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Vaticano – Sarà santo Giuseppe Allamano, exallievo dell’oratorio di Valdocco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – In occasione del Concistoro ordinario per la canonizzazione di numerosi beati, che si è tenuto il 1° luglio 2024 in Vaticano, è stata annunciata anche la canonizzazione, domenica 20 ottobre 2024, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, del Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.

Biografia. Giuseppe Allamano nacque nel 1851 a Castelnuovo d’Asti, lo stesso paese di San Giovanni Bosco, che lui stesso ebbe come direttore spirituale da bambino e adolescente all’Oratorio Salesiano di Valdocco.

Ordinato sacerdote nel 1873, accettò in seguito, per obbedienza, l’incarico di Rettore del Santuario della Consolata, che nessuno voleva per l’antica costruzione ormai in rovina e la difficile situazione del convitto per la preparazione dei giovani sacerdoti. Si adoperò quindi con ogni mezzo perché la Consolata tornasse ad essere un centro spirituale per la città di Torino. Si interessò anche ai problemi degli operai e divenne un pioniere della stampa cattolica.

Attratto fin da ragazzo dall’ideale missionario, concepì con estrema chiarezza la missione ad gentes quale massima realizzazione della vocazione sacerdotale e per questo diede vita, nel 1901, all’Istituto Missionari della Consolata. Avvertita poi l’urgenza di donne consacrate a tempo pieno alla causa dell’evangelizzazione, fondò, nove anni più tardi, l’Istituto Missionarie della Consolata. Morì il 16 febbraio 1926. Fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.

Il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano è avvenuto nella foresta amazzonica brasiliana, nello Stato di Roraima, dove Sorino, uomo dell’etnia Yanomami, fu attaccato da un giaguaro che lo ferì gravemente alla testa, aprendogli la scatola cranica; era il 7 febbraio 1996, primo giorno della novena del Beato Giuseppe Allamano. Trasportato all’ospedale di Boa Vista, accudito dalle Missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del Padre Fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tutt’ora nella sua comunità indigena.

Giuseppe Allamano e Don Bosco. Durante il processo per la canonizzazione di Don Bosco, don Allamano affermò di aver incontrato e parlato con Don Bosco già a Castelnuovo, quando era ragazzo. Il vero incontro, però, avvenne a Valdocco, nel 1862, quando l’Allamano entrò all’Oratorio, assieme al fratello Natale, accompagnato dallo zio don Giovanni Allamano. Non conosciamo nulla del primo incontro tra Don Bosco e l’Allamano, ma si sa con sicurezza che tra i due, da allora, iniziò ad instaurarsi una buona intesa: “Il Venerabile Don Bosco era da tutti amato per la sua bontà, e da tutti riceveva segni di riverenza e di affetto. Il suo sistema era di attirarsi i cuori, e non conobbi alcuno che si lamentasse di lui”.

Da Don Bosco, come è ovvio tenuto conto della sua squisita arte pedagogica, l’Allamano è pure stato aiutato e incoraggiato nel cammino di formazione: “Che io abbia avuto ed abbia speciale affetto e devozione per il Venerabile, per il bene che mi ha fatto nella mia prima educazione, e per essere stato in quel tempo mio confessore regolare, è verità”. Il giovane Allamano fu anche rimproverato da Don Bosco quando il 19 agosto 1866 lasciò Valdocco senza salutarlo: “Me l’hai fatta grossa…Sei andato via senza salutarmi!”. L’Allamano conservò sempre un ricordo positivo di Don Bosco educatore e fondatore, assieme all’ammirazione di quanto operavano i salesiani. Ecco una sua spontanea confidenza fatta verso la fine della propria vita: “Mi sono domandato molte volte quale sia il motivo per cui il Signore abbia benedetto e benedica i Salesiani in modo così straordinario; e penso che uno dei motivi, se non il principale, è che essi hanno rispettato Don Bosco. L’hanno rispettato da vivo e l’hanno rispettato da morto. Io ne sono testimonio, e ricordo come ai miei tempi nell’Oratorio si eseguivano le volontà e i desideri di Don Bosco. Per questo il Signore li ha benedetti e li benedice”.

Il cardinale Artime alla Consolata – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Voce e Il Tempo, foto a cura di Danny Di Girolamo.

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Lunedì 4 dicembre il Santuario della Consolata ha ospitato l’incontro con il Rettore Maggiore dei Salesiani, il cardinale Ángel Fernández Artime, sul tema “Giovani oggi, la grande sfida educativa”.

L’appuntamento con il cardinale Artime ha chiuso il ciclo autunnale di incontri pubblici organizzati alla Consolata dal Santuario e La Voce e Il Tempo.

Foto a cura di Danny Di Girolamo, gallery completa sul sito al seguente link:

 

 

“Giovani oggi, la grande sfida educativa”. Il Cardinale Fernández Artime a confronto con la cittadinanza torinese

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Nella bella cornice del Santuario della Consolata a Torino, il più importante santuario della città e dell’Arcidiocesi, è andato in scena nella serata di lunedì 4 dicembre l’atteso incontro della cittadinanza con il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco. L’evento è servito a riflettere insieme sul tema “Giovani oggi, la grande sfida educativa” e ha rappresentato la conclusione del ciclo di incontri pubblici organizzati alla Consolata dal settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo”.

