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Istituto Salesiano San Domenico Savio – Scuola Media Bra: alcune news

Alcune news dalla Scuola Media Salesiana di Bra che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo, come l’aula multifunzionale realizzata con il contributo della Fondazione CRC di Cuneo, il Maker Lab di Cucina e la testimonianza ai ragazzi di don Kenneth Nnadi, originario della Nigeria.

Laboratorio di manualità – (4 marzo 2021)

Quanto sia utile oggi esercitare i ragazzi alla manualità e quanto questa sia di loro gradimento, è ampiamente risaputo. Anche grazie alla nuova aula multifunzionale realizzata con il contributo della Fondazione CRC di Cuneo, si sono potenziate queste attività. Molti vorrebbero partecipare, ma non c’è posto per tutti. Allora a turno la prof.Cinzia Longo, insegnante di arte, dà spazio specialmente agli allievi di prima media. In questo periodo, prima della chiusura delle scuole, hanno realizzato un gigantesco cartellone raffigurante il cammino quaresimale. Figure e colori rappresentano le tappe di conversione proposte agli allievi della nostra scuola media: passare dalla chiusura in se stessi, all’apertura e alla connessione con chi ci sta attorno. Nell’attenzione e nella generosità soprattutto verso chi è in difficoltà ognuno può trovare il modo sicuro per propria realizzazione.

Maker Lab – Imparo Cucinando (4 marzo 2021)

Nel pomeriggio di Mercoledì 4 Marzo è stato avviato presso la nostra Casa Salesiana il Maker Lab di Cucina, che ha visto coinvolti ragazzi e ragazze della scuola secondaria di 1 grado della nostra Scuola media Salesiana e dell’Oratorio.
I ragazzi in questi incontri avranno la possibilitá di essere dei veri e propri Chef, di poter sperimentare, sviluppare e rafforzare le proprie conoscenze e competenze di base attraverso il metodo dell’imparare facendo.
Durante il laboratorio saranno previste alcune ore svolte in cucina presso il nostro Cnos Fap e verranno realizzati semplici prodotti di panetteria e pasticceria. In ogni modulo dopo l’esperienza pratica verrá dedicato del tempo per la riflessione sull’esperienza vissuta e sulle competenze acquisite.
I ragazzi saranno accompagnati in questo percorso da Davide Fadini e Giulia Navone, esperti del settore e dall’equipe educativa.

Un testimonial dalla Nigeria – (18 febbraio 2021)

Lunedì scorso gli allievi di terza media hanno avuto un’ottima occasione per conoscere meglio una nazione che stavano studiando in geografia. Conoscerla sui libri e conoscerla dal vivo andando sul posto o almeno incontrando una persona originaria di quel luogo è tutt’altra cosa. Certo più interessante e coinvolgente. Così è stato. E’ venuto a parlare alle due classi terze riunite nel grande salone della scuola don Kenneth Nnadi, originario della Nigeria sud orientale zona Ibo, una nazione che con i suoi 200 milioni di abitanti, e forse anche di più, detiene il primato del continente africano. Gli allievi avevano raccolto nei giorni precedenti varie domande, a cui don Kenneth ha risposto con una serie di immagini a lungo commentate.

In primo luogo ci ha presentato la bandiera: il verde per simboleggiare la sua terra fertile, il bianco per simboleggiare la pace; infatti non c’è il rosso perché la Nigeria è un paese pacifico che si è guadagnato l’indipendenza senza fare la guerra e spargere sangue. Lo stemma della Nigeria é composto da un’aquila che simboleggia la forza e due cavalli bianchi che simboleggiano la pace. Lo scudo contiene una “y” che rappresenta i due fiumi più importanti. L’arco dove è appoggiata l’aquila richiama i colori della bandiera nigeriana, invece il prato verde simboleggia la fertilità della terra con i fiori rossi tipici di quelle zone.

Questa grande nazione, bagnata dall’oceano Atlantico, è formata da 36 Stati. La lingua ufficiale è l’inglese perchè in passato è stata una colonia inglese. In molte scuole si usa la divisa per non rimarcare la distinzione tra ricchi e poveri. Per raggiungerle occorre camminare molte ore perché sono molto distanti dai villaggi. I ragazzi però vanno volentieri e si impegnano molto nello studio: per loro e per le loro famiglie rappresenta una risorsa per il futuro.

