Amici di Don Bosco: ultimo saluto a Suor Maria Antonietta Marchese

Gli Amici di Don Bosco porgono l’ultimo saluto a Suor Maria Antonietta Marchese, suora salesiana, la cui vita è stata dedicata alla formazione dei giovani e alla dedizione ai più poveri e bisognosi, in particolare durante i circa vent’anni passati in Benin. Di seguito la notizia a cura del sito Amici di Don Bosco.

***

Il Duomo di Tortona gremito e una partecipazione composta, a tratti commossa, sono stati la dimostrazione più sincera di quanto Maria Antonietta Marchese, suora salesiana, sia stata capace di generare amore. Nel corso della cerimonia funebre, officiata dal vescovo Guido Marini e concelebrata da diversi sacerdoti a lei legati, si è voluto rendere omaggio alla sua passione per l’insegnamento e la formazione dei giovani, alla sua dedizione ai più poveri e bisognosi, alla sua scelta portata avanti con coraggio e perseveranza di essere sposa di Cristo fino alla fine.

La grinta e la schiettezza hanno contraddistinto sia gli anni dedicati alla scuola, come docente e come direttrice, sia l’opera missionaria, intrapresa non più giovanissima, quando nel 2000, quasi sessantenne, le fu chiesto di partire per il Benin. Una sfida che ha accettato con slancio perché la motivazione era grande: stare accanto ai poveri e offrire una opportunità di riscatto alle bambine e alle ragazze vittime di tratta, le vidomegon. A loro è dedicato il documentario “Mai più vidomegon. Libere da, libere di“, girato in Benin nel 2010 con la collaborazione attiva di suor Marchese. Nei suoi circa vent’anni in Benin si è spesa con generosità nella lotta al traffico e allo sfruttamento di minori, riuscendo ad assicurare un futuro degno a tante giovani e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dell’infanzia. “Lentamente, ma le cose stanno cambiando”, ripeteva instancabile. Non era difficile capire la fonte di quell’energia che sembrava inesauribile.

A renderle l’ultimo saluto c’erano – non a caso – tanti giovani, molte donne, molte consorelle e anche qualche amica africana. Nella folla commossa c’eravamo anche noi, in rappresentanza di Amici di Don Bosco, grate del tempo e dell’impegno che ci ha dedicato per le adozioni dei minori dal Benin. E a Cotonou sarebbe tornata in aprile per festeggiare i 15 anni dall’apertura della casa di accoglienza per le ragazze che aveva fondato. Continuerà a essere per molte di loro una guida e un punto di riferimento e il bene e la speranza che ha saputo far germogliare e fiorire continueranno a dare frutto.

Nel nostro ricordo sereno, anche nell’incredulità e nel dolore per questa perdita improvvisa, c’è l’immagine di una figura vigorosa e forte e un volto illuminato da un sorriso dolce quanto inaspettato.  Era solita iniziare le lettere alle sue consorelle con l’espressione “Ciao, amata” e vogliamo congedarci da lei con questo saluto, segno dell’amicizia che che ci ha regalato.