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Cnos Fap Fossano: gli studenti si raccontano

Le allieve e gli allievi del CNOS-FAP di Fossano si raccontano agli studenti delle classi terze medie.

Sorprenditi, imparare attraverso il fare si può.

Cnos Fap Vercelli, La Stampa racconta l’open day virtuale

Su La Stampa edizione Torino è uscito un articolo che racconta l’Open Day virtuale del CFP di Vercelli.

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Gli open day, nei tempi difficilissimi e tristi della pandemia, diventano virtuali con visite online all’interno delle scuole. E così si possono vedere live le future aule, scoprire i laboratori che i ragazzi frequenteranno ed incontrare i professori. La scuola del Belvedere, il «Cnos-Fap» di corso Randaccio 14, è una di quelle: già in azione durante il primo lockdown di marzo, adesso propone a genitori e studenti il suo «a porte aperte» in modalità virtuale. Ed è un’idea che piace. Come funziona? Entrare online nell’istituto è molto facile. Innanzitutto per usufruire di quest’opportunità bisogna collegarsi a vercelli.cnosfap.net/partecipazione-open-day/, poi compilare ed inviare il form. In tempi brevissimi, un giorno o due al massimo, arriverà il video che presenta tutti i corsi dell’anno scolastico 2020-21. Dice Flavio Ardissone: «Il video è completo e curato come un tour fisico. Una sorta di piazza dei mestieri in cui si può conoscere tutto quello facciamo». Buon viaggio virtuale.

Il riscatto delle donne riparte anche dalla cucina – Le cuoche combattenti del Cnos Fap di San Benigno

Pubblichiamo un articolo de La Stampa, a firma di Alessandra Iannello, sul progetto Pathways: per 22 donne vittime di tratta delle schiave l’opportunità di riscatto è rappresentata dai corsi di formazione nel settore alberghiero e ristorativo organizzati dalla CRI, in collaborazione con il Centro Nazionale delle Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale.

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Le donne devono stare in cucina. Quella che può sembrare un’offesa sessista, in realtà è stata presa alla lettera per riscattare vite che, lontane dai fornelli, avrebbero avuto poche possibilità di emergere.

Pasticcere e pastaie a Torino

Come è successo a Siddhi, 42 nigeriana, arrivata in Italia poco più che bambina e costretta a una vita da incubo. La sua rivincita è arrivata grazie alla Croce Rossa e al progetto europeo Pathways che coinvolge anche Grecia e Gran Bretagna. Per 22 donne vittime di tratta delle schiave l’opportunità di riscatto è rappresentata dai corsi di formazione nel settore alberghiero e ristorativo organizzati dalla CRI, in collaborazione con il Centro Nazionale delle Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale. Dopo un mese di lezioni teoriche e laboratori di cucina, pasticceria e pulizie nel centro salesiano di San Benigno (Torino), le ragazze hanno potuto svolgere uno stage di 60 ore e, successivamente, un tirocinio finalizzato all’inserimento lavorativo di sei mesi. «A montare gli albumi a neve ci pensa Cindy – dice Daniela Gilardo, la docente del corso che tutte chiamano maestra – perché non solo realizza un prodotto perfetto ma lo fa cantando e ballando». Il buon umore si diffonde in tutta la cucina del centro di San Benigno, dove, a fine corso, si ripassano le ricette e si memorizzano i nomi più difficili degli ingredienti. La maestra riscrive alla lavagna le dosi per gli impasti, le ragazze prendono appunti, memorizzano e si esercitano ai fornelli. «È impossibile dimenticare quello che ho passato – confida Ritha, mamma di un bambino di sei anni, anche lei nigeriana e anche lei arrivata in Italia quando era ancora una ragazzina – ma impegnarmi in questo corso è una distrazione e allo stesso tempo una speranza. Nonostante tutto il dolore, la vita continua e avere delle persone accanto a me che mi dicono “Ce la puoi fare” mi dà la forza».

