Articoli

Giornate mondiali di Spiritualità Salesiana 2021: un’edizione speciale, innovativa, globale

A gennaio 2021 si svolgeranno le Giornate mondiali di Spiritualità Salesiana, in una forma, per questa edizione, che sarà quella dell’online. In un’intervista all’agenzia ANS, il delegato Centrale del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà, ne spiega la genesi.

***

(ANS – Roma) – Nel contesto di una pandemia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo parlare di speranza può sembrare assurdo, e pensare di farlo coinvolgendo migliaia di persone addirittura folle. Ma magari, invece, si tratta solo di seguire i passi di un sognatore, Don Bosco. Per questo motivo il Delegato Centrale del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà, oggi conferma: “le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2021 si faranno”.

Don Joan Lluis, quando, dove e soprattutto come avrà luogo la 39a edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS)?

Le Giornate si realizzeranno nel fine-settimana del 15-16-17 gennaio 2021 e, se le condizioni in quel momento lo permetteranno, la Messa conclusiva e alcune delle dirette avranno luogo a Torino-Valdocco. In ogni caso, la modalità per viverle sarà quella cui ci siamo abituati in questi mesi: a distanza, seppure in comunione.

Per le giornate del 15 e del 16, abbiamo previsto due tempi: un momento in comune per tutti, che si potrà seguire in diretta streaming in tutto il mondo – e che per ragioni di fuso orario avrà luogo tra le 13 e le 15:30 italiane (UTC+1); e un momento che invece sarà regionale, o zonale, nel quale i diversi Centri di Coordinamento che si stanno allestendo, grazie al materiale fornito loro dal Segretariato della Famiglia Salesiana e alle singole iniziative che riterranno opportune per le loro realtà, potranno completare l’offerta giornaliera.

Domenica, infine, ci sarà la Messa del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e un momento conclusivo in diretta per tutti. E poi, se vorranno, i Centri di Coordinamento potranno, certamente, offrire altri stimoli.

Ci parli dei Centri di Coordinamento…

Ne abbiamo istituiti diversi, secondo necessità linguistiche e operative. Ce ne sarà uno a Quito per l’America ispanofona, anglofona e francofona, e uno a Brasilia per i brasiliani; a Madrid un altro per gli spagnoli, uno a Lisbona per l’area portoghese europea e dell’Africa; dall’Italia si coordineranno le trasmissioni e l’animazione per i membri della FS che parlano italiano, inglese e francese, sia in Europa, sia in Africa. La Polonia pure avrà un suo centro, mentre gli anglofoni di India e Sri Lanka avranno il loro centro a Chennai, in India, e quelli dell’Asia Est e Oceania ce lo avranno a Timor Est.

Si sono già formati e stanno perfezionando il materiale che abbiamo offerto loro, oltre a preparare altre risorse, come preghiere, interventi, interviste, pensieri per la “Buonanotte salesiana”…

È possibile delineare un programma, almeno per i momenti comuni?

Nella prima giornata avremo certamente la presentazione Giornate, la presentazione Strenna da parte del Rettor Maggiore, e un commento sul tema da parte di mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo. Nella seconda ci concentreremo soprattutto sulla condivisione delle “testimonianze di speranza” vissute nella Famiglia Salesiana: ascolteremo come i membri di diversi gruppi e Paesi hanno portato speranza in tempo di pandemia, ci parleranno, tramite video, giovani volenterosi di tutto il mondo, e ricorderemo dei testimoni credibili di speranza in tempi difficili, come mons. Giuseppe Cognata, SDB, che dopo anni di ingiuste accuse ora è in cammino nel processo di beatificazione, o Don Paolo Albera, II Successore di Don Bosco, che guidò la Congregazione nei difficili anni della Prima Guerra Mondiale, e di cui nel 2021 ricorrono i 100 anni dalla morte.

