Bridge2Autonomy, un nuovo modo di educare insieme
Nelle giornate del 13, 14 e 15 luglio 2025, negli spazi di Valdocco a Torino, si è svolto l’evento di formazione del progetto “Bridge2Autonomy. Un Ponte tra Scuola e Vita Adulta“, promosso da AGS per il Territorio in collaborazione con Stellantis.
Giornate intense di confronto, riflessione e costruzione condivisa, che hanno visto protagonisti gli educatori, chiamati nel progetto “tutor dell’inclusione”, e i rispettivi coordinatori territoriali. I tutor dell’inclusione saranno figure centrali per rendere concreto un accompagnamento personalizzato e realmente inclusivo. L’obiettivo del progetto è chiaro: sostenere ragazze e ragazzi con disabilità cognitiva nel loro percorso di transizione dalla scuola alla vita adulta. Per farlo, occorre una rete. E in questa rete, gli educatori rappresentano un nodo fondamentale.
La loro presenza e coinvolgimento durante l’evento è stato segno tangibile di un’impostazione che punta sulla corresponsabilità educativa. Fin dalla prima giornata insieme, gli educatori hanno partecipato attivamente ai momenti di confronto, ai laboratori e alla facilitazione, condotta da Stefano Di Maria. Ma soprattutto, hanno portato con sé volti, storie e domande reali.
Nella giornata di apertura inoltre, grazie alla presenza di INVENTURE APS, i partecipanti sono stati introdotti alle attività previste di orientamento, formazione insegnanti e accompagnamento per le famiglie.
Durante l’arco della giornata di lunedì 14 luglio, hanno potuto dialogare con formatori esperti:
- Dario Ianes, professore ordinario di Pedagogia e co-fondatore del Centro Studi Erickson: ha guidato il laboratorio sulla Qualità della vita e il progetto di vita, offrendo strumenti concreti su personalizzazione, autodeterminazione e sviluppo delle autonomie nei percorsi educativi.
- Italo Fiorin, pedagogista e presidente della Scuola di Alta Formazione Educare all’Incontro e alla Solidarietà (LUMSA): ha condotto il laboratorio dedicato alla scuola inclusiva, approfondendo strategie didattiche e il ruolo della figura-ponte nel sostenere i percorsi inclusivi.
- Il team dell’Università degli Studi di Macerata (UNIMC), che ha animato due momenti formativi distinti: uno dedicato al tema della comunità educante e alla costruzione di reti territoriali, l’altro focalizzato sul coinvolgimento e l’accompagnamento delle famiglie come parte attiva nei percorsi di autonomia.
Perché un progetto così ambizioso, che punta a intrecciare scuola, famiglia, territorio e contesti di vita reale, ha bisogno di chi ogni giorno abita questi spazi accanto ai ragazzi. Di chi li conosce per nome. Di chi lavora per dare continuità educativa tra un’aula e un laboratorio, tra un centro sportivo e una casa, tra un desiderio e un progetto concreto.
Essere educatori, in Bridge2Autonomy significa “abitare” una responsabilità: quella di fare da ponte, presenza viva e competente. Non a caso, le nuove figure previste dal progetto opereranno in stretta connessione con le scuole e con le realtà territoriali, in sinergia, con uno sguardo integrato e condiviso.
Entrambe le giornate del 13 e del 14 luglio si sono concluse in modo conviviale, tra una cena condivisa, una visita al Museo Casa Don Bosco e una passeggiata verso Piazza Castello. La mattinata del 15 luglio invece è stata dedicata alla restituzione dei laboratori e ad alcune testimonianze, in particolare sui progetti COeSI – Coprogettazione e Sinergia e Pensami Indipendente e sulle esperienze portate avanti da don Andrea Bonsignori.
Con Bridge2Autonomy prende forma un’alleanza educativa concreta: un nuovo modo di abitare scuola e territorio, insieme, con responsabilità, accanto ai ragazzi.