L’etichetta delle Cuoche Combattenti Marmellate contro la violenza a Palermo

«Mai più paura, mai più in silenzio, non siamo vittime ma combattenti». Questo il motto delle Cuoche Combattenti, un gruppo di donne vittime di violenza che hanno aperto a Palermo un laboratorio di trasformazione e produzione alimentare. «Il progetto – ricorda la titolare Nicoletta Cosentino – nasce nel 2017, dopo aver frequentato una borsa lavoro proposta dal centro antiviolenza Le Onde Onlus, presso un laboratorio di trasformazione alimentare. In seguito ho avuto accesso al progetto VITAE (Violenza verso le donne: Iniziative Territoriali per l’Autonomia e l’Empowerment). Dopo un anno di presentazioni del progetto e ricerca di finanziamenti attraverso eventi di crowdfunding, ho presentato richiesta di un finanziamento di Microcredito presso la Banca Popolare Etica, a cui si aggiunge il supporto economico della rete Nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro La violenza) che mi ha assegnato una Dote di libertà prevista a sostegno delle donne seguite dai centri antiviolenza aderenti alla rete». Apre così, il 27 settembre 2019, il laboratorio artigianale Cuoche Combattenti nato dall’idea di sviluppare autonomia e indipendenza economica per donne che escono da relazioni violente e che intraprendono un percorso di rinascita personale e professionale. Il catalogo delle cuoche palermitane comprende conserve, confetture extra di frutta di stagione, pesti di ortaggi, prodotti da forno e altre bontà di frutta secca. Le materie prime provengono tutte dal territorio siciliano, innescando così un circolo virtuoso che sostiene lo sviluppo dell’economia del territorio. I prodotti delle «Cuoche Combattenti», acquistabili online nell’e-commerce del sito, si caratterizzano per l’Etichetta Antiviolenza, che veicola messaggi per combattere la violenza sulle donne, smontare stereotipi e ruoli relazionali che autorizzano abusi, smascherare la violenza psicologica e rinforzare l’autostima e la libertà personale. Al frantoio L’olio rosa della Toscana Cassa integrazione, smart working, licenziamenti.

Gli incubi legati al Covid 19 passano anche per il mantenimento del proprio posto di lavoro. A questo deve aver pensato in quest’ultimo periodo Judyta Tyszkiewicz – polacca di nascita, ma toscana d’adozione – che ha lasciato il lavoro di assistente dentista e nel 2012 ha fondato la Ranocchiaia, a San Casciano Val di Pesa (Firenze) insieme con il marito Gian Luca Grandis. Per dare una mano alle donne della sua comunità, ha riunito sette donne e ha realizzato un frantoio tutto in rosa. C’è Natalia (ristoratrice e mamma di un bimbo di 5 anni), Sofia (studentessa di Agraria), Emilia (due figli di 8 e 16 anni), Donatella (un figlio di 19 anni), Silvia (sorella di Gian Luca) e Nicole, l’aspirante attrice che ha ereditato dai nonni in Puglia la passione per l’olio extravergine d’oliva. Storie tutte diverse, ma in un momento così difficile per l’emergenza sanitaria ognuna di esse ha trovato nell’azienda agricola toscana una seconda opportunità. Infatti, a causa del Covid 19 alcune di loro sono state messe in cassa integrazione dalle aziende per cui lavoravano, altre invece arrivano al frantoio Grandis appena finito il turno di smart working a casa. «Sono orgogliosa della mia squadra – spiega Judyta – perché insieme, grazie a un po’ di flessibilità e cercando di venire incontro alle necessità di ognuna, riusciamo a produrre un olio Evo di alta qualità».

CNOS FAP, lettera del direttore: “Lasciamoci guidare dalla speranza”

Pubblichiamo la lettera mensile del direttore generale del CNOS FAP regionale, Lucio Reghellin.

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Non vorrei aggiungere altri commenti ai tanti che sentiamo in questo periodo, se non invitarvi alla Speranza.

Mi consola il fatto che anche don Bosco ha vissuto una situazione simile.

