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Museo Casa Don Bosco: “Disegniamo un sogno” – Domenica 10 Aprile

Museo Casa Don Bosco prende parte al tradizionale progetto “Disegniamo l’arte” dell’Associazione Abbonamento Musei con l’attività Disegniamo un sogno prevista per Domenica 10 Aprile dalle h 10:30 alle 12:00 presso il Museo. Di seguito le principali informazioni sull’evento.

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Si tratta di una iniziativa pensata per tutti i bambini e i ragazzi fino ai 14 anni di età dedicata al disegno dal vivo per scoprire i musei in maniera speciale.

Presso il Museo Casa Don Bosco si ripercorrerà uno dei sogni più importanti del cammino di Don Bosco, “il sogno dei nove anni”:

“Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una grande quantità di ragazzi. Alcuni ridevano e giocavano, tantissimi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie, mi lanciai in mezzo a loro, provando a farli tacere con pugni e percosse. In quel momento apparve un uomo maestoso, con un manto bianco che gli copriva tutta la persona. Il suo viso era così luminoso che non riuscivo a fissarlo. Mi chiamò per nome e mi chiese di guidare quei ragazzi con bontà e carità, non con le botte”.

Nella sala della Pastorale Giovanile, sono raffigurati infatti i sogni più importanti vissuti da San Giovanni Bosco: il sogno dei 9 anni, il trasferimento dell’Oratorio nel cortile di Valdocco e il sogno missionario.

I bambini e i ragazzi saranno accompagnati nella lettura delle immagini per comprendere l’importanza dei sogni e la bellezza del cammino per realizzarli. Ciascuno cercherà di disegnare il proprio sogno provando poi, in maniera spontanea, a raccontarlo agli altri. Perché un sogno è ancora più bello se condiviso!

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Disegniamo un sogno
Domenica 10 Aprile dalle h 10:30 alle 12:00
Offerta di 3 euro a persona
Per prenotazione: info@museocasadonbosco.it
Via Maria Ausiliatrice 32, 10152, Torino

Museo Casa Don Bosco alle Giornate Nazionali delle case Museo dei Personaggi illustri italiani

Sabato 2 e domenica 3 aprile 2022, Museo Casa Don Bosco parteciperà alla prima edizione delle Giornate Nazionali delle case Museo dei Personaggi illustri italiani. Di seguito le informazioni dedicate all’iniziativa riportate sul sito del Museo.

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Il nostro museo è stato invitato a partecipare ad una interessante iniziativa prevista per sabato 2 e domenica 3 aprile, ovvero la prima edizione delle Giornate Nazionali delle case Museo dei Personaggi illustri italiani, promossa dall’Associazione Nazionale Case della Memoria con il patrocinio di ICOM Italia: https://www.casedellamemoria.it/it/giornata-nazionale-delle-case-dei-personaggi-illustri

MUSEO CASA DON BOSCO
VALDOCCO, TORINO
Prenotazioni dal 21 al 30 marzo

info@museocasadonbosco.it

Tel. 011.522.44.21

Don Michele Viviano: «Don Bosco ci insegna a stimare i giovani» – Avvenire

A seguito dei festeggiamenti per don Bosco, don Michele Viviano, Rettore della basilica Maria Ausiliatrice di Torino lascia la sua parola in un intervista riportata su Avvenire a cura di Marina Lomunno.

Di seguito l’articolo.

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Don Viviano è il rettore di Maria Ausiliatrice a Torino cuore storico della Famiglia Salesiana: una casa dove tutti devono sentirsi accolti.

A don Bosco, che mi ha voluto qui, chiedo ogni giorno: “Che cosa devo fare per continuare a rendere bella e accogliente la casa di Maria Ausiliatrice da te costruita con tante fatiche”?».

È una delle preoccupazioni di don Michele Viviano, siciliano nato a San Cataldo (Caltanissetta) nel 1962 e prete dal 1991: è stato nominato rettore della Basilica dal 1° settembre 2021 al 31 agosto 2024 e ha celebrato ieri la sua prima festa di don Bosco nella casamadre dei salesiani, a cui tutta la famiglia del santo dei giovani, sparsa in 134 Paesi del mondo, guarda come punto di riferimento carismatico. «Ogni figlio di don Bosco sogna di stare un giorno, un periodo nei luoghi dove è nata la nostra Congregazione: così è stato per me fino adesso. Un sogno diventato realtà», prosegue don Michele al termine delle Messe presiedute ieri in Basilica dal rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, e dall’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia.

«È la prima volta che vivo la festa di don Bosco accanto a lui in Basilica, qui in questi luoghi dove ha cominciato ad accogliere i ragazzi e con alcuni a fondare la Congregazione dei salesiani nel 1854. E il ricordo va al nostro patrono san Francesco di Sales, di cui abbiamo iniziato la scorsa settimana le celebrazioni del 400° dalla morte con l’inaugurazione di una mostra qui a Valdocco, al Museo Casa don Bosco”. Un santo da riscoprire perché don Bosco ce lo diede come modello: quasi a dirci “siate come lui, vi chiamate come lui”: ecco la sua grande umiltà».

Don Viviano, docente al Centro teologico San Tommaso di Messina, è giunto a Torino dopo numerosi incarichi a Roma e in Sicilia. Una nomina, rettore della Basilica più importante della Congregazione, che davvero non si aspettava:

«Mi sento molto privilegiato e vivo questo mandato come un regalo di don Bosco per il mio 30° anno di ordinazione.  Nel 2016, nel mio 25° di sacerdozio, mi giunse un’obbedienza “strana”, a cui non mi sentivo per nulla preparato: alla mia vita abbastanza tranquilla di docente mi si chiedeva di aggiungere la direzione di un centro di accoglienza per migranti che arrivavano dal porto di Catania. Era il periodo in cui papa Francesco ci invitava ad aprire le case e gli istituti religiosi per ospitare chi rischiava la vita attraversando il mar Mediterraneo. Accolsi quell’obbedienza come un regalo di Dio per il mio 25°.  Ora, dopo 5 anni, con mia grande sorpresa e senza esser stato mai parroco, il rettor maggiore mi ha chiesto l’obbedienza di venire a Maria Ausiliatrice e dove si venerano le spoglie mortali del nostro santo: come non accoglierla come un dono di Dio, come una chiamata di don Bosco? Certo, è una grande responsabilità ma ciò che mi conforta e incoraggia è che non sono solo: ho una comunità che mi sostiene, confratelli che mi aiutano e collaborano. Sono il rettore ma ancor prima che a me la Basilica è affidata alla mia comunità».

Chiediamo a don Michele quale segno sono i santuari come Maria Ausiliatrice in questo tempo infragilito dalla pandemia.

«Innanzitutto, come ha detto l’arcivescovo nell’omelia, per i ragazzi e le ragazze che entrano in questa chiesa e in questi cortili, l’esempio di don Bosco e la sua azione educativa è un forte appello a stimare i giovani capaci di grandi cose e a spronarli a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà. E poi la nostra Basilica, come i santuari mariani sparsi per l’Italia, deve offrire, insieme alla celebrazione eucaristica e a quella della riconciliazione sempre ben curate, iniziative formative e culturali. Ma soprattutto, come diceva don Bosco della Basilica di Maria Ausiliatrice, deve essere “casa” dove tutti si sentono accolti».

Francesco di Sales, il santo cui si ispirò don Bosco – Avvenire

Nella giornata di sabato 15 gennaio, all’interno delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, si è svolta l’inaugurazione della mostra dedicata a San Francesco di Sales presso il Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco, in occasione del IV centenario dalla morte del Santo.

Di seguito l’articolo di Marina Lomunno pubblicato su “Avvenire” in merito all’evento.

