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Santo Rosario in diretta dalla Basilica Maria Ausiliatrice – Venerdì 24 aprile 2020

Per venerdì 24 aprile 2020, la Comunità Maria Ausiliatrice di Valdocco propone alle ore 17.00 il Santo Rosario in diretta dalla Basilica. Il Rosario si potrà seguire su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre), sulla pagina Facebook della Basilica Il cortile di Valdocco e dalla pagina Facebook dell’Ispettoria ICP.

Ad un mese dalla festa di Maria Ausiliatrice, la basilica a lei dedicata da Don Bosco in Torino inaugura un tempo di più intensa preghiera con la recita del santo rosario il prossimo 24 aprile alle ore 17.00. Sarà l’occasione per unire spiritualmente tutti coloro che guardano a questo santuario con particolare affetto e devozione, dalla Città di Torino e dal mondo, esprimere l’unità della Famiglia Salesiana attorno al Successore di Don Bosco e per impetrare dall’Ausiliatrice la fine di questa pandemia e il conforto di tutti quelli che sono nella sofferenza e nel lutto.

(Don Guido Errico – Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco)

INNO AUSILIATRICE

https://vimeo.com/409193417

Il Messaggio del Rettor Maggiore dal Sacro Cuore di Roma

Il Messaggio del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, dalla Basilica del Sacro Cuore di Roma per vivere il 24 del mese uniti nella preghiera con Maria Ausiliatrice.

Qui don Bosco ha celebrato l’ultima eucaristia, già molto anziano e ha pianto quando ha capito la forte presenza della Madonna nella sua vita.

Vi propongo di pregare questa Ave Maria per chiedere giustamente questa presenta di Dio che dà speranza e ci dà la forza per affrontare un momento difficile per la storia umana. Con fede e speranza vi invito a pregare con me.

(Retto Maggiore)

24 marzo 2020: Atto di Affidamento della Famiglia Salesiana a Maria Ausiliatrice

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA AUSILIATRICE
Martedì 24 marzo 2020 ore 12.00

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dell’Agenzia di Informazione Salesiana ANS in merito all’atto di affidamento a Maria Ausiliatrice che il Rettor Maggiore invita a fare domani, 24 marzo 2020, al termine della novena straordinaria iniziata il 15 marzo scorso.

(ANS – Roma) – Al termine della novena straordinaria a Maria Ausiliatrice, pregata in tutto il mondo salesiano, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, invita a fare un Atto di Affidamento rinnovando con il cuore di Don Bosco la propria fiducia a Maria Santissima, in quest’ora di prova e di sofferenza a causa della pandemia del coronavirus.

Don A.F. Artime invita a vivere questo momento in unità con Papa Francesco che chiama tutta la Chiesa e gli uomini di buona volontà a “rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate. La nostra vicinanza ai medici, agli operatori sanitari, infermieri e infermiere, volontari… La nostra vicinanza alle autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro… Vicinanza a tutti”. (Angelus del 22 marzo 2020).

Ogni comunità, ogni gruppo della Famiglia Salesiana, ogni famiglia trovi modi e tempi opportuni per concretizzare questo Atto di affidamento a Maria Ausiliatrice.

A Roma il Rettor Maggiore martedì 24 marzo, Commemorazione mensile dell’Ausiliatrice, alle ore 12 (UTC+1) guiderà la preghiera del Santo Rosario, al termine del quale farà l’Atto di Affidamento a nome di tutta la Famiglia Salesiana, davanti al quadro dell’Ausiliatrice nella Basilica del Sacro Cuore, dove Don Bosco celebrò la Messa il 16 maggio 1887, interrompendola ben quindici volte con le lacrime agli occhi, per aver compreso il significato del sogno dei 9 anni.

Come Don Bosco anche la Famiglia Salesiana oggi crede fortemente che Maria è “grande illustre presidio della Chiesa; aiuto meraviglioso dei Cristiani”, e soprattutto “nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze” ci difende da ogni male dell’anima e del corpo, “e nell’ora della morte accoglie l’anima nostra in Paradiso!”.

La preghiera del Rosario e dell’Atto di Affidamento sarà disponibile domani, 24 marzo, in sei lingue, su ANSChannel in YouTube e la pagina Facebook di ANS.

Alle 8 (UTC+1) in inglese.

Alle 12 (UTC+1) in tutte le altre lingue.

Eccomi! – Video animato su Maria Ausiliatrice: “Il secchio d’acqua”

Si riporta il video animato pubblicato ieri da ANS, l’Agenzia d’Informazione Salesiana, intitolato “Eccomi – Il secchio d’acqua“, riguardante la storia di una simpatica bambina che riceve un prezioso aiuto da una figura rassicurante: una bella signora col sorriso in volto e, in braccio, un bambino.

Eccomi – Il secchio d’acqua

Produttore esecutivo: José Luis Muñoz SDB (Direttore Editoriale)
Regia e disegni: Mauro Borgarello.
Soggetto: Bruno Ferrero.
Musiche: Musicmedia Milano.

 

Incontro del Rettor Maggiore con i novizi salesiani d’Europa

Si riporta la notizia pubblicata su infoans.org riguardo al momento di incontro, svoltosi al colle don Bosco e a Valdocco  dal 20 al 25 maggio, tra tutti i novizi salesiani d’Europa (47 in tutto)

Torino – maggio 2019

Dal 20 al 25 maggio si sono riuniti al Colle Don Bosco e a Valdocco 47 novizi salesiani d’Europa. 5 provengono da Poprad (Slovacchia), 11 da Kopiec (Polonia), 13 da Genzano (Roma) e 18 da Pinerolo (Torino).

Si è trattato dell’XI incontro consecutivo intorno alla festa di Maria Ausiliatrice. Durante le giornate i novizi si sono scambiati le loro esperienze di noviziato in una convivenza piena di momenti di preghiera, di condivisione, di visite ai Luoghi Salesiani e di spiritualità salesiana.

Due momenti intensi hanno segnato l’incontro: il colloquio con il Rettor Maggiore e la festa di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Don Ángel Fernández Artime, ha presentato la situazione della Congregazione Salesiana, i suoi pensieri rispetto alla formazione e gli orientamenti particolari ai novizi.

I formatori e i maestri dei vari noviziati, oltre a spiegare tante cose sui Luoghi Salesiani hanno favorito lo scambio di esperienze e le particolari situazioni della formazione che li attende.

Festa di Maria Ausiliatrice 2019

24 maggio.

Un data che non passa mai inosservata per coloro che seguono e appartengono alla Famiglia Salesiana.

Una data che significa festa e ringraziamento a Maria, madre di tutti noi e soccorritrice di tutti coloro che La invocano.

E con l’insegnamento di don Bosco, che sempre metteva Maria al centro delle sue preghiere, ecco che iniziano tutti i festeggiamenti e ringraziamenti attraverso le S.Messe, le preghiere e la processione finale.

Tante le persone passate in questi giorni anche solo per un saluto all’Ausiliatrice. Sin dalla mezzanotte di ieri, la Basilica di Valdocco è rimasta infatti sempre gremita di tanti devoti, senza lasciar mai sola la statua di Maria Ausiliatrice, ormai pronta per percorrere le strade della città di Torino dalle ore 20.30 di questa sera, con la Solenne Processione.

Rivivi qui sotto, attraverso le dirette Facebook, i momenti più belli della giornata.

Santa Messa – ore 11,00:

FESTA di MARIA AUSILIATRICE – Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino

Publiée par Agenzia Info Salesiana – Ans sur Vendredi 24 mai 2019

L’omelia di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, durante la messa celebrata alle ore 11,00:

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (Lc 1,39-40).

 

Che cosa muove Maria ad affrontare un viaggio faticoso nelle sue condizioni? È l’amore verso la cugina. È il desiderio di lodare insieme il Signore, che ha fatto in lei e in Elisabetta grandi cose. È l’ansia missionaria di donarle Cristo, il Figlio che porta in grembo. È la gioia di comunicare a lei la sua fede. È il bisogno profondo di servirla nelle sue necessità.

Maria insegna alle nostre comunità cristiane e a ciascuno di noi a percorrere le vie della storia e degli ambienti della nostra vita andando incontro alle persone, uscendo da noi stessi e offrendo segni, parole, gesti di amicizia, di annuncio, di preghiera, di servizio. Soprattutto, insegna a portare Gesù ovunque viviamo.

Guardando ora alle nostre realtà locali, vorrei trarre da questa scelta di Maria, che onoriamo oggi con il titolo di Ausiliatrice, riconoscendo dunque che ella aiuta ogni discepolo del suo Figlio, che ella aiuta le famiglie e la Chiesa e il mondo intero con la sua intercessione potente, alcune indicazioni importanti per la nostra missione di credenti oggi e qui, nel nostro concreto vissuto e ambiente.
Maria ci insegna il coraggio di osare. Possiamo dire che è stata questa la caratteristica più forte che ha dato il via al boom economico e a tantissime iniziative di impegno sociale nella nostra terra. Le persone, le famiglie, i gruppi hanno saputo osare e scommettere sul futuro, partendo da una convinta valorizzazione di se stessi, con spirito creativo e carico di speranza.

Oggi, assistiamo a una crisi della speranza, per cui si cerca di conservare l’esistente e si ha scarsa fiducia nel domani. A farne le spese sono soprattutto i giovani, che si vedono tarpare le ali da un mondo “adultizzato”, spesso chiuso dentro i propri schemi culturali e sociali, che stenta ad aprirsi al nuovo e a lasciare spazio alla loro progettualità e fantasia.

Anche nelle nostre comunità avviene lo stesso: si preferisce governare il presente e si ha timore delle novità, che esigono un cambiamento giudicato troppo repentino e non accettabile dalla gente. Così, vediamo quanta fatica si fa ad accettare i nuovi orientamenti pastorali che la diocesi propone, gli inviti e le proposte di formazione degli adulti e di rinnovamento della catechesi o le iniziative rivolte ai giovani, il buon funzionamento delle unità pastorali sul territorio tra parrocchie vicine, ma spesso separate e chiuse all’ombra del proprio campanile. Soprattutto, si fa fatica ad intraprendere un’azione missionaria rivolta a tutte le persone e famiglie che abitano nello stesso territorio cittadino e vivono ai margini delle parrocchie e delle realtà cristiane.

Maria, giovane fanciulla di Nazaret, ci dia il coraggio di osare di più e scommettere sulla fede, confidando nello Spirito Santo e non su di noi e sui nostri progetti, senza paure e timori, con la gioia di camminare in fretta verso il mondo che ci circonda, fortificati da una speranza comune e da un unico obiettivo: quello di annunciare Cristo a tutto campo, senza timori o paure, e vivere il Vangelo della carità verso i poveri, i sofferenti, gli immigrati e i senza dimora, gli anziani e i giovani.

Maria ci insegna a investire il tempo non solo per il proprio benessere fisico e materiale, ma anche per la crescita umana e spirituale. Oggi, nella mentalità prevalente e reclamizzata dai massmedia, emergono regole primarie di vita da perseguire come idoli assoluti e indiscutibili. La prima dice che “il tempo è denaro” e questo principio diventa il valore primario, per cui tutto tende a fare soldi e tutto viene visto come via per raggiungere quest’obiettivo, al quale si sacrifica anche il tempo che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, ai figli, alla comunità e alla solidarietà. «Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?», ammonisce Gesu’ (Lc 9,25). Il lavoro è importante ed è un primario diritto di ogni persona, ma l’uomo non conta per quello che possiede o per quello che è capace di produrre e di guadagnare, perché vale per se stesso in quanto persona, soggetto di esigenze e di attese, che vanno oltre i beni materiali e provvisori ed appellano a quelli spirituali ed eterni.

Legata a questa, c’è poi una seconda regola di vita prevalente nel costume sociale, secondo la quale “il tempo è fatto per divertirsi”, per cui il diritto a ricercare quello che dà piacere e soddisfazione fisica e materiale, costi quello che costi, vale più di ogni altro bene. È la situazione del ricco, richiamata da Gesù nella parabola:

«Godi anima mia e divertiti con i beni che hai accumulato e che ti possono rendere felice. Stolto, dice il Signore, questa notte morirai e dovrai lasciare tutto, senza un minimo di credito, nei confronti di Dio e degli altri, che ti possa salvare dalla condanna eterna» (cfr. Lc 12,19-21).

Con queste regole di vita, il tempo dedicato a Dio, alla preghiera e al prossimo si riduce sempre più e anche gli spazi, che nella nostra cultura e tradizione venivano dedicati al riposo e ai valori dello spirito, come la domenica, sono svuotati della loro anima e si trasformano in ulteriori occasioni di stress, di shopping, di evasione. In questi ultimi tempi, abbiamo notato che diverse categorie di lavoratori si sono mobilitate criticamente contro il tentativo di rendere la domenica e perfino la Pasqua un giorno come gli altri, sottoposto alle leggi assolute del mercato e del consumismo, e hanno esigito che fosse salvaguardata la libertà per la loro vita personale e familiare. La Chiesa sostiene questa rivendicazione e richiama incessantemente il valore religioso e spirituale, ma anche sociale e familiare, della domenica e chiede che di essa tutti possano usufruire per la cura spirituale di se stessi, per l’incontro fraterno in famiglia, per la solidarietà.

Maria ci insegna ad usare il tempo per farci carico del disagio delle persone e delle famiglie. Il paradosso, che esiste oggi nella nostra terra, è ben evidenziato dal fatto che aumentano la ricchezza materiale e sociale, ma crescono anche l’insicurezza e la precarietà,la corruzione che è un cancro sociale dei più dannosi, le preoccupazioni e l’incertezza per il futuro, un clima di conflittualità su tutto e una palese rassegnazione che oscura l’animo di tanti. Spesso, si tratta di un disagio nascosto, che emerge solo nelle sue espressioni più crude, ma che è diffuso in molti nuclei familiari e abbraccia persone di ogni età e condizione.

Interessa anche il vivere quotidiano, per cui non sono pochi coloro che chiedono assistenza alle parrocchie e ai servizi sociali, anche per avere solo qualcosa da mangiare o per pagare il ticket sanitario o le bollette di affitto o di servizi indispensabili. La vita nei quartieri della nostra città e in particolare nelle periferie, diventa sempre più problematica, per la solitudine di tanti anziani che soffrono, oltre che per motivi economici, per la mancanza di affetto, di relazioni di vicinato o di parentela sincere e costanti, di un’efficace prossimità che permetta di affrontare i problemi più semplici e quotidiani. Le situazioni di disagio sono proprie inoltre di tante famiglie composte da donne sole, madri con figli a carico, immigrati non integrati nel tessuto ambientale del territorio, senza dimora che vivono per la strada senza una prospettiva di futuro,campi rom simili a favelas sudamericane, realtà condominiali in perenne conflittualità. La condizione giovanile in particolare è aggravata da condizioni di vita spesso precarie, dovute alla provvisorietà del lavoro, alle difficoltà di sviluppare le proprie attitudini secondo gli studi fatti e le competenze acquisite, alla propaganda accattivante di un facile guadagno su vie disoneste, al rifiuto di responsabilità che conduce a scelte provvisorie nel campo degli affetti.

Accanto alle iniziative promosse dalla Caritas e dalla San Vicenzo e da Migrantes, c’è nella città una numerosa schiera di “buoni samaritani”, disponibili a farsi carico di queste situazioni. Maria ci insegna che questo servizio non può essere solo di pochi o delegato ad esperti o volontari che generosamente si prestano, ma deve essere di ciascuno nei confronti del suo prossimo che gli vive accanto e che ha bisogno di essere accolto e visitato nelle sue difficoltà. Le nostre comunità debbono attivare e promuovere questa rete di prossimità, così da integrare sul piano dell’ambiente di vita quotidiano i servizi necessari alle esigenze delle famiglie e delle singole persone in difficoltà.

A Te, Maria Ausiliatrice, affido tutti gli abitanti della nostra terra torinese e i particolare i giovani. Aiutaci a ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e dell’amore, per superare le contrapposizioni e le tensioni di questo nostro tempo e affrontare i suoi problemi complessi con animo aperto alla speranza che tu infondi nei nostri cuori.

Preparazione, Santa Messa e Processione – ore 18,30-22,00:

Publiée par Agenzia Info Salesiana – Ans sur Vendredi 24 mai 2019

Il saluto finale di Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, al termine della processione:

«Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38)

Nell’esortazione apostolica postsinodale che Papa Francesco ha scritto per i giovani e per tutto il popolo di Dio, il Santo Padre parla di Maria e pone in risalto anzitutto il suo “sì” temerario, con cui ella aderisce alla chiamata di Dio. Maria risponde all’angelo Gabriele: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38)

Questo “avvenga per me” non è un’accettazione passiva, rassegnata, come a dire: “Vediamo che cosa succede”, ma un’affermazione lucida e decisa, determinata. Maria ha saputo osare e fidarsi fino in fondo di Dio e della sua chiamata, ha scommesso su questa chiamata e se ne è resa responsabile.Ha rischiato la sua giovane vita, che aveva già deciso un suo progetto con Giuseppe, e l’ha cambiato radicalmente. Ella ci insegna a fidarci di Dio e ad accogliere il suo progetto su di noi senza troppe titubanze e paure del domani. Maria non ha avuto una strada facile, ha dovuto affrontare momenti dolorosi e difficili fin dall’inizio:il rifiuto di essere accolta a Betlemme, la fuga in Egitto, le parole di Simeone: «Una spada ti trafiggerà l’anima» (cfr. 2,35), cioè la croce di suo Figlio.

Ma Maria non ha mai ritirato il suo “sì” iniziale.Il suo desiderio di accettare e tentare l’impresa che le veniva richiesta è stato più forte delle incertezze, dei dubbi e delle difficoltà.Ella è la grande custode della speranza, da lei impariamo ad essere tenaci nel perseguire il cammino e tendere alla meta che Dio ci indica. Per questo Maria ci insegna a non perderci d’animo e a resistere ai dubbi e alle debolezze che pure ci portiamo nel cuore.

Questa speranza che va oltre ogni compromesso, Maria la esercita non solo verso Dio, ma anche verso il suo prossimo: non ha timore di affrontare un viaggio difficile e faticoso per andare dalla cugina Elisabetta, per farsi serva e aiutarla in un momento faticoso per lei, che attendeva un figlio in tarda età; porta alla cugina la gioia e la presenza di Gesù, che santifica Giovanni Battista, figlio nel seno della madre; loda e ringrazia con l’inno del Magnificat la potenza di Dio, che si è manifestata nella sua povera vita di fanciulla adolescente. Maria non si spaventa difronte alla persecuzione di Erode; si fa carico della gioia di due giovani sposi, che rischiano di essere derisi durante il loro matrimonio, perché non hanno predisposto il vino sufficiente per gli invitati ed ella, attenta e vigile, li aiuta sfidando persino la volontà di Gesù, che era restio a compiere il miracolo, perché non era ancora giunta la sua ora; accetta di farsi madre dei suoi discepoli sotto la croce e di stare con loro per invocare nel Cenacolo la venuta dello Spirito Santo promesso.

Questa ragazza, afferma Papa Francesco, è la madre che veglia sui suoi figli,i quali camminano nella vita stanchi e scoraggiati, bisognosi di speranza e di forza.Sì, in lei e con lei la luce della fede e della speranza non si spegne nei nostri cuori e possiamo affrontare con serenità ogni avversità. La nostra Madre guarda le nostre famiglie e comunità, che lei ama e che la cercano facendo silenzio nel proprio cuore, nonostante il chiasso e il rumore assordante che ci circonda ogni giorno.Con lei nel cuore, la speranza di vincere ogni difficoltà si fa strada dentro di noi e ci dona la serena fiducia nel suo amore e nella sua tenerezza di madre misericordiosa.

A Te, Madonna Ausiliatrice, affido la diocesi e tutti gli abitanti della nostra terra.Aiutaci a ritrovare nelle comuni radici cristiane la forza spirituale della fede in Cristo e la morale dell’amore,per superare le contrapposizioni e le tensioni di questo nostro tempo e affrontare i suoi problemi complessi con animo aperto alla speranza, che è sempre possibile con la tua intercessione, per ricercare insieme le soluzioni più concrete e appropriate,che aprano le vie di una convivenza socialepacifica e solidale.

Amen.

Novena Mondiale a Maria Ausiliatrice – Edizione 2019

Il 15 maggio è iniziata la Novena mondiale dedicata a Maria Ausiliatrice.

Si ripete anche in questo 2019 l’esperienza della Novena guidata e meditata, con video, riflessioni e preghiere preparate dalla Famiglia Salesiana, con il commento del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime.

Se l’anno scorso il tema guida erano i sogni di Don Bosco, quest’anno la novena approfondisce “le beatitudini della Famiglia Salesiana”, presentate del Rettor Maggiore alle ultime Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. In questo modo la novena, oltre ad essere un omaggio a Maria Ausiliatrice e uno strumento di unità devozionale tra i tutti gruppi della Famiglia Salesiana, rilancia ancora il tema centrale della Strenna 2019: la santità del quotidiano.

La struttura della novena prevede per ogni giorno un video diverso, nel quale verranno presentati:

  • Una delle beatitudini salesiane;
  • Un motto riferito al Magnificat di Maria;
  • Un riferimento ad una figura di santità salesiana;
  • Il commento del Rettor Maggiore;
  • Una testimonianza da parte di un membro della Famiglia Salesiana;
  • La preghiera finale.