Nell’estate 1854 a Torino scoppia il colera che ha il suo epicentro a Borgo Dora, dove si ammassano gli immigrati, a due passi dall’oratorio di don Bosco. A Ge­nova ha già fatto 3.000 vittime in un solo mese, a Torino, 800 colpiti e 500 morti. Il sindaco rivolge un appello alla città, ma non si trovano volontari per assistere i malati né per trasportarli al Lazzaretto. Tutti sono presi dal panico. Il giorno della Madonna della Neve (5 agosto) don Bosco raduna i suoi ragazzi e promette: «Se voi vi mettete tutti in grazia di Dio e non commettete nessun peccato mortale, io vi assicu­ro che nessuno di voi sarà colpito dalla peste» e chiede loro di dedi­carsi all’assistenza degli appestati. Tre squadre: i grandi a servire nel Lazzaretto e nelle case, i meno grandi a raccogliere i moribondi nelle strade e i malati abbandonati nelle case. I piccoli in casa disposti alle chiamate di pronto inter­vento. Ognuno con una bottiglietta di aceto per lavarsi le mani dopo aver toccato i malati. La città, le autorità, anche se anticlericali, sono sbalordite e affascinate. L’emergenza finisce il 21 novembre. Tra agosto e novembre a Torino ci furono 2.500 appestati e 1.400 morti. Nessuno dei ragazzi di don Bosco si ammalò[1] .

Che cosa fare oggi? Credo sia importante affrontare il momento con realismo ma senza lasciarsi prendere dal panico. Cerchiamo di fare il bene degli allievi, lasciandoci interrogare dalle famiglie, dai ragazzi e dalla situazione dei colleghi. È necessario confrontarsi insieme per analizzare la situazione, magari pregarci sopra, prendere le decisioni opportune e poi attuarle. Don Bosco, a chi chiedeva qual era il suo metodo, rispondeva: “Vado avanti come lo spirito mi ispira e le circostanze mi suggeriscono”[2]Credo sia un metodo che ci può aiutare anche in questi momenti. Andiamo avanti affrontando la realtà con pazienza e coraggio, senza troppe lamentele e paure, lasciandoci guidare dalla Speranza.

Alcune sedi operative sono più provate, altre di meno. Alcune situazioni famigliari sono difficili.

A chi è stato colpito dal virus, ai ragazzi, ai colleghi e ai loro congiunti, auguro una pronta guarigione e una ritrovata voglia di ‘vivere’.

Lucio Reghellin

 

CFP Fossano: “è la passione che ti arde in cuore” – la testimonianza dei ragazzi 1° Elettro

Gli allievi della 1° Elettro del CNOS-FAP di Fossano hanno provato a raccontare le loro passioni, aspettative e fatiche nell’affrontare questi primi mesi di scuola. Di seguito l’articolo oggi pubblicato sul sito dell’opera.

“È la passione che ti arde in cuore”

Un canto oratoriano di qualche anno fa, citava questa frase “…è la passione che ti arde in cuore, è quella stella che ti fa sognare…”, per descrivere la passione educativa di Don Bosco per i suoi ragazzi.

Ora, gli allievi della 1° Elettro del CNOS-FAP di Fossano hanno provato a raccontarci le loro passioni nell’affrontare questi primi mesi di scuola, caratterizzati da attività di laboratorio e formazione a distanza (la cosiddetta FAD). Seguono alcune risposte significative tratte da un elaborato scritto che fa emergere non solo queste passioni, anche le loro aspettative e le loro fatiche.

Pensa a un anno fa, quali erano le tue aspettative per il futuro? Cosa ti ha portato a scegliere questo indirizzo di studio?

Le mie aspettative erano di fare l’elettricista perché mi piace collegare i cavi e vedere che da un interruttore si può accendere una lampadina. Un anno fa ho un po’ faticato a trovare il settore o la scuola che volevo fare ma alla fine l’ho trovata. E la scelta mi è stata anche più semplice perché mio fratello era anche venuto nella stessa scuola e si era trovato benissimo. 

