Aleppo, a scuola sotto le bombe “Ho visto in faccia la morte”

Valdocco, Torino. In occasione dell’Mgs Day di domenica 10 novembre, due giovani dell’oratorio salesiani di Aleppo sono stati ospiti per una testimonianza della loro vita. Ecco l’articolo a cura di Stefano Di Lullo che uscirà su “La Voce e il Tempo” domenica 24 novembre. Buona lettura!

“Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia”
San Paolo (Rm 5,20)

Citano San Paolo Nathalie ed Esper, due giovani dell’oratorio salesiano di Aleppo che la scorsa settimana a Torino hanno portato la loro testimonianza davanti a 450 coetanei radunati a Valdocco per la giornata di ritiro del Movimento giovanile salesiano. I due ragazzi, di 26 e 24 anni, con l’occasione hanno inaugurato il gemellaggio fra i giovani dell’ Ispettoria dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta e quella del Medio Oriente, in particolare con le Case salesiane di Aleppo e Kafroun nella Siria dilaniata dalla guerra. Un progetto che punta a favorire legami di fraternità formati da aiuti concreti e dalla preghiera gli uni verso gli altri.

Le parole dei due ragazzi siriani hanno, infatti, dato una scossa ai giovani piemontesi, spesso sfiduciati per la crisi del lavoro che attanaglia il nostro Paese: i due giovani di Aleppo vivono in una crisi perenne dove non manca solo il lavoro, ma tutto, e dove ogni giorno la stessa vita è messa a repentaglio. Ed ecco allora che al centro si pone, appunto, il senso vero del vivere.

Due storie drammatiche, quelle di Nathalie ed Esper, che raccontano di un’adolescenza spezzata dalla guerra che dal 2011 ha lacerato la città di Aleppo, distrutto affetti e sogni, ma non ha annientato la speranza sempre alimentata dall’ oratorio che ha saputo dare la forza per rialzarsi in piedi conferendo un significato profondo alla loro vita anche nei momenti in cui sembrava che nulla potesse più avere un senso. Entrambi i ragazzi hanno frequentato l’oratorio salesiano fin da bambini, hanno poi prestato servizio come animatori e catechisti. Ora seguono la formazione di alcuni gruppi giovanili e hanno iniziato il percorso per diventare cooperatori salesiani.

«Io e la mia famiglia abbiamo tentato in numerose occasioni di fuggire dalla Siria, soprattutto quando diventava impossibile riuscire a vivere per le bombe e i colpi di mortaio che si abbattevano in ogni angolo della città», racconta Nathalie, «nessun tentativo è mai andato a buon fine, a differenza di tante altre famiglie. Allora abbiamo compreso che la nostra vita è radicata nella nostra terra che confidiamo di vedere rinascere nella pace».

Nathalie ha sempre avuto la passione per il disegno e l’arte: «Dopo l’esame di maturità la situazione della guerra non mi ha permesso di iscrivermi all’ Università e di realizzare il mio sogno. Allora ho cercato di darmi da fare con qualche lavoretto per aiutare la mia famiglia e diventare autonoma. Con quanto guadagnato sono, quindi, riuscita ad intraprendere gli studi in Economia che sto per terminare».

Chiediamo a Nathalie quali sono stati i momenti di maggiore paura:

«Ho visto la morte in faccia numerose volte, in più di un’occasione sono caduti colpi di mortaio a pochi passi da me mentre andavo a lavoro, all’università o all’oratorio. Il momento peggiore si è verificato nella primavera del 2015: ero in casa con la mia famiglia, alcuni giovani dell’oratorio fra cui il mio fidanzato. All’ improvviso si è abbattuta una raffi ca di missili, pensavamo crollasse il mondo sulle nostre teste. Finito l’attacco i miei familiari mi hanno detto che due giovani e la loro mamma erano morti, uno era il mio ragazzo, Anuar. Appena ho appreso la notizia non ci ho creduto. Non ho pianto neanche durante i funerali perché non riuscivo a credere non ci fossero più. Solo quando le bare hanno lasciato la chiesa sono scoppiata a piangere gridando dentro di me che senso avesse una vita così. Era diffi cile anche tornare in oratorio. Eppure ho capito che dovevo rialzarmi e insegnare ai giovani più piccoli a lottare per costruire il nostro futuro nella nostra terra. Ho quindi intensificato il mio servizio, facendo anche la parte dei giovani che la guerra aveva portato via.