Scopri tutti gli appuntamenti della Festa di Maria Ausiliatrice a Valdocco:

 

 

I video della novena sono resi disponibili di giorno in giorno in sei lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco) su vari canali:

Per vivere al meglio la devozione, ecco a disposizione il documento della Novena a Maria Ausiliatrice 2019:

 

Di seguito riporteremo i video della Novena man mano pubblicati:

22 maggio 2019 – 8° giorno Novena Maria Ausiliatrice

21 maggio 2019 – 7° giorno Novena Maria Ausiliatrice

20 maggio 2019 – 6° giorno Novena Maria Ausiliatrice

19 maggio 2019 – 5° giorno Novena Maria Ausiliatrice

18 maggio 2019 – 4° giorno Novena Maria Ausiliatrice

17 maggio 2019 – 3° giorno Novena Maria Ausiliatrice

16 maggio 2019 – 2° giorno Novena Maria Ausiliatrice

15 maggio 2019 – 1° giorno Novena Maria Ausiliatrice

Bra: la processione notturna dedicata a Maria Ausiliatrice

Si segnala, qui di seguito, la notizia apparsa nell’edizione del 9 Giugno 2018 de “Il Braidese” circa la processione notturna in onore di Maria Ausiliatrice:

Grande partecipazione alla processione; don Vincenzo Trotta:
“Da 59 anni la gloria di Maria è stata portata anche a Bra”

In tanti per Maria Ausiliatrice

La bellissima esperienza del camminare di notte nella città assieme con Maria. Succede a Bra, dove nella serata di domenica 27 maggio la cittadinanza ha reso onore a Maria Ausiliatrice con una disciplinata processione, come sempre molto partecipata e sentita.
Il direttore dei Salesiani di Bra, don Vincenzo Trotta, alla presenza dei parroci, dei confratelli e di una folla che ha contato anche le autorità civili e le confraternite dei Battuti Neri e dei Battuti Bianchi, ha guidato il corteo religioso tra le vie dell’oltre-ferrovia, un quartiere grande come la devozione della popolazione che lo abita. Lungo tutto il percorso, a suggellare la festa, era un succedersi di lunghi drappi bianchi e azzurri, ceri, fiori, piccoli altari, tovaglie bianche stese sui balconi.
Al rientro nell’Istituto salesiano San Domenico Savio, gli studenti del Centro professionale hanno offerto un rinfresco a base di dolci preparati artigianalmente. Ma prima, le belle parole pronunciate da don Vincenzo a corollario dell’evento che ha chiuso il mese mariano e fatto da appendice alle celebrazioni della memoria liturgica dell’Ausiliatrice nell’anno in cui si celebrano i 150 anni della costruzione della Basilica a lei dedicata. «Da 59 anni, la gloria di Maria è stata portata anche nella realtà braidese, con lo stile, il carisma e l’identità di don Bosco che l’ha pregata ed invocata. Stasera Maria Ausiliatrice è entrata nelle case di tutti i cittadini di Bra, lasciamoci prendere per mano da lei, non scoraggiamoci di fronte alle fatiche che tutti siamo chiamati a vivere. La Madonna ci risolleva e ci aiuta ad acquisire fiducia, speranza e carità. Don Bosco ci assicura che la Madre di Dio non si stanca di intercedere con noi e per noi, invochiamola e scopriremo che cosa sono i miracoli».

10/02: incontro su come sopravvivere da genitori felici

​L’Istituto Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco propone l’incontro​ dal titolo​ ​​”​​SOPRAVVIVERE DA GENITORI”​, che si inserisce in un cammino iniziato un anno fa a sostegno della genitorialità e delle buone pratiche comportamentali nel percorso educativo con un focus particolare nella fascia 0-6 anni.

L’appuntamento si terrà Venerdì 10 Febbraio dalle 17, 45 alle 20, 30 presso l’Istituto Maria Ausiliatrice in Piazza Maria Ausiliatrice 27, e sarà condotto da don Bruno Ferrero, autore di numerose pubblicazioni e scrittore di racconti per l’infanzia nonchè direttore del Bollettino Salesiano.

Si segnala che per l’occasione è previsto un servizio di intrattenimento per bambini in contemporanea all’incontro e l’apericena a conclusione.

Si prega di confermare la presenza all’indirizzo: parroco.valdocco@31gennaio.net

Inoltre​, la Parrocchia Maria Ausiliatrice promuove in occasione della ​”​Giornata del Malato​”​: UNZIONE DEGLI INFERMI COMUNITARIA IN BASILICA ​che si svolgerà ​​​Domenica 12 febbraio ​alle ​ore 15.30​​.

Festa di Don Bosco – Omelia di Mons. Cesare Nosiglia

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA,
ALLA S. MESSA NELLA FESTA DI DON BOSCO
(Torino, basilica di Maria Ausiliatrice, 31 gennaio 2017)

«TALITÀ – KUM»: TE LO DICO IO, ALZATI

«L’episodio del Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr. Mc 5,21-43) ha come protagonista una famiglia che ha una ragazzina malata. Il padre si rivolge a Gesù per ottenere la guarigione. Tra i tanti insegnamenti che possiamo attingere da questo brano evangelico, c’è anche quello che riguarda il rapporto di ogni educatore verso i giovani e ragazzi, soprattutto quelli “difficili” – come vengono chiamati. Essi portano con sé carenze dovute anche a fattori psicologici o ambientali, più che fisiche, le quali creano a volte grosse difficoltà per i genitori, i docenti, i catechisti e gli educatori adulti in genere. Eppure, proprio a questi “ragazzacci” – come venivano chiamati al tempo di san Giovanni Bosco – egli ha riservato il suo tempo e il suo cuore, trovando risposte sorprendenti e positive.

Gesù, in questo episodio della figlia di Giairo, si avvicina alla ragazza, data per spacciata e irricuperabile, con atteggiamento di amico: la prende per mano, le dice di alzarsi e l’aiuta a sollevarsi; poi, dice ai genitori di darle da mangiare. Gesù non considera dunque questa giovane perduta per sempre, ma l’aiuta a ricominciare a vivere e a credere in se stessa. Nessun ragazzo e ragazza è dunque
considerato “morto” per sempre, da parte di Gesù. Nessuno è considerato così difficile da non tentare un ricupero, da non concedergli fiducia, da non dirgli con forza: “Alzati dalla tua situazione e prendi in mano la tua vita con gioia e coraggio!”.

È questo uno dei tratti più caratteristici dell’azione educativa di Don Bosco, che lo rende imitatore di Gesù e suo discepolo. Dal suo Maestro divino, egli impara a trattare con i ragazzi e giovani scapestrati e rifiutati, quelli meno considerati, scorgendo in essi un fondo di bontà e di forza capace di farli risorgere dalla loro situazione. Si tratta di “ragazzi difficili”, come vengono anche oggi chiamati, e di cui sentiamo sempre più parlare nei mass media, ma pur sempre ragazzi che attendono da noi segnali concreti di prossimità, di amore nella verità e di dialogo sincero e attento alle loro esigenze più profonde, che manifestano a volte anche con modi, linguaggi, scelte e comportamenti giudicati paradossali e trasgressivi da noi educatori.

Don Bosco ascolta questi ragazzi che parlano, anche quando sembrano assenti e indifferenti. Essi lo fanno con linguaggi inusuali, forse, ma molto chiari per chi sa interpretarli e se ne fa carico. Solo accogliendo ed intercettando questi linguaggi si può sperare di entrare nel loro mondo interiore e stabilire un contatto non solo esteriore, ma profondo ed amicale. Il problema è non lasciarsi fermare o scandalizzare dalle loro volute e cercate provocazioni verso il mondo degli adulti e da tutto ciò che contestano. Nel profondo restano ragazzi in ricerca del senso della vita, di affetti sinceri, di gioia e speranza per il futuro. Mettono alla prova i loro educatori, per vedere se dalle belle parole sanno passare ai fatti, se oltre a parlare di amore, di rispetto e di tolleranza, sanno per primi
esercitare queste virtù verso di loro, accettandone i comportamenti non come “difficili o da giudicare” secondo i nostri schemi adulti, ma da comprendere nelle loro cause più profonde e da gestire con serenità, pazienza e fiducia.

La conoscenza di chi sono i ragazzi e di come interpretare le loro ansie, problemi e situazioni di vita è importante, ma non è tutto. Occorre scendere poi nel concreto della proposta da fare. L’educatore deve rapportarsi con loro sapendo bene che cosa dire e come dirlo, perché passino contenuti ed esempi di vita.

È certamente importante, poi, fare esperienze con i ragazzi, ma anche saper riflettere con loro sulle esperienze fatte e cogliere in esse i valori positivi o critici. Ciò su cui siamo oggi più carenti, sono proprio le convinzioni ed i contenuti che dobbiamo comunicare ai ragazzi. Essi se ne accorgono subito, quando siamo incerti nella proposta e timidi nell’offerta di valori e messaggi convincenti, che incrocino le loro attese e speranze in una prospettiva anche del loro domani. Per questo non si possono dimenticare, entrando nel loro vissuto concreto, alcuni ambiti delicati e fondamentali per la loro crescita armonica, libera e responsabile.

Mi riferisco ai temi dell’affettività, con il massiccio bombardamento mediatico che veicola idee, pseudo-valori e immagini di ogni tipo, senza alcuna valenza etica e religiosa. Così come il tema delle devianze, di cui sono sempre più schiavi i ragazzi delle scuole medie e superiori. E, infine, il tema dell’utilizzo critico dei social network e della via digitale, che affascina e cattura la curiosità
delle nuove generazioni (e non solo, perché anche tanti adulti non danno esempio di farne a meno). Occorre, partendo dalla Parola di Dio o giungendo ad essa, porre in risalto non tanto e solo i pericoli, ma le possibilità che vengono offerte dal saper gestire bene questi ambiti di vita, illuminati dal Vangelo e con il dialogo e confronto costante con gli educatori.

Ma dobbiamo anche chiederci sinceramente: la nostra società ama i ragazzi e i giovani? A giudicare da quanto investe in risorse e concrete possibilità offerte loro sul piano educativo e lavorativo,
direi proprio di no. La sempre più scarsa considerazione sia sul piano economico, sia su quello del loro valore sociale, da parte anche delle istituzioni pubbliche, nei confronti delle scuole paritarie e degli oratori – due realtà su cui Don Bosco ha scommesso e che anche oggi rappresentano una frontiera avanzata di formazione e incontro del mondo dei ragazzi e giovani –, conduce inevitabilmente a una loro marginalità e insignificanza. La povertà crescente, poi, che attanaglia molti ragazzi e giovani, privati di una giusta autonomia per il loro presente e futuro, rappresenta un ulteriore segno del degrado sociale, che colpisce anche il nostro territorio.

Tali criticità sono collegate – e spesso anche conseguenti – a una situazione ancora più grave, che è la preclusione dei giovani dal mondo del lavoro, o il prevalere per essi di impieghi saltuari e
precari. Don Bosco ci insegna ad accompagnare ogni ragazzo e giovane nella sua crescita, formando quelle competenze necessarie a impostare bene il suo futuro, mediante uno sbocco professionale. Nell’Agorà del sociale, che abbiamo vissuto nel mese di novembre scorso, i giovani hanno chiesto a tutte le componenti della nostra società di essere accompagnati sia nella scelta degli studi da fare, sia nella successiva ricerca di un lavoro, oggi spesso assente o precario, che impedisce a tanti di avere un progetto di vita meno insicuro.

La voce di Don Bosco si è levata forte anche su questo piano e per questo egli si è preoccupato di dare vita a scuole professionali e a nuovi lavori, che permettessero ai giovani di formarsi e operare
attivamente nella società. Oggi, con tutti i mezzi e le risorse industriali e commerciali, agricole e del terzo settore che abbiamo a disposizione, ci stiamo perdendo in chiacchere nei confronti dei
giovani, senza affrontare seriamente questo tema del lavoro, lasciato alla mercé di un mercato selvaggio, che cerca solo i propri interessi economici e finanziari. Ci sarebbe bisogno di un moderno “Piano Marshall” nel nostro Paese, ma anche a livello di Comunità europea, per affrontare finalmente alla radici questo problema e trovare una soluzione adeguata alla gravità della situazione.

In conclusione, vorrei notare come al capezzale di tanti ragazzi e giovani si affollano esperti di ogni genere, che scrivono libri su libri e sentenziano in modo assoluto su questo o quel metodo per risuscitarli alla vita. Don Bosco sapeva bene – perché stava con loro ogni giorno – che la fonte prima del loro risveglio è in loro stessi. E per questo faceva leva sulle loro risorse interiori, per ridare la voglia di vivere, di amare, di gioire. Questo è il grande e attuale insegnamento del Santo dei giovani; questa deve essere anche la nostra convinzione profonda che ci anima: non ci sono solo ragazzi difficili; ci sono – e siamo noi – adulti difficili e complicati, incerti nella nostra testimonianza, indecisi e tiepidi nella fede e paternalistici nell’amore. Solo l’educatore che sa mettersi in crisi, a partire da se stesso, può trovare nell’umiltà la via che apre all’incontro con i ragazzi e i giovani e sa comunicare con il loro mondo interiore.

Mi auguro che la figura di Don Bosco e la sua testimonianza e insegnamento suscitino in tutti noi, sacerdoti, genitori ed educatori, l’umiltà di farci discepoli dell’unico maestro di vita che è Cristo. Discepoli insieme agli stessi ragazzi, per camminare con loro sulla via che conduce al Signore e trovare in Lui le risposte più vere ed attese dal cuore di ciascuno

+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino».

Torino, 31 gennaio 2017