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Il Torinese – Missionari e civiltà contadina, i musei del Colle Don Bosco

Pubblichiamo l’articolo de Il Torinese sul Museo etnologico missionario al Colle don Bosco.

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Ci sono le spade dei samurai, i mitici guerrieri giapponesi, le armi da lancio dei gauchos delle pampas argentine, il tucano, l’anaconda, utensili giunti dall’India e dalla foresta amazzonica per la tessitura, la pesca e la caccia, statue dei Buddha, arnesi domestici, abiti e ornamenti. Non mancano oggetti di uso quotidiano realizzati con abilità e con materiali a noi più o meno sconosciuti come la fibra intrecciata, la corteccia battuta, le penne di vari uccelli, la seta, la lacca. Un’ampia parte del Museo etnologico missionario al Colle don Bosco è dedicato alla natura e agli animali imbalsamati come felini, serpenti e volatili di ogni specie.

La collezione comprende più di 10.000 reperti, non tutti esposti, giunti in Italia nel 1925 provenienti da quattro continenti e portati al Colle dai missionari salesiani presenti in 134 nazioni. La mostra permanente, divisa per continenti, inizia dall’America Latina per passare all’Africa, Asia e Oceania. Oggi come ieri i missionari di Don Bosco diffondono nel mondo il messaggio cristiano dedicandosi all’educazione dei giovani, alla formazione professionale, al volontariato in ospedali e ambulatori e prestando il loro aiuto in occasione di emergenze come calamità naturali, guerre e carestie. Dedicato al cardinale Giovanni Cagliero, il salesiano castelnovese che guidò la prima spedizione missionaria voluta da don Bosco nel 1875 in Argentina, il Museo etnologico missionario fa parte del complesso di strutture edificate intorno al Colle Don Bosco.

Tutto il materiale artistico e culturale raccolto dai missionari in Giappone, America Latina, Sud-est asiatico e Paesi africani, documenta la loro attività e fa conoscere le tante culture presso le quali hanno vissuto e dove continuano ancora oggi la loro missione. Aperto il 31 gennaio 1988, nel centenario della morte del Santo dei giovani, il Museo è stato riordinato nel 2000 con un nuovo allestimento. Il percorso della mostra inizia dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco dove è iniziata l’attività dei missionari mandati da Don Bosco tra gauchos argentini e popolazioni minacciate dalle malattie e dagli allevatori di bestiame. Poi si entra in Paraguay e in Bolivia, Ecuador, Brasile e Venezuela. Gli oggetti usati nelle case in Kenya ci portano in Africa con contenitori per gli alimenti, coltelli, pestelli per il granoturco, collane o tabacchiere. Maschere e strumenti musicali sono i protagonisti delle danze che ritmano gli eventi della vita quotidiana in Africa come le invocazioni agli spiriti e agli antenati o gli incontri delle società segrete. Dopo una breve puntata in Oceania si passa in Giappone e in Cina e poi in India e nel Sud est asiatico. L’ingresso al Museo missionario è gratuito, le sale sono aperte da martedì a sabato con orario 10-12 / 14,30-18,00, domenica 10,30-12,30 / 14-18 (lunedì chiuso).
Dall’altro lato del complesso salesiano, a pochi passi dalla casetta dove nacque don Bosco, si trova il Museo della Civiltà contadina dell’Ottocento dove ci sono le radici contadine del Santo. É allestito in un vasto salone scavato nel cortile della casa del fratello Giuseppe e nelle stanze della stessa abitazione. Oltre 700 fotografie, raccolte nelle cascine di campagna, mostrano i luoghi e gli oggetti del tempo di don Bosco che visse immerso nella mentalità contadina “nutrita dal vivo senso familiare, dal molto lavoro, dal duro sacrificio, dalla estrema povertà e dalla fede cristiana”. Si vedono per esempio il forno di Giuseppe, le attrezzature per la vinificazione, gli arnesi per la casa e il lavoro nei campi, la cantina, le camere e la stalla. Tutti gli oggetti e le fotografie del museo testimoniano perfettamente questo stile di vita. Il Museo della vita contadina dell’Ottocento è aperto da martedì a domenica con orario 10-12 / 14,30-18,00.