Nathalie lascia quindi un messaggio ai suoi coetanei italiani:

«Ho sempre cercato di essere una persona forte, nonostante le difficoltà causate dalla guerra che mi stava precludendo la possibilità di un futuro. Mi sento di dire ai ragazzi italiani credenti di non abbandonare la fede nei momenti difficili e, come giovane salesiana, di non lasciare l’oratorio che in questi anni è stato un punto molto forte di vicinanza a Dio che mi ha sostenuta nei momenti in cui ero a terra. L’oratorio ha rappresentato uno dei pochi segni di speranza e penso che lo sia anche in Italia, esattamente come lo ha voluto don Bosco: una fonte di acqua potabile, per noi in Siria uno dei beni più preziosi, da cui ripartire per cambiare la propria vita e quella della società. Rilanciate dunque gli Oratori».

L’altro ragazzo, Esper, si è laureato in Medicina pochi giorni prima del breve viaggio in Italia.

«Tutti i sei anni degli studi sono avvenuti durante la guerra», racconta, «nonostante le difficoltà di muovermi liberamente sono riuscito a finire gli studi accademici. Mi ricordo che il primo anno di università studiavo sotto la luce della candela in quanto non c’era energia elettrica. Durante i bombardamenti per proteggerci dovevano scendere nelle cantine del nostro palazzo: ho preparato lì molti esami. Spesso poi ero costretto ad interrompere gli studi o a saltare le lezioni perché dovevo andare a cercare acqua potabile per la mia famiglia che era difficilissimo trovare. Nel mio tirocinio presso i Pronto soccorsi degli ospedali di Aleppo ho visto scene strazianti che però hanno rafforzato la mia vocazione a diventare un bravo medico. Certamente in questi anni l’oratorio mi ha sempre sostenuto negli studi e nella formazione umana, cristiana e sociale».

«La santità giovanile non è soltanto un’idea», sottolineano don Stefano Mondin, delegato per la Pastorale giovanile salesiana di Piemonte e Valle d’Aosta, e suor Carmela Busia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, «è una realtà. L’abbiamo vissuto e sperimentato grazie alla testimonianza dei due giovani di Aleppo. Loro sono stati testimoni autentici di questa grazia, e sono riusciti a trasmetterla ai ragazzi, risvegliando in loro il desiderio e la voglia di santità».

La Voce e il Tempo: Mostra “Exodus” a Maria Ausiliatrice

La Voce e il Tempo dedica un articolo alla mostra “Exodus” esposta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco. Si riporta di seguito l’articolo che sarà pubblicato domenica 17 novembre 2019, a cura di Federica Bello.

«Exodus»: l’arte contro l’odio nel mondo

MARIA AUSILIATRICE – UNA MOSTRA DI TREDICI GRANDI TELERI PER DENUNCIARE IL DRAMMA DELLE MIGRAZIONI E DEGLI EFFETTI DEI CONFLITTI SULLA VITA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI

«La foto del piccolo Alan sulla spiaggia di Bodrum che ha fatto il giro del mondo e ha emozionato e mobilitato l’opinione pubblica è stata eseguita nel settembre 2015. L’immagine di Alan, da me rielaborata, è entrata a far parte anche del mio immaginario ed è presente in mostra. Vorrei che anche la mia pittura contribuisse a consolidare e far crescere tale necessaria mobilitazione morale, che sola può lacera- re un’insopportabile cappa d’indifferenza».

Così Safet Zec, pittore e incisore nato in Bosnia nel 1943 e costretto a fuggire dalla Jugoslavia nel 1992 a causa del conflitto, descrive il senso della sua opera «Child Triptyc» (tempera su carta e tela di 3 metri per 6 circa) che fa parte del ciclo «Exodus» che fino al 20 dicembre si può ammirare nell’allestimento realizzato all’interno della basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Una mostra di tredici grandi teleri realizzati dall’artista per denunciare il dramma delle migrazioni e degli effetti dei conflitti sulla vita di uomini donne e bambini, voluta dai salesiani di Valdocco e da Amici di Don Bosco per richiamare l’attenzione sulla situazione di tanti giovani e ragazzi come Alan, vittime dell’odio e della tratta.

«Sradicamento, abbandono, dolore, perdita identitaria, ma anche accoglienza e speranza in un futuro migliore sono solo alcune delle sensazioni», spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco, «trasmesse dalle opere di Safet Zec che trovano infatti la loro ideale collocazione nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, il luogo dove don Bosco a metà ‘800 accoglieva i ragazzi più vulnerabili ed emarginati, lontani dal luogo di nascita e senza famiglia».

«Nella Basilica di Maria Ausiliatrice», evidenzia il rettore don Guido Errico, «c’è un continuo passaggio di giovani, di famiglie, di persone, sostando qui e vedendo le opere esposte avranno un’ulteriore occasione per riflettere e pregare per le tante vittime dei conflitti, delle migrazioni e per trovare stimoli e forza per azioni concrete di aiuto, sensibilizzazione».

Tra le opere, significativo l’accostamento di «Man with children» accanto alla cappella che accoglie il Santo:

«L’uomo che tiene sul petto due bambini», commenta Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, che ha inaugurato la mostra, «rivela un atteggiamento pittorico di Zec: dal colore terreo del fondo emerge la figura dell’uomo e il pittore gioca su un ripensamento. Ci fa vedere i forti tratti come un disegno preparatorio in cui l’uomo non è nell’atto di alzarsi, ma ha tutte e due le ginocchia a terra. Zec non vuole raccontare il dolore, ma la capacità di quest’uomo di sollevarsi, di riprendere il cammino del suo esodo. Il predominio non è del dolore che viene relegato a pochi incisivi tratti, ma alla ripartenza carica di colore».

La mostra è approdata a Torino dopo Venezia e Roma ed è visitabile tutti i giorni dalle ore 10 alle 16, compatibilmente con le celebrazioni eucaristiche. L’ingresso è libero.

Federica BELLO

Inaugurata la mostra “Leonardo Experience”

Il Liceo Scientifico San Lorenzo di Novara sta rendendo omaggio al grande genio toscano Leonardo Da Vinci in queste giornate che vanno dall’11 al 16 novembre 2019 con l’evento “Leonardo Experience”. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo grado.

La Stampa, nella sezione di Novara, pubblica per l’occasione un video di presentazione della mostra a cura del direttore dei Salesiani di Novara, don Giorgio Degiorgi, e degli allievi che hanno preso parte all’evento.

 

“Non poteva passare sotto silenzio un anniversario così importante, soprattutto in un liceo scientifico. I 500 anni dalla morte di Leonardo sono stati l’occasione per riattualizzare un genio della storia italiana. E allora abbiamo iniziato a presentare da una settimana ai ragazzi delle altre scuole una mostra interattiva proprio su questa figura”.

(Don Giorgio Degiorgi)

L’evento si concluderà Sabato 16 Novembre 2019 con l’Open Day del Liceo Scientifico che si svolgerà dalle 15.00 alle 17.00.

Davide Ciceri è il nuovo presidente degli “Ex Allievi Salesiani” di Trino

Cambia il presidente per gli Ex Allievi dei Salesiani di Trino in provincia di Vercelli. La nuova carica va in mano a Davide Ciceri. Si riporta di seguito la notizia pubblicata ieri 11 novembre da NotiziaOggi Vercelli.

SUCCEDE A GIANNI TAVANO «L ‘ associazione fa da sempre parte della mia vita» Ex Allievi Salesiani : Ciceri presidente

TRINO (crx) Davide Ciceri è il nuovo presidente degli ” Ex Allievi Salesiani” di Trino. Ha raccolto il testimone da Gianni Tavano.

