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L’Esame al giudizio dei maturandi – Il Salice

I ragazzi della redazione Il Salice hanno sottoposto un sondaggio in tutte le classi del Liceo salesiano di Valsalice dell’ultimo anno in merito allo svolgimento del nuovo Esame di Stato. Di seguito un estratto della notizia con riportate le prime due domande del sondaggio.

L’Esame al giudizio dei maturandi

a cura di Elena Battaglia, Beatrice Benadì, Silvia Bravi, Paula Carballo, Leonardo De Rosa, Agnese Donna, Beatrice Mattioli, Luciasole Melgara, Chiara Milone, Mariano Piazza, Diletta Pogliano, Giovanni Ricci, Giorgia Versino

Anche quest’anno, a seguito della pandemia mondiale, l’Esame di Stato si terrà diversamente da come prevede la tradizione: niente scritti, solo un esame orale in cui gli studenti potranno mostrare le loro conoscenze e capacità. I ragazzi hanno dovuto attendere parecchio prima di avere notizie sicure dell’esame che dovranno affrontare e dopo dubbi e preoccupazioni a metà febbraio sono venuti a conoscenza di quello che li attenderà. Noi del Salice ci siamo chiesti cosa davvero ne pensano e abbiamo sottoposto a tutti gli allievi del quinto anno un sondaggio con le domande più frequenti. Ecco i risultati

Domanda 1

A causa della diffusione della pandemia del Covid-19 la maggior parte delle ore scolastiche di quest’ultimo anno sono state svolte a distanza. La Dad ha permesso agli studenti di non perdere l’anno e soprattutto, come si può osservare dal grafico, è riuscita a garantire una preparazione discreta, per il 75%delle persone. La problematica nasce dal fatto che il 20% degli studenti si sente molto insicura e pone molti dubbio al riguardo della preparazione acquisita.

Domanda 2

In molti Paesi dell’Unione Europea la maturità è stata abolita e questa soluzione è stata condivisa dal70% degli studenti dell’ultimo anno di Valsalice, i quali vorrebbero verosimilmente che in Italia succedesse qualcosa di analogo. Il 30% di loro ritiene che non sia possibile valutare sufficientemente la preparazione sul programma scolastico in seguito alla Dad, mentre il 41% pensa che basti basarsi sulle valutazioni periodiche valutando il percorso dell’anno. I restanti studenti ritengono che l’Esame di Stato non debba essere eliminato poiché sancisce la fine del percorso liceale, rappresentando dunque qualcosa di significativo piuttosto che, come pensa solamente il 3% circa,  di essenziale.

Personaggi in cerca d’autore: Carolina Kostner – Il Salice

Nasce una nuova rubrica in collaborazione con Valsonair dal titolo “Personaggi in cerca di autore“. La prima storia ad essere raccontata è quella di Carolina Kostner, campionessa del pattinaggio su ghiaccio. La parte più interessante della sua storia sta nel suo percorso, nel duro cammino che si trova dietro alle sue vittorie. Riportiamo l’articolo pubblicato il 20 febbraio 2021 su “Il Salice“, di Carola Cogno.

Inizia con Carolina Kostner una rubrica in collaborazione con Valsonair. Si intitola “Personaggi in cerca d’autore” ed è uno storytelling che settimana dopo settimana i nostri redattori scriveranno su una personalità a loro cara nell’ambito dello sport, della politica, della società o della letteratura. Dopo alcune lezioni propedeutiche sul racconto, ogni redattore scriverà uno storytelling che poi leggerà ed interpreterà in radio a Valsonair prima di essere intervistato dai dj. Di seguito trovate lo script e al fondo il podcast da ascoltare se preferite la voce alla parola scritta.

La pista è un po’ come un palcoscenico. Ci sono gli spettatori, ci sono i giudici: mille sguardi puntati su di te e milioni di occhi che ti seguono da lontano, da uno schermo. Ma diversamente dai teatri, dove il pubblico si nasconde nell’ombra, nel pattinaggio domina la luce. Luce che illumina gli spalti, che illumina la pista e si riflette sul ghiaccio. Puoi vedere tutti, incrociare ogni sguardo.

