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A suor Alessandra Smerilli il “Premio Nazionale Don Diana” 2022

Dal sito dell’ANS.

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(ANS – Casal di Principe) – Suor Alessandra Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice (FMA), Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, economista e Docente Ordinario di Economia Politica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma, è stata insignita del “Premio Nazionale don Peppe Diana – Per amore del mio popolo”.

Il Premio nazionale è assegnato a personalità che hanno saputo meglio incarnare, nel campo artistico, sociale, religioso, politico, economico, delle professioni, il messaggio di don Giuseppe Diana – sacerdote di Casal di Principe ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994 – contribuendo alla denuncia, alla resistenza e alla costruzione di comunità libere alternative alle mafie.

La cerimonia di consegna è avvenuta lunedì 4 luglio 2022 presso “Casa don Diana”, bene liberato dalla camorra, in occasione del “don Diana Day”, nel giorno in cui il sacerdote avrebbe festeggiato il suo compleanno, e dell’inaugurazione della 15a edizione del Festival dell’Impegno Civile, realizzato sui beni confiscati alla criminalità organizzata.

La motivazione dell’assegnazione del riconoscimento a suor Alessandra Smerilli si basa sul suo lavoro “per difendere le uguaglianze e per la promozione integrale della persona, sviluppando quei principi della dottrina sociale della Chiesa a cui Papa Francesco ci richiama costantemente per la costruzione di un mondo migliore”.

Insieme a lei sono stati premiati Isaia Sales, scrittore e accademico, e l’attore Alessandro Gassman. Per la sezione Menzioni Speciali, il riconoscimento è andato a Pasquale Leone, scout e presidente dell’Aps TerradiConfine di Ponticelli, al docente Daniele Manni, a Massimo Antonelli, coach della “Tam Tam Basket”, alla fumettista Takoua Ben Mohamed. Un Premio Speciale è stato assegnato alla giornalista Angela Caponnetto, cronista di flussi migratori e di fughe di profughi dalle zone di conflitto.

“Ringraziando per questo riconoscimento, dedico il premio a tutti coloro che operano ogni giorno sul campo, non esitando a mettere in pericolo la loro vita per la verità, la giustizia, la legalità” ha commentato suor Alessandra nel ricevere il Premio.

“Società, quale progresso?” Intervista a Suor Alessandra Smerilli – Corriere della Sera

Nella giornata di oggi, il settimanale del venerdì del Corriere della SeraSette” dedica un’intervista a Suor Alessandra Smerilli, F.M.A., docente di economia politica e statistica presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione «Auxilium» di Roma. Il tema dell’articolo è incentrato sul progresso della società dove il “prendersi cura” può diventare “cosa pubblica” per creare valore, soprattutto il questo periodo storico di pandemia. Di seguito un estratto dell’articolo redatto da Elisabetta Soglio.

SOCIETÀ QUALE PROGRESSO?
ALESSANDRA SMERILLI «PRENDERSI CURA DIVENTI COSA PUBBLICA: COSÌ SI CREA VALORE»

Dice che questa esperienza della pandemia è stata «un momento duro, ma fecondo». Anzi «rivoluzionario»: perché «questa fase storica ci ha insegnato l’importanza del prendersi cura gli uni degli altri». Ad Alessandra Smerilli, economista, consigliera del Papa e suora dell’ordine di Maria Ausiliatrice, la parola “cura” piace davvero tanto e la ripete di continuo. E cita la filosofa canadese Jennifer Nedelsky, che l’ha ispirata su questi temi: «Quando incontri una persona le chiedi di “cosa” si occupa. Invece proviamo a chiedere di “chi” si occupa». Poi, pensa che per il futuro sia necessario valorizzare le competenze e i talenti femminili, «perché le donne hanno chiaro il senso dell’I care , ne fanno esperienza nella vita privata e devono trasferire questo approccio nella dimensione pubblica». Infine suor Smerilli guarda al futuro con «grandissima fiducia», pensando soprattutto ai tanti giovani che ha incontrato e incontra e che «hanno visione, entusiasmo, capacità da mettere a disposizione».

Nata 46 anni fa a Vasto, Smerilli frequentava l’oratorio dei salesiani e lì matura esperienze di gruppo e di animazione. Inizia il liceo scientifico ed è brava negli studi: «Studiare mi piaceva proprio ed è rimasta una parte importante della mia vita».

