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Imparare l’inglese studiando le altre materie scolastiche – Romagnano Sesia

A partire dal prossimo anno scolastico, gli alunni dell’Istituto Sacro Cuore di Romagnano Sesia potranno apprendere l’inglese direttamente imparando altre materie, questo grazie al progetto in collaborazione col Don Bosco di Borgomanero. Di seguito l’articolo pubblicato su “Settimanale della Diocesi di Novara“.

Dal prossimo anno scolastico, gli alunni dell’Istituto Sacro Cuore di Romagnano Sesia potranno apprendere l’inglese direttamente imparando scienze, storia, geografia e altre materie. Lo faranno grazie a un nuovo progetto, attuato grazie alla collaborazione del Don Bosco di Borgomanero dove viene sperimentato già da tempo, che va ad ampliare ulteriormente l’offerta formativa della scuola primaria paritaria di via dei Martiri.

«I tempi dimostrano – spiega il preside del Sacro Cuore Paolo Usellini – che è sempre più necessario tessere alleanze tra soggetti mossi da intenzionalità e valori simili, quando presenti sul territorio. Così è nato un progetto molto importante per costruire un percorso in cui si vuole potenziare la proposta linguistica a partire dalla classe prima».

Per la sede romagnanese dell’Istituto, oggetto in queste settimane di un importante intervento di risanamento conservativo e isolamento termico delle facciate, è, dunque, tempo di rinnovamento, non solo architettonico e strutturale, ma anche e soprattutto didattico e innovativo. Un rinnovamento che trova nel Collegio don Bosco un importante alleato.

«La lingua straniera non è più vista come una disciplina a sé stante, ma come uno strumento trasversale per l’apprendimento delle altre materie: è la porta che ti apre al mondo» spiegano Giovanni Campagnoli e Maddalena Neale, rispettivamente preside e capo Dipartimento lingue del don Bosco di Borgomanero, sottolineando l’importanza nella didattica odierna del Clil (Content and Language Integrated Learning).

Questo approccio metodologico rivolto all’apprendimento integrato di competenze linguistico-comunicative e disciplinari in lingua straniera, che nella loro scuola viene sperimentato già da diversi anni, ora sarà adottato anche nella didattica dell’Istituto Sacro Cuore di Romagnano Sesia grazie alla collaborazione avviata tra le due scuole.

«Da diversi anni al liceo l’insegnante di lingua entra durante le lezioni degli altri docenti e nella sezione della scuola secondaria di primo grado, dedicata al potenziamento della lingua inglese, viene proposto un modulo Clil in cui tutta la didattica, comprese le uscite e le gite, vengono svolte in lingua» aggiunge Campagnoli.

Il preside sottolinea poi che «la proposta del Clil è anche di continuità tra i nostri due istituti, offrendo così alle famiglie una verticalizzazione dei percorsi didattici, a pochi chilometri di distanza».

Al Sacro Cuore, intanto, è già in corso la presentazione ufficiale del nuovo approccio metodologico ai genitori e l’Istituto è al lavoro per la costituzione del Team Teaching Clil, composto da docenti delle materie disciplinari, di lingua straniera, dal conservatore di lingua straniera e dall’assistente logistico. Il team leader proveniente dal don Bosco affiancherà lo staff del Sacro Cuore nella programmazione didattica ed educativa, nella formazione dei docenti sulle tematiche che riguardano l’apprendimento della lingua con una serie di strumenti e ambienti al fine di migliorare i livelli di apprendimento.

«Una collaborazione che porterà ad una continuità, dapprima didattica, ma anche educativa e pastorale tra i due Istituti» conclude il preside Usellini.

Salesiani Novara: “I salesiani insegnano: ragione, religione e amore”

L’edizione sud del settimanale diocesano di Novara L’AZIONE dedica un articolo all’Istituto San Lorenzo dei Salesiani di Novara. Di seguito l’articolo pubblicato oggi, 9 ottobre 2020, a cura di Michela Chioso.

I salesiani insegnano:
ragione, religione e amore

Dal 1894 propongono una scuola che educhi alla vita

Una scuola che educa alla vita. È questo il fine che l’Istituto salesiano San Lorenzo persegue dagli inizi del secolo scorso. Cuore pulsante dell’Opera Salesiana di Novara – attiva in città dal 1893 – si propone di orientare i giovani nel loro progetto di vita attraverso conoscenze da acquisire ma anche valori da assumere e verità da scoprire. Circa 600 i ragazzi che attualmente frequentano l’istituto paritario al Baluardo Lamarmora: 358 alla secondaria di I grado e circa 240 al liceo scientifico. Quest’ultimo, lo ricordiamo, dal 2011 comprende anche l’indirizzo Scienze Applicate, profilo che fornisce agli studenti competenze avanzate in ambito scientifico e tecnologico.

«Educare alla vita – fine ultimo di ogni scuola ma in modo particolare della scuola di don Bosco – vuol dire formare coscienze libere e persone capaci di camminare con la schiena diritta – dice don Giorgio Degiorgi, da sei anni alla guida del San Lorenzo –. Don Bosco non era un teorico dell’educazione, era un prete che veniva dal mondo contadino e aveva il grande dono di non estraniarsi dalla realtà. Il suo sistema pedagogico posava su tre pilastri: ragione, religione e amorevolezza. Ed è da questa prospettiva che noi, ancora oggi, cerchiamo di mostrare ai ragazzi la strada per imparare l’arte di vivere ed essere felici creando un ambiente in cui si sentano ben voluti, le regole non siano imposte e la religione diventi l’incontro con il Dio della gioia».

Un contesto dove il binomio “cultura-vita” tiene conto di tutte le dimensioni della personalità, non ultima la fede.

«La questione – prosegue don Giorgio – non è tanto che un giovane possa perderla, quanto piuttosto che questa fede non raggiunga l’adultità. Se non c’è una crescita nella fede quest’ultima rimane relegata all’infanzia e a un certo punto si pensa che Dio sia “cosa da bambini”, non il Signore che ti può cambiare l’esistenza».

Da qui la necessità di promuovere una scuola – ispirata dai valori evangelici – che metta i giovani al centro, che li renda protagonisti della loro formazione e del futuro del Paese, ma anche capaci di affrontare le sfide che li assediano:

«La prima vivere il tempo libero nella logica della gratuità: parlando con i ragazzi più grandi trovo in loro la fatica di programmare ogni istante della settimana. Non lasciare spazio alla gioia, alla festa nel senso cristiano del termine, a lungo andare fa perdere il senso del dono. La seconda, abituarsi alla fatica. Troppo spesso evitiamo loro ogni sforzo per raggiungere una meta. Questo non significa lasciarli soli nelle difficoltà bensì insegnare che le cose raggiunte senza impegno, di solito, sono quelle che durano poco».

Il San Lorenzo presenta dunque una “fisionomia” propria, una matrice educativa specifica, concepita da don Bosco e via via tramandata dagli educatori, attualmente una cinquantina – direttore e coordinatori inclusi – di cui 26 alle medie (3 religiosi, 23 laici) e 20 al liceo (1 religioso, 19 laici). La riapertura della scuola, così come racconta Marco Nagari, coordinatore delle attività educative e didattiche della scuola media, li ha messi di fronte alla necessità di ripensare il loro lavoro, di inventarsi un nuovo modo di approcciare i ragazzi scandito dalla regola del distanziamento e dall’uso della mascherina.

«Oggi la scuola sta vivendo un periodo particolarmente complesso e le frustrazioni sono all’ordine del giorno. In questa contingenza così particolare, tuttavia, è possibile raccogliere qualche gratificazione nello sguardo dei ragazzi».

Occhi che si nutrono della luce di altri occhi, occhi che traboccano di vita, colmi di ottimismo e curiosità.

«La scuola è vita – conclude Marco Maria Schiorlin, coordinatore delle attività educative e didattiche del liceo scientifico –. Vita che negli ultimi mesi è profondamente cambiata ma che ci ha fatto riscoprire la bellezza dei gesti semplici, dei segni d’affetto, della quotidianità. Le novità, le sfide e le incertezze sono tante: unica sicurezza la grande passione educativa che gli insegnanti mettono nella loro missione per dare senso e valore alla scuola».

Una scuola in bilico fra passato e futuro, stabilità e cambiamento, tradizione e innovazione. Ma, nel caso dell’istituto San Lorenzo, con un obiettivo costante e di grande integrità: portare i giovani a essere “onesti cittadini e buoni cristiani”.

Michela Chioso