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Papa Francesco e la Famiglia Salesiana

Si evidenzia l’articolo pubblicato dalla redazione di InfoAnsAgenzia iNfo Salesiana – in merito alla nomina, compiuta da parte di Papa Francesco, di due componenti della Famiglia Salesiana tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi:

  • don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; 
  • suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”.

(ANS – Città del Vaticano) – Il 24 maggio scorso, festa di Maria Ausiliatrice, Papa Francesco ha dato un nuovo segnale della considerazione che nutre verso la Famiglia Salesiana nominando tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; e suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, di recente nominata anche Consigliere dello Stato della Città del Vaticano.

Per don Sala – nominato Consultore insieme con l’altro Segretario Speciale al Sinodo sui Giovani, il gesuita padre Giacomo Costa – la nomina rappresenta un’indicazione del fatto che il Santo Padre Francesco e la Segreteria Generale del Sinodo hanno ritenuto l’ultimo sinodo un’esperienza utile per il futuro cammino della Chiesa, che ha espresso approcci e modalità da mantenere e da far maturare anche nei Sinodi dei Vescovi che verranno.

In tal senso va riletta anche la nomina, per la prima volta, di quattro donne tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo – tre suore e una laica. “La maggiore presenza di donne negli organismi permanenti del Sinodo dei Vescovi è anch’essa legata all’esperienza del Sinodo sui Giovani, che sia nel suoi lavori, sia nel Documento finale, ha richiesto una valorizzazione del ruolo femminile all’interno della Chiesa” riporta il salesiano. Tale scelta, perciò, “è un segno della volontà del Santo Padre di avvalersi del genio femminile non solo nella fase attuativa o celebrativa di un sinodo, ma già nel cammino di preparazione, per poter compiere un discernimento più ricco e più ampio”.

A livello operativo, don Sala ha chiarito che la nomina significa “essere a disposizione della Segreteria del Sinodo” per offrire il proprio contributo di consulenza. Un contributo che nella sua specifica realtà di salesiano e di esperto di Pastorale Giovanile significherà in primo luogo “aiutare a far entrare i dinamismi giovanili nei cammini ordinari della Chiesa, perché, come Papa Francesco ha detto più volte nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit, la presenza dei giovani può davvero ringiovanire il volto della Chiesa”.

Don Lorenzelli, SDB, nominato vescovo ausiliare di Santiago del Cile

Si riporta la notizia pubblicata su infoans.org, in data 22 maggio 2019, inerente alla nomina del Santo Padre Francesco a al salesiano don Alberto Ricardo Lorenzelli Rossi come vescovo ausiliare di Santiago del Cile.

Il Santo Padre Francesco ha nominato oggi, 22 maggio, come vescovo ausiliare di Santiago del Cile, il salesiano don Alberto Ricardo Lorenzelli Rossi, attualmente Direttore della Comunità Salesiana in Vaticano e Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano. Don Lorenzelli, cui è stata assegnata la sede titolare vescovile di Sesta, è stato nominato vescovo ausiliare insieme a don Carlos Eugenio Irarrázaval Errázuriz, del clero di Santiago, cui è stata assegnata la sede titolare vescovile di Tanudaia.

Don Alberto Lorenzelli, è nato a Isidro Casanova, Provincia di Buenos Aires, in Argentina, il 2 settembre 1953, da genitori immigrati italiani. Ritornato in Italia nel 1972, dopo aver frequentato il noviziato di Pinerolo, ha emesso la sua prima professione come Salesiano di Don Bosco il 24 gennaio 1973, e la professione perpetua a Roma-San Callisto, il 15 settembre 1977. È stato ordinato sacerdote a Genova-Sampierdarena il 24 gennaio del1981, per l’imposizione delle mani del card. Rosalio Castillo Lara, SDB.

È stato Vicepreside della Scuola Media “Don Bosco” e Preside dell’Istituto Tecnico Industriale e Liceo Scientifico “Don Bosco” di Genova; poi Direttore dell’Istituto Don Bosco di Genova-Sampierdarena dal 1996 al 2002.