Altra differenza: nei teatri ci si aspetta che gli attori e i ballerini si muovano e recitino su un palco, in una posizione rialzata rispetto agli spettatori che li possono osservare solo frontalmente.  Nel pattinaggio non è così: ti ritrovi invece risucchiata in una voragine, al centro di un cono rovesciato, circondata dal pubblico. Dai tutta te stessa perché sei osservata nella tua totalità, proprio a trecentosessanta gradi. Ti tremano le gambe, ti viene la nausea e hai veramente freddo con quel vestitino di tulle. Per fortuna hai i guanti, ma non servono a molto: tremi lo stesso, (più per la paura che per la temperatura in realtà).

Ecco allora che entri lentamente in pista, un piede dopo l’altro, ma improvvisamente non ti ricordi nemmeno più come si faceva ad andare avanti ed è come se dovessi reimparare a pattinare. Sei a Vancouver nel 2010, stai partecipando alle Olimpiadi.  Ti chiami Carolina, Carolina Kostner. Hai lavorato tanto per essere lì, in Canada: ti è costato tanto sudore, tanta fatica e allenamento. Ma ormai sei arrivata. Sei pronta, sei preparata. La musica inizia, ma qualcosa non va. Cadi, cadi, cadi e cadi di nuovo.  Cadi per quattro volte e scivoli all’ultimo posto. Non puoi fare altro che prenderti la testa tra le mani e scoppiare in lacrime. Hai deluso tutti: il tuo paese, i tuoi cari, i tuoi genitori e soprattutto te stessa.

I Media, tra testate giornalistiche e Social, non fanno che scagliarsi contro di te, criticare e mettere in dubbio le tue capacità, tanto che su Facebook vieni addirittura definita Cadolina. Cosa farne allora di questo pattinaggio? Perché non smettere e mollare tutto? Voi cosa avreste fatto, vi sareste rialzati? Perché Carolina l’ha fatto, mossa da una passione infinita per lo sport, da un amore che ha sempre fatto trasparire in tutti i modi. Non solo a parole, ma proprio anche nei gesti, nel suo modo di pattinare. Proprio quell’ amore senza cui non sarebbe andata avanti e non avrebbe raggiunto grandi risultati anche dopo Vancouver.

Si perché dovete sapere che Carolina è caduta tante volte, letteralmente e metaforicamente, nel corso della sua carriera. Carriera che è stata proprio costellata di vittorie e sconfitte e che potremmo immaginare, non come una linea retta sempre in crescendo, ma come un’onda con tutte le sue discese e salite. Successi incredibili ma anche ultimi posti, squalifiche, cadute su cadute e tante, tante critiche. Carolina, prima italiana a vincere l’oro ai mondiali, terza a Sochi, campionessa italiana per nove volte e europea per cinque, medagliata altre cinque volte ai Campionati del mondo. E potremmo andare avanti, ma non basterebbe a elencarne le vittorie, così, senza un contesto, senza contestualizzare. Sarebbe troppo arido, troppo scialbo.

La parte più bella della sua storia sta nel suo percorso, in quel duro cammino che si cela dietro i suoi podi conquistati. Prendiamo il 2012 per esempio, quando ha vinto i mondiali. È stata perfetta. Non una caduta, non una mano per terra o un piede fuori posto. Eppure era la decima volta che partecipava ai mondiali. La decima! Ciò significa che dopo dieci anni di tentativi, per quell’unica volta è riuscita a salire sul podio più alto.  E usciva tra l’altro da un periodo molto difficile della sua carriera, dopo le olimpiadi di Vancouver del 2010.  Una Vancouver che per lei è stata un disastro totale, come sappiamo.

Ma dopo Vancouver la rinascita nel 2012, con la vittoria ai mondiali e agli europei. Poi Sochi e la medaglia di bronzo. Immaginatevi la gioia per una vittoria così significativa, un vero e proprio riscatto dopo Vancouver. Un 2014 che quindi sembrava essere la stagione di Carolina, l’anno in cui aveva raggiunto l’apice della sua carriera, ma che in realtà si rivelò lungi dall’essere tutto rosa e fiori.  Finite le Olimpiadi infatti si innescò tutto un complesso meccanismo che portò Carolina alla squalifica. Un anno e quattro mesi senza gareggiare per un atleta che in dodici anni non aveva perso un mondiale.  Per una sua azione, un suo errore? Sì e No. Carolina fu infatti accusata di complicità e di omessa denuncia nel caso di doping del suo ex-fidanzato, Alex Schwazer. Alex, marciatore dei 50 km e vincitore a Pechino nel 2008, risultò positivo al test anti-doping effettuato poco prima dell’inizio delle olimpiadi di Londra 2012.

Un’altra sfida quindi per Carolina, questa volta giudiziaria. Ma indovinate un po’? Nel Dicembre del 2016 aveva già ripreso gli allenamenti, pronta a rientrare in gara a gennaio dello stesso anno.  E ha continuato a pattinare, partecipando alle gare delle stagioni successive e alle olimpiadi di Pyongyang. Nemmeno la pandemia e un infortunio all’anca l’hanno fermata, per cui ad oggi non si è ancora ritirata.  Vancouver, la squalifica, la pandemia, l’infortunio. Eventi che non l’hanno allontanata dal ghiaccio, ma che certamente hanno lasciato il loro segno, un segno che si percepisce anche nel suo modo di pattinare.  Forse è semplicemente dovuto alla maggiore età, o a una maggiore esperienza, ma io credo che anche le sconfitte subite abbiano giocato un ruolo decisivo nella sua maturazione.

Sebbene infatti abbia sempre avuto un’eleganza innata, è stata comunque capace di coltivare la sua artisticità e accrescerla con il tempo, tanto da essere capace di toccarti, di emozionarti.  E questo è cruciale. Non dimentichiamoci infatti che in questa disciplina l’interazione con il pubblico è fondamentale, perché il pattinaggio non è solo uno sport, ma anche un’arte, molto vicina al teatro e alla danza. Non parliamo infatti solo di una serie di movimenti e virtuosismi fini a se stessi, ma un’armonia di gesti che sono in qualche modo volti ad emozionare. Ecco Carolina ha sempre insistito tanto su questo aspetto, migliorando tantissimo a livello di interpretazione ed espressività e diventando la portavoce del lato più artistico del pattinaggio. Forse anche grazie alle sue cadute, alle sue sconfitte.

Ed eccolo, il potere della sconfitta. Ti distrugge, ti lascia a pezzi, ma è potente. Credo che Carolina sia ben conscia di questo e anche ben consapevole di quanto alcune esperienze siano state significative per lei. Significative perché le hanno permesso di crescere, di raggiungere altri obiettivi.

D’altronde le sconfitte possono lasciarci un qualcosa di positivo: tutto sta in come le affrontiamo. Lei non è rimasta ferma, statica, non ha mollato. È andata avanti, stagione dopo stagione.  Qualche volta è stato il suo momento ed è stata capace di afferrarlo, altre volte invece non è andata altrettanto bene. Molti per questo l’hanno definita incostante, io la definirei umana.  Cosa sarebbe infatti il pattinaggio senza le cadute?  Chiedete a qualsiasi pattinatore: dietro ogni salto eseguito alla perfezione, si celano migliaia di cadute. Cadere vuol dire imparare, vuol dire prendere confidenza con il ghiaccio. Senza caduta non c’è tecnica, non ci sono salti, né trottole né passi. Senza cadute non c’è nulla.  Mi ricordo ancora una delle mie prime lezioni sui pattini: ci sedevamo sul ghiaccio, per imparare a conoscerlo e a non temerlo.

Ecco credo che cadere abbia lo stesso effetto, ti aiuta semplicemente ad affrontare la paura.  Vedete Carolina è sempre stata definita come un angelo, una libellula, perché lei non pattina, ma vola, levita. E forse questa sua capacità deriva proprio dal suo percorso: è caduta, caduta, caduta e ricaduta, ma poi ha  imparato a volare.

Per sentire il podcast su Valsonair clicca qui

Don Bosco Borgomanero: Sportcamp 2020

Don Bosco Borgomanero riparte con Sportcamp 2020 presso il Centro Sportivo Paladonbosco (M2W Sport a.s.d – Beavers). Si riporta di seguito l’articolo pubblicato ieri sul sito dell’opera, a cura di Francesco Iorio.

SIAMO TORNATI! Lo Sportcamp, che per oltre 30 anni ha accolto e fatto divertire migliaia di bambini di Borgomanero e dintorni, è pronto a tornare in piena sicurezza.

Due settimane di assoluto divertimento con animatori maggiorenni e uno staff di istruttori tutti laureati in scienze motorie.

Noi siamo pronti e carichi per ricominciare questo nuovo anno sportivo, VI ASPETTIAMO!

Per tutti gli alunni della scuola media del Collegio Don Bosco c’è la possibilità di avere uno sconto 50% sulla quota settimanale.

