Articoli

Flash mob natalizio del parroco a Porta Nuova: nel presepe vivente Gesù è una bimba di colore

Si pubblica l’articolo di Pier Francesco Caracciolo de La Stampa del 5 Gennaio 2018 riguardo l’allestimento del presepe vivente dei bambini dell’oratorio di San Salvario accompagnati dagli animatori e da Don Mauro Mergola, parroco di San Salvario e direttore dell’oratorio:

Flash mob natalizio del parroco a Porta Nuova: nel presepe vivente Gesù è una bimba di colore

Erano una quarantina i bambini dell’oratorio di San Salvario che dalle ore 11 alle 12 di oggi, venerdì 5 gennaio, hanno dato hanno dato vita a un flash mob natalizio nell’atrio di Porta Nuova. Hanno allestito un presepe vivente sotto l’albero di Natale nel quale a interpretare la parte di Gesù è stata una bimba di colore, la piccola Teresa, di 5 mesi, nata in Italia da papà del Ghana e mamma del Congo. A tenerla in braccio, nelle vesti di Maria, proprio la madre Linda, di 32 anni, che oggi vive a San Salvario.

Bambini e ragazzi di elementari e medie, italiani e stranieri, cristiani e musulmani, sono quelli dell’oratorio San Luigi, in via Ormea 4. Hanno distribuito a passanti e viaggiatori – oltre a bicchieri di the caldo – decine di volantini nei quali hanno raccontato chi è e cosa rappresenta – anche con riferimento ai giorni nostri – il personaggio da loro interpretato. Il tutto, accompagnati dagli animatori e da Don Mauro Mergola, il parroco di San Salvario e direttore dell’oratorio.

A monitorare la situazione, un gruppo di tre agenti della Polfer, che hanno verificato che tutto filasse liscio. Qualche momento di tensione c’è stato quando due addetti alla sicurezza di Grandi Stazioni hanno chiesto l’autorizzazione per il flash mob. Serviva, in particolare, l’ok all’occupazione di suolo pubblico. Che don Mauro non aveva. Uno stallo risolto in una decina di minuti dopo le spiegazioni del parroco e l’intervento degli agenti e della dirigente della Polfer, chiamata dirimere la questione.

 

Il Natale di San Salvario sotto i riflettori del TG

Molte le iniziative della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, l’Oratorio Salesiano San Luigi e i volontari per il Natale di San Salvario: la bontà delle stesse viene raccontata così dal telegiornale locale e nazionale. Buona Visione!

Sotto l’albero di Natale del San Luigi

La Parrocchia Santi Pietro e Paolo, l’Oratorio Salesiano San Luigi e la folta compagine di volontari si sono ampiamente attivati per colorare con un’atmosfera famigliare il Natale di San Salvario con due iniziative.

“Pranzo di Solidarietà” al Club 84 

La prima, Domenica 25 Dicembre 2017, alle ore 12.30 presso la Discoteca Club 84, in Corso Massimo D’Azeglio 9-f, a Torino, vedrà il “Pranzo di Solidarietà”: una discoteca, una parrocchia, un servizio catering la cui ditta regalerà il pranzo a circa centocinquanta persone; un momento, insomma, “di partecipazione e di sostegno a tutte le persone sole e in difficoltà per festeggiare il Natale in un ambiente familiare” come afferma Don Mauro Mergola, il parroco della chiesa di Largo Saluzzo, e continua “Quella del Pranzo di Solidarietà non è un’iniziativa legata solo al Natale – specifica Don Mauro Mergola – ma è un’azione che nel quartiere di San Salvario si compie tutto l’anno. Il giorno di Natale tutte le mense saranno chiuse, poichè gran parte di queste sono gestite dai volontari che a Natale staranno con le loro famiglie. Con il Pranzo di Solidarietà si andrà dunque a integrare un servizio che le altre mense assicurano 364 giorni all’anno.

E’ necessaria la conferma della propria presenza al numero 3387259651 oppure al 3278709797.