Fondatore e Docente di Teologia e Storia delle Religioni all’Università della Terza Età di Genova, ha svolto per cinque anni il ruolo di cappellano-educatore del Carcere Minorile di Genova. Nel 2001 ha fondato il Liceo Scientifico Sportivo “Pierre De Coubertin”, primo in Italia.

È stato Presidente della “FIDAE – Liguria” (Federazione di Istituti di Attività Educative) e membro del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel 2002 viene nominato Superiore dell’Ispettoria Salesiana Italia-Ligure-Toscana.

Dal 2005 al 2012 è stato Presidente Nazionale della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e membro dell’UCESM (Unione Conferenze Europee Superiori Maggiori).

Nel 2008 è nominato Superiore della Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale “Sacro Cuore”.

Il 19 gennaio 2012 viene nominato Superiore dell’Ispettoria “San Gabriele Arcangelo” del Cile e Gran Cancelliere dell’Università Cattolica “Silva Henríquez” di Santiago del Cile.

Il 27 gennaio 2018, concluso il suo mandato di Ispettore in Cile, rientra in Italia e il 25 luglio 2018 e assume l’incarico di direttore della Comunità Salesiana in Vaticano.

Il 10 novembre scorso il Santo Padre Papa Francesco lo ha nominato Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano.

“Christus vivit” – Esortazione Apostolica di Papa Francesco

«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!».
(Inizio dell’Esortazione Apostolica postsinodale)

Si rende noto che è stata resa pubblica l’esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco, frutto del Sinodo dei giovani svoltosi nell’ottobre scorso. Firmata lunedì 25 marzo nella Santa Casa di Loreto e indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio” è composto di nove capitoli divisi in 299 paragrafi.

Il Papa spiega di essersi lasciato “ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo” dei giovani, celebrato in Vaticano nell’ottobre 2018.

Don Rossano Sala, Segretario speciale del Sinodo dei giovani, introduce
“Christus vivit”:

Clicca qui sotto per saperne di più:

 

Dal 9 aprile 2019 sarà disponibile in libreria presso la casa editrice salesiana Elledici:

L’Editrice Elledici propone il testo al prezzo speciale di € 2,50, con l’invito alla lettura di don Michele Falabretti, Direttore del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, e la Guida alla lettura e rilancio del cammino a cura di padre Giacomo Costa e don Rossano Sala, Segretari Speciali del Sinodo dei Vescovi.

Editrice Elledici

Alessandria – Al Don Bosco per la diretta da Panama con il Papa

Ecco un articolo proveniente da Alessandria News, riguardo l’appuntamento di sabato 26 gennaio al Centro Don Bosco di Acqui in cui si sono ritrovati un centinaio di giovani per vivere una serata di gioco ed attendere la mezzanotte per la diretta della veglia di Papa Francesco da Panama:

ALESSANDRIA – Sabato sera, appuntamento al centro Don Bosco di corso Acqui per assistere in diretta da Panama alla veglia di papa Francesco. Ritrovo alle 20.30 per la cena, poi giochi e, a mezzanotte, il collegamento con l’America latina dove si ritrovano milioni di ragazzi, protagonisti della Giornata mondiale della gioventù (Gmg),  oceanico raduno che, per impatto, è superiore anche alle Olimpiadi. Al Don Bosco sono attesi un centinaio di giovani, provenienti da parrocchie della diocesi o  affiliati ad associazioni di matrice cattolica. I salesiani offriranno un piatto caldo; il resto della cena sarà “condiviso”. A Panama sono presenti anche 27 alessandrini, tra cui il vescovo Guido Gallese e il vicario generale, don Vittorio Gatti.

Papa Francesco – I salesiani portino gioia

Ecco un articolo proveniente da BlastingNews riguardo al commento di Papa Francesco sui figli di don Bosco:

“Ai ragazzi si deve portare questa notizia bella”.

Così scrive, in sintesi, Papa Francesco, nella prefazione al volume “Evangelii Gaudium con don Bosco”. Ci sono belle e vere notizie diverse da quelle “che passano ogni giorno sui giornali e la rete”, che possono essere veicolate dai “testimoni” di Gesù Risorto. Cosi hanno fatto don Bosco e tante altre figure della congregazione salesiana che, per primi, “si sono lasciati raggiungere dalla misericordia di Dio”.

