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Istituto Cagliero Ivrea: festa di don Bosco 2020

Domenica 26 gennaio, i Salesiano dell’Istituto Missionario Salesiano “Card. Cagliero” di Ivrea hanno festeggiato la ricorrenza di San Giovanni Bosco con  la S. Messa presieduta da Mons. Edoardo Cerrato e tante altre attività e iniziative per i ragazzi della scuola e i loro genitori. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

UN GRANDE DON BOSCO AL “CAGLIERO” DI IVREA

Domenica 26 gennaio è stata festa grande ad Ivrea per commemorare Don Bosco, “padre e maestro dei giovani”, fondatore dei Salesiani che sono presenti in città da più di 125 anni, impegnati al “Card. Cagliero” in azione didattico-educativa per i ragazzi e le ragazze del Canavese.

In questa giornata avremmo voluto festeggiare anche i 103 anni del nostro Don Nicola Faletti, proprio nel giorno del suo compleanno. Il “don Bosco del Canavese”, così era da tutti conosciuto questo instancabile salesiano, ha invece deciso di fare festa nel cielo dei Santi appena qualche giorno prima del fatidico appuntamento.

Si è dunque iniziato con la S. Messa celebrata in Duomo da Mons. Edoardo Cerrato, con la presenza davvero numerosa di allievi, genitori, ex-allievi ed amici del Santo.

Una celebrazione sentita e partecipata, animata dal coro degli allievi e insegnanti della scuola, punteggiata dalle parole di Mons. Edoardo che ha ricordato come l’intuizione di Don Bosco di scommettere sulle potenzialità, a volte nascoste, dei giovani abbia conquistato il mondo intero, a dispetto di tendenze refrattarie alla novità liberatrice del messaggio evangelico.

Al termine della celebrazione, il direttore del “Cagliero” ha ricordato come proprio in un freddo 26 gennaio, ma del lontano 1854, quattro ragazzi di 17 anni si erano riuniti con Don Bosco e avevano deciso di spendere la loro vita per “fare esercizio pratico di carità verso il prossimo”. In quella gelida sera torinese nacquero i Salesiani, una Congregazione per i giovani fondata da giovanissimi.

Sulla scia di questo impegno nella Chiesa e nel sociale prese vita anche l’Associazione dei Salesiani Cooperatori, amici dell’opera di San Giovanni Bosco, impegnati anch’essi nel diffondere il carisma salesiano.

Proprio per continuare questo prezioso lavoro, i Salesiani Cooperatori di Ivrea di oggi hanno concluso la celebrazione in Duomo rinnovando la loro promessa di fedeltà al sogno realizzabile di Don Bosco santo.

La festa si è poi trasferita sulla splendida collina dell’Istituto dove gli alunni e i loro genitori si sono ritrovati nelle classi per condividere un fantasmagorico pranzo della festa.

Gran finale con il botto: lo spettacolo “Don Bosco’s God Talent”. Sul palco del teatro troppo piccolo per l’occasione si sono avvicendati gli allievi di tutte le classi delle elementari e delle medie per fare emozionare genitori, zie e nonni con canti, balli e “sketch” nella più genuina tradizione salesiana. Che, in buona sostanza, ci vuole ricordare che sul palco della vita ognuno di noi può avere una sua parte importante, anche se apparentemente piccola e marginale.

L’ultimo saluto a don Nicola Faletti, il “Don Bosco del Canavese”

Un grande e caloroso saluto al “Don Bosco del Canavese”  hanno potuto porgere questa mattina alle ore 10.00 le tante persone che si sono riunite al funerale del compianto don Nicola Faletti, mancato lo scorso 3 gennaio all’età di 102 anni.

Alla celebrazione delle esequie, svoltasi presso l’Istituto Salesiano “G. Morgando” di Cuorgné, ha presenziato il Vescovo emerito di Ivrea, Mons. Luigi Bettazzi, il quale ha introdotto la celebrazione ringraziando la presenza di Mons. Roberto Farinella, Vescovo di Biella e di don Enrico Stasi, Ispettore del Piemonte e Valle d’Aosta.

Numerosi anche i parroci della Diocesi e i confratelli salesiani che hanno voluto prendere parte alla funzione, tra cui don Enrico Bergadano, Direttore dell’Istituto Salesiano Cardinal Cagliero di Ivrea, dove don Faletti risiedeva:

Gli ultimi 13 anni trascorsi da Don Faletti ai Salesiani del “Cagliero” di Ivrea sono storia recente; gli ultimi metri per questo maratoneta di Dio, il “Don Bosco del Canavese”, in tante occasioni il più giovanile dei salesiani della comunità, per tutti noi un grande esempio.

Qualche preoccupazione, è normale, per la tua salute.
Nel 2009 ci preoccupa una brutta polmonite.
Ci preoccupa soprattutto il fatto che tu, don Nicola, beva acqua; ma è acqua di Lourdes nella tipica bottiglietta di plastica offerta da amici di Laigueglia, tramite l’onnipresente buon Piero, che organizza anche l’incontro storico con Papa Francesco nel 2014.
Qualche preoccupazione, è naturale. Ma Simona, Marilena, Michele, gli amici di Villa e i confratelli della casa ti sono costantemente accanto, non tanto per aiutarti a stare in piedi, ma per cercare di tenerti seduto.
Qualche preoccupazione è chiaro. E don Cavicchiolo che si sforza invano di convincerti che il Barbera e la Bonarda sono vini buoni e se proprio non li gradisci più, certamente berrai vini migliori in paradiso.
Emozione, certo, e sgomento perché te ne sei andato.
Ma così va la vita.
“Non mangio più perché ho lo stomaco piccolo”. Era la tua scusa delle ultime settimane.
“Tu, Nicola, non mangi tanto perché hai lo stomaco piccolo” era la frase della tua mamma quando eri bambino.

Il 3 gennaio 2020, al mattino presto, prima dell’alba, ti sei svegliato in Dio, incontrando i tuoi amici di sempre.

Se oggi siamo così commossi ma nello stesso tempo sereni, è perché tu ci hai voluto tanto bene e noi ti vogliamo tanto bene.

Tutto è grazia.

Oggi, è vero, c’è in giro qualche lacrima.

Ma tutto il resto è gioia.

Don Enrico Bergadano

Tra i numerosi interventi per dare un ultimo saluto a don Nicola:

Ho avuto la fortuna e soprattutto il privilegio di passare tanti momenti indimenticabili accanto a don Faletti e vorrei ricordarlo così: “eternamente giovane“!

“Fintanto che il padrone mi lascia, io non ho fretta” – diceva don Faletti -. Quante volte in questi ultimi anni, a conferma del suo grande amore per la vita e della sua volontà di continuare a rendersi utile a far del bene mi ha detto questa frase, e sicuramente quante volte l’avrà pronunciata ad ognuno di voi a conferma del suo “spirito giovane”, a dispetto della sua veneranda età.

Piero Cravero

Messaggi di cordoglio sono giunti alla comunità salesiana dal missionario in Cina don Carlo Socol, dal coadiutore Antonio Pun Ming e dai suoi confratelli cinesi che hanno conosciuto don Faletti custode dei luoghi natali dei santi mons. Luigi Versiglia e don Callisto Caravario, da mons. Debernardi vescovo emerito in Burkina Faso. Anche il consigliere generale per le missioni don Guillermo Basañez ha voluto farsi presente con la sua preghiera ed il ricordo riconoscente. Il card. Tarcisio Bertone – in una lunga lettera –  ha ricordato il suo antico insegnante  ed il modello di sacerdote conosciuto in gioventù.

Alla fine della cerimonia, l’assemblea commossa ha intonato la celebre canzone di Nilla Pizzi “Vola Colomba” che tanto piaceva allo stesso don Faletti, a testimonianza di quel “ministero della gioia” per cui voleva sempre che le persone che incontrava, facessero esperienza di accoglienza, simpatia e allegria.

Di seguito, si riporta l’articolo dedicato a don Nicola Faletti pubblicato dalla Sentinella del Canavese il 6 gennaio 2020, a cura di Chiara Cortese.

Addio, Don Faletti umile e speciale Era il Don Bosco del Canavese

Aveva 102 anni. Funerali nella sua Cuorgnè, mercoledì 8.
Rosario anche a Ivrea. Quell’incontro con Papa Francesco

Addio al Don Bosco del Canavese. Saranno recitati questa sera, lunedì 6 gennaio, alle 20,30 all’Istituto Salesiano Cagliero di Ivrea, e domani martedì 7 gennaio, sempre alle 20.30 all’istituto  Salesiano Giusto Morgando di Cuorgnè, rosari in suffragio di Don Nicola Faletti, spentosi serenamente nella notte tra giovedì  e venerdì all’età di 102 anni nella medesima casa eporediese del Santo della gioventù della quale era ospite da alcuni anni. I funerali, invece, saranno celebrati martedì 8, alle ore 10, sempre al Morgando di Cuorgnè.