«Don Bosco e i salesiani – racconta Ciceri, che è anche presidente del Nuovo Comitato del Carnevale-, sono da sempre parte della mia vita. Mi ha fatto un enorme piacere quando Gianni mi ha cercato e chiesto di succedergli alla guida degli Ex Allievi. Ringrazio Tavano per la fiducia, certo che continuerà a darmi una mano. Ho esordito in occasione del Rosario in Piazza del 1°novembre. Stiamo già organizzando le iniziative per il mese di dicembre. Organizzeremo delle visite, per augurare buone feste agli Ex allievi che sono ricoverati nelle case di riposo della zona e andremo a Torino a trovare i salesiani. Anticipo che il prossimo 31 dicembre, ci sarà una grande Messa, alla chiesa del Sacro Cuore, con la benedizione del pane e la sera, in pullman ci recheremo a Torino per la Messa delle 18.30 nella chiesa di Maria Ausiliatrice. A seguire andremo a cena con don Jacek. Ringrazio tutti per il sostegno, in particolare il gruppo con cui lavoro tutti i gironi in oratorio: Mariuccia Demaria, Mariuccia Martinotti, Laura Zecchina to, Adelaide Leoni, Elisabetta Ranaboldo, Claudio Cavagliano, Rita Meo e tutti gli Ex Allievi, miei carissimi amici, Gianni Tavano in particolare».

Salesiani Fossano: un nuovo edificio per aule e laboratori del CFP

Si riporta l’articolo pubblicato ieri dal settimanale fossanese La Fedeltà in merito all’ampliamento degli spazi dedicati ai laboratori e alle attività della didattica del CFP dell’Istituto Salesiano di Fossano.

Un fabbricato su tre piani in via San Francesco. Tutti a favore in Commissione urbanistica.
Nascerà ai Salesiani un nuovo edificio per aule e laboratori.

FOSSANO – L’Istituto salesiano di Fossano ha bisogno di nuovi spazi per laboratori e attività didattica. E due anni dopo la ristrutturazione del piano interrato, che da marzo 2018 ospita il laboratorio di termo-idraulica, ha presentato un progetto in Municipio per costruire un nuovo edificio su tre piani (alto 12 metri e 40), al posto del campo da calcio, affacciato su via San Francesco.

La proposta è stata esaminata lunedì dalla Commissione urbanistica, dove ha trovato consenso unanime.

“Le motivazioni alla base di questo intervento sono molteplici – spiega il direttore don Bartolomeo Pirra -. Da un anno abbiamo inserito tra le materie di insegnamento la meccanica agricola, che ha bisogno di laboratori. In caso contrario saremmo costretti ad affittare locali fuori Istituto, come accadeva in passato, in via Domenico Oreglia, per le lezioni di termo-idraulica. In secondo luogo abbiamo bisogno di aule per l’Ipsia di Bra, che ha portato qui da noi una sezione staccata, con le classi dei suoi ultimi due anni che offriranno ai nostri alunni la possibilità di raggiungere il diploma. Da qualche tempo, infine, la scuola media per adulti occupa diverse aule al pomeriggio”.

La costruzione del nuovo edificio – come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica David Paesante – richiede tre deroghe al Piano regolatore: per aumentare la superficie utile lorda (Sul), ridurre gli standard per il verde privato e bypassare il parametro sulla visuale libera. Nessuno ha posto obiezioni.

“Sono tre deroghe ben fondate dal punto di vista dell’interesse pubblico, che è quello di rafforzare un istituto scolastico – ha commentato Vincenzo Paglialonga (Pd) -. Siamo d’accordo con l’iniziativa”.

Più che d’accordo si è detto anche Luca Avena (lista Tallone).

“Portare la 4a e la 5a a Fossano è una cosa bella per la marea di ragazzi che frequentano i Salesiani e un beneficio anche per il mondo del lavoro”.

Enzo Brizio (Centolampadine):

“Non è compito mio valutare verde, distanze e Sul su una proprietà privata: questo è compito dei tecnici. Dal punto di vista politico, invece, è una costruzione che incentiva l’attività dei Salesiani e l’arrivo di nuovi ragazzi”.

Idem per Tiziana Airaldi (Forza Italia):

“Nascerà un polo scolastico professionale al centro della provincia, molto vicino alla ferrovia”.