Le parole del pontefice sono state commentate a Telepace News dal vescovo Enrico dal Covolo, il quale ha dichiarato di aver parlato personalmente con il Santo Padre di San Giovanni Bosco e soprattutto della “santità nella Famiglia Salesiana”.

La santità dei salesiani è nella gioia

Dalle parole di Bergoglio contenute nel volume sull’Evangelii Gaudium curato dal salesiano Antonio Carriero, traspare una grande stima per il carisma di questa congregazione religiosa.

L’opera contiene 25 contributi firmati da “grandi esperti” in diverse discipline, che mettono in rilievo il pensiero di Papa Francesco  per far fronte a situazioni di disagio culturale e sociale nel mondo giovanile.

Tutto ciò, naturalmente, in chiave salesiana, tenendo presente ciò che ha insegnato San Giovanni Bosco in tema di educazione e prevenzione del disagio giovanile.

“Voi salesiani siete fortunati”, scrive il pontefice rivolgendosi ai figli di don Bosco. Questo perché il santo piemontese sapeva essere sempre “gioioso”, affrontando la vita quotidiana nel migliore dei modi. Il Santo Padre fa riferimento a quel sano “ottimismo” con cui possono essere affrontate tutte le difficoltà. Del resto, la santità di don Bosco consisteva anche e soprattutto nel suo temperamento gioioso. La richiesta del Papa ai membri della congregazione è di essere portatori sani della gioia del Vangelo, proprio quella di cui è stato testimone il presbitero astigiano, e che conduce alla santità.

Il vescovo Enrico dal Covolo: ‘Papa Francesco parla di santità della porta accanto’

Il vescovo salesiano Enrico dal Covolo, intervistato da Telepace News, ha commentato la prefazione di Bergoglio al volume, dicendo che quanto affermato dal pontefice nella prefazione del libro coincide per molti aspetti con il modello di santità rappresentato da don Bosco. Quest’ultimo, infatti, era solito dire sempre ai suoi ragazzi: “Desidero vedervi felici”. Secondo l’Assessore al Pontificio Comitato di Scienze Storiche, il Papa vorrebbe dai salesiani e da tutti i cristiani un’incarnazione nell’esistenza di quella “santità della porta accanto”. Ed è proprio questo “che rende belle e felici le persone”, come spiega ampiamente il Santo Padre stesso nell’esortazione “Gaudete et exsultate”.

Nel testo “Evangelii Gaudium con don Bosco” il pontefice ricorda la storia della nascita della famiglia salesiana. Nella Torino dell’Ottocento, quando nascevano le grandi fabbriche, cominciavano ad emergere con forza i grandi disagi sociali.

In questo contesto particolare si inserì l’azione di San Giovanni Bosco e di tanti altri santi da lui ispirati che seppero far fronte alle nascenti emergenze. Egli raccolse tanti “ragazzi soli, abbandonati, in balia dei padroni del lavoro, privi di ogni scrupolo”, accogliendoli in scuole e comunità nelle quali offriva loro la formazione adeguata.

Papa Francesco rivela di essere cresciuto in una di queste scuole, aggiungendo che chi lo ha accompagnato nella sua giovinezza lo ha “aiutato ad andare avanti nella gioia e nella preghiera”. Da qui la sua benevolenza nei confronti dei salesiani, di cui dice: “Mi hanno aiutato a crescere senza paura, senza ossessioni”.

Giornata Mondiale della Gioventù di Panama 2019

Si pubblica qui a seguire un’articolo della redazione di ANS (Agenzia Info Salesiana) riguardo la GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) che quest’anno si svolgerà a Panama dal 23 al 27 gennaio 2019!

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38) 

 

ANS – (Città di Panama) – Giovani provenienti da diverse parti del mondo si stanno preparando a vivere uno dei più grandi eventi della vita della Chiesa, che riunisce migliaia e migliaia di persone, questa volta al centro del continente americano, Panama: la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Alcuni sono già partiti, altri sono in partenza, altri ancora partiranno nei prossimi giorni. Ciò che è certo è che la celebrazione inizia tra pochi giorni e i Figli spirituali di Don Bosco saranno presenti per accogliere i tanti visitatori.