Perché non dobbiamo dimenticare, soprattutto, il significato delle GSFS in generale, e di queste in particolare.

E qual è?

Le GSFS servono ad approfondire il messaggio che il Rettor Maggiore affida alla Famiglia Salesiana con la Strenna. Quest’anno il tema è «Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)», e le Giornate tendono in particolare a far prendere coscienza di questo grande valore della speranza insito nel carisma salesiano, perché ciascun membro possa poi viverlo nella vita personale, comunitaria, apostolica, professionale, consacrata…

E questa organizzazione, che è una novità di quest’anno, motivata originariamente da un fatto contingente, quale la pandemia, credo servirà invece a coinvolgere molte più persone degli anni passati, e far sentire a tutti la realtà attiva e diffusa della Famiglia Salesiana nel mondo. In poche parole, alla globalizzazione della pandemia rispondiamo con la globalizzazione della speranza e dello spirito salesiano. E lo facciamo perché siamo radicati nella nostra fede, che ci dice, come ricorda la Strenna, che il Signore “fa nuove tutte le cose”.

Per finire, come partecipare, praticamente?

Per il programma comune non c’è bisogno di iscrizione. Basta accedere alla pagina Facebook di ANS alle ore indicate. Per partecipare al programma regionale gl’interessati dovranno iscriversi alle apposite piattaforme, di cui prossimamente verranno forniti gli indirizzi.

Gian Francesco Romano 

“E’ ora di di CG28” – Approfondimenti sulle otto Linee Programmatiche

Riportiamo la notizia pubblicata il 3 dicembre sul sito di ANS Agenzia d’Informazione Salesiana, in merito alla serie di video in cui il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime approfondisce e spiega le otto Linee Programmatiche. Di seguito il primo video in cui si parla della Linea Programmatica ‘Salesiano di Don Bosco per sempre‘ ed il testo integrale della notizia:

 A conclusione del Capitolo Generale 28° della Congregazione Salesiana, e per favorire la diffusione tra tutti i salesiani dei contenuti e delle consegne di quell’assise, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha inaugurato una serie di video – “È ora di CG28” – nella quale approfondisce volta per volta una delle otto Linee Programmatiche per il nuovo sessennio contenute nel documento “Riflessioni post-capitolari”.

“È arrivata il momento di fare vita di quello che abbiamo riflettuto e pensato”, esordisce il Rettor Maggiore, in questo primo video, che introduce e spiega la prima Linea Programmatica: “SALESIANO DI DON BOSCO PER SEMPRE. Un sessennio per crescere nell’identità salesiana”. L’iniziativa proseguirà con un video ogni tre mesi circa, per completare in questo modo, nell’arco di circa due anni, la presentazione di tutte e otto le linee programmatiche.

Il video, della durata di cinque minuti, è già oggi disponibile – in italianospagnoloinglesefrancese e portoghese – nei canali linguistici di ANSChannel. Prossimamente è prevista la diffusione del video sottotitolato anche in altre lingue.

 

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

***

«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Riunione Regione Mediterranea e Conferenza Iberica, il resoconto

Dal 28 al 29 settembre si è svolta la riunione della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzata fisicamente in Sicilia e via Zoom, alla quale ha partecipato anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Dal pomeriggio del 29 e fino al 30, si è svolta la presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Godoy.

“Il pomeriggio di martedì 29 e mercoledì 30 si è tenuta la Presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea e Presidente CISI, don Juan Carlos Godoy, dagli Ispettori delle 6 ispettorie italiane, dal nuovo Coordinatore del Settore Formazione don Erino Leoni, dal nuovo Coordinatore del Settore Economia don Mauro Balma, dal Segretario Generale CISI don Roberto Dal Molin. Tutti presenti eccetto l’Ispettore ICC don Stefano Aspettati e don Mauro Balma collegati da remoto – è questo il resoconto del segretario generale della CISI, don Roberto Dal Molin -. Diversi gli argomenti trattati tra i quali: la programmazione del Settore Formazione in Italia, questioni dal Settore Economia, la Riforma del Terzo Settore e le implicazioni per la Formazione Professionale e la rete associativa salesiana, Comunicazione Sociale: identikit dell’ufficio CS e immagine coordinata dei Salesiani in Italia, la pastorale parrocchiale e il rapporto con gli ordinari diocesani.”