“Adotta un minore non accompagnato” non solo a Natale 

La seconda, non certo per importanza, è l’iniziativa dal titolo “Adotta un minore non accompagnato”. La proposta, lanciata dal responsabile e affidatario della Comunità minori stranieri non accompagnati dell’Oratorio Salesiano San Luigi, don Mauro Mergola, è tesa a creare un legame stretto tra i ragazzi della comunità e le famiglie desiderose di sviluppare il proprio senso di accoglienza, condivisione e solidarietà non solo sotto l’albero di Natale, ma costantemente durante l’anno, diventando quel punto di riferimento necessario, del quale questi minori sentono profondamente la mancanza.

“In questi giorni di Avvento è indispensabile più che mai parlare di accoglienza, volgendo il proprio sguardo a chi è meno fortunato – spiega Don Mauro Mergola – ecco perché, insieme ai volontari dell’Oratorio, abbiamo deciso di lanciare tale iniziativa proprio in questi giorni di festa, di preparazione al Natale, in cui ci prepariamo proprio ad accogliere Gesù bambino nei nostri cuoriMi rivolgo in special modo – aggiunge Don Mergola – a tutte quelle famiglie che nella città di Torino e dintorni sarebbero disposte, nel mese di dicembre e per tutto il 2018, ad accogliere, accudire, magari venendo nella nostra comuntà di Via Ormea 4, a cucinare un pasto caldo per i minori stranieri non accompagnati della comunità di cui sono l’affidatario. Oppure invitando a casa propria, i nostri ragazzi a condividere un pasto ma soprattutto un momento di vita familiare. Vorremmo dare ai ragazzi l’opportunità di vivere le festività in un clima di famiglia. Sarebbe un’ulteriore occasione per dimostrare il proprio sostegno e la propria solidarietà a tutti questi ragazzi che passeranno il Natale in comunità, e che vivono a km di distanza dalla propria famiglia d’origine. Vorremmo che questa proposta andasse oltre il periodo natalizio e che continuasse per tutto il 2018, facendo magari in modo di costituire un legame tra le famiglie “adottanti” e i ragazzi stessi, affinché questi ultimi capiscano cosa significhi famiglia, trovando un punto di riferimento, soprattutto per i passi che faranno dalla maggiore età in poi, una volta fuori dalla comunità.

 

Appuntamento natalizio a san Cassiano

Sabato 16 dicembre i ragazzi e gli adulti dell’oratorio e della parrocchia di san Cassiano hanno augurato ai parrocchiani e agli amici del quartiere l’augurio di un buon Natale e un sereno anno nuovo tramite uno spettacolo costellato da canti,  scenette e di balletti che si è tenuto nella chiesa parrocchiale e si è concluso con un momento di convivialità nel salone dell’oratorio.

Guarda la Gallery  

 

Arte e fede nella cripta degli eredi di Don Bosco

Si pubblica, qui di seguito, l’articolo apparso su La Stampa di Domenica 18 Dicembre 2017, a cura di Andrea Parodi:

BASILICA DI MARIA AUSILIATRICE

Riapre la cappella delle reliquie con i successori del Santo

Il restauro di uno dei luoghi di più alta spiritualità salesiana

Maria Ausiliatrice come Superga: luogo sacro di sepolture eccellenti. Se da tre secoli nella cripta della basilica sabauda sono riunite le salme dei re di Sardegna e i membri di casa Savoia, da pochi giorni la cripta della basilica di Don Bosco è diventata il sacrario dove collocare le sepolture dei più importanti esponenti della storia salesiana.
Per mesi la Cappella delle Reliquie è rimasta chiusa al pubblico e ai fedeli. Un semplice cartello indicava generici «Lavori di restauro». Con riservatezza tipicamente sabauda – invece – sono state realizzate modifiche non indifferenti per aggiungere l’ultimo tassello rimasto e svelato oggi: riunire in quello stesso luogo tutte le sepolture dei Rettori Maggiori (ovvero dei successori di Don Bosco) che, terminati i lavori, sono stati traslati dalle loro originali collocazioni. Lunedì, con la traslazione dell’ultimo Rettor Maggiore mancante, al termine di lunghe e complesse pratiche burocratiche, si è completata un’operazione fortemente voluta dal XXVI Capitolo Generale Salesiano del 2008 e maturata nel tempo. Sempre con grande riservatezza, e senza clamori o annunci trionfanti, quasi in anonimato, l’ambiente è ora aperto ai fedeli e al pubblico, in attesa – anche se non è ancora ufficiale – dell’inaugurazione formale in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della basilica, che cadrà proprio nel 2018 con un programma ricco di eventi.
Don Cristian Besso, giovane rettore della basilica, ha aperto a «La Stampa» il cancello delle nuove tombe dei Rettori Maggiori, mostrando con discreto orgoglio questa novità della basilica, che non è solamente un luogo di importante fede per tutta la famiglia salesiana, ma anche una nuova realtà artistica e culturale, patrimonio (anche turistico) della città, forte al momento di una media di circa 5.000 visitatori al mese.

Quando si entra nella basilica di Valdocco, a destra, vi è l’accesso alla «Cappella (o cripta) delle Reliquie», uno dei luoghi di più alta spiritualità salesiana. Qui la Madonna, secondo la tradizione, ha indicato in sogno a Don Bosco nel 1845 il luogo dove i protomartiri torinesi della legione tebea – Avventore, Solutore e Ottavio – vennero uccisi nel III secolo e quindi dove erigere la basilica. Qui si conservano le principali tra le reliquie della famiglia salesiana, con al posto d’onore un frammento della Santa Croce. È una cappella di inizio Novecento, decorata con motivi neoromanici. In questo luogo i salesiani hanno cominciato a posizionare le sepolture eccellenti. Due dei Rettori Maggiori, Michele Rua e Filippo Rinaldi, rispettivamente il primo e il terzo successore di Don Bosco, sono seppelliti ai due lati dell’altare. La loro posizione di riguardo è dovuta al fatto che entrambi sono beati (a differenza dei tre santi – Giovanni Bosco, Domenico Savio e Maria Mazzarello – che sono seppelliti in basilica, al piano superiore).
«Per i Salesiani il Rettor Maggiore è centro di unità di tutta la famiglia salesiana – spiega don Besso – la sua è una funzione carismatica di comunione; con questo nuovo ambiente non vogliamo creare un culto verso la loro singola persona. Questa realizzazione è un luogo caro, fortemente voluto per un desiderio di unità della grande famiglia salesiana, presente in tutto il mondo». La traslazione delle salme dei Rettori Maggiori a Maria Ausiliatrice, avvenuta con molta discrezione, è anche occasione per ribadire la centralità torinese del vasto mondo salesiano, in particolare di Valdocco. È tutto molto simbolico: da qui tutto è partito, con sobrietà sabauda.

 

RITIRO in preparazione al SANTO NATALE dell’ORATORIO di Gassino T.se

Venerdì 8 e Sabato 9 dicembre si è tenuto presso l’Istituto Salesiano “San Cassiano” di Muzzano un ritiro dei ragazzi dell’Oratorio di Gassino Torinese, in preparazione al SANTO NATALE.

Il ritiro, animato da un gruppo di universitari coordinati da due salesiani, ha guidato i ragazzi dei primi anni di scuola superiore a confrontarsi con il Vangelo di Gv 6, alle tracce del ragazzo dei cinque pani e due pesci. Gli spazi della struttura hanno fatto da sfondo per l’attività di ricerca del venerdì pomeriggio e di riflessione del sabato
mattina, mentre la cappellina ha ospitato il momento di adorazione silenziosa della sera.

La casa salesiana di Muzzano, vicino a Biella, si presta bene per questi momenti di riflessione e condivisione. Circondata da un parco secolare di 20 ettari, è dotata di saloni multiuso, cucina per l’autogestione e camere di diversa tipologia, atte ad ospitare fino a 160 persone.

Mirafiori Baby Park in primavera all’Oratorio Agnelli

Tra la moltitudine di iniziative legate alla celebrazione dell’Ottantesimo anniversario dell’Agnelli di Torino ne spicca una dal nome “Mirafiori Baby Park“: un luogo, fortemente desiderato dalla cittadinanza che orbita intorno a oratorio e istituto, dedicato ai più piccoli affinché “possano vivere momenti ludici con attrezzature adatte alla loro età“, come afferma don Gian Marco Pernice, responsabile dell’oratorio. Sarà un parco giochi aperto ai bambini dai 4 anni in su negli orari di attività dell’oratorio, in primavera ed estate. Per la realizzazione del parco è stato avviato un crowdfunding.