La vocazione quando arriva?

«A 16 anni avevo già chiaro che avrei vissuto per mettermi al servizio. Stavo vivendo una storia molto bella con un ragazzo e ho avuto un lampo: neanche la persona più bella del mondo mi sarebbe bastata. A 18 anni ho lasciato casa e sono entrata dalle Figlie di Maria ausiliatrice a Roma».

E la passione per l’economia?

«Quando stavo scegliendo il corso di studi in realtà non ci pensavo per nulla. Volevo fare una facoltà scientifica, oppure scienze dell’educazione o psicologia e andare nelle periferie di Roma. Invece una madre superiora mi chiama e dice che c’è bisogno di una persona esperta di economia, culturalmente preparata alle sfide del futuro. Una donna che vede lungo, insomma».

E lei?

«Ho obbedito, anche se ero preoccupatissima perché mi vedevo già seppellita nei numeri. Invece mi sono appassionata, soprattutto ai temi dell’economia politica. Al terzo anno di studi mi sono orientata su Economia di sviluppo e ho conosciuto Luigino Bruni: mi sono resa conto che quello che studiavo poteva avere luce nuova. Io ero abituata ad un mondo in cui gli economisti consideravano la dottrina sociale della Chiesa come “giudicante”. Invece ho capito che poteva nascere da lì una teoria economica che ha in sé i presupposti di persona: questo mi ha illuminato e convinta».

Quindi ha deciso di diventare economista.

«Ne ho parlato molto con Stefano Zamagni. E alla fine ho proposto io alla superiora di continuare con la ricerca: mi sono laureata in Economia e commercio con indirizzo Economia politica a Roma 3 per poi proseguire negli studi».

Come la guardavano compagne e compagni?

«Beh, ovviamente all’inizio erano un po’ straniti: in mezzo a 250 persone arriva una col velo…. Ma nel primo anno in cui frequentavo, il grigio era tornato tantissimo di moda e quindi almeno ero di tendenza (ride, ndr ). In realtà sono stati anni bellissimi: avevo quattro anni di più, alcuni si avvicinavano attratti dalla stranezza della mia presenza, altri per dubbi di fede. Poi si è creato un senso di rispetto perché comunque andavo bene e mi fermavo a studiare con compagne e compagni, ci siamo aiutati a vicenda e alcuni rapporti sono diventati amicizie».

I voti perpetui?

«Sono arrivati durante il dottorato che ho fatto alla Sapienza. Poi ho fatto un visiting in Inghilterra e quindi un dottorato part time mentre avevo cominciato ad insegnare alla mia università».

Oggi insegna?

«Si. Economia politica all’Auxilium di Roma. Ho insegnato anche in Cattolica e alla Lumsa, ho tenuto un master di Economia civile in Bicocca».

In cattedra con il velo?

«Alcune volte non lo usavo perché mi pareva che la presenza di un velo nelle lezioni di Economia politica potesse rappresentare un ostacolo e costituire un pregiudizio in partenza».

Ma il fatto di essere una religiosa la fa sentire meno considerata?

«In linea di massima proprio no. Poi capita una volta durante un convegno in Calabria, ho dovuto dire a una persona che aveva evidenti pregiudizi che le cose che stavo dicendo le avevo pubblicato su una rivista scientifica non sul bollettino parrocchiale».

Fiducia?

«Ne ho sempre ricevuta molta: a 35 anni ero nel Comitato scientifico delle Settimane sociali, ad esempio (riunioni di studio per guidare l’azione cattolica nel mondo del lavoro, ndr ). Da una parte ho sempre ricevuto fiducia, dall’altra però ero sempre l’unica in un mondo maschile».

E come si è posta?

«Ho sempre cercato di non mettermi in contrapposizione e di portare competenze. Questo è l’unico modo per dimostrare che c’è bisogno di donne nel pensiero e nell’organizzazione, prima ancora che nei ruoli. Il fatto di essere economista e non teologa mi aiuta molto perché ho una professionalità in un ambito ancora prevalentemente maschile e non comune nella Chiesa».

Il suo rapporto con Papa Francesco?

