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La Voce e il Tempo: 150° Spedizione Missionaria, il mandato a 36 Salesiani e 12 Figlie di Maria Ausiliatrice

Si riporta l’articolo  di Marina Lomunno pubblicato su La Voce e il Tempo  in merito alla 150° Spedizione Missionaria tenutasi a Valdocco domenica 29 settembre.

CON IL RETTOR MAGGIORE – 150a SPEDIZIONE MISSIONARIA, IL MANDATO A 36 SALESIANI E 12 FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Da Valdocco ai cinque continenti

Il tradizionale appuntamento che ogni anno riunisce la famiglia salesiana nella Casa madre per dare il via all’ottobre missionario con l’invio dei fi gli e delle figlie di don Bosco nei Paesi più poveri del mondo, quest’anno è stato speciale: «Harambee 2019», in lingua swahili «raduno festoso», è caduto nell’anniversario della 150a spedizione missionaria salesiana: era l’11 novembre 1875 quando nella Basilica di Maria Ausiliatrice don Giovanni Bosco benediceva i «suoi» primi 5 missionari, guidati da don Giovanni Cagliero, primo vescovo e cardinale salesiano, con destinazione la Patagonia.

E domenica 29 settembre, il 10° successore di san Giovanni Bosco, il Rettor maggiore don Ángel Fernández Artime, durante la solenne concelebrazione in Basilica, ha consegnato la croce missionaria a 36 salesiani (4 europei, 12 africani, 16 asiatici) in partenza per i Paesi dove c’è più necessità di educazione e del sistema preventivo di don Bosco.

Tunisia, Kosovo, Venezuela, Medio Oriente, Turchia, Mongolia e Papua Nuova Guinea, alcune delle destinazioni dei missionari che si aggiungono ai 9.523 inviati nelle 150 spedizioni a partire dalla prima «inaugurata» da don Bosco. Ha ricevuto la croce anche il vescovo emerito di Neuquén (Patagonia) mons.

Marcelo Angiolo Melani, 81 anni, che dopo una vita da missionario si è messo a disposizione «laddove c’è bisogno» – ha spiegato don Artime durante l’omelia:

«partirà per il Perù amazzonico, alla vigilia del Sinodo straordinario convocato da Papa Francesco».

Accanto al Rettor Maggiore, anche madre Yvonne Reungoat, madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha consegnato la croce a 12 consorelle in partenza per le missioni: una festa di famiglia che si rinnova ogni anno da quando il sogno di don Bosco ha iniziato a realizzarsi nelle periferie torinesi e che «oggi, sebbene il mondo sia cambiato, non ha mai smesso di dare frutti» ha sottolineato il Rettore, ricordando le 132 nazioni dove sono presenti i salesiani oggi.

«Noi siamo una congregazione il cui carisma ha al centro l’educazione e l’evangelizzazione soprattutto dei giovani più poveri per questo siamo una congregazione missionaria che, in linea con la parola profetica di Papa Francesco, continua ad inviare i fi gli nelle periferie del mondo».

A sottolineare il traguardo della 150a spedizione, il Rettor Maggiore ha anche inaugurato a Valdocco il museo Etnografico missioni don Bosco in cui sono esposti gli oggetti della vita quotidiana deli popoli che i salesiani hanno incontrato in un secolo e mezzo di evangelizzazione nei 5 continenti.

E se la fede avesse ragione 2019/2020

Riprendono gli appuntamenti con “E se la fede avesse ragione?” per l’anno 2019-2020: sei incontri rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana. In particolare, in questa nuova edizione, gli incontri avranno come tema quello de “l’Eucarestia al centro della vita”.

L’appuntamento sarà sempre presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco dalle ore 20.30 alle 22.30, con possibilità, per chi lo desidera, di una cena condivisa alle ore 19.45. Il primo appuntamento sarà giovedì 10 ottobre.

Per non perdere tutti gli incontri aggiungili sul tuo calendario Google:

Per maggiori informazioni:

ADMA: 150 anni di vita

In occasione dei festeggiamenti dei 150 di vita dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, ADMA, riportiamo due articoli pubblicati su due differenti riviste (Ed. San Paolo): Maria con te Famiglia Cristiana.

MARIA NEI FATTI
“NOI, FAMIGLIE SOTTO IL MANTO DELLA MADONNA”

(Lorenzo Montanaro)
Famiglie sotto il manto della Vergine. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice) festeggia i suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. E pur restando fedele allo spirito di don Bosco, che la fondò personalmente nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, ha saputo rinnovarsi: un cambio di pelle radicale, grazie al quale l’associazione riesce a fronteggiare le tante sfide del presente. E a guardare al futuro con speranza, in una logica d’inclusione che, partendo da Torino, abbraccia l’Italia e i 5 continenti.

La nuova rotta, inaugurata a partire da una ventina d’anni, sta tutta in un’intuizione semplice quanto dirompente: fare delle famiglie il motore propulsivo.

«Don Bosco aveva fondato l’Adma per custodire la fede del popolo, sotto la guida di Maria»

ricorda don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione.

«Oggi la dimensione di fede popolare va costruita e coltivata soprattutto in famiglia».

Dai racconti di chi, per primo, ne ha fatto esperienza, emerge che il cammino si è svolto in modo assolutamente naturale, «senza grandi proclami, senza marketing o strategie».

Più di tutto, a contare, è stato il passaparola: un primo nucleo di famiglie, unito saldamente nella preghiera comune e nella condivisione, ha iniziato a invitare coppie di amici, che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito ad altre persone.

Oggi la sezione torinese dell’Adma, detta “la primaria”, appunto perché la più antica per fondazione, conta 200 iscritti ” ufficiali” e una marea di amici e simpatizzanti.

Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi lo scorso agosto a Pracharbon (Valle d’Aosta) hanno partecipato oltre 650 persone. Di tutte le età. Sì, perché i “senior” (per decenni ossatura dell’associazione) continuano ad avere un posto speciale, ma a loro si sono affiancati tanti giovani e giovanissimi, che hanno portato una ventata di freschezza.

«Bellissimo il confronto intergenerazionale»,

dice don Cameroni.

«Altrettanto preziosa l’osmosi tra religiosi e laici, che hanno un ruolo di primo piano e sono il volto della Chiesa del domani».

Basta partecipare all’incontro di preghiera che si tiene ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) per averne un’idea. La chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di “Salesiani”, che don Bosco volle dare alla sua congregazione), all’interno del grande complesso di Valdocco (là dove il sogno del “santo dei giovani” ha preso avvio) è gremita di gente. Come in famiglia, ci si saluta, ci si abbraccia. Poi, nel silenzio, l’adorazione eucaristica, le confessioni, i misteri del Rosario. E la dolcezza dei canti mariani. Quello di Torino, basato sulla centralità di famiglie e giovani, è un modello che sta prendendo piede in altre realtà italiane: in Lombardia ad esempio (soprattutto nelle province di Milano e di Brescia), in Valle d’Aosta, in Liguria (Genova e La Spezia), ma anche in Sicilia, dove peraltro l’Adma è da sempre molto radicata. Ma c’è uno sguardo che si estende ben oltre, fino a includere il mondo intero. L’associazione infatti è presente in 50 Paesi.

«A seconda del luogo prende forme diverse. Questa è stata una straordinaria intuizione di don Bosco»,

spiega Renato Valera, 46 anni, presidente Adma.

Circa 120.000 gli iscritti sparsi in tutto il pianeta, raccolti in 800 gruppi. Per dar voce a questa immensa ricchezza esistono momenti di incontro mondiale, come i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua affinità col mondo salesiano). Né supereroi, né “santini”.

«Siamo gente normale, con le fragilità e le fatiche di ogni giorno, ma sperimentiamo in un’alleanza che si rafforza nella preghiera»,

ci spiega Valera.

«E abbiamo una sicurezza», aggiunge sua moglie, Barbara Rosa Clot, 43 anni. «Per noi Maria è una donna vicina e concretissima, che ci accompagna con pazienza, mitezza e misericordia».

03/10/2019
Pag. 18 N.40 – 6 ottobre 2019 Maria con te

ANNIVERSARI
«GRAZIE A MARIA SI RIM ANE SEMPRE GIOVANI»
«OFFRIAMO CAMMINI DI FEDE CHE ATTIRANO SEMPRE PIÙ NEOSPOSI E GENITORI CON FIGLI PICCOLI 0 ADOLESCENTI», DICONO RENATO, BARBARA E DON PIERLUIGI, RESPONSABILI DELL’ORGANISMO

(Lorenzo Montanaro)

Un volto fresco della Chiesa, I che sa guardare al domani e I parlare la lingua dei giovani, pur restando fedele alle I proprie radici. L’Adma (Associazione di Maria Ausiliatrice), fondata personalmente da don Giovanni Bosco nel 1869, l’anno seguente alla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, festeggia 1 suoi primi 150 anni, ma è più giovane che mai. Ha cambiato pelle, inaugurando un nuovo stile, che mette al centro le famiglie. Dal capoluogo piemontese (cuore dell’esperienza salesiana) questo modello si va estendendo in diverse zone d’Italia e oltre, in una logica che abbraccia idealmente tutto il mondo.

L’associazione è diffusa in 50 Paesi sparsi nei cinque continenti, dagli Usa al Brasile, dall’India alle Filippine, passando per Corea e Indonesia: conta, in tutto, circa 120 mila iscritti. La sezione torinese di Valdocco (detta “la primaria”, perché la più antica per fondazione) ha da sempre un ruolo guida. Ed è proprio da qui che, una ventina d’anni fa, è partita la “piccola rivoluzione”. In passato, a tener viva l’associazione erano state principalmente persone adulte e anziane (spesso ex allievi salesiani o persone che avevano frequentato l’oratorio).

I “senior” hanno ancora oggi un posto importante, ma a loro si sono aggiunte tante famiglie con bambini e giovani che hanno portato una ventata di novità.

 

Tutto è partito da un nucleo di coppie, molto affiatate, che si ritrovavano assiduamente per la preghiera e la condivisione. Nel tempo sono stati coinvolti alcuni amici che, trovandosi bene, hanno a loro volta esteso l’invito. Così, grazie al passaparola, il gruppo si è ingrandito. Attualmente “la primaria” conta circa 200 iscritti “ufficiali”, affiancati da un gran numero di simpatizzanti e amici. Agli ultimi esercizi spirituali comunitari, tenutisi tra luglio e agosto a Pracharbon (in Valle d’Aosta), hanno partecipato oltre 650 persone.

«Tutto è accaduto in modo molto naturale, senza strategie di marketing»,

racconta Renato Valera, (46 anni, lavora nel settore informatico), presidente mondiale dell’Adina. Né supereroi, né “santini”.

«Siamo gente noimale, contadini, opeiai, impiegati, insegnanti, commeicianti, medici, magistrati fino a un guaidiapaico, con le fragilità e le fatiche di ogni giorno, ma speiimentiamo un’alleanza che si rafforza nella preghiera».

«E ci affidiamo a Maria, che per noi è una donna vicina e concretissima», aggiunge la moglie, Barbara Rosa Clot (43 anni).

Per volere di don Bosco, l’Adma aveva tra i suoi obiettivi quello di “custodire la fede del popolo”, diffondendo l’amore per Gesù Eucaristia e la devozione a Maria Ausiliatrice, le “due colonne” care al Santo dei giovani.

Oggi «è proprio all’interno della famiglia che le nuove generazioni possono respirare questa dimensione di fede popolare», spiega don Pierluigi Cameroni, 63 anni, dal 2007 animatore spirituale dell’associazione. L’esperienza inaugurata a Valdocco ha tra i suoi pregi quello di «favorire un vitale confronto tra le generazioni». Per averne un’idea basta frequentare uno dei momenti di preghiera, come quelli che si tengono ogni 24 del mese (giorno in cui il gruppo fa memoria di Maria Ausiliatrice) nella chiesa di San Francesco di Sales (da lui il nome di Salesiani, dato da don Bosco alla sua congregazione). Proprio come in famiglia, ci sono il bambino e il nonno, la coppia di fidanzati e i genitori adulti.

Un modello “familiare” che sta prendendo piede anche in altre realtà italiane: in Lombardia, per esempio (soprattutto ad Arese, in provincia di Milano, e bel Bresciano) in Valle d’Aosta, Liguria e in Sicilia.

Per valorizzare questa dimensione universale, che va oltre l’Italia, esistono i Congressi di Maria Ausiliatrice, cui partecipa l’intera famiglia salesiana. Il prossimo si terrà dal 7 al 10 novembre a Buenos Aires (Argentina), prima destinazione dei missionari mandati da don Bosco, ma anche terra di papa Francesco (che non ha mai nascosto la sua riconoscenza per il mondo salesiano che ha inciso sulla sua formazione). L’appuntamento argentino è preceduto da un altro importante incontro domenica 6 ottobre a Valdocco: partecipa il Rettor maggiore, don Àngel Fernandez Artime.

03/10/2019
Pag. 70 N.40 – 6 ottobre 2019

Don Jonny Eduardo Reyes – Una visita a Valdocco!

In occasione del Sinodo dell’Amazzonia indetto da Papa Francesco che si terrà in Vaticano dal 6 ottobre al 27 ottobre, Mons. Jonny Eduardo ReyesVescovo in Venezuela – ha fatto visita alla casa di Valdocco e si è reso disponibile per una breve intervista toccando i temi dell’ecologia e della situazione sociale e politica in Venezuela.

In un primo momento ci ha parlato appunto del Sinodo e di quello che si aspetterà durante questa esperienza. Per maggiori informazioni riguardo al Sinodo clicca qui.

Ha concluso infine facendo un quadro generale su quella che è l’attuale situazione in Venezuela e di come la Chiesa di stia muovendo per venire incontro alle esigenze delle persone che la abitano.

 

Inaugurato il Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco dal Rettor Maggiore

Sabato 28 settembre è stato inaugurato il nuovo Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco. Si riporta di seguito il comunicato stampa dell’evento.

Alla “casa madre” della congregazione a Torino

Inaugurato oggi Il Museo Etnologico Missioni Don Bosco dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel F. Artime

Presenti oltre 200 persone, molti giovani, insieme con i nuovi missionari in partenza domani

Un nuovo spazio museale a Torino, ponte verso il resto del mondo per il suo contenuto, testimonianza di un dinamismo culturale scaturito fra i giovani del primo oratorio di Valdocco. È il Museo Etnografico Don Bosco che oggi pomeriggio è stato aperto al pubblico con una breve cerimonia alla quale ha partecipato il Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime.

“Si tratta di un grande racconto dei luoghi periferici del mondo”

ha spiegato il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon, ispiratore e sostenitore dell’iniziativa museale.

“Dice le realtà dei popoli che abbiamo incontrati negli anni e cosa facciamo nelle loro terre. Il racconto” ha sottolineato “è il motore della Provvidenza, perché suscita attenzione verso i più lontani e promuove solidarietà.

I pellegrini che frequenteranno la basilica di Maria Ausiliatrice troveranno anche in questo spazio una sorta di “reliquiario”, per due ragioni:

– le teche e gli armadi che contengono gli oggetti esposti provengono dalle camerette di Don Bosco a Valdocco, spazio della memoria dedicato al santo nella prima metà del ‘900;

– quanto oggi mostrato ai visitatori sono oggetti che appartengono al cuore di popoli che Dio ama: alla loro vita quotidiana, alla loro spiritualità, alle loro relazioni”.

Don Artime ha collegato questa memoria del passato con l’attualità della partenza (che avverrà domani per la 150° volta) di nuovi missionari, anch’essi presenti all’inaugurazione. “Sono queste persone, siete voi che qui partecipate, a dare continuità all’opera di Don Bosco. «Da solo non sarei riuscito a fare grandi cose» diceva il nostro fondatore. Anche in questo tempo sono donne e uomini come voi che fanno sì che il progetto vada avanti”.

Elisabetta Gatto, antropologa di Missioni Don Bosco, e Massimo Chiappetta, allestitore del museo, hanno spiegato le caratteristiche della nuova proposta, che è contenuta in un piccolo spazio che – anche attraverso soluzioni espositive originali – è capace di proiettare l’attenzione verso i cinque continenti.

Spesso le esplorazioni e le visite dei missionari sono state accompagnate fin dai primi tempi con riprese, prima cinematografiche poi audiovisive. Una scelta di brani da quei documentari è presente nel nuovo museo, proiettati all’interno dei tabelloni che indicano il contenuto delle teche.

Infine su un grande schermo interattivo è possibile fare il giro del mondo con pochi clic e constatare l’attualità della presenza missionaria salesiana nel mondo: incontri con popolazioni e realtà tradizionalmente “vicine” ma anche con quelle più distanti non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale. Il filo conduttore sono i progetti, quelli consolidati e quelli in corso di completamento, che Missioni Don Bosco sostiene grazie all’aiuto dei benefattori.

Il museo sarà aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8 alle 18 (l’orario sarà adattabile alle esigenze speciali di gruppi di visitatori, comprese le scolaresche). La visita può essere assistita da audioguide disponibili all’ingresso di Missioni Don Bosco.

Domani, domenica 29 settembre, Elisabetta Gatto condurrà due visite guidate, alle ore 9.00 e alle ore 10.30; da lunedì 30 settembre il servizio sarà reso dal personale di Missioni Don Bosco.

Ringraziamo per la cortese attenzione, mentre ci auguriamo di poterVi accompagnare nella visita al Museo Etnografico Missioni Don Bosco.

Cordiali saluti,

Antonio R. Labanca

Rivivi il momento:

 

 

Don Alejandro Leòn – La situazione attuale in Siria

Si rende disponibile l’intervista integrale relativa alla situazione attuale della Siria. A parlare è l’Ispettore del MOR (ispettoria medio orientale che comprende Libano, Siria, Israele, Palestina, Egitto e Iran e ha la sua sede a Betlemme) don Alejandro José León Mendoza che, in occasione dell’appuntamento missionario dell’Harambée, è venuto a fare visita a Valdocco.

 

Inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco

In concomitanza con il prossimo Harambée (28 settembre p.v.) e alla viglia della partenza di missionari da Maria Ausiliatrice a Torino per la 150° volta avverrà l’inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco a Valdocco. Si riporta di seguito il comunicato stampa dell’evento.

Nuova proposta a Torino Valdocco

Il Museo Etnografico Missioni Don Bosco apre i battenti sabato 28 settembre alle 14,00

Lo inaugura don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei salesiani

Alla vigilia della 150° partenza di missionari salesiani da Torino (v. https://news.missionidonbosco.org/il-29-settembre-partono-i-missionari-salesiani) viene inaugurato il Museo Etnografico Missioni Don Bosco.

Voluto per rendere sempre più accessibile la conoscenza del mondo missionario ai pellegrini di Valdocco, il museo è situato nella palazzina a fianco della basilica di Maria Ausiliatrice (al numero 32 della omonima via). Costituisce un tassello originale della dimensione internazionale di Torino e un deposito scientificamente rilevante della cultura dei popoli nativi di tutto il mondo.

Il 28 settembre p.v. alle ore 14:00 il Rettor maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, benedirà questo nuovo spazio con la partecipazione di 17 ispettori da tutto il mondo, di 13 missionari rientrati per i corsi di aggiornamento in Italia e dei 36 nuovi partenti. Con loro il presidente di Missioni Don Bosco, Giampietro Pettenon.

“Questo piccolo museo racconta di un incontro” spiega Elisabetta Gatto, etnologa e curatrice per Missioni Don Bosco del nuovo spazio culturale, “quello tra i missionari salesiani e alcune popolazioni con le quali, a cominciare dalla prima spedizione in Patagonia del 1875, sono entrati in contatto. Testimonianza di questo incontro sono gli oggetti che i missionari hanno portato in Italia e che fanno parte delle collezioni del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco (v. https://colledonbosco.org/home/museo-etnologico-missionario-don-bosco/).

Esposti troviamo utensili, arredi, abiti, ornamenti, frutto della creatività con cui i diversi gruppi umani hanno saputo adattarsi all’ambiente, trasformando le risorse disponibili per le esigenze della vita quotidiana e per la realizzazione delle pratiche culturali e rituali.