Don Kenneth, prima di essere don, era uno di loro. Ha compiuto gli studi superiori e quando ha incontrato i salesiani, arrivati in Nigeria negli anni 80’, ha deciso di diventare come loro. Come altri suoi compagni, é stato inviato in Italia per completare i suoi studi dopo l’ordinazione sacerdotale. Ed ora si trova nella casa salesiana di Bra dove segue in particolare la formazione spirituale degli allievi del centro di formazione professionale. Significativo questo scambio tra Piemonte e Nigeria, in andata con i primi missionari piemontesi che hanno impiantato Don Bosco in terra africana, e ora viceversa con i primi salesiani nigeriani che vengono in Italia per offrire risorse giovani all’ispettoria piemontese.

Gli allievi di Terza

Agnese: «Quello che perdiamo con la didattica a distanza» – La Voce e il Tempo

Scuola e didattica a distanza. Di seguito la testimonianza di Agnese, una studentessa maturanda del liceo salesiano Valsalice riportata su la Voce e il Tempo.

Agnese: «Quello che perdiamo con la didattica a distanza»
Scuola e pandemia – Abbiamo chiesto ad una maturanda del liceo salesiano Valsalice di Torino di scrivere come si vive l’ultimo anno delle superiori «a distanza»

(Di Redazione – 12 Marzo 2021)

Se mi chiedessero: «Agnese, preferisci la sveglia alle 6 e la corsa per non perdere il pullman oppure accendere la web-camera del tuo computer e sederti al tavolo della tua camera, ancora in sonno veglia?», probabilmente risponderei d’istinto: la seconda opzione. Ma la verità è che, per quanto sia bello passare dall’essere ancora in pigiama all’essere «già» in pigiama, la didattica a distanza è solo un’eco lontano della vera scuola.

A parer mio, la nuova modalità non ha nulla a che vedere con la scuola tradizionale. Mi spiego: la scuola è la chiacchierata con la compagna mentre aspetti l’apertura delle classi; è lo sguardo che si incrocia per le scale; è la battuta che provoca la risata; è il volto turbato prima dell’interrogazione; è il «face to face» col professore; è l’attesa della campanella; è il mettersi ogni secondo in discussione. Insomma, la scuola è relazione, apprendimento, gioia, tristezza, crescita personale… è vita!

Al contrario, la lezione da remoto diviene un mero meccanismo di ascolto – prendo appunti – capisco – ripeto. E tu sei quel quadretto a piè di schermata, solo, stereotipato e un po’ fragile, con le tue angosce e le tue felicità che non puoi condividere; con tanti desideri, tanti aneliti, tante parole, tanti perché e tanti come, che pian piano rinchiudi in te stesso e divengono calore di fiamma lontana.

Non si può dunque paragonare il vivere della scuola col vivacchiare della didattica a distanza, la lezione in presenza con quella da remoto, l’immensità con la limitatezza. Dico questo e ne sono convinta, perché arrivati in quinta liceo sembra un lontano ricordo la scuola ordinaria, tra i banchi, senza mascherine, con i professori e i volti «nudi» dei compagni.

Ma «di necessità, virtù» dicevo all’inizio, e, da maturanda ringrazio sia di esser riuscita a fare la maggior parte dei miei anni di liceo nella normalità, sia per lo sforzo cercato per creare una modalità che non disperdesse nel nulla gli anni passati.

Nessuna luce in fondo al tunnel? Beh, sì: la maturità. Infatti, se pur l’incertezza sia stata la linea guida di questi ultimi mesi, sembra che, in questa situazione, proprio la maturità sia l’unica piacevole certezza. Innanzitutto, perché la prova finale promuove la messa in gioco del candidato, che dà voce di sé con una relazione iniziale personale. Quindi i professori valutano le capacità acquisite e perfezionate negli anni, e non solo negli ultimi cinquanta minuti. Inoltre, l’assenza di scritti è sicuramente un ulteriore aspetto positivo, in quanto limita l’incognita e riconosce il cammino senza racchiudere l’individuo in base all’andamento della prova stessa.

Infine, la bellezza di avere, probabilmente, gli stessi professori (con cui il rapporto è divenuto un vero legame), in un momento così importante della propria vita e che per sempre sarà ricordato, è un vero e proprio onore.

Dunque, a questo punto posso dire che preferirei mille volte sentire il suono della sveglia quasi all’alba e vedere dal pullman appena preso per un fiato, la città che lentamente si sveglia mentre vado a scuola.

