Un anno in museo: le testimonianze delle giovani del Servizio Civile Universale (2024-2025)

Notizia a cura del Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco.

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Per il secondo anno consecutivo, il Museo Casa Don Bosco ha avuto il piacere di accogliere giovani volontari del Servizio Civile Universale nell’ambito del progetto MUSEO CASA DON BOSCO.

L’anno 2024–2025 ha visto protagoniste tre giovani operatrici – Mirca MallariGiulia Barbuzza e Anna Lia Maggioni – che per dodici mesi hanno condiviso la quotidianità della casa museo, offrendo un contributo concreto, appassionato e consapevole alle attività ordinarie e straordinarie dell’istituzione, cuore dei luoghi salesiani.

Durante il loro percorso, le volontarie sono state seguite e accompagnate con cura dalla dott.ssa Ana Martín García, Coordinatrice Generale del Museo Casa Don Bosco e Operatore Locale di Progetto, in sinergia con don Mike Pace ed Elena Bustean: figure di riferimento che hanno garantito una supervisione attenta e un supporto costante in ogni fase dell’esperienza. A completare questo sostegno, il prezioso contributo dell’equipe di volontari e volontarie, che ha accompagnato
con dedizione le giovani durante tutto il percorso.

Dopo una prima fase di formazione, dedicata alla conoscenza del patrimonio museale, della figura di don Bosco, della Congregazione Salesiana e della storia dei luoghi salesiani, le operatrici volontarie sono state gradualmente coinvolte in numerose attività. Grazie alla preparazione ricevuta e all’affiancamento del personale, sono diventate un punto di riferimento per molti visitatori, in particolare per scolaresche e gruppi giovanili.

Le tre volontarie hanno inoltre collaborato attivamente alla buona riuscita di eventi educativi e iniziative straordinarie, contribuendo all’organizzazione logistica, alla gestione dei flussi e all’accoglienza di gruppi numerosi in occasione di mostre temporanee, giornate celebrative e appuntamenti istituzionali.

L’esperienza vissuta è raccontata in prima persona dalle protagoniste, attraverso testimonianze dirette e individuali:

L’anno di Mirca

L’esperienza del Servizio Civile Universale al Museo Casa Don Bosco mi ha dato l’opportunità per un anno di restituire il servizio che ho ricevuto dalla famiglia salesiana. In questo periodo breve, ma intenso, ho incontrato persone che mi hanno accolto come parte della loro squadra, che mi hanno formato non solo all’inizio, ma anche durante il percorso e che mi hanno accompagnato a vivere quest’anno con gioia e con cuore aperto ai diversi aspetti della vita. Per questo motivo ho vissuto un anno in cui sono cresciuta a livello sia personale e sia delle competenze.

Purtroppo l’anno di servizio civile ha un suo termine, ma con gratitudine ritornerei in questa Casa per chi ancora vorrebbe scoprirla. Vedere visitatori venire da diversi parti del mondo fa realizzare che l’edificio che vivevo tutti i giorni, non era un semplice museo, ma una Casa dove hanno trovato amici veri e hanno creato una famiglia, e anch’io posso affermare che nell’arco di un solo anno mi sono trovata a Casa.

L’anno di Giulia

Il mio anno di Servizio Civile presso il Museo Casa Don Bosco è stato un percorso ricco, formativo e profondamente umano, che porterò per sempre nel cuore. Durante questo periodo, mi sono occupata di diverse attività: biglietteria, accoglienza dei visitatori, conduzione di visite guidate, attività laboratoriali e archiviazione dei paramenti sacri. Queste mansioni mi hanno permesso di mettermi alla prova e di crescere sia sul piano personale che professionale.

In particolare, ho sviluppato e potenziato competenze fondamentali come la capacità di comunicazione con il pubblico, le abilità linguistiche, il lavoro di squadra, la creatività, la cura dei dettagli e l’attenzione verso l’altro.

