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Estate a Sud 2024: torna l’arena estiva del Cinema Agnelli

Dal sito dell’Agnelli di Torino.

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Per l’estate 2024 il cinema Agnelli organizza nuovamente l’arena estiva in collaborazione con la Casa nel Parco di via Panetti.

Il cartellone è ricco di titoli italiani ed europei, tra i migliori della stagione: si comincia il 13 giugno con Una bugia per due, commedia sofisticata e sociale in puro stile francese, per proseguire il 27 giugno con Un anno difficilecommedia politica molto riuscita sul disastro ambientale provocato da un’ irrefrenabile corsa al consumo nella società capitalista ma che è aggrappata a una speranza d’amore.

Luglio sarà inaugurato, il 4 del mese, da Un altro ferragosto, sequel spirituale di Ferie d’agosto con cui Paolo Virzì torna a fustigare la destra come la sinistra, aggiornando al presente post-berlusconiano la satira sociopolitica del capostipite, cui faranno seguito Io Capitano (11 luglio), la favola realista di Matteo Garrone sull’immigrazione, premiata a Venezia e candidata all’Oscar, e Race for Glory (18 luglio)co-produzione tra l’Italia ed il Regno Unito. La storia è quella del duello leggendario tra i reparti rally dell’Audi e della Lancia, che giunse all’apice nel campionato del 1983, quando in pista all’Audi Sport GmBh si contrappose la Lancia 037, che quella lotta, tappa dopo tappa, alla fine la vinse.

La penultima proiezione è affidata a Cattiverie a domicilio ambientato a Littlehampton, un paesino inglese nel West Sussex nel 1922 e vede protagoniste Olivia Colman e Jessie Buckley, in calendario il 25 luglio, mentre chiuderà la stagione, l’1 agosto, Zamora, raffinato esordio alla regia dell’attore Neri Marcoré.

L’arena del Cinema fa parte del progetto “Estate a Sud” che si inserisce nell’ambito del programma culturale “TORINO, CHE SPETTACOLO! CHE BELLA ESTATE!”, un progetto della Città di Torino in collaborazione con Fondazione per la Cultura.

Assemblea nazionale Cnos Scuola 2024

Dal sito dell’Ispettoria Lombardo Emiliana.

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio si è svolta a Valdocco l’Assemblea Nazionale CNOS Scuola dal titolo “L’impresa della scuola. Crescita della leadership nella comunità educativo pastorale”.

Dopo i saluti di don Stefano Mascazzini e di don Elio Cesari, siamo stati provocati da un intervento di Bernhard Scholz, per anni presidente della compagnia delle Opere e ora vicedirettore del Meeting di Rimini, che ha incentrato la sua riflessione sul significato di guida e sulle sue caratteristiche: “chi guida deve essere autentico, avere il coraggio di essere se stesso, deve avere passione per quello che rappresenta, deve possedere le virtù della prudenza, della temperanza, della fortezza e della giustizia, deve avere una propensione per qualcosa e il phisique du role”. Ha anche aggiunto che una guida deve possedere alcune capacità, che possono essere apprese: “la capacità di ascoltare e osservare, di attribuire responsabilità, cioè delegare, quella di favorire il coinvolgimento e la collaborazione ed infine la capacità di decidere”.

Nel pomeriggio si sono svolti gli workshop, in particolare ho partecipato a quella sulla gestione dei conflitti curato da Anna Desanso e a quello sulla comunicazione efficace. Nel primo in particolare, dopo aver applicato modalità di lavoro laboratoriali, abbiamo riflettuto sul fatto che: “il conflitto è inevitabile, perché è una delle possibili modalità relazionali. E’ importante gestirlo perché si trasformi in opportunità e permetta di vedere la diversità come un valore. Senza un ascolto adeguato dei bisogni dell’altro, la parola diventa urlo e l’atteggiamento diventa aggressivo”.

La giornata si è conclusa con la recita dei vespri e la buonanotte da parte dell’Ispettore don Roberto Dal Molin, che ha sottolineato la preziosità del trovarsi insieme a pregare nella chiesa di San Francesco di Sales, proprio il 10 maggio, esattamente 140 anni dopo la lettera da Roma, nella quale don Bosco sottolineava l’importanza che: “i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.

Credo che questa assemblea sia stata un’occasione preziosa di formazione didattica e personale, oltre che un prezioso momento di condivisione fraterna, come avvenuto nel lavoro di gruppo sulla sinergia tra Salesiani e laici, come ricordato nel CGXXIV: “Fin dall’inizio della sua vita apostolica don Bosco ha coinvolto nella missione molti laici nella prospettiva di una condivisione talmente stretta da pensare ad una Congregazione di religiosi con voti e vita comune (Salesiani) e di laici (Salesiani esterni) legati dall’unica missione a servizio dei giovani secondo le loro possibilità. Oggi il coinvolgimento dei laici nella missione educativo-pastorale di don Bosco è un dato di fatto, anche se il più delle volte si tratta di una presenza prevalentemente professionale od occasionale che dovrebbe maturare in una scelta cosciente. È urgente allargare e qualificare il coinvolgimento dei laici disponibili a entrare a fare parte di quel vasto movimento di persone che lavorano per la salvezza dei giovani, dentro e fuori le strutture salesiane, nella Chiesa e nelle istituzioni civili”.

Paola Pirani – vicepreside scuola secondaria di secondo grado Milano Sant’Ambrog

La città dell’Ottocento, la Chiesa, i giovani: la ricchezza onirica di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Pensare a Don Bosco e staccarlo da suoi sogni significa sottrargli un aspetto fondamentale della sua complessa e ricca personalità. Del resto, Egli stesso nelle Memorie dell’Oratorio ha raccontato molti suoi sogni dove esperienza onirica, psico-sensazioni esterne, ispirazioni spirituali quando non profetiche fanno un tutt’uno e ne definiscono l’entità.

Nei sogni di Don Bosco c’è la Torino dell’Ottocento, città con ancora una popolazione inferiore ai centomila abitanti ma ricca di fermenti industriali e politici; c’è la Chiesa con le vicende di un Papato esaltato e perseguitato; c’è la scenografia di un paesaggio urbano ancora frammisto con quello rurale e contadino. Ci sono i giovani finalmente protagonisti a dispetto di una società che per tanto tempo li aveva ignorato. E poi c’è l’incontro con il Signore Gesù, la gran Madre e Guida Ausiliatrice, la pratica dei sacramenti come le grandi processioni; le lotte con il diavolo e le sue astuzie per sconfiggerlo. C’è lo sviluppo della sua opera, della quale Don Bosco fu lieto perché a servizio di quei giovani che egli voleva tutti in Paradiso e anche felici in terra. Ci sono sogni apertamente chiaroveggenti oserei dire al pari con i sogni biblici tanto intrisi di presenza soprannaturale.

Don Bosco visse lo sviluppo della sua opera e ne visse, soffrendo, anche i suoi limiti e difetti. Papa Montini, san Paolo VI, che conobbe bene i salesiani sia per averne promosso opere sia per essere stato amico di grandi religiosi salesiani era solito dire che lo sviluppo dei salesiani nel mondo gli ricordava la parabola del seme evangelico così come considerò Don Bosco fra i grandi santi Fondatori della storia della Chiesa di tutti i tempi. Del resto, ancor oggi succede che qualcuno bussa in una scuola salesiana e chiede di parlare con don Bosco pensandolo vivo.

Sparsi in oltre 130 Paesi con attività le più varie finalizzate alla educazione giovanile i Salesiani rappresentano secondo dati Unesco la più grande associazione privata del mondo operante in questo settore. E certamente se si guardano i numeri è proprio così: oltre 14mila religiosi più 32 Gruppi aderenti alla Famiglia Salesiana composte di altrettanti gruppi di Religiose, Religiosi, Laiche e Laici consacrati e non, non sono la realizzazione dei sogni di Don Bosco?

Indubbiamente ci sono anche le difficoltà, vocazionali specialmente nel vecchio continente europeo e questo pesa in un momento in cui il 48 per cento dei salesiani è ancora in formazione. Ecco perché bisogna ritornare a Don Bosco sognatore, alla essenzialità della sua ascetica fatta di lavoro, preghiera, adempimento dei propri doveri con una relazionalità fatta di ragione, religione e amorevolezza.

Il sogno dei 9 anni cui il X successore di Don Bosco il rettor maggiore, Cardinale Don Ángel Fernández Artime ha voluto dedicare la Strenna 2024 vuol dire proprio questo. «Don Bosco – ha scritto il Cardinale alla Famiglia Salesiana – ci ha mostrato nel corso della sua vita che solo le relazioni autentiche trasformano e salvano. Papa Francesco ci dice la stessa cosa: “Non basta dunque avere delle strutture se in esse non si sviluppano relazioni autentiche; è la qualità di tali relazioni, infatti, che evangelizza”».

«Per questo – continua ancora il Rettor Maggiore – esprimo il desiderio che ogni casa della nostra Famiglia Salesiana nel mondo sia o diventi uno spazio veramente educativo, uno spazio di relazioni rispettose, uno spazio che aiuti a crescere in modo sano. In questo possiamo e dobbiamo fare la differenza, perché le relazioni autentiche sono all’origine del nostro carisma, all’origine dell’incontro con Bartolomeo Garelli, all’origine della vocazione stessa di Don Bosco».

Don Giuseppe Costa,
Co-portavoce della Congregazione Salesiana

San Salvario: Festa di Don Bosco 2024

Domenica 4 febbraio presso la Casa di Don Bosco San Salvario a Torino si celebrerà la Festa di Don Bosco 2024, ricordando la Solennità del Santo dei giovani celebrata il 31 gennaio.

Di seguito il programma della giornata:

  • Ore 10.30: S. Messa in S. Giovanni Evangelista presieduta da don Leonardo Mancini, Superiore Salesiano del Piemonte
  • A seguire: Polenta al San Luigi

Informazioni:

Basilica Maria Ausiliatrice: 24° Mostra di Presepi

Presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco è visitabile la mostra dei presepi che ormai festeggia i suoi 24 anni di edizione, offrendo così la possibilità di prepararsi al meglio al Santo Natale.

La 24° Edizione della mostra dei Presepi partirà il prossimo 3 dicembre 2023 e si concluderà il 7 gennaio 2024 nella Cripta della Basilica.

L’ingresso è libero e facilitato ai disabili.

ORARI

Domenica e Festivi: ore 9.30 – 12.00; 15.30 – 18.30

Giorni feriali (chiuso il mercoledì e il giovedì): ore 15.30 – 18.00

Per informazioni:

Tel. 011 52241

Per gruppi/scolaresche è possibile prenotare visite: segreteria@basilicamariaausiliatrice.it anche in orari diversi da quelli del volantino.

Festa dei Santi all’Agnelli

Dal sito dell’Istituto Agnelli di Torino.

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Festa dei santi 2023! Venerdì 27 ottobre serata per i gruppi dell’oratorio dell’Agnelli di Torino, a partire dalle 20.00 con merenda finale.

Il dress code della serata è pantaloni neri e camicia bianca.

Per informazioni o iscrizioni passare in oratorio, in via Paolo Sarpi, 117.

N.B. È prevista una quota di partecipazione di € 5.

 

 

CFP Agnelli: corsi lunghi GOL, iscrizioni aperte

Al CFP Agnelli di Torino ripartono i corsi lunghi GOL per adulti occupati e disoccupati. Di seguito la notizia a cura del sito del CFP.

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Iniziano le selezioni per le persone interessate ai corsi lunghi GOL del Centro di Formazione Professionale Agnelli di Torino.

Se vi interessano percorsi di formazione professionale della durata di 600 ore cadauno nelle aree

scrivi a segreteria.agnelli@cnosfap.net per prenotare il tuo colloquio con gli orientatori del Centro.

I corsi sono rivolti ad adulti occupati e disoccupati e prevedono 240 ore di stage in Azienda.

“Faceva caldissimo e passai penultimo Alla fine presi 60 e fu una bella estate” – Corriere Torino

Si riporta di seguito l’articolo apparso sul Corriere Della Sera di Torino in cui il Sindaco di Torino, Stefano Lo russo, ricorda il suo esame di maturità presso l’Istituto salesiano Agnelli di Torino.

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Faceva caldissimo e passai penultimo Alla fine presi 60 e fu una bella estate

Il ricordo del sindaco Stefano Lo Russo

 

«Altro che se mi ricordo… Mi ricordo come se fosse ieri la tensione di quei momenti. Per questo alle giovani e ai giovani studenti che si apprestano a dare l’esame consiglio di provare a gestire la tensione: in fondo la prova di maturità è anche quella…».

Sono passati quasi trent’anni dal giorno in cui Stefano Lo Russo, 47 anni, ha dato l’esame di maturità all’Istituto tecnico industriale «Edoardo Agnelli». Dai salesiani —-come tiene a sottolineare.

Sindaco Lo Russo, si ricorda ancora il suo esame di maturità?

«E come si fa a dimenticare l’esame di maturità? Impossibile credo per chiunque».

Come andò?

«Mi ricordo la tensione prima del secondo scritto che quell’anno, per gli istituti tecnici industriali come il mio fu di Impianti elettrici, e soprattutto prima dell’orale».

Come è stato?

«La prima vera grande prova della mia vita».

Lei come era a scuola: copiava o faceva copiare?

«Di norma facevo copiare, ma qualche volta per i compiti più difficili ho anche copiato. Più da biglietti nascosti nel portapenne che dai compagni».

Quale tema scelse?

«Se ricordo bene, un tema relativo ai temi dell’intolleranza e dei conflitti etnici».

E l’orale come andò?

«All’orale portai come prima materia Misure elettriche. Andò bene, ma fu faticoso, anche fisicamente. Faceva caldo, molto afoso, e io passai a fine mattinata, per penultimo».

Fu una fortuna…

«I professori avevano fortunatamente tutti voglia di finire. E anch’io. Fu più veloce del previsto. Non mi fecero finire l’esposizione dell’argomento che mi ricordo ancora adesso: il diagramma circolare del motore asincrono trifase».

Temeva di essere bocciato?

«No, ma temevo di non riuscire a raggiungere una buona votazione e mi sarebbe spiaciuto molto».

Che voto ha preso alla fine?

«Un voto molto positivo. Presi l’agognato 60 e ne fui felicissimo. Quella del 1994 fu l’estate più spensierata di sempre».

Dopo il tormento, la liberazione…. Che consiglio dà a un giovane che si sta preparando per la maturità e che magari si avvicina a quella prova con tutta l’ansia del caso?

«Ai ragazzi che si apprestano a dare l’esame, consiglio di provare a gestire la tensione. Non c’è un metodo univoco e ognuno deve trovare il suo. In fondo oltre che le nozioni apprese e la capacita di esporle, se ci pensiamo bene, la maturità che va dimostrata è anche quella».

Giovanni Bosco, preside superiori Salesiani: “La maggioranza va al Politecnico anche se arrivano offerte buone” – Corriere della Sera Torino

Si pubblica di seguito l’intervista al preside delle superiori dell’Istituto Agnelli di Torino, Giovanni Bosco, apparsa sul Corriere Torino.

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Giovanni Bosco, preside superiori Salesiani:

«La maggioranza va al Politecnico anche se arrivano offerte buone»

«La maggior parte dei nostri studenti non segue le indicazioni di orientamento che gli diamo e decide di iscriversi al Politecnico invece che andare subito a lavorare, come invece potrebbe fare».

Per Giovanni Bosco, preside delle superiori dell’Istituto salesiano Agnelli, questa scelta dopo la maturità è un problema. Anche perché il suo istituto tecnico ha un primato: secondo Eduscopio, i diplomati hanno un tempo d’attesa di appena 61 giorni per un primo contratto significativo.

Qual è il segreto per avere un impiego in due mesi?

«I nostri studenti sono pochi e abbiamo una sezione sola in uscita per ogni indirizzo di studi in meccatronica, informatica, elettronica e dal prossimo anno in energia. Arrivano con una votazione non molto alta dalle medie e quindi proponiamo una didattica laboratoriale: li abituiamo a lavorare su progetti».

A scuola come in azienda?

«Per un certo verso sì. Ad esempio non usiamo attrezzature e softwareeducational“, ma fin da subito aziendali. I ragazzi sono già abituati a lavorare come se fossero in azienda e quando vanno a fare i corsi di alternanza si dimostrano già in grado di essere operativi con le macchine e i computer».

Quindi se li contendono.

«Certo, per le aziende sono appetibili. Così i ragazzi danno la maturità e hanno già 2 o 3 richieste di lavoro a testa. Per gli informatici e i meccatronici non riesco nemmeno a dare dei nomi. Già 5 o 6 aziende sono venute a scuola a fare i colloqui con i ragazzi».

Avete anche partner nel mondo del lavoro?

«Seguendo le linee guida dei percorsi di alternanza, abbiamo introdotto le aziende a scuola. Solo per fare un esempio, è la Skf che spiega l’argomento dei cuscinetti. Portano didattica innovativa all’interno della scuola, conoscono i ragazzi e lavorano con loro. Quindi poi è chiaro che me li chiedono».

Quindi iniziano tutti a lavorare subito dopo l’esame?

«No, perché il 60% decide di andare al Politecnico, dove però spesso fa solo il primo anno e poi accetta di andare a lavorare. In pochi sono in grado di affrontare l’università, tutti gli altri sono ottimi tecnici. Ma solo alcuni di loro iniziano subito il percorso, ho ragazzi che a metà luglio vanno già a lavorare».

Con quale tipo di contratto?

«In genere sono contratti di apprendistato, le aziende cercano di sfruttare tutti i benefici di legge che si hanno nel prendere un giovane».

Ma non tutti accettano.

«In meccatronica hanno già ricevuto almeno due richieste a testa, ma saranno solo due o tre ad accettare perché tutti gli altri vogliono continuare al Politecnico. In informatica ed elettronica, solo la metà firma subito il contratto».

CFP San Benigno: Visita alla Torino Barocca

Il CFP di San Benigno in visita a Torino.

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Gli allievi del IV anno del Centro CNOS-FAP di San Benigno, nell’ambito della preparazione all’esame per il conseguimento del diploma professionale, hanno vissuto una giornata formativa visitando i luoghi della Torino Barocca. Si tratta dei due corsi di Tecnico di cucina e di Tecnico per l’automazione industriale.

In particolare, gli allievi, accompagnati da una guida, hanno visitato il PALAZZO REALE,  la CUPOLA DEL GUARINO GUARINI, ove era ricoverata la SACRA SINDONE,  la CHIESA DI S. LORENZO e PALAZZO CARIGNANO. Nel pomeriggio hanno visitato il MUSEO DEL RISPARMIO.