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Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli indigeni come custodi del creato

Dal sito infoANS.

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Ultimo appuntamento nella rubrica degli 11 del mese dedicati alla Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato – la nostra missione”: don Gaudencio Campos, salesiano dell’Ispettoria brasiliana di Manaus (BMA), indigeno della tribù Dessano, ci regala una riflessione sul ruolo degli indigeni nella cura del Creato.

Nell’esperienza indigena, la natura è composta da animali, foreste, fiumi, uccelli, esseri umani, ecc. e contiene elementi fisici e spirituali, poiché tutto nasce dallo spirito creatore, considerato per gli popoli indigeni come il nonno dell’universo. Secondo, gli indigeni del popolo Dessano di Rio Negro, il nonno dell’universo ha creato il mondo in armonia e ha bisogno di essere mantenuto così dai suoi nipoti, che siamo noi. Pertanto, lo sforzo quotidiano è inteso a mantenere in ordine l’equilibrio, attraverso benedizioni o altre cure fondamentali in vista del bene della natura e dell’umanità.

La cura del creato è essenziale per mantenere il benessere e il futuro delle persone, poiché la natura fornisce tutto. È inconcepibile comprendere l’essere umano senza natura o estraneo alla creazione. C’è, nella comprensione indigena, una relazione sacra o spirituale, una vera simbiosi, perché tutto ciò che riguarda la natura riguarda anche l’umanità.

Ricordo che in passato e anche oggi, quando si lavora nei campi, gli uomini e le donne benedicono il luogo o il territorio, perché ritengono che quel luogo abbia una storia, quindi ha vita.

La salvezza di ciascuno passa anche attraverso la salvezza della natura o della creazione, e la custodia della casa comune come bene di tutti, non solo dei popoli indigeni, ma di tutte le umanità.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli esempi dei martiri salesiani Rodolfo Lunkenbein e Simão Bororo per la difesa della terra

Dal sito infoANS.

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Per la Giornata Missionaria Salesiana (GMS) 2023, dedicata al tema “Cura del creato, la nostra missione”, e in prossimità della ricorrenza mensile delle missioni salesiane, ricordiamo la testimonianza di due martiri che hanno dato la propria vita per difendere la terra: don Rodolfo Lunkenbein, SDB, e l’indigeno Simão Bororo.

A metà del XX secolo cominciarono ad emergere grandi progetti per esplorare le risorse dell’interno del Brasile e, per realizzarle, tutto ciò che era di ostacolo doveva essere eliminato. Così i gruppi indigeni più fragili iniziarono a chiedere aiuto per la natura minacciata dall’agrobusiness: i Bororo del Mato Grosso perdevano le loro terre, vedevano il loro territorio ridursi e gli splendidi paesaggi del Brasile centrale sostituiti da estesi campi di monocoltura di soia…

È in questo contesto che il giovane Rodolfo Lunkenbein inizia il suo percorso missionario a Meruri, villaggio indigeno bororo nel Mato Grosso.

Trovò un gruppo già ridotto e stanco di combattere, senza prospettive per il futuro, scoraggiato. Assumendo i nuovi orientamenti della Chiesa postconciliare, Rodolfo combatté perché si realizzasse il programma voluto dal CIMI (Conselho Indigenista Missionário): Chiesa rinnovata nella sua opera missionaria, opzione per i più svantaggiati, nel loro caso, gli indigeni, e lotta per la terra.

Fino all’ultimo momento della sua vita lavorò con i Bororo, preparando i terreni per le piantagioni; morì con abiti sporchi di terra, sudore e macchiati di sangue… la terra che cercò di recuperare affinché i Bororo potessero vivere in pace e armonia.

Nel momento supremo il suo amico Simão non ebbe paura di rischiare la vita andando a difenderlo; morì ore dopo perdonando i suoi assassini.

Simão, missionario indigeno tra la sua gente, muratore e costruttore di case, che conosceva il segreto delle erbe della campagna, che sapeva trattarle e con esse curare e lenire disturbi e malattie. Simão amico dei bambini; Simão che sognava terre fertili piene di uccelli, animali, frutti e fiumi puliti… Simão scelto da Dio per il suo momento supremo insieme a Padre Rodolfo: il martirio.

La loro memoria sopravvive e stimola ad essere custodi del creato, vivendo in armonia con la natura e in pace con tutti.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli sfollati climatici

Dal sito infoANS.