La partecipazione di tre grandi personaggi renderà la GMG una festa piena: in primo luogo il Santo Padre Francesco, e poi, per il mondo salesiano, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat. Parteciperanno, inoltre, autorità di diversi Paesi: il governo panamense ha confermato la partecipazione dei Presidenti di Colombia, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Portogallo…

Papa Francesco partirà da Roma il 23 gennaio e arriverà a Panama lo stesso giorno. Giovedì 24 riceverà i saluti dalle autorità del Paese e dal Presidente di Panama, Juan Carlos Varela Rodríguez, e incontrerà anche i vescovi centroamericani. Nel pomeriggio si terrà la cerimonia di accoglienza e di apertura della Giornata Mondiale della Gioventù 2019, nel “Campo Santa María la Antigua” – Cinta Costera.

Durante il suo soggiorno a Panama il Santo Padre avrà diverse occasioni nelle quali incontrerà migliaia di giovani, e concluderà la sua visita con la celebrazione della Santa Messa di domenica 27 gennaio, nel grande “Campo San Juan Paolo II” – Metro Park, dove sono attesi circa 250.000 fedeli.

L’inno ufficiale della GMG di Panama 2019, dal titolo: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38) è scritto e composto da Abdiel Jiménez, con la produzione e gli arrangiamenti di Aníbal Muñoz, e la collaborazione di Carlos Samaniego e Ricky Ramírez, professionisti con una grande carriera musicale. 

I Salesiani, da parte loro, trasmetteranno in diretta i momenti principali della GMG attraverso la pagina Facebook di ANS.

Tutto il Paese si sta preparando da mesi, mettendo a punto i dettagli prima che arrivi il Santo Padre, ed è con grande entusiasmo che attende i giovani del mondo che hanno deciso di partecipare a questa GMG. “Un evento che ha unito più di 4 milioni di panamensi nell’amore verso i propri fratelli, senza distinzione di religione, credenze o politica”, ha spiegato Yithzak Gonzalez, operatrice della Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale di Panama, in un’intervista rilasciata a “Vatican News”.

Papa Francesco – Don Bosco portatore sano di gioia!

Si riporta un articolo pubblicato dalla redazione di Avvenire in data 10 gennaio 2019 riguardo alla prefazione del libro sull’Evangeli Gaudium in cui Papa Francesco ricorda la “misura alta della vita cristiana” che il santo fondatore don Bosco mise in pratica nella periferia sociale di Torino. Buona lettura!

Pubblichiamo la prefazione del Papa al volume, curato da Antonio Carriero, “Evangelii gaudium con don Bosco”, testo in cui la Famiglia salesiana riprende in chiave educativo pastorale il messaggio dell’Esortazione apostolica di Francesco, vero e proprio documento programmatico del suo pontificato. Il titolo del contributo firmato dal Pontefice è “Cari salesiani”.

Voi salesiani siete fortunati perché il vostro fondatore, Don Bosco, non era un santo dalla faccia da “venerdì santo”, triste, musone… Ma piuttosto da “domenica di Pasqua”. Era sempre gioioso, accogliente, nonostante le mille fatiche e le difficoltà che lo assediavano quotidianamente. Come scrivono nelle Memorie biografiche,

«il suo volto raggiante di gioia manifestava, come sempre, la propria contentezza nel trovarsi tra i suoi figli» ( Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, volume XII, 41).

Non a caso per lui la santità consisteva nello stare “molto allegri”. Possiamo definirlo quindi un “portatore sano” di quella “gioia del Vangelo” che ha proposto al suo primo grande allievo, San Domenico Savio, e a voi tutti salesiani, come stile autentico e sempre attuale della

«misura alta della vita cristiana» (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 31).