Ho avuto modo di confrontarmi ogni giorno con persone provenienti da tutto il mondo, ascoltare storie di vita diverse dalla mia e accompagnare i visitatori alla scoperta della figura di don Bosco e della ricchissima tradizione dei santi sociali torinesi. Questo mi ha permesso anche di approfondire la storia di Torino e di alimentare il mio interesse per l’arte e il patrimonio culturale.

Non è solo un museo: è una casa, come suggerisce il nome. E questo è esattamente ciò che ho sentito fin dal primo giorno: accoglienza, calore, umanità. Il supporto, la comprensione, la guida e la disponibilità della mia OLP e delle figure di riferimento con cui ho lavorato hanno reso quest’esperienza ancora più preziosa. Questo anno mi ha fatto scoprire una forte passione per i ruoli museali e l’importanza del valore educativo e sociale della cultura. Porto con me non solo competenze, ma soprattutto relazioni, valori e ispirazioni che continueranno ad accompagnarmi nel mio percorso futuro.

L’anno di Anna Lia

Per raccontare che cos’è stato per me questo anno di Servizio Civile, parto dalla “Dioincidenza” di essermi trovata qui, che grazia aver avuto la possibilità di poter conoscere e quindi diventare più amica di Don Bosco!

Ho potuto così iniziare a leggere le Memorie dell’Oratorio e ascoltare altri volontari, che svolgevano le visite guidate all’interno del museo e con la loro passione mi hanno permesso di poter comprendere meglio come raccontare davvero la storia di questa Casa.

Iniziando a studiare la sua storia e quella dei suoi ragazzi ho potuto da un lato rendermi conto del panorama della Torino dell’800 di quel periodo, e dall’altro riscoprire questa stessa città ai giorni nostri, potendo osservarne i luoghi e raccontare che significato hanno avuto nella storia salesiana durante le visite guidate della “Torino di Don Bosco”.

Incuriosita dalla storia di don Bosco, ho potuto scoprire come gli inizi della creazione dell’Oratorio non furono per niente facili e ho potuto imparare come di fronte alla diverse difficoltà che accadevano,il modo per affrontarle fosse mettendo interesse e amore verso i suoi ragazzi e tutto il resto poteva essere affidato.

Il luogo che mi rimarrà di più impresso e che preferisco raccontare a tutti i visitatori, pellegrini e turisti che giungono a questa Casa: è il primo refettorio. In particolare soffermandomi sulle pietre di fiume utilizzate per la costruzione delle pareti .Ciascuna di quelle pietre racconta della possibilità data a ognuno dei ragazzi che arrivavano a Valdocco. Possibilità, che ho potuto imparare anche io, proprio in questo anno di Servizio Civile: ovvero che alla fine dei conti non sono importanti le mie debolezze e le mie fragilità, ma mettendo il mio talento a servizio degli altri e non agendo mai da sola posso costruite qualcosa di grande assieme agli altri.

Ho notato questo risultato in modo esemplare nella creazione dei laboratori per bambini, svolti duranti i mesi estivi. Grazie alla collaborazione delle mie compagne di Servizio Civile, che ringrazio per il pezzetto di cammino che abbiamo condiviso insieme, abbiamo cercato con l’arte, il gioco e il teatro di restituire un po’ di quella meraviglia che questo luogo ci ha donato. Mi sono ritrovata a guardare la realtà con occhi nuovi totalmente inspirata dal modo libero e spontaneo che i vari bambini, che partecipavano al laboratorio avevano sulla realtà, terminando quelle attività con il cuore colmo di gioia.

Concludo questo anno di Servizio Civile grata a tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno davvero edificato con la loro vita (in particolar modo Ana, Don Mike, Elena).

Rimango ancora con alcune domande rispetto a dove Dio mi guiderà nel mio cammino, ma certa di un modalità chiara per affrontarlo e focalizzarmi su quello che conta davvero: «Da mihi animas, cetera tolle».