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Weekend conclusivo secondo anno Buoni Cristiani e Onesti Cittadini

“Se non state dove si prendono le decisioni la storia vi passerà sopra”.

Il 17 e il 18 febbraio 2024 si è concluso il secondo anno di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, un percorso formativo triennale rivolto a giovani universitari e lavoratori di età compresa tra i 19 e i 29 anni che nel suo secondo anno ha affrontato il tema dell’ecologia e della cura della “casa comune”, a partire dall’Enciclica “Laudato sì” e dell’Esortazione Apostolica “Laudate Deum” nella quale Papa Francesco ha voluto sollecitare ogni uomo e donna alla necessità di reagire perché “l’impatto climatico è un problema sociale globale intimamente legato alla dignità della vita umana”.

I relatori invitati, esperti, professionisti ma soprattutto testimoni di ricerca, di azione e di vita donata per il bene comune, hanno accolto l’invito a guidare i giovani presenti a riflettere sulla necessità e sull’urgenza di essere protagonisti di un cammino in cui l’impegno di ciascuno ha anche fare con la dignità umana e i grandi valori.

Due interventi e un’esperienza di ascolto sul territorio hanno caratterizzato la prima parte del weekend.

Primo step: “Alcune linee di orientamento nell’azione” 

Grazie alla presenza del professore Leonardo Becchetti, si è dato spazio ad una riflessione sull’urgenza di una transizione ecologica, fondamentale per il clima, la salute e la pace. 

In particolare, queste le domande a lui fatte in preparazione dell’incontro: 

  • come si possono tenere insieme sviluppo economico, sostenibilità ambientale e giustizia sociale? 
  • Come possono essere coinvolti i cittadini ? Che ruolo hanno i cittadini e le comunità locali? Che ruolo abbiamo noi?
  • Cosa ha a che fare la felicità con la nostra vita?

Leonardo Becchetti ha risposto approfondendo i seguenti aspetti:

  1. Anatomia e patologia: il mondo ha una serie di problemi, il corpo sociale è affetto da comorbilitá ovvero una serie di malattie tutte correlate tra loro.
  2. La cura, una visione di salute: guarire il corpo sociale. Decrescita, benessere e felicità.
  3. Le ricette e in che modo ciascuno può essere coinvolto.

Primo aspetto: l’innalzamento della temperatura globale è un dato che nessuno può più negare anche se rimane il rischio dell’iperazionismo. Tutto è correlato: inflazione, mercato del lavoro, disuguaglianza, povertà, individualismo, meno fiducia nelle istituzioni, complottismo, populismo. 

È necessaria una grande rivoluzione, una transizione: creare valore economico ma in modo sostenibile con il riciclo, con il riuso, con la rigenerazione, con materia seconda. 

Secondo aspetto: la cura dipende dalla visione della persona, della cultura, del benessere e dell’azione politica. Interessante, è stato l’approfondimento del benessere inteso come generativitá da cui deriva la felicità. “Abbiamo bisogno di cose che siano generative”, perché “la felicità ha il massimo impatto sociale – ambientale”, “più la vita è generativa più siamo felici”, e siamo generativi se siamo utili.

Ultimo aspetto: “l’arte delle relazioni” è ciò su cui soffermarsi. Nelle scuole occorrerebbe insegnare la cooperazione necessaria per cambiare e creare giustizia che passa attraverso il dono. “Questa è l’economia del Vangelo!”.

Il prof. Becchetti ha concluso riprendendo la frase di Don Bosco che dà il nome al cammino dei giovani presenti evidenziando come la qualità della politica dipende dalla qualità dei cittadini. 

I giovani, invitati ad una consapevolezza sulla loro ricerca di senso che li può guidare nei loro desideri di generativitá, hanno potuto comprendere la complessità e l’interconnessione esistente tra l’uomo e la casa da lui abitata, capirne le origini e gli effetti guardando alla felicità individuale che è tale se vissuta nella e per la Comunità.

Secondo step: Il principio del bene comune” 

La presenza del dottor Giancarlo Caselli è stata un’opportunità preziosa di incontro e ascolto di chi ha fatto della propria vita una testimonianza autentica di giustizia.

Ex allievo dei salesiani, ha citato don Bosco evidenziando il grande merito di essere stato capace di abitare il suo tempo senza cedere alle mode, decidendo di cambiare il sistema educativo con coraggio e investendo sul mondo giovanile.

La sintesi “Buoni Cristiani e Onesti cittadini” affianca la fede alla vita sociale:

“Don Bosco parte dall’onestà come senso della giustizia vissuto nell’intimità della propria coscienza per essere più liberi, solidali, buoni, educati”.

Il dottor Caselli ha proseguito delineando il tema della legalità che riguarda tutti, ricordando che la legalità “conviene” perché si vive meglio. L’illegalità al contrario crea povertà: illegalità economica, corruzione e mafia il cui fatturato toglie risorse ai cittadini. 

Questa premessa ha consentito di comprendere da subito il motivo per cui all’interno del percorso di “Buoni Cristiani e Onesti cittadini” fosse un’opportunità approfondire il tema delle mafie e delle agromafie.

In particolare, è stato evidenziato come l’agroalimentare sia un settore portante della nostra economia e che in quanto tale attira opacità, irregolarità, illegalità, mafiosi.

La presenza delle agromafie va dalla terra, allo scaffale, alla tavola e l’illecito ha un impatto ambientale: il traffico illecito dei rifiuti, lo sversamento dei liquami tossici nei terreni e nei corsi d’acqua con conseguenti danni spesso irreparabili. Questi sono i temi che rappresentano una delle emergenze e sfide cruciali dell’attuale sistema giuridico, sociale ed  economico.

L’analisi del settore alimentare, in particolare della sua contraffazione, ha permesso ai giovani di riflettere sulla necessità del non essere miopi, di parlare anche di questi problemi presenti nella nostra quotidianità, di capire, di approfondire tutte le volte in cui è possibile senza cedere all’”indifferentismo”, a non cadere nell’indifferenza alla politica (citando alcuni passaggi del discorso sulla Costituzione di Pietro Calamandrei fatto ai giovani milanesi il 26 gennaio del 1955).

I giovani hanno potuto dialogare con il dott. Caselli il quale ha saputo rispondere con la grinta che lo contraddistingue incoraggiandoli a partecipare alla vita della polis, alla vita della Comunità, in prima persona, stando insieme, l’un l’altro concludendo con una frase di Don Tonino Bello:

“Gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”. 

Esperienza sul territorio

Dopo la cena condivisa con il gruppo dell’Animazione Missionaria, i giovani sono stati stati accolti al Sermig.

Qui hanno potuto ascoltare il racconto circa le attività di rete presenti nell’Arsenale della Pace per lo sviluppo di progetti sostenibili nei paesi in via di sviluppo, finalizzati a produrre auto sviluppo che incoraggia l’avvio di attività produttrici di reddito, valorizzando le risorse e le opportunità locali e offrendo risposte concrete e durevoli al bisogno di lavoro e sviluppo. 

La serata è terminata con un momento di preghiera nella cappella del Sermig, guidato da don Fabio Mamino in cui i giovani hanno affidato quanto ascoltato e le persone incontrate. 

Terzo step: “Ecologia della vita quotidiana” 

Una possibile strada per coniugare sviluppo economico e sostenibilità sociale ed ambientale è quella dell’economia circolare. Tale concetto, già presentato durante il primo anno di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, è stato ripreso e ampliato con un intervento della dott.ssa Nadia Lambiase, presidente di Mercato Circolare srl, che ne ha evidenziato la stretta correlazione tanto con le tematiche economiche quanto con quelle ecologiche e politico – sociali, sollecitando i presenti a ritornare al punto di vista con il quale scegliamo di guardare il mondo. “Il nostro modo di vivere dipende dalla nostra postura, dal nostro sguardo”. 

114 sono le definizioni di economia circolare, darne una è una scelta politica.

Lo scopo è di mettere in piedi uno sviluppo sostenibile che tiene insieme la sfera ambientale, sociale ed economica ma anche una sfera temporale per un’equità sociale, una prosperità ambientale e un benessere economico per oggi e per domani. 

Dato questo assunto, Nadia Lambiase ha illustrato le 10 R dell’economia circolare affermando come un nuovo paradigma, declinabile su scale diverse, realizzi uno sviluppo sostenibile.

Diverse sono le esperienze e le scelte di azione che ognuno nel proprio quotidiano può mettere in pratica:

  • rifiutare, agire diversamente da come si è abituati a fare mettendo in piedi una pratica di allungamento della vita,
  • ripensare il proprio modo di usare, di rapportarsi con gli oggetti, con i servizi pubblici, 
  • riutilizzare e ricontenere,
  • riparare, riconvertire,
  • riciclare.

Per provare a mettere all’opera il proprio spirito critico come cittadine e cittadini, Nadia Lambiase ha presentato due documenti redatti dal Comune di Torino, “Piani d’azione locale del progetto Respondet (economia circolare e comunità energetiche)” e “Local Green Deal”, progetto Sme4Green (economia circolare e cibo) e ha invitato i giovani a dare il proprio contributo immaginando di essere l’amministrazione Comunale di Torino che deve decidere quali azioni mettere in campo, in particolare, nei seguenti ambiti:

  • incentivo alla raccolta separata per ridurre la produzione dei rifiuti, 
  • incentivo per tutti i servizi che allungano la vita,
  • riduzione dello spreco e approvvigionamento locale ed educazione alimentare sana ed equilibrata,
  • supporto ai mercati rionali e incentivi ai cittadini sull’utilizzo del mercato di prossimità rispetto alla grande distribuzione.

Diverse e interessanti sono state le idee e le proposte, tutte con un denominatore comune: il valore, la dignità, il benessere della persona radicata nella propria comunità, su un territorio. 

 Ultimo step: “La nostra terra, essere changemakers”

A conclusione del percorso, i giovani hanno dedicato tempo e spazio a fare una prima sintesi del cammino attraverso un questionario di verifica e un’ultima domanda sull’amore sociale con cui Papa Francesco conclude la Laudato Sì: Per rendere la società più umana, più degna della persona, occorre rivalutare l’amore nella vita sociale a livello politico economico culturale facendone la norma costante suprema dell’agire“.

La plenaria è terminata con un momento di condivisione da cui è emerso la gratitudine di un percorso in cui équipe e i giovani presenti hanno deciso di far parte di un cambiamento. 

La scelta di un cammino in cui blindare un tempo per l’incontro, l’ascolto, per la formazione che non è solo informazione ma acquisizione di chiavi di lettura critica, di speranza, di generativitá è il frutto e il seme di Buoni Cristiani Onesti Cittadini. 

I giovani hanno sperimentato la presenza di tanti giovani e di tanti uomini e donne che OGGI come changemakers riconoscono nell’invito di Santità di San Giovanni Bosco la strada da percorrere.