Favorevole anche Sonia Linzas (Lega), che ha però invitato la proprietà a presentare “un progetto specifico per la riqualificazione delle aree verdi”, compatibilmente con gli spazi a disposizione. Sull’accordo con l’Ipsia di Bra (il Guala) si è soffermata Cristina Ballario (lista Convivendo) per sottolineare l’importanza dell’accordo:

“Un progetto strategico per il territorio” perché consente di “dare una formazione professionale oltre i tre anni ai ragazzi del Cnos”.

Don Pirra conferma:

“Oggi i ragazzi, allo scadere del triennio, si spargono in diversi istituti in provincia, con il rischio di perdersi. La presenza dell’Ipsia all’interno dei Salesiani, la possibilità di partire insieme, dallo stesso livello, è sicuramente un elemento positivo”.

Posta ai voti dal presidente della Commissione Giorgio Bergesio, la richiesta è stata accolta all’unanimità. Per l’approvazione vera e propria si dovrà attendere il prossimo Consiglio comunale. L’auspicio della proprietà è di poter partire al più presto con i lavori. E, nella migliore delle ipotesi, arrivare al traguardo per l’inizio del prossimo anno, quando il Guala si presenterà (queste sono le previsioni) con due quarte e una quinta.

30/10/2019 – Pag. 9 La Fedeltà

Il progetto Ri-generation della Astelav: 3.000 elettrodomestici trovano nuova vita

Si riporta un’interessante articolo pubblicato da VaresePress e dedicato al progetto Ri-generation avviato nel 2017 dalla Società Astelav Srl, con cui più di 3.000 elettrodomestici hanno potuto rigenerarsi trovando nuova vita. La particolarità del progetto è data anche dal coinvolgimento dei giovani dei corsi di formazione dei Salesiani di Torino.

Di seguito l’articolo.

Economia circolare e riuso: con Ri-generation più di 3.000 elettrodomestici trovano nuova vita

Con una crescita costante del 30% ogni mese, in soli due anni ha gestito più di 3.000 elettrodomestici, evitando quasi 200 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Il progetto Ri-generation, avviato nel 2017 dalla torinese Astelav, ha dato nuova vita a lavatrici, forni, lavastoviglie e frigoriferi ormai destinati alla discarica, facendo bene all’ambiente e creando lavoro e inclusione. Gli elettrodomestici rigenerati sono stati messi in vendita ad un prezzo mediamente inferiore del 50% rispetto al nuovo e si è creato un circuito dove anche le persone socialmente svantaggiate hanno una seconda possibilità.

«Siamo partiti con due persone impiegate in questo progetto. Oggi ne contiamo 11»,

premette Ernesto Bertolino referente marketing di Ri-generation e amministratore di Astelav società di Vinovo (TO) leader nel settore dei ricambi per gli elettrodomestici con alle spalle quasi 60 anni storia e una presenza in 80 Paesi nel mondo.

«Abbiamo messo la nostra conoscenza degli elettrodomestici e la disponibilità dei ricambi al servizio dell’economia circolare, uscendo da quella mentalità dell’usa e getta che è sempre più diffusa. Nel contempo, abbiamo dato valore ad importanti risvolti sociali offrendo, in collaborazione con il Sermig (Servizio Missionario Giovani), una seconda possibilità a quanti sono stati emarginati dal mondo del lavoro e trasferendo competenze a giovani provenienti da contesti sociali difficili».

Il risultato è un laboratorio che alimenta una rete vendita composta dal sito e-commerce www.ri-generation.com e due negozi (a Torino, in via Mameli 14 e in via Saluzzo 39/A), dà nuove opportunità di lavoro e crea una rete formativa dedicata ai minori non accompagnati. Ri-generation testimonia un nuovo modello di economia che Bertolino definisce «civile». Spiega:

«Recupero dei rifiuti, reinserimento lavorativo e formazione dei ragazzi: è un circuito che fa bene».

I RAEE utilizzati provengono dal circuito dell’uno contro uno, ovvero la possibilità data al consumatore di consegnare l’elettrodomestico vecchio al rivenditore nel momento dell’acquisto di uno nuovo, oppure da donazioni nella zona di Torino e provincia.