Il “Nobel dei missionari” a don Antonio Polo, SDB; e il premio “Carlo Marchini” a suor Giuseppina Carnovali, FMA

Dall’Agenzia ANS.

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La 33a edizione Premio Cuore Amico” – il cosiddetto “Premio Nobeldei missionari – è stato consegnato come da tradizione a Brescia, alla vigilia della Giornata Missionaria Mondialesabato 21 ottobre 2023.

Grande è stato il riconoscimento offerto quest’anno alla Famiglia Salesiana, con il “Premio Cuore Amicoassegnato a don Antonio Polo, SDB, missionario in Ecuador; e con un’ulteriore attestazione, la quinta edizione del “Premio Carlo Marchini”, assegnata nella stessa occasione a suor Giuseppina Carnovali, missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Brasile.

Il Premio Cuore Amico è stato istituito nel 1991 dal sacerdote bresciano don Mario Pasini, fondatore della “Associazione Cuore Amico Fraternità Onlus”, per richiamare l’attenzione sull’attività missionaria, silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri del mondo.

Ogni anno vengono scelte figure esemplari che, nel nome del Vangelo, abbiano saputo tutelare e promuovere la dignità della persona, il rispetto dei diritti umani di libertà e di giustizia, il superamento del razzismo. Dunque: missionari che si sono donati interamente alla costruzione della “civiltà dell’amore” – per usare l’espressione coniata da Papa Paolo VI.

Il premio ha una dotazione complessiva di 150mila euro: ogni premiato riceve 50mila euro per rendere possibili progetti significativi nelle zone in cui opera.

Nell’auditoriumMons. Capretti” di via Piamarta 6, a Brescia, in una cerimonia condotta da Claudio Baroni, giornalista ed editorialista, sono stati premiati:

  • Nella sezione “laici”: Maurizio Barcaro dal 1994 dedito all’aiuto, in termini di alimentazione e formazione, di bambini e giovani in Haiti, Paese da anni in profonda crisi politica e sociale.
  • Nella sezione “religiose”: suor Adele Brambilla, missionaria comboniana, dal 1984 in Giordania dove, nell’Italian Hospital di Karak, assiste tutti i pazienti senza distinzione di etnia o di religione, lavorando per la pace e la riconciliazione tra musulmani e cristiani;
  • Nella sezione “religiosi”: don Antonio Polo, sacerdote salesiano impegnato dal 1970 in Ecuador dove ha avviato una trasformazione spirituale, sociale ed economica nella zona rurale di Salinas, sulle Ande.

Con il fondo in denaro ricevuto:

  • Maurizio Barcaro curerà l’avvio di un centro nutrizionale per i tanti bambini malnutriti di Port-au-Prince. Un altro passo in avanti nell’impegno che oggi, in collaborazione col Pime e i Camilliani, lo vede sostenere oltre tremila bambini e ragazzi in due scuole.
  • Suor Brambilla intende per acquistare medicinali, attrezzature per la dialisi e materiale sanitario che aiutino l’“Italian Hospital” di Karak, nella zona più povera della Giordania, a restare al passo con gli standard chiesti dal governo giordano.
  • Don Polo, infine, userà il premio per attuare programmi di educazione nutrizionale con la coltivazione di orti per contrastare la malnutrizione cronica ancora presente nella zona di Salinas. Nei suoi 53 anni di missione fra queste comunità andine, oltre ad animare le comunità cristiane con l’Eucaristia e la Parola di Dio, il salesiano ha combattuto analfabetismo e mortalità infantile e ha aiutato a nascere cooperative di risparmio e prestito, caseifici comunitari, gruppi forestali, esperienze di artigianato femminile.

Come detto, invece, Suor Carnovali, Figlia di Maria Ausiliatrice originaria di Rescalda, in Provincia di Milano che dal 1979 condivide la sua vita missionaria con le popolazioni indigene del Rio Negro, nell’Amazzonia brasiliana, è stata insignita del premio “Carlo Marchini”, premio giunto alla quinta edizione e assegnato dall’Associazione “Carlo Marchini onlus” da oltre trent’anni impegnata al sostegno dell’infanzia disagiata in Brasile.

Il premio, accompagnato da una dotazione di 10mila euro, è stato attribuito significativamente nel 100° anniversario di presenza delle FMA nello Stato di Amazonas.

AM – L’esperienza missionaria a Gur i Zi (Albania)

Si è conclusa l’esperienza missionaria dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto al Mandato Missionario 2022 recandosi presso la realtà salesiana di Gur i Zi in Albania, sotto la guida di Don Alberto Martelli: Luca Coraglia, Pietro Giraudo, Valentina Gondolo, Irene Milone, Paola Dorin, Elena Menguzzo e Sara Brugnati.

Di seguito il resoconto dell’esperienza direttamente con le parole dei partecipanti:

Non eravamo mai stati in Albania e abbiamo scoperto Gur i Zi per la prima volta guardando le immagini di Google maps perché nessuno sapeva che cosa aspettarsi. Adesso è un po’ come se fosse casa nostra!

Abbiamo iniziato a pensare ad un’esperienza missionaria lo scorso ottobre, quando ci siamo iscritti, ancora senza conoscerci tra noi, al percorso di Animazione Missionaria “Nel Cuore del Mondo”, proposto ogni anno dai Salesiani del Piemonte

Siamo 7 giovani, provenienti da oratori e parrocchie del Piemonte, con alle spalle alcuni anni di esperienza nell’animazione dei più piccoli. 

Il percorso di formazione che avevamo scelto ci dava l’opportunità di fare alcuni incontri di carattere spirituale e sociopolitico per conoscere il mondo, approfondire la realtà della missio ad gentes, verificare la nostra chiamata ad andare oltre i nostri luoghi di vita quotidiana, donare la nostra fede, in primo luogo per crescere noi e per dare una mano agli altri.

Ognuno si portava dietro le sue motivazioni e la sua storia e, così, ci siamo affidati completamente: non abbiamo scelto i compagni di viaggio, né la destinazione. Ci siamo fatti guidare dalla Provvidenza.

A maggio ci hanno proposto di partire per l’Albania con un sacerdote accompagnatore e abbiamo detto di sì, entusiasti e pronti a fare nuove esperienze. 

Siamo arrivati a Gur i Zi il 1 di agosto e per tre settimane ci siamo messi a servizio della comunità, accolti da don Raffaele, don Erasmo e dalla gente con grande favore e grande disponibilità. Il nostro programma prevedeva due ingredienti principali. In primo luogo la conoscenza della realtà della chiesa albanese, della sua storia e del suo presente: vogliamo coltivare l’essere fratelli e sorelle, essere una sola comunità al di là dei KM che ci separano e delle culture e delle storie così differenti tra le nostre nazioni. Secondo ingrediente era metterci a disposizione, con quello che sappiamo fare, in modo particolare l’animazione, l’oratorio, per dare una mano, per aiutare a crescere, per condividere con i giovani albanesi l’esperienza della fede e del servizio. 

Per rendere concreto tutto questo, abbiamo proposto nella prima settimana dei momenti di formazione ai giovani animatori attingendo alla nostra esperienza e al carisma salesiano: “Essere buoni cristiani e onesti cittadini“. Abbiamo riflettuto sul senso di essere animatore, sull’importanza di fare affidamento sugli altri e sul servizio ai più piccoli; abbiamo fatto giochi e attività per vincere le nostre paure di entrare in relazione con gli altri e imparare a buttarci senza vergogna. Con i ragazzi, che sono sempre aumentati in numero e che hanno manifestato sin da subito grande entusiasmo e voglia di partecipare, abbiamo scoperto che prima di tutto dobbiamo partire dalla conoscenza di noi stessi, accettando i nostri pregi e difetti. 