La mappa del museo è concepita per aree geografiche; è possibile approfondire la visita scegliendo anche gli itinerari tematici per soggetto, disponibili nelle audio guide.

Lungi dal voler essere esaustivo circa la presenza capillare delle missioni salesiane nel mondo, questo spazio museale è una vetrina delle presenze salesiane più significative a fianco delle popolazioni indigene e a tutela delle diverse tradizioni culturali.

Il percorso inizia con la Patagonia e la Terra del Fuoco, destinazioni della prima spedizione missionaria salesiana nel 1875. Gli oggetti esposti sono un’importante testimonianza di culture e di popolazioni ormai estinte; i manufatti raccolti da don Borgatello nel 1911 e don De Agostini nel 1932 si possono considerare oggi pezzi unici.

Si prosegue con gli Shuar dell’Ecuador (ricordiamo l’opera particolarmente significativa di padre Bolla), con gli Yanomami del Venezuela (prezioso il lavoro di don Cocco), con le popolazioni del Rio Negro, con i Bororo, gli Xavante e i Carajá del Brasile, con i Naga del Nord-est dell’India. Una vetrina è dedicata alla Cina, una al Giappone, una all’Oceani. Il percorso si chiude con due vetrine dedicate al continente africano.

Il museo si apre alla contemporaneità grazie alla documentazione contenuta nel maxischermo che testimonia l’impegno attuale dei missionari salesiani nel mondo a favore delle popolazioni più svantaggiate e più bisognose di aiuto. Il visitatore potrà esplorare attraverso un monitor alcune realtà delle presenze salesiane nei cinque continenti, raccontate anche attraverso brevi video e fotografie.

Ci auguriamo di poterVi incontrare all’inaugurazione.

Il museo missionario di Missioni Don Bosco

Questo fine settimana, in concomitanza con la 150a Partenza Missionaria, inaugureremo un piccolo museo molto interessante: ospiterà oggetti etnografici raccolti dai missionari salesiani per illustrare la varietà dei contesti culturali con cui sono entrati in contatto e che sono diventati testimonianza della presenza e dello sviluppo storico delle nostre missioni nel mondo. L'invito del nostro presidente e dell'antropologa che ha curato l'allestimento.

Publiée par Missioni Don Bosco ONLUS sur Mardi 24 septembre 2019

 

Un sogno che continua: il debutto del corso di formazione su Don Bosco

Giovedì 19 settembre 2019, si è svolto il primo incontro del corso di formazione su Don Bosco dal titolo “Un sogno che continua“. Il debutto ha visto la presenza di numerosi partecipanti che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Il tema del primo appuntamento ha riguardato la Lettura teologico – spirituale della vita di Don Bosco, argomentata da don Enrico Lupano. Il prossimo incontro si svolgerà invece il 3 ottobre, sul tema Lo sviluppo edilizio di Valdocco e del quartiere, a cura di Giampietro Pettenon.

Bisogna conoscere e praticare le cose buone per essere buoni
(Don Bosco)

Qualche scatto fotografico:

 

PROGRAMMA

19 settembre 2019
Lettura teologico – spirituale della vita di Don Bosco
(Don Enrico Lupano)

03 ottobre 2019
Lo sviluppo edilizio di Valdocco e del quartiere
(Sig. Giampietro Pettenon)

07 novembre 2019
I primi collaboratori di Don Bosco
(Don Bruno Ferrero)

12 dicembre 2019
Don Rua, fedele interprete e continuatore di Don Bosco
(don Fabiano Gheller)

09 gennaio 2020
La canonizzazione di don Bosco. Un nuovo modello di santità
(Don Andrea Bozzolo)

6 febbraio 2020
I primi salesini
(Don Bruno Ferrero)

5 marzo 2020
La spiritualità mariana e la devozione nel carisma salesiano
(Don Cristian Besso)

23 aprile 2020
Figure di santi cresciuti a Valdocco
(Don Pierluigi Cameroni)

INFORMAZIONI

Don Enrico Lupano
enrico.lupano@31gennaio.net
340-5061592

 

Un sogno che continua: Corso di formazione su Don Bosco

Si segnala una interessante iniziativa rivolta a tutti coloro che desiderano conoscere ed approfondire la figura di Don Bosco: un Corso di Formazione sul Santo dei giovani.