Asti, il Don Bosco Calcio compie 100 anni e prepara la festa!

Si riporta la notizia proveniente da “SportAsti”, La voce dello sport astigiano, riguardo i cento anni di storia calcistica che, quest’anno, il don Bosco Asti compirà.

Quest’anno il Don Bosco Calcio compie cento anni di storia. Nato nel 1920, è la prima Società sportiva di Asti a tagliare un così importante traguardo ed è tra le più longeve società calcistiche piemontesi. Un appuntamento unico per il mondo sportivo astigiano e salesiano, ma soprattutto per l’intera Città, che nel tempo, è stata sempre attenta e sensibile al cammino, non solo sportivo, del sodalizio.

Per celebrare al meglio questo storico traguardo è stato costituito un gruppo di lavoro che ha già visto l’adesione di diverse persone, figure storiche come Alfredo Brenchio, don Roberto, Beppe Morena, legate al mondo sportivo e alla Casa Salesiana, Ivo Anselmo per la parte organizzativa che, coordinate da Piero Baino, Ex Allievo Don Bosco e figura di riferimento per il calcio locale in quanto per anni consigliere federale, hanno pensato ad una serie di iniziative finalizzate a celebrare nei migliori dei modi questo importante appuntamento: tornei di calcio, il libro con il racconto dei cento anni di attività, una mostra fotografica, una partita esibizione con l’attuale squadra che milita nel campionato di Prima Categoria ed infine, non appena le condizioni sociali lo permetteranno, all’interno dell’Oratorio, la grande Festa del Centenario “DON BOSCO ASTI, 100 ANNI DI CALCIO E DI SPORT”, con la partecipazione dei protagonisti di questo secolo di sport, dall’inizio sino ai giorni nostri, dai giocatori agli allenatori, ai presidenti, naturalmente coinvolgendo tutta la nostra città con Istituzioni e sportivi.

In questo momento particolare che stiamo vivendo, diventa difficile fare esatte programmazioni, pertanto abbiamo pensato di iniziare da ciò che si può realizzare adesso: il libro “DON BOSCO ASTI, 100 ANNI DI CALCIO” contenente la storia della Società Don Bosco Asti dal 1920 ad oggi, con aggiunta, nei rispettivi anni di riferimento, della Pallavolo, del Tennis e dello Sci. Abbiamo pertanto necessità di informazioni, dati, curiosità, fotografie e materiale da pubblicare che in un secondo tempo, verrà esposta alla mostra, sempre nei locali dell’Oratorio, “DON BOSCO GALLERY”.

Tutti coloro che in qualche modo “SONO STATI NEL DON BOSCO ” si sentano invitati sin da ora a presenziare a quella festa, perché tutti saranno chiamati nominativamente sul palco, premiati e presentati al pubblico. Tutti sono pregati sin da ora di comunicare il proprio nominativo e ruolo avuto in seno alla Società telefonando al 335 8384090 – 347 0199235 o scrivendo mail: 100donboscoasti@gmail.com – ivoanselmo.pubblicita@tin.it o sulla pagina Facebook Don Bosco Asti, affinché il Comitato Organizzatore possa definire i premiati e il programma.

Inoltre, chi fosse in possesso di foto, cimeli, giornali, maglie, abbigliamento o altro, di qualsiasi periodo dal 1920 ad oggi, sia della prima squadra che del giovanile, è pregato di segnalarlo con urgenza, affinché si possa ricostruire il cammino giallo blu il più fedele possibile e realizzare il libro.

Ringraziamo anticipatamente per ciò che farete e, in attesa di conoscere tutti i protagonisti, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

A.S.D. Don Bosco Calcio Asti

Missioni Don Bosco: Collaborazione Cisalfa Sport – “Attivi nello sport, attivi nella solidarietà”

Si segnala il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco gentilmente fornito alla nostra redazione, relativo alla collaborazione con Cisalfa Sport per il progetto dedicato ai ragazzi di strada della Sierra Leone.

Collaborazione Cisalfa Sport / Missioni Don Bosco

“Attivi nello sport, attivi nella solidarietà”

Le borracce della “Corsa dei Santi” sono disponibili nei punti vendita

Grazie alla disponibilità di Cisalfa Sport, la “Corsa dei Santi” continua a coinvolgere gli sportivi nel progetto di Missioni Don Bosco per i ragazzi di strada della Sierra Leone.