Di seguito, l’articolo di resoconto della riunione  della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica pubblicato da ANS.

Lunedì 28 settembre il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha partecipato attraverso la piattaforma “Zoom” all’incontro della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzato fisicamente in Sicilia, dal 28 al 29 settembre. All’incontro hanno partecipato in videoconferenza anche altri rappresentanti salesiani della Spagna, del Portogallo e del Medio Oriente.

Il dialogo con il Rettor Maggiore è servito fondamentalmente per condividere le linee guida della Congregazione per il sessennio 2020-2026, necessarie per orientare il lavoro di tutte le Ispettorie. Nell’occasione il X Successore di Don Bosco ha anche presentato il documento finale del Capitolo Generale 28, in corso di pubblicazione.

Successivamente don Fabio Attard, che dopo due sessenni come Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile è stato nominato nello scorso maggio Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa, ha presentato un documento inerente le sue nuove mansioni.

Da parte sua don Tarcízio Morais, Responsabile mondiale delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale della Congregazione, si è occupato invece del progetto di strutturazione della Formazione Professionale nel contesto europeo.

Nella seconda giornata di lavori si è svolto il raduno della Conferenza iberica, questa volta attraverso la piattaforma “Google Meet”. L’appuntamento è servito a realizzare un confronto su alcuni temi relativi alla formazione salesiana.

Il corso di formazione permanente a El Campello è stato programmato dal 13 aprile al 13 maggio 2021, e sono stati presentati il progetto di formazione iberica e il regolamento di una commissione di formazione iberica. Altri dibattiti hanno riguardato altri temi, come la presenza salesiana nei mezzi di comunicazione sociale, con particolare riferimento all’intenzione di diffondere la visione salesiana sui temi legati alla gioventù, all’educazione e alla famiglia.

Alcune proposte di collaborazione a livello di pastorale giovanile hanno occupato la parte finale di questo incontro, che ha cadenza semestrale. 

La visita del Rettor Maggiore allo studentato teologico “Crocetta”

Nella giornata di ieri, lunedì 5 ottobre, il Rettor Maggiore don Angel Fernandez Artime si è recato in visita alla comunità dello studentato teologico di Torino – Crocetta. Accompagnato dall’Ispettore del Piemonte e Valle d’Aosta, don Leonardo Mancini, don Angel ha preso parte alla preghiera dei vespri rivolgendo in seguito alcune parole di incoraggiando ai giovani salesiani presenti nella comunità, ribadendo di curare la formazione dei pastori con il cuore ardente soprattutto per i giovani più poveri e bisognosi.

Dopo un incontro nella cappella abbiamo vissuto una cena fraterna e la serata insieme. Questa volta è stato da noi – (il Rettor Maggiore) – insieme con due nuovi consiglieri generali, Don Miquel Angel Garcia – consigliere per la Pastorale Giovanile e Don Roman Joachimowicz – consigliere per la Regione Europa Centro Nord. I consiglieri anche hanno rivolto un saluto a noi. Loro per la prima volta sono stati nella nostra casa. Siamo stati molto onorati e grati di questa visita anche perché una quindicina dei confratelli proviene dalla Regione Europa Centro Nord. Ringraziavamo Rettor Maggiore della sua premura per la nostra comunità e un continuo sostegno paterno.

don Marek Chrzan

Museo Casa Don Bosco: le giornate d’inaugurazione

Dal 2 al 4 ottobre scorso, presso il cuore salesiano di Valdocco, si è tenuta l’inaugurazione del Museo Casa Don Bosco.

Qui è nata l’opera salesiana. Qui è nato il carisma salesiano.
Qui don Bosco e sua mamma Margherita
hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani.
Qui siamo nati noi, salesiani di Don Bosco.
Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono
che è Don Bosco per i giovani
e per la Famiglia Salesiana di tutto il mondo.

(Don Ángel Fernández Artime – Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco)

Tre giorni di appuntamenti che si sono sviluppati dapprima con la conferenza stampa di venerdì 2 ottobre per gli operatori della comunicazione e gli addetti ai lavori; sabato 3 ottobre con la presentazione del Museo e il taglio del nastro per le autorità civili e religiose della città; domenica 4 ottobre, infine, con l’apertura ufficiale al pubblico del Museo.

Tra gli ospiti d’onore che hanno preso parte all’inaugurazione, oltre al Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, 15 ambasciatori e ambasciatrici presso la Santa Sede, dove lavorano i Salesiani nel mondo, Vittorio Sgarbi (critico d’arte, saggista, politico, personaggio televisivo e opinionista italiano), Anna Laura Orrico (Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) e Chiara Appendino (Sindaco di Torino).

Tra gli interventi che hanno caratterizzato l’evento, Sergio Sabbadini, Responsabile progetto architettonico Museo Casa don Bosco, Massimo Chiappetta, Responsabile progetto museografico Museo Casa don Bosco, Don Cristian Besso, Responsabile progetto museologico Museo Casa don Bosco e Stefania De Vita, Direttrice del Museo.

Il Museo Casa Don Bosco racconta la vita di un uomo che è intervenuto socialmente e urbanisticamente nel tessuto cittadino di Torino, e ne ha cambiato il volto e la storia. Attraverso i laboratori, il lavoro e il primo contratto di apprendistato, ha trasformato lo sfruttamento minorile in un impiego con diritti e regolamenti.

(Stefania De Vita – Direttrice Museo Casa Don Bosco)

Valdocco, il nuovo Museo Casa don Bosco

INAUGURAZIONE – NEI LUOGHI DELLE ORIGINI DEL SANTO, UN RINNOVATO ALLESTIMENTO MUSEALE

Non poteva non diventare un Museo la casa di don Bosco. Lo era già nella sua dimensione di santità e bontà che ancora oggi e per il futuro anima la famiglia salesiana presente in tutto il mondo. Ma ora, dopo alcuni anni di progettazione e restauro nel cuore della prima missione salesiana…

Aperto il Museo Casa Don Bosco: “Una perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco”

(Torino, 6 ottobre 2020) – Il Capitolo Generale 27° chiese al Superiore Generale della Congregazione Salesiana, il Rettor Maggiore, e al suo Consiglio, di prendere in mano i Luoghi Salesiani e farne qualcosa di speciale per il mondo salesiano. Quella consegna ha dato origine ad una realtà nuova: il Museo Casa Don Bosco, inaugurato solennemente a Torino-Valdocco, con tre giorni di eventi, nello scorso fine-settimana…

> Corriere della Sera Torino  > La Stampa  > Torino oggi  >Acistampa

La Direttrice del Museo Casa Don Bosco: “Sarà una casa dove trovare fede, spiritualità, arte, cultura”

Dal 2 al 4 ottobre, a Valdocco, ci sarà l’inaugurazione del Museo “Casa Don Bosco”: pubblichiamo l’intervista di ANS alla direttrice del museo, Stefania De Vita.

***

(ANS – Torino) – Stefania De Vita è la direttrice del Museo “Casa Don Bosco” di Valdocco, a Torino, che sarà inaugurato il 4 ottobre prossimo. La incontriamo a pochi giorni dal ciclo di eventi che segneranno questa importante apertura. Tra le chiamate telefoniche che le arrivano da ogni angolo d’Italia e gli annunci di presenze istituzionali che le porta il responsabile dell’accoglienza di Valdocco, si configura un appuntamento di assoluto riguardo, che segna una tappa di rilievo storico per la Congregazione Salesiana.

