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Avigliana: incontro incaricati di oratorio il 21 e 22 novembre

Il 21 e il 22 novembre, presso la casa di spiritualità di Avigliana, si è tenuto l’ormai tradizionale incontro degli incaricati di oratorio. Di seguito l’articolo a cura di don Alberto Goia, delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria.
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Due giorni di riflessione, condivisione e fraternità per gli oltre venti incaricati di oratorio della nostra Ispettoria del Piemonte, Valle D’Aosta e Lituania.
All’interno della bella casa di spiritualità di Avigliana, adiacente al Santuario Madonna dei Laghi, è andata in scena la due giorni incaricati di oratorio. L’evento, ormai divenuto tradizione all’interno del calendario annuale dell’ispettoria salesiana, ha offerto in particolare tre momenti di formazione all’interno della bellissima cornice paesaggistica della località.
Le tematiche affrontate hanno riguardato: l’approfondimento della conoscenza del mondo giovanile contemporaneo attraverso l’intervento del prof. Spreafico (Università Cattolica di Milano e IUSTO), la riflessione circa l’assunzione del ruolo di “Incaricato di oratorio” da parte di un laico grazie alla testimonianza di due laici responsabili di due oratori in Liguria e in Toscana e infine lo studio della responsabilità della comunicazione da parte degli oratori salesiani attraverso la guida di don Moreno Filipetto, incaricato Ispettoriale della Comunicazione Sociale e coordinatore nazionale dell’Ufficio di Comunicazione Sociale per i salesiani.
La condivisione appassionata, i momenti di fraternità in allegria e la preghiera curata sono stati elementi fondamentali per la riuscita dell’esperienza.
Ringrazio ognuno dei partecipanti per la disponibilità dimostrata e per l’impegno profuso e auguro che anche questo piccolo passo possa contribuire a un rinnovamento della pastorale salesiana nel nostro territorio.

Piano di comunicazione ispettoriale al centro del IV Seminario dell’ufficio di Comunicazione Sociale dell’Italia Salesiana

Dal 1° al 4 settembre, nella casa salesiana di Rimini, si è tenuto il IV Seminario di Comunicazione Sociale organizzato dall’ufficio nazionale e al quale hanno partecipato, oltre cinque delegati ispettoriali, anche le équipe che animano e lavorano negli uffici di comunicazione e un rappresentante dell’associazione CGS.

Il tema del seminario è stato il Piano di Comunicazione Ispettoriale. Come ogni edizione, anche quest’anno il seminario ha avuto una parte formativa e una in forma laboratoriale.

La parte formativa è stata guidata da Don Gildasio Mendes, consigliere Mondiale Settore Comunicazione Sociale e da don Javier Valiente, delegato di CS in Spagna (SMM). 

Don Gildasio Mendes ha incentrato il suo intervento sulla visione e l’educazione di Don Bosco a partire dall’infanzia, analizzando le radici di un grande comunicatore che usava il gioco e le arti per creare relazioni con gli altri. “Mettendosi in gioco nelle arti e nelle relazioni, Giovanni Bosco da ragazzo iniziò a giocare con le parole, dando loro un significato, mettendo in relazione le parole con i loro simboli, sviluppando le competenze linguistiche, collegando le emozioni alle parole, esprimendo la sua immaginazione attraverso azioni artistiche, mettendo in moto i suoi pensieri e le sue idee, acquisendo coraggio per relazionarsi con i pari e persino prendendo dei rischi per eseguire bene qualsiasi cosa facesse artisticamente”, ha detto durante il suo intervento in collegamento da Roma. 

Don Javier Valiente, invece, ha presentato la sua esperienza sul Piano di comunicazione ispettoriale e tracciandone una struttura, sottolineando alcuni punti chiave: “Il piano di comunicazione non è il piano dei mezzi a disposizione, necessita di una progressione e una progettazione”. 

La parte laboratoriale, invece, ha visto il gruppo – diviso per ispettorie di provenienza – misurarsi sul Business Model Generation, ovvero un modello strategico per la creazione e lo sviluppo di un piano di comunicazione.

Il seminario si è concluso con il primo incontro del tavolo di Comunicazione Sociale  – guidato per altri tre anni da don Moreno Filipetto – per la programmazione dell’anno pastorale e per le linee strategiche di lavoro e di sviluppo del settore.

Casa Don Bosco: intervista alla direttrice Stefania De Vita

Martedì 15 settembre, all’interno del caffè della Basilica Maria Ausiliatrice, per il programma televisivo di Rete 7 “Un caffè con…” è stata intervistata la dott.ssa Stefania De Vita, direttrice del Museo Casa Don Bosco. La conversazione ha riguardato il progetto di restaurazione, durato 2 anni e mezzo, il quale ha voluto riportare alla luce il valore dell’ accoglienza del Museo. L’inaugurazione si terrà nelle date del 2-3-4 ottobre.

Di seguito un breve estratto. L’intervista completa è disponibile nel video riportato in calce.

Che cos’è Casa Don Bosco?

E’ una casa innanzitutto prima ancora di diventare museo. Infatti il valore che volevamo far risaltare è proprio l’accoglienza famigliare di un luogo dedicato a pellegrini  e turisti. Ridando prestigio e riportando a galla gli spazi delle origini, ci siamo ritrovati di fronte a cimeli antichi: tra questi mi piace ricordare un oggetto dell’ottavo secolo, una coperta di Evangeliario risalente proprio a quell’epoca. Inoltre abbiamo riscoperto uno spazio interamente dedicato a Mamma Margherita.

Qualche indiscrezione in più su questo spazio dedicato a Mamma Margherita…

Il restauro riporta in luce la stanza in cui è  vissuta Mamma Margherita, dove ritroviamo oggetti che le appartenevano e che rappresenta anche il luogo della sua morte. La sua figura è accentuata dalla statua che la riproduce all’interno del cortile, che incarna a pieno l’idea di famigliarità che desideravamo evidenziare.

C’è una storia che guida pellegrino e turista nella visita al museo ?

Il museo offre diverse chiavi di lettura. Il pellegrino sarà attratto dalla storicità religiosa della vita di Don Bosco che è stata curata minuziosamente all’interno del museo. Il turista troverà invece un escursus storico delle opere urbanistiche della città di Torino che si addentra nell’epoca del risorgimento, in quanto proprio in questo periodo Don Bosco intervenne, a suo modo, in quelle che furono vere e proprie opere cittadine.