Il suo è stato un messaggio rivoluzionario in un tempo in cui i preti vivevano con distacco la vita del popolo. La «misura alta della vita cristiana» Don Bosco la mette in pratica entrando nella “periferia sociale ed esistenziale” che cresceva nella Torino dell’800, capitale d’Italia e città industriale, che attirava centinaia di ragazzi in cerca di lavoro. Infatti, il “prete dei giovani poveri e abbandonati”, seguendo il consiglio lungimirante del suo maestro san Giuseppe Cafasso, scendeva per le strade, entrava nei cantieri, nelle fabbriche e nelle carceri, e lì trovava ragazzi soli, abbandonati, in balia dei padroni del lavoro, privi di ogni scrupolo. Portava la gioia e la cura del vero educatore a tutti i ragazzi che strappava dalle strade, i quali ritrovavano a Valdocco un’oasi di serenità e il luogo in cui apprendevano ad essere «buoni cristiani e onesti cittadini». È lo stesso clima di gioia e di famiglia che ho avuto la fortuna di vivere e gustare anche io da ragazzo frequentando la sesta elementare al Colegio Wilfrid Barón de los Santos Ángeles, a Ramos Mejía. I salesiani mi hanno formato alla bellezza, al lavoro e a stare molto allegro e questo è un carisma vostro.

Mi hanno aiutato a crescere senza paura, senza ossessioni. Mi hanno aiutato ad andare avanti nella gioia e nella preghiera. Come ebbi occasione di ricordarvi nella visita alla Basilica di Maria Ausiliatrice, il 21 giugno 2015, torno a raccomandarvi i tre amori bianchi di Don Bosco: la Madonna, l’Eucaristia e il Papa. Oggi si parla poco della Madonna con lo stesso amore con cui ne parlava il vostro Santo. Si affidava a Dio pregando la Madonna e quella fiducia in Maria gli dava il coraggio di affrontare sfide e pericoli della vita e della sua missione. L’Eucaristia, come secondo amore di Don Bosco, deve ricordarvi di avviare i ragazzi alla pratica della liturgia, vissuta bene, per aiutarli ad entrare nel mistero eucaristico e non dimenticate anche l’Adorazione. Infine, l’amore al Papa: non è solo amore per la sua persona, ma per Pietro come capo della chiesa e come rappresentante di Cristo e sposo della Chiesa. Dietro quell’amore bianco per il Papa, c’è l’amore per la Chiesa. L’interrogativo che dovete porvi è:

«Che salesiano di Don Bosco bisogna essere per i giovani di oggi?».

Io direi: un uomo concreto, come il vostro fondatore, che da giovane prete ha preferito alla carriera di precettore nelle famiglie dei nobili il servizio tra i ragazzi poveri e abbandonati. Un salesiano che sa guardarsi attorno, vede le situazioni critiche e i problemi, li affronta, li analizza e prende decisioni coraggiose. È chiamato ad andare incontro a tutte le periferie del mondo e della storia, le periferie del lavoro e della famiglia, della cultura e dell’economia, che hanno bisogno di essere guarite.

E se accoglie, con lo spirito del Risorto, le periferie abitate dai ragazzi e dalle loro famiglie, allora il regno di Dio inizia ad essere presente e un’altra storia diventa possibile. Il salesiano è un educatore che abbraccia le fragilità dei ragazzi che vivono nell’emarginazione e senza futuro, si china sulle loro ferite e le cura come un buon samaritano. Il salesiano è anche ottimista per natura, sa guardare i ragazzi con realismo positivo. Come insegna ancora oggi Don Bosco, il salesiano riconosce in ognuno di loro, anche il più ribelle e fuori controllo, «quel punto di accesso al bene» su cui lavorare con pazienza e fiducia. Il salesiano è, infine, portatore della gioia, quella che nasce dalla notizia che Gesù Cristo è risorto ed è inclusiva di ogni condizione umana. Dio infatti non esclude nessuno. Per amarci non ci chiede di essere bravi. E né ci chiede il permesso di amarci. Ci ama e ci perdona. E se ci lasciamo sorprendere con quella semplicità di chi non ha nulla da perdere, sentiremo il nostro cuore inondato di gioia. Quando queste caratteristiche vengono a mancare, ecco quei musi lunghi, facce tristi.