 

 

Nostro grande timore era ovviamente la lingua e la diversità di cultura, ma, a parte molti episodi anche ridicoli di frasi spiegate a gesti, di traduttori costretti a fare gli straordinari e di parole imparate a memoria con un po’ di sforzo di pronuncia, abbiamo fatto esperienza di una grande accoglienza, che ci veniva incontro e apriva le porte anche senza conoscerci, prima che potessimo presentarci, così, sulla fiducia, spalancando il cuore e costringendoci a ricambiare.

Sono stati una trentina i ragazzi che hanno frequentato queste giornate di “corso animatori”, tra i 15 e i 19 anni: si sono messi a disposizione, si sono divertiti e hanno scelto di partecipare, anche se spesso impegnati col lavoro o con la famiglia, per il bello di trovarsi insieme e di fare del bene agli altri.

Nella seconda e terza settimana abbiamo fatto attività anche con i più piccoli, nel pomeriggio, proponendo giochi, balli, piccoli laboratori di teatro e di braccialetti. Un centinaio di bambini hanno accolto la proposta e hanno riempito cortili e saloni, mettendo alla prova noi e gli animatori del posto, facendoci mettere in pratica ciò che avevamo condiviso e facendoci sudare per farli giocare e stare insieme in modo cristiano e costruttivo, oltre che divertente.

Eravamo venuti a dare una mano, siamo tornati a casa pieni di doni che non ci aspettavamo. 

Siamo molto grati per l’accoglienza che ci è stata riservata da questa comunità e siamo fiduciosi che i ragazzi animatori possano continuare a dedicare il loro tempo, le loro energie e il loro entusiasmo ai più giovani. Nel nostro piccolo ci sentiamo ora un po’ albanesi anche noi e abbiamo fiducia che per Gur i Zi, come per il resto dei giovani di Albania, ci possa essere un grande futuro, nonostante le difficoltà che ancora segnano la vita di molti. 

Siamo arrivati un po’ titubanti, pieni di entusiasmo e con tante domande, ce ne siamo andati come chi lascia un pezzo di cuore perché si è sentito a casa propria.

Speriamo che l’esperienza possa essere ripetuta e trovare continuità, con altri gruppi come noi del Piemonte o con chi la Provvidenza manderà, e certo il legame creato in questi giorni durerà nei nostri cuori ancora a lungo.

Grazie Gur i Zi, grazie don Raffaele, grazie a tutti i ragazzi e alla comunità intera.

 

AM – L’esperienza missionaria a Vilnius e Telsiai (Lituania)

Si è conclusa l’esperienza missionaria dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto al Mandato Missionario 2022 recandosi presso le realtà salesiane di Vilnius e Telsiai in Lituania, guidati da Don Marco Cazzato, Suor Carmela Busia e Vytautas Markunas: Altea Robutti, Antony Ardolino, Federica Busso, Francesca Cederle, Giulia Meucci, Margherita Cantamessa e Rachele Macri.

Di seguito il resoconto dell’esperienza direttamente dalle parole dei partecipanti:

Lituania, un nome che prima dell’inizio della guerra in Ucraina passava inosservato. Anche per noi, terminata la formazione del “percorso nel cuore del mondo”, era poco più che un’area geografica segnata da una mappa, associata per lo più ai lunghi inverni e al freddo. Questo è stato il nostro luogo di missione, di servizio e di incontro con Dio.

Siamo partiti in sette, sei ragazze e un ragazzo, accompagnati da due Salesiani e da una suora Figlia di Maria Ausiliatrice. Non ci conoscevamo prima e ciascuno si approcciava al percorso missionario con motivazioni diverse e senza conoscere la destinazione. Riconoscendo in ciascuno la medesima chiamata a mettersi in gioco nel servizio, abbiamo imparato a vivere insieme e ad amare la Lituania e le persone che vi abbiamo incontrato.