Un anno fa avevo l’idea molto chiara su questo settore perché venendo a visitare la scuola mi ha interessato molto, ma anche meccanica industriale mi aveva interessato molto, ma alla fine mi è piaciuto più il settore elettrico. In particolare per le ore di laboratorio, ho sempre preferito lavorare che studiare.

Da sempre mi appassiona montare e smontare gli apparecchi elettrici e mi ha sempre attirato vedere l’elettricista quando faceva lavori a casa mia.  

Si un anno fa sapevo già di scegliere questa scuola perché mio padre ha una ditta di impianti elettrici ed io ho intenzione di continuare questo percorso perché è un lavoro interessante e in continuo sviluppo…

A poco più di un mese dall’inizio delle lezioni, cosa ti coinvolge e appassiona maggiormente?

La cosa che mi ha appassionata di più è stato il cablaggio della centralina perché un giorno sono venuta nel laboratorio dei salesiani e mi hanno fatto provare a fare un impianto ma sbagliai tutto. Ora che ci capisco qualcosa in più, è più bello!!!

Mi sono appassionato all’impianto dello sgabuzzino che abbiamo fatto con il prof. in laboratorio, perché è stato un progetto completo dalla progettazione su carta fino al montaggio.

Quello che mi ha appassionato maggiormente è stato il primo pannello di elettro dove siamo partiti dalle basi collegando la centralina ad un interruttore unipolare ad una lampadina e poi anche ad una presa.

Dopo questo mese di scuola mi ha appassionato un giorno di laboratorio dove ho finito di montare il primo impianto, quando ho acceso la lampadina è stata la mia prima emozione. 

Quali sogni hai nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un bravo ed esperto elettricista e lavorare nelle abitazioni, fare impianti elettrici e risolvere problemi delle persone.

Il mio sogno nel cassetto è avere una bellissima famiglia, un bel lavoro (da elettricista) e una villa; lo so che chiedo un po’ troppo però sarebbe una cosa bellissima.

Un giorno mi ricordo che dissi a mio papà che da grande volevo una macchina come la sua e lui mi rispose che se la voglio devo impegnarmi e lavorare molto, questa cosa mi ha fatto riflettere molto.

Abbiamo la speranza che la passione per il settore elettrico emersa in questi elaborati, possa essere sempre più solida e solidale, non concentrata solo sul successo professionale ma finalizzata al bene comune.  Auguriamo a questi giovani di poter proseguire con serenità e impegno il cammino da loro incominciato, convinti che ogni giovane che entra in una casa salesiana goda sempre della protezione della nostra Madre del Cielo.

Due corsi Cnos-Fap Saluzzo per disoccupati nel settore alimentare e ricettivo

I due corsi gratuiti per disoccupati disponibili al Centro di Formazione Professionale di Saluzzo: addetto panettiere e pasticcere. Di seguito l’articolo pubblicato su La Nuova Gazzetta di Saluzzo nella giornata di oggi.

Due corsi Cnos-Fap per disoccupati nel settore alimentare e ricettivo

VIA ALLE ISCRIZIONI (GRATUITE), 600 ORE DI LEZIONE (240 DI STAGES)

Due corsi Cnos-Fap per disoccupati nel settore alimentare e ricettivo SALUZZO Al Cnos Fap (Centro nazionale opere Salesiane) di Saluzzo, in via Griselda 8, sono aperte le iscrizioni a due corsi pomeridiano-serali aperti a disoccupati maggiorenni.

I corsi, entrambi da 600 ore con 240 ore di stage in azienda, rilasciano la Qualifica professionale e sono gratuiti perché finanziati dalla Regione Piemonte e dal Fondo Sociale Europeo. I percorsi sono: addetto panettiere/pasticcere (con nozioni di pizzeria).

“Collaboratore polivalente nelle strutture ricettive e ristorative”: una figura in grado di pulire, detergere, sanificare, rifare le camere, fare accoglienza, preparare e servire le colazioni sia in strutture ricettive di tipo turistico, ma anche in tutte quelle strutture in cui sia necessario svolgere le mansioni indicate (case di riposo, Rsa, comunità, agriturismi).

Sia durante il corso che al termine, gli iscritti saranno seguiti ed aiutati dallo Sportello per i servizi al lavoro, interno alla sede, per valutare un inserimento lavorativo.

Le lezioni si svolgeranno in presenza se la situazione lo consentirà, altrimenti in parte con formazione a distanza (Fad), relativamente alla parte teorica e in parte in presenza (per la parte pratica di laboratorio e stage). I corsi a oggi sono approvati in attesa di finanziamento: gli iscritti saranno sottoposti ad una semplice prova preselettiva e ad un colloquio motivazionale.

Per maggiori informazioni rivolgersi alla sede di Saluzzo in via Griselda 8 con orario: dal lunedì al venerdì dalla 8 alle 13 e dalle 14 alle 17, oppure tramite mail a info.saluzzo@cnosfap.net o chiamare il numero 0175-248285. L’offerta formativa si trova anche sul sito cuneo.cnosfap.net/saluzzo o sulla pagina facebook.

CFP Fossano: “Live the dream”

Live the dream” (Vivi il sogno): questo lo lo slogan installato nel Centro Professionale di Fossano dai ragazzi della terza agricola e che domina il cortile del centro. Di seguito l’articolo pubblicato ieri sul sito dell’opera.

“Live the dream”, ovvero “Vivi il sogno”: da oggi questa scritta domina il cortile del nostro centro.

Essa riprende l’invito della proposta pastorale salesiana per il 2020-21 a far sempre più nostro il sogno dei 9 anni di Giovannino Bosco, sogno che segnò tutta la vita e la missione del futuro “santo dei giovani” e di cui nel 2024 ricorrerà il bicentenario.

Nonostante le innumerevoli fatiche di questo inizio di anno formativo, è evidente che il nostro continuare imperterriti a dare e fare il massimo è segno di essere pienamente dentro questo sogno, il sogno del carisma salesiano, che oggi passa attraverso di noi, formatori, ragazzi e tutti i vari collaboratori.

Come formatori, in particolare, ci impegniamo ad aiutare ciascuno dei ragazzi del centro a vivere il sogno di una vita piena, felice, impegnata, donata…live the dream!

P.S. Grazie agli splendidi ragazzi della terza agricola che hanno collaborato all’installazione della scritta!

CFP Bra: è realtà la quarta edizione del Corso Tecnico Trasfertista

Per il Centro di Formazione Professionale di Bra è avvenuta l’approvazione da parte della Regione Piemonte della 4° ed. del Corso di Tecnico Trasfertista. Di seguito l’articolo gentilmente fornito alla Redazione da Franco Burdese.

E’ REALTA’ LA QUARTA EDIZIONE DEL TECNICO TRASFERTISTA PROMOSSO DALLA REGIONE PIEMONTE

La quarta edizione del Corso di Formazione Regionale Tecnico Trasfertista è realtà. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il CFP del Cnosfap di Bra ha ottenuto l’autorizzazione a procedere. Ne sarà particolarmente felice l’ing. Carlo Gai che cinque anni or sono credette fortemente in questo progetto.

“Stiamo organizzando la partenza del corso- ha commentato Valter Manzone Direttore del CFP dei Salesiani di Bra– che avrà un suo iter burocratico prima di potere essere avviato. Pensiamo di potere partire con questa quarta edizione entro i primi giorni di novembre se tutto procederà come previsto. E’ una grande soddisfazione essere di aiuto ad aziende in questo momento non facile. La formazione penso sia sempre più al centro della vita dei nostri potenziali allievi e delle attività produttive che potranno ospitarli in stage o apprendistato.”

La quarta edizione, presentata al bando della Regione Piemonte a fine luglio, è stata migliorata grazie alla collaborazione delle molte aziende partecipanti al progetto ed alle tecnologie dell’IIS Vallauri e del Cnosfap con l’avvallo del Politecnico di Torino. Un apposito accordo con Kuka, azienda produttrice di robot, ha inserito nel corso un modulo specifico sull’utilizzo di tecnologie robotizzate. Una parte del percorso nell’inglese per trasfertista è stata strutturata a distanza per allenare gli allievi all’approccio in apprendimento FAD.

