.

 

“Esci dalla tua zona di comfort”: il messaggio di don Alfred Maravilla

Sul sito di ANS viene riportato il messaggio missionario per il mese di gennaio 2021 del Consigliere Generale per le missioni don Alfredo Maravilla sull’importanza di abbandonare la proprio zona di comfort nonostante le difficoltà.

Dobbiamo sfidare noi stessi a uscire dalle nostre zone di comfort, facendo piccoli passi, come imparare a capire e apprezzare il modo in cui gli altri vedono le cose, che è diverso dal mio punto di vista.
don Alfredo Maravilla – Consigliere Generale delle missioni

Di seguito si riporta il messaggio riportato dalla notizia di ANS (fonte: AustraLasia)

(ANS – Roma) – Don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, ha pubblicato un messaggio missionario, per il mese di gennaio 2021. Il centro della sua riflessione è la necessità di lasciare la propria zona di comfort, anche se questo può essere molto impegnativo per ciascuno di noi.

Si riporta di seguito il messaggio.

Si sente spesso dire “esci dalla tua zona di benessere”, ma che cos’è? La nostra “zona di comfort” è quell’area della nostra vita in cui non sentiamo stress e ansia, perché ci sentiamo familiari e in pieno controllo del nostro ambiente. Tutto ciò che è al di fuori della nostra zona di comfort è sempre molto impegnativo per noi. Ma c’è anche quella piccola voce nella nostra testa, che ci fa venire in mente mille ragioni per cui la nostra nuova idea o il nostro nuovo modo di fare fallirà, è pericoloso, non deve essere assecondato, deve essere evitato…

Così saremo sempre bloccati nella nostra zona di comfort, non andremo mai avanti e non cresceremo mai. Non ci concediamo di scoprire ciò di cui siamo capaci. Per questo, continuiamo a fare cose che abbiamo sempre fatto senza renderci conto che in realtà siamo diventati ciechi di fronte al fatto che non stiamo più producendo risultati.

Dobbiamo sfidare noi stessi a uscire dalle nostre zone di comfort, facendo piccoli passi, come imparare a capire e apprezzare il modo in cui gli altri vedono le cose, che è diverso dal mio punto di vista. Imparare a mangiare cibo di un’altra cultura o imparare un’altra lingua straniera è un altro piccolo passo. Lo è anche vivere in un’altra cultura, in un altro Paese. In effetti, è solo facendo tanti, piccoli passi che saremo in grado di rompere la nostra zona di benessere e andare avanti.

Una nave è fatta per navigare in alto mare, non per essere sicura in porto. Anche noi siamo stati progettati per andare in profondità, per spingere più in là i confini di ciò che possiamo raggiungere e sbloccare le nostre potenzialità di ‘discepoli missionari’. Così, Papa Francesco ha insistito sul fatto che “seguire Gesù non è un educato protocollo da rispettare, ma un esodo da vivere“. Infatti, se noi stessi vogliamo trovare Gesù, “bisogna lasciare la paura di mettersi in gioco, l’appagamento di sentirsi arrivati, la pigrizia di non chiedere più nulla alla vita. Occorre rischiare, semplicemente per incontrare un Bambino” (Omelia, 6 gennaio 2018).

Don Bosco comunicatore: Intervista a don Gildásio Mendes dos Santos

Si riporta di seguito l’Intervista ANS effettuata durante il 28° Capitolo Generale a don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

“Don Bosco comunicatore, ci insegna oggi a comunicare per i giovani, parlando il linguaggio dei giovani”