La nostra avventura è iniziata la notte del 23 luglio, quando alle 2 del mattino le ruote del pulmino hanno iniziato a girare in direzione dell’aeroporto di Bergamo. Con gli occhi ancora chiusi e la paura di non trovare il nostro volo sui cartelli delle partenze per via degli intensi scioperi di quel periodo, alle 6.30 siamo partiti in direzione della capitale lituana.

Siamo stati accolti per la prima settimana dalla comunità salesiana di Vilnius. Qui abbiamo conosciuto due missionari italiani da diversi anni in Lituania, don Alessandro, il direttore della comunità, e don Massimo, insieme a don Oliver, missionario filippino e ad altri confratelli salesiani più anziani.

Abbiamo collaborato nelle attività dell’estate ragazzi che si teneva nei locali dell’oratorio ed era già iniziata da una settimana. L’accoglienza da parte dei ragazzi si è fatta comunque sentire. Sapere che c’era qualcuno che ci stava attendendo già da tempo ci ha dato la forza di dare il meglio di noi.

Nei primi giorni l’ostacolo principale è stato sicuramente la lingua. Ci siamo sentiti messi a nudo quando ci siamo trovati davanti a persone con cui avremmo voluto comunicare e abbiamo sperimentato che la lingua inglese spesso non bastava per farsi capire. Grazie al dialogo personale con i giovani incontrati, alla conoscenza un po’ più approfondita della storia recente del paese, in particolare con la visita al museo del KGB, e alle testimonianze di diverse figure significative, tra cui l’ex ministro delle Politiche Sociali e del Lavoro della Lituania, abbiamo pian piano iniziato a comprendere più a fondo la cultura e i modi di fare delle persone incontrate. Ci ha molto colpito sapere, ad esempio, che la Lituania è il primo Paese Europeo per numero di bambini in affido, omicidi e suicidi, autostima negativa tra gli studenti, quantità di alcool consumato, persone in carcere, vittime di violenza… numeri estremamente alti per una nazione così sviluppata economicamente. Inoltre, fra i giochi con l’estate ragazzi, le gite e le attività ricreative ci ha sorpreso vedere come, al di là di un’apparente serenità, sia presente una forte paura per la guerra in corso in Ucraina. I bimbi che ci sorridevano ogni giorno, a casa avevano pronto uno zainetto con il necessario per scappare se la guerra fosse arrivata davanti ai loro occhi, insieme a una compressa di iodio da prendere subito in caso di esposizione a radiazioni nucleari. Ancora ci vengono i brividi al pensiero. Un altro piccolo pezzo che ci ha permesso di aprire gli occhi e di capire che la povertà non è solo quella economica, ma ben altro.

 

 

Dopo questa intensa settimana, ci siamo spostati a Telsiai, cittadina di 30 mila abitanti a circa 300 km da Vilnius. Qui è presente un’altra piccola comunità salesiana formata da tre confratelli: don Vincenzo, responsabile della comunità, don Alexis e Piercarlo. Qui non è presente un oratorio, ma la casa salesiana è proprio una piccola casetta che ospita la comunità. Per questo l’estate ragazzi, Don Bosko Vasara, si teneva nei locali di una scuola della città e del seminario diocesano.

L’attività è durata due settimane. Durante la prima le mattine erano dedicate alla formazione insieme con gli animatori del luogo, una trentina di ragazzi dai 15 ai 19 anni, e i pomeriggi all’animazione dei più piccoli. Nella seconda settimana, invece, tutta la giornata era dedicata all’animazione dei bambini e dei ragazzi, circa centocinquanta che ogni giorno, ci regalavano i loro sorrisi e il desiderio di stare insieme. Abbiamo riscoperto la bellezza del gioco condiviso coi ragazzi, grazie alle attività già preparate dagli animatori del posto. Spesso nei nostri oratori ci dimentichiamo della meraviglia del gioco perché troppo indaffarati nell’organizzazione.