Dopo gli appuntamenti con il cardinale Giorgio Marengo, Prefetto apostolico di Ulan Bator, in Mongolia, su “Il viaggio profetico del Papa in Mongolia”, dello scorso 25 settembre; e con Sergio Durando, Responsabile della Pastorale Migranti della diocesi, sul tema “Migranti, cosa dobbiamo fare?”, nella serata del 6 novembre; nel primo lunedì di dicembre è stata la volta del Rettor Maggiore di intessere un dialogo attivo e fecondo con la Chiesa e la città di Torino, affrontando in questo caso, come già detto, il tema dell’educazione.

Il Rettor Maggiore ha parlato davanti ad un folto pubblico di persone interessate: un bel gruppo di salesiani, una dozzina di sacerdoti del clero diocesano torinese, accompagnati dal Vescovo ausiliare di Torino, Mons. Alessandro Giraudo, e dal Rettore della Basilica, Mons. Giacomo Maria Martinacci; e soprattutto tanti laici e laiche impegnati con i giovani nel servizio educativo.

Il punto di partenza per la serata sono state alcune delicate situazioni educative che il Rettor Maggiore ha illustrato con riferimento alle realtà giovanile italiana. Il Cardinale ha elencato statistiche e report ufficiali che hanno mostrato un’innegabile emergenza educativa, che va dall’utilizzo privo di accompagnamento degli strumenti digitali da parte dei minori sin dalla più tenera età, alla constatazione dell’incapacità della scuola e del sistema educativo in generale di svolgere il proprio ruolo di “ascensore sociale”.

Proprio a partire da tali sfide e problematicità, il X Successore di Don Bosco ha indicato sei piste di lavoro per il futuro, elaborate in dialogo con il prof. don Michal Vojtáš, Vicerettore dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), che riguardano le principali sfide educative attuali:

–     l’educazione dei giovani nel rapporto tra il digitale e il reale;

–     l’impegno a colmare il divario generazionale tra giovani e adulti;

–     il pensiero critico e la capacità di formulare in autonomia pensieri coerenti, ricorrendo ad un uso ragionato e personale della parola;

–     l’educazione affettiva e sessuale, di fronte alla liquidità di ruoli e modelli;

–     la solitudine che contrassegna moltissimi giovani, cresciuti in famiglie numericamente esigue e talvolta con solo una o nessuna figura di adulto di riferimento;

–     infine, dato quest’insieme di sfide, la fondamentale formazione degli educatori.

Questo ricco momento formativo, però, è stato, solo il prologo della successiva e centrale fase della serata, che si è sviluppata interamente nella forma di un dialogo franco e aperto tra la numerosa assemblea che per l’occasione affollava la Basilica della Consolata e l’illustre ospite.

Così, per circa un’ora e un quarto di tempo, il Card. Fernández Artime ha risposto con sincerità e schiettezza ad una dozzina di interrogativi inerenti alle peculiarità dell’educazione odierna, offrendo risposte frutto della sua personale esperienza salesiana, della sua visione globale maturata attraverso i circa 10 anni di Rettorato, oltre che del sempreverde bagaglio di sapienza educativa contenuta nel Sistema Preventivo di Don Bosco.

In definitiva, nelle parole dello stesso Rettor Maggiore, è stato davvero un momento proficuo e produttivo di confronto tra persone interessate ad agire per il bene dei giovani attraverso il servizio dell’educazione.

La Consolata in dialogo con Torino: ospite il Rettor Maggiore, Card. Ángel Fernàndez Artime

Tornano al Santuario della Consolata, con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo“, gli incontri e i dibattiti pubblici sui grandi temi di attualità.

In particolare, lunedì 4 dicembre alle ore 21.00 verrà ospitato il Card. Ángel Fernàndez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

Nel suo intervento, il Rettor Maggiore toccherà il tema a lui caro dei giovani e della sfida educativa.

Tutte le serate sono a ingresso libero e coordinate da giornalisti di “La Voce e il Tempo”, appuntamento presso il Santuario in Piazza della Consolata, Torino.

 

“Sotto il manto di Maria”: intervista a Mons. Giacomo Martinacci verso la festa della Consolata

A pochi giorni dalla festa della Consolata, si riporta di seguito l’intervista realizzata la scorsa settimana, nel cortile di Valdocco, a Mons. Giacomo Martinacci, Rettore del Santuario della Consolata di Torino.

Il cammino di preparazione alla festa del 20 giugno verte quest’anno sulla rivisitazione della beatitudini contenute nel Vangelo. Anche la festa stessa della Consolata vorrà soffermarsi su una beatitudine che ha contraddistinto soprattutto Maria: “beata colei che ha creduto”. Di seguito le parole di Mons. Giacomo Martinacci:

Maria è modello in tutto questo, ci metteremo alla sua scuola.

Maria è madre, Maria è attenta. Le nozze di Cana ce lo insegnano. Maria precede la richiesta. Allora è giusto e bello, come alle nozze di Cana, continuare ad affidarci a Lei, perché sappiamo che arriva prima.

Il programma dei festeggiamenti del 20 giugno prevede, come ogni anno, la S.Messa alle ore 11.00 celebrata dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, proseguita dalla Supplica. Quest’anno, rispetto agli altri anni, il quadro della Vergine Consolatrice rimarrà al suo posto. La statua della Madonna verrà invece collocata fuori dalla chiesa, senza la consueta processione. In sostituzione, vi sarà alla sera la preghiera del S.Rosario condotta con l’aiuto dei vescovi emeriti che si trovano in diocesi. L’Arcivescovo Nosiglia concluderà la preghiera recandosi davanti alla statua per affidare la città di Torino a Maria Consolatrice, con la presenza delle autorità della città.