No! Ai ragazzi si deve portare questa notizia bella, una notizia vera contro tutte le notizie che passano ogni giorno sui giornali e la rete. Cristo è veramente risorto, e a dimostrarlo sono stati Don Bosco e Madre Mazzarello, tutti i santi e i beati della Famiglia Salesiana, come anche tutti i membri che ogni giorno trasfigurano la vita di chi li incontra perché si sono lasciati loro per primi raggiungere dalla misericordia di Dio. Il salesiano diventa così testimone del Vangelo, la Buona Notizia che nella sua semplicità deve confrontarsi con la cultura complessa di ogni Paese. Mettere insieme semplicità e complessità, per un figlio di Don Bosco, è una missione quotidiana. L’ampio commento che segue, rilegge l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium in chiave salesiana. È affidato a grandi esperti delle diverse discipline che, con fine sensibilità e sotto la lente di Don Bosco, mettono in risalto il pensiero del Papa in collegamento con le diverse situazioni attuali, per educare e orientare al bene dei ragazzi e dei giovani. Sono convinto che la lettura di queste pagine potrà fare del bene a tutti i figli e alle figlie di Don Bosco sparsi nel mondo, e a quanti condividono il carisma educativo salesiano. Troveranno nelle pagine di questo testo molti spunti di interpretazione della realtà e di rinnovamento della prassi educativa al servizio dei ragazzi e dei giovani del nostro tempo.

2018 Campo 4 – Studio, lavoro e discernimento

L’appuntamento annuale del campo 4, che si è svolto dal 5 ottobre al 7 ottobre 2018 presso il Colle Don Bosco, è giunto a termine. E’ stato un momento importante per tutti i ragazzi e ragazze che vi hanno partecipato, per riflettere su tre tematiche: Studio, lavoro e discernimento. 

Temi non da poco per dei giovani universitari e per quanti si sono appena affacciati nel mondo lavorativo.
Tasti concreti che possono, anzi, debbono essere toccati e affrontati per rendere più adulta una persona. Per abilitare un ragazzo a crescere, ad assumersi le proprie responsabilità e a scoprire la propria strada.

Non ci poteva essere, dunque, argomento migliore per il campo 4 di questi giorni, proprio in concomitanza con l’apertura del sinodo dei vescovi su questi medesimi interrogativi.

Ed esempio carismatico per eccellenza, il giovane Giò Bosco, è diventato il protagonista del nostro cammino.
Procedendo gradualmente sui passi della sua vita a Chieri, scoprendo come ha stretto legami di amicizia sana, come ha saputo affrontare lo studio e il lavoro, ha reso possibile ai giovani di rispecchiarsi in un loro coetaneo che ha fatto della sua vita un capolavoro.
Perché anche il nostro padre spirituale potrebbe essere definito ‘il santo della porta affianco’, come direbbe papa Francesco. Un santo del quotidiano, che ha saputo rendere l’ordinario, straordinario.
E non c’è prospettiva più bella di quella che insegna a scoprire la straordinarietà delle qualità presenti in ognuno, mettendosi in gioco nello studio e nel lavoro.
E’ proprio nell’ordinarietà del quotidiano la sfida del discernimento che mette in discussione il proprio essere in modo da scoprire in maniera più chiara alla domanda che spesso tutti ci poniamo: “Chi sono?”. Ma soprattutto ‘per chi siamo’. Perché non possiamo parlare di soggetto, se non in una comunità. Perché non c’è io, senza un tu.
Solo così si può realizzare pienamente che “siamo una missione in questa vita”. Che dal nostro si, dipende la felicità dell’altro e che dalla qualità delle nostre conoscenze o delle nostre abilità lavorative dipende la pienezza del nostro oggi.

Ricordando che dal connubio di gratuità, responsabilità e grazia si forma la nostra più vera identità…
#perlavitadeglialtri

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(Articolo a cura di Elena scavino)

“Abbiamo bisogno dei giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma senza trucco!”

Si riporta l’articolo pubblicato dalla Redazione di ANS in data 3 ottobre 2018 sull’inizio del Sinodo dei Vescovi 2018.

La speranza ci smuove… E ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani”
Le parole con cui papa Francesco ha aperto il Sinodo. A seguire l’articolo.

(ANS – Città del Vaticano) – Non si può pensare alla Chiesa senza la presenza dei giovani. Lo ha spiegato e ripetuto il Santo Padre: “Abbiamo bisogno dei giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma senza trucco, cioè non ringiovanito, ma rinnovato dall’interno”. Si apre oggi il tanto atteso Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che si concluderà il 28 ottobre 2018. Nell’omelia della Messa celebrata in una Piazza San Pietro gremita di giovani e dei Padri Sinodali, Papa Francesco ha manifestato: “I giovani ci chiamano a prenderci cura di loro con impegno… Non lasciamoli soli”.

Nella sua omelia il Pontefice ha incoraggiato i Padri sinodali nei confronti dei lavori che iniziano questo pomeriggio, e ha assicurato loro che “la Chiesa vi guarda con fiducia e amore”. Ha anche parlato esplicitamente di due degli invitati, i vescovi della Cina mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yan’an; e mons. Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde.

I due presuli, che testimoniano “la comunione dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro”, come ha osservato il Papa, fanno parte dei 267 Padri Sinodali; al Sinodo partecipano anche 23 esperti e 49 uditori, inclusi tra questi anche 34 ragazzi e giovani tra i 18 e i 29 anni. Questi ultimi partecipano al Sinodo, ma non avranno il diritto di voto, riservato ai vescovi.

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, altri 15 Salesiani di Don Bosco e a due Figlie di Maria Ausiliatrice, costituiscono i rappresentanti della Famiglia Salesiana che partecipa a questo grande evento. Nei 26 giorni di durata del Sinodo si seguiranno tre obiettivi, come sottolineato dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, il card. Lorenzo Baldisseri. “Rendere consapevole tutta la Chiesa del suo impegno missionario di accompagnare tutti i giovani alla gioia dell’amore che Gesù Cristo offre a tutte le nuove generazioni”. Un secondo obiettivo è “prendere coscienza della chiamata universale del concetto di vocazione e, di conseguenza, del legame tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale”. Il terzo obiettivo evidenziato dal cardinale è “il rinnovamento ecclesiale promosso da Papa Francesco”.

Durante l’omelia della Messa d’apertura del Sinodo, il Papa ha osservato: “La speranza ci smuove… E ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani”. E rivolgendosi direttamente ai Padri Sinodali, li ha invitati a guardare al Concilio Vaticano II e al messaggio dei Padri Conciliari ai giovani di quel tempo. Ha ricordato le parole del poeta Friedrich Hölderlin – “L’uomo mantenga quello che da bambino ha promesso” – e ha invitato i Padri Sinodali ad ampliare i cuori per intendere l’appello dei propri fratelli e a mettere con ardore le proprie energie al servizio dei giovani.

Editrice Elledici: Per chiudere la preparazione al Sinodo dei Giovani, finalmente la parola va…ai giovani!

Per chiudere la preparazione al Sinodo dei Giovani, finalmente la parola va…ai giovani! Questo volume edito dalla Editrice Elledici, “Carissimo Vescovo… 100 giovani scrivono e i vescovi rispondono” di Marco Pappalardo, si avvale della Presentazione di Papa Francesco.

È un libro che raduna opinioni, pareri e domande raccolte di persona e al telefono, via mail e via lettera, tra temi, messaggi e post sui social. I giovani scrivono da tutta Italia, ma non tutti sono italiani. Scrivono a un Vescovo, ma allo stesso tempo a tutti i Vescovi.

Con la Presentazione di Papa Francesco (scarica qui)
Domande pratiche e attuali da parte dei giovani, alle quali seguono le risposte dei Vescovi.
CARISSIMO VESCOVO… 100 giovani scrivono e i Vescovi rispondono.
Di 
Marco Pappalardo. (Editrice Elledici – Pagine 160 – € 11,90)

Sono voci di giovani di età e condizione diversa (ragazze e ragazzi dai 16 ai 30 anni, studenti, lavoratori, disoccupati, credenti, non credenti, praticanti e non; ciascuno si presenta con il proprio nome, l’età, ciò che fa attualmente e soprattutto un sogno da realizzare) che con coraggio scrivono ai vescovi sulla propria vita, sui dubbi, sui sogni, sui progetti, sull’appartenenza ecclesiale, sull’essere distanti dalla Chiesa, sulla fede, sulla morale, sulla comunicazione, sugli affetti, ponendo domande forti ed essenziali, ma anche suggerendo percorsi e strategie per sintonizzarsi con loro.