Agnese DONNA
III Liceo Classico, Valsalice

Don Bosco Borgomanero: vinta la categoria “Scritti Senior” al concorso nazionale “Romanae Disputationes”

Gli studenti del Liceo Don Bosco Borgomanero, guidati dal prof. Simone Zatti, hanno vinto la categoria “Scritti Senior” al concorso nazionale di filosofia “Romanae Disputationes” con il loro elaborato dal titolo “A un passo dall’Altro“.

“Siamo felicissimi di avere potuto lavorare insieme a centinaia di studenti e docenti, in un anno così difficile a causa della pandemia – commenta Marco Ferrari, docente e direttore di Romanae Disputationes. Pur in una forma nuova, a distanza, le Romanae continuano a sfidare tutti sulle grandi domande della filosofia, riscoprendo la centralità degli affetti, dei legami che ne nascono e delle nuove forme di comunità a cui aprirci. Abbiamo scoperto che non esiste autentica affettività senza il dialogo con la ragione, e che una ragione anaffettiva non interessa a nessuno. La filosofia, vissuta insieme con passione e competenza, dimostra tutta la sua vitalità, mettendoci dentro a comunità di ricerca volte a scoprire ciò per cui vale la pena vivere e studiare, anche e soprattutto di fronte alle enormi sfide che stiamo affrontando.”

Liceo San Lorenzo Novara: “Cosa vuoi fare da grande?” – L’appello di Alessandro D’Avenia

Un’esperienza significativa quella vissuta dai ragazzi del liceo dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara alla diretta webinar di giovedì 11 marzo scorso organizzata con lo scrittore Alessandro D’Avenia. Di seguito l’articolo pubblicato oggi sul sito dell’Opera a cura dei giovani del liceo salesiano.

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Un incontro travolgente, un clamoroso inno alla vita, alla quale tutti noi siamo chiamati a rispondere.
La diretta webinar organizzata dalla Fidae con lo scrittore Alessandro D’Avenia, giovedì 11 marzo con gli studenti di alcune scuole paritarie sparse per l’Italia, si è aperta proprio con il video girato dai nostri compagni del liceo San Lorenzo riguardante il suo ultimo libro “L’appello”. Difficile dire se i nostri attori fossero più emozionati in quel momento o quando il telegiornale annuncia una zona gialla; avreste dovuto vedere le loro facce! Comunque, un momento di grande orgoglio!!


Durante l’incontro, ovviamente virtuale, sono state poste allo scrittore delle domande specifiche sul libro, da cui sono sorti poi temi molto più ampi e, parlo personalmente, illuminanti. Sarà stata la sua capacità oratoria o la particolarità degli argomenti trattati, ma posso assicurare che tutti i presenti in quell’aula pendevano dalle sue labbra.
Domande sul nostro presente scolastico e su un ipotetico futuro lavorativo hanno fatto girare le povere e assonnate rotelle del nostro cervello dalle 9 del mattino in poi: cosa mi mette alla prova? Su cosa sono disposta a scommettere? Ci è stato detto che fallire è il sale della vita e che dovremo rimanere fedeli alle nostre ispirazioni, che ognuno di noi è chiamato a compiere qualcosa di epico, ma anche che siamo una generazione succube dell’ansia e di una mentalità dove vince il “tutto e subito”, che molti di noi sono vittime di un sistema scolastico che spersonalizza le persone, come una specie di addestramento.

Questo mi ha fatto riflettere. La scoperta di sé stessi non è la portata principale del banchetto della vita, ma semplicemente uno dei tanti contorni.
Come siamo arrivati a questo punto? Penso che D’Avenia avesse lo scopo di spingerci a pensare a come diventare quello che siamo a 360 gradi, ed io affermo senza paura che ho capito qualcosa in più su di me: anche se poco, anche un centimetro, è stato un passo in più.
“Ciò che è in alto non si regge senza ciò che è in basso”. Spero di non risultare troppo melodrammatica quando dico che ormai molti hanno aspettative bassissime, rasenti la sufficienza per il quieto vivere, ma auguro specialmente a questi ultimi di poter tenere un discorso con persone che possono essere in grado di ampliare la loro visione sulla vita. A noi è successo proprio stamattina!
Giulia Zodio

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Salesiani Lombriasco: presentazione del progetto COPASUDI

Le Scuole Salesiane di Lombriasco segnalano per martedì 16 marzo la presentazione del progetto “COPASUDI” – Cooperazione di piccole aziende per la coltivazione della soia ad utilizzo diretto. Di seguito il programma.