Le otto certificazioni rilasciate durante il percorso in materia di sicurezza e di utilizzo di attrezzature fanno la differenza per il contesto aziendale dove andranno ad operare gli allievi.

Le discipline riguardano tecniche di installazione e collaudo 30 ore, manutenzione meccanica 30 ore, manutenzione elettrica e plc 80 ore, disegno e progettazione 20 ore, attrezzaggio meccanico 20 ore, sicurezza e normative (rilascio di attestati riconosciuti) 82 ore, comando robot 14 ore, formazione cross culturale 7 ore, lingua inglese 80 ore, pari opportunità 12 ore, accoglienza e progetto personale 9 ore. A queste si abbinano 360 ore di alternanza in stage o in apprendistato. Sono una cinquantina le pre-iscirizioni che porteranno alla selezione prevista per fine ottobre, ma se ne stanno attendendo molte altre per un potenziale inserimento al lavoro di altissima specializzazione e ben remunerato.

Per chi fosse interessato, anche a cambiare la propria condizione di lavoro migliorandone le competenze, è possibile ricevere informazioni visionando il sito www.tecnicotrasfertista.it

“Siamo molto soddisfatti- ha commentato Guglielmo Gai AD della Gai Macchine di Ceresole d’Alba- dell’approvazione del corso Tecnico Trasfertista. Abbiamo necessità di queste figure nelle molte realtà metalmeccaniche che fortunatamente proseguono ad esportare i propri prodotti di altissima qualità. Spesso i nostri clienti ci riconoscono la qualità delle nostre macchine rispetto ai competitor. Penso che sia merito anche dei nostri collaboratori, compresi i Tecnici Trasfertisti che in questi tre anni abbiamo assunto in Gai, se queste recensioni positive di chi sceglie i nostri macchinari si moltiplicano.”

Chi volesse maggiori informazioni o chiarimenti può telefonare al numero 0172/4171111 corrispondente al centralino del CFP dell’Associazione Cnosfap di Bra.

Franco Burdese

CFP Fossano: una divisa per fare squadra

Gli allievi del corso di Termoidraulica del CNOS-FAP di Fossano ringraziano l’Idroterm per il costante supporto e per le divise ricevute in dono ed indossate con orgoglio da futuri installatori.

Anche se “l’abito non fa il monaco,” sicuramente in questo caso, conferisce ai giovani allievi un’immagine concreta in cui credere e a cui ispirarsi per la propria crescita personale e professionale. Un nuovo tassello nella costruzione di un rapporto di scambio e collaborazione che potrà proseguire in futuro quando gli allievi entreranno da protagonisti nel mondo del lavoro.

(pubblicato sul sito del CFP di Fossano il 14 ottobre)

CFP Fossano: l’iniziativa “A colloquio con la professione”

Il Centro di Formazione Professionale di Fossano è partner del progetto Città dei Talenti, un progetto selezionato da Impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato dalla Fondazione CRC.

A “COLLOQUIO CON LA PROFESSIONE” è un’iniziativa del progetto volta a aiutare i genitori a esplorare il mondo delle professioni con gli occhi di chi è operativo sul campo. L’obiettivo è consentire a queste figure, molto coinvolte nei processi di scelta dei figli, di ottenere indicazioni sulle evoluzioni dei vari settori lavorativi, raccogliere i bisogni relativi alla ricerca delle figure professionali, oltre che riflettere – con gli esperti – sulle competenze ed abilità oggi fondamentali, in ogni ambito di lavoro.

Supportare i ragazzi nella ricerca del loro talento è fondamentale…significa aiutarli a diventare una sorgente di acqua sempre nuova.

Le attività si terranno il 20 ottobre alle ore 17.45 presso la Città dei Talenti in via San Luigi Gallo n°1, Cuneo.

Iscrizioni entro il 16 ottobre a info@cittadeitalenti.it – specificando la data dell’incontro.