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La Missione in 5 PAROLE. Conversando con il Rettor Maggiore dei Salesiani

Dall’Agenzia ANS.

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Parte oggi, 25 ottobre 2023, il nuovo format “In 5 parole”, che vuole snellire i videomessaggi del Rettor Maggiore, rendendoli più veloci, social e vicini ai giovani, senza snaturarne il contenuto e rendendoli piacevoli e confortanti anche per pubblici più ampi.

Ogni argomento verrà espresso nello stile di una challenge: quella di riuscire ad esprimerlo in 5 parole salienti. Il titolo riporta immediatamente l’argomento trasmettendo anche il mood del video e il tono di voce che avrà: quello della chiacchierata. Di volta in volta, una spalla fornirà al Rettor Maggiore i punti-spunti per esprimere il suo pensiero.

Il video si apre sempre con un momento brevissimo riassuntivo del cuore di ciò che il Rettor Maggiore esprimerà all’interno del video: una sorta di “pre-video” ripreso in soggettiva che serve a incuriosire, ma anche a settare immediatamente l’argomento di cui si parlerà.

La prima challenge è sul tema della MISSIONE. Sarà don Andre Delimarta, dall’Indonesia e missionario in Malesia, che proporrà al card. Ángel FERNÁNDEZ ARTIME le 5 parole per parlare di Missione: VOCAZIONE, IDENTITÀ, PREPARAZIONE, QUOTIDIANOMOTIVAZIONE.

La prima serie di video di “In 5 parole” è disponibile in rete dalle ore 17:00 del 25 ottobre 2023 (UTC+2). Guarda i video e dicci cosa ne pensi!

ITA

La MISSIONE in 5 PAROLE
A cura del Rettor Maggiore dei Salesiani

SPA

LA MISIÓN EN 5 PALABRAS
Por el Rector Mayor de los Salesianos

ENG

THE MISSION IN 5 WORDS
By the Rector Major of the Salesians

PRT

A MISSÃO EM CINCO PALAVRAS
Pelo Reitor-Mor dos Salesianos

Rettor Maggiore in Basilica da Cardinale – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marina Lomunno, apparso su La Voce e il Tempo, dedicato alla prima messa in Basilica da Cardinale del Rettor Maggiore.

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La prima Messa da cardinale di don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei salesiani e 10° successore di don Bosco, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa madre dei figli del santo dei giovani, è stata una festa di famiglia.

La commozione del neo cardinale, creato da Papa Francesco nel Concistoro del 30 settembre scorso, si è unita a quella delle centinaia di ragazzi, giovani, famiglie, cooperatori, figlie di Maria Ausiliatrice, anziani collaboratori e confratelli che hanno gremito la Basilica per «abbracciare»

don Ángel che, al termine della Messa, ha stretto la mano a ciascuno dei convenuti alla concelebrazione, donando a tutti una parola, un «selfie» e soprattutto una richiesta di preghiera per il «mio nuovo servizio».

Non a caso domenica 15 ottobre, in occasione della prima Messa con la «porpora cardinalizia» (presenti autorità militari e civili, tra cui il Prefetto di Torino Giovanni Donato Cafagna e l’assessore Giovanna Pentenero per il Comune) il Rettor Maggiore ha voluto iniziare la celebrazione scoprendo e benedicendo, nella navata laterale destra della Basilica accanto all’urna di don Bosco, la statua di sant’Artemide Zatti, il laico salesiano coadiutore «infermiere e farmacista dei poveri», italiano, ma naturalizzato argentino, beatificato nel 2002 da Giovanni Paolo II e canonizzato nel 2022 da Papa Francesco. Il card. Artime ha anche inaugurato una mostra dedicata al santo che ha speso tutta la sua vita al «servizio dei malati e dei più fragili in Patagonia» e che si potrà visitare fino al 30 novembre a Valdocco.

Nell’omelia il card. Artime, che ha scelto come motto «Sufficit tibi gratia mea» («Ti basta la mia grazia»), ha ricordato quando a don Bosco venne proposto di essere nominato monsignore.

«Ma egli rifiutò, pensando a come si sarebbero sentiti i suoi ragazzi dovendo interagire con un monsignore nel cortile. Nel mio caso, la nomina a cardinale, ricevuta a sorpresa e che ho accettato come un’obbedienza e fedeltà al Santo Padre per me è un servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità».

Ángel Fernández Artime è 20° figlio di don Bosco creato cardinale ma il primo Rettor Maggiore ad entrare a far parte del Collegio Cardinalizio. Il Papa infatti ha stabilito che il 29° Capitolo generale dei salesiani venga anticipato di un anno, nel febbraio 2025 (la scadenza come superiore dei Salesiani di don Artime era prevista nel 2026) e che il neo cardinale continui ad essere Rettore Maggiore fino al 31 luglio 2024: dal 1° agosto, sarà l’attuale vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione ad interim fino alla celebrazione del nuovo Capitolo.

Per ora Papa Francesco ha nominato il card. Artime membro del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Basilica Maria Ausiliatrice: la prima messa da Cardinale del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime

Testo a cura di infoANS.

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“Continuo ad essere il salesiano di sempre, anche se adesso con una responsabilità che non è più solo per i Salesiani, ma per la Chiesa”.

Queste parole, pronunciate a margine della Prima Messa da lui presieduta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino in qualità di cardinale, domenica 15 ottobre 2023, hanno ben espresso la cordialità e la naturalezza con cui il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, intende rapportarsi con tutti, e soprattutto con quanti animano, frequentano e danno vita al cuore pulsante della salesianità a livello mondiale, la Casa Madre di Torino-Valdocco.

La celebrazione dell’Eucaristia della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario nella basilica salesiana è iniziata con l’indirizzo di saluto al Card. Fernández Artime da parte del Superiore della Circoscrizione Speciale Italia-Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), don Leonardo Mancini, il quale nel suo messaggio ha affermato:

“Ci onora la scelta di papa Francesco di chiamare accanto a sé tra i suoi più stretti collaboratori la tua persona. Al di là del sano orgoglio che sentiamo per la Congregazione e la Famiglia Salesiana, ci sembra molto bello e significativo che abbia voluto vicino a sé un altro Figlio di Don Bosco, il suo X Successore, perché l’aiuti a guidare la Chiesa intera”.

Quindi, con riferimento all’attenzione del Santo dei Giovani verso i giovani, specie quelli più poveri e bisognosi e all’educazione integrale, don Mancini ha proseguito asserendo che

“la Chiesa ha bisogno di acquisire sempre più anche la prospettiva con cui Don Bosco guardava il mondo”

e ha concluso di nuovo rivolto a Don Á.F. Artime, assicurandogli le preghiere di tutti, ma confidando anche:

“Sappiamo bene che quanto richiesto è un servizio e un impegno. Ma abbiamo anche sperimentato il tuo coraggio, la tua grinta, il tuo desiderio di fare del bene, nello stile di Don Bosco”.

Nel prosieguo della Messa, officiata alla presenza di diverse autorità civili, militari e religiose, molti salesiani – tra cui anche il Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, e il Rettore della Basilica, don Michele Viviano – e di molti membri e rappresentanti della Famiglia Salesiana, il Rettor Maggiore ha offerto la riflessione dell’omelia.

“Don Bosco è stato veramente un genio in tante cose della pedagogia universale: tutto era buono per dare motivo di festa, far nascere emozioni”

ha ricordato in apertura, paragonando il clima di festa sapientemente alimentato dal Fondatore dei Salesiani alla giornata di festa che si stava celebrando a Valdocco in suo onore.

Poi ha ricordato quando a Don Bosco venne proposto di essere nominato Monsignore, ma egli rifiutò, pensando a come si sarebbero sentiti i suoi ragazzi dovendo interagire con un monsignore nel cortile. E ha precisato che nel suo caso, la nomina a cardinale, ricevuta a sorpresa e conosciuta come tutti il 9 luglio scorso, dopo essere stata diffusa dai mezzi di comunicazione in tutto il mondo, fosse qualcosa che l’ha preceduto e sopravanzato, e che ha accettato come “un’obbedienza” in spirito di fedeltà al Santo Padre.

Al tempo stesso, al di là della festa e degli onori che possono venire tributati, ha ribadito che

“per noi credenti, l’autorità, se non è per il servizio, non serve a nulla”

e ha illustrato il motto prescelto per la sua nomina – “Sufficit Tibi Gratia Mea” (Ti basta la mia grazia) – come emblema della sua fiducia nell’accompagnamento costante della Divina Provvidenza.

Ancora, ha spiegato il senso del cardinalato come un servizio alla comunione della Chiesa e nelle mani del Papa, chiamato a dover spendere la sua autorità morale in un mondo sempre più complesso e piagato attualmente da oltre 30 conflitti.

Infine, addentrandosi nell’analisi e spiegazione della Liturgia del giorno, ha invitato tutti i fedeli a mantenere nel cuore la certezza che Gesù è il Buon Pastore che non fa mancare nulla ai suoi figli; e a lavorare insieme per creare un mondo di fraternità, dove sia possibile accogliere insieme l’invito al banchetto e nozze che Dio fa ad ognuno dei suoi figli.

Merita di essere ricordato, infine, che subito prima della Messa era stato scoperto, benedetto e inaugurato, in una delle nicchie della Basilica di Maria Ausiliatrice, il monumento dedicato a Sant’Artemide Zatti, il salesiano coadiutore e infermiere dei poveri, italiano di nascita, ma naturalizzato argentino, beatificato nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II e canonizzato nel 2022 da Papa Francesco.

Inoltre, nella stessa occasione è stata anche inaugurata la mostra in pannelli dedicata sempre al santo infermiere, che si potrà visitare ancora fino al 30 novembre sempre presso la basilica salesiana.

Artime cardinale dei giovani – La Voce e il Tempo

Pubblichiamo di seguito l’intervista al Rettor Maggiore, don Angel Fernàndez Artime, a cura di Marina Lomunno per La Voce e il Tempo.

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C’è la storia delle sue origini e della sua vocazione nello stemma scelto dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Angel Fernàndez Artime, tra i 21 sacerdoti e Vescovi creati cardinali da Papa Francesco nel Concistoro celebrato sabato 30 settembre in piazza San Pietro.

Al centro, Gesù Buon Pastore a cui affidare i Figli di don Bosco e i giovani più fragili; in alto a sinistra, sormontato da una corona, il monogramma «MA», Maria Ausiliatrice, la Madre a cui don Bosco affidò la Congregazione e che raccomandò sempre di pregare. A destra un’àncora ricorda che Angel Fernàndez Artime è nato nel 1960 in una famiglia di pescatori nelle Asturie, in Spagna e che l’àncora è presente anche nello stemma della Congregazione che don Bosco scelse come simbolo della virtù teologale della speranza.

Il motto episcopale del neo cardinale, a cui il Papa ha affidato la diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana a Roma, è «Sufficit tibi gratia mea» (2Cor 12,9) «Ti basti la mia grazia», un programma che mette al centro «la fiducia nella Divina Provvidenza».

Abbiamo incontrato il Rettor Maggiore, alla vigilia della sua partenza per Roma, domenica 23 settembre in occasione della celebrazione che ha presieduto nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dove ha consegnato il Crocifisso a 13 figlie di Maria Ausiliatrice e 24 salesiani in partenza per le missioni.

Sabato 30 la Basilica era gremita per seguire in diretta su un grande schermo il Concistoro e domenica 15 ottobre alle 9.30 don Angel presiederà la prima Messa da cardinale a Maria Ausiliatrice alla presenza delle autorità e della famiglia salesiana.

Al termine inaugurerà la statua di sant’Artemide Zatti, primo tra i coadiutori salesiani, canonizzato da Papa Francesco il 9 ottobre 2022.

Il card. Artime sarà poi ospite dei «Lunedì della Consolata» promossi dal nostro settimanale il 4 dicembre prossimo alle 21.00 e parlerà su «Giovani d’oggi, la grande sfida educativa».

Don Angel, cosa significa per lei, 10° successore di don Bosco, e per la famiglia salesiana diventare cardinale?

Per me e per tutti noi salesiani è stata una notizia assolutamente inattesa ma che ci conferma l’attenzione del Papa nei confronti della nostra famiglia religiosa. Se ha ritenuto opportuno di contare su di me per un servizio alla Chiesa come salesiano, con grande umiltà e serenità offro la mia disponibilità. Don Bosco ci ha raccomandato di rispondere sempre con entusiasmo a ciò che il Papa ci chiede perché lui amava profondamente la Chiesa e il suo Pastore ed è un fondamento del nostro carisma. Sicuramente altri vedono onori in queste nomine: con grande onestà e sincerità io vivo questo momento solo nella prospettiva del servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità.

Come è nata la sua vocazione?

In modo molto semplice: la mia vocazione è l’esempio di come Dio ci chiama laddove ci troviamo. Sono diventato salesiano grazie a due grandi «mediazioni». Ero un ragazzo nato a Luanco, un paesino di mare della Spagna, in una famiglia di umili pescatori. I miei genitori hanno speso tutta la vita lavorando duramente in mare, erano un padre e una madre religiosi con una fede semplice ma molto profonda. Non conoscevo i salesiani e non avrei avuto possibilità di conoscerli se non ci fosse stata la prima «mediazione» di una benefattrice. Maria, una donna di 75 anni che veniva in vacanza nel mio paesino quando ancora il turismo nelle Asturie non esisteva, venne nella porta di casa mentre papà preparava le reti per andare a pescare. Inizia a parlare con i miei genitori. Tornata un anno dopo chiede ai miei: «Cosa farà questo ragazzino?». Allora avevo 11 anni e papà risponde: «Andrà alla scuola elementare e poi verrà in mare con me».  La signora Maria, dice a mio padre: «Io conosco alcuni religiosi che lavorano con i ragazzi: vostro figlio è sveglio e sarebbe bello se potesse studiare». Mamma e papà le fanno capire che non hanno le possibilità economiche ma lei li rassicura: «Non vi preoccupate». E così un anno dopo iniziai a frequentare una scuola salesiana a 200 chilometri dal mio paesino.

E poi come è diventato salesiano?

I miei genitori ad un certo punto mi hanno chiesto: «Cosa vuoi fare?». E io: «Quello che voi volete». E così ho proseguito i miei studi nelle scuole salesiane fino alle porte dell’università preparandomi per entrare nella Facoltà di Medicina e Chimica: avevo conseguito una buona borsa di studio e tutto era pronto. Per sei anni, durante le vacanze estive, per quattro mesi andavo in mare con mio padre: aveva tanto bisogno di me, perché d’estate si faceva l’80% del lavoro di un anno. Ed ecco che, alla fine dell’estate, prima di iscrivermi all’università arriva la seconda «mediazione». Sentivo nel mio cuore una domanda: perché mi sono trovato così bene in questi anni in cui ho studiato dai salesiani? E dico ai miei genitori: «Devo chiarire cosa ho nel cuore, voi cosa mi dite? Vorrei fare un’esperienza religiosa». Se mio papà mi avesse detto «figliolo ho bisogno di te, andiamo in mare e nel mentre studi medicina» io oggi sarei un medico. Ma papà e mamma mi dicono: «Figliolo, è la tua vita se questo ti farà felice, vai». E sono riconoscente ai miei genitori, un modello per tante mamme e papà che oggi hanno un loro progetto di vita per i figli ma non capiscono che sono i figli che devono scoprire la loro strada e la loro e felicità. La mia vocazione dunque è nata naturalmente in famiglia con una grande sensibilità religiosa dove fin da ragazzo ho imparato a scoprire e sentire Dio. E fin dalla mia la prima esperienza con i salesiani mi sono sempre sentito felice in mezzo ai giovani. E così fino ad oggi, 45 anni dopo la mia prima professione religiosa, sono qui e sono felice.

14 mila figli di don Bosco, tra cui 130 Vescovi, spendono la vita in 135 nazioni del mondo per stare accanto ai giovani che hanno avuto di meno. Sicuramente lei, da cardinale salesiano, continuerà ad avere una attenzione speciale per loro…

La nostra missione è stare nel mondo per accompagnare i giovani, i ragazzi e le loro famiglie, perché oggi senza le famiglie possiamo fare poco. E cerchiamo di stare accanto soprattutto ai giovani, i più poveri. Non so cosa mi chiederà il Papa nel mio servizio come cardinale, ma cercherò di farlo al meglio delle mie possibilità: certamente io sono salesiano e la mia scelta religiosa che feci da ragazzo la porto nel mio bagaglio personale. Sono figlio di don Bosco, amo i giovani, soprattutto chi fa più fatica, mi sento a mio agio tra i poveri e le famiglie. Ho sempre voluto vivere nelle missioni o in mezzo ai più bisognosi e tutto questo lo porto e lo porterò sempre nel mio cuore qualsiasi sia il servizio che mi attende.

Cosa cercano i giovani e quali sono le risposte dei salesiani? Come parlare di Gesù oggi alle nuove generazioni?

È difficile rispondere, perché i giovani nel mondo vivono realtà molto diverse. Pensando ai nostri giovani, qui in Europa, dobbiamo riconoscere che è un tempo molto complicato. Essere giovane oggi non è più facile che 25 anni fa. Hanno più mezzi che possono aiutare e anche rovinare, nella vita di tanti ragazzi e ragazze c’è tanta mancanza di paternità e maternità. Abbiamo una generazione tra le più istruite nella storia delle nostre nazioni, ma al termine degli studi non hanno le possibilità di trovare un lavoro che permetta loro di progettare il futuro: immagino quanti genitori soffrono per questo. In Italia e in Spagna, per esempio, l’età media dei giovani che riescono a diventare autonomi è oltre i 30 anni, una situazione insostenibile che non dà speranza. Anche per questi motivi non è semplice parlare di Dio ai giovani che vivono questa realtà. L’unico modo per confortarli è camminare insieme a loro: spesso pensiamo che siano i giovani che devono venire in Chiesa. Ma da salesiano ho imparato che, come faceva don Bosco, siamo noi che dobbiamo andare a cercarli ovunque si trovino. Questa è grande sfida per la nostra Chiesa: un cammino di vicinanza, di prossimità, incrociare le loro strade. È il modo migliore per poter parlare loro di Gesù.

Don Ángel Fernández Artime diventa Cardinale: tutti gli appuntamenti da non perdere

Dal sito infoANS.

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Dopo settimane di attesa in tutta la Famiglia Salesiana, sabato prossimo, 30 settembre 2023, Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, verrà solennemente creato Cardinale dal Santo Padre Francesco, nell’ambito di un Concistoro Ordinario Pubblico che vedrà la creazione di altri 20 cardinali tra arcivescovi, vescovi, patriarchi e presbiteri.

La cerimonia, per la prima volta nel Pontificato di Francesco, si svolgerà sul sagrato della basilica di San Pietro, anziché all’interno della basilica vaticana, e avrà inizio alle ore 10:00 (UTC+2). Il rito prevede l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia a ciascuno dei 21 cardinali nominati.

Grazie alla collaborazione con Vatican News, l’intera cerimonia sarà visibile in diretta sulla pagina Facebook dell’Agenzia ANS, in lingua originale. Inoltre, sarà visibile anche sui canali di Vatican News in originaleitalianoinglesespagnolofranceseportoghese e tedesco.

A seguire, dalle 11:30 alle 13:30, il Card. Fernández Artime riceverà in visita di cortesia familiari, amici e devoti di Don Bosco e della sua opera che vorranno felicitarsi con lui per questo nuovo servizio ecclesiale affidatogli dal Papa. Le visite di cortesia al Rettor Maggiore avranno luogo all’interno della Galleria Lapidaria del Palazzo Apostolico, con ingresso dal Portone di Bronzo.

La giornata di celebrazioni proseguirà poi con un momento di celebrazione festosa presso la Sede Centrale Salesiana, e un secondo momento – per un numero più selezionato di ospiti – presso l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.

Uno dei momenti più attesi dalla Famiglia Salesiana internazionale sarà poi quello che verrà vissuto il giorno successivo, domenica 1° ottobre 2023alle ore 11:00, quando il X Successore di Don Bosco presiederà la sua prima Eucaristia da cardinale nella Basilica del Sacro Cuore: un gesto significativo, espressione della devozione personale di Don Á.F. Artime, così come della volontà della Congregazione di rilanciare il ruolo di questa basilica, che tanta fatica costò a Don Bosco, come centro internazionale della devozione al Sacro Cuore di Gesù.

Per dare la possibilità a tutta la Famiglia Salesiana nel mondo di partecipare, pur se a distanza, a questa celebrazione, anche la Messa del 1° ottobre sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube di ANSChannel in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo).

Da ultimo, non va dimenticato che tra i primi impegni cardinalizi del Rettor Maggiore c’è quello di mercoledì 4 ottobre, quando, alle ore 9, sul sagrato della basilica di San Pietro, Papa Francesco presiederà la celebrazione eucaristica in occasione dell’apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. In quell’occasione, infatti, sono stati invitati a concelebrare con il Santo Padre tutti i cardinali di nuova creazione, insieme al resto del Collegio Cardinalizio e ai Patriarchi, gli arcivescovi, i vescovi e i presbiteri, membri del Sinodo, oltre agli altri arcivescovi, vescovi e presbiteri muniti di apposito biglietto.

La creazione a cardinale del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco è un evento straordinario in sé, in quanto senza precedenti nella storia della Congregazione. Ecco perché già adesso nella Congregazione e nella Famiglia Salesiana si respira un profondo senso di attesa e gratitudine per questa nomina, segno di attenzione e considerazione anche verso Don Bosco e il suo carisma; e saranno moltissimi, per questo, gli Ispettori, vescovi e cardinali salesiani, così come i Superiori Maggiori e Responsabili dei vari gruppi della Famiglia Salesiana, che non perderanno l’occasione per stringersi attorno a Don Ángel Fernández Artime in queste giornate così significative.

La Consolata in dialogo con Torino: ospite il Rettor Maggiore, Card. Ángel Fernàndez Artime

Tornano al Santuario della Consolata, con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo“, gli incontri e i dibattiti pubblici sui grandi temi di attualità.

In particolare, lunedì 4 dicembre alle ore 21.00 verrà ospitato il Card. Ángel Fernàndez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

Nel suo intervento, il Rettor Maggiore toccherà il tema a lui caro dei giovani e della sfida educativa.

Tutte le serate sono a ingresso libero e coordinate da giornalisti di “La Voce e il Tempo”, appuntamento presso il Santuario in Piazza della Consolata, Torino.

 

Basilica Maria Ausiliatrice: per la prima volta da Cardinale il Rettor Maggiore presiederà la S. Messa

Dal sito della Basilica Maria Ausiliatrice.

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Papa Francesco il 30 settembre 2023, nel Concistoro Ordinario Pubblico a Piazza S. Pietro in Vaticano, annovererà tra i Cardinali il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime.

Nei poco più di 150 anni di storia salesiana Don Ángel è il ventesimo cardinale, ma è il primo salesiano che come Rettor Maggiore viene chiamato a far parte del Collegio Cardinalizio.

Per tutti è dunque motivo di gioia e gratitudine al Signore, nonché segno di apprezzamento e di riconoscenza di Papa Francesco sia nei riguardi della persona di d. Ángel che della Congregazione Religiosa dei Salesiani e di tutta la Famiglia Salesiana.

Proprio per questo nella Città Metropolita di Torino, la città di don Bosco, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco, il Rev.do Don Ángel Fernández Artime presiederà per la prima volta come Cardinale la S. Messa alle ore 9.30 di domenica 15 ottobre.

La S. Messa sarà trasmessa sui social della Basilica per poter essere seguita dal mondo salesiano.

Inoltre, saranno presenti le autorità civili e militari insieme al popolo di Dio e alla Famiglia Salesiana.

Al termine della celebrazione verrà inaugurata la statua di Sant’Artemide Zatti e la relativa mostra che si potrà visitare dal 15 ottobre al 30 novembre presso la Basilica.

Il Rettor Maggiore alla 154ª Spedizione Missionaria: “Grazie a questa chiamata speciale sentiamo la vitalità della nostra congregazione”

Dal sito infoANS.

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Nel pomeriggio del 23 settembre, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha incontrato i missionari dei Salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice della 154ª Spedizione Missionaria.

Il giorno successivo, nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, il Rettor Maggiore ha presieduto la celebrazione eucaristica durante la quale ha consegnato la Croce Missionaria ai 24 salesiani partenti.

Madre Chiara Cazzuola, Madre Generale delle FMA, ha consegnato la Croce Missionaria alle 13 FMA partenti.

L’incontro fraterno del 23 settembre si è aperto con il Rettor Maggiore che ha invitato i missionari a ricordare che il loro è un dono di Dio che ha bisogno di essere alimentato. Come missionari devono essere soprattutto testimoni del Vangelo. È seguito un momento di dialogo durante il quale il X Successore di Don Bosco ha risposto alle domande e alle riflessioni dei missionari.

Il giorno successivo, durante la solenne ed emozionante cerimonia nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha consegnato la Croce Missionaria ai 24 missionari in partenza, mentre la Madre Generale delle FMA, Madre Chiara Cazzuola, l’ha consegnata alle 13 FMA in partenza.

“Al suo appello missionario del 18 dicembre 2022, 43 confratelli hanno risposto presentando la loro disponibilità missionaria. Dopo un cammino di discernimento, coinvolgendo i candidati, i loro Ispettori e direttori, 24 confratelli sono stati accettati a far parte della 154ª spedizione missionaria”

ha precisato don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni nella sua presentazione dei candidati.

“Oggi facciamo come Don Bosco fece l’11 novembre 1875. La vocazione missionaria è una chiamata speciale per alcuni dentro la nostra comune vocazione salesiana. Grazie a questa chiamata speciale sentiamo la vitalità della nostra congregazione”

ha sottolineato il Rettor Maggiore nella sua omelia.

Al servizio del “soffio dello Spirito”: il girotondo della santità della Famiglia Salesiana

Dal sito infoANS.

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Tempo per fare sintesi, rinnovare la comunione tra tutti e, infine, coltivare la passione per quello che, è stato ribadito, è un vero ministero: questo è stato il senso dell’ultima sessione del seminario per la promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della Famiglia Salesiana, conclusosi nella mattinata di domenica 10 settembre 2023.

Una sessione che ha visto anche la presenza continua del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che non ha perso l’occasione per incoraggiare a far emergere la santità della Famiglia di Don Bosco:

“Bisogna assicurare che quanto di bello abbiamo vada avanti, perché non sono cose nostre – ha affermato –. Noi siamo al servizio del soffio dello Spirito, e dobbiamo aiutare a far sentire questo soffio”.

La mattinata si era aperta dapprima con la celebrazione comunitaria dell’Eucaristia domenicale, nella quale sempre il Rettor Maggiore, con riferimento alle letture del giorno, aveva consegnato tre punti chiave: amare il prossimo come sintesi di tutti i comandamenti; evitare i pettegolezzi come prima forma di carità; la mutua preghiera quale espressione di autentica carità tra fratelli e sorelle.

Nell’ultimo momento di confronto in aula, poi, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha aggiornato per sommi capi sul lavoro compiuto dalla Postulazione Generale rispetto al precedente seminario (con 7 inchieste chiuse, 5 aperte, 6 positio consegnate, solo per citare quache dato).

Soprattutto, ha rinnovato l’invito a tutti i presenti a concepire il proprio servizio dell’animazione in maniera organica e completa, intessendo sinergie e collaborazioni a tutti i livelli.

Non sono mancati, inoltre, i suggerimenti sui passi da compiere per favorire la conoscenza della santità, la diffusione delle devozioni, e in definitiva, la promozione delle Cause.

A motivo della particolarità e della significatività di quest’esperienza, nell’ultima sessione dei lavori ha trovato spazio anche la presentazione della collezione dell’Archivio Storico del Perù sul Servo di Dio don Luis (Luigi) Bolla, SDB.

Il lavoro di raccolta della straordinaria documentazione sulla vita del salesiano, che spese tutta la sua vita missionaria (60 anni) tra gli indigeni Achuar e Schuar di Ecuador e Perù, è avvvenuto in accordo con quelle comunità e ha richiesto l’impegno di personale dedicato e altamente qualificato, ma alla fine ha messo insieme un patrimonio documentario straordinario, sia per conoscere la vita del Servo di Dio, sia a livello etnografico in relazione alle popolazioni indigene: 25 serie di reperti, con documenti di ogni tipo, decine di diari, mappe, fotografie, cartoline… e oggetti personali di don Bolla, come il suo tawásap, la corona di piume simbolo del suo status presso gli Achuar; o i suoi stivali, contenenti ancora il fango della Foresta Amazzonica da lui percorsa.

Le parole conclusive le ha pronunciate “a braccio” il X Successore di Don Bosco. Toccato dagli interventi cui aveva assistito nei giorni precedenti e dalla relazioni da lui lette, ha voluto raccontare con la sua testimonianza diretta quanto sia commovente, viva e vera la santità salesiana in tutto il mondo:

“Nei miei viaggi in 118 Paesi del mondo ho vissuto in questi anni delle realtà bellissime: ho potuto constatare quello di cui avete parlato vedendolo sul campo: ho conosciuto direttamente la storia dei martiri spagnoli della Guerra Civile; ho ammirato la storia di don Vincenzo Cimatti attraverso il suo bellissimo museo in Giappone; posso parlarvi della Causa di don Silvio Galli a Chiari o dello stesso don Bolla in Perù; sono stato accanto alle suore Ferrandine nei momenti difficili di rallentamento nella Causa del loro fondatore, e ho gioito con le Salesiane Oblate del Sacro Cuore quando è ripartita quella di Mons. Giuseppe Cognata…”.

Dopo aver elogiato le relazioni di alto livello e la qualità riscontrata durante tutto il seminario, il Rettor Maggiore, da un lato ha messo in guardia dal pericolo “che la nostra pigrizia e distrazione rovini quello che la grazia ha compiuto”, ma dall’altro ha proseguito il suo messaggio di incoraggiamento facendosi testimone del “bellissimo movimento” di persone impegnato a “rintracciare e recuperare tante storie salesiane”.

Nella consapevolezza che “ogni santo mostra una parola di Dio”, Don Á.F. Artime ha infine esortato a perseverare con tenacia nel servizio:

“Trasmettete e condividete tutto questo, con gli attori delle cause, nelle diocesi e con il resto della Famiglia Salesiana!”.

Proprio in quest’ottica la Postulazione Generale ha già proposto alcuni piccoli passi possibili per dare continuità ai processi in corso: in vista del IV seminario, fissato per il 2026, realizzare degli appuntamenti online ogni 6 mesi tra tutti gli animatori delle Cause; e, a livello spirituale, dedicare ciascuno un momento di preghiera ogni sabato per affidare a Maria Ausilitrice tutte le cause della Famiglia Salesian, e in particolare quella di Mamma Margherita.

Annunciato il tema della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024: «Il sogno che fa sognare». Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nel 2024 la Famiglia Salesiana di tutto il mondo celebrerà il secondo centenario del sogno che Giovannino Bosco – il futuro Don Bosco – fece nel 1824, all’età di nove anni. Di fatto esso è molto conosciuto nella Famiglia Salesiana come “il sogno dei nove anni”. Per questo motivo il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Padre e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, ha deciso di dedicare a tale sogno il tema della Strenna per il 2024, e come ogni anno, a conclusione della sessione plenaria estiva del Consiglio Generale, ha annunciato il motto che la ispirerà: «Il sogno che fa sognare». Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”.

Il testo completo della presentazione del tema della Strenna per il 2024 è disponibile in cinque lingue. Qui si può scaricare il tema in italiano: