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Avvenire: “Salesiani per i giovani, oggi” – CG28

Nella giornata di ieri, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Nella giornata di oggi, il quotidiano Avvenire dedica un articolo sul prossimo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana con particolare riferimento alla presenza di alcuni ragazzi che saranno parte attiva dei lavori del Capitolo sul tema “Quali salesiani per i giovani d’oggi?“.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna da Avvenire, a cura di Gianni Cardinale.

Salesiani per i giovani, oggi

A Valdocco (Torino) dal 16 febbraio al 4 aprile prossimi il 28° Capitolo generale
Tra le novità più importanti la partecipazione attiva ai lavori di alcuni ragazzi

(Roma – 24/01/2020 Pag. 22) – «Quali salesiani per i giovani d’oggi?». È questo il tema del 28° capitolo generale della Congregazione salesiana in programma a Torino dal 16 febbraio al 4 aprile.

Per il rettor maggiore don Angel Fernández Artime sarà l’occasione per individuare le priorità dei figli di don Bosco nel lavoro apostolico dei prossimi sei anni. Con due cardini specifici propri per questo Capitolo: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi sempre più vertiginosi, e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Ieri la presentazione dell’evento presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, coordinato da don Giuseppe Costa, giornalista e già direttore della Libreria Editrice Vaticana. Presenti, oltre al rettor maggiore, il cardinale Cristobal López Romero, arcivescovo di Rabat, e don Stefano Vanoli, Regolatore del Capitolo, che ha offerto alcuni dettagli sull’assise, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori.

Il capitolo si terrà a Valdocco.

«È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove»,

ha spiegato don Fernández Artime, che ha ribadito l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro, quello di vivere il proprio carisma con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. Soprattutto attraverso l’educazione.

«Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, – ha precisato il rettor maggiore – quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa». Il decimo successore di don Bosco, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha illustrato l’impegno dei salesiani in alcune regioni particolari, come il Venezuela, dove la Congregazione ha aiutato – anche economicamente – non solo alle opere salesiane ma anche le famiglie e le realtà più bisognose, come la Siria, con i salesiani che non hanno abbandonato quella popolazione martoriata dalla guerra, e l’Africa dove «sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana».

Per il cardinale López Romero, che l’altra sera è stato ricevuto in udienza dal re del Marocco,

«oggi come mai è necessario che i salesiani continuino a essere presenti nelle periferie, nelle frontiere, nei luoghi di guerra, proprio come ci ha indicato don Bosco, il cui carisma è stato missionario fin dal primo momento».

L’arcivescovo di Rabat, che papa Francesco ha onorato con la porpora nell’ultimo Concistoro, ha ricordato che i salesiani hanno

«una grande capacità di adattarsi ai diversi contesti anche politici e di essere realisti, in quanto il loro unico obiettivo è quello di agire per il bene dei giovani».

«Ciò – ha spiegato – non significa però non essere critici. Vediamo le difficoltà ma cerchiamo di superarle con l’educazione e la formazione. Così come i radicalismi che sono generati esclusivamente dall’ignoranza».

Citando il celebre invito di don Bosco a formare “buoni cristiani e onesti cittadini” il cardinale ha poi osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana.

«Sono convinto – ha osservato – che se don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: “Onesti cittadini e buoni credenti”».

Don Bosco infatti «avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso».

Da sapere

Ordinariamente il Capitolo generale dei salesiani si raduna ogni sei anni per fare il punto della situazione, tracciare le linee per il sessennio successivo, ed eleggere il rettor maggiore e gli altri membri del Consiglio Generale. Quest’anno i capitolari saranno 243 tra aventi diritto di voto e in vitati. Lo spagnolo don Angel Fernandez Artime, 60 anni, è stato eletto rettor maggiore nel precedente Capitolo del 2014 ed è rieleggibile per un altro mandato.

La presenza dei «figli» di Don Bosco 14.618 i salesiani nel mondo (132 vescovi, 14.056 professi e 430 novizi) 1.392 coadiutori, con 28 diaconi permanenti, in 1.802 opere erette canonicamente 3.643 scuole e istituti con 940mila allievi e 68mila docenti e formatori 830 centri di formazione professionale, 200mila allievi e 15mila docenti.

Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale (CG28)

Nella giornata di oggi, 23 gennaio, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28) presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, alla presenza del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, del card. Cristóbal López Romero sdb arcivescovo di Rabat, di don Stefano Vanoli, regolatore dei lavori del 28° Capitolo Generale,  e di don Giuseppe Costa sdb, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

(ANS – Roma) – Vivere il carisma salesiano con concretezza e realismo, per ottenere sempre il massimo possibile in favore di tutti i giovani del mondo – cristiani, musulmani, induisti, agnostici… – e specialmente di quelli più poveri e privi di risorse. È questo l’impegno che contraddistingue i salesiani da sempre e che vuole essere mantenuto anche in futuro. Lo hanno ribadito oggi, 23 gennaio, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e il card. Cristóbal López Romero, SDB, arcivescovo di Rabat, nella conferenza stampa di presentazione del 28° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana (CG28).