«Gli elettrodomestici, che siano RAEE o donazioni, vengono scelti sulla base di alcune caratteristiche di qualità e anzianità; quindi, dopo un accurato screening vengono riparati utilizzando ricambi originali. Successivamente vengono collaudati e sanificati nel laboratorio Ri-generation, presso Astelav, da un team di tecnici specializzati con esperienza pluriennale nella riparazione degli elettrodomestici. Verificato il perfetto funzionamento, vengono quindi messi in vendita»,

prosegue Bertolino. La garanzia è di 12 mesi e fa leva sulla rete di distribuzione Astelav che copre tutto il territorio nazionale. Ad entrare in questo circuito di rigenerazione sono essenzialmente grandi elettrodomestici di qualità medio alta.

«Grazie alle nostre economie di scala possiamo intervenire anche su quelle apparecchiature la cui riparazione viene spesso sconsigliata per l’incidenza del costo», aggiunge. «Questo ci permette di offrire un prodotto di alta qualità ad un prezzo accessibile».

L’aspetto umano del progetto ha un ruolo importante: la seconda possibilità non viene data solo agli elettrodomestici ma anche alle persone.

«Fin dall’inizio abbiamo visto le potenzialità di questo progetto per dare alle persone nuove opportunità. Condividendo la lotta allo spreco e la promozione di una cultura della riparazione, con il Sermig abbiamo intercettato quanti avevano maturato delle competenze nel settore ma erano stati esclusi dal mercato del lavoro, ma anche giovani con alle spalle un sociale difficile».

Il passaggio di conoscenze – che nell’ambito della riparazione è fondamentale – è alimentato anche dai corsi di formazione che, dall’anno scorso insieme con i Salesiani di Torino, Astelav propone ai ragazzi. Spiega:

«Sono 100 ore rivolte a ragazzi minori non accompagnati, anche migranti, a scopo formativo ed educativo per acquisire maggiori conoscenze e strumenti concreti che possano facilitare un reinserimento sociale al termine degli studi. Alle 30 ore di teoria, si aggiungono le 70 di pratica. Al termine c’è la possibilità di fare un tirocinio di tre mesi nel nostro laboratorio».

Da sempre paladina del diritto alla riparazione contro la cosiddetta obsolescenza programmata, Astelav con Ri-generation ha dato concretezza all’elettrodomestico rigenerato. Conclude Bertolino:

«I volumi di attività di Ri-generation crescono del 30-40% ogni mese. Oggi siamo nelle condizioni di poter gestire più di 2.000 elettrodomestici all’anno».

Ri-generation dà loro nuova vita ed evita che finiscano tra le 310 mila tonnellate di rifiuti elettronici raccolte solo l’anno scorso in Italia.

Il parroco della “movida spirituale” ai Salesiani di Cuneo: don Mauro Mergola

Si riporta l’articolo pubblicato il 10 Ottobre 2019 da La Stampa, dedicato a don Mauro Mergola e il suo ingresso ai Salesiani di Cuneo.

Il parroco della “movida spirituale” ai Salesiani di Cuneo: “La nostra chiesa senza confini”

Don Mauro Mergola arriva da San Salvario a Torino

«Il nostro confine non è fatto di muri, ma è l’incontro con le persone, per costruire una comunità che contribuisce al bene del territorio e presta attenzione a chi, nella vita, ha ricevuto di meno».

Don Mauro Mergola è il nuovo parroco della chiesa di San Giovanni Bosco e direttore dei Salesiani di Cuneo.

Sostituisce don Michele Molinar, che dopo 9 anni è stato trasferito a Torino. Don Mauro ha fatto il percorso inverso. Dieci anni nel capoluogo piemontese, in una realtà complessa come quella di San Salvario, quartiere di 14 mila parrocchiani, tra i più multietnici e multiculturali della città e con tanti problemi, legati anche al traffico di stupefacenti.

Oltre a impegnarsi

«perché, come diceva don Bosco, i ragazzi diventino onesti cittadini e buoni cristiani»,

don Mauro ha introdotto progetti «rivoluzionari», come l’housing sociale e la «movida spirituale», con la chiesa aperta tutti i sabati fino a notte inoltrata. «Eravamo l’unico locale chiuso nella piazza del divertimento – spiega -. Invece di chiedere ai giovani di entrare, abbiamo lasciato la porta spalancata. Dopo un po’ di iniziale diffidenza, hanno iniziato a entrare. Chi per visitare, chi per pregare, chi per vomitare la sbornia, chi per parlare, anche di argomenti scomodi, dalla Chiesa ricca ai preti pedofili. Un successo perché i ragazzi discutevano liberamente di tutto e non si sentivano giudicati. Poi abbiamo messo anche un calciobalilla e il ping pong, per far capire che è possibile divertirsi senza sballarsi, che il vero divertimento non rovina, ma rigenera».

Un’esperienza da ripetere anche a Cuneo?

«Perché no, ma sono qui prima di tutto per inserirmi, conoscere, capire, non per vendere un “brand”. La città è molto bella e piacevole, ma una sera sono passato in bici davanti al Movicentro: una ventina di persone dormono nel sottopasso. Una situazione che mi inquieta».

E apre una parentesi sulla questione migranti.

«Bisogna investire molto nell’accompagnamento educativo, civico e professionale, affinché ciascuno possa trovare il suo posto. Ma la linea non è mai dare soldi, per evitare che diventi assistenzialismo».

Prosegue:

«L’accoglienza indiscriminata non funziona: serve equilibro tra diritti e doveri, altrimenti questi ragazzi diventano viziati. Anche loro hanno qualcosa da dare. Un cittadino è colui che costruisce il territorio in cui vive. Uno straniero è chi pensa solo a sé stesso, consuma e spreca ciò che gli viene dato. A volte, anche gli italiani sono stranieri nel loro Paese».

Pensando all’oratorio, don Mergola richiama la sua passione calcistica.

«Sono tifoso della migliore (Juve, ndr) e mi sento un po’ come l’allenatore Sarri: entrato in una squadra vincente, spero di continuare a guidarla ad alti livelli. Merito di chi mi ha preceduto. Don Molinar era del Toro? C’è pure chi tifa Inter, purtroppo – sorride -. Ma tranquilli: don Bosco ci ha abituati a stare dalla parte degli ultimi».

Giancarlo l’insegnante di religione che ha consacrato la vita a Don Bosco

Si riporta l’articolo oggi pubblicato dal Corriere della Sera a cura di Floriana Rullo in merito alla recente scomparsa di don Giancarlo Casati della Casa Salesiana di Lombriasco.

Giancarlo l’insegnante di religione che ha consacrato la vita a Don Bosco

(Floriana Rullo) – Con la sua dolcezza ha coinvolto i ragazzi dell’oratorio nelle sue molteplici iniziative.

Don Giancarlo Casati è morto nell’infermeria di Valdocco dove era stato ricoverato nei giorni scorsi per l’aggravamento delle sue condizioni di salute. Aveva 85 anni. Classe 1934, la sua vita è trascorsa al servizio degli altri. Prima in Valle di Lanzo, poi a Lombriasco, nel Torinese. Si era consacrato tra i Salesiani, nella famiglia di Don Bosco, sin da giovane. Prima ha studiato in seminario. E ha sempre pensato che la pastorale e il servizio dovesse passare attraverso i giovani.

Perché loro sono il futuro e il pilastro della Chiesa. Come per Don Bosco, e anche per Padre Juan Bertolone, missionario che aveva conosciuto da giovane e di cui aveva seguito le tracce e gli insegnamenti, l’oratorio rappresentava un luogo dove accogliere i giovani cercando di salvarli che avevano bisogno di un aiuto.

«Era un uomo sempre gentile e disponibile – racconta Alberto, amico del sacerdote-. Persona simpatica e solare. Affrontava la vita con il sorriso e consigliava a chiunque di fare altrettanto. Aveva un’anima dolce ed un carattere tranquillo».

Amante della cultura, sapeva dialogare di ogni argomento con chiunque gli si avvicinasse. Anche chi non conosceva. Per anni, fino alla pensione, è stato insegnante di religione nelle scuole. Soprattutto in quelle superiori dove i ragazzi lo ricordano ancora per le sue interessanti lezioni che andavano oltre l’insegnamento.