UNA VITA TRAI  SALESIANI
Nato a San Raffaele Cimena  il 26 gennaio 1917, don Nicola era stato ordinato sacerdote il 2 luglio 1944, custode della memoria e dei luoghi di San Callisto Caravario, giovane religioso originario di Cuorgnè trucidato sulla punta dell’Aratro, in Cina, con il suo vescovo, monsignor Luigi Versiglia, nel febbraio del 1930, Don Faletti  ti ha accolto numerosi gruppi di giovani è fedeli giunti nella città delle due torri dall’Estremo Oriente per visitare e conoscere il paese natale di San Caravario. per oltre settant’anni, è stato un insostituibile punto di riferimento degli istituti salesiani di San Benigno e Cuorgnè ricoprendo diversi ruoli: insegnante, animatore, organizzatore di attività artistiche e culturali nonché   promotore di numerosi viaggi e pellegrinaggi. Maestro, Guida, fratello ed amico alla sequela di San Giovanni Bosco per ormai diverse generazioni di canavese, Don Nicola  Faletti per oltre trent’anni è stato parroco di Villa Castelnuovo ed ha anche ricoperto I’incarico di cappellano della casa salesiana Vaschetti di Castelnuovo Nigra. Dal 2007 era cittadino onorario del piccolo centro dell’altra Valle Sacra analogo riconoscimento gli era stato conferito nel giugno del 2014 dalla Città di Cuorgnè.

IL BACIO DEL PONTEFICE
Memorabile l’incontro del sacerdote Salesiano con Papa Francesco nell’ottobre 2014, nel quale il Pontefice si chinò a baciare le mani all’anziano religioso, a rendere omaggio ad un piccolo, grande prete di campagna che è entrato nel cuore dei canavese. Don Nicola, in quell’occasione che è già consegnata alla storia, era apparso quasi a disagio, nel la sua umiltà, per il gesto spontaneo del Santo Padre. Un’immagine che aveva immediatamente rimandato a Francesco, il poverello di Assisi, al cospetto di Innocenzo III.

PICCOLO, GRANDE UOMO
Un grande, piccolo uomo che con umiltà e nel silenzio ha sempre lavorato per le nostre comunità spendendosi per i giovani e per chi ne aveva più bisogno nel vero spirito di Don Bosco – lo ricorda il sindaco di Cuorgnè, Beppe Pezzetto – Ciao Don Nicola, continua a seguirci da lassù. Don Faletti, cosi minuto e cosi forte, al tempo stesso, capace di un sorriso che illuminava chiunque lo incontrasse, ha saputo incarnare nel migliore del Santo della gioventù in Alto Canavese. Un personaggio straordinario, oltre che un prezioso uomo di Dio, che ha saputo meritarsi l’affetto e la stima di credenti e non. Numerosi i credenti e non. Numerosi i messaggi di cordoglio espressi da chi ha avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare le doti umane e sacerdotali di Don Nicola Faletti, autentico testimone del Vangelo, che nell’era di internet e dei social sono state affidate anche alla rete, uniti a toccanti ricordi personali da custodire nei cuori.

Chiara Cortese

100 anni di don Faletti

Si sono festeggiati nella città di Cuorgnè i 100 anni di don Nicola Faletti, una vita dedicata ai giovani sul solco di quel cammino di santità tracciato da San Giovanni Bosco.

Il racconto di quella giornata nel testo del giornalista Giovanni Costantino per La Voce e il Tempo.

“Grazie don Nicola, per i tuoi cento anni spesi in mezzo a noi”. Questa era la frase racchiusa nei cuori dei fedeli riuniti nella chiesa dell’Immacolata a Cuorgnè (TO) domenica scorsa per festeggiare insieme i cento anni di don Nicola Faletti. Il religioso, nato il 26 gennaio 1917 a San Raffaele Cimena, nel chivassese, è oggi il decano dei salesiani piemontesi. Monsignor Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, ha racchiuso nella sua omelia i sentimenti di tutti i presenti. “Ciascuno di noi – ha esordito – nella sua vita ha ricevuto un consiglio, una parola, un incoraggiamento da don Faletti”. Pienamente inserito nelle comunità salesiane di San Benigno e di Cuorgnè in cui ha operato per oltre mezzo secolo è stato un punto di riferimento per la popolazione, per i suoi allievi e le loro famiglie. Monsignor Deberardi ha quindi ricordato quando da adolescente, studente a San Benigno, confidò per primo a don Faletti il desiderio di diventare sacerdote. “Don Nicola – ha continuato – è stato per tutti noi un segno del disegno che il Signore ha per noi. Egli ha concretizzato nella sua vita la gioia dell’apostolato. La sua allegria, nata dal sentirsi amato dal Signore, si è concretizzata nella testimonianza viva della santità. Santità che si manifesta nell’impegno, nel servizio, nel dono della vita”. Don Nicola è stato sempre presente fra la sua gente. Con il suo esempio ha concretizzato ciò che oggi Papa Francesco esorta i sacerdoti ad essere: “Pastori con l’odore delle pecore”. “Oggi – ha concluso – vogliamo rendere grazie a Dio per il dono di don Faletti, per il suo esempio, per la sua bontà, per averci infuso fiducia e serenità anche in mezzo alle bufere, in mezzo alle difficoltà”.