Da questo mese fino a febbraio, alcuni negozi selezionati della catena – da Milano a Roma a Palermo, passando per Torino, Ravenna, Olbia e Bari – mettono a disposizione dei clienti la borraccia che i partecipanti all’evento sportivo del 1° novembre nella capitale hanno vista associata alla persona e campionessa olimpica di Fiona May.

salesiani in Sierra Leone da molti anni si occupano dei ragazzi e delle ragazze di strada di Freetown, dove abbandono e prostituzione bloccano la loro corsa verso la vita. Uno strumento, che si è rivelato importante per incontrarli e per proporre loro una via di uscita dalla povertà che porta alcuni fino allo sfruttamento sessuale, è un bus che circola costantemente nei quartieri a rischio. Raccoglie i ragazzi per una “gita” di conoscenza del centro Fambul (Famiglia), dove possono incontrare chi prima di loro ha avviato e portato a termine un percorso di scolarizzazione e di avvio al lavoro, ma soprattutto coetanei e adulti amici con cui condividere il tetto, la tavola e la speranza.

Le borracce, divenute da noi un segno dell’attenzione ecologista, sono in questo caso anche un simbolo di chi vuole portare acqua al progetto che Missioni Don Bosco sostiene con i suoi benefattori. Con una donazione, i clienti di Cisalfa possono affidare in mani sicure l’aiuto a minori abbandonati, privi di protezione, bisognosi in prima istanza di assistenza sanitaria e riabilitativa sul piano fisico e psicologico.

Il progetto è illustrato e raccoglie aiuti anche nel sito:

https://progetti.missionidonbosco.org/progetti/il-bus-che-distribuisce-sorrisi-fra-i-bimbi-di-strada/

Ringraziamo per la corte attenzione.

Distinti saluti.

Antonio R. Labanca

Missioni Don Bosco Valdocco ONLUS
via Maria Ausiliatrice, 32 – 10152 Torino
tel. 011/399.01.01 – fax 011/399.01.95
e-mail: info@missionidonbosco.org
sito: www.missionidonbosco.org

A Borgomanero la Settimana dello Sport

A Borgomanero i ragazzi di seconda media del laboratorio “Blog”, grazie alle interviste effettuate ai giovani del liceo in occasione della Settimana dello Sport, hanno potuto raccogliere esperienze ed insegnamenti relativi a quanto la pratica sportiva possa offrire nel cammino di crescita. Si riporta l’articolo apparso sul sito della casa.

Fantastica settimana dello sport

I ragazzi del liceo hanno vissuto un’intensa settimana dello sport. Alcuni di loro, atleti agonistici, hanno raccontato a noi alunni delle medie la loro esperienza.

Mercoledì 7 Marzo i ragazzi di seconda media del laboratorio “Blog” hanno intervistato i ragazzi del liceo, che fanno sport individuale o di gruppo a livello agonistico come calcio, atletica, pallavolo, twirling e basket.

Hanno raccontato gli ostacoli che hanno avuto nella loro piccola carriera e come li hanno superati. Molti ragazzi hanno avuto difficoltà a continuare lo sport soprattutto per i sacrifici che hanno dovuto fare: infatti non potevano andare fuori con gli amici e studiare per gli allenamenti ma alla fine hanno ottenuto buoni risultati, infatti uno di loro è anche medagliato ai mondiali.

Molti ragazzi hanno iniziato lo sport grazie ai loro cugini, fratelli o genitori che li hanno incitati a diventare come loro, altri, al contrario, avevano familiari contrari allo sport che praticavano, come per esempio alcune ragazze che praticano calcio femminile e i genitori pensavano che non fosse uno sport adatto a loro; addirittura persone avevano diverbi con l’allenatore. Questi ragazzi ci hanno lasciato molti insegnamenti, come non mollare mai e andare avanti, nonostante la moltitudine di ostacoli che incontrerete, perché gli ostacoli sono fatti apposta per essere superati.

Una persona deve fare sport perché ha bisogno di fare qualcosa da utilizzare come valvola di sfogo, poi occorre rimboccarsi le maniche e non arrendersi, perché capita di sbagliare e di impegnarsi ancora di più per rimediare.

I ragazzi ci hanno, inoltre, ricordato di non cedere alle tentazioni che possono essere di vario tipo, oppure ai vizi, come il fumo perché nessuno di questi gioca a tuo favore.

L’importante è credere sempre in se stessi e lottare perché nella vita tutto è possibile, se si è disposti a farlo.