MARTEDI’ 16 MARZO 2021

dalle ore 14.30 alle ore 16.30 circa

in modalità webinar su piattaforma Meet

  • 14.30 – 14.45 Dove nasce il progetto – Tivano Piercarlo
  • 14,45 – 15,00 Il progetto – Luca Ferrero
  • 15,00 – 15.15 Gli attori nel progetto
  • 15.15 – 16.15 Come coltivare e utilizzare la soia nei sistemi agricoli di piccola scala – Fabiano Miceli (Università di Udine) – Marco Signor (ERSA FVG)
  • 16.15 – 16.30 Prospettive del progetto

La partecipazione al convegno è gratuita.

Occorre iscriversi, inviando una mail all’indirizzo copasudi@gmail.com;

successivamente si riceverà una mail con le credenziali di accesso.

Istituto tecnico tecnologico Edoardo Agnelli: i robot dell’industria del futuro

L’Istituto Tecnico Tecnologico Edoardo Agnelli di Torino continua a investire sul futuro con l’istituzione di un nuovo percorso teorico-pratico di robotica industriale e collaborativa. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

L’idea è nata da un’intuizione del dipartimento di Meccatronica ed è subito stata condivisa con entusiasmo dal preside Giovanni Bosco e dal direttore don Claudio Belfiore. L’obiettivo ambizioso è quello di formare al meglio gli studenti, prossimi attori dell’Industria 4.0, in modo che possano vantare competenze uniche spendibili nel mondo del lavoro, come la progettazione, la programmazione e la simulazione di una stazione di robotica, oppure l’implementazione dei concetti di Digital ManufacturingDigital Twin e Industry 4.0. 

Questo percorso, offerto da pochissime scuole a livello italiano, rientra all’interno dell’indirizzo di Meccatronica e vanta la prestigiosa collaborazione con l’innovativa società multinazionale ABB, una delle migliori aziende tecnologiche a livello globale, che lavora a stretto contatto con clienti di utility, industrie, trasporti e infrastrutture in circa 100 Paesi. 

Per due ore a settimana, da adesso alla fine dell’anno i ragazzi di terza e quarta meccatronica si metteranno alla prova in questo percorso insieme al prof. Mario Moccia. Verrà privilegiato l’approccio metodologico learning by doing: gli studenti lavoreranno in presenza e a distanza su esempi di programmazione concreti e reali, effettuando delle simulazioni estremamente realistiche con il software RobotStudio della ABB, da sempre utilizzato nel mondo dell’industria. Le classi impareranno quindi a comandare un robot e a interfacciarlo con dispositivi e apparati eterogenei.  

Nei prossimi anni, le imprese manifatturiere intensificheranno sempre di più l’utilizzo di robot di nuova generazione, e cioè di sistemi avanzati in grado di automatizzare tutte le attività. Questi macchinari già adesso sono in grado di compiere azioni in maniera autonoma, di  auto-adattarsi ai cambiamenti della produzione o delle condizioni ambientali e di lavorare in situazioni di forte rischio per la salute umana.  Tutte le aziende potranno avvalersi della robotica in contesti assolutamente diversificati, dal mondo aeronautico a quello alimentare, dal mondo elettronico a quello farmaceutico, dai servizi assistenziali a distanza alle operazioni chirurgiche invasive e delicate. La figura di tecnici in grado di progettare, programmare e gestire questi robot sarà quindi sempre più richiesta nel mondo del lavoro. 

«Tante ferite da curare quando riapriranno le scuole» – La Voce e il Tempo

Si segnala l’intervista al prof. Alessandro Antonioli dell’Istituto Salesiano Edoardo Agnelli di Torino nell’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo di questa domenica: “Tante ferite da curare quando riapriranno le scuole”, a cura di Alberto RICCADONNA.

Professore, come è nata questa iniziativa?

Durante il primo lockdown ho pensato di mettere a disposizione di tutti una mia grande passione, quella di raccontare i poemi epici. E così è nata la serie «A casa con Ulisse», con un target omogeneo che includeva anche gli adulti. A fine ottobre ne ho invece iniziata una sull’Eneide specifica per i ragazzi delle superiori: i video sono più brevi e accompagnati da semplici grafiche che ripercorrono i concetti fondamentali. Ho pensato che potevano essere utili ad altri docenti per le lezioni a distanza oppure agli alunni per lo studio di queste opere meravigliose.