L’incontro con giornalisti e media, svoltosi presso la Sede Centrale Salesiana a Roma, nell’opera del “Sacro Cuore”, è stato aperto da don Giuseppe Costa, SDB, giornalista e già Direttore della Libreria Editrice Vaticana, il quale in apertura ha presentato i relatori – oltre al Rettor Maggiore e al card. López, anche don Stefano Vanoli, Regolatore del CG28 – e introdotto un breve video con dei dati statistici sulla presenza salesiana nel mondo.

Successivamente ha preso la parola Don Á.F. Artime, che ha spiegato la natura del Capitolo Generale – “una grande assemblea democratica, che raccoglie innumerevoli lingue, culture ed esperienze” – e ne ha sintetizzato i fini: individuare le priorità della Congregazione per il lavoro dei prossimi 6 anni. Con due cardini specifici propri per questo CG28: la sintonizzazione con i giovani in un mondo che cambia a ritmi vertiginosi; e la consapevolezza di lavorare insieme con i laici in questa missione.

Il card. López, da parte sua, ha arricchito il dialogo, forte della sua variegata esperienza: nell’Europa secolarizzata, nella fede popolare dell’America Latina, nei contesti dove il Cristianesimo è netta minoranza, come il Marocco, dove serve attualmente. Proprio la realtà dei salesiani in quel Paese è divenuta il paradigma per illustrare alcune caratteristiche proprie del lavoro salesiano.

“I salesiani sono sempre stati uomini delle frontiere… Siamo stati e siamo più del Sud che del Nord, più degli estremi che dei centri, più del quartiere popolare che del centro della città”.

Citando il celebre motto di Don Bosco – tema della Strenna di quest’anno, “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini” – il porporato ha osservato che esso si applica felicemente anche nei contesti a maggioranza musulmana:

“Sono convinto che se Don Bosco fosse oggi nei Paesi musulmani, trasformerebbe il suo famoso slogan dicendo: ‘Onesti Cittadini e Buoni Credenti’. Don Bosco avrebbe assimilato il Concilio Vaticano II e lo avrebbe messo in pratica, evitando il proselitismo (che all’epoca era normale) e impegnandosi nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso”.

Il tutto, ovviamente, senza rinnegare la propria identità, ma anzi valorizzando e dando spessore ad un altro motto propriamente salesiano: “Educare evangelizzando ed evangelizzare educando”.

Anche il Rettor Maggiore, nelle domande libere che sono susseguite, ha ribadito che nella Congregazione l’annuncio esplicito è e resta un punto fermo, nelle realtà in cui esso è possibile ed efficace; ma ha ricordato come la miglior forma di evangelizzazione oggi passi sempre più attraverso la testimonianza di vita che fa sorgere delle domande.

In risposta agli interrogativi dei presenti, Don Á.F. Artime ha anche spiegato perché il CG28 si svolgerà a Valdocco:

“È un ritorno a casa, alle origini, lì c’è Don Bosco. Non è la stessa cosa fare un incontro lì o altrove”;

mentre don Vanoli ha offerto alcuni dettagli sull’assise capitolare, tra cui la novità della presenza di alcuni giovani e laici che parteciperanno, in due diverse settimane, ai lavori del capitolo.

Prima di concludere sono state prese in esame alcune specifiche realtà di servizio, come le presenze in Venezuela o in Africa. In merito alla prima Don Á.F. Artime ha parlato del sostegno concreto – anche economico – che viene offerto dai salesiani non solo alle opere salesiane, ma anche direttamente alle famiglie bisognose; e ha ricordato che, com’è accaduto con l’Ebola in Africa Occidentale o in Siria durante la guerra, “i salesiani nei momenti di difficoltà restano sempre al fianco della popolazione”.

Quanto al contesto africano – dove i salesiani sono presenti in 42 Paesi – dopo aver illustrato diversi esempi di lavoro pastorale ed educativo, ha affermato:

“Noi salesiani non risolviamo i problemi dell’Africa e non possiamo eliminare le disuguaglianze. Ma sicuramente la vita di migliaia di giovani non sarebbe la stessa senza l’educazione salesiana”.

E il card. López ha aggiunto che i Figli di Don Bosco in Africa hanno anche la missione specifica di “dare speranza” a un continente dove i giovani sono, sì, tantissimi, ma spesso si sentono ingabbiati in un futuro privo di opportunità.

In conclusione, il Rettor Maggiore ha condiviso con i giornalisti:

“Quando la Chiesa, la Congregazione fanno qualcosa che non va, quando ci sono errori, sbagli e fragilità, è giusto dirlo. Ma in oltre 100 nazioni ho visto davvero anche quanto bene viene fatto dai salesiani e dalla Chiesa”.

Servizio sul TG2

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