Come ospite c’era anche Riccardo Bagaini, il medagliato ai mondiali che, nonostante la mancanza del braccio, è riuscito a combattere e a realizzare i suoi obiettivi, ottenendo buoni risultati.

A volte capita che i risultati non vengano ma se ci mettiamo di impegno alla fine arrivano.

I nostri compagni più grandi ci hanno lasciato una bellissima lezione di sport, ma, soprattutto, di vita.

Salesiani e Sport, la conferma di un connubio vincente

Aggiornamenti dal mondo dello sport che confermano che proprio l’intuizione della forza comunicativa del gioco che ebbe Don Bosco, che lo spinse a cercare ed incontrare i ragazzi nel gioco, partecipandovi egli stesso, fu l’intuizione giusta che ancor oggi vede ottimi risultati nelle carriere sportive dei tanti ragazzi che hanno frequentato le attività salesiane. Qualche esempio recente:
La studentessa dell’Agnelli di Torino, Eleonora Gasparrini, ha appena vinto il Campionato Italiano di ciclismo su strada della categoria Donne Allieve a Terme di Comano.
Eleonora Camilla Gasparrini (medaglia d’oro Esordienti donne 2° anno)
«Avevo studiato molto attentamente il percorso e avevo capito dove si poteva fare la differenza. Tutto è andato come avevo pianificato e al momento opportuno ho provato l’attacco. In cima alla salita avevo già un discreto vantaggio, ma ho cercato di non voltarmi mai e di pedalare più forte che potevo fino all’arrivo. Solo lì ho capito che ce l’avevo fatta. Vincere un campionato italiano è un’emozione grandissima, che voglio condividere con tutta la squadra, con il presidente, il direttore sportivo e tutte le mie compagne».
Altro campione, questa volta oltreoceano e dal mondo del basket, dei Salesiani di New York: Kevin Punter, classe 1993 cresciuto nel Bronx, che indosserà la maglia della squadra emiliana Virtus; ecco l’articolo, qui di seguito, apparso Sabato 7 Luglio 2018 de “Il Resto del Carlino”, a firma di Massimo Selleri:
Virtus, colpo di mercato Arriva la guardia Punter

KEVIN PUNTER è il secondo giocatore straniero ufficializzato dalla Virtus.

Nato a New York, classe 1993, alto 190 centimetri è una guardia tiratrice che nella passata stagione ha prima vestito la maglia del club polacco Rosa Radom e poi dal 10 febbraio si è spostato all’Aek di Atene dove ha vinto la Basketball Champions League e la Coppa di Grecia. I numeri totalizzati nel massimo campionato ellenico dimostrano un ottimo feeling con il canestro: nella lega nazionale ha segnato 9.8 punti in 18.9 minuti, cifre che si sono alzate in Europa dove in 22.5 minuti ne ha realizzati 15.3. Arrivato nel vecchio continente nel 2016 quando è stato ingaggiato da Lavrio, poi nella stessa stagione è andato in Belgio agli Antwerp Giants di Anversa. Sempre nel 2016 ha disputato le Summer League con i Minnesota Timberwolves, ma non ha trovato spazio nella Nba. Cresciuto nel Bronx, durante la sua formazione ha frequentato scuole e college cattolici, sostenuto anche dall’opera religiosa dei Salesiani di Don Bosco diplomandosi in Scienze della Comunicazione. «In questo momento voglio solo dire grazie alla Virtus – sono le prime di Punter diffuse dalla V nera attraverso un apposito comunicato – e sono eccitato da questa opportunità e non vedo l’ora di iniziare a lavorare: l’obiettivo è quello di una grande stagione e di portare a casa tante vittorie». A SEGUIRE le parole del direttore sportivo bianconero Marco Martelli. «E’ un giocatore di qualità e pericolosità, che con la sua fame ha saputo conquistarsi uno spazio importante in ogni sua esperienza, dal College all’Europa, e questo confrontandosi ogni anno ad un livello più alto. La Virtus gli offre un ulteriore step nella sua progressione e lui è stato da subito entusiasta di coglierlo». Nelle gerarchie di Pino Sacripanti Punter dovrà contendere il quintetto a Pietro Aradori, fermo restando che il prossimo anno la Virtus almeno nella prima della stagione giocherà due impegni a settimana tra Coppa e campionato. Da questo punto di vista il club sta studiando una serie di proposte diverse per quanto riguarda gli abbonamenti che hanno un unico denominatore comunque: salvo ripensamenti i tifosi potranno abbonarsi da settembre, quando la squadra sarà definitivamente completata. Ancora da definire il campo da gioco per quanto riguarda la Champions, anche se il calendario degli eventi dell’Unipol Arena non lascia particolari spazi né per le gare né per gli allenamenti e il club non sembra particolamente entusiasta di dover disputare le proprie gare su un campo dove l’effetto casalingo si disperde anche perché non c’è la possibilità di allenarsi con una certa continuità.