Lei stessa si è resa conto, strada facendo, della grande ricaduta sui salesiani di tutto il mondo e sul territorio torinese di questa nuova “opera” costituita da cimeli preziosi ed emozionanti. Ora spetta a tutta la Famiglia Salesiana vivere il momento del taglio del nastro che il Rettor Maggiore verrà a compiere non solo come massimo responsabile dei Figli di Don Bosco ma come co-protagonista dell’invenzione e della realizzazione del Museo.

La direttrice ci racconta infatti come sia maturata l’idea e quali siano stati i passi avvenuti negli ultimi tre anni. “Per me la vicenda è nata dalla richiesta di collaborazione volontaria alla risistemazione del Museo mariano, progressivamente arricchitosi di elementi, negli spazi sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice”. La richiesta proveniva dall’allora Rettore, don Cristian Besso, in accordo con il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime: la necessità di elencare e di catalogare le migliaia di oggetti presenti. “Migliaia e migliaia di pezzi, dalle icone a un affresco del ‘300, dai testi scritti perfino alle caramelle avvolte in una immaginetta, collocati con affetto, ma senza un criterio museale” ci spiega. Raccolto e restaurato ciò che emergeva anche da angoli meno frequentati, il lavoro diretto da De Vita e in gran parte realizzato da lei stessa è consistito nell’identificare, fotografare, imballare ogni oggetto secondo i canoni specifici, collocandolo poi in un magazzino-archivio in attesa di definirne la destinazione.

Il passaggio dal Museo mariano alle Camerette di Don Bosco, distanti poche decine di metri, è stato breve dal punto di vista fisico, ma il salto qualitativo è stato elevato. “Ho provato un coinvolgimento emotivo fortissimo – confida De Vita – quando mi è toccato rimanere da sola a tu per tu con gli oggetti, aprire le vetrine e di prendere con le mie mani ciò è era passato per le mani di Don Bosco”. Cita ad esempio il portamonete, testimone di un movimento continuo di entrata e di uscita del denaro proveniente dai benefattori e destinato ad assicurare vitto e alloggio ai ragazzi dell’oratorio e a mettere mattone su mattone le strutture di Valdocco, la basilica su tutto. “Un coinvolgimento forte” sottolinea con le parole e con l’espressione del volto.

Assidue le riunioni per mettere insieme i punti fermi con Don Á.F. Artime e la speciale commissione da lui istituita. Intanto Stefania De Vita ha mantenuto il suo impegno di insegnante fuori Torino (nelle cittadine di Cuorgné e di Chieri) e più ancora di neo-sposa e di madre: ad agosto del 2019 è nato Alberto, che fino a un mese prima aveva a suo modo condiviso gli sforzi anche fisici di organizzare i materiali e gli spazi.

“Al primo incontro con il Rettor Maggiore mi sono resa conto della portata dell’incarico” ricorda ancora adesso con emozione. Con lei all’inizio c’è stata Maria Teresa Cascione, dell’Archivio Centrale Salesiano, poi si è trovata unica donna a ragionare e a decidere con questo gruppo scelto della Congregazione: “Sempre alla pari, in una relazione che posso definire orizzontale”. Mai percepita una qualsiasi forma di subalternità, né come donna né come laica. Con tutto ciò, dove ha trovato il coraggio necessario per assumere quella responsabilità? “Ho pensato alla figura di Mamma Margherita, anche lei in mezzo a tanti uomini, e fra questi molti sacerdoti, eppure attiva e autorevole senza sensi di inferiorità, al di là di essere la madre di Giovanni Bosco”.

Lavorare immersa in un progetto destinato ad attrarre l’attenzione da tutto il mondo, l’ha fatta sentire responsabilizzata al massimo. “Valdocco è una casa gigante, ma nulla passa inosservato. Sono stata fermata molte volte dai confratelli che domandavano come procedevano i lavori, molti volevano conoscermi. Ispirandomi appunto alla mamma di Don Bosco sono andata avanti senza farmi spaventare dall’impresa, sentendomi autorizzata da lei a proseguire, nel suo spirito, ad accompagnare l’attività dei salesiani”.

A un certo punto ha avuto la sensazione di essere stata chiamata a questo compito “da Qualcuno più in alto”, e così interpreta il suo ruolo. Lei che non ha fatto il percorso “dentro” al mondo salesiano, ma l’ha incontrato a 30 anni a Roma grazie all’attività svolte presso l’opera del “Sacro Cuore” a via Marsala. “Un’ora di lezione alla settimana a ragazze e ragazzi immigrati, per entrare in relazione empatica con la Bellezza” racconta, “nozioni di storia dell’arte per educarsi al senso del bello, motore di umanità”. A fianco dello studio della lingua italiana, dell’informatica e del codice della strada per prendere la patente di guida. “La bellezza è un diritto di tutti”, afferma. Laureata alla Sapienza di Roma in Storia dell’arte e poi alla Benincasa di Napoli in Museologia, le hanno indicato don Giovanni D’Andrea, SDB, per mettere alla prova le sue conoscenze e la capacità di divulgarle in un tirocinio che possiamo considerare certamente inconsueto. Ma è stato questo ad aprirle le porte sulla vasta realtà salesiana: con due catechiste ha animato un gruppo di adolescenti coinvolto in un percorso di educazione alla relazione, e da qui l’attenzione educativa è emersa fino a portarla ad accettare un servizio volontario in una casa-famiglia, programma di quattro mesi in Sicilia per un laboratorio sui suoi temi. Era il 2015, l’anno del Bicentenario di Don Bosco.

Con il suo titolo di guida turistica venne chiamata ad accompagnare i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano in visita ai luoghi d’arte della regione dopo il pellegrinaggio ai luoghi di Don Bosco… Uno di quei gruppi era dei Torinesi, fra i quali un giovanotto che sarebbe diventato suo marito. A distanza di un anno, la venuta a Torino. L’incrocio di Stefania De Vita con Valdocco ha una regia tessuta fra il progetto coniugale e la disponibilità al servizio con i salesiani.

“Ho avuto l’incontro con la figura del santo dei giovani da adulta e l’ho percepita come esempio per trasmettere amore ai più piccoli. E mi son detta: ‘Guarda Don Bosco come si prende cura dei ragazzi. Fallo anche tu!’ Ed eccomi qui. Il Museo sarà una casa nella quale accoglieremo i giovani a partire dalle attività, dai laboratori: troveranno insieme qui fede, spiritualità, arte, cultura”.

Antonio R. Labanca

Emergenza Covid-19, il Rettor Maggiore ringrazia quanti si sono adoperati per i bisognosi

Pubblichiamo il video del Rettor Maggiore con il quale Don Ángel Fernández Artime ringrazia tutti i salesiani impegnati nell’aiuto ai più bisognosi a causa dell’emergenza sanitaria nel mondo. Il video è disponibile sul canale YouTube di ANS in italiano e spagnolo.

***

(ANS – Torino) – Da quando la pandemia di coronavirus si è propagata in tutto il mondo, i salesiani si sono subito attivati per aiutare, in qualsiasi modo possibile, la popolazione. Si sono susseguite numerose iniziative per raggiungere i più bisognosi, i giovani e le famiglie in difficoltà. A coloro che non hanno esitato ad aiutare e a dare il proprio contributo è andato il sentito ringraziamento del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime.

Da Torino, dove si trova per l’inaugurazione del “Museo Casa Don Bosco”, il Successore di Don Bosco ha invitato tutti a continuare a fare del bene. “Mesi fa abbiamo fatto una chiamata dicendo: possiamo aiutarci tutti e subito c’è stata una risposta molto bella”, ha sottolineato il Rettor Maggiore.