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UNA MOSTRA A TORINO VALDOCCO

Francesco di Sales, il santo cui si ispirò don Bosco

Una mostra per celebrare l’inizio del IV centenario dalla morte di san Francesco di Sales (avvenuta a Lione il 28 dicembre 1622), il vescovo di Ginevra scelto da don Bosco come patrono della congregazione che fondò il 18 dicembre 1859. Si è inaugurata ieri a Valdocco, Casa Madre dei Salesiani, alla presenza del rettor maggiore lo spagnolo don Ángel Fernández Artime e con 12mila persone collegate in streaming dai 134 paesi dove sono presenti i figli e le figlie del santo dei giovani.

Un’occasione speciale, nella 40a edizione delle Giornate di spiritualità della famiglia salesiana sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza” che si conclude oggi nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

La mostra si può visitare fino al 15 gennaio 2023 nel museo “Casa Don Bosco” (Informazioni su: museocasadonbosco.org), aperto nell’ottobre 2020 e fortemente voluto dal rettor maggiore.

«Valdocco è lanterna per il mondo salesiano – ha sottolineato don Artime – e il museo è un sogno realizzato che ogni anno vuole offrire un’iniziativa speciale per approfondire un aspetto del carisma salesiano nato qui 162 anni fa. Ecco allora l’omaggio a san Francesco di Sales, fonte a cui don Bosco si è abbeverato e ispirato nell’attenzione ai giovani più poveri, nella comunicazione della fe- de: noti sono i manifesti che affiggeva sui muri della città o i foglietti che infilava sotto le porte delle case: per questo è anche patrono dei giornalisti».

Gli ha fatto eco l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia:

«Ringrazio i salesiani per il museo che arricchisce Torino e la nostra diocesi. San Francesco di Sales è un santo a me molto caro perché ha dedicato il suo ministero ai più bisognosi: visitare la mostra è fare un esame di coscienza guardando a un santo che ha ispirato don Bosco a educare buoni cristiani e buoni cittadini. Un messaggio attuale ancora più oggi in questo tempo difficile di pandemia».

L’allestimento “Francesco di Sales 400”, come hanno spiegato Stefania De Vita, direttrice del museo, don Cristian Besso, preside dell’Università Pontificia Salesiana (Ups) sede di Torino e responsabile del progetto museologico ed Enrica Pagella, direttrice dei musei reali di Torino, accompagnano il visitatore alla conoscenza della vita del santo, all’iconografia “salesiana” nell’oratorio delle origini e alle sorgenti della pedagogia salesiana.

Tra i vari “pezzi” esposti un ritratto del santo del 1618, un paramento liturgico ricamato da santa Giovanna de Chantal (cofondatrice con san Francesco di Sales delle suore Visitandine), una lettera olografa e un prezioso medaglione del 1613, ricordo coevo dell’ostensione della Sindone del 1613.

La mostra temporanea “Francesco di Sales 400” al Museo Casa Don Bosco

In occasione del quarto centenario della morte di San Francesco di Sales, il Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco presenta la mostra Francesco di Sales 400, un percorso espositivo che racconterà la vita, la fede e la spiritualità del salesiano. Di seguito le principali informazioni riportate sul sito del museo.

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La mostra Francesco di Sales 400 sarà aperta al pubblico dal 15 gennaio 2022 fino al 15 gennaio 2023: le linee guida mireranno ad educare il visitatore alla conoscenza del santo, alla lettura salesiana della sua vita e all’approfondimento del “clima” salesiano seicentesco.

La mostra verrà inaugurata il 15 gennaio alle ore 10:30 presso il Teatro Grande di Valdocco.

La partecipazione all’inaugurazione è esclusivamente su invito ed è gratuita.

Il momento dell’inaugurazione sarà in diretta streaming, trasmessa in 5 lingue su ANS e sulla Pagina Facebook del Museo.

In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, è obbligatorio che i visitatori esibiscano il Super Green Pass muniti di mascherina FFP2 e controllo della temperatura.

LA MOSTRA

La mostra Francesco di Sales 400 sarà aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2023: le linee guida mireranno ad educare il visitatore alla conoscenza del santo, alla lettura salesiana della sua vita e all’approfondimento del “clima” salesiano seicentesco.

Tre saranno i settori tematico/espositivi principali, ovvero:

  • gli elementi biografici del Santo,
  • l’iconografia ‘salesiana’ del Santo nell’oratorio delle origini,
  • gli elementi della spiritualità e della pedagogia salesiana.