Il disegno del gioco è ispirato alla fabbrica in onore dei tanti nonni che hanno lavorato per tutta la vita negli stabilimenti Fiat e che ora portano i loro nipoti in oratorio.

Per informazioni o donazioni: oratorio@agnelli.it

Ecco la video-presentazione del progetto, che inizierà a concretizzarsi nella Primavera 2018:

 

Si segnala qui di seguito l’articolo relativo al Mirafiori Baby Park, apparso nell’edizione di TorinoOggi.it di Martedì 5 dicembre 2017, che ripercorre gli 80 anni dell’Agnelli e la fioritura di Torino nel corso di questi anni.

Si è parlato più volte di Torino come città delle trasformazioni per eccellenza: da colosso industriale a capitale della cultura, da “paesone” provinciale in via di sviluppo a grande metropoli ricca di energie creative. E tutti questi cambiamenti, da una parte, spingono lo sguardo di chi li vive sempre un po’ più avanti, oltre ogni orizzonte visibile, dall’altra, accrescono il valore affettivo della memoria del tempo che fu. Un tempo indissolubile e stabile, ben piantato sulle proprie fondamenta, perché è da lì che tutto è iniziato, ed è sempre in quel punto che tutto ritorna, come un rimbalzo obbligato tra passato e presente. Ecco allora che certi luoghi, magicamente, mutano aspetto e funzioni, si rinnovano da dentro per abbracciare nuove generazioni, voltando l’ennesima pagina di un enorme libro per iniziare un capitolo ancora più avvincente.

Uno di questi posti è sicuramente l’Oratorio Don Bosco “Agnelli”, in via Paolo Sarpi, annesso agli istituti intitolati a Edoardo e Virginia, figlio e nuora del senatore Giovanni Agnelli. Un complesso ideato nel 1935 per accogliere tutti i ragazzi delle vicine case popolari attorno alla Fiat, avviandoli a una formazione professionale all’interno di un ambiente accogliente, familiare. Un’educazione di stampo salesiano, che si rifacesse agli insegnamenti di Don Bosco, il prete dal cuore grande che sul letto di morte si rivolse ai suoi amati giovani dicendo di andare ad aspettarli tutti in paradiso.

Sono passati 80 anni dalla nascita dell’opera salesiana, e la città attorno si è evoluta in modo esponenziale. I valori che hanno mantenuto in vita l’oratorio, però, sono sempre gli stessi: aggregazione, solidarietà, amore. Ecco allora che da questi capisaldi nasce l’embrione di un sogno: un luogo in cui i vecchi nonni ex lavoratori Fiat possano portare i nipotini a giocare.

Si chiamerà Mirafiori Baby Park e prenderà forma in primavera, nel grande cortile dell’oratorio, ispirandosi al disegno di una vecchia fabbrica. L’assonanza con il film Mirafiori Luna Park, di Stefano Di Polito, infatti, non è per niente casuale. Se nel lungometraggio, presentato al Torino Film Festival del 2015, i tre anziani protagonisti univano le loro forze per occupare una fabbrica destinata alla demolizione, e sede, negli anni Settanta, di lavoro e lotte operaie, adesso a rendere omaggio alla storia della Fiat saranno giochi colorati, allegri, festosi.

“La costruzione dei giochi si rifarà alla fabbrica in onore dei tanti nonni che hanno lavorato per tutta la vita negli stabilimenti Fiat e che ora portano i loro nipoti da noi in oratorio”, spiega il responsabile Don Gian Marco Pernice. “In tutti questi anni l’oratorio ha investito molto nella realizzazione di diversi campi da gioco per ragazzi delle medie e delle superiori. Adesso i genitori chiedono uno spazio per i più piccoli, in modo che possano vivere momenti ludici con attrezzature adatte alla loro età”.

Sarà un parco giochi aperto ai bambini dai 4 anni in su negli orari di attività dell’oratorio, in primavera ed estate. Per realizzarlo è stata avviato un crowdfunding che sta già vedendo una fitta partecipazione di tanti ex allievi degli istituti.

Carlo, Franco e Delfino – protagonisti di Mirafiori Luna Park – sognavano romanticamente un nuovo futuro per lo stabilimento industriale in cui avevano passato gran parte della loro vita. Qui il sogno è già progetto, pronto a sbocciare con la bella stagione, seguendo con il cuore l’imperativo, o la preghiera, di quella breve parola che sarà sempre associata all’identità torinese: Fiat, che sia.

Sala Giovani DB: Lupus in sala

Metti alcuni studenti universitari, una grande sala spaziosa, il carisma salesiano … ed è subito festa. Alla nuova “Sala Giovani Don Bosco” di via Ormea 4, si è svolto Lupus in Sala, primo di una serie di eventi che ha visto alcuni giovani studenti universitari cimentarsi nel Lupus in Tabula, gioco di ruolo ambientato in una città (tabula) ove alcuni abitanti possono trasformarsi in lupi mannari: come nelle favole anche nel gioco la trasformazione avviene di notte e durante questo lasso temporale un innocente viene divorato. Da 3 a 10 giocatori, senza moderatore, senza eliminati, partite rapide e risate garantite. «Si tratta di un gioco – spiega Roberto, uno degli organizzatori – per poter aguzzare l’ingegno e sfruttare la psicologia per capire chi mente e a sua volta non far scoprire chi sei». Ha introdotto la serata, con una sua breve riflessione, il salesiano don Gianni Ghiglione, fondatore del progetto “Sala Giovani Don Bosco”.

 

È stata una bella serata, coinvolgente, di avvio del progetto della neonata “Sala Giovani Don Bosco”. Stare insieme è il primo passo per avviare attività insieme. Mi auguro che questo obiettivo coinvolga sempre un maggior numero di studenti universitari e non solo».

 

 

 

 

 

 

Il San Luigi: un abbraccio teso ad una sola comunità tra sport, oratorio, catechismo e comunità minori

Nelle scorse settimane il quotidiano torinese “La Stampa” si è interessato più volte alla realtà del San Luigi con interviste a don Mauro Mergola e alcuni operatori del San Luigi.

Mentre il Valentino continua ad essere, in alcune zone e in alcuni orari, un luogo considerato poco sicuro, l’oratorio San Luigi con l’attività di strada “Spazio Anch’io” al Parco del Valentino rimane un luogo di riferimento in cui il metodo preventivo di don Bosco viene applicato attraverso il calcio balilla e il pallone per aiutare i giovani, stranieri e italiani, a percorrere la via della legalità non sentendosi da soli.

E se più parrocchie devono dividersi uno stesso parroco, è proprio ai laici che viene chiesto un maggior coinvolgimento nella vita parrocchiale: sport, oratorio, catechismo, comunità minori…. abbracciare la missione evangelizzatrice creando una sola comunità.

Di seguito, si propongono gli articoli realizzati dal quotidiano La Stampa su:

  • "L‘oratorio che non c’è insegna ad avere fiducia"

    a cura di Lodovico Poletto: la legalità vince su quell’umanità dolente che popola il cuore del Parco del Valentino. Qui, il punto di vista è di un educatore di strada, nonchè padre di famiglia, che con “Spazio Anch’io” racconta una serie di episodi positivi di vittoria sull’illegalità.

  • 3 domande a don Mergola "Mai visto nulla di così grave. Adesso servono più telecamere"

    Don Mauro Mergola, parroco della Chiesa di SS. Pietro e Paolo in largo Saluzzo, viene interpellato, dal giornalista Massimiliano Rambaldi, riguardo l’accaduto delle cinque studentesse aggredite con un’arma da fuoco nel corso di un sabato sera al Parco del Valentino.

  • Don Mergola: "Anche i fedeli sono precari. La sfida è accogliere tutti"

    Ad un anno dal conferimento a Don Mauro Mergola dell’amministrazione parrocchiale del Sacro Cuore di Maria di Via Morgari: bilanci e sfide.