Nelle scuole del Piemonte è tornata la didattica a distanza, con gli studenti costretti a casa davanti al computer. Perché, secondo lei, i ragazzi si lamentano di questa modalità?

Intanto perché azzera la socialità di cui fanno esperienza a scuola, impedendo loro di condividere tanti momenti scolastici: intervalli, lezioni, interrogazioni, gite, ritiri o altre attività. La didattica a distanza va a incidere su una componente fondamentale della scuola, la relazione. Quella professore-alunno, ma anche e soprattutto quella fra compagni di classe: lo schermo atrofizza le interazioni e lo scambio. Anche la soglia dell’attenzione è più bassa e questo rende più faticoso l’apprendimento per i ragazzi. Tra l’altro, non tutti possono permettersi un computer e una connessione stabile: qualcuno deve badare ai fratelli, qualcun altro deve dividere la camera o il device con un parente, qualcun altro ancora ha i genitori in smart working a casa. Il contesto familiare incide non poco.

È la didattica a distanza il vero problema della scuola?

Nell’ultimo periodo, la didattica a distanza sembra diventata la radice di tutti i mali: se qualcosa nella scuola non funziona, è colpa della Dad. Come se fosse diventata il tappeto sotto cui nascondere la polvere e lo sporco che si sono accumulati negli anni, frutto di tagli scellerati sulla scuola. La Dad non è il male assoluto, è accettabile ma soltanto come soluzione temporanea. Il problema più grave è la mancanza di un progetto forte sulla scuola del futuro: in questo momento non ha funzionato nulla, dai banchi a rotelle fino al Piano per il rientro in sicurezza della regione Piemonte. Chiudere le scuole è una sconfitta, delle istituzioni in primis, che in questi ultimi mesi si sono mosse poco, male e sempre in ritardo.

Cosa comporta, per un insegnante, la preparazione delle lezioni a distanza? L’Istituto Agnelli come si sta organizzando?

In generale cerchiamo di spiegare di meno, di svolgere più esercizi insieme e di essere più interattivi. Lavoriamo molto per ricercare o spesso per creare noi stessi i contenuti multimediali da sottoporre ai ragazzi. Proponiamo occasioni di ritrovo, di riflessione e di condivisione anche da casa. Come scuola, dopo esserci formati, stiamo sperimentando una didattica nuova, ricca di laboratori a distanza che permettano ai ragazzi di lavorare insieme. Oppure organizziamo degli incontri a distanza con autori: l’anno scorso con Benedetta Tobagi e Pietro Bartolo, il mese prossimo con Fabio Geda. Collaboriamo fra docenti per proporre percorsi multidisciplinari, mentre i colleghi dell’istituto tecnico stanno lavorando su intelligenza artificiale, realtà virtuale e sui robot dell’industria del futuro. Tanti progetti che speriamo appassionino e coinvolgano i ragazzi in un momento di fatica e disagio.

Ecco, si parla molto dei danni prodotti sugli studenti dalla chiusura delle scuole. Quali sono?

In questi mesi nei ragazzi sono emersi disturbi psicologici, è aumentato il fenomeno di dispersione scolastica, gli alunni hanno sofferto per la mancata socialità. Sono punti delicati e importantissimi, su cui si dovrebbe articolare un solido progetto per il rientro a scuola. Qualche settimana fa David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, è stato ascoltato in Senato in merito agli effetti della didattica a distanza e della situazione dei giovani: noia, solitudine, tristezza, insofferenza, disinteresse… Lazzari è stato molto chiaro: non basta spegnere il pc e abbandonare la scrivania per rimediare ai malesseri dei ragazzi e per rimotivarli allo studio. Purtroppo, e lo dico con molta amarezza, non mi sembra che al Ministero o in Regione stiano lavorando su questi punti. Si vive alla giornata e questa incertezza pesa moltissimo sui ragazzi.

Come immagina il mondo della scuola quando l’emergenza sarà finalmente superata? Tutto tornerà come prima oppure qualcosa è cambiato per sempre?

La pandemia ha dato un forte input all’utilizzo di piattaforme e altri strumenti digitale: docenti e alunni hanno maturato competenze specifiche che torneranno utili anche in presenza. Nulla però sarà come prima. Avremo nuove sfide davanti a noi: al di là del recupero degli argomenti, che tanto preoccupano i politici, ci saranno ferite e disagi di cui dovremo prenderci cura. Ci sono già adesso, anche se non si vedono o non si vogliono vedere.

Salesiani Lombriasco: laboratorio tree climbing

Il 5 marzo scorso, la classe quinta dell’Istituto tecnico agrario salesiano di Lombriasco ha preso parte ad una giornata dedicata alla potatura grazie al laboratorio di tree climbing. Di seguito la comunicazione di don Marco Casanova.

Tutti in laboratorio anzi…sugli alberi! Tree climbing a Lombriasco!

Venerdì 5 marzo 2021: una giornata interamente dedicata al tema della potatura con esercitazione guidata da esperti per i 29 allievi/e della classe quinta del nostro istituto tecnico agrario.

Un modo per consentire di mantenere anche quando si è in didattica a distanza un più stretto rapporto con l’ambiente educativo, una bella occasione nel periodo della potatura, per fare esercitazioni guidate spaziando dalla potatura delle piante da frutto nel frutteto didattico a quella delle specie ornamentali nel giardino della scuola, dai metodi classici alla tecnica del tree climbing.

Proprio la tecnica tree climbing ha attirato l’attenzione degli studenti che hanno incontrato il gruppo di allievi di un corso sulla tematica, ospitato in questi giorni presso la nostra scuola.

La spiegazione delle tecniche, la dimostrazione operativa, il confronto con professionisti del settore. La presentazione dell’attività estesa poi anche alla classe terza con il rammarico di non poter coinvolgere la quarta.

La stagione primaverile favorisce queste esperienze di laboratorio per raggiungere i ragazzi nei momenti della DAD e recuperare quell’aspetto esperienziale così importante nell’ambito agrario. Anche un perito agrario può diventare un ottimo operatore della potatura in tree climbing!

Salesiani Lombriasco: al via la stagione avicola salesiana 2021

Con il mese di marzo prende il via la stagione avicola salesiana a Lombriasco. Di seguito la comunicazione di don Marco Casanova.

Eh sì anche nel 2021 e nonostante le incertezze, le difficoltà a muoversi imposte dalla pandemia l’allevamento avicolo della Scuola Agraria Salesiana di Lombriasco offre i suoi prodotti: pulcini, ovaiole, anatre, tacchini, quaglie e faraone per poi arrivare a luglio con i capponi.

Tutti i pomeriggi della settimana e poi anche il sabato mattina è possibile venire nell’azienda per i propri acquisti.

Quello che per la scuola è un laboratorio didattico diventa per tante persone un’occasione di cimentarsi con l’allevamento dei pulcini acquistati, accompagnati dai consigli dei gestori dell’impianto di allevamento della scuola. Una tradizione per molte famiglie della zona, una possibile scoperta per chi arriva dalla città e non ha troppa dimestichezza con i nostri volatili

Vi aspettiamo a Lombriasco se siete già piccoli allevatori o se desiderate iniziare a muovere i primi passi per arrivare a gustare le vostre uova fresche!

DM

Museo Casa Don Bosco: il primo incontro “Tutto per gioco, nulla per gioco”

Tutto pronto per il primo incontro di “Tutto per gioco, nulla per gioco”: l’attività formativa per educatori, insegnanti e associazioni culturali del Museo Casa Don Bosco in collaborazione con Museo Etnografico Missioni Don Bosco e promossa dal progetto “Crescere in città” della Città di Torino.

Il primo Webinar “Presentazione dei giocatori: dialogo aperto tra musei e formatori” si terrà in diretta streaming sulla Pagina Facebook @museocasadonbosco giovedì 18 marzo 2021 dalle ore 17.00 alle ore 18.00. I relatori dell’incontro saranno Stefania De Vita, direttrice Museo Casa Don Bosco ed Elisabetta Gatto, curatrice Museo Etnografico Missioni Don Bosco.

I tre webinar saranno disponibili in diretta streaming sulla Pagina Facebook @museocasadonbosco. Coloro che si sono registrati all’evento potranno interagire nel webinar interloquendo con i relatori.

Per partecipare

Per partecipare attivamente al 1° webinar del 18/03/2021 occorre registrarsi entro il 12.03.21 al seguente indirizzo:

info@museocasadonbosco.it

Numero partecipanti: 30/35

Costi: gratuito

Informazioni:

  • Calendario: 3 webinar nel periodo marzo – aprile 2021; un incontro in presenza a maggio, compatibilmente alle normative Covid-19.
  • Data del primo incontro: 18.03.2021 h 17-18
  • Indirizzo: via Maria Ausiliatrice, 32
  • Contatti: info@museocasadonbosco.it
  • Sito: museocasadonbosco.it