Un altro elemento fondamentale in queste settimane a Telsiai è stato il dialogo. Giorno dopo giorno qualcosina in più di lituano riuscivamo a capirlo anche se la nostra lingua intermediaria rimaneva l’inglese. Dopo la fine della giornata ci si ritrovava tra gli animatori per fare un po’ di verifica e di condivisione. Se qualcosa non era andato troppo bene lo si diceva senza paura e si cercava di trovare una soluzione, messa in pratica dal giorno seguente.

Sono state due settimane felici e spensierate, ricche di incontri che si sono trasformati col tempo in splendide amicizie. Abbiamo scoperto che per stare davvero bene non serve per forza conoscere la stessa lingua, perché, se c’è l’intenzione di farlo, in un modo o in un altro si riesce a comunicare.

Di questi giorni ci portiamo a casa il volto di tanti bambini che sono riusciti a regalarci, nella loro semplicità, la spensieratezza di cui tutti dovremmo godere per affrontare al meglio le nostre giornate e di molti animatori che con la loro umiltà e grinta non ci hanno mai fatti sentire fuori posto.

Il nostro augurio più grande per questa comunità è quello di poter edificare un oratorio, affinché si possa realizzare in maniera più grande il sogno di Don Bosco anche a Telsiai.

In generale, per le due realtà che ci hanno accolto, possiamo dire che ci siamo sentiti a casa, siamo stati coccolati e siamo grati per tutto ciò che abbiamo ricevuto. Ci siamo fidati e affidati e non potevamo fare scelta migliore.

Un grazie sentito a ogni singola persona che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino, che ci ha permesso di aprire ancora una volta il nostro cuore. Prima di partire forse avevamo la presunzione che saremmo andati in Missione per aiutare qualcun altro. Ora che siamo tornati abbiamo concretizzato che il dono più grande ci è stato regalato dalle stesse persone che pensavamo di dover “salvare”.

Ancora una volta, grazie.

Altea, Antony, Federica, Francesca, Giulia, Margherita,, Rachele, don Marco, Vytas, sr Carmela

 

Preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana

Sono in corso i preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana. In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

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In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. Seguendo l’iter ormai consolidato, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, è passato al livello successivo di discernimento, conferendo con i rispettivi Ispettore e Consiglio, come pure con i rispettivi Direttore e Consiglio della casa locale, in merito all’idoneità missionaria dei candidati, e si è anche assicurato che questi fossero stati precedentemente accompagnati spiritualmente.

“È una parte importante del discernimento, perché conoscono molto bene il candidato. Vogliamo anche assicurare che il candidato sia stato accompagnato per discernere la propria vocazione missionaria

ha spiegato Don Maravilla.

Sebbene sia un requisito essenziale che ogni candidato sia sempre aperto a essere inviato dove il Rettor Maggiore lo mandi, in realtà c’è sempre un buon dialogo con ogni candidato riguardo alla sua possibile destinazione missionaria”

ha aggiunto.

La destinazione di ogni missionario viene poi presentata al Rettor Maggiore e al Consiglio Generale per l’approvazione. Il prossimo invio missionario, che si terrà il 25 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, sarà composto da 25 missionari, provenienti dalle regioni Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est – Oceania e Interamerica della Congregazione, e che saranno inviati in Africa, Asia Est, America-Cono Sud e Europa Centro Nord.

L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari, membri della 153ª spedizione missionaria, sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

145° anniversario della prima spedizione missionaria, MGS IC lo celebra online

Pubblichiamo l’invito del MGS Italia Centrale a festeggiare l’anniversario della prima spedizione missionaria, partita da Genova l’11 novembre 1875, con la modalità online.