“Mossi dalla speranza” – In uscita il poster della Strenna 2021

«Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)» è il titolo che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha prescelto per il messaggio della sua Strenna per il 2021. Ecco, il poster per la Strenna inviato alle case salesiane di tutto il mondo.

 

“Quando ho conosciuto la frase che accompagnerà la Strenna per il 2021 ho pensato alla necessità di offrire attraverso l’immagine, ciò che per me è forte in quella preghiera… LA SPERANZA. E per noi, come comunità di credenti, la nostra speranza è riposta in Gesù. Spesso sentiamo in questi tempi in cui viviamo che le persone sono senza speranza. Basta una pandemia per far ‘tremare’ l’umanità e renderla molto più vulnerabile. E in quell’umanità ferita ci sono anche i nostri giovani… i privilegiati del nostro carisma.

Ecco perché, e quasi ‘pregando’, troviamo l’immagine di Gesù è al centro, che ci sostiene, ci invita a sollevarci, e non solo con la mano tesa, ma anche con lo sguardo comprensivo che dà dignità. E attorno c’è un ambiente che tende a convertirsi, da uno scenario grigio, scuro, denso, ad un altro pieno di colore, con la luminosità necessaria per vedere nei volti di chi ci riceve, la testimonianza di Cristo.

La nostra grande sfida, come Famiglia Salesiana, sia semplicemente quella di essere segno di Speranza, di mettere luce e colore, di guardare con sguardo comprensivo, di continuare a guarire e accompagnare ciò che questa pandemia ha ferito, di continuare ad essere attenti ai bisogni degli altri, come ci hanno insegnato Madre Mazzarello e Don Bosco”.

(Disegnatore Gustavo Daguerre)

Inaugurazione Museo Casa Don Bosco: 2-3-4 ottobre 2020

Si rende noto che il  2-3-4 ottobre 2020, presso il complesso di Torino Valdocco, si terrà l’inaugurazione del Museo Casa Don Bosco (Via Maria Ausiliatrice, 32 TO).

L’apertura del nuovo Museo, il quale gode del patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino, rappresenta un’occasione unica per avvicinarsi alla storia salesiana e a quella della città di Torino, raccontando la storia di un uomo, don Bosco, e di un luogo, Valdocco, che hanno cambiato la storia di una città e la vita di migliaia di ragazzi dando loro una casa, una famiglia, un futuro.

La tre giorni di appuntamenti prevede:

Venerdì 2 ottobre – Conferenza stampa rivolta ad operatori della comunicazione e addetti ai lavori per una presentazione completa del nuovo percorso museale (su accredito ed invito);

Sabato 3 ottobre – Inaugurazione del Museo Casa Don Bosco alla presenza delle autorità civili e religiose (su accredito ed invito);

Domenica 4 ottobreApertura al pubblico del Museo Casa Don Bosco (ACCESSO LIBERO).

All’inaugurazione, tra gli ospiti d’onore che hanno confermato la loro presenza, oltre a Don Ángel Fernández Artime (Rettor Maggiore dei Salesiani), 15 ambasciatori e ambasciatrici presso la Santa Sede, dove lavorano i Salesiani nel mondo, Vittorio Sgarbi (critico d’arte, saggista, politico, personaggio televisivo e opinionista italiano), Anna Laura Orrico (Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), Alberto Cirio (Presidente della Regione Piemonte) e Chiara Appendino (Sindaco di Torino).

Interverranno all’evento Sergio Sabbadini (Responsabile progetto architettonico Museo Casa don Bosco), Massimo Chiappetta (Responsabile progetto museografico Museo Casa don Bosco), Don Cristian Besso e Stefania De Vita (Responsabili progetto museologico Museo Casa don Bosco).