Sarà possibile ammirare un ritratto di San Francesco di Sales del 1618, il parato liturgico, detto “di San Francesco di Sales” (ante 1622), il parato liturgico di San Francesco di Sales con ricami eseguiti da Santa Giovanna F. Frémiot de Chantal (1610-1622), una lettera olografa del 1608, e ancora, stampe, libri, oggetti molto particolari come un medaglione in osso di manifattura piemontese del 1613, ricordo coevo dell’ostensione della Sindone del 1613. Preziose le collaborazioni con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, il Monastero della Visitazione di Annecy, il Monastero della Visitazione di Moncalieri, il Santuario della Consolata di Torino e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Piemonte.

ORARIO

  • Lunedì: chiuso
  • Martedì e Giovedì: 9:30 – 12:30
  • Mercoledì e Venerdì: 14:30 – 17:30
  • Sabato e Domenica: 9:30 – 12:30 / 14:30 – 17:30

Incontro Economi e CGA: “Non ebbe a cuore altro che le anime”

“Non ebbe a cuore altro che le anime”

Questa la frase di don Bosco che ha guidato il momento formativo degli economi e i coordinatori della gestione amministrativa delle case dell’Ispettoria nella giornata di mercoledì 15 dicembre a Valdocco. Di seguito un resoconto dell’incontro.
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“La formazione carismatica – ha introdotto l’economo ispettoriale, don Giorgio Degiorgi – è ancora più importante di quella professionale, perché in qualche modo la sottende. Essere economi e coordinatori della gestione amministrativa di una casa salesiana significa guardare a questi aspetti con il gli occhi e il cuore di don Bosco. A Valdocco si faceva un “commercio di anime” per portarle al Cielo e tutto, ma proprio tutto, era al servizio della missione. Solo così sappiamo che il nostro ruolo, spesso immerso nelle cose terrene, ha un orizzonte di senso molto più alto”.

Il momento formativo è stato guidato da don Enrico Lupano:

“L’Economia al servizio del carisma e della missione, ci ricorda che il criterio ultimo delle scelte economiche e gestionali è il carisma, ovvero è la vita vissuta come hanno fatto i santi. Don Bosco “non ebbe a cuore altro che le anime”.

Il carisma è come una finestra attraverso cui si vede tutto lo spazio. C’è un modo evangelico in cui vivere l’economia e un modo che, inquinando il carisma, ci porta lontano da Dio. La Chiesa ci ricorda che «mai l’economia e la sua gestione sono eticamente e antropologicamente neutre. O concorrono a costruire rapporti di giustizia e di solidarietà, o generano situazioni di esclusione e di rifiuto». Le scelte gestionali possono essere illuminate dal carisma, o possono essere fine a se stesse o, peggio, fatte per interessi personali e logiche di potere. Non solo. Non stiamo lavorando per la salvezza di una banca o di una ditta, ma all’interno di un respiro molto più ampio: il progetto di Dio per l’umanità e quindi per ogni uomo”

La giornata di formazione è poi proseguita con la visita del Museo Casa Don Bosco con gli “occhi dell’economo” per poi concludere con la preghiera del Vespro nella comunità ispettoriale e la cena fraterna.

Museo Casa Don Bosco: “Matteo 25. Restiamo umani” – Mostra pittorica

Dal 2 dicembre al 6 gennaio il Museo Casa Don Bosco ospiterà la mostra “Matteo 25. Restiamo umani“, di Massimiliano Ungarelli. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato sul sito del Museo contenente tutte le informazioni relative all’evento.

Il titolo della mostra è tratto dal capitolo 25 del Vangelo di Matteo; i pannelli lignei, assemblati con scarti di falegnameria, riproducono foto realmente scattate, ma reinterpretate dall’artista con pastelli e carboncini. Il colore prevalente è il rosso, il colore degli estremi, ovvero l’amore, la passione, la regalità, la guerra, il sangue dei martiri, la passione di Cristo.Mt. 25 suggerisce di prendersi cura del dolore del mondo, appello e condizione unica per restare umani.