«Era sempre circondato di giovani e con loro partecipava a molte iniziative sia di preghiera sia sociali- raccontano i ragazzi della parrocchia-. Coinvolgeva tutti con grande passione. Credeva in ciò che faceva. Pensava che il modo per avvicinare i ragazzi alla Chiesa fosse proprio quello di stare tra loro».

Una volta in pensione si era trasferito a vivere a Lombriasco. Non aveva mai smesso di frequentare i suoi fedeli che, ancora oggi, lo andavano a trovare per avere una parola di conforto. Una preghiera recitata insieme.

I funerali oggi alle 10.30 nella casa salesiana di Lombriasco.

Ex allievi “Don Bosco” San Benigno Canavese: 110° Convegno annuale

Si riporta l’articolo oggi pubblicato da Il Canavese in merito al 110° Convegno annuale degli Ex allievi “Don Bosco” di San Benigno Canavese.

SAN BENIGNO CANAVESE (aeo) Gli ex allievi Don Bosco in occasione del loro 110° Convegno annuale sono lieti di festeggiare con la Comunità Salesiana i 140 anni di presenza di Don Bosco sul territorio sanbenignese. Visto l’importante traguardo invitano a partecipare alla funzione religiosa che sarà presieduta da parte degli ultimi direttori che hanno guidato la comunità Salesiani Don Bosco. L ‘ appuntamento è per domenica 29 settembre alle 10.30 all’ abbazia di Fruttuaria.

La Stampa: Con una mostra i salesiani celebrano i 60 anni a Bra

Si riporta l’articolo pubblicato su La Stampa il 15 settembre 2019 in merito alla mostra celebrativa dei 60 anni di attività dei salesiani a Bra.

Con una mostra i salesiani celebrano i 60 anni a Bra

I primi salesiani arrivarono a Bra nel luglio del 1959, provenienti da Fossano. Si era appena conclusa la costruzione del palazzo che si affaccia su quello che oggi è viale Rimembranze, e la piccola comunità – guidata da don Corrado Bruno – ne prese possesso, iniziando a programmare l’anno scolastico, che si sarebbe avviato il primo di ottobre. Ma il momento della «consacrazione» pubblica della loro presenza fu martedì 8 settembre di quell’anno, quando anche i confratelli si unirono alla processione della Madonna dei fiori. E domani, dalle 17 nei cortili dell’istituto, si avvieranno i festeggiamenti per i 60 anni di permanenza a Bra.

Nell’ex conceria

Spiega don Alessandro Borsello, nuovo direttore e successore di don Vincenzo Trotta:

«La presenza dei salesiani a Bra è sempre stata molto amata. In questi lungo periodo, sono stati tanti i confratelli che hanno vissuto qui una parte della loro vita, educando i giovani e formandoli per il futuro».

Aggiunge:

«Oggi l’opera è molto vivace: abbiamo una scuola media, un Centro di formazione professionale, un oratorio e ospitiamo anche gli studenti dell’Istituto professionale del “Guala”. La mostra che inaugureremo lunedì sera (domani, ndr) ripercorre questo periodo e ne mette in luce le peculiarità e le trasformazioni».

Aggiunge Franco Burdese, docente del Cfp e curatore – insieme a molti colleghi, ex allievi e cooperatori salesiani – dell’esposizione:

«Abbiamo cercato fotografie d’antan e di oggi per raccontare 60 anni di vita e lavoro dei salesiani e dei laici che collaborano con loro. Ascolteremo tante testimonianze di confratelli che sono passati nella casa di Bra e oggi sono in qualche altra opera del Piemonte salesiano».

Sono attesi inoltre il sindaco Gianni Fogliato, Domenico Dogliani, storico dirigente della Ferrero, il direttore di Confindutria Cuneo Giuliana Cirio, tanti industriali e imprenditori amici dell’opera.

Dopo la riunione celebrativa in istituto, ci si sposterà tutti alla Novella, l’ex conceria di via Piumati, che la famiglia Revello (proprietaria della Dimar e dell’immobile) ha messo a disposizione gratuitamente per realizzare la mostra. Previsto anche un momento di Festa di compleanno con torta e brindisi collettivo. L’esposizione sarà aperta tutti i pomeriggi, a ingresso gratuito, fino
al 31 gennaio. R. S.