Un Auxilium da “eccellenza” nel campionato di pallacanestro del CSI Torino

Per la squadra di pallacanestro dell’A.S.D. Auxilium San Luigi la stagione 2017/2018 ha rappresentato la prima volta nel campionato di eccellenza del CSI (Centro Sportivo Italiano) Torino, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, grazie al buon posizionamento in classifica ottenuto alla fine della passata stagione sportiva.  Diversi sono stati gli inserimenti nell’organico, i nuovi acquisti, e nonostante un periodo più lungo di assestamento del gruppo dovuto all’abbandono di alcuni importanti giocatori che non hanno più potuto giocare in squadra, il campionato è stato un crescendo sia a livello tattico sia a livello tecnico, partita dopo partita.

A confermare l’impresa ci pensa Simone Ingallinesi, giocatore della squadra che così commenta:

Il posizionamento nella parte bassa della classifica al termine della prima fase del campionato ci ha costretti ad affrontare il girone di retrocessione. Ma grazie alla buona concentrazione, agli allenamenti sempre intensi e ad una accresciuta voglia di vincere, abbiamo conservato il posto in eccellenza anche per la prossima stagione sportiva con due giornate di anticipo. Per cui possiamo affermare che il bilancio finale non può che essere considerato positivo.

Dal basso a sinistra: Valentin Nechita, Davide Einaudi, Guglielmo Gomez Serito, Sebastiano Provvisiero, Simone Speranza, Simone Ingallinesi e nella fila superiore da sx Gabriele Einaudi, Federico Viarengo, Davide Berhé, Alessandro Balbo, Sebastiano Erba, Daniele Bianco, Luca Monaco, Matteo Travostino, Paolo Imperadori, Guglielmo Zanchetta.

Giocatori assenti (nella foto): Alessandro Berruto e Riccardo Pettenuzzo.

 

 

Violenza Giovanile: speciale a cura de La Voce e il Tempo

Sono ormai mesi in cui radio, TV e giornali registrano, in numero crescente, episodi di violenza riconducibili a gruppi di minorenni. La redazione de La Voce e Il Tempo ha realizzato un interessante focus sul tema della violenza giovanile attraverso le voci e le vite che animano gli oratori salesiani, le Pgs, la Cooperativa E.T., tutte realtà che cercano quotidianamente di risollevare le sorti di moltissimi ragazzi.

Ecco, ringraziando per la gentile concessione, la prima pagina del giornale La Voce e Il Tempo in edicola Domenica 28 Gennaio 2018.

Don Montanelli e i ragazzi di Falchera, don Tonino Borio e la parrocchia Stimmate di San Francesco in via Livorno e don Mauro Mergola e la comunità di Minori Stranieri Non Accompagnati in San Salvario.

A seguire, un approfondimento su violenza e minori con l’intervento del Procuratore dei Minori, Anna Maria Baldelli, don Domenico Ricca, cappellano del “Ferrante Aporti” e la garante regionale dell’infanzia, Rita Turina. 

 A cura di Marina LOMUNNO e Stefano DI LULLO.

IN CAMPO NELLE PERIFERIE – DA FALCHERA AL PARCO DORA A SAN SALVARIO È IMPONENTE L’IMPEGNO DEI CENTRI GIOVANILI ORATORIANI CONTRO IL DISAGIO E L’ABBANDONO SCOLASTICO CHE INTERESSANO SEMPRE PIÙ «NEET» ADOLESCENTI

Non chiamatele BABY GANG

In un anno trenta ragazzi di Falchera che avevano abbandonato la scuola, grazie all’accompagnamento dell’oratorio, si sono iscritti all’Istituto salesiano Rebaudengo. La rete di sacerdoti ed educatori, in sinergia con le famiglie e la scuola, segue passo passo il loro percorso formativo…Continua a leggere.