Grazie all’associazione Midrash dei frati Cappuccini di Torino, la mostra sarà accompagnata da due eventi: il 4 e il 19 dicembre, alle ore 16, musica, reading e danza aiuteranno il visitatore ad “entrare” nelle immagini, nelle vite raccontate attraverso le mani di Ungarelli.

La partecipazione è gratuita. In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti (DPCM del 23 luglio 2021), è obbligatorio che i visitatori esibiscano il Green Pass corredato da un valido documento di identità per accedere al Museo.

La mostra verrà inaugurata giovedì 2 dicembre dalle ore 16.00 – 17.00 presso la Sala Accoglienza del Museo.

Gli operatori dei media possono registrarsi inviando una email a media@buonastampa.net oppure chiamando il 392.9533907.

LA MOSTRA

Titolo tratto dal celebre capitolo 25 del Vangelo di Matteo, famoso per la forza disturbante delle sue parole, capaci di mettere a nudo i limiti e le contraddizioni della miseria umana. Il supporto utilizzato su cui è stesa la pittura è lo stesso, umili pannelli di legno, assemblati con scarti di falegnameria:“pannelli che generano bellezza imperfetta a causa della superficie ferita, unici e irripetibili per le loro cicatrici, perfetta incarnazione metaforica di cos’è realmente la vita, di cos’è l’uomo e l’intera umanità”.

In Mt. 25 c’è più colore. Si è utilizzato come fondo base l’acrilico per irrobustire i pastelli e i carboncini. I colori prevalenti sono caldi e in tutti gli sfondi c’è la presenza del rosso che rappresenta il colore degli estremi come l’amore, la violenza, il pericolo, la vita, il sangue, il fuoco, la passione, la regalità, la guerra e molto altro. Inoltre in questo lavoro il rosso è stato posto come simbolo della Passione di Cristo, del sangue dei martiri, delle lingue di fuoco dello Spirito Santo nella Pentecoste, e per ultimo, come colore dell’inferno.

Paradiso o Inferno, salvezza o dannazione, vita o morte? Domande che obbligano una scelta: “si sceglie sempre se restare umani”.

Altro obiettivo del progetto come in “In fuga da Nazareth’ è l’aiuto concreto. In collaborazione con l’Associazione Midrash dei frati Cappuccini verranno individuate alcune famiglie di profughi alle quali destinare la metà dei proventi raccolti attraverso la vendita delle opere originali e delle ristampe in scala delle stesse. Sul sito verrà pubblicato, a fine mostra, il resoconto della raccolta e donazione.

Scuole medie di Bra in visita a Valdocco

Domenica 7 novembre si sono recate in visita a Valdocco le Scuole medie di Bra, accompagnate dai rispettivi insegnanti e famiglie, al fine di riscoprire e vivere la salesianità nel luogo dove tutto a preso forma grazie alle mani di Don Bosco. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

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Da Bra sui luoghi di Don Bosco

Un bel gruppo di famiglie della scuola media salesiana domenica 7 novembre si è recata in visita a Valdocco. In tutto un centinaio di persone tra adulti, ragazzi e insegnanti. Appena arrivati a destinazione, i ragazzi si sono organizzati e hanno giocato nell’ampia area attrezzata dell’oratorio: per loro è prevista una visita guidata in orario scolastico. Invece i genitori, divisi per gruppi classe con una guida, hanno visitato il museo “Casa Don Bosco”, da poco radicalmente rinnovato. Tutti insieme, genitori e ragazzi, hanno poi partecipato alla Messa in Basilica. Al termine non poteva mancare la foto ricordo davanti al monumento a Don Bosco.

Il tempo splendido, il cielo sereno e l’aria tiepida hanno consentito il pranzo all’aperto in condivisione. I ragazzi, consumato come al solito il pasto in tutta fretta, hanno organizzato giochi di gruppo e una memorabile partita di pallamano con il preside arbitro e il professore di musica giocatore appassionato. Nel pomeriggio è ripresa la visita guidata alla chiesa di San Francesco di Sales, in cui hanno pregato, oltre a don Bosco, mamma Margherita, Domenico Savio, Michele Rua e tanti ragazzi del primo oratorio. Una chiesa ricca di memorie e di fatti prodigiosi.