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Il prossimo mercoledì 11 novembre sarà vissuto l’Anniversario della Prima Spedizione Missionaria online così da permetterci di condividere questa giornata importante per la nostra famiglia.

L’invito è aperto a tutti: laici corresponsabili, giovani, comunità religiose.

Il Programma dettagliato lo trovate in ALLEGATO insieme alla Locandina. Vivremo la giornata in quattro MOMENTI che ci faranno fare un itinerario nella storia tra passato, presente e futuro, insieme a dei momenti di preghiera. Molto importante sarà il momento della condivisione del Sogno Missionario per l’MGSIC e della Buonanotte.

 

Pubblicazione delle “Lettere” del Venerabile Francesco Convertini, salesiano missionario

Tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana 

Il 20 gennaio 2017 Papa Francesco riconosceva la vita virtuosa di don Francesco Convertini, SDB, dichiarandolo Venerabile e indicandolo come modello di vita salesiana missionaria, esempio di vera inculturazione del Vangelo, maestro di vita interiore e di eccezionale abnegazione in chiave pastorale, che fece della propria vita un’avventura nello Spirito con il cuore apostolico di Don Bosco. A distanza di un anno, e in prossimità della memoria del suo dies natalis (11 febbraio), la pubblicazione delle sue “Lettere” (1927-1976) rappresenta un ulteriore contributo per conoscere la ricchezza umana e spirituale di questo salesiano pugliese, che spese la sua vita per i ragazzi e i poveri del Bengala.

Grazie all’impegno dell’“Associazione Pro-Marinelli”, del lavoro qualificato e generoso di suor Grazia Loparco, Figlia di Maria Ausiliatrice (nativa di Locorotondo, come don Convertini), del contributo appassionato di don Dino Petruzzi, SDB, abbiamo tra le mani un vero dono che conferma come don Convertini abbia incarnato la spiritualità dei piccoli e degli umili a cui Dio rivela i suoi misteri e li rende strumenti efficaci della sua Grazia e della sua misericordia.

Le Lettere sono tra i pochi documenti rimasti del Venerabile Francesco Convertini e da esse traspaiono quella saggezza contadina e quel sano realismo di vita che ne fecero un evangelizzatore instancabile. Spese tutta la sua vita a questo scopo, sino agli ultimi istanti quando, ormai prossimo alla morte, trovava la forza di raccomandare questa o quella persona.

Le sue Lettere sono tutte pervase da quest’ansia. Si sente quasi ossessionato dal dovere di portare la lieta novella, parlare di Gesù, battezzare, aprire le porte del Paradiso ai moribondi. Non si riesce ad immaginare don Convertini fermo a un tavolino. La sua vita di missionario è stata un continuo viaggiare: in bicicletta, a cavallo e il più delle volte a piedi. Questo suo camminare a piedi è forse l’atteggiamento che meglio ritrae l’instancabile missionario.

L’ardore che infiamma il suo cuore di apostolo del Vangelo risuona anche sulle sue labbra: “Una volta missionario, sempre missionario!”; “Guai se non evangelizziamo!”; “Per loro tutto me stesso, anche le mie ossa!”; “Gesù ti ama, ecco perché ti amo!”; “Siete più preziosi di tutto il mondo!”; “In tutti regni Gesù!”; “Venga il Tuo Regno!”; “Gloria a Cristo, Jay Jisu!”.

Dalla presentazione di don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana.

Rettor Maggiore e gli eroi appassionati nel loro impegno missionario: il Video su ANSChannel

E’ stato pubblicato in rete il nuovo  video della rubrica “Cari Confratelli” curata dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, in collaborazione con l’équipe di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria del Paraguay, ad Ypacaraí, a margine della Visita d’Insieme alla regione salesiana America Cono Sud e a pochi giorni di distanza dalla sua visita in Cile per la celebrazione del  primo centenario della morte del pioniere missionario salesiano, mons. Giuseppe Fagnano.

Mons. Fagnano, come la missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Sr Angela Vallese, e i loro compagni e compagne missionari, “erano tutti veramente santi, eroi, appassionati nel loro impegno missionario” testimonia Don Á.F. Artime, “degli autentici appassionati di Dio”.

L’eroismo, la santità e la testimonianza dei grandi missionari Salesiani e della Famiglia Salesiana e il loro impegno profuso nel lavoro con i giovani è un esempio importante – come suggerisce il Rettor Maggiore –  in questo tempo di Pasqua ad andare incontro ai giovani “nei quali troviamo davvero la nostra pienezza con una vera passione educativa e pastorale, portando loro il fuoco e il calore di chi ha potuto incontrare Dio.”

Il video integrale di “Cari Confratelli” di aprile 2017 è disponibile sul canale ANSChannel di YouTube in Spagnolo, in Italiano e sottotitolato in altre 17 lingue.

Leggi l’articolo su ANS

 

Fotogallery Harambée 2016

Sabato 24 e domenica 25 settembre a Valdocco si è svolto l’Harambèe. L’Harambée, “incontro e raduno festoso”, organizzato dall’Animazione Missionaria salesiana italiana e dal VIS si è svolto in spirito di semplicità e condivisione. Anche quest’anno circa 400 giovani provenienti da tutta Europa si sono trovati per due giorni a Torino Valdocco per celebrare il loro impegno ad abbattere ogni barriera tra nord e sud del mondo. Erano presenti i giovani che negli scorsi mesi estivi hanno fatto un’esperienza di vita di qualche settimana nelle missioni salesiane e tutti coloro che condividono la spinta missionaria di Don Bosco e il suo amore per i giovani emarginati dei Paesi Poveri.

All’Harambèe ha partecipato il rettor maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernàndez Artime, decimo successore di Don Bosco, che ha presieduto la Santa Messa di domenica 25 settembre.

Di seguito alcuni scatti dell’evento.

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Foto ANS (Andrea Cherchi)
Italia - 147° Spedizione Missionaria

 

Harambée 2016

Come ogni anno, sabato 24 e domenica 25 settembre torna Harambèe, il tradizionale appuntamento della famiglia salesiana dedicato ai giovani.

L’Harambée, “incontro e raduno festoso”, è organizzato dall’Animazione Missionaria salesiana italiana e dal VIS e si svolge in spirito di semplicità e condivisione da più di venti anni, per offrire testimonianze di fede, di amicizia e di impegno.

Dunque, come ogni fine settembre, anche quest’anno circa 400 giovani provenienti da tutta l’Europa si riuniranno per due giorni a Torino Valdocco per celebrare il loro impegno ad abbattere ogni barriera tra nord e sud del mondo. In particolare sono invitati a partecipare i giovani che nei mesi estivi hanno fatto un’esperienza di vita di qualche settimana nelle missioni salesiane e tutti coloro che condividono la spinta missionaria di Don Bosco e il suo amore per i giovani emarginati dei Paesi Poveri.

All’Harambèe parteciperà anche il rettor maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernàndez Artime, decimo successore di Don Bosco, che presiederà la Santa Messa di domenica 25 settembre.

Il programma di Harambèe 2016:

Sabato 24 settembre

  • ore 15.00: accoglienza

  • ore 16.00: saluti, preghiera iniziale, presentazione di Harambèe

  • ore 17.00: percorsi formativi per Torino

  • ore 21.00: festa insieme

  • ore 22.00: celebrazione in basilica

Domenica 25 settembre

  • ore 9.00: momento di formazione e confronto in teatro

  • ore 12.00: S. Messa con Mandato Missionario presieduta da Don Angel Fernàndez Artime

  • ore 13.30: pranzo e partenza

 

Video tematico Harambée 2016 – “L’avete fatto a me”

 

Visita la pagina sul sito di Pastorale Giovanile con l’invito all’evento.

Scarica la locandina di Harambèe 2016!

 

harambee2016nazionale