Bisogna conoscere e praticare le cose buone per essere buoni
(Don Bosco)

A chi è rivolto il corso

  • A chi desidera conoscere ed approfondire la figura di Don Bosco
  • Ai membri della Famiglia Salesiana
  • A chi è già volontario di Valdocco
  • A chi vuole rendersi disponibile per fare volontariato nella nuova “Casa Museo Don Bosco”

Struttura del corso

Il corso prevede un incontro al mese (solitamente il giovedì dalle 18:30 alle 20:30).
Date ed orari potranno essere modificati in base alle esigenze dei relatori.
Gli incontri si terranno nella Sala Don Bosco (Accoglienza Cortile di Valdocco).

Iscrizioni

Le iscrizioni si effettueranno tramite e-mail o consegna in portineria a Valdocco, indirizzate a don Enrico Lupano.

Costo del corso

Il corso non ha prezzo, ma ha un costo: vi chiediamo un’offerta libera all’iscrizione durante lo svolgimento del corso.

 

PROGRAMMA

19 settembre 2019
Lettura teologico – spirituale della vita di Don Bosco
(Don Enrico Lupano)

03 ottobre 2019
Lo sviluppo edilizio di Valdocco e del quartiere
(Sig. Giampietro Pettenon)

07 novembre 2019
I primi collaboratori di Don Bosco
(Don Bruno Ferrero)

12 dicembre 2019
Don Rua, fedele interprete e continuatore di Don Bosco
(don Fabiano Gheller)

09 gennaio 2020
La canonizzazione di don Bosco. Un nuovo modello di santità
(Don Andrea Bozzolo)

6 febbraio 2020
I primi salesini
(Don Bruno Ferrero)

5 marzo 2020
La spiritualità mariana e la devozione nel carisma salesiano
(Don Cristian Besso)

23 aprile 2020
Figure di santi cresciuti a Valdocco
(Don Pierluigi Cameroni)

INFORMAZIONI

Don Enrico Lupano
enrico.lupano@31gennaio.net
340-5061592

 

Harambée 2019 – 150ª spedizione missionaria

In occasione della 150ª spedizione missionaria, dal 27 al 29 settembre 2019 torna a Valdocco il tradizionale appuntamento missionario dell’Harambée.

PROGRAMMA

VENERDÌ 27 SETTEMBRE 2019

  • Ore 20.00 Arrivi, accoglienza e cena al sacco
  • Ore 21.30 Momento introduttivo, lancio del tema e presentazione dei partecipanti

SABATO 28 SETTEMBRE 2019

  • Ore 07.30 Colazione
  • Ore 08.30 Santa Messa con le Lodi
  • Ore 09.30 Presentazione dell’itinerario di “Santità della porta accanto”
  • Ore 13.00 Pranzo
  • Ore 15.30 Rilettura salesiana della giornata con gli scritti e le testimonianze dei Santi Missionari Salesiani
  • Ore 17.00 Lavori di gruppo
  • Ore 19.30 Cena
  • Ore 20.15 Animazione in cortile
  • Ore 21.00 Veglia
  • Ore 23.00 Buonanotte

DOMENICA 29 SETTEMBRE 2019

  • Ore 07.30 Colazione
  • Ore 08.30 Accoglienza e preghiera del mattino
  • Ore 09.00 Momento di sintesi e presentazione dei missionari partenti
  • Ore 11.00 Santa Messa e Spedizione missionaria
  • Ore 12.30 Pranzo e partenze

INFO

Quota di partecipazione: € 25.00

Materiale da portare: sacco a pelo e stoino

Promo 150° Spedizione Missionaria Salesiana

È tutto pronto per la 150° Spedizione Missionaria Salesiana! Quest’anno si celebrano i quasi due secoli di viaggi in terre di Missione, in nome del carisma salesiano, che continua a diffondersi e a fare la differenza nel mondo!

Publiée par Agenzia Info Salesiana – Ans sur Jeudi 12 septembre 2019