Una società che dà luce ad un futuro #Senzafiltri

Sabato 11 Novembre, ventitré rappresentanti della società civile torinese si sono ritrovati in via Sacchi 18 al Caffè Muller e hanno condiviso la propria “idea di futuro”. L’appuntamento, promosso da Cantiere Civico, aveva come ospiti personaggi di spicco come Paolo Stratta, il fondatore e direttore di Cirko Vertigo e l’attrice e scrittrice Sara D’Amario, il gastroenterologo Giorgio Saracco e il cioccolatiere Guido Gobino, l’organizzatrice teatrale Claudia Spoto e il giornalista di Repubblica Paolo Griseri, il preside del liceo Gioberti Vincenzo Pappalettera e il vicepresidente del Collegio costruttori Marco Rosso.

Don Mauro Mergola ha raccontato l’esperienza personale coi minori stranieri a San Salvario durante #Senzafiltri,  appuntamento dove «la società civile parla alla politica»: medici, imprenditori, artigiani, studenti, presidi, preti, detenuti, giornalisti, e altri chiamati a rappresentare strati e anime della città.

Essere qui in mezzo a voi, come segno che la chiesa dialoga con il territorio. Sono salesiano, e quindi secondo la mia tradizione e formazione, ho una particolare sensibilità ai ragazzi e ai giovani, in modo particolare a coloro che dalla vita hanno ricevuto di meno. Io, tra le varie responsabilità che ha un parroco, mi interesso, qui in San Salvario, dei giovani, dei giovani minori, degli stranieri non accompagnati, io stesso sono affidatario di 15 giovani che vivono con me in Oratorio dei quali cerco di interessarmi della loro formazione, affinché possano diventare cittadini del nostro territorio.

Secondo Don Mauro Mergola: “è cittadino a Torino chi costruisce la città chi  si mette a servizio della comunità, è straniero chi  la distrugge, chi pretende solo e chi la sporca. Anche i torinesi, se non adempiono ai loro doveri di cittadini, sono stranieri nella loro stessa casa”.
Ma come viene svolto questo lavoro? Aiutando i giovani immigrati nell’autonomia linguistica, e lavorativa, cercando di coniugare la loro identità a ciò che è frutto dei valori del loro paese d’origine con ciò che trovano nel nostro territorio.

All’interno dell’Oratorio San Luigi, in via Ormea 4, è stato istituito un percorso della tutela integrata “Provaci ancora Sam”: itinerario proposto a ragazzini che a 16 anni, purtroppo non hanno potuto concludere il loro percorso scolastico. Come aiutarli e inserirli in un percorso formativo? Se non si trova autostima difficilmente si inizia un percorso professionale.

E’ vero che il lavoro non è tutto, sono numerosi i giovani che pur lavorando fanno fatica a dare un senso alla propria vita, però è anche vero che se manca il lavoro, va a mancare una parte molto importante della loro formazione.

L’appello di Don Mauro Mergola è quello di promuovere percorsi di accompagnamento rivolto a minori italiani e stranieri che nella vita hanno ricevuto di meno e sopratutto hanno alle spalle famiglie difficili. Il primo passo dovrebbe essere l’istituzione di percorsi che possano coniugare insieme formazione ed educazione con un equilibrio che gradualmente viene modificato, partendo dall’educazione per giungere alla formazione e diventare sempre più autonomi.

L’Oratorio San Luigi si interessa anche dei giovani che vivono al parco del Valentino, un luogo che è rimasto nella penombra sociale, che svariate volte viene citato sui giornali per atti vandalici e cronaca nera. Presenti da 11 anni sopra “Natale in Giostra” con l’educativa di strada, i salesiani del San Luigi  ritengono che sia meglio investire nella prevenzione, piuttosto che nel recupero di ragazzi che, la maggior parte delle volte, finiscono in carcere.

Il discorso verteva anche su tematiche come giovani e movida,  un problema per i residenti e il territorio, e qui si è sviluppato quello che era il cuore dell’incontro: i giovani della notte cosa dicono alla società civile? Sono giovani che fanno fatica a “vivere con speranza il proprio futuro”?

Siamo una società che da futuro, o siamo una società che istiga a vivere al presente?

Se una politica è fatta a beneficio delle persone e dei giovani, e questa si interessa dei problemi del tempo presente, dovrà saper dar luce per poter avere speranza, poiché là dove si perde speranza, si perde una società.

 

 

Guarda il video