A seguire la visita dettagliata all’imponente basilica di Maria Ausiliatrice, frutto della devozione incondizionata del Santo alla Madonna. Infine una veloce visita alla prima tipografia realizzata da don Bosco per insegnare ai suoi ragazzi un mestiere allora ricercato e per stampare le sue numerose pubblicazioni rivolte ai giovani e al ceto popolare.

Congedandoci da Valdocco abbiamo colto sul volto e nelle parole dei partecipanti la piena soddisfazione per la bella esperienza vissuta insieme.

Museo Casa Don Bosco nel vivo di L’arte con chi ne fa parte

L’arte con chi ne fa parte è la nuova iniziativa di Abbonamento Musei che ti porta alla scoperta delle collezioni dei musei piemontesi e valdostani, con occhi nuovi: saranno infatti i fondatori, i primi collezionisti, gli imprenditori, i nobili e i sovrani che li hanno abitati a condurti lungo suggestivi percorsi di visita. Un’occasione per conoscere i musei attraverso le voci e le storie più curiose dei loro protagonisti.

All’interno del progetto il Museo Casa Don Bosco diventa protagonista grazie alla presentazione della figura di Don Bosco:

Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come Don Bosco è stato un presbitero, pedagogo e fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Don Giovanni Bosco 170 anni fa ha un’idea in testa: aiutare ed educare i giovani che vivevano ai margini della società della Torino del tempo. Con tenacia riesce ad aprire a metà ‘800 alcuni oratori dove garzoni, apprendisti, stagionali e studenti poveri possono trovare un cortile per giocare, una scuola per imparare e una chiesa per pregare. E’ lui a creare le prime scuole professionali e a redigere il primo contratto di apprendistato in Italia. Ancora oggi, quella dei Salesiani di don Bosco è la più imponente impresa missionaria della storia della Chiesa, presente in oltre 100 paesi nel mondo.

La nuova Casa Museo allestita nel quartiere Valdocco, ne racconta la storia e il rapporto con Torino.

Le visite guidate
Il cortile, i sogni, le missioni

sabato 16 ottobre ore 15.30
Il primo percorso racconta una vita costellata dai sogni “salesiani” che hanno cambiato la vita a milioni di ragazzi in tutto il mondo. Una visita per condurre alla scoperta dei principali avvenimenti della vita di San Giovanni Bosco a Valdocco. I sogni sono il fil rouge che accompagnerà alla scoperta dei principali luoghi e degli accadimenti storici.

sabato 23 ottobre ore 15.30
Il secondo percorso è un viaggio che parte dal cortile di Valdocco e i conduce fino agli angoli più remoti della Terra. Dalla cantina dell’oratorio al Giappone, dal Rondò della forca al Brasile. Il cortile di Valdocco è aperto al territorio in cui si trova, proprio perché è punto di incontro e dialogo. E’ lo spazio del gioco, della corsa, del teatro e della preghiera.

Per info e prenotazioni info@museocasadonbosco.it

I video su Don Paolo Albera approdano in Cina in lingua cantonese e mandarino

Don Paolo Albera arriva fino ai confini della Cina grazie ai video realizzati per la mostra a lui dedicata in occasione del primo centenario della sua morte (1921 – 2021). Proprio nella giornata di ieri, martedì 21 settembre, è stato lanciato sul canale YouTube dell’Ispettoria Salesiana CIN il primo video tradotto in lingua cantonese dedicato al secondo successore di Don Bosco.

Fino alla fine di ottobre verrà caricato un video al giorno tradotto in lingua locale (cantonese e a seguire mandarino) per celebrare la grandezza e la bellezza del “petit don Bosco”, il silenzioso pioniere che tanto si è adoperato per consegnarci la Congregazione salesiana così come la conosciamo oggi.