Giovanni Costantino

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100 anni sulle orme di don Bosco: don Nicola Faletti

Domenica 19 Febbraio, alle ore 10,15, presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione di Cuorgné don Nicola Faletti, salesiano di don Bosco, festeggerà il suo 100° genetliaco. A presiedere la Solenne Concelebrazione vi sarà Mons. Pier Giorgio Debernardi, Vescovo di Pinerolo.

Sarà occasione per la Città di Cuorgnè, per la Parrocchia San Dalmazzo Martire, per la Famiglia salesiana e per gli amici della Compagnia di San Callisto Caravario, di stringersi intorno ad un sacerdote che incarna profondamente lo spirito di don Bosco e che con instancabile zelo si è sempre prodigato per il bene della popolazione della Città natale di Callisto Caravario e di Villa Castelnuovo.

Riportiamo uno stralcio di un articolo, a firma Giovanni Costantino, apparso sul quotidiano online di Avvenire:

100 anni sulle orme di don Bosco. Il salesiano don Faletti festeggia il secolo di vita

Per oltre 70 anni è stato il punto di riferimento degli istituti salesiani di San Benigno e Cuorgnè (Torino): insegnante, animatore, organizzatore di attività artistiche e culturali

Cento anni spesi per don Bosco. Il Canavese salesiano (e non solo) festeggia il secolo di vita di don Nicola Faletti, decano dei salesiani piemontesi. Nato il 26 gennaio 1917 a San Raffaele Cimena, nel Chivassese, entrò a Valdocco per frequentare le scuole medie. Presentato al beato don Filippo Rinaldi, rettor maggiore e terzo successore di don Bosco, ne ricevette la benedizione. Il 9 giugno 1929 assistette commosso alla traslazione della salma di don Bosco dal collegio di Valsalice alla Basilica di Maria Ausiliatrice. In questi anni, ammirato dai racconti dei missionari salesiani, maturò in lui la vocazione che lo porterà ad essere ordinato sacerdote il 2 luglio 1944. Nel marzo 1930 partecipò come cantore alla Messa di trigesimo ordinata a ricordo dell’eccidio in Cina di don Callisto Caravario, il missionario salesiano martirizzato nella missione di Linchow (Cina).

Alla funzione, officiata nella Basilica di Maria Ausiliatrice, partecipava anche Rosa Morgando, madre del religioso trucidato. Diversi anni dopo proprio don Nicola Faletti diverrà custode della memoria e dei luoghi del martire canavesano, nato a Cuorgnè ( Torino) l’8 giugno 1903. Ogni anno accoglieva gruppi di giovani e di fedeli provenienti dall’Estremo Oriente per visitare il paese d’origine di san Callisto Caravario. Per oltre 70 anni don Nicola è stato punto di riferimento degli istituti salesiani di San Benigno e Cuorgnè (Torino): insegnante, animatore, organizzatore di varie attività artistiche e culturali.

Gli oltre 30 anni di ministero parrocchiale a Villa Castelnuovo (dal 1972 al 1974 e dal 1987 ad oggi) e i 50 anni di servizio sacerdotale come cappellano presso la casa salesiana Maria Luisa Vaschetti a Castelnuovo Nigra lo hanno sempre visto amico e guida di ogni fedele. Da alcuni anni il religioso è ospite dell’Istituto Cardinale Cagliero di Ivrea, continuando il suo ministero sacerdotale a Castelnuovo e a Cuorgnè. «Il suo sorriso, il suo esempio e la sua fede cristallina – spiegano i parrocchiani – trascinano ciascuno di noi.

Con il suo stile da umile parroco di campagna dimostra una forza impressionante in grado di sorreggere ciascuno di noi nella nostra fragilità».

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