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Continuano le pillole di informazione e riflessione sulla Giornata Missionaria Salesiana 2023, offerte dal Settore Missioni attraverso l’ANS.

Oggi proponiamo il contributo della dott.sa Amaya Valcárcel, ricercatrice presso la Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede.

Come dichiara Papa Francesco,

“siamo nel mezzo di un’emergenza”.

La crisi climatica continua a minacciare i diritti fondamentali delle persone e gli sfollamenti causati dai cambiamenti climatici sono in aumento.

La crisi climatica ha un volto molto umano. È già una realtà per moltissime persone vulnerabili in tutto il mondo.

La Chiesa Cattolica mostra una cura pastorale attenta per coloro che sono stati sfollati dalle loro case a causa degli effetti di questa crisi climatica.

La crisi climatica sta già provocando e aggravando gli spostamenti di persone a causa dei disastri naturali di breve e lungo termine.

Solo nel 2020, quasi 31 milioni di persone sono state sfollate a causa di disastri naturali, il numero più alto mai registrato.

Si stima che dal 2008 al 2018 oltre 253,7 milioni di persone siano state sfollate a causa di disastri naturali, con un numero di sfollati da tre a dieci volte superiore a quello dei conflitti armati in tutto il mondo, a seconda della regione in questione.

Entro il 2050, si stima che 250 milioni di persone saranno colpite da sfollamenti forzati e i gruppi più vulnerabili della società continueranno a soffrire di più.

La Chiesa Cattolica è preoccupata da queste sfide e dall’impatto della crisi climatica sulla dignità degli esseri umani. Insieme ai governi, alle altre confessioni cristiane, alle altre tradizioni di fede e alle persone di buona volontà, la Chiesa intende rispondere a queste sfide.

Il magistero della Chiesa Cattolica ha già preso in considerazione la condizione degli sfollati interni, insieme ad altre categorie di migranti, e ha prodotto riflessioni e istruzioni riguardanti la loro cura pastorale, riflesse in particolare nell’Enciclica Laudato Si’.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: Povertà Evangelica

Dal sito InfoANS.

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Continuiamo con gli approfondimenti della Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato – la nostra missione”. Oggi pubblichiamo un estratto dell’articolo scritto da don Damian Taiwo Akintemi SDB, Maestro dei Novizi nell’Ispettoria Africa Occidentale Sud (AOS), in Ghana. Il tema di riflessione stavolta è: “Cos’è la povertà secondo il Vangelo?

Spesso si parla di povertà come mancanza di denaro, cibo, alloggio o altri bisogni primari. Tuttavia, parlando di povertà evangelica ci si riferisce al dono gratuito di sé: donarsi e condividere, superando la continua tentazione del profitto, del calcolo egoistico, dello sfruttamento e della manipolazione degli altri, di se stessi o delle cose.

La povertà, possiamo dire, è una carriera a sé stante e, a dire il vero, è una delle più complicate. Richiede un duro allenamento pratico, così duro ed esigente che il Signore Gesù decise di tenere direttamente per sé l’insegnamento di questa disciplina. Il significato evangelico della povertà salesiana si vede in Gesù di Nazaret che, pur essendo ricco, si fece povero.

Abbracciare la povertà volontaria diventa un valore per chi è chiamato da Dio ad essere religioso. Perché scegliamo una vita di povertà? Guardiamo alla semplicità della vita di Cristo, perché Gesù ha voluto essere povero, ha scelto la povertà come compagna costante della sua vita e ha usato uno stile di vita semplice per svolgere la missione che Gli era stata affidata.

Questo stile di vita semplice è visibile tra gli africani che vivono con il sudore della fronte; esprimono gioia e soddisfazione per il poco che hanno per vivere. I Salesiani testimoniano il valore evangelico della povertà con uno stile di vita semplice ereditato da Don Bosco. Una delle cose più interessanti è la sensibilità per l’ambiente in cui vivono e per le persone che li circondano.

La nostra povertà evangelica diventa qualcosa di positivo quando è frutto e manifestazione dell’amore per gli altri e per tutto il Creato: appare come un carisma di umiltà, semplicità, distacco, solidarietà e fraternità con tutti, a partire dai più bisognosi, ospitalità, “opzione per i poveri” e “promozione della giustizia”, superamento di ogni forma di sfruttamento, di imborghesimento (di tipo capitalista) e di consumismo.

Accogliamo quindi l’invito del Santo Padre a prenderci cura della nostra Casa Comune per vivere nella gioia, nella pace e nell’armonia.