 

 

Sport e solidarietà possono essere gli antidoti contro bullismo e fragilità? In questa pagina una risposta dalle mondo delle Pgs e delle cooperative.

A cura di Marina Lomunno e Guido LAGUZZI

 

POLISPORTIVE SALESIANE – MASSIMILIANO MEZZO (A. MONTEROSA): IN CAMPO CON DON BOSCO
Il presidente Pgs: «in 50 anni di sport l’antidoto ai bulli»”

STRANIERI– BOOM DI VOLONTARI
“Minori soli in Piemonte oltre 500 tutori”

ANNIVERSARIO – LA COOPERATIVA SOCIALE NATA NEL MONDO SALESIANO COMPIE 30 ANNI DI ATTIVITÀ EDUCATIVE ACCANTO AI GIOVANI PIÙ FRAGILI
“E.T. con i ragazzi alla ricerca di senso”

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“Auxilium, la fede continua” con Don Gino Borgogno

Campionato di basket di Serie A1, anno 2015/2016: la nuova Auxilium, nonostante una formazione composta da giocatori di talento e un pubblico sempre numerosissimo e di una società entusiasta, si trova ad occupare l’ultimo posto della classifica.

L’ultima giornata di campionato e’ il 4 maggio 2016: nonostante la vittoria in casa, occorre, per sapere se è stata raggiunta la salvezza dalla retrocessione, aspettare i risultati delle altre partite. Sette minuti di attesa per conoscere il responso; giocatori, dirigenti e l’intero palazzetto colmo di 4000 tifosi con il fiato sospeso, ansia, attesa, speranze e scongiuri e infine il boato liberatorio: L’Auxilium si salva grazie alla migliore classifica avulsa decretando il suo nuovo futuro. La fede continua…
Questa è la base narrativa del documentario, al cui interno si alterneranno i grandi personaggi della pallacanestro italiana che hanno conosciuto l’Auxilium dalla sua nascita.
Una storia di oltre 50 anni di sport, passione, umanità, imprenditoria, nell’alternarsi di variegato tessuto sociale, la storia di una città all’ombra della mole.

Questa storia è raccontata nel film-documentario “Auxilium, la fede continua”, di Guido Passi e Angelo Santovito, che verrà presentato il 20 Aprile 2017 ore 20:30 in anteprima a Torino, al cinema Massimo, e dal 22 Aprile sarà disponibile in distribuzione con Tuttosport.

Nell’intervista pubblicata dal giornalista Piero Guerrini di Tuttosport, alla domanda” Prevale nostalgia per il passato o fiducia nel futuro?” i due registi rispondono:

“L’intento è mostrare ai ragazzi di oggi che lo sport si può vivere con atteggiamento diverso, che vittoria e budget non sono le due sole parole chiave. Benatti racconta come tutto il suo percorso di formazione sia presente nella sua vita attuale. C’è la storia delle PGS, le polisportive giovanili salesiane, fondate da Don Gino Borgogno a Torino. E poi c’èra il senso di sfida del raccontare lo sport in un Paese che non ha cultura in tal senso. Sarebbe bello se tutte le società si raccontassero. Un Sequel? Perchè no! Aspettiamo il primo scudetto. In fondo 18 anni di assenza del nome non hanno intaccato la fede”.

Da qui l’incontro di un salesiano di straordinaria lungimiranza, Don Gino Borgogno. Quale  gran conoscitore e amante del basketnel 1966 ebbe un’intuizione: dare vita a un altro grande movimento sportivo, le PGS (Polisportive Giovanili Salesiane), unendo così l’utile (portare i ragazzi a fare sport negli oratori) a un altro utile… economico. Per gestire al meglio la nuova Cosa, don Gino capì che doveva farla partire in modo forte nella sua Torino e trovò la chiave: una squadra di basket in cui riuscì ad unire le forze di tutti gli oratori torinesi, le varie Auxilium, dal Valdocco al Martinetto, dal San Paolo al San Luigi, dal Rebaudengo al Monterosa… Così nacque l’Auxilium Torino, con sede all’oratorio Agnelli, dove già esistevano più campi e una palestra. Unico smacco, il secco “no” ricevuto dall’oratorio n. 1, la Crocetta, le cui squadre, guarda caso, non si chiamavano Auxilium ma Don Bosco…

Leggi tutta la storia sul sito di Auxilium Pallacanestro. 

 

Guarda il Trailer del Documentario: