Quattordici mestieri e 350 ragazzi nella casa di don Bosco a Valdocco – Il Sole 24 Ore

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Il Sole 24 Ore a cura di Filomena Greco.

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Più di 350 ragazzi che imparano un mestiere in quella che è stata la “casa” di don Giovanni Bosco, nel cuore della Torino dei Santi, alla Consolata.

«Qui ci sono quegli allegri tamarri dei grafici, lì ci sono gli elettricisti, in divisa vedi i panettieri e i cuochi»

descrive sorridendo Giuseppe Puonzo che segue la comunicazione e il marketing per CNOS-FAP, l’ente per la formazione professionale dei Salesiani.

Anche lui, come molti, ha deciso di “cambiare vita” per dedicarsi ad una avventura che va al di là del lavoro.

Suona la campanella, al bar c’è la merenda preparata dai compagni nei laboratori di cucina tirati a lucido. Il cortile al centro, le aule intorno.

Per i ragazzi che si formano nella sede della Consolata il tempo scuola è un tempo lungo, grazie ai rientri e alle attività, e questo aspetto molto spesso rappresenta una chiave importante per motivarli, tenerli in un ambiente sicuro e familiare e aiutarli ad andare avanti.

«Abbiamo spesso ragazzi fragili, per questo servono regole molto chiare, ma in un clima familiare»

aggiunge Puonzo. Con un principio forte che tutti ripetono come un mantra:

«Qui non diciamo di no a nessuno».

E con un metodo di formazione che parte da una

«capacità diversa dei nostri allievi di imparare – spiega il direttore Fabrizio Berta – gli si offre una opportunità diversa perché un sistema formativo completo deve essere inclusivo e non dare a tutti la stessa cosa in ingresso, ma dare la stessa opportunità in uscita».

Si lavora dunque sui metodi di apprendimento più adatti alle diverse capacità e inclinazioni, si parte dall’esperienza per ricavare conoscenza e competenza, in base a unità didattiche di apprendimento.

Altro pilastro è l’esperienza in azienda, con percorsi di alternanza e apprendistato duale.

Infine, terzo aspetto essenziale è il lavoro sulle competenze, al di là di voti e giudizi.

«Questi sono i principi su cui si basa il lavoro degli Its e, in generale, la formazione terziaria professionalizzante»

conclude Berta. Percorsi, quelli legati alla formazione professionale, che portano all’autonomia, al lavoro, ma che spesso accendono nei ragazzi la voglia di continuare a studiare, come Pamela che è diventata parrucchiera, poi ha fatto il servizio civile, ha deciso di studiare Scienze dell’Educazione e oggi fa esperienza come educatrice.

«In un contesto di inverno demografico – aggiunge Carlo Vallero responsabile della pianificazione e dello sviluppo – davvero tutti noi siamo proiettati a non lasciare indietro nessuno. Tra l’altro le aziende chiedono 10 profili e noi possiamo offrirne due. È necessario dunque lavorare sulla dispersione scolastica e sulla fascia dei Neet, che in questa area ha numeri tremendi».

Nei corsi professionali organizzati in tutta Italia dai CNOS-FAP – 13 sedi in Piemonte, con 3.500 ragazzi, ma la presenza è diffusa in tutto il mondo con 40mila studenti – ci si forma fino ai 16 anni (età dell’obbligo scolastico), con la possibilità di un quarto anno formativo, seguendo i dettami della “Intelligenza nelle mani” tanto cara a don Bosco, con il 70% di formazione fatta in laboratorio o in stage, il resto in aula.

Quattordici i mestieri, nelle aree Food, Industria e Beauty.

«Sono 9mila le aziende presenti nel nostro database, con cui collaboriamo per le attività formative e per l’inserimento lavorativo dei ragazzi, dalle multinazionali fino ai singoli artigiani»

dice il direttore, Fabrizio Berta. Due i piani di collaborazione con le imprese, uno a livello nazionale, grazie ad accordi con aziende leader dal punto di vista tecnologico, un secondo locale, con reti miste costituite da aziende medie e piccole.

Il CNOS-FAP lavora nella formazione professionale con la Regione Piemonte dal 1978. Tra i mestieri ce n’è uno che forse più degli altri rimanda alla storia di don Bosco ed è quello di tipografo, oggi adattato grazie alle tecnologie più moderne, che si affianca al nascente Polo grafico, iniziativa che punta a diventare vera e propria impresa formativa, in collaborazione con le aziende del polo grafico di Torino.

Sui mestieri metalmeccanici, racconta Berta,

«abbiamo tenuto duro in passato, mantenendo nove corsi, e oggi davvero assistiamo ad una esplosione di richieste grazie a Industria 4.0, c’è stata una grande riscoperta».

In alcuni casi dunque serve guardare al di là della contingenza di mercato e attivarsi per rendere alcuni territori o filiere attrattive per giovani e lavoratori.

L’impresa formativa dei Salesiani, numeri alla mano, si può considerare una esperienza di successo, con un forte posizionamento sull’apprendistato duale, con oltre il 90% di successo formativo sia che si tratti di percorsi lavorativi sia che si consideri la scelta di proseguire gli studi.

E così capita che “l’ultima spiaggia” come spesso è considerata la formazione professionale diventi davvero una occasione di riscatto sociale grazie ad un mix di competenze, autostima e motivazione personale.

L’esperienza dei Salesiani nella formazione ha contribuito al successo di diversi percorsi formativi anche per target più adulti, si pensi alla formazione di oltre 500 addetti di Leonardo nella fabbrica di Cameri o all’esperienza legata all’ex Moi, con i percorsi di qualificazione professionale e di inserimento lavorativo per le persone straniere da anni residenti in quegli spazi.

L’area di azione dunque si allarga a progetti ad alto impatto sociale e formativo in capo al Centri di Formazione professionale, impegnati anche sul fronte delle Academy regionali per la qualificazione dei lavoratori adulti.

Claudio Belfiore, responsabile del personale, fa pesare la questione demografica come una variabile pesante per la formazione.

«Ci sono i fondi e le progettualità ma spesso mancano gli utenti»

aggiunge. Da qui una rinnovata attenzione verso i lavoratori matura che ad esempio hanno bisogno di reskilling e riqualificazione.

La chiave per la formazione professionale, nell’ottica di una esperienza molto radicata in Piemonte, è quella di essere un servizio territoriale, spiega Berta,

«che agisce in ottica di sussidiarietà, grazie a una forte collaborazione con enti locali e Regione e richiede una struttura solida e affidabile».

A Valdocco studiano anche i formatori:

«Più della metà degli spazi sono dedicati ad attività destinate agli educatori– spiegano – con un piano di riorganizzazione per rendere le persone capaci di diventare punto di riferimento per gli studenti e di attrarre i ragazzi che sono rimasti indietro».

E con gli Sportelli Lavoro, aggiungono i responsabili del CNOS-FAP,

«stiamo raccogliendo valanghe di richieste di aziende e persone che vogliono rimettersi in pista».

La cultura della persona e del lavoro promossa nei corsi del CNOS-FAP – La Stampa

Si riporta di seguito l’articolo apparso su La Stampa.

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CNOS-FAP è la formazione professionale dei Salesiani di Don Bosco, che dal 1978 raccoglie molti centri operanti in Piemonte con le attività di orientamento, formazione e inserimento al lavoro.

L’esperienza richiama l’opera del santo, che già intorno al 1850 a Valdocco si prese cura dei giovani con l’obiettivo di insegnare loro a leggere, scrivere e far di conto, ma anche a trovare un mestiere affinché potessero inserirsi nella società.

Da decenni CNOS-FAP fornisce maestranze qualificate alle aziende operanti nel vasto territorio della provincia di Cuneo: l’obiettivo primario è quello di assicurare agli allievi i mezzi e i valori per inserirsi nel mondo del lavoro con una forte qualificazione e motivazione.

Nel progetto educativo CNOS-FAP la formazione tecnica ha rilevanza, ma non si esaurisce nell’insegnare un «mestiere», perché promuove la «cultura della persona e del lavoro», collegandola al contesto economico e sociale da cui provengono gli allievi e alle loro specifiche potenzialità ed esigenze formative.

Le quattro sedi CNOS-FAP della provincia di Cuneo propongono, già da domani, giornate di Open Day per favorire l’orientamento e supportare i ragazzi nella scelta del proprio percorso.

La formazione professionale salesiana si sviluppa nelle quattro sedi di Bra, Fossano, Saluzzo e Savigliano, con decine di corsi, dall’automotive alla panificazione, dalla meccanica industriale all’acconciatura.

«La nostra caratteristica – ricorda Gianluca Dho, direttore della sede di Savigliano – è quella di essere vicini al territorio: sia per quel che riguarda le famiglie e gli studenti, sia per la richiesta formativa richiesta dalle aziende e dal tessuto economico della zona. Essere aderenti al mercato locale è fondamentale, perché significa preparare i ragazzi all’ingresso nel mondo del lavoro che cerca quelle figure professionali».

Nell’anno scolastico appena iniziato sono stati confermati tutti i corsi attivati e si è consolidata la crescita del numero di studenti.

Domani gli orari di apertura al pubblico per visitare i laboratori e gli ambienti degli istituti senza necessità di prenotazione, saranno diversi per ogni sede.

Dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 sarà visitabile la sede di Savigliano, in vicolo Orfane 6, dove sono proposti corsi di formazione professionale in operatore delle produzioni alimentari e della ristorazione e i corsi di diploma tecnico professionale in tecnico delle produzioni alimentari e tecnico dei servizi di sala e bar.

A Saluzzo, in via Griselda 8, dalle 9 alle 13 porte aperte sui corsi di formazione professionale nel settore del benessere fino alla qualifica di tecnico dell’acconciatura, nel settore turistico per i servizi di accoglienza e strutture ricettive, nel settore delle trasformazioni agroalimentari con il corso triennale di panetteria e pasticceria.

Dalle 8,30 alle 12,30, a Fossano in via Verdi 22, per i corsi di operatore in area meccanica, termo-idraulica, automotive, meccanizzazione agricola, elettrica, servizi alla persona e operatori del benessere in acconciatura ed estetica.

E infine il centro di formazione professionale di Bra, in viale Rimembranze 19, dalle 15 alle 18 aprirà le porte dei settori automotive, meccanica-industriale, termoidraulica, panetteria e pasticceria, servizi alla persona.

Seguiranno, a dicembre e gennaio, altre giornate di apertura per l’orientamento, pubblicizzate sulle pagine social delle sedi.

Scegliere CNOS-FAP non significa comunque precludere un percorso di studi più ampio: la maggior parte dei corsi triennali può essere completata con l’offerta formativa del quarto e anche del quinto anno, per integrare la qualifica professionale con il diploma professionale o l’esame di Stato.

Sono aperte anche le iscrizioni ai percorsi di qualifica per giovani e adulti con più di 18 anni, con un’offerta formativa finanziata interamente da Regione Piemonte, Fse, Fse plus e progetto Gol.

Tutte le informazioni sulle singole sedi sono rintracciabili dal sito generale.

 

“Prof bravi e non troppi allievi”: così l’istituto Edoardo Agnelli ha raggiunto la vetta – La Repubblica Torino

Si riporta di seguito la notizia apparsa su La Repubblica Torino, seguita da una notizia analoga apparsa su Corriere Torino a cura di Chiara Sandrucci.

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“Prof bravi e non troppi allievi”: così l’istituto Edoardo Agnelli ha raggiunto la vetta

«Un risultato inatteso ma che ci rende molto orgogliosi. Il nostro liceo scientifico tradizionale ha poco più di 20 anni, non siamo storici come altri, ma ha avuto una crescita lenta, dovuta soprattutto alla capacità dei docenti di stimolare e motivare i ragazzi nello studio. Questa classifica mostra anche l’ottima qualità delle scuole paritarie in Italia: non sono tutti diplomifici».

Ne è sicuro don Enrico Stasi, direttore dell’Istituto Edoardo Agnelli di Torino dopo aver saputo della prima posizione in classifica della scuola che guida tra i licei scientifici della provincia secondo Eduscopio.

Un grande salto dalla nona posizione dello scorso anno. C’è anche la conferma come primo istituto tecnico tecnologico nel Torinese per percentuale di studenti che trovano lavoro dopo il diploma, pari al 74%.

A cosa è dovuto il balzo in classifica?

«Direi soprattutto al gruppo docenti, molto dedito alla scuola e oramai stabile. Altro aspetto fondamentale è la grandezza dell’istituto che non è enorme. Abbiamo circa 600 studenti tra i due indirizzi. Le iscrizioni crescono ma cerchiamo di non aumentare troppo. La sfida è non avere numeri altissimi: in quei casi si rischia di fare selezione tra i ragazzi e non seguirli in modo adeguato come invece oggi riusciamo a fare con i nostri numeri».

Parlando di didattica, invece?

«Tanti progetti, lavori e laboratori legati al Pcto. La pratica è un aspetto stimolante per i ragazzi che inoltre possono scegliere di restare a scuola fino a sera. Molti si iscrivono perché hanno già frequentato da noi la scuola media e conoscono la nostra realtà. Alla base c’è il progetto di camminare insieme. Ci ispiriamo a Don Bosco, quindi guardiamo al bene dei ragazzi e alla loro crescita. Siamo una comunità viva in cui si presta molta attenzione alle relazioni umane».

L’altro primato è la percentuale di chi trova lavoro. Qual è la ricetta?

«Il legame fortissimo con le aziende del territorio, sviluppato anche attraverso i Pcto (alternanza scuola-lavoro) da anni. Le aziende hanno stima della qualità professionale dei nostri allievi e della formazione umana, non secondaria. Le aziende cercano ragazzi preparati ma anche affidabili. Lo conferma il numero di richieste che riceviamo già prima del diploma».

Le scuole superiori Cavour, Agnelli, Valsalice sono i migliori licei della città. Il prestigioso «Galfer» perde posizioni

Due dei licei più blasonati di Torino perdono il titolo di numeri uno, due paritari risultano i migliori scientifici della città. L’ultima edizione di Eduscopio.it della Fondazione Agnelli è da oggi online con i dati aggiornati sulle scuole superiori che meglio preparano agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma. Rimescolate le carte nei licei, meno tra gli istituti tecnici e professionali.

Secondo la classifica più attesa dell’anno, l’inossidabile Galileo Ferraris scende al terzo posto tra i licei scientifici tradizionali destituito dall’istituto Edoardo Agnelli dei Salesiani. Il D’Azeglio si ritrova quarto tra i classici, dietro a Cavour, Gioberti e Alfieri. La ricerca che compie 10 anni ha analizzato i dati di 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, in tre successivi anni scolastici. Per la prima volta rientrano nello studio gli allievi che nel 2019/20 hanno affrontato la maturità e il primo anno di università in pieno lockdown.

«Ragazzi che sono usciti dalle superiori con un volto più alto in media di 5 punti e che si sono iscritti più numerosi all’università — rileva Fondazione Agnelli —, ma che nel 18% dei casi non hanno poi dato esami».

L’indagine, che vuole contribuire alla scelta delle superiori dopo la terza media, analizza i voti e i crediti ottenuti nel primo anno accademico per verificare se una scuola fornisce buone basi per l’università.

«Faremo una riflessione in collegio docenti per capire se c’è un motivo o si tratta di normali fluttuazioni — commenta Antonietta Mastrocinque, da due mesi preside del Galileo Ferraris —. Non credo che il Covid possa aver influito in particolare sulla nostra scuola, visto che ha riguardato tutti».

Dopo anni al vertice, il Galfer lascia il primo posto all’istituto paritario Agnelli che ha scalato 4 posizioni e risulta il migliore anche su scala provinciale.

«Ne siamo molto contenti e piacevolmente stupiti», dice don Enrico Stasi, direttore da settembre dell’Agnelli. «In questi anni è cresciuta la qualità del corpo docente, siamo un piccolo liceo: avendo una sola sezione riusciamo a seguire l’apprendimento e l’educazione di ogni singolo allievo». Tra gli scientifici di scienze applicate, senza latino, un altro paritario ha compiuto la stessa impresa. Il Valsalice è passato dal quinto al primo posto. «Abbiamo investito molto in questa sezione, ma con una sola classe ci sono anni che vanno bene e altri meno», osserva il preside Mauro Pace, contento che «due paritarie si ritrovino al vertice, quando spesso sono ritenute “diplomifici”».

Sul versante dei licei classici, ogni anno la partita si gioca sul filo di lana.

«I primi quattro sono sempre gli stessi, con differenze minime», fa notare Franco Francavilla, preside del D’Azeglio. «L’anno scorso eravamo primi, ma non abbiamo avuto un aumento delle iscrizioni. Adesso che siamo quarti, non mi aspetto danni: le famiglie scelgono in base a tanti fattori». Ma le iscrizioni al classico sono in calo ovunque, in particolare al Nord. È su questo aspetto che insiste Enzo Salcone, preside del Cavour tornato numero uno. «Siamo contenti — commenta —, ma l’importante è che le famiglie capiscano quanto sia utile frequentare il classico che permette di affrontare al meglio qualsiasi università». Tra gli istituti tecnici e professionali, invece, la classifica è cambiata poco.

A parte la discesa del Pinifarina di Moncalieri, che esce dal podio, quel che colpisce è il calo diffuso della percentuale di occupati (almeno 6 mesi nei primi due anni dopo il diploma). Un esempio. Il Birago resta primo in classifica dei professionali per l’industria, ma gli occupati scendono dal 64 al 59 per cento.