«Sento molta stima da parte di Papa Francesco e gli sono profondamente grata. Da parte mia c’è il desiderio di essere al servizio della missione della Chiesa. Quando lo incontro ha sempre una battuta e con lui ho solo foto in cui rido».

Lei all’inizio parlava di un momento rivoluzionario.

«È cosi. Intanto dobbiamo smettere di relegare il tema della cura alla famiglia. Prendersi cura oggi significa parlare delle persone in generale, del Pianeta, della collettività. Un tempo rivoluzionario come quello in cui visse san Benedetto: allora si pensava che il lavoro manuale fosse cosa da schiavi, lui diede nobiltà e dignità al lavoro. Il lavoro di oggi è prenderci cura».

Lei come lo esercita?

«Nelle relazioni cerco di occuparmi delle persone che mi stanno intorno in ufficio, come dei miei studenti: di essere una con cui si può parlare e ci si può anche sfogare. Con le mie consorelle vorrei essere più presente: ma sono molto anziane e in questa fase è anche più prudente non avvicinarle troppo visto che io mi muovo comunque».

La vediamo in tivù: si è scoperta comunicatrice?

«La Rai me lo ha chiesto, ho provato e ho scoperto che mi piace. Prima era un programma radio con il pensiero del giorno, poi è cominciata questa trasmissione tivù (A sua immagine, ndr ) che mi coinvolge molto e posso collaborare con l’autore e il regista nella definizione di scaletta e testi. Accostare economia e Vangelo e farlo con volti e storie: mi piace proprio».

Non le manca una persona accanto, una famiglia?

«No, anche se so di avere fatto una scelta di rinuncia: non essermi legata a nessuno è per una risposta a una chiamata e a una missione che mi chiede di essere tutta donata. Non sempre è facile, ovvio. Ma la mia vita è piena e non penso lo sia meno di quella di chi ha scelto altri percorsi. Vivo amicizie profonde che fanno bene al cuore e all’anima. Ecco, se devo dire forse mi manca non avere avuto un figlio o una figlia, ma mi rendo conto che non sono conciliabili e questa rinuncia iniziale mi ha resa sorella e mamma di tutti».

Le donne continuano a faticare a trovare spazio anche nella Chiesa?

«Il tema è caldo e sofferto da tante donne. C’è un processo in corso che in questo momento non si può arrestare: dove lavoro, nella commissione Covid vaticana, siamo tante giovani donne in un team molto dinamico con tanta libertà di muoversi, fare e poter osare, sognare. Un famoso giornalista e conduttore quando è venuto a vedere cosa stiamo facendo mi ha detto: “Dovevo arrivare in Vaticano per trovare le novità”. Ecco, io credo si debba andare oltre certe letture. Questo non significa che il problema non ci sia. Però anche noi donne siamo un po’ timorose e timide e tante volte è difficile pensare che una responsabilità potrebbe essere affidata ad una donna perché stentiamo a farci avanti».

Servirebbero più donne nei posti di potere?

«Non tanto per il potere in sé. Ma perché se non ci sono donne a pensare e decidere, quello che viene deciso fatto e comunicato diventa escludente e tante donne non si riconoscono».

Una chiesa poco attrattiva sui giovani?

«Forse si fa fatica a trasmettere ai giovani il sapore del Vangelo. Ma giovani ne frequento tanti, in università e poi in tutta l’esperienza di Economy of Francesco; il problema non sono i giovani, ma siamo noi che non siamo capaci di affidare loro il cambiamento, e senza giovani non sarà vero cambiamento».

Economy of Francesco continuerà?

«Certo. La bellezza è aver creato una rete tra tanti giovani che desiderano cambiare il mondo e adesso sanno che c’è una comunità che la pensa allo stesso modo e che vuole sostenerli».

Cura solo anima e mente, suor Alessandra?

«È difficile fare di più. Però tutte le mattine mi alzo molto presto e cammino almeno 40 minuti sul Lungotevere o in giro per Roma prima che si svegli. Intanto prego: le mie lodi le prego camminando».

Suor Alessandra Smerilli ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia

Suor Alessandra Smerilli ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. Lo comunica l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede:

L’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede informa che è stata conferita l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia alla Professoressa Suor Alessandra Smerilli.