Si segnalano le notizie analoghe pubblicate anche su Corriere della Sera e La Stampa.

John Elkann in visita all’istituto Agnelli di Torino, inaugurata la nuova biblioteca – La Stampa

Si riporta di seguito la notizia apparsa su La Stampa.

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Il presidente di Stellantis e della Fondazione Agnelli era accompagnato dal figlio Oceano e ha visitato i laboratori di informatica, meccatronica ed elettronica.

Sabato speciale per l’Istituto Edoardo Agnelli di Torino, l’Opera Salesiana di corso Unione Sovietica, che oggi ha ricevuto la visita privata di John Elkann, presidente di Stellantis e della Fondazione Agnelli.

Elkann era accompagnato dal figlio Oceano e ha potuto vedere i laboratori di informatica, meccantronica ed elettronica allestiti con il contributo della Fondazione. Poi ha incontrato alcuni studenti in occasione dell’inaugurazione della nuova biblioteca.

Gli studenti hanno allestito anche dimostrazioni pratiche nel centro di formazione professionale, e nei laboratori di automotive e di energia.

All’incontro erano presenti anche il direttore dell’Opera salesiana, don Enrico Stasi, il preside della Scuola Superiore (Istituto Tecnico Tecnologico e Liceo scientifico) Giovanni Bosco, il preside della Scuola Media, Luigi Ferrando, la direttrice del Centro di Formazione Professionale, professoressa Erika Naretto, e il direttore dalla Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto.

Indagine. In crescita le spese per formazione e politiche attive – Avvenire

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Avvenire.

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Secondo l’Osservatorio digitale, nel 2022 sono stati investiti dalle Regioni 3,4 miliardi di euro.

“Eppur si muove” potrebbe essere la sintesi dell’analisi sui dati dall’Osservatorio digitale che monitora i bandi sulla formazione professionale e le politiche attive del lavoro in Italia.

La piattaforma, ideata da CNOS-FAP Centro nazionale opere salesiane Formazione aggiornamento professionale e da Ptsclas, evidenzia come gli impegni di spesa in Italia dei bandi per la formazione professionale e le politiche attive del lavoro siano cresciuti, registrando quindi una tendenza positiva.

Infatti, l’Osservatorio digitale esplicita che nel 2022 ci sono stati oltre 1,2 miliardi di euro investiti nella formazione, per lo più ordinamentale, in leggero aumento rispetto agli 1,1 del 2020; mentre più evidente risulta la crescita dei finanziamenti dedicati alle politiche attive del lavoro con 2,2 miliardi del 2022 rispetto agli 822 milioni del 2020.

Questo è quanto risulta dallo studio di 262 avvisi pubblicati dalle Regioni, di cui 159 riguardanti le politiche della formazione e 103 relativi alle politiche attive del lavoro. Si può affermare quindi, che la tendenza delle politiche europee e nazionali è quella di implementare gli investimenti in questi ambiti, ritenuti ormai determinanti per lo sviluppo dell’occupazione.

In merito alla recente riforma degli istituti tecnici e professionali, si è analizzato il potenziamento degli Its academy e la proposta di sperimentazione della nuova filiera formativa tecnologica-professionale, così tanto voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Riforme e risorse che possono servire a superare certe reticenze e disegnare un nuovo sviluppo del Paese basato sulle competenze.

«Siamo di fronte – spiega Giuliano Giacomazzi, direttore generale del CNOS-FAP – a una nuova sfida con la riforma del ministro Valditara. Auspichiamo che questa possa concorrere nella direzione di un pieno riconoscimento della IeFP-Istruzione e formazione professionale, delle sue peculiarità e della sua propria identità, alla pari dei percorsi scolastici. Il Cnos-Fap rileva un apprezzamento per la crescita e il consolidamento di tale filiera, che ha raggiunto un buon livello e che deve determinare gli ultimi tasselli per arrivare ad una sua piena realizzazione, ma mancano però ancora interventi strutturali che aiutino a superare le forti disomogeneità regionali. L’attenzione sullo sviluppo degli Its mette bene in evidenza la ricchezza formativa ed educativa della filiera lunga della formazione tecnico-professionale, come elemento conclusivo e di eccellenza».

 

 

Una classe del CNOS-FAP ha incontrato il Centro donne contro la violenza – Aosta Sera

Si pubblica di seguito la notizia apparsa sul sito del giornale Aosta Sera.

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L’incontro tra gli alunni del Don Bosco di Châtillon e la presidente Anna Ventriglia e l’operatrice Tiziana Cattalani si è tenuto giovedì scorso, 2 novembre. Tra i temi toccati, revenge porn, catcalling e stalking

Un’occasione per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di riconoscere e fermare la violenza contro le donne. Muovendo da questo presupposto, giovedì scorso, 2 novembre, la terza del percorso triennale IeFP di carrozzeria e meccanica auto, organizzato dal CNOS-FAP Don Bosco di Châtillon, ha ascoltato le testimonianze della presidente del Centro donne contro la violenza di Aosta, Anna Ventriglia, e dell’operatrice Tiziana Cattalani.

Per l’occasione, è stata presentata l’attività della struttura, rivolta a donne maggiorenni, di nazionalità italiana e straniera, sole o con figli che subiscono violenza fisica, sessuale, psicologica, economica. La classe si è dimostrata partecipe e sono stati affrontati argomenti quali il revenge porn, il catcalling, lo stalking, partendo da fatti di cronaca purtroppo di frequenza ricorrente.

L’operatrice Cattalani ha poi proposto alcuni racconti, storie di donne e ragazze oppresse e violate fino ad essere annullate dal marito o dal fidanzato che le considerava una sua proprietà esclusiva.

“Èstato un momento di condivisione importante – afferma la presidente Ventriglia – poiché bisogna rivolgere l’attenzione soprattutto all’attività di prevenzione e educazione delle nuove generazioni per poter combattere efficacemente il fenomeno”.

Con l’occasione, il Centro ricorda che ogni giorno dalle ore 8 alle 20 è sempre disponibile il numero 344 0789888, sia telefonicamente, sia via sms o Whatsapp, per prendere appuntamento o semplicemente parlare e richiedere un consiglio.

San Benigno, la formazione dai salesiani con le competenze dell’azienda ICSA – La Sentinella del Canavese

Si pubblica di seguito la notizia sul CFP di San Benigno apparsa su La Sentinella del Canavese.

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Continua la partnership tra le due realtà sul territorio tra esperienze e progetti congiunti

San Benigno, la formazione dai salesiani con le competenze dell’azienda ICSA

Anche per l’anno scolastico in corso gli studenti dell’istituto salesiano CNOS-FAP di San Benigno possono accrescere le loro competenze grazie alle attività del progetto NTN Proftec (Programmi di Formazione per Tecnologie del Cuscinetto), avviato due anni fa dalla ICSA, la società che rappresenta il gruppo giapponese Ntn in Italia congiuntamente con l’Istituto Salesiano e finalizzato ad una collaborazione integrata per la formazione professionale in ambito Meccanico ed Automazione Industriale.

Sono previste infatti nuove iniziative di sviluppo dedicate ai giovani studenti: grazie a esperienze, progetti ed attività concretamente implementate in azienda, i nuovi interventi realizzati dall’azienda e dal CNOS si prefiggono di integrare alcuni dei temi parte dei normali programmi scolastici.

Nello specifico sono state programmate alcune “lectures” monotematiche su argomenti tecnologici o di grande attualità, contesti dove il Gruppo Ntn si distingue da tempo come azienda di riferimento.

Il primo incontro presso il CNOS sarà dedicato ai “17 Obiettivi delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile“. Con questo intervento gli studenti partecipanti all’evento potranno capire meglio i contenuti dei 17 obiettivi.

Un altro importante incontro sarà destinato ad approfondire le tecniche e gli strumenti di metrologia. In questo caso l’evento si svolgerà interamente presso i laboratori dell’azienda dove gli studenti avranno modo di provare le strumentazioni di ultima generazione con le quali avvengono i controlli sui cuscinetti prodotti nello stabilimento prima di essere spediti in tutto il mondo. Sarà anche un’occasione per presentare il Gruppo come datore di lavoro internazionale capace di creare opportunità professionali per ruoli tecnici o scientifici non solo in Italia ma anche nei Paesi dove Ntn è presente.

La stessa relatrice del seminario sulla sostenibilità fa parte di un progetto realizzato da Ntn nell’ambito di un’iniziativa del governo francese.

Con questo orizzonte si svolgeranno le iniziative 2024 destinate a riqualificare una decina di lavoratori sui processi di rettifica.

Rettor Maggiore in Basilica da Cardinale – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marina Lomunno, apparso su La Voce e il Tempo, dedicato alla prima messa in Basilica da Cardinale del Rettor Maggiore.

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La prima Messa da cardinale di don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei salesiani e 10° successore di don Bosco, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa madre dei figli del santo dei giovani, è stata una festa di famiglia.

La commozione del neo cardinale, creato da Papa Francesco nel Concistoro del 30 settembre scorso, si è unita a quella delle centinaia di ragazzi, giovani, famiglie, cooperatori, figlie di Maria Ausiliatrice, anziani collaboratori e confratelli che hanno gremito la Basilica per «abbracciare»

don Ángel che, al termine della Messa, ha stretto la mano a ciascuno dei convenuti alla concelebrazione, donando a tutti una parola, un «selfie» e soprattutto una richiesta di preghiera per il «mio nuovo servizio».

Non a caso domenica 15 ottobre, in occasione della prima Messa con la «porpora cardinalizia» (presenti autorità militari e civili, tra cui il Prefetto di Torino Giovanni Donato Cafagna e l’assessore Giovanna Pentenero per il Comune) il Rettor Maggiore ha voluto iniziare la celebrazione scoprendo e benedicendo, nella navata laterale destra della Basilica accanto all’urna di don Bosco, la statua di sant’Artemide Zatti, il laico salesiano coadiutore «infermiere e farmacista dei poveri», italiano, ma naturalizzato argentino, beatificato nel 2002 da Giovanni Paolo II e canonizzato nel 2022 da Papa Francesco. Il card. Artime ha anche inaugurato una mostra dedicata al santo che ha speso tutta la sua vita al «servizio dei malati e dei più fragili in Patagonia» e che si potrà visitare fino al 30 novembre a Valdocco.

Nell’omelia il card. Artime, che ha scelto come motto «Sufficit tibi gratia mea» («Ti basta la mia grazia»), ha ricordato quando a don Bosco venne proposto di essere nominato monsignore.

«Ma egli rifiutò, pensando a come si sarebbero sentiti i suoi ragazzi dovendo interagire con un monsignore nel cortile. Nel mio caso, la nomina a cardinale, ricevuta a sorpresa e che ho accettato come un’obbedienza e fedeltà al Santo Padre per me è un servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità».

Ángel Fernández Artime è 20° figlio di don Bosco creato cardinale ma il primo Rettor Maggiore ad entrare a far parte del Collegio Cardinalizio. Il Papa infatti ha stabilito che il 29° Capitolo generale dei salesiani venga anticipato di un anno, nel febbraio 2025 (la scadenza come superiore dei Salesiani di don Artime era prevista nel 2026) e che il neo cardinale continui ad essere Rettore Maggiore fino al 31 luglio 2024: dal 1° agosto, sarà l’attuale vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione ad interim fino alla celebrazione del nuovo Capitolo.

Per ora Papa Francesco ha nominato il card. Artime membro del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica.

Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab – La Voce e il Tempo

Si riporta di seguito l’articolo a cura di Marta Gentile apparso su “La Voce e il Tempo“.

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Al Michele Rua inaugurato il Carlo Acutis Lab

Laboratorio digitale – Domenica 8 ottobre nella Festa della Comunità

Grande festa domenica 8 ottobre nell’Opera salesiana Michele Rua in Barriera di Milano per l’inaugurazione del “Carlo Acutis Lab“.

Si tratta del secondo laboratorio informatico, dedicato al giovane Carlo Acutis (1991-2006) e finanziato dall’omonima fondazione, dopo quello avviato lo scorso maggio presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in piazza Stampalia a Torino.

La mattinata di domenica è inizata con la Messa delle 10.00 nella Festa della Comunità presieduta dal Direttore dell’Opera don Stefano Mondin, a cui sono seguiti i saluti istituzionali della Vicesindaca di Torino Michela Favaro e dell’Assessore alle Politiche Giovanili Carlotta Salerno.

Presenti al taglio del nastro anche alcuni parenti del beato, fra cui i nonni, e il presidente della fondazione Carlo Acutis, che ha sede a Torino.

Nel nuovo laboratorio, soprannominato “Amico“, si alterneranno tre tipologie di corsi gratuiti aperti a giovani e adulti del quartiere e non solo, ognuno con un focus diverso:

  • “Amico Click” per agevolare l’apprendimento della tecnologia e delle procedure digitali (ad esempio l’attivazione dello SPID, le iscrizioni, le richieste di documenti o di bonus) soprattutto per adulti stranieri.
  • Amico Speak” per l’apprendimento dell’italiano scritto, letto e parlato, sempre rivolto ad adulti stranieri (le iscrizioni sono aperte fino al 4 novembre)
  • Amico Digital” per l’avvicinamento all’uso del computer e dei programmi principali.

Tutti i laboratori verranno seguiti da persone competenti in ciascun campo che hanno deciso di mettersi a disposizione come volontari.

La sala, inoltre, verrà utilizzata anche per le attività del Maker Lab digitale, già attivo da tempo al Michele Rua, e come sala studio per gli universitari.

La comunità del Michele Rua ha ringraziato la fondazione Carlo Acutis

“per aver scelto di investire su questo nuovo laboratorio che in un quartiere come quello di Barriera di Milano potrà diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti della zona che necessitano di usufruire dei servizi messi a disposizione gratuitamente”.

Per ulteriori informazioni sui laboratori:

A 16 anni gira un film sul bullismo – L’Eco di Biella

Si pubblica di seguito l’intervista apparsa su L’Eco di Biella a Luca Pisu, giovane studente del CNOS-FAP di Vigliano Biellese, che ha deciso di girare un film sul bullismo.

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A 16 anni gira un film sul bullismo

Intervista a Luca Pisu, studente del CNOS-FAP di Vigliano Biellese

Mostrare al mondo che la diversità è un pregio e non un difetto. Con questo obiettivo il giovanissimo Luca Pisu, 16 anni, residente a Vigliano Biellese, ha deciso di girare un film trattando la delicatissima tematica del bullismo.

Un fenomeno che il giovane, studente delle scuole superiori, ha vissuto in prima persona. E che ha intenzione di affrontare non solo dal punto di vista della vittima, ma anche da quello del bullo, offrendo così al suo pubblico una visione il più possibile ampia.

Studente del CNOS-FAP di Vigliano Biellese, scuola per la formazione professionale, è sempre stato appassionato di film, sin da piccolo.

“Ho esperienze nel mondo del cinema e del teatro – racconta – studio teatro da due anni, ho partecipato a diversi spettacoli come attore, ho recitato in cortometraggi con Storie di Piazza, l’ultimo dei quali, condotto da Maurizio Pellegrini, è stato girato tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre a Bioglio. Proprio con esso, “La villa della carta colorata“, in cui ricopro il ruolo del protagonista, Elia, ho dato un aiuto nella stesura del copione”.

È stato proprio Luca ad avere l’idea:

“Ho tratto spunto – racconta – da alcune mie esperienze passate. Spero che possa avere uno scopo educativo. Spero di poter dimostrare che la diversità non è affatto un difetto, bensì un pregio”.

Luca Pisu ha bene in mente a chi è destinato il film:

“Vorrei che venisse fatto vedere ai ragazzi delle scuole – afferma – ma spero che venga diffuso anche sui social e su YouTube”.

La prima fase di brainstorming si è conclusa pochi giorni fa:

“Una ventina di giovani – racconta Pisu – ragazze e ragazzi adolescenti mi hanno raccontato la loro storia e le conseguenze che hanno avuto e così mi hanno dato lo spunto su come impostare il copione. Tra i temi più importanti sono emersi la timidezza fisica, la paura di esprimersi tra i compagni di classe, la timidezza nel modo di vestirsi e sull’identità di genere”.

Il suo film non avrà un lieto fine:

“In molte tra le persone con cui ho parlato – spiega – mi hanno detto che sicuramente non vorrebbero vedere un lieto fine, altrimenti il lavoro fatto perderebbe il senso. Siamo tutti abituati a vedere un lieto fine. Ma è importante capire che se una persona viene offesa, anche con il passare del tempo la situazione non cambia, se non cambiare la persona. L’offesa serve solo a renderla più introversa, ma non si pensi che ci si dimentichi di tutto”.

A giorni partirà la seconda fase del progetto, con la stesura vera e propria del copione:

“In molti – racconta Luca Pisu – si sono offerti di aiutarmi, anche scrittori che scrivono testi nella vita reale. Sono contento”.

Infine il terzo step: la realizzazione del film.

“Ad occuparsi delle riprese – spiega Luca – sarà Maurizio Pellegrini, fondatore di Storie di Piazza. Fino ad ora mi è stato possibile portare avanti tutto questo grazie anche a degli aiuti esterni dello Spaf con la pubblicità e il coinvolgimento dei giovani, il Drop in Biella che mi ha dato il luogo per il brainstorming e l’accademia Unidee che mi ha dato disponibilità per un aiuto con le riprese nel loro studio. Sono certo che con l’aiuto di tutti verrà un bel lavoro”.