Il conferimento dell’onorificenza intende riconoscere l’assoluta rilevanza del profilo accademico della Professoressa Smerilli, docente ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium», e coordinatrice della Taskforce Economia della Commissione Vaticana per il COVID-19 istituita da Papa Francesco nel marzo 2020, l’intensissima attività didattica e di ricerca nonché l’impegno nella promozione di una maggiore consapevolezza etica nella economia e nella finanza, in particolare nei confronti dei giovani.

La sua professionalità e competenza hanno trovato un prestigioso riconoscimento con la nomina a Consigliere nella Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano e con l’assegnazione di numerosi altri incarichi nella società civile e nelle istituzioni italiane, ambiti in cui continua ad offrire un importantissimo contributo allo sviluppo dello studio dell’economia civile italiana.

Di seguito anche il comunicato della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” dove suor Smerilli insegna Economia Politica:

La conferma dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia alla Prof.ssa Alessandra Smerilli, docente ordinario di Economia Politica alla Facoltà, viene dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

Tale conferimento «intende riconoscere l’assoluta rilevanza del profilo accademico e l’intensissima attività didattica e di ricerca nonché l’impegno nella promozione di una maggiore consapevolezza etica nella economia e nella finanza, in particolare nei confronti dei giovani».

Questo va ad aggiungersi ad altri numerosi riconoscimenti, tra cui la nomina a Consigliere dello Stato della Città del Vaticano e a coordinatrice della Task-force Economia della Commissione Vaticana per il Covid-19, e all’assegnazione di numerosi altri incarichi nella società civile e nelle istituzioni italiane, ambiti in cui si rivela la sua professionalità e competenza nell’offrire un importantissimo contributo allo sviluppo dello studio dell’economia civile italiana.

L’Ordine della Stella d’Italia è stato istituito con Legge 3 febbraio 2011 ed è una onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli Affari Esteri, sentito il Consiglio dell’Ordine, presieduto dal Ministro degli Affari Esteri.

Con tale riconoscimento si vuole ricompensare quanti abbiano acquisito particolari meriti nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia.

L’Ordine è suddiviso in cinque classi: Cavaliere di Gran Croce, Grand’Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere. È istituita inoltre una classe speciale di Gran Croce d’Onore, destinato a chi abbia perso la vita o subito gravi menomazioni fisiche nello svolgimento di attività di alto valore umanitario all’estero.

L’uso delle insegne dell’Ordine “della Stella della Solidarietà Italiana” è consentito senza limitazione alcuna.

La Preside, e l’intera Comunità Accademica, si congratulano con la Prof.ssa Alessandra Smerilli per questo nuovo e prestigioso riconoscimento e le augurano di continuare a fare del suo impegno nella docenza, nella ricerca e nella promozione di una economia etica e consapevole un servizio ai giovani, alla Chiesa, all’Italia e al mondo.

Suor Smerilli: Una conversione ecologica per rigenerare il mondo

Pubblichiamo un articolo di Famiglia Cristiana nel quale suor Alessandra Smerilli, docente all’Auxilium e consigliere di Stato Vaticano, racconta la sfida dell’economia dopo l’esperienza del Covid-19.

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«Si dice che, dopo il Covid-19, dobbiamo ripartire. Ma davvero siamo convinti che sia utile ripartire facendo esattamente quello che facevamo prima? Nel gruppo di lavoro di cui faccio parte, preferiamo usare il verbo “rigenerare”, andare verso una trasformazione dell’economia, del mondo del lavoro e della società imparando da ciò che abbiamo vissuto. Crediamo sia questa la vera sfida, dopo il trauma della pandemia che ha investito tutto il pianeta». Religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Alessandra Smerilli, 45 anni, originaria di Vasto (Chieti), insegna Economia politica alla Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium di Roma, l’università delle suore Salesiane. Papa Francesco l’ha nominata lo scorso anno consigliere di Stato della Città del Vaticano. E in questo ruolo sta coordinando una task force di economisti all’interno di una commissione fortemente voluta dal Papa, che ha il compito di elaborare proposte innovative a partire dall’esperienza del Covid-19.

CREATIVITÀ EVANGELICA
«Quello che stiamo vivendo è un periodo delicato e decisivo», afferma suor Smerilli, «che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».

UN ANNO DI INIZIATIVE
A partire dal primo settembre, giornata per la salvaguardia del Creato, fino a maggio del 2021, il programma dell’anno della Laudato si’ vedrà coinvolte Chiese locali, ordini religiosi, scuole e università, imprese e parrocchie, attraverso eventi, seminari e occasioni di confronto. Anche l’arte avrà un ruolo importante: «Lo spirito della Laudato si’ parte da uno sguardo contemplativo sul creato», afferma suor Alessandra. «L’arte in questo processo è importantissima perché ci dice gratuità, passione. Ci dice che a smuoverci è la tensione verso il bello, non tanto il fatto che “dobbiamo” cambiare i comportamenti». Un’eredità che questo anno vuole lasciare sono le living chapel, le cappelle viventi: luoghi di preghiera all’aperto, realizzati con materiali ecosostenibili, all’insegna dell’armonia tra spiritualità e natura, grazie all’apporto delle arti, dalla musica all’architettura. La prima living chapel è sorta nell’orto botanico di Roma. «La seconda si sta progettando in Veneto». «L’obiettivo dell’anno di celebrazione della Laudato si’ e dei sette anni seguenti è entrare nel concreto della transizione ecologica», continua la religiosa salesiana. «Cosa vuol dire per un’università, per esempio, essere completamente sostenibile? La Georgetown University di Washington, negli Usa (retta dai Gesuiti), ha trasformato strutture, comportamenti e persino la didattica, in modo da essere in linea con la Laudato si’. E in questi mesi metterà a disposizione di altri atenei la propria esperienza».

VITA DONATA PER IL VANGELO
Donna, economista e religiosa. Questi tre aspetti contraddistinguono in modo profondo l’impegno di suor Alessandra Smerilli, che di recente è stata chiamata a far parte anche del Comitato di donne per le pari opportunità del Governo italiano, voluto dalla ministra Elena Bonetti per il dopo emergenza sanitaria. «Sono cresciuta in un oratorio salesiano», racconta la religiosa. «A 16 anni ero animatrice di altri ragazzi e molto presto, a partire dall’incontro con la parola del Vangelo, ho avvertito la chiamata a seguire Cristo, e a farlo con i giovani e per i giovani. Queste sono le due dimensioni che mi porto dentro. Quando poi ho conosciuto le Figlie di Maria Ausiliatrice, mi ha colpito questo carisma dentro la famiglia salesiana che ha più a che fare con le giovani donne, con il femminile. E da allora anche questa è un’attenzione che ho sempre più sviluppato, anche perché sono convinta che la questione femminile sia una delle sfide cruciali del nostro tempo. Lo si è visto anche durante il lockdown. Da una parte, a essere penalizzate sono state soprattutto le donne, molte delle quali hanno dovuto rinunciare al lavoro per l’impossibilità di conciliarlo con gli impegni familiari. È vero che molti uomini hanno vissuto la stessa situazione di lavoro entro le mura domestiche durante la pandemia, ma i dati ci dicono che solo il 55% ha contribuito di più rispetto al solito alla gestione della casa e dei figli. Dall’altro lato si è visto che i Paesi governati da donne – penso alla Nuova Zelanda o alla Germania, per esempio – hanno reagito molto meglio alla crisi. Una recente analisi sul New York Times ha riconosciuto alle leader di questi Paesi chiarezza nella comunicazione, capacità di empatia e di mettersi nei panni dei cittadini, di comunicare in modo chiaro ed efficace, chiarezza nelle decisioni e non confusione rispetto a quanto si è visto in tanti altri Paesi. Forse la dimensione del prendersi cura, più sviluppata dalla parte femminile dell’umanità, ha permesso una reazione migliore di fronte a emergenze dove la salute viene messa in discussione. Ci sono capacità che le donne hanno sviluppato più degli uomini, per ragioni anche culturali, che sono particolarmente adatte ad affrontare i problemi del nostro tempo. Rinunciare a questo contributo sarebbe come guardare con un occhio solo: la visione della realtà è deformata».

ECONOMISTA PER OBBEDIENZA
Se è diventata religiosa per scelta, suor Alessandra ha cominciato a studiare economia per “obbedienza”. «Volevo occuparmi dei giovani e lavorare nel sociale. Invece la mia superiora, al momento di scegliere la facoltà, mi chiese di iscrivermi a Economia. Lei guardava avanti e mi disse che l’economia sarebbe diventata sempre più importante, e che come educatrici non potevamo non occuparcene. All’inizio mi crollò il mondo addosso, poi studiando ho capito che mi interessava andare a fondo dei modelli di teoria economica. Grazie all’incontro con studiosi come Antonio Maria Baggio e Luigino Bruni, ho trovato la mia strada: ho capito che era possibile fare economia in modo scientifico, ma mettendo al centro valori diversi rispetto a quelli classici. Alcune teorie economiche su cui basiamo la nostra vita danno per scontato, per esempio, che sia sempre e comunque meglio per le persone avere più beni, possedere sempre di più. Oggi sono convinta che sia necessario rimettere l’economia al suo posto in un quadro più ampio, renderla davvero strumento al servizio di un benessere che è uno star-bene delle persone in tutti i sensi». Per affrontare le sfide del futuro, secondo suor Smerilli, sarà fondamentale puntare sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione: «Serve una politica lungimirante, un nuovo protagonismo dello Stato e una rinnovata cooperazione fra i governi», afferma l’economista. «Papa Francesco l’ha detto benissimo il 27 marzo: “Nessuno si salva da solo”. Questo virus, un esserino invisibile l’ha reso evidente: si può fare tanto nella gestione dell’epidemia, ma poi basta l’arrivo di un aereo da un altro Paese per rimettere tutto in discussione. L’Europa si sta mostrando forte in questo senso, ma ci aspettano profondi cambiamenti, soprattutto nel mercato del lavoro. È essenziale capire dove si sta andando per intervenire per gestire la transizione. Non dobbiamo aspettare che milioni di persone perdano il lavoro per riconvertire alcuni settori della produzione. Va fatto subito, prima che ci sia la crisi sociale. In questo senso, il Green New Deal, il progetto europeo per la transizione ecologica dell’Unione europea, può essere un’occasione per creare nuovi posti di lavoro e, nello stesso tempo, per andare verso un’economia riconciliata con l’ambiente e la natura, con tempi e ritmi di lavoro umani».

Papa Francesco e la Famiglia Salesiana

Si evidenzia l’articolo pubblicato dalla redazione di InfoAnsAgenzia iNfo Salesiana – in merito alla nomina, compiuta da parte di Papa Francesco, di due componenti della Famiglia Salesiana tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi:

  • don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; 
  • suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”.

(ANS – Città del Vaticano) – Il 24 maggio scorso, festa di Maria Ausiliatrice, Papa Francesco ha dato un nuovo segnale della considerazione che nutre verso la Famiglia Salesiana nominando tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; e suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, di recente nominata anche Consigliere dello Stato della Città del Vaticano.

Per don Sala – nominato Consultore insieme con l’altro Segretario Speciale al Sinodo sui Giovani, il gesuita padre Giacomo Costa – la nomina rappresenta un’indicazione del fatto che il Santo Padre Francesco e la Segreteria Generale del Sinodo hanno ritenuto l’ultimo sinodo un’esperienza utile per il futuro cammino della Chiesa, che ha espresso approcci e modalità da mantenere e da far maturare anche nei Sinodi dei Vescovi che verranno.

In tal senso va riletta anche la nomina, per la prima volta, di quattro donne tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo – tre suore e una laica. “La maggiore presenza di donne negli organismi permanenti del Sinodo dei Vescovi è anch’essa legata all’esperienza del Sinodo sui Giovani, che sia nel suoi lavori, sia nel Documento finale, ha richiesto una valorizzazione del ruolo femminile all’interno della Chiesa” riporta il salesiano. Tale scelta, perciò, “è un segno della volontà del Santo Padre di avvalersi del genio femminile non solo nella fase attuativa o celebrativa di un sinodo, ma già nel cammino di preparazione, per poter compiere un discernimento più ricco e più ampio”.

A livello operativo, don Sala ha chiarito che la nomina significa “essere a disposizione della Segreteria del Sinodo” per offrire il proprio contributo di consulenza. Un contributo che nella sua specifica realtà di salesiano e di esperto di Pastorale Giovanile significherà in primo luogo “aiutare a far entrare i dinamismi giovanili nei cammini ordinari della Chiesa, perché, come Papa Francesco ha detto più volte nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit, la presenza dei giovani può davvero